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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

Levyan - ILCC: V - La ballata dei punk

V La ballata dei punk «Gold, la ragazzina!» esclamò Platinum, facendo da scudo ad una coppia di turisti che erano stati bersagliati da un gruppetto di teppisti. «Polibo!» chiamò il Dexholder di Johto. L’anfibio estese la lingua, afferrando una bambina con un fiocchetto in testa che era in mezzo al marciapiede, tra due tizi armati di piede di porco e ben poche buone intenzioni. «Jingle! Atterrali!» gridò Celia. Il suo Garchomp li abbatté con le sue muscolose zampe anteriori, mentre la ragazzina si ritirava al sicuro, dietro le spalle di Gold. «Idronda!» ordinò il ragazzo, mandando a gambe all’aria il tizi che avevano circondato Platinum. «Froslass, usa Geloraggio!» esclamò Lady Berlitz. Il fascio di energia criogenica congelò il marciapiede davanti a tre individui che si stavano avventando su una donna che aveva tra le braccia due buste della spesa. Ci fu uno scivolone collettivo e la signora poté allontanarsi san

Levyan - ILCC: IV - Anarchia

IV Anarchia Erano le 10:15. La città di Austropoli vibrava dell’acceso fermento tipico dei giorni lavorativi. Il traffico era intenso, i pedoni occupavano i marciapiedi, i bambini erano a scuola, i lavoratori in piena attività. Poche sagome quasi invisibili si muovevano sui tetti e tra i vicoli dei quartieri più popolati. Erano lì dalla sera prima, nessuno li aveva notati. Juan e Mirta erano sul luogo di lavoro, al varco del Ponte Freccialuce. Era un’eccezione: loro di solito facevano il turno di notte. Avevano chiesto un permesso solamente per quella giornata. Ovviamente, erano stati obbligati. Come da programma, l’uomo che li aveva raggiunti due sere fa si ripresentò alle porte del varco. Aveva ancora la divisa, molte tasche, molti astucci, armi e un passamontagna. Non li guardò neanche: «è il momento» disse soltanto. Juan posò la scopa e si fece da parte, Mirta cominciò a respirare a fatica. Per due giorni avevano

Levyan - ILCC: III - Alto budget

III Alto budget 6 luglio, City di Austropoli, Grattacielo AxeCorp, 10:32 Un ragazzo in occhiali finti e Oxford nere, ben vestito e rasato, con una ventiquattrore in cuoio nella mano destra mise piede nell’edificio. Aveva i capelli tirati all’indietro dalla forza di una lacca che avrebbe potuto sostenere un ponte. Il passo era mal cadenzato, le mani non riuscivano a star ferme, gli occhi brillavano di un color oro intenso. Accanto a lui, Platinum Berlitz, in abito Versace, pochette, ampi occhiali da sole e scarpe col tacco che calpestavano il tappeto rosso steso sotto di lei dai soldi di papà. Al loro seguito, in camicetta e gonna con spacco, con una grossa cartella tra le braccia e la scritta assistente ben illuminata sulla fronte: una perfetta sconosciuta che a nessuno sarebbe interessata. Tra la folla, in pochi li riconobbero, ma già la prima receptionist diede immediatamente segno di sospettare qualcosa. «Oswa