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Nono Capitolo - 9

E buonasera a tutti quanti.
Vi saluto, rimandandovi sulla nostra pagina Facebook, ovvero Pokémon Adventures ITA, e con due comunicazioni. La prima, è che sabato uscirà una nuova storia della raccolta di shipping, scritta da Rachel, mentre la seconda è che martedì prossimo la pubblicazione salta: purtroppo il lavoro si è moltiplicato in questo periodo ed ho bisogno di più tempo per mettere a posto i pensieri e stendere il capitolo.
Mi scuso per i disagi e per il ritardo, come sempre.
A presto!

Andy Black




Il silenzio tra i ragazzi era così fastidioso da sembrare un ragazzino urlante, disperato. Ognuno cercava un modo per abbattere quel muro trasparente in cui stavano tutti zitti e intrappolati. Il freddo stava aumentando, forse era merito delle vite che avevano visto lasciare i loro corpi, evaporando come acqua nel deserto.
Crystal sospirò, stringendosi nelle spalle. La notte stava per scendere e quello che realmente voleva era stare un po' tranquilla e rilassata. Squadrava i suoi compagni. Silver era stanco, il suo corpo parlava chiaro. Di tanto in tanto si fermava, stiracchiando i muscoli. Sentiva male alla schiena, e si massaggiava il collo con le dita guantate. Gli occhi erano spenti, stanchi, tanto quanto quelli di Fiammetta, che con le mani nelle tasche camminava per forza d'inerzia. Erano appena usciti da Ferruggipoli, la carcassa distrutta di quella città strideva e piangeva sotto il ferro dei macchinari dei soccorsi.
Qualcuno era sopravvissuto, certo, ma la stragrande maggioranza era rimasta sotto cumuli di ferro e cemento armato, mentre i loro occhi piangevano sangue sulle schegge di vetro delle finestre, sbriciolatesi in milioni di pezzi.
"È tardi..." sospirò Silver, fermandosi, sulle rive di un lago. Il sole era appena tramontato ma una debole luce risplendeva ancora sulle superfici dell'acqua, superando prepotentemente le creste degli alberi del Bosco Petalo. Le acque chete del lago sembravano rivestite di mercurio, e riflettevano i volti stanchi dei ragazzi. Tuttavia Barboach e Magikarp nuotavano placidi ed ignari dell'apocalisse che stava prendendo forma.
"Ci accampiamo qui?" chiese Fiammetta, prendendo a chiudere i bottoni del giubbino. Crystal vide Silver annuire, quindi si sedette sulle rive del lago, finendo per stendersi e vedere l'azzurro del cielo chiudere battenti e dare appuntamento al mattino dopo.
Fu così che la Ex Capopalestra prese a montare la tenda ed a radunare un po' di legna, che i suoi Pokémon avrebbero prontamente trasformato in un fuoco.
Crystal invece raggiunse il ragazzo, e si sedette accanto.
"Hey..."
"Perché la gente è cattiva?" chiese quello, affondando le dita tra i ciuffi d'erba ed il fango. "Perché non si può stare bene?! Perché, cazzo?!"
"Silver..."
"La gente non vuole capire. La gente si fa gli affari suoi, anche se questi possono danneggiare gli altri. Quei due, poi..."
"Mi sembra di averla già vista, quella, comunque"
"La mora?"
"Già. Ha una bellezza che non dimentichi"
Il cielo divenne scuro senza che nessuno dei due se ne accorgesse. Il padrone del cielo accese le stelle, piccoli puntini bianchi, macchie imperfette sulla tavola del pittore. Fiammetta aveva anche acceso il fuoco e per la troppa stanchezza si era infilata nella tenda, dove riposava.
I due erano rimasti a guardare le stelle, a contarle, elencando i motivi per quale non avrebbero potuto abbandonare tutto e scappare via, dove la vita li avrebbe corrosi poco alla volta, come ghiaccio al sole.
"La vita delle persone..." sospirò Silver.
"Per non far vincere i cattivi"
"Per andare avanti"
"Per conoscere persone"
Silver girò il voltò, sorridendo e guardandola negli occhi. "Non ho tutta questa voglia di conoscere gente"
"Beh, viaggiare significa anche questo". La ragazza continuava a fissare il cielo, cosciente del fatto che gli occhi argentei di Silver la stavano carezzando. "Conoscere, imparare... apprendere. Il viaggio significa anche questo, nonostante il mio sia avvenuto tanto tempo fa"
"Io non ho fatto un viaggio con i Pokémon. Solo... Come chiamarli? Interventi?"
Crystal sorrise. "Già, il nome è adatto"
"Ti vedo tranquilla"
"Un po' lo sono. Cioè, non troppo. Però ora come ora mi sono calmata... Mi sto abituando al fatto che vedremo morire altre persone. Abbiamo contro Arceus, non per niente. Fortunatamente non sono tutti leggendari i Pokémon che ci si parano contro..."
"Molti di loro sono vittime"
"Vedi Seviper... o i Whismur nel Tunnel Menferro"
"Sì, lo so"
"Sono contento che Marshtomp si sia evoluto"
Crystal sospirò, pensando di non aver potuto dire altrettanto al compagno d'avventura. Vedeva negli occhi di Silver il dispiacere e la voglia di emulare la sua amica, ma poi il suo sguardo si perdeva in qualcos'altro, qualcosa di più profondo. Fu rapita letteralmente da quello sguardo, vi cadde dentro, come se al posto degli occhi il ragazzo avesse due pozzi neri.
Stava precipitando nel subconscio di quello, tra laghi di dolore e alte vette d'aspirazione ed ammirazione. L'educazione del ragazzo, il suo essere introverso e nel contempo determinato. Tutto era nei suoi occhi.
Quei due occhi che diventavano mano a mano più grandi, e che si chiusero proprio qualche istante prima che le loro labbra si incontrassero, dando vita ad un bacio.

Il primo pensiero di Crystal in quel momento fu che non fosse tutto ben chiaro. Saggiò le labbra morbide di Silver, leccandogliele, succhiandogliele, in un bacio appassionato. Stesi sul fianco, ognuno dalla sua parte, sembravano due isole unite da un ponte.
Le loro labbra si stuzzicavano a vicenda, gli occhi stretti, le mani religiosamente al proprio posto, ma la loro fantasia vagava.
Non servì a nulla il fuoco acceso da Fiammetta, bastarono loro stessi, con quel bacio interminabile, a riscaldare i propri corpi.
E mentre nella testa di Silver risuonava l'eco di un "finalmente sei mia", sentiva impellente il bisogno di avvicinarsi a lei.
Lui temeva di essere rifiutato. Temeva di non vedere quella pulsione così intima e privata ricambiata. Per lui era necessario toccare le labbra di Crystal con le sue, cibandosi dei suoi baci.
E poi alla fine il cuore magnetico della ragazza attirò quello d'argento del fulvo. Il suo seno si poggiò sul petto di Silver, sovrastandolo fisicamente.
"Silver..." fece quella baciandolo come se stesse mordendo le sue labbra. Il suo respiro ansimante, pesante, si poggiava sulle gote del ragazzo, le cui mani invasero il corpo che lo stava cavalcando.
"Chris..."
"Dovremmo stare calmi... più calmi"
Ma a nulla valsero le parole della bella dagli occhi di cristallo. Le mani di Silver le scandagliarono la schiena, indugiando sul sedere tondo e morbido.
"Silver..."
Silver strinse tra le mani il fondoschiena di Crystal, e prese a baciarle il collo. Sentiva la ragazza diventare sempre più malleabile, come burro attraversato da una lama calda.
"Silver. Fermati" si bloccò poi. Gli occhi del ragazzo si aprirono, scrutando i suoi. Per quei cinque minuti d'infinito tutto s'era bloccato.
"Chris..." fece, respirando con la bocca.
"Sil... Dobbiamo calmarci. Non è né il luogo né il contesto adatto per una cosa del genere. Dovremmo concludere la situazione qua..."
Poi Crystal gli scese da dosso, rimanendo inginocchiata accanto a lui. Il ragazzo portò automaticamente le mani alla fronte, e si sedette. Prese a legarsi i capelli, perdendo luminosità nello sguardo. Si stava adombrando, e la cosa fece sorridere la ragazza.
"Non fraintendere, Silver. Mi è piaciuto. Vorrei però stare più tranquilla mentalmente. Insomma, oggi abbiamo visto morire migliaia di persone... Chissà domani cosa succederà. Dobbiamo rimanere concentrati"
Un angolo della bocca del ragazzo si mosse. "Hai ragione" fece.
Infine misero dei marshmallow su dei bastoncini, cenarono e si addormentarono, l'uno vicino all'altra, mano nella mano.

Il mattino seguente, Fiammetta fu la prima a svegliarsi. Aprì dolcemente gli occhi, carezzati dal sole. La temperatura si era decisamente alzata rispetto alla sera precedente, e per questo si era svegliata con il volto sudato.
Inoltre aveva preso in prestito una delle camicette da notte di Crystal, ma era evidente che le ragazze non avessero le stesse curve, anche perché in quella mise Fiammetta sembrava parecchio una pornostar.
Voltò il viso verso i ragazzi e sorrise. I due stavano dormendo stretti, abbracciati. Come due cucchiai.
Silver dietro di lei, un braccio sotto la testa di Chris ed un altro a stringerla, sotto i seni. La testa della ragazza era sotto l’incavo del collo del rosso, abbandonata su di un cuscino di fortuna fatto con un sacco con i loro vestiti dentro, che entrambi condividevano.
A loro a quanto pareva non importava del caldo, anche se la coperta che avevano posto su di loro prima di andare a dormire adesso toccava le loro caviglie, unite, intrecciate come se fossero appartenute ad una sola persona.
Quei due erano una sola cosa, e questo fece sorridere di nuovo Fiammetta. Prese i vestiti ed uscì fuori, vogliosa di uscire dalla camicetta e rinfilare i suoi più comodi panni.
Le rive del lago che avevano davanti erano come al solito tranquille. Piccoli rigetti creati dalla corrente spingevano rivoletti ed ondine poco oltre la riva.
A Fiammetta non dispiacque avvicinarsi al lago, affondando i piedi nelle acque ghiacciate.
Piccoli brividi, la superficie era leggermente increspata dal vento, ma riuscì lo stesso a scorgere sullo specchio argentato la figura di quella donna bellissima quale era diventata.
I capelli erano sciolti, li avrebbe legati poi. Le piacevano di più, inoltre era più pratico tenerli così.
Guardo il suo viso, stropicciato dalle ore di sonno e stuprato da quella sveglia non del tutto desiderata. Avrebbe desiderato farsi una dormita in santa pace, ma il pensiero che quella camicetta si fosse potuta alzare e lasciarla seminuda la turbava, anche perché condivideva la tenda con un uomo.
Pudica lei.
Appena arrivati a Petalipoli sarebbe andata velocemente a comprare un pigiama. Qualcosa di meno sexy e sicuramente più comodo; in quella mise, che non era nemmeno della sua taglia, pochi centimetri di morbido cotone separavano il suo sedere dalla vista degli altri. Inoltre i seni parevano scoppiare lì dentro, compressi come in un reggiseno sportivo.
No, avrebbe dovuto cambiarsi immediatamente. Giusto il tempo di sciacquarsi la faccia, inginocchiandosi nell’acqua bassa e fredda. Strinse i denti, non per la temperatura, ma perché il fondale era composto da sassi rotondi e non, e le sue ginocchia ne avrebbero risentito sicuramente. Si sporse in avanti, mettendosi a carponi, afferrando generose quantità d’acqua con le mani e portandole al viso.
Roy, il vecchio pescatore che quella mattina stava preparando gli ami sulla riva opposta, si beò di cotanta beltà, e sorrise, pensando a sua moglie Siria, quando era giovane. Una bellezza fuori dal comune, dicevano di lei.
Ora era vecchia ed avvizzita, ma ancora l’amava tanto, e quella giovane prorompente di fronte a lui, con quel corpo sensuale ed i seni quasi scoperti gli portarono alla mente vecchi ricordi che aveva apprezzato.
Fiammetta si rialzò, asciugandosi il volto, senza nemmeno accorgersi della presenza del pescatore, e, affondando i piedi nell’erba morbida, raggiunse il bosco, dove si spogliò e si vestì nell’incavo di un albero.

Crystal aprì gli occhi prima di Silver. Fiammetta non c’era più, in compenso il calore era tornato. Silver era dietro di lei, e stringeva il corpo contro il suo.
Con perizia alzò il braccio del ragazzo, ed uscì dalla dolce presa. Rimase seduta ad un metro da lui a guardarlo.
Il volto del ragazzo era rilassato. Il sole traspariva attraverso il tessuto della tenda finendogli dritto in faccia, illuminandola.
I capelli del ragazzo erano legati alti dietro la testa, con quel codino. I tratti femminili del suo volto lo rendevano meno minaccioso di quanto in realtà il ragazzo sarebbe potuto essere.
Si rese conto che il cervello di quello fosse in continuo movimento e la stanchezza sul suo corpo era più che motivata.
Poi guardò le sue mani, strette in pugni così chiusi che quasi pareva gli scoppiassero le vene. Lo turbava qualcosa.
Sorrise, e pensò che forse se ci fosse stato Gold la pressione su di lui sarebbe stata molto minore. Insomma, Gold era un Allenatore capacissimo, e in quelle situazione sarebbe stato una manna scesa dal cielo.
L’Holovox poi suonò, facendo svegliare repentinamente Silver, che a quanto pareva era più sveglio di quanto si pensasse.
Crystal fece uno scatto repentino, quel trillo isterico che Lanette aveva impostato come suoneria era parecchio fastidioso. Senza neanche pensare al fatto che chiunque la stesse cercando l’avrebbe vista conciata come una pazza, con i capelli diretti in diramazioni del tutto diverse.
“Si?” chiese lei, puntando il proiettore olografico in una zona ombrata.
La figura di Alice si espanse sempre di più nella tenda. Interferenze azzurre si creava a ripetizione, partendo dalla base dell’immagine fino a perdersi verso l’alto.
“Alice... Ciao”
“Buongiorno. Appena svegli?”
“Già. Tra un po’ ci metteremo in marcia”
“Ragazzi vi raccomando la massima attenzione. Stanotte Groudon è passato sotto il Bosco Petalo, ed i Pokémon sono caduti in uno stato di irrequietezza. Stamattina un ragazzino era andato a cogliere dei funghi, e dopo essersi smarrito è stato attaccato dai Pokémon del posto. Siete vicini al posto?”
“Sì”
“Sono stati già allertati dei Ranger, stanno venendo qui”
“Ranger?”
“Sì, da Oblivia”
“Perfetto”
“Uno è partito stanotte, mentre l’altra partirà nei prossimi giorni. Tra qualche ora arriverà a Petalipoli”
“Ottimo, Alice”
Poi l’espressione del volto della Capopalestra mutò. “Abbiamo avuto una stima delle vittime di Ferruggipoli. Sono morte centinaia di migliaia di persone. Petra... Petra anche. Fiammetta dov’è?”
“Non era qui quando mi sono svegliata”
“Trovatela e correte al Bosco Petalo. C’è bisogno di voi, subito”
La comunicazione si interrusse, e Crystal sospirò. Si girò verso Silver, che la fissava.
“Andiamo” fece.

I ragazzi si erano prontamente vestiti. Silver aveva deciso di lasciare alzati i capelli, e stava aiutando Crystal a fare le code ai lati della testa.
Fiammetta uscì dal bosco con indosso la sua maglietta nera ed i pantaloni cargo. I capelli erano sciolti ed arruffati, molto lunghi.
Crystal provò un momento di gelosia nei confronti di quella. Aveva una bellezza senza pari ed una personalità così ignara di tutto ciò che quasi sembrava vivere in un corpo che non le appartenesse.
“Dov’eri?” chiese la ragazza, allungandole la spazzola. Quella l’afferrò e sorrise.
“Sono andata a fare una passeggiata... Già svegli? Che vogliamo mangiare? Ci sono tanti alberi di bacche qui”
“Non c’è tempo” fece Silver.
“Ha chiamato Alice. Un ragazzino in cerca di funghi è rimasto ostaggio dei Pokémon nel Bosco Petalo” la voce di Crystal si era abbassata di alcuni toni. “E Petra non ce l’ha fatta”
Fiammetta abbassò lo sguardo, costernata. “Facciamo presto, prima che quel ragazzino finisca nei guai sul serio”
Posarono tutto, Fiammetta finì di pettinarsi i capelli alla bene e meglio e li legò, quindi entrarono nel Bosco Petalo.
Quello era un luogo labirintico in pendenza, in cui l’ingresso nord era più in alto rispetto quello a sud.
Crystal girò la testa tutto attorno. Una volta entrati nella massa d’alberi che avevano di fronte, il cielo scompariva. Il sole diventava un piccolo intruso catturato dalle braccia del fogliame, per poi riapparire in piccoli punti, come colonne di luce che mantenevano il soffitto alberato.
Silver si girò attorno guardingo. Le parole di Alice lo avevano messo in guardia dai Pokémon selvatici.
Eppure non si vedeva nulla. Il bosco si snodava su di una collina scoscesa. Ramoscelli, funghi più o meno velenosi e fili d’erba misti a corteccia d’albero formavano il pavimento su cui i tre mettevano i piedi.
E ad ogni passo uno scricchiolio li localizzava. Il fatto di non avere a disposizione l’effetto sorpresa, ma anzi, di attirare i Pokémon, lo innervosiva.
“Grovyle...” fece, sussurrando quasi il nome del Pokémon che mandò davanti a lui. “In guardia”.
Crystal vedeva ampi banchi d’erba alta, in cui fili enormi verdi e gialli ed ortiche si univano ai fiori selvatici. Poi alzò gli occhi, ed un branco di Beautifly volava verso sud, scendendo verso l’uscita.
Due Dustox volteggiavano in aria, creando spettacolari coreografie, mentre sui rami degli alberi si trascinavano lemmi dei Wurmple. La natura stava uscendo.
“Un Taillow...” fece sorridente Fiammetta, come una bambina, puntando con l’indice il ramo di un albero. Il Pokèmon Rondinella si stava pulendo le ali con il becco. “Quello è un Pokémon molto tenace. Vive in gruppi numerosi, ma non vedo gli altri esemplari... e siamo fortunati. Di solito sono Pokémon molto territoriali”
“Già” sorrise Crystal, che dal canto suo li aveva studiati con Elm. “È insolito che questi Pokémon stiano da soli”
“Meglio lasciar perdere ed allontanarci” sentenziò Silver, continuando a camminare, preceduto da Grovyle.
Quello si muoveva sinuosamente, con gli occhi spalancati e le percezioni attive.
E poi Fiammetta lo vide.

Due enormi alberi, i cui tronchi erano distanti un paio di metri, si inclinavano verso l'alto, andando ad incrociarsi e creando un arco naturale da cui pendevano fronde di foglie e fiori bianchi.
Fiammetta aveva la bocca spalancata, incredula. In quella che sembrava una camera a se stante, con tanto di pareti fatte di alti cespugli di alloro profumato, la vita brulicava.
Vari Wurmple si muovevano in maniera perpetua, veloce, continua, lasciando pochi scampoli di sottobosco liberi. Dal soffitto di rami e foglie pendevano Cascoon e Silcoon, che ondeggiavano. Le pareti erano ricche di stranissimi fiori, grandi e colorati. Fiori bianchi, blu. Fiori viola, fiori verdi. Fiori gialli e addirittura strani fiori trasparenti.
La cosa che però li scioccava era quell'enorme bozzolo, lungo circa quanto un bambino, che ondeggiava nello stesso modo dei Cascoon e dei Silcoon.
"Quello... quello è..." Crystal sussurrò le parole dentro di sé, gettandole fuori dalla bocca e lasciandole cadere sulle sue labbra.
"Santo cielo!" esclamò Fiammetta. Silver si limitò solo a tenere occhi e bocca spalancati, mantenendo la minor distanza possibile da Grovyle. Quell'esercito di Wurmple si bloccò, fissando i ragazzi, nello stesso modo in cui i ragazzi fissavano i Wurmple.
"Sono stati loro..." sussurrò ancora Crystal, vedendo quel fagotto di fili bianchi traslucidi che si contorceva.
"Ai... u...to..." si sentiva dal bozzolo. La voce del ragazzino era compressa, come se avesse la bocca piena di qualcosa.
"Ti salveremo!" urlò Fiammetta, facendo un passo in avanti e scatenando l'inferno.
Tutti i Wurmple si voltarono verso Fiammetta, emettendo uno verso stridulo e acuto. La rossa fermò la propria avanzata, alzando repentinamente lo sguardo: tutti quei fiori colorati si erano rivelati essere ali. Ali di Pokémon.
Masquerain, Dustox, Beautifly e Ninjask si staccarono dalle pareti di quella stanza, e cominciarono a volare in un vortice composto da ronzii e battiti d'ali. C'era anche uno Shedinja.
"Aiuto!" urlò Fiammetta, buttandosi per terra.
"Grovyle!" fece Silver, facendo un passo avanti. Il Pokémon strinse i denti, ma fondamentalmente si bloccò, a fissare quei Pokémon insetto dare vita ad un mostro mentale.
"Grovyle! Forza!"
Quello però non si mosse, impaurito dal moto armonioso degli innumerevoli avversari.
"Devi avere fiducia in me, Grovyle! Vedi Feraligatr! Anche lui aveva paura, ma si fidava di me! Tu devi credere in quel che dico!"
Grovyle si voltò, guardandolo negli occhi, con i denti stretti attorno alla lingua biforcuta.
"Tu devi credere in me!"
Il volto di Grovyle s'incupì. Non ci riusciva, non ce la faceva. Non era nella sua natura.
"La medaglia!" urlò Fiammetta. "Non avete avuto la medaglia di Petra! Non ti obbedirà!"
"Lo so già..." sospirò lui, facendolo rientrare nella sua sfera con enorme rammarico.
"Ora tocca a me!" urlò Fiammetta. "Vai Blaziken! Dobbiamo sconfiggere questi Pokémon e mantenere vivo il ragazzino!"
"Monlee! Aiuta!" urlò Crystal.
"Weavile, collabora!" concluse con grinta ritrovata Silver. Il Pokémon del ragazzo uscì fuori e si guardò attorno.
"Dobbiamo sconfiggere quello Shedinja per prima cosa. Vai con Geloraggio!"
"Monlee, tieniti pronto!"
Il raggio congelante attraversò quel modulo di corpi volanti, raggiungendo in pieno Shedinja, andando immediatamente fuori combattimento.
"Magidifesa!" esclamò Crystal. "L'attacco va a segno solo se superefficace"
"Blaziken, lo abbiamo imparato tempo fa! Vai con Turbofuoco!"
Blaziken annuì, strinse i pugni, e quindi dal suo corpo uscì una spirale di fiamme, che cominciò a girare attorno al bozzolo centrale, quello con il ragazzino.
Le fiamme presero a bruciare le ali dei tanti avversari volanti, che si accasciavano al suolo semisfiniti, e mentre le fiamme bruciavano l'ossigeno presente in quel posto, un fumo bianco si levava al soffitto di foglie, inondando i Cascoon ed i Silcoon di quel mare candido e tossico. Quelli, per risposta, lasciarono cadere una moltitudine di fili di seta, rendendo i loro corpi azzeccaticci.
"Dannazione!" esclamò Fiammetta.
"Monlee! Stacca il bozzolo grande e portiamolo velocemente fuori!"
Il Pokémon lotta balzò rapidamente verso l'obiettivo. Con la sua forza non gli ci volle molto per staccare il bozzolo col ragazzino. Lo slancio gli consentì di rimbalzare con le gambe elastiche sul tronco di un albero, per poi rimbalzare indietro, con il ragazzino sulle spalle.
"Dobbiamo andare via da qui, adesso!"
Ma avevano dimenticato i Wurmple. Tra le carcasse dei Pokémon sconfitti apparivano questi lombrichi rosati. Tutti, contemporaneamente, presero a sputare i loro fili appiccicaticci sui ragazzi ed i loro Pokémon. Più di mille Wurmple presero a tessere tele resistentissime attorno alle caviglie dei Pokémon e degli Allenatori.
"Cavolo!" fece Fiammetta, inciampando e cadendo per terra. Pochi attimi dopo i Wurmple erano addosso a lei, sulle sue gambe, sulle sue braccia, sulla sua pancia, sui suoi seni.
"Aiuto!" urlò lei.
Silver e Crystal erano nella stessa condizione.
"Silver!" esclamava lei.
"Stai calma, Chris! Stai tranquilla! Mi basta... mi basta arrivare alle... alle Pokéball" faceva lui, con sforzo. Il suo piano era quello di prendere Honchkrow, che avrebbe attaccato i vari Wurmple.
"Blaziken!" urlò Fiammetta, con le lacrime agli occhi. "Liberaci, presto!"
Anche Blaziken era del tutto legato, ma all'improvviso i fili che lo stringevano, racchiudendolo in un bozzolo, si incenerirono.
"Veloce!"
Un mare di fiamme inondò la stanza nel bosco, bruciando i piccoli Wurmple e liberando tutti.
Durò il tempo di un respiro. Pokémon per terra giacevano esanimi mentre le ali di qualche Beautifly fumavano di nero.
Tutti erano in silenzio. Tutti erano fermi, zitti, in attesa che qualcos'altro succedesse, ma dopo dieci secondi circa i ragazzi si decisero a tirar fuori ansie e paure, con un sospiro.
"Liberiamolo" fece infine Crystal.

"Weavile" sussurrò Silver, schioccando le dita. Quello fece un saltello, balzando sul bozzolo dove il ragazzino giaceva ancora. Era stato così tanto rinforzato dai Wurmple che non era bruciato totalmente, ma aveva lasciato diversi strati di fili translucidi ancora intonsi.
Il Pokémon di Silver usò un chirurgico attacco Lacerazione, liberando finalmente il bambino. Quello aveva gli occhi spalancati, rapito totalmente dal panico, e prese una forte boccata d’aria. Le lacrime sul suo viso scendevano copiose, e chissà per quanto tempo lo avevano fatto.
“Come stai?” gli chiese il fulvo.
Quello si limitava a piangere, nascondendo il volto dietro le mani, per non farsi vedere.
Crystal gli si avvicinò. “Stai tranquillo. Ora è tutto a posto. Siamo qui noi”.
Quello liberò il volto dalle sbarre della prigione che le sue dita gli avevano creato, e strinse la ragazza in un abbraccio liberatorio.
“Grazie… grazie mille” piangeva lui. Fiammetta sorrise. Era un ragazzino così carino.
“Come ti chiami?” gli chiese.
“Sono Curtis”
Fiammetta vide Crystal sorridere e stringerlo ancora. Curtis era un ragazzino di colore, non molto alto, magro, con gli occhi color del ghiaccio ed i capelli rasati. Non avrà avuto più di sette anni.
“Stai bene?”
“Ho avuto tanta paura”
“Tranquillo, piccolo. Andrà tutto bene. Dove abiti?”
“A Petalipoli”
Fu così che i tre ragazzi ed il bimbo uscirono dal bosco. Lui ringraziò e corse ad abbracciare la mamma, che lo aspettava in lacrime.
E poi un urlo li destò.

“Vai, Styler!”

Si voltarono tutti, e videro una sorta di trottola che girava attorno ad uno stormo di Taillow. Stavano beccando con furia un piccolo Poochyena, che abbaiava e ringhiava contro gli avversari, cercando di morderli, inutilmente.
Poco lontano dal gruppo in zuffa c’era un Pokémon Ranger. Indossava una divisa azzurra, con un gilet bianco.
Una sciarpa gialla, avvolta attorno al collo, svolazzava nel vento che si stava alzando in quel momento.
La trottola girava con così tanta velocità, comandata dai movimenti del Ranger, che quasi i ragazzi si confusero.
“Cattura completata!” urlò quello. Ritirò a sé la trottola e all’improvviso i Taillow si calmarono.
Crystal gli si avvicinò.
“Sei il… il Pokémon Ranger che viene da Oblivia?”
Lui si girò, fissando divertito la ragazza. Mostrava aveva uno sguardo parecchio sveglio, le ricordava Gold. Un Pichu, con un ukulele, saltò sulle sue spalle e suonò una melodia gioiosa
“Che delizia!” esclamò Fiammetta, spaventando il piccolo Pokémon.
“Martino” sorrise ancora quello, snobbando l’uscita della rossa. ”E se lei è Fiammetta, immagino tu sia Crystal. Oppure è il contrario?”
“No, Crystal sono io”
Gli offrì la mano, e quella la strinse, squadrandolo per bene. Era un ragazzo magro, non troppo alto, poco più di lei. Il viso era femmineo, nonostante un accenno di barba, molto rada. Gli occhi color nocciola ben stavano con i capelli, dello stesso colore, alzati in un ciuffo sopra la testa.
“Potevi arrivare qualche minuto fa…” sospirò Silver.
“E tu sei Silver. Ho sentito parlare di te. Manca lo spaccone, a quanto vedo”
“Spaccone?”
“Gold. Dov’è?”
“Non si sa”
“Tipico degli spacconi. Quando le cose si fanno serie lui sparisce”
Crystal sembrava infastidita da quelle parole. “Come lo conosci?”
“Ho studiato i vostri dossier prima di avventurarmi per Hoenn. Voi avete catturato Groudon?”
Fiammetta sorrise. “Parli come se ti riferissi di andare a prendere una birra ad un pub. Stiamo parlando di Groudon”
Silver annuì, e poi vide quel Poochyena. Si stava leccando le ferite, ed era parecchio malconcio. Martino si accorse dell’attenzione data al Pokémon.
“Se non ci fossi stato io, probabilmente lo avrebbero ammazzato”
“È messo male” osservò il rosso. Si accasciò verso di lui, e gli carezzò la testa. Quello lasciò fare. Silver prese una Pokéball e la adagiò lentamente sulla sua testa, catturandolo velocemente.
“Lo farò curare e lo terrò con me. È un bel Pokémon”
“Già”

Arrivati a Petalipoli, proprio fuori al Centro Pokémon, due ragazzi stavano consegnando derrate alimentari agli sfollati. Alcuni palazzi di quel paesino erano crollati. Nessun morto, qualche ferito, ma le persone avevano paura di tornare nelle loro case.
La struttura mobile da cui gli scatoloni venivano presi era un vecchio Ducato bianco.
A darli, invece, c'erano un maschio ed una femmina, il primo sulla trentina, la seconda non aveva più di venticinque anni.
La ragazza era bellissima. Castana, alta, snella, sembrava un'attrice.
"Stella Evans?" chiese Fiammetta, guardandola. Quella si girò, e sorrise.
"Ciao"
Le labbra morbide rimasero piegate in quel sorriso per più di dieci secondi.
"Ti ho vista nell'ultimo film del Pokéwood"
Stella annuì. "Sono io. Ma rappresento la Lega Pokémon di Adamanta in questo momento, dato che sono Capopalestra a Timea"
"Adamanta?" chiese Martino, curioso.
"Sì. È un'isola, poco lontana da Hoenn"
"Ne ho sentito parlare. E tu? Tu chi sei?"
Il ragazzo girò lentamente il volto verso il gruppo. Era serio, e di una bellezza maschia. Naso dritto, barba incolta e capelli leggermente lunghi, scuri, ridotti ad un codino sulla testa. Carnagione olivastra, occhi scuri. Il ragazzo si manteneva in forma, e nonostante non fosse un adone per la mancanza di qualche centimetro, aveva un corpo tonico. Sulle braccia c'erano parecchie cicatrici.
"Robert Cavendish" rispose con voce da basso. "Capopalestra di Palladia, Adamanta"
"Sei un soldato?" sorrise Fiammetta.
Stella fece altrettanto. "No, non preoccuparti. È totalmente asociale"
"Avete bisogno di una mano?"
"Volentieri!"
"Un momento" stoppò Silver. "Vado a curare Poochyena"






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Ciao ragazzi! Finalmente è arrivato il momento di leggere come va a finire l'avventura, ambientata nel recente passato di Zack, in cui sfida la Lega Pokémon di Adamanta. Come semrpe troverete tutte le informazioni sui nostri blog ed altro sulla pagina Facebook Pokémon Adventures ITA , dove DOVETE passare! Troverete di tutto! Martedì prossimo uscirà il nuovo capitolo del manga di Pokémon Back To the Origins! Non mancate! Andy $ Ok. L’ultima porta era stata chiusa. Ora l’unica cosa da fare era calmarsi un attimo e rilassarsi. Quella giornata aveva regalato fin troppe emozioni. Una piccola anticamera buia, poco illuminata, precedeva un lungo corridoio, che si concludeva con un’enorme porta dorata. Zack decise di tirar fuori tutti i suoi Pokémon. Gyarados, Torterra, Lucario, Braviary ed Absol. E Growlithe, naturalmente. Tutti lì, tutti fermi, tutti in   ansia, tutti in attesa che qualcosa fosse accaduto. Aspettavano che le parole uscissero dalla bocca di

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Brunifoglia “ Comunità rurale ricca di orticelli ” Brunifoglia era una modesta cittadina nata tra le montagne, situata a Nord-Est di Hoenn. Attraversata da un'unica via principale che collegava il Percorso 113 al Percorso 114, era caratterizzata da paesaggi rurali che la rendevano differente e particolare rispetto alle altre città della regione. Il territorio era fertile e argilloso grazie alle acque del lago, l'unico ecosistema in grado di ospitare Pokémon come Barboach, Whiscash e Lombre. Anche il Monte Camino era in grado di caratterizzare l'ambiente circostante, il Percorso 113 era rinomato per la cenere vulcanica che scendeva dal cielo e ricopriva il suolo con un leggero manto grigiastro. I bambini che non avevano il timore di affrontare gli Skarmory selvatici, erano abituati a inoltrarsi nella vegetazione per dedicarsi alla raccolta della cenere e portarla del vetraio che abitava nelle vicinanze. Brunifoglia era abitata esclusivamente da fami

Quindicesimo Capitolo - 15

Salve ragassuoli, mi dispiaccio ogni volta per il ritardo nella pubblicazione, e mi rendo conto che sta diventando un disagio. Ecco perchè, dalla settimana prossima, per problemi di lavoro, la fan fiction sarà pubblicata il MARTEDì. Chiedo ancora scusa, e spero di non aver recato disagio. Ringrazio tutti quelli che hanno messo mi piace alla pagina   Pokémon Adventures ITA . Vedere il seguito crescere ogni giorno di più è una grande soddisfazione. Sei su EFP? Vieni a recensirci anche lì!  Andy Black, autore su EFP Ricordo sempre che il nostro progetto, Pokémon Courage ha bisogno di sostegno da parte vostra...niente soldi, tranquilli, basta solamente un po' di partecipazione. Siamo davvero così pochi a leggere questa bellissima storia? Entrate anche voi a far parte della famiglia di Pokémon Courage . Ho finito con le raccomandazioni. Cominciamo. Stay Ready...Go! Andy $   “Rachel...sei davvero tu?” chiese sgomento Ryan, quasi commosso. Zorua fece un