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Visualizzazione dei post da gennaio, 2016

Linnea - Exit Wounds

E x i t  w o u n d s ; Silver sedeva lì dove lo aveva lasciato ieri, nel tavolo nascosto all'angolo del bar, accanto alla vetrina; le luci delle auto che passavano sotto la fredda pioggia invernale illuminavano la sua figura apatica. Stava lì, il 1984 che gli aveva regalato lui giaceva sul tavolo accanto al the ormai freddo; le mani abbandonate sul grembo, gli occhi persi nel vuoto. Solamente il giorno prima Gold aveva occupato il posto di fronte a lui, avevano discusso due argomenti differenti nello stesso momento con sussurri concitati, entrambi erano terminati con "ti amo", "voglio chiuderla". Silver, che aveva detto la prima frase, era rimasto immobile, le labbra pallide e screpolate socchiuse, aveva guardato attraverso di lui come se qualcuno avesse spento l'interruttore del suo cervello e poi aveva detto, "delle volte vorrei ammazzarmi" ; dieci minuti dopo era uscito dal locale e aveva calciato un bidone dell'immondizia,

Painted Pictures - 7 - Painted Picture

Painted Picture                                                     Il calore che fuoriusciva dal camino lambiva il volto dormiente di Dhalia, stesa sul divano, senza scarpe ed avvolta nel plaid, a quadrati rossi e verdi. Ce l’aveva anche lei a casa, tutti la possedevano. È uno di quegli oggetti che sono presenti in ogni abitazione, come i termometri a mercurio. Tutti hanno un cassetto dove gettano le cose inutili; quello di Dhalia era designato nella credenza che aveva nel salone, dove vecchie batterie senza più carica e monete senza alcun valore numismatico condividevano acari e buio. Anche Dylan ne aveva uno e c’erano un paio di schede sim per il cellulare, qualche moneta ed un vecchio Siemens. Lui era davanti la tela, non più bianca, forse sporca. Ma tanto non interessava, la tempera avrebbe finito per riempirla, con colori vivi ed accesi, con il disegno che aveva in mente. Ed i suoi disegni vivevano perché parlavano e t’accompagnavano durante ogni sguardo, care

Lev - Il Pianto Delle Stelle - 21 - Stimolo

Capitolo 21 – Stimolo ‒ Quindi aspetta, spiegami bene, se tu avessi vinto io avrei rifiutato di continuare il viaggio con te? ‒ chiese Xavier un po’ infastidito dalla situazione. ‒ Non hai pensato a quanto mi avrebbe dato più fastidio il sentirmi trattato come un bambino o un Allenatore alle prime armi? Cassandra taceva, testa bassa e occhi socchiusi, non proferiva parola. Xavier la fissò un lungo attimo. Si chiese perché le stesse dando contro, perché stesse facendo la persona di merda con lei. Capì che non aveva apprezzato il suo gesto, ma ci era passato subito sopra, mentre ciò che più lo aveva infastidito era il fatto che lui fosse già impegnato. Stava reagendo non benissimo ma stava esponendo le ragioni sbagliate. E nel momento in cui un ingranaggio del suo cervello gli fece rico

Painted Pictures - 6 - Made You Proud

Made You Proud Il tempo stringeva, sarebbe dovuto uscire da quel bunker senza dare troppo nell’occhio E soprattutto, dovevano fare presto; “Poi mi spieghi che succede” disse Dylan, che teneva ferma la bandana sulla testa e continuava a correre, tirando per mano Dhalia, col trucco sciolto ed il volto squassato dal pianto. “I-io...”. “Poi, Dhalia, poi! Ora pensiamo a salvare la pelle!” urlò quello, voltando l’angolo. C’erano due Reclute di ronda. Dylan si fermò, Dhalia pure e poggiò la fronte dietro la sua schiena; pregava che quell’incubo finisse, voleva tornare a casa sua, sul suo divano blu e voleva farsi un bel bagno caldo. “Ci sono due Reclute, lì. Cerchiamo di non farci prendere. Non di nuovo, almeno. E tu, poi, come diamine ti viene in mente di farti catturare dal Team Idro, in pieno giorno!”. Dhalia inghiottì qualcosa come sale e sabbia, rendendo il gesto doloroso. “Non... non l’ho mica fatto apposta, D-Dylan...”. Il ragazzo si fermò, vedendo in lei timore e tot

Lev - Il Pianto delle Stelle - 20 - Impazienza

Capitolo 20 – Impazienza   Xavier si trovava in un limbo tra il sonno e la delicata veglia. Non riceveva stimoli e non avvertiva quasi la sua forma materiale, solo un caldo raggio di sole che lo teneva attaccato al suolo fresco sembrava connetterlo alla realtà effettiva. Silenzio. Pace. Tranquillità. I suoi Pokémon assieme a quelli della Capopalestra riposavano pure loro sull’erba soffice. Così anche Cassandra che sdraiata poco distante da lui teneva le mani incrociate dietro la nuca. E anche lei taceva. Ah no… ‒ Raccontano un mucchio di storie… ‒ disse ad un certo punto la ragazza. ‒ Su Hoenn, dico. Il castano rispose quasi controvoglia: ‒ Eh, che significa? ‒ Lo sai, no? Il cataclisma scampato a seguito delle lotte tra Groudon e Kyogre