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Shipshot 9 - FranticShipping

Dopo tempo immemore esco fuori con una nuova shipping, una delle tre Frantic che mi sono ripromesso di scrivere. Spero vi piaccia. Una parte del racconto è preso, compreso i testi, dal capitolo 252 del manga Pokémon Special. Buona lettura.
 


FranticShipping#1


L'odore dell'erba penetrava nelle narici. Ruby correva forte attraverso quei sentieri già segnati dal suo passaggio tra fuscelli, ramoscelli e piante.
Quel giardino era enorme, e lui adorava giocare lì. Adorava la natura, e tutte le avventure che poteva crearvi.
Spesso pensava di essere alla ricerca di qualche tesoro misterioso e di conseguenza scavava buche e si arrampicava sugli alberi.
Per un bambino di sette anni vivace come lui quello era un paradiso: aria aperta, sole, divertimento; in più c'era la compagnia dei suoi Pokémon, che adorava.
Ruru, Nana e Coco, rispettivamente un Ralts, un Poochyena ed uno Skitty, lo seguivano e spesso lo proteggevano dal farsi male, anche se ogni volta che tornava dai suoi genitori aveva puntualmente gomiti e ginocchia sbucciate.
Ci andava spesso lì, con mamma e papà. Quel giorno però con loro venne anche un amico di Norman, suo padre. Si chiamava Birch, ed era un signore piazzato, con i capelli castani, mossi, ed un accenno di barbetta sul mento.
Con lui c'era anche la sua figlia minore. Ruby sorrideva; era vestita come una principessina. La frangetta le copriva la fronte in maniera elegante, mentre  un grande fiocco blu le si adagiava sul capo. I suoi occhi erano dello stesso colore, come anche il pomposo vestitino che indossava, pieno di pieghettature e merletti bianchi.
Ruby aveva subito notato le scarpe. Aveva le scarpe delle ballerine.
"Forse danza..." disse, tra sé e sé.
La guardava affascinato. La piccola era carina, ma anche molto timida, e preferiva nascondersi dietro la gamba del papà per evitare gli sguardi affascinati della mamma di quel bambino dagli occhi rossi.
"Sapphire" disse il suo papà, "Perchè non vai a giocare con Ruby, il figlio di Norman, mentre noi grandi parliamo di cose serie?"
La piccola alzò lo sguardo verso quello del genitore, cercando di celare gli occhioni azzurri dietro la fila dritta di capelli, ma dopo aver attestato che non ci fosse verso di poter rimanere lì con lui desistette, sbuffando e stortando il musino.
Ruby le tese la mano e lei l'afferrò riluttante. Quella del ragazzino era calda. Insieme scesero le scale del patio dove i tre adulti stavano e si ritrovarono nel grande giardino.
"Ciao. Io sono Ruby" fece lui.
"Mi chiamo Sapphire"
La piccola guardò il ragazzo. Aveva due occhi grandi e rossi, e la pelle abbronzata. Un ciuffo di capelli neri fuoriuscivano da uno strano cappello bianco. Indossava una camicina rossa e dei pantaloni neri, sporchi di terreno, come anche le scarpette da ginnastica.
"Che gioco vogliamo fare?" chiese lui.
"Uhm... Non lo so..." rispose, alzando gli occhi e portando le manine piccole e delicate al mento. "Potremmo fare che io sono una principessa e tu sei un cavaliere che mi deve venire a salvare"
"Che bello! Mi piace fare il cavaliere! Devo trovare una spada!". Il ragazzino si voltò e corse come una furia verso la grande quercia, seguito a ruota da Poochyena, che abbaiava felice.
"Uh! Un Pokémon!" sobbalzò lei.
"Sì..." faceva indaffarato l'altro, mentre scavava con le mani nell'erba alta. "Nana è il mio Pokémon. Ho altri Pokémon, sai?"
"Davvero?! Beato te! Io non ne ho nessuno! Eppure papà ne ha così tanti!"
"Potrebbe regalartene uno..."
"A me piacerebbe avere un pulcino. Con il becco piccolino e le piume morbide."
"Io invece mi sto allenando con papà" rispose prontamente lui, alzandosi in piedi con un bastone sporco di terra. Nana saltava verso di esso, cercando di morderlo, ma Ruby lo alzava. "No, Nana, questo non lo devi afferrare. Questo serve a me. Dicevo, io e papà ci alleniamo, e mi ha fatto vedere come fare ad usare le mosse di questi Pokémon"
"Questi?! Io vedo solo Nana."
"Coco e Ruru giocano sempre assieme. Aspetta che li chiamo: Ruru! Coco! Venite!"
Sapphire si guardava attorno, mentre il sole del tramonto baciava la sua pelle diafana. Vide un movimento dell'erba alta alle spalle di Ruby, e quindi un gattino rosa zampettò velocemente verso la sua gamba, cercando le attenzioni del suo piccolo allenatore. Seguì un piccolo Ralts, con il capo abbassato, che cercava inutilmente di mantenere il ritmo di corsa del felino.
"Che carini!" urlò Sapphire, inginocchiandosi verso Skitty ed allungando la mano. Il micio si fece carezzare la testa, quindi permise a Sapphire di prenderlo in braccio.
"È morbidissimo! Mi piace tanto!"
"Oh, Ruru, non ti preoccupare... Anche tu sei bellissima." Lo sguardo di Ruby passò dal Pokémon a Sapphire. "Ha un animo molto dolce e gentile, Ruru. È sensibile, e mi da fastidio che si rintristisca"
"Ha ragione, Ruru. Anche tu sei stupenda"
E mentre Sapphire giocava con i Pokémon, Ruby si guardava attorno.
"Allora!" fece. "La quercia sarà la torre, e tu sarai prigioniera lì! Nana sarà il terribile mostro che difende la torre, e Ruru sarà la tua dama di compagnia"
"E Coco?" chiese la bimba.
"Coco sarà il mio cavallo"
"Ma è piccolo per essere un cavallo! Gli farai del male!"
"Ma un cavaliere deve avere un cavallo!" si crucciò il piccolo. "Non fa niente, dai... Coco sarà il mio scudiero". In tutta risposta, Skitty miagolò.
"Bene. Allora giochiamo"
"Devi salire"
"Cosa?"
"Devi salire sull'albero" rispose veloce Ruby, prendendo di nuovo per mano la ragazzina e portandola verso la quercia. "Tu, Nana, devi aspettare qui, e fare la parte del mostro cattivo. Ma io ti devo battere"
Sapphire pestava l'erba alta con le sue scarpine, che lentamente presero un alone verde e marrone, e quando la piccola arrivò davanti alla corteccia rugosa dell'albero alzò gli occhi.
"Io... Io non so salire..." fece, con voce delicata e dolce.
"Oh, beh... Questo vestito enorme non ti aiuta. Vado al patio a prendere una sedia e..."

E poi accadde.

Dal nulla, proprio dal nulla, un grande Salamence sbucò fuori, prendendo a ruggire minaccioso contro Sapphire. Ruby era qualche passo più indietro, ma vide la ragazza fare velocemente qualche passo indietro e poi inciampare.
Salamence ruggì ancora più forte, e quando Sapphire prese ad urlare impaurita Ruby capì che doveva darsi una mossa.
Il suo volto era contrito, lo sguardo serio. Nonostante fosse un bambino di sette anni il coraggio non gli mancava.
"Devo proteggerla!" urlò, stringendo i pugni e correndo verso il Pokémon. "Devo sconfiggere Salamence!"
La zampa anteriore destra del drago si alzò verso il cielo, facendo ombra al visino della bambina, mentre i suoi occhi si riempirono di lacrime: stava per attaccarla.
Si lanciò violentemente contro il Pokémon, Ruby, e d'improvviso sentì qualcosa fendergli la testa. Il dolore fu lancinante, come un flash doloroso, ma poco importava, in quel momento gli interessava solo che Sapphire stesse bene e fosse in salvo.
La piccola non riuscì a trattenere un urlo, e voltò il viso dall'altra parte per non guardare. Quando si decise a mettere a fuoco il ragazzino, Ruby perdeva sangue dalla fronte.
"Dragartigli, eh?" chiese lui. "Ma non per niente sono figlio di mio padre!". La mano del ragazzino andò a premere la ferita che aveva sulla fronte, quindi girò il volto.
"Ragazzi, attaccate!"
E fu così che Ruru, Nana e Coco si avventarono contro l'aggressore, colpendolo sul lato destro con tre attacchi.
Non furono estremamente forti, ma lo scacciarono, permettendo a Ruby di avvicinarsi a Sapphire. "Ho vinto" disse, sorridendo. "È tutto a posto ora!".
La bambina guardava terrorizzata il volto del piccolo, mentre il sangue scendeva copioso dalla sua testa, colandogli sul viso.
"Ho scacciato il Salamence" aggiunse Ruby.
Ma nella mente della piccola l'unica cosa che esisteva era quella linea di sangue rossa che scendeva sull'occhio color rubino del ragazzino.
Ruby sorrideva, cercava di calmarla, ma non ci riusciva. Le lacrime scendevano copiose sul viso della piccola.


"Lui è stato ferito ed ha combattuto senza armi.
Per me.
Perché io sono debole.
Perché io non so difendermi.
Non permetterò mai più a nessuno di farsi del male per causa mia.

Lo prometto."
 

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