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Consigli Utili 9


Fuori oggi lo speciale della rubrica Consigli Utili.
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Lo speciale di oggi è il continuo di quello di sabato 25 maggio, lo troverete cercando qui --->
Il prossimo pezzo della rubrica uscira sabato 22 Giugno. Invece per il capitolo consueto ci incontreremo sempre qui, sempre lunedì.

Stay Ready.

Go!

Andy $





Spingeva forte, nell’esofago, e sembrava volesse aprirsi un varco con le mani per uscire fuori, ed urlare. L’ansia lo stava distruggendo.
Aprì semplicemente gli occhi, senza muovere un muscolo, facendo accarezzare la sua pelle dal freddo di quell’Ottobre avvelenato dal gelo.
Sbatté le palpebre, chiedendosi per quale motivo ogni volta che si svegliava aveva le labbra gonfie. Come se stesse aspettando il bacio di qualcuno.
“Spero una donna” pensò, poi sorrise, sbadigliando. Aveva ancora sonno, la chiamata di sua madre, quella notte, non era stata molto opportuna.
In effetti sua madre non era mai stata opportuna.
Aveva sempre rovinato tutti i momenti importanti con domande sciocche e spesso futili.
Ma guai a metterla da parte. Sua madre era essenziale per lui.
Portò una mano alla testa, levandosi i capelli da faccia. Una volta conclusa quella durissima sfida alla Lega Pokémon di Adamanta, Zack , avrebbe pensato al resto.
Il sacco a pelo che stava usando era tutto consumato. Quello non era più buono.
Passò da steso a seduto, godendo della mancanza, finalmente, di un fastidioso e tenace sassolino, che appuntito gli aveva reso la notte decisamente complicata.
E scomoda.
La sua mano si mosse verso le sue scarpe. Si, c’erano. Si girò per guardarle. Accanto c’erano anche le Poké Ball.
Tranne la telefonata inopportuna, quella notte non era successo niente.
Si alzò, ed uscì fuori dalla tenda. Indossava un’aderentissima maglietta a maniche lunghe, di quelle che trattengono il calore, molto simili a quelle per i sub, di un grigio molto chiaro.
Mettevano in risalto i muscoli delle braccia, e quelli del petto.
Non si era reso conto di essere diventato così prestante fino a quel momento.
Vivendo da nomade, viaggiando, il suo fisico si era adattato.
Le poche monete che aveva in tasca gli sarebbero servite per fare una telefonata, una volta entrato nella Lega Pokémon.
Il freddo fuori era davvero pungente. Un ruscello passava da quelle parti, lui vi si diresse immediatamente, levandosi la maglietta e lavandosi. Bevve anche, senza esagerare, e poi si asciugò.
Pensava che in quel modo avrebbe sentito più freddo di prima, ma non aveva messo in conto che l’adrenalina facesse scorrere nel sangue qualcosa di diverso.
La guerra, la forza e l’onore.
La convinzione.
Si fidava di sé stesso, quella mattina ancor di più. Cambiò maglietta, ne infilò una nera, mise il suo gilet, e si sistemò la bandana tra i capelli, controllando di non aver perso l’orecchino.
C’era tutto.
Poteva partire.
Chiuse la tenda, mise le Poké Ball nel cinturone e si diresse verso l’enorme edificio, protagonista in quello scorcio di natura.
I suoi passi parevano ardere sotto i suoi piedi, tanto che aumentò la camminata, ed arrivò prima di subito lì.
Davanti quel portone.
Mise la mano sulla maniglia, sospirando, e fermandosi.
L’ansia stava per uscire del tutto, e quindi la lasciò fare; non aveva bisogno di distrazioni.
In quel momento pensò a tutto. A sua madre, a Green, ad Alma, ad Emily.
“Vai”
Aprì la porta ed entrò.
La sua avventura alla Lega Pokémon stava per cominciare.
L’atrio di quella struttura era fatiscente.
Nel senso che sarebbe potuto essere un po’ più sfarzoso, mentre in realtà qua è là cascavano fili, e non tutti i neon funzionavano. Sulla sinistra, poggiata ad un bancone polveroso, c’era una vecchia donna, bionda. Pareva portasse la parrucca.
“Salve” fece Zack, cercando di far sembrare la sua voce più rude di quanto non fosse in realtà.
“...’giorno...”
“Lei è l’infermiera?”
Quella alzò il sopracciglio. Aveva in testa un cappello con una croce rossa.
Quindi sbuffò. “Che dici? Sono l’infermiera?”
“Voglio iscrivermi alla Lega. Voglio battere il Campione”
Quella masticava rumorosamente il suo chewing-gum, guardandolo fisso per tre secondi circa, poi, tenendo i gomiti poggiati al bancone, guardò in basso.
Zack la guardò meglio. Sembrava non avesse più di quaranta, al massimo quarantacinque anni, anche se ne dimostrava davvero molti di più. Sul cartellino presente sulla divisa, sformata dai suoi seni larghi, c’era scritto Lois. Il volto era rugoso, tirato, e due labbra sottili erano patinate di rossetto rosso, stesso colore dello smalto sulle unghie delle mani venose. I capelli sembravano posticci, finti, acconciati in una pettinatura vintage.
Zack pensò che probabilmente quello fosse tutto uno scherzo. Quella donna non poteva davvero accogliere i probabili futuri campioni della Lega Pokémon. E quella struttura non poteva essere così fatiscente. Cioè... c’era sicuramente un organo competente che si doveva occupare di quelle cose. Insomma, qualcuno che pagasse i dipendenti e ridipingessero le mura di quella topaia.
“Perché è tutto così squallido?” domandò Zack.
L’infermiera alzò la testa poggiando un foglio sul bancone. “Perché nessuno se ne occupa”
“Non ci dovrebbe essere qualcuno che se ne occupi?”
“Se qualcuno lo pagasse, ci sarebbe pure”
“Lei non viene pagata?”
“Quando esci dalla scuola per infermiere Pokémon giuri di aiutare chi è in difficoltà. E nonostante tutto io sono stipendiata”
“E... come mai non ci sono soldi? Insomma, le palestre sono bellissime. Non sono gestite dallo stesso organo di competenza?”
“Si. Ma qui comanda il Campione, e vuole che tutto sia così”
“Un motivo in più per rompergli il culo”
L’infermiera ebbe un primo ed orgasmico accenno di sorriso, quel giorno. “Compila e firma”
Zack eseguì, quindi sospirò. Fece curare la sua squadra e si avvicinò all’ingresso.
Il buco nero, lo chiamavano. Sì, perché da lì si entra e non ci si esce più.
“Vai”
Fece quel passo, aprì la porta e si buttò a capofitto in quel corridoio buio.
La porta alle sue spalle si chiuse da sola, mentre l’adrenalina riprese a pompare nel suo sangue come spinta da una turbina.
Camminava su quella passerella lucida, nera, in cui poteva specchiarsi, e vedere un giovane uomo sfidare il suo destino. Poké Ball alla mano, aprì una seconda porta, dove tutto era buio.
Tutto.
Fece un passo dentro, e dei riflettori illuminarono solamente la sua figura.
Zack non vedeva assolutamente niente, con quegli enormi fari che puntavano il suo volto.
Poi si spensero.
“Dove sei?” chiese, a bassa voce.
“Sono qui” rispose il primo dei Superquattro, con voce cavernosa. Zack rabbrividì.
I riflettori lentamente si spostarono  e si ampliarono, in modo da illuminare tutta la sala.
Ora Zack era in grado di vedere tutto.
Era in uno stanzone piuttosto ampio, e delle linee bianche erano disegnate sullo stesso pavimento lucido nero dell’antisala, andando a formare il campo di combattimento.
In quella stanza nient’altro se non le luci abbaglianti dei riflettori ed il suo avversario.
Era strano.
Aveva indosso un elegantissimo completo Armani, con cravatta nera chiusa nella giacca.
Indossava, inoltre, una maschera totalmente bianca, come quella di Slenderman.
Zack era inquieto.
“Ciao” disse quello, sentendo la voce arrivargli debolmente dalle spalle. Si voltò in fretta, ma dietro c’era solo la sua porta. No, non potevano essere degli altoparlanti, quella voce era come un sussulto di una persona che ti parlava alle spalle.
Era tutta un’illusione, Zack si convinse di questo, quando però andò a girarsi, l’avversario non c’era più.
I brividi gli salirono lentamente dalle gambe fino alle spalle, e lui scosse la testa, per allontanarli.
“Credo che se qualcuno ti saluti tu debba essere educato” ancora la voce alle sue spalle.
Fece un passo avanti, nel campo, sospirando.
“Basta giochetti. Lottiamo”
“Perfetto”
Le luci si spensero per un momento, giusto un secondo, poi si riaccesero, mostrando l’avversario di Zack al suo posto originario.
Erano l’uno di fronte all’altro.
“Il mio nome è Mister Fred. E sono il primo dei Superquattro. E tu? Tu come ti chiami?” la voce di quello era di una calma snervante, soprattutto nei panni di Zack, che stava fremendo, tra l’inquietudine e l’adrenalina.
“Io mi chiamo Zackary Recket, e sono venuto qui per sconfiggere il campione”
“Probabilmente tu non ci arriverai dal campione”
“Beh... chi lo sa?” sorrise Zack.
“Lo so io. E ti dirò anche perché...”
“Scommetto perché mi batterai tu...” fece stufo l’altro, che aveva avuto un’ampia esperienza con i videogame.
“Arguto... bene. Le regole del campo sono semplici. Una volta che i Pokémon sono dentro, non vi possono uscire. Questo significa che se mandi un Pokémon in campo, esso potrà rientrare nella sfera solo se esausto. Inoltre significa che chi supera le linee del campo è automaticamente fuori dalla sfida. Tutto chiaro?”
“Si, Mister Fred. Cominciamo”
“Benissimo”
Un fascio di luce verde si alzò ai lati del campo. Probabilmente chiunque avesse superato, anche se di poco le luci di contenimento era fuori dal gioco.
Gli altoparlanti in realtà c’erano, ma probabilmente Mister Fred non li utilizzò nella sua opera di confusione dell’avversario. Cominciarono a trasmettere un brano di musica classica.
Zack si irrigidì non appena le corde di violino furono suonate da qualcuno di grande abilità.
I brividi continuavano la loro scalata.
“Bene. Io scelgo Ursaring!”
 Un enorme Ursaring ruggì feroce, serrando le fauci e fissando con rabbia Zack.
“Ursaring... benissimo. Vai Torterra!”
Torterra si manifestò in campo, pesante e calmo come sempre.
Mister Fred sorrise.
“Ottimo. Cominciamo”
E al “cominciamo” la musica di violino prese a  intensificarsi.
Il concetto che aveva usato Zack era semplice. Il Pokémon più difficile da spostare, nella sua squadra era probabilmente Torterra. Un tartarugone di terra pesante qualche quintale.
D’altro canto il pavimento non permetteva di poter usare mosse come Radicamento.
“Ursaring, Boato” disse con calma quasi irreale.
Ursaring allargò la braccia e cominciò a ruggire in maniera aggressiva.
“Torterra, non muoverti! Usa la Ritirata!”
Torterra entrò nel guscio, ricadendo pesante sul pavimento.
“Ursaring, ora vagli vicino ed utilizza Martelpugno!”
Zack guardava attentamente. L’attacco ritirata aumentava la difesa di Torterra, già notevolmente alta. L’allenamento che i due avevano fatto sulla resistenza, inoltre, lo rassicuravano molto.
Ursaring si avvicinò furioso e sferrò un violento pugno sulla corazza del Pokémon.
Mister Fred era immobile.
“Resisti, Torterra, ed usa Salvaguardia!”
Fu allora che l’uomo mascherato sorrise. “Hai fermato una delle mie strategie. Ursaring era pronto ad utilizzare un attacco Tossina, in modo da rompere questo immobilismo. Ma a quanto pare il tuo Torterra ha bisogno di essere scosso un po’. Benissimo, Ursaring, vai con l’attacco Martelpugno a ripetizione. Vediamo quanto è duro il carapace di Torterra”
Più furibondo di prima, Ursaring saltò in groppa a Torterra e prese a colpirlo con moltissima forza.
Un pugno con la destra ed uno con la sinistra. Torterra non cedeva, però, e stava nel suo guscio, cercando di limitare al massimo i danni.
Zack non sapeva quanto ancora il suo Torterra potesse subire quei fortissimi colpi. Doveva mischiare le carte in tavola.
“Torterra, usa le spore paralizzanti!”
“Veloce, via di li!” fece Mister Fred, stavolta un po’ meno rilassato.
Ursaring saltò all’indietro, lasciando libero lo spazio sul guscio di Torterra, che dalle apertura di esso cominciò a spargere miriadi di spore.
“Iper Raggio durante il salto!”
E prima ancora di atterrare un fortissimo fascio di energia partì dalla bocca di Ursaring, finendo dritto contro il punto martoriato dai pugni dati precedentemente.
Torterra uscì dal guscio, ruggendo e lamentandosi.
Il colpo lo aveva subito.
“Torterra! Dannazione, usa Ripresa!”
Zack approfittò di quel momento in cui Ursaring, sfatto per il forte attacco effettuato, cercava di recuperare, quindi fece altrettanto.
Torterra si illuminò leggermente, ed i suoi punti salute aumentarono.
“Bene, passiamo all’attacco! Torterra, vai con l’attacco Mazzuolegno!”
“Ursaring, attento!”
Ma probabilmente la fatica dell’orso non gli consentì di sentire le parole del suo allenatore, e quindi fu colpito da una dozzina di tocchi di legno, pesanti e duri, che lo fecero cadere per terra.
“Ottimo, Torterra! Vai con Rocciotomba!”
Torterra fece apparire quattro enormi massi su Ursaring.
“Schivali!” urlò Mister Fred.
I massi presero a cadere, a formare una tomba, ma Ursaring rotolò velocemente sul fianco alla sua destra, evitando l’attacco e rimanendo sulle quattro zampe.
“Vai con l’Aeroassalto!” urlò poi colui che giocava in casa.
Ursaring balzò con le quattro zampe in volo, attaccando poi la testa di Torterra, che dopo aver subito il colpo si rintanò nel guscio.
“Sali sull’albero di Torterra, Ursaring, e dopo attacca con un altro Iper Raggio”
Mister Fred sembrò essere tornato calmo.
Zack non si aspettava l’attacco Aeroassalto, e rimase immobile. Non sapeva cosa fare, e per la prima volta stette a guardare come Ursaring, seguendo gli ordini, balzo sull’albero e lo strinse forte, per evitare sballottamenti, ed attaccò il punto sensibile del carapace di Torterra con l’ennesimo Iper Raggio.
“Torterra! No!”
“Invece è così! Prepara il prossimo Pokémon”
“La battaglia non è ancora finita!”
Lui lo sapeva. Zack non era uno stupido, era benissimo in grado di ragionare. E di ricordare.
Sì, ricordare. Ricordava le parole di Green.



“Gli incontri non li vincono solo i Pokémon forti. Li vincono anche gli allenatori intelligenti”

Fu come un’illuminazione.
“Torterra, stringi con le liane Ursaring ed assicurati che sia stretto all’albero”
Torterra rimase nel carapace mentre le liane presero a legare braccia e gambe, e successivamente anche il busto.
“Stringi!” urlò Zack.
Faceva male, difatti Ursaring urlò, ruggendo, sparando ancora un Iper Raggio, stavolta verso l’alto.
“Bene Torterra... ora stenditi su di un fianco”
Mister Fred rimase sgomento quando vide l’enormità di Torterra girarsi e rotolare sul fianco.
Ursaring, legato ed immobile, nel movimento, si ritrovò fuori dal campo.
“Ho vinto!”
“Il livello è davvero buono. Non me lo aspettavo... hai sconfitto Ursaring in un modo inaspettato”
“Ho semplicemente ragionato... bravissimo Torterra, rientra”
Una volta finita quella battaglia avrebbe usato qualche strumento per rimetterlo in sesto.
“Io ho ancora quattro Pokémon. Tu chi vuoi utilizzare?”
“Metterò in campo Lucario”
Mister Fred rimase immobile. “Io metterò Stoutland!”
I due Pokémon entrarono in campo. Lucario guardò Zack, serio.
“Dobbiamo vincere, Lucario”
Quello fece un cenno di assenso.
“Stoutland, cominciamo!”
Quello prese ad abbaiare, in modo poco guerresco, cosa che fece sorridere Zack.
“Stoutland usa Tuono”
Quello abbaiò, poi ululò, ed un Tuono si scagliò forte su Lucario, che lo subì in toto, senza muovere nemmeno un muscolo.
“Stai bene, Lucario?”
Quello annuì.
“Vai con Attacco Rapido!”
Lucario partì velocemente, e colpi inaspettatamente Stoutland, che indietreggiò di qualche passo.
“È un Pokémon molto stabile”
“Ed anche vendicativo. Rivincita”
Il cane balzò velocemente verso Lucario.
“Schivalo!”
Lucario si appiattì per terra, e Stoutland lo sorpassò di pochi centimetri.
“Bene, Lucario, colpiscilo con Megapugno!”
 
Lucario era steso a pancia in giù, ed una volta sentito l’ordine, si voltò caricando in contemporanea un pugno micidiale, che colpì dritto sul torace l’avversario.
Il colpo fu terribile. Stoutland fu sbattuto al pavimento con forza immane, rimanendo immobile.
“Lucario, prendilo e lancialo fuori dall’arena”
“Stoutland!”
Ma quello non rispondeva.
Lucario lo lanciò fuori e vinse l’incontro.
Stoutland era stato battuto con molta velocità.
“I tuoi Pokémon sono stati allenati davvero bene”
“Ti ringrazio. Lucario, te la senti di rimanere in campo?”
Quello annuì ancora.
“Bene. Vai Vigoroth!”
Un Vigoroth dall’aspetto folle apparve sul campo. Senza nemmeno aspettare gli ordini del suo allenatore si gettò su Lucario, che non si fece trovare spiazzato, e prese a parare tutti i colpi.
Fendenti appuntiti venivano ammortizzati da Lucario in modo incredibile.
Lucario sapeva già dove ogni colpo sarebbe andato a finire.
“Bravissimo Lucario! Continua a difenderti!”
“Se pensi che Vigoroth si stancherà ti sbagli. L’abilità Spiritovivo lo farà continuare su questa linea finché non avrà fame” sorrise Mister Fred.
“Lucario, Individua! E poi usa Palmoforza!”
Lucario cominciò a preparare Palmoforza, con la zampa anteriore sinistra, quindi utilizzò Individua.
Vigoroth cercò di colpirlo sul collo, e Lucario parò il colpo.
“Ora!”
Palmoforza partì, e colpì il Vigoroth giusto al centro del petto, bloccandolo.
“L’hai paralizzato... che fortuna. Vigoroth, riesci a muoverti?”
Quello urlava, ruggiva, rabbioso, e più si rendeva conto che il suo corpo non rispondeva alle azioni che voleva fargli compiere, più si arrabbiava.
“Finiamola, qui. Lucario. Palmoforza”
Ancora un altro Palmoforza, che spinse lontano Vigoroth. La mossa era superefficace, quindi non fu una sorpresa per Mister Fred dover far rientrare nella sfera un Vigoroth esausto.
“Mi stai mettendo in difficoltà, devo ammetterlo”
Zack annuì leggermente.
“Lucario?” chiese, come se la domanda fosse implicita. Quello annuì ancora.
“Vai Togekiss”

Lucario lo guardò, mentre questo prese a volare in circolo sulla sua testa.
“Sembra un avvoltoio...” sospirò Zack.
“Non ha tutti i torti a volare in tondo. Togekiss, usa Doppioteam!”
Almeno dodici Togekiss presero a girare attorno alla testa di Lucario.
“Mantieni la concentrazione!” gli urlò Zack, ma quello si guardava minacciosamente in torno, cercando di individuare il vero fautore di quell’attacco.
“Togekiss, usa Aerocolpo”
Togekiss fece un ulteriore giro attorno a Lucario, quando poi si abbatté in picchiata, colpendo Lucario e facendolo rotolare per terra.
“Lucario! Alzati!”
Quello eseguì celermente, quindi si preparò.
“Togekiss, stai in alto!”
“Lucario, vai con Forzasfera!”
“Schivala”
La sfera di energia si abbatté contro il soffitto, mentre Togekiss continuava a volare.
“Ancora Togekiss, vai con Doppioteam!”
Togekiss creò altre copie di sé, stavolta erano più di venti, che presero a girare in sensi diversi tutti sulla testa di Lucario.
Zack digrignò i denti. Non voleva che Lucario fosse colpito ancora.
“Devo pensare... e in fretta”
“Vai, Togekiss, Aerocolpo”
“Aspetta Lucario, e tieniti pronto!”
Lucario si abbassò leggermente, mentre vedeva una miriade di avversari venirgli incontro.
“Lucario, leggi l’aura di Togekiss!”
Lucario si fermò, immobile, e come se nulla si muovesse attorno a lui quello riuscì a trovare la calma necessaria per fare ciò.
“Ora!” urlò Zack, che vide Lucario saltare in alto. Fece una capriola all’indietro, finendo su Togekiss, quello giusto, che intanto stava riprendendo quota.
“Bravissimo Lucario! Ora colpiscilo con Palmoforza!”
Lucario caricò il colpo, che finì giusto tra le ali di Togekiss. Quello si lamentò del dolore, e prese a muoversi in maniera casuale, cercando di liberarsi dell’intruso sulla sua schiena.
“Togekiss, Acrobazia”
“Lucario, reggiti!”
Quello si aggrappò al collo dell’avversario, mentre Togekiss prese ad accelerare vorticosamente per poi avvitarsi due volte su se stesso, avvicinandosi vertiginosamente al pavimento.
“Lucario, resisti! Cerca di salire sopra di lui!”
E quello fece. Cercò di passare dalla schiena alla pancia di Togekiss, dato che era a testa in giù, ma sentì Mister Fred ridere di gusto.
“Sei caduto in trappola. Togekiss, afferralo”
Le zampe di Togekiss lo assicurarono, e a nulla valsero gli sforzi di Lucario per liberarsi.
“Vai, Togekiss. Movimento Sismico”
Il Pokémon alato volò verso l’alto.
“Liberati, Lucario!”
Inutile. Non ci riusciva in alcun modo.
Togekiss fece una piroetta in aria, finendo in picchiata verso il pavimento nero della sala.
“Lucario! No!”
Togekiss lasciò andare Lucario, che si schianto ad alta velocità sul pavimento. Quello urlò dal dolore, il colpo fu davvero tremendo.
Lucario era fuori combattimento.
“No! Dannazione, Lucario!” Zack corse verso di lui, rimasto incosciente sul pavimento.
“Benissimo...” Mister Fred gongolava, mentre Togekiss si librava in aria.
“Sei stato perfetto. Ora riposati”. Lucario rientrò nella sfera, quindi Zack tornò in postazione. “Ora voglio divertirmi... vai Braviary!”
Braviary entrò in campo già in volo, e la sua sola presenza bastò a turbare Togekiss.
“Vai Braviary, vai con Attacco Rapido!”
L’aquila si mosse velocemente, prendendo in contropiede l’avversario. Fu un brutto colpo.
“Sei veloce. Ma il mio Pokémon è più veloce. Togekiss, Extrarapido”
Quello scattò velocemente verso di lui, mentre Braviary sostava fermo.
“Ancora... ancora un po’... Ora Braviary!”
A Braviary basto chiudere le ali per pochi secondi, per perdere quota, in modo da evitare l’attacco di Togekiss, che non colpendo il bersaglio, non riuscì a frenarsi in tempo, ed uscì fuori dal campo.
“Non ci è voluto molto” sorrise Zack.
“Sei davvero furbo. Ed anche forte. Questo è il mio ultimo Pokémon. Vai Tauros”
Un toro cominciò furioso a muggire, e a caricare il passo. Era enorme, ed il pelo che aveva attorno alla testa era più folto di un normale Tauros.
“Direi che questo è l’avversario perfetto per te, Growlithe!”
Il Pokémon cane entrò in campo, scodinzolando verso Zack. Poi il suo sguardo si abbatté su Tauros, e prese un assetto offensivo, basso sulle quattro zampe, mentre ringhiava.
“Non farti intimorire!”
Invece quell’enorme Tauros pareva così aggressivo che Growlithe un po’ ne risentì nella sua autostima. Non pensava di riuscire a sconfiggere quell’enorme toro.
Poi si voltò verso Zack, e lo guardò. Avevano passato insieme milioni di avventure, e lui aveva sempre cercato di fare il meglio.
Di lui si fidava. E se lui aveva deciso di mandarlo in campo era perché era sicuro che potesse sconfiggerlo.
“Tauros, usa Gigaimpatto e facciamola finita”
Il toro soffiò aria dal naso, e si scagliò con potenza immane sul povero Growlithe, saltando poco prima di impattarvi contro.
“Growlithe, rotola a sinistra!”
Agile, il cane eseguì l’ordine, e si ritrovò davanti a Zack, illeso, mentre Tauros cercava di recuperare energia.
“Vai, Growlithe, usa Fuocofatuo!”
Una fiammella blu, debole, colpì la zampa dell’enorme toro, che dopo un po’ accusò il colpo. Growlithe lo aveva scottato.
“Tauros, forza. Utilizza Battiterra”
“Attento, Growlithe!”
Nonostante la scottatura, Tauros si alzò sulle due zampe posteriori, per poi ricadere pesantemente su quelle davanti, smuovendo il pavimento e creando una sorta di terremoto. Growlithe si spaventò, e rimase guardingo.
“Stai bene?”
Growlithe abbaiò.
“Bene! Usa il Lanciafiamme!”
“Tauros, schivalo, ed usa Riduttore”
Growlithe accese la fiamma, ma il grosso Tauros la schivò agilmente, nonostante la grossa stazza, dopodiché corse velocemente verso il cane, e lo caricò, facendolo ruzzolare parecchi metri indietro. Growlithe latrò, ricadendo a meno di un metro dal limite del campo.
“Pressalo, Tauros. Fallo uscire”
“No! Growlithe! Schiva i suoi attacchi!”
Tauros muggì, scottato alla zampa, mentre correva verso Growlithe, prontamente messosi in piedi ai comandi del suo allenatore. Si allontanò dal limite del campo, quindi prese a schivare le molteplici incornate che il toro provava ad inferirgli. Muoveva la testa come una sciabola, le sue corna era davvero appuntite.
“Schiva Growlithe! Schiva!”
E mentre l’ira di Tauros aumentava gradualmente alla sua frustrazione per non riuscire a colpire l’agile cagnolino, la stanchezza ed il bruciore si sentivano forti.
“Dai, Growlithe, sfianchiamolo!”
“Non penso... Tauros, usa Frana”
Una miriade di pietre si materializzarono sulla testa del cane, e presero a cadere.
“No! Cazzo, Growlithe, no!”
Lo presero in pieno.
Tauros indietreggiò, continuando a muggire per il dolore, e si fermò.
“Growlithe! Se ci sei ancora batti un colpo!”
Quello era disteso, sotto un enorme sasso, la coda distesa, tisica, senza alcun movimento. Un po’ di sangue fuoriusciva da un’apertura nel pelo, probabilmente avrebbe avuto bisogno di punti, alla fine di tutto.
Ma qualcosa stava succedendo. Lui si muoveva, la sua coda si stava muovendo.
“Growlithe!” esclamò Zack, felice.
“Che Pokémon straordinario...” ammise Mister Fred.
Growlithe lentamente si rimise in piedi, barcollante. Era davvero malconcio, la Frana di Tauros era davvero molto efficace.
“Non voglio che tu stia peggio di adesso, Growlithe, rientra... mi arrendo”
Mister Fred già si fregava le mani, mentre Zack prendeva la Poké Ball, quando sentirono entrambi il cane abbaiare.
Equivaleva a dire “No! Stai fermo! Devo farcela”
Zack rimase shoccato da quella cosa. Alla fin fine lottare per diventare il Campione della Lega Pokémon era un capriccio. Una sorta di sfizio che voleva levarsi.
Ed i suoi Pokémon assecondavano quella sua ambizione malsana, lottando e dando tutti il massimo. Ma Growlithe era diverso. Zack li amava tutti e tanto, però non Growlithe. Lui era speciale. Lui era il suo amico, l’unico, il solo.
Il primo.
Assieme avevano vissuto enormi avventure, battaglie senza fine e senza tempo, che avrebbe visto solo nei libri di storia.
Eppure, nonostante non fosse l’ultimo tra i Pokémon di Zack, e che quindi con la sua sconfitta avrebbe segnato la dipartita in quel primo approccio alla Lega, Growlithe viveva con orgoglio.
Doveva battere il suo avversario.
Doveva riuscirci. E venire sostituito, per dare gloria ad uno dei suoi compagni nelle sfere, dopo aver fatto così tanto non era giusto.
Zack lo ricevette.
“Growlithe. Mi raccomando”
“Tauros, usa incornata” disse calmo come sempre Mister Fred.
Growlithe ringhiava, con gli occhi semichiusi, ed un po’ di sangue che gli usciva dalla bocca, mentre vedeva quell’enorme montagna di pelo e muscoli con due corna affilatissime dimezzare velocemente la loro distanza.
Stava per colpirlo.
Growlithe abbaiò, come per urlare a Zack di ordinargli qualcosa. E presto fatto.
“Growlithe! Contropiede!”
Quello prese a correre incontro a Tauros, folle, e poco prima di impattare con le sue corna balzò velocemente di lato, per poi lanciarsi con veemenza nel fianco del toro.
Fu davvero uno scontro violento, che vide Tauros ruzzolare con forza di lato. Forse fu quello, e sicuramente si aggiunse la sfibrante scottatura sulla coscia, fatto stava che Tauros era K.O.
Il tempo di accorgersene, e Zack corse in campo ad abbracciare Growlithe, mentre Mister Fred faceva rientrare uno stremato Tauros nella sfera.
“Bravissimo, cucciolone! Rientra” lo accarezzò, poi lo consegnò al suo meritato riposo.
Mister Fred applaudì un paio di volte, poi si avvicinò al ragazzo e gli strinse la mano.
“Complimenti. Era uno sfida dura, per niente semplice, e mi hai messo molto in difficoltà... ma sappi che la Lega Pokémon non è solamente sconfiggere un allenatore. Devi entrare nell’ordine di idee che il sacrificio è qualcosa di essenziale. Ne sa qualcosa il tuo Torterra. Ed anche il tuo Growlithe. Che Pokémon straordinario. Ora vai, il prossimo avversario ti aspetta”
Zack sorrise ed annuì, per poi inoltrarsi nel corridoio successivo.






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Ciao ragazzi! Finalmente è arrivato il momento di leggere come va a finire l'avventura, ambientata nel recente passato di Zack, in cui sfida la Lega Pokémon di Adamanta. Come semrpe troverete tutte le informazioni sui nostri blog ed altro sulla pagina Facebook Pokémon Adventures ITA , dove DOVETE passare! Troverete di tutto! Martedì prossimo uscirà il nuovo capitolo del manga di Pokémon Back To the Origins! Non mancate! Andy $ Ok. L’ultima porta era stata chiusa. Ora l’unica cosa da fare era calmarsi un attimo e rilassarsi. Quella giornata aveva regalato fin troppe emozioni. Una piccola anticamera buia, poco illuminata, precedeva un lungo corridoio, che si concludeva con un’enorme porta dorata. Zack decise di tirar fuori tutti i suoi Pokémon. Gyarados, Torterra, Lucario, Braviary ed Absol. E Growlithe, naturalmente. Tutti lì, tutti fermi, tutti in   ansia, tutti in attesa che qualcosa fosse accaduto. Aspettavano che le parole uscissero dalla bocca di

Lily by KomadoriZ71 - Periegesi di Hoenn - Brunifoglia

Brunifoglia “ Comunità rurale ricca di orticelli ” Brunifoglia era una modesta cittadina nata tra le montagne, situata a Nord-Est di Hoenn. Attraversata da un'unica via principale che collegava il Percorso 113 al Percorso 114, era caratterizzata da paesaggi rurali che la rendevano differente e particolare rispetto alle altre città della regione. Il territorio era fertile e argilloso grazie alle acque del lago, l'unico ecosistema in grado di ospitare Pokémon come Barboach, Whiscash e Lombre. Anche il Monte Camino era in grado di caratterizzare l'ambiente circostante, il Percorso 113 era rinomato per la cenere vulcanica che scendeva dal cielo e ricopriva il suolo con un leggero manto grigiastro. I bambini che non avevano il timore di affrontare gli Skarmory selvatici, erano abituati a inoltrarsi nella vegetazione per dedicarsi alla raccolta della cenere e portarla del vetraio che abitava nelle vicinanze. Brunifoglia era abitata esclusivamente da fami

Quindicesimo Capitolo - 15

Salve ragassuoli, mi dispiaccio ogni volta per il ritardo nella pubblicazione, e mi rendo conto che sta diventando un disagio. Ecco perchè, dalla settimana prossima, per problemi di lavoro, la fan fiction sarà pubblicata il MARTEDì. Chiedo ancora scusa, e spero di non aver recato disagio. Ringrazio tutti quelli che hanno messo mi piace alla pagina   Pokémon Adventures ITA . Vedere il seguito crescere ogni giorno di più è una grande soddisfazione. Sei su EFP? Vieni a recensirci anche lì!  Andy Black, autore su EFP Ricordo sempre che il nostro progetto, Pokémon Courage ha bisogno di sostegno da parte vostra...niente soldi, tranquilli, basta solamente un po' di partecipazione. Siamo davvero così pochi a leggere questa bellissima storia? Entrate anche voi a far parte della famiglia di Pokémon Courage . Ho finito con le raccomandazioni. Cominciamo. Stay Ready...Go! Andy $   “Rachel...sei davvero tu?” chiese sgomento Ryan, quasi commosso. Zorua fece un