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Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

Yelloween 3

Yelloween 3.0 ...   Era davanti ai miei occhi. Lo so, lo posso ricordare alla perfezione. Ricordo il rumore freddo delle ossa che si spezzavano, delle fauci di quel Noivern che masticavano le vertebre; ricordo l’odore del sangue, che sgorgava dalla bocca di Valerio come se non ne avesse più bisogno. Ricordo come ne era ricoperto. Ricordo i suoi occhi, la sua paura, la mia paura, quella puzza di sangue e terrore, di rassegnazione al senso d’abbandono. Credevo che lui avrebbe fatto di me quello che voleva. Ricordo il colore della sua pelle, così fredda e pallida. Ricordo lo schifo che provai quando mi toccò il collo, con le mani sporche del sangue di Valerio. Le trascinò, fredde com’erano, sul mento, e poi sulle labbra. Mi baciò, rimestando la sua saliva ed il suo sangue nella mia bocca. Mi catturò, mi abbandonò e mi promise che sarebbe ritornato a prendermi. Sarebbe tornato ad ammazzarmi, a donarmi un altro bacio, l’ultimo. Il bacio della morte. “Era qui? S

TSR - 12 - Royalties pt. 3

..:.:.. TSR ..:.:.. 12. Royalties pt.3 - Johto, Isole Vorticose, Capo Piuma, Fuori la Grotta Sacra di Lugia – La pioggia continuava a battere radente e non accennava a diminuire. Capo Piuma era diventata un’illusione d’ombre dietro quel palcoscenico liquido che cadeva dal cielo. “La Grotta è questa” faceva Martino. “Le Kimono Girl non sono uscite da qui”. “E questo è un problema, fratellone. Sono delle grandi combattenti, le Kimono Girl... Per non essere riuscite a chiudere questa missione vuol dire che sono state sopraffatte da qualcosa di molto forte...”. “O qualcuno...” rispose granitico il ragazzo. Ormai l’acqua aveva impregnato i capelli del ragazzo e lo aveva costretto a tirarli indietro. Le gocce cadevano lente dal suo mento e terminavano sul suo petto tonico. “Entriamo” fece poi la ragazza, prendendo il fratello per mano ed immergendosi nell’oscurità. Già, perché non c’era luce. Inoltre c’era un forte odore d’umido. Insomma, erano in una grotta. “Pichu...” s

TSR - 12 - Royalties pt 2

..:.:.. TSR ..:.:.. 12. Royalties pt.2 - Johto, Percorso 41, poco fuori le Isole Vorticose – La tempesta continuava ad imperversare e le onde si erigevano a grossi grattacieli in mezzo al mare in burrasca. Le Isole Vorticose erano a poche centinaia di metri ma un’enorme tromba marina si era posta tra Martino e Marina e lo stretto passaggio che si snodava tra gli scogli, che fungeva da ingresso verso il piccolo complesso insulare. Per i Ranger la fonte della grande burrasca che stava colpendo quella zona di mare era, per l’appunto, l’unico e vetusto abitante delle Isole Vorticose: Lugia. O almeno, l’unico che conoscevano. Lapras s’inerpicava sulle cime di quelle montagne liquide, che mutavano, salendo e scendendo, immergendosi certe volte più del dovuto e facendo sobbalzare i due Ranger. “Stai attenta!” urlava Martino, stringendo il carapace del Pokémon con le mani guantate e sentendo sua sorella avvinghiata al torace. “Non sbilanciarti e non...”. “Lo so! Tu,

TSR - 12 - Royalties

..:.:.. TSR ..:.:.. 12. Royalties pt.1 - Johto, Olivinopoli, Porto Civile – Nonostante la pioggia la M/N FORTUNA aveva attraversato il mare ed era giunta a destinazione da Oblivia, dov’era partita sedici ore prima. A Martino era spettata una cabina molto accogliente, con luci calde, copriletto a pois azzurri ed un oblò d’ottone. Durante il lungo viaggio aveva letto parte di un buon libro di Dennis Lehane ambientato a Boston ed aveva guardato il mare rabbioso sotto la tempesta. Non soffriva il mal di mare ma in quei tre giorni aveva sentito lo stomaco ballare più di una volta. Non appena vide da lontano i promontori di Fiorlisopoli, il capitano Murtaugh aveva avvertito tramite interfono che avrebbe deviato proprio lungo le coste di Fiorlisopoli per questioni di sicurezza legate alle Isole Vorticose. Martino sospirò e cominciò a prepararsi psicologicamente. Due ore dopo raccolse valigia e coraggio ed uscì dalla cabina. C’era parecchio vento; scompigliava la pettin

TSR - 11 - Glitch

11. Glitch   Hoenn, Verdeazzupoli, Villa Petri Il mattino aveva l’oro in bocca, solitamente. Quello no. “E anche oggi un po’ di pioggia... ti pareva...” sbuffò Fiammetta, dopo aver aperto le persiane. Il giardino di Villa Petri era spoglio e grosse pozzanghere si erano formate nel prato bruciato dal freddo. La donna si portò davanti al comò e, osservando il proprio riflesso nello specchio, raccolse i capelli con entrambe le mani, per poi legarli con l’elastico che teneva al polso. Solita coda alta, poi scese al piano di sotto, camminando lentamente, a piedi scalzi. I talloni battevano sul parquet di mogano. “Buongiorno, Fiammy” diceva Jarica, seduta sul tappeto con le gambe incrociate. Giocava con le bambole mentre guardava alla televisione un cartone animato. “Buongiorno, tesoro. Hai fatto colazione?”. “Sì, Leslie mi ha fatto i cereali”. La donna sorrise. “Si dice preparato. Tra poco spegni e posa tutto, dobbiamo fare i compiti”. Quella sbuffò. “La matematica non la c