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Shipshot - 3

Ciao a tutti ragazzi! Vi ricordo che è ancora in auge il nostro primo concorso! Quindi partecipate numerosi, potreste vedere pubblicato sul nostro blog la vostra One shot!
Come? Semplice, andate su Pokémon Adventures ITA, commentate il post di martedì scorso con l'uscita del settimo capitolo di Hoenn's Crysis con il link della storia su EFP entro giovedì 3 luglio. Io e Rachel Aori selezioneremo personalmente la migliore, e sabato 5 luglio avverrà la pubblicazione!
Quindi affrettatevi!
In ogni caso stasera c'è una piccola storia d'amore in pillole, feels a gogò, scritta da me.
Spero via piaccia. E se per caso ci sono dei Ferriswheeler... Scusate.

VoidcubeShipping
RinaxN


Le gocce di sudore imperlavano la sua fronte. Qualcuna tra queste, tra le più irriverenti, andò in avanscoperta, percorrendo l’intera lunghezza del suo naso.
Intera lunghezza... Si faceva per dire, dato che il naso di quella ragazza era microscopico.
Una volta arrivate alla punta del naso, queste goccioline scivolavano sulle sue morbide labbra, finendo catturate dalla sua lingua.
“Che caldo...” fece Mei, detergendosi la fronte con la manica della maglietta. Era a maniche lunghe, e l’estate cominciava a farsi sentire. Forse non era più il caso di indossare quella roba. Forse avrebbe dovuto mettere una bella gonna a balze, fresca e pulita, magari con una camicetta comoda, o una canottiera.
Decise poi di fermarsi non appena vide uno spiazzo ombroso coperto dalle fronde degli alberi.
Stanca, levò la tracolla e gettò la borsa vicino ad un tronco. Poi si sedette, affondando le mani nei fili d’erba verdi e vividi.
Bastò poco, la temperatura si riassestò, e tutto tornò normale in lei. Tutto, tranne un po’ di sete, mitigata poi dall’acqua che teneva nella borraccia.
Era appena poco fuori Libecciopoli, ma i dubbi la attanagliavano.
Perché Ross le aveva consegnato quello Zorua?
Prese la sua sfera dalla cintura e lo fece uscire.
Quel Pokémon era bellissimo, oltre che molto raro. Le zampe sottili sorreggevano il suo esile peso. Alzò lo sguardo lentamente, fino ad incontrare quello di Mei. Sembrava spaesato.
“Piccolo...” sorrise lei, con quell’innato senso di attrazione che metteva nei propri interlocutori. La sua personalità magnetica, forse, o magari la sua bellezza. Stava di fatto che riuscì ad attirare lo Zorua a lei, nonostante quello si muovesse con diffidenza.
“Calmati... Non voglio farti del male. Vieni qui, ti do una bella bacca”
Non appena quella mostrò lui la Baccapesca, lo conquistò. Si acciambellò sulle sue gambe, masticando con difficoltà per via del nocciolo.
I pensieri si fecero largo nella testa della ragazza, mentre una mano accarezzava il pelo nero e fulvo del volpino.
“Chi diamine ti darebbe via?”
Un filo di vento fece volteggiare due foglie nell’aria, che parevano inseguirsi, almeno prima di atterrare sull’erba morbida.
“Già... È un Pokémon bellissimo. Strano che qualcuno lo abbia liberato”
Mei sentì quella voce provenire dal vento, e poi vide le orecchie di Zorua alzarsi. Non l’aveva immaginato allora; quella voce c’era davvero, anche Zorua l’aveva sentita.
“Sono qui” disse ancora, ed un fruscio si espanse. Le sue gambe strusciavano contro l’erba alta che c’era alle spalle dell’albero, fino ad uscire allo scoperto. Mei girò il volto, alzandolo, e lo vide. Lui la fissava, con quegli occhi verdi.
Verdi come la speranza, come gli smeraldi e quell’erba che Mei carezzava compulsivamente.
Colmi di una malinconia che non poteva essere trascinata via.
Indossava una giacca bianca, un pantalone normale e delle scarpe verdi. Verdi, proprio come i suoi capelli, lunghissimi, ghermiti da un codino e tenuti dietro le spalle.
I lineamenti del ragazzo erano femminei e delicati, ed il suo volto pareva vitreo. Nessuna emozione trapassava quel volto, nulla ne usciva.
Zorua guardò brevemente il ragazzo, quindi si alzò in piedi, scodinzolando e avvicinandoglisi. N lo guardò, curvando leggermente la linea delle sue labbra in un sorriso quando il Pokémon prese a strusciarsi contro le sue gambe.
“Gli sei simpatico” sorrise Mei.
Lui annuì semplicemente, rapendola con lo sguardo, scrutando così tanto a fondo in lei che fu costretta ad abbassare il volto, non riuscendo a sostenere quella linea d’attenzione.
“Come ti chiami?” chiese lui, accasciandosi sulle ginocchia, davanti a lei.
“Mei”
“Hai un nome molto bello”
Lei annuì in segno di ringraziamento, quindi arrossì, nascosta dalla visiera che aveva in testa, ma abbassò ancora lo sguardo.
Fu allora che lui prese il suo mento tra le mani, facendo sì che i loro occhi si incrociassero di nuovo. Aprì la porta dei suoi pensieri, ed entrò. Quello si abbeverò di lei, dei suoi pensieri, della sua bontà e anche della paura che in quel momento quello strano e misterioso ragazzo le faceva provare.
Fissò attentamente le sue labbra mentre pronunciò le successive parole.
“Sei pura. Mi ricordi lei”
Le labbra e gli occhi di Mei si spalancarono per lo stupore, quindi lui sorrise. Si avvicinò lentamente al suo volto con la testa, poggiando la fronte sulla sua.
Il vento intanto si alzava, ed il sorriso del ragazzo dai capelli verdi si allargava sempre di più. Mei rimaneva immobile, incapace di reagire, vogliosa di non farlo.
E poi quello mosse la testa, strusciando il naso contro il suo e schiudendo le labbra.
Mei chiuse gli occhi, l’ennesimo soffio di vento l’attraversò, ma quando riaprì gli occhi c’era solo lei, e quello Zorua, seduto immobile, che la guardava.


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