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Capitolo Quattordicesimo - 14

Fiamme spente in meno di un istante


Birch ospitò i ragazzi per la notte a casa sua. Non era una reggia, certo, ma aveva una stanza degli ospiti abbastanza corposa e capiente, in cui non trovò alcun problema a trovare quattro posti per i suoi ospiti.
C'erano un letto matrimoniale ed un piccolo materasso ad una piazza. Poi aveva risolto con un materasso delle stesse dimensioni di quest'ultimo, messo ai piedi del letto grande.
"Tu dormi lì" indicò con manifesta superiorità Fiammetta a Martino, puntando l'indice verso il materasso al piano terra.
"Solo perché sono un gentiluomo..."
Birch era nella stanza con i ragazzi. Pareva visibilmente più tranquillo, dopo l'exploit della mattina in cui s'era lasciato andare per l'ennesima volta alle sue emozioni, svenendo lungo la soglia del suo laboratorio. "Scusatemi se è poco".
Crystal sorrise. "Non si preoccupi. Abbiamo dormito in posti peggiori!"
Silver annuì.
"Oh, bene. Allora sistematevi qui tutto il tempo che volete. Chiederò a mia moglie di preparare qualche specialità del posto che non avete mai assaggiato. Domani per pranzo vi porterò in una trattoria qui vicino e..."
"La ringrazio. Ma resteremo qui solo per la notte, dobbiamo raggiungere Forestopoli."
"Oh, bene. In ogni caso potete chiedere a me per qualsiasi cosa"
"Certo." sorrise Crystal. Birch poi annuì ed uscì dalla stanza. Quella era abbastanza scarna, impersonale, caratterizzata da quei due letti, un'armadio piccolo ed una cassettiera sistemata al di sotto della finestra.
"Allora mi sistemo a terra..." sospirò Martino, gettando il suo piccolo zaino sul materasso.
"Non fai pietà a nessuno." rispose Fiammetta, entrando nel bagno in stanza.
Silver la guardò sparire oltre l'uscio, quindi osservò il letto. L'avrebbe diviso con Crystal e la cosa lo entusiasmava. Incontrò il suo sguardo mentre osservava ciò che aveva attorno, e sorrise.
Gli piaceva proprio tanto.
Le si avvicinò e le prese la mano, facendola sussultare.
"Come stai?" le chiese.
"Tutto bene."
"Sei stanca?"
"Parecchio. Birch non sa nulla di Sapphire, e sinceramente non sarò io a dirgli che non sappiamo dove diamine sia... però mi spiace."
Silver sorrise, ammorbidito dalla dolcezza di quella, quindi la strinse.
Chris appoggiò la testa al suo petto, fissando per un momento la luna.
E le nuvole in lontananza.

Le stesse nuvole stavano rivestende il cielo sulla M/N GIULIA.
Gold guardava fisso il Pokédex.

"Si dice che arrivi trasportato dai gelidi venti invernali. SHIFTRY è da sempre un temuto guardiano delle foreste, dove vive lontano dal mondo e dagli uomini. "

"Shiftry... Vivi nelle foreste. Che diamine ci fai qui in mezzo al mare?!"
Accese la torcia del Pokédex, illuminando il Pokémon.
Gli occhi gialli riflettevano la luce giallastra, mentre la grossa peluria bianca, che lo rendeva simile ad un saggio eremita delle montagne, danzava in balia del vento.
Il suo corpo era fatto interamente in legno.
"Sei... sei volato via?"
Gold si avvicinò lentamente a lui. Quello gli puntò gli occhi addosso. Quegli occhi dorati come i suoi.
Erano a pochi metri di distanza. La tensione nell'aria era tangibile, densa, si muoveva come fumo, danzava come alghe nella corrente del mare sotto di loro.
"Perchè sei qui?"
Un tuono riempì le loro orecchie. Shiftry guardò intimorito il cielo, invogliando Gold nel fare lo stesso. Nuvole nere imbandivano la tavola del cielo, ma venature gialle di luce le attraversavano nervose. Un grosso temporale stava arrivando da lontano.
Le onde cominciavano ad alzarsi e a far ballare la nave.
"Gold..." la voce di Marina era squassata dal sonno. Lui si girò, e la vide con un pigiama lungo e delle pantofole grigie.
"Sembri mia nonna con quel pigiama."
"Sei il solito maleducato... Che ci fai ancora qui? È tardi."
"Volevo fare una passeggiata ed ho incontrato questo Shiftry. Non ne avevo mai visto uno prima."
"È un po' insolito trovarne un in mezzo al mare."
"Insolito, già. Come la tua capigliatura..." ghignò lui.
"La vuoi smettere?! Stavo dormendo!"
"Sì, come vuoi..."
E poi l'ennesimo tuono fece sussultare di nuovo Shiftry, che emise un verso lamentoso.
"Ha paura, Gold." fece il Ranger.
"Beh... mi spiace."
"Catturalo."
"Catturarlo? Non..."
"Eddai, non fare lo stupido! Il mio Styler è nella cabina... Catturalo e domani lo liberiamo."
Gold si perse per un momento nello sguardo di Marina, quindi annuì.
"Una volta tanto ti devo dare ragione. Questa è la cosa giusta da fare."
Tese la mano verso di lui, lentamente. Shiftry guardava gli occhi dorati di Gold, quindi la sua mano.
"Avanti, Shiftry!"
"Sembra una cattiva persona, ma in realtà è un bamboccione." fece Marina, piena di sonno.
"Smettila, sei l'antisesso conciata così, non puoi esprimerti." sorrise ancora Gold.
"Ma la finisci?!"
"Forse domani. Andiamo Shiftry. Ho sonno. Starai con me e domani ti libererò, come ha detto prima Nonna Gertrude qui presente."
"Sei uno stronzo!" sbraitò Marina, voltando le spalle e andando via.
Sorrise ancora, il ragazzo con l'oro negli occhi. Alla fine un movimento delle braccia dotate di enormi ventagli del Pokémon lo fece sussultare. Avvicinò a lui quelle foglie, e sentì Gold carezzarle delicatamente.
Prese poi una Pokéball e la adagiò delicatamente sulla sua testa, fino a vederlo scomparire in una nuvola rossa.
"Buonanotte. Ora è tardi davvero."

Crystal si svegliò nel cuore della notte. Il buio la faceva da padrone, ma la luce che veniva dai lampione dell'illuminazione stradale donava un vago chiarore giallastro al soffitto.
I led rossi della radiosveglia segnavano chiaramente che fossero le 4 : 33. Aveva sonno, ma non riusciva a dormire.
Quella sera il caldo li aveva abbandonati. Forse la pioggia che avrebbe ricoperto di acqua le ferite di quella regione avrebbe rinfrescato anche i loro spiriti.
Gli occhi aperti nel buio ed il respiro che si poggiava lentamente nei suoi polmoni facevano sedimentare nella mente pensieri e dubbi.
Sì, forse sarebbe dovuto andare avanti con la ricerca di Groudon e l'aiuto alle persone colpite dai cataclismi che quello aveva creato. Ma non mancava molto alla totale distruzione di Hoenn.
Dove sarebbe andata a parare?
Ripensò lentamente al fatto che aveva avuto Groudon proprio davanti a lei. Non sarebbe riuscito a catturarlo in quelle condizioni, aveva giustamente pensato prima a salvare la pelle e poi a catturare quel Pokémon.
Era andata praticamente nella tana dell'orso.
Sospirò, quasi sbuffò, girandosi sul fianco destro. Silver dormiva. Il ragazzo aveva il sonno molto leggero. Si accorgeva di qualsiasi cambiamento avvenisse attorno a lui anche mentre dormiva, costringendolo a svegliarsi in continuazione durante la notte.
Però era bello. Quei tratti così delicati erano riconducibili sicuramente a sua madre, anche se nessuno sapeva chi fosse, levando il padre e l'equipe di persone che l'avevano messo al mondo.
La sua infanzia era stata difficilissima. Era stato cresciuto con educazione e convinzioni sbagliate, quindi la sua chiusura mentale verso il mondo era più che giustificata.
Di una bellezza disarmante, il fulvo, teneva durante quel sonno le labbra leggermente aperte. Un filo d'aria veniva soffiata via. Le braccia toniche si allungavano verso l'altra parte del letto, a toccarla: le stringeva la mano, le poggiava una mano calda sulla coscia.
Cosa che la faceva sentire a disagio, quest'ultima, ma che non la contrariava del tutto. I capelli erano legati sulla testa, esponevano il suo viso allo sguardo della bella ragazza dai capelli scuri e dallo sguardo cristallino. Si voltò leggermente dall'altra parte.
Fiammetta dormiva scoperta, dando le spalle a tutti e poggiando la fronte contro il muro. Aveva caldo. Il nuovo pigiama che aveva comprato a Petalipoli le stava d'incanto, nonostante fosse fuori luogo come un Husky alle Hawaii. Era un pigiama estivo, con le bretelle, con braccia e gambe da fuori.
Almeno era della sua taglia e non rischiava di far sanguinare Martino dal naso semmai si fosse svegliato prima di lei.
Spostava ripetutamente una ciocca di capelli dal viso, che ostinata ritornava sempre nello stesso punto.
Crystal si accorse dell'effettiva bellezza di quella donna, sorridendo mentre pensava al suo temperamento. Era prezioso averla con loro durante quel viaggio.
Più andava avanti coi pensieri però, più si rendeva conto che il tempo passava, ed i numeri su quella radiosveglia s'inseguivano come in una gara motociclistica. Tuttavia  i suoi pensieri frenavano male e finivano con lo schiantarsi.
L'uno dietro l'altro.
Si alzò, lasciando la mano di Silver, che prontamente aprì gli occhi.
"Dove vai?" domandò, con la voce compressa ed impastata.
"In bagno. Tranquillo, dormi."
"..." poi stese gli di nuovo le gambe, affondando la testa nel guanciale morbido.
Chris scavalcò Martino, che russava con cadenze regolari di tre secondi, soffocando il suo respiro sotto le coperte pesanti, ed aprì la porta lentamente.
Il pavimento in parquet e le sue assi scricchiolavano sotto i passi leggeri.
Andò in bagno e sciacquò la faccia, conscia del fatto che non sarebbe servito a prender sonno. Troppi pensieri, nella sua testa c'era Groudon, c'erano le urla delle persone, c'era Petra, c'era Gold.
C'era Birch.
Sua figlia era sparita ed una bugia era servita a calmarlo.
Ma che sarebbe successo se avesse risposto onestamente?

"No, Professor Birch. Sua figlia è stata rapita dal Team Magma e non sappiamo dove possa essere in questo momento..."
"..." infarto in atto.

Mentì a fin di bene. Ma cosa c'entrava Sapphire, ed anche Ruby, in quella situazione?
Sapphire. Quella ragazza era un peperino, la ricordava bene.
Aprì la porta ed uscì dal bagno. Il silenzio era tagliato unicamente dal breve russare di Martino, in lontananza, quando decise di aprire la porta di fronte a lei.

S A P P H I R E

C'era scritto così sulla porta, con lettere in rilievo, in legno, colorate di blu. Crystal allungò la mano e spinse la porta, che si aprì con un cigolio sinistro. Una ventata d'aria fredda le raggiunse il volto.
Mosse un passo sul parquet della stanza, che scricchiolò di nuovo. L'odore in quella stanza le era familiare: era lo stesso che sentiva ogni qual volta abbracciava la ragazza che aveva vissuto e dormito in quella camera per tanti anni.
Chiuse la porta, e premette un interruttore. Un grosso bulbo centrale inondò di luce l'ambiente.
La stanza era grande, e l'effetto veniva acuito dall'arredamento scarno che quella aveva deciso di adottare.
Davanti aveva un letto, perfettamente rifatto. Le coperte erano estive, Sapphire non dormiva lì da parecchio tempo. Il copriletto era azzurro.
Calpestò il tappeto rotondo dello stesso colore al centro della stanza, sul quale una bambola di Pichu stava, bella dritta.
Accanto alla porta c'erano in fila un televisore a schermo piatto abbastanza grande, sul quale un velo di polvere si era posato. Sopra di esso c'era un orologio blu, e, accanto, una mappa della regione di Hoenn.
Tuttavia le curiosità maggiori furono riscosse dalla scrivania della ragazza.
Si avvicinò, Crystal, e guardò. C'erano due foto incorniciate, entrambe con Ruby. In una erano vestiti elegantemente. Lui era in frac, lei indossava un abito blu.
Quel colore ricorreva spesso.
L'altra foto invece li vedeva su di una spiaggia a prendere il sole. La cicatrice di Ruby sulla fronte risaltava al forte sole, che aveva donato alla foto un'aura biancastra.
"Si amavano..." sussurrò, mentre vide i fogli che, ordinati ed impilati, facevano da protagonisti accanto al pc.
Erano ricerche. Annuì, comprendendo. Era la figlia di un ricercatore, e proprio come lei e Green Oak, stava conducendo degli studi.
"Clima..." sussurrò ancora, leggendo di sfuggita.
Accese il pc e vi si sedette davanti. Mentre attendeva il caricamento delle impostazioni, si permise di dare un'occhiata alle ricerche.



 
"Il clima della regione di Hoenn è parecchio mutevole. A distanza di pochi chilometri

ci sono zone colpite da tremende tempeste di sabbia, come il deserto, perennemente

attaccato da venti angusti in grado di provocare ingenti danni, e zone in cui la

pioggia termina per poche ore al giorno, come nei percorsi antecedenti e seguenti la

città di Forestopoli.

Ciò dipende sicuramente anche dalla presenza prolungata dei leggendari Pokémon della

nostra regione, ovvero Groudon e Kyogre..."



"Quindi Groudon e Kyogre avrebbero modificato il flusso climatico solo in quelle tre zone?"
"Che c'è?" sentì poi. Si voltò all'improvviso, con il cuore in gola.
Silver era lì, e la guardava. I capelli ancora legati, ed il volto stanco. Il fisico asciutto ma ben definito sotto quella canottiera stretta aveva catturato lo sguardo trasparente di Crystal. Non riusciva a nascondere la sua ammirazione nel vederlo in quel modo, e Silver sorrise apposta.
"Che c'è?" ripetè.
"Non riuscivo a dormire e... Sapevi che Sapphire stava studiando il clima della regione di Hoenn?"
Silver fece segno di no.
"È tutto scritto qui e..." poi il desktop si illuminò, dopo il caricamento dei dati. Decine e decine di cartelle, tutte indicizzate ed organizzate. La cartella svago era in basso a sinistra, ma non si permise di aprirla. Se non altro era ampiamente distratta da un file audio al centro dello schermo.
"E questo cos'è?"
Inserì un paio di cuffiette all'interno del pc e ne diede una a Silver.
L'audio cominciò con un suono graffiante e disturbato. Si misero in silenzio all'ascolto:

"Pronto?". La voce era femminile. Quella sola parola diede l'idea ai due ascoltatori di appartenere ad una donna conturbante.
"Miriam... Sono Andy..."
"Dimmi che porti buone nuove."
"Zoe si è convinta. Ha lasciato la famiglia". Crystal aveva già sentito quella voce.
"Ottimo. Abbiamo proprio bisogno di lei."
"L'ho convinta... È valsa la pena fingersi suo amico durante tutto questo mese"
"In effetti ci serviva proprio lei. Mi costa ammetterlo, ma la sua abilità nelle lotte e la conoscenza della termodinamica ci sono utilissime... Inoltre non è stato un gran problema per te fingerti attratto da lei..."
"... Cosa intendi?"
"Niente, lascia perdere. Ora dobbiamo solo aspettare che la profezia di Arceus si compia e che Groudon si svegli"
"Certo Miriam. Oh, Zoey, ciao! No, parlo con mia madre! A presto mamma!"

La comunicazione s'interrusse, lasciando i due in silenzio, pieni di domande. Si scambiarono uno sguardo prima di levarsi le cuffie.
"Perchè Sapphire aveva questa comunicazione sul pc?" chiese Crystal.
"Non ne ho idea."
"Aveva scoperto che in realtà Zoey, quella ragazza del Team Magma, è stata ingannata da Andy, il ragazzo che voleva rapire Fiammetta, e... e questa Miriam."
"La cosa più importante è che Sapphire abbia scoperto che questi sapessero della profezia di Arceus."
"Hanno aspettato che Groudon si svegliasse per cominciare il tutto."
"Ma cosa vogliono?! Bah! È meglio andare a dormire, ci ragioneremo meglio domani."
"Hai ragione."
"Andiamo."
Silver si alzò, e tese la mano verso la ragazza. Quella chiuse lo schermo del pc e si alzò, cominciando a camminare in avanti. Tuttavia si sentì stoppata.
Silver stringeva la sua mano e non la lasciava andare, ben saldo a terra. Nei suoi occhi argentei c'era il riflesso della ragazza. Lui la tirò a sé.
"Silver..."
Arrivarono a pochi centimetri l'uno dall'altro, ed il calore avvampò all'interno di entrambi.
Proprio come quella sera, proprio come nella tenda, proprio in quel modo.
Il primo bacio che si diedero volò via forte, come tirato dalle labbra ad entrambi, ed insoddisfatti se ne diedero un altro, e poi un altro ancora. La mano di Silver andò a carezzarle l'orecchio e poi il collo, scendendo verso il seno, stringendolo.
D'altro canto Crystal non rimase a guardare, e poggiò la mano su quegli addominali duri e ben definiti.
La temperatura continuava ad alzarsi, entrambi si nutrivano di loro stessi, mangiandosi, leccandosi, assorbendo quelle toccate sui loro corpi che si andavano a sistemare sistematicamente nelle loro anime.
"Sil... non...". La voce di Crystal era squassata dal desiderio, e nonostante la sua testa dicesse di finire lì quell'incontro ravvicinato con il ragazzo che le stava facendo perdere la testa, il suo corpo non lo accettava.
"Basta aspettare."
Lui la baciava sul collo, lei gli stringeva le natiche, e non appena la schiena della ragazza saggiò le pareti alle sue spalle alzò la gamba sinistra, a cingere la vita del ragazzo che con tanto ardore le stava donando piacere e desiderio.
"Non qui..." faceva lei, ma le sue parole parevano avevre il significato diametralmente opposto a quello dei suoi gesti.
"Ora..."
Fu tutto un attimo. Appoggiata a quella parete, il corpo del ragazzo era spinto contro il suo. Entrambi avevano quella strana voglia in testa. La mano di Silver andò a carezzare la coscia della ragazza e poi più in fondo, dove la gonna della camicina da notte copriva tutto.
Si sentì toccare sugli slip, lei, poi alzò il collo. Silver la sollevò più in alto, poi le baciò il collo ed un seno, che galeotto sfuggì dalla parte superiore del suo abbigliamento.
Erano entrambi pronti.
Ma un allarme suonò non appena lei sentì il bordo delle mutandine spostarsi.
"Silver... fermati!" esclamò, spingendolo ancora al petto. Lei atterrò dolce sul pavimento, mentre il ragazzo sospirò, un metro più in là.
"Cazzo..." faceva, ansimando pesantemente, quasi avesse fatto di corsa una scalinata per mille volte.
"Non è il caso, già ne abbiamo parlato..."
"Io... io credo invece che sia il caso. Entrambi vogliamo. Entrambi stiamo sempre a tanto per arrivarci"
"Dobbiamo pensare a questa situazione. Non diamoci altre complicazioni"
"Come vuoi" disse, e poi uscì dalla stanza, sparendo e lasciando sola Crystal, seminuda e sfatta, con il desiderio a pomparle il sangue nel petto e la testa pesante.
Il sonno la stava prendendo.
Spense la luce e lasciò tutto come aveva trovato quindi tornò nella stanza dove i ragazzi dormivano. Silver era al suo posto, con gli occhi chiusi e le braccia incrociate sotto al petto.
Crystal tornò nel letto, il ragazzo le dava le spalle ed era immobile, coperto dai vari strati di piumoni. Emanava parecchio calore, la sfogata che avevano avuto era servita a riscaldare il sangue ad entrambi.
Tuttavia i piedi della ragazza rimanevano gelati. Li avvicinò a quelli del ragazzo, aspettandosi una reazione, un movimento.
Invece niente.
Freddo.

Il mattino aveva l'oro in bocca.
In quel caso però non si vedeva.
La nebbia era ovunque, la nebbia era tutto. Niente si definiva oltre i due metri. Marina e Gold erano pronti e vestiti, e raggiunsero poppa.
La pioggia cadeva forte su di loro, e fece nascere grandi dubbi nei ragazzi.
"Ma può piovere mentre c'è la nebbia?" chiese Gold.
"Sì. È inusuale, molto raro. Però è possibile"
"Hoenn non ci ha accolto bene"

 

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