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Lev - Il Pianto Delle Stelle - 24 - Cambiamento

Capitolo 24 – Cambiamento

La situazione aveva un ago della bilancia che sembrava in perfetto equilibrio tra Celia e Sirrah, la sfidante e la Capopalestra, ma in realtà la prima aveva capito che la rappresentante di Porto Acquario stava solamente giocando con il suo Samurott. Blastoise, Pokémon avversario, aveva dimostrato di poter tenere testa ai colpi nemici senza tanti problemi e di disporre di un’offensiva ben poco sottovalutabile.
Megacorno!  ‒ Una delle conchiglie di Samurott era andata in frantumi, ma il corpo con il suo corno frontale non fu altrettanto facile da scartare. Blastoise incassò il colpo.
Idropompa! ‒ Fu la risposta di Sirrah.
E un violento getto d’acqua pressurizzata investì il mammifero acquatico dalla pelliccia blu di casa Celia.
Vendetta! ‒ il testa a testa avanzava senza esclusione di colpi, fu per una volta un po’ più fortunato Samurott che riuscì a concludere il secondo attacco davvero rilevante per l’avversario. ‒ Ritorna, riposati…
La Capopalestra vide il Pokémon Dignità tornare nella sfera della sua Allenatrice ed essere sostituito da un Clefable. Sybil era il suo nome.
‒ La situazione si fa interessante… ‒ commentò la donna che giocava in casa.
Celia aveva intenzione di far avverare il piano che aveva in testa, precedentemente lo scontro tra i due Pokémon di tipo Acqua si era limitato ad un semplice botta e risposta, aveva invece intenzione di pianificare qualche strategia più degna di tale nome con in mano il potere meno concentrato ma più raffinato del Pokémon Fata.
‒ Vai con Fogliamagica! ‒ E per la prima volta durante quella lotta vide la sua avversaria esprimere un sentimento attraverso la sua espressione facciale. Sirrah aveva capito che le capacità di jolly di Sybil non erano affatto da sottovalutare.
Ovviamente il colpo andò a segno, ma Blastoise non diede segni di cedimento alcuno.
‒ Blastoise, Focalcolpo! ‒ fu la ribattuta.
Una sfera di energia pura esplose contro il corpo di Clefable. Il Pokémon rotolò indietro per qualche metro per poi rialzarsi senza troppi problemi.
Metronomo ‒ ordinò Celia rinunciando alla tattica e affidandosi al caso.
Clefable si prese un millesimo di secondo per decidere, poi dal suo corpo scaturì una potente onda di energia dal colorito nero-violaceo, un Neropulsar. Poteva andare peggio, ma Blastoise era ancora in piedi.
Cannonflash, finiscila! ‒ fece Sirrah.
Fogliamagica ancora una volta! ‒ esclamò istintivamente l’Allenatrice.
E fu fortunata ancora una volta, dovendo Sybil lanciare un attacco molto meno pesante da controllare e che conosceva già dalla sua forma precedente, riuscì a precedere l’avversario con la sua tempesta di foglie iridescenti.
Celia ebbe una bella sorpresa: Blastoise che era rimasto impassibile e inscalfibile sotto il fuoco nemico fino a quel momento, crollò a terra tutto d’un tratto senza se né ma. Sirrah era delusa, glielo si leggeva in volto. La bionda era invece stupita, ma a quel punto comprese, i Pokémon della Capopalestra erano abituati a non mostrare di avere il fiatone, sopportavano incutendo timore al nemico ma crollavano alla fine. Sorrise, la ragazza. Si era rincuorata.
Secondo Pokémon mandato in campo dalla Capopalestra: un Vaporeon.
‒ Banale… ‒ commentò Celia.
E la lotta riprese, un Fogliamagica di Clefable provò a stendere il Pokémon Acquajet, ma quest’ultimo fu lesto a difendersi con uno Raggiaurora che congelò le foglie scagliate dall’avversario.
Nube, Vaporeon! ‒ ordinò Sirrah.
Una fitta nebbia gelida calò rapidamente sul campo di battaglia. Tutti persero visibilità, in particolar modo gli sfidanti.
‒ Adesso Scudo Acido! ‒ proseguì quella.
E non si udirono rumori né si videro fenomeni particolari, ma si intuiva tra le fila della squadra di Celia che il nemico stava limando gli avamposti di difesa.
‒ Cerca di colpirlo con Fogliamagica! ‒ esclamò Celia un po’ preoccupata per la situazione.
‒ Non darle soddisfazione, Acquanello! ‒ ribatté Sirrah.
E lì la bionda comprese la straegia avversaria, la Capopalestra aveva sfruttato la nebbia solo per avere il tempo di corazzare il suo Vaporeon, Pokémon che non brilla certo per difensiva. Ma poteva sfruttare il suo diversivo.
‒ Segui le foglie e colpisci Vaporeon con Magibrillio! ‒ si inventò la ragazza.
Fogliamagica era un attacco infallibile, quindi indipendentemente dalla direzione di lancio impostata da Clefable, avrebbe colpito il bersaglio. Perciò il Pokémon Fata poté sfruttare il percorso aperto nella bruma dal suo attacco per trovare in quel labirinto alternativo il suo nemico e lanciargli una seconda offensiva.
‒ Troppo tardi, Idropulsar! ‒ La luce del colpo di tipo Folletto di Sybil fu squarciata dall’onda d’urto che era l’attacco del Pokémon nemico. Colpo che, propagandosi maggiormente a causa della nebbia fittizia che altro non era che acqua evaporata dal terreno, ebbe il suo sfacciato effetto sul Clefable.
‒ Riprova, Magibrillio! ‒ esclamò la bionda.
Seconda volta, il colpo andò a segno. Vaporeon incassò, ma l’intervallata abilità ristoratrice di Acquanello lo rimise in piedi almeno parzialmente.
‒ Mi dispiace, Ultimascelta!
Forte colpo sfruttato al momento giusto da Sirrah. Sybil fu investita da un energia pura e variopinta scaturita dal piccolo ma resistentissimo corpo di Vaporeon e rovinò a terra pronta a cedere. La mossa poteva essere usata solo in certe circostanze, perciò era poco versatile, ma quanto a potenza era estremamente pericolosa.
‒ Cazzo, Sybil, usa Cuorardore... ‒ stratagemma conclusivo della ragazza, terminale ma efficace. Sybil rinunciò a quei pochi punti salute che le rimanevano svenendo e subentrò al suo posto il Samurott del primo round. Tale Pokémon fu rifornito di tutta la sua energia vitale dalla mossa del Clefable.
Sirrah non nascose il suo fastidio per tale tecnica, ma neanche pensò di tirarsi indietro. La sfidante andava provata, sconfitta se necessario, non tutti meritavano la sua medaglia.
Lacerazione! ‒ E la lama di Samurott incontrò la carne di Vaporeon.
Non furono troppo ingenti i danni, ma come inizio era carino.
Megacorno!
‒ Raggiaurora!
L’aspra contesa vide un vincitore solo dopo parecchi violenti scambi di battute a suon di colpi acquatici e non. Vaporeon era più agile e si era difeso con le sue mosse di stato, ma Samurott era decisamente più forte e resistente. Il Pokémon Dignità ne uscì provato ma a testa alta.
‒ Va bene, Celia, allora lo scontro vuole proprio arrivare al termine… ‒ commentò la Capopalestra.
‒ Sei un’avversaria temibile, Sirrah.
‒ Anche tu, ragazza, sarò felice di sconfiggerti.
‒ Idem.
E l’ultimo compagno della Capopalestra si mostrò nella sua interezza. Dalla terza Ball uscì fuori un Manaphy dolce e dalle fattezze non predatorie. Quanto sarebbe stato un errore giudicarlo dall’apparenza.
‒ Samurott, Conchilama!
Il Pokémon Oceandante nemicò eluse il colpo senza grossi problemi, era superiore a Samurott, e lo sapeva.
‒ Concludi, Psichico ‒ fece Sirrah.
E, come da copione, Samurott fu sottomesso da un energia telecinetica costrittiva incredibilmente superiore alle sue capacità difensive.
Mulinello!
E il mammifero avversario di Manaphy fu intrappolato in un vortice d’acqua violento e insistente. Non poteva muoversi, non intendeva farlo.
‒ Che cosa intendi fare? ‒ chiese quindi la Capopalestra alla sfidante.
‒ Farti male, parecchio… ‒ rispose semplicistica lei. ‒ Lacerazione, sfrutta la corrente d’acqua.
Le ultime forze di Samurott gli permisero di attuare il piano della sua padrona, il Pokémon afferrò l’unica delle sue spade rimasta, diede un fendente di cortesia quindi affidò il suo controllo al mulinello che lo intrappolava. Con un po’ di spinta vinse la forza centrifuga e riuscì a far sfruttare alla lama soltanto quella centripeta che la scagliò in linea retta e tangente al cerchio descritto dall’acqua sparandolo con precisione millimetrica, grazie al calcolo meticoloso delle tempistiche, verso il Manaphy avversario.
Non che la scena fosse particolarmente epica, ma la martellata ossea dritta sul cranio del Pokémon celeste rimbombò con grande reverbero nella palestra. Samurott KO ma Manaphy pure aveva incassato una botta non poco violenta.
L’ultima scelta di Celia fu rivelata di lì a poco, era una scommessa, ma una scommessa parecchio fiduciosa, Gabite fu felice di scendere in campo.
‒ Manaphy, Ventogelato! ‒ E cominciavano bene.
Fossa, Jin!
Il rettile evito l’alito glaciale infilandosi sottoterra, ciò bastava.
‒ Colpisci con Dragartigli! ‒ E tale fu l’attacco, Gabite uscì dal sottosuolo fendendo la difesa di Manaphy con le sue unghie.
‒ Continua, Dragofuria! ‒ La combo non accennava a terminare, Manaphy incassava senza dare particolari segni di cedimento ma lasciando intravedere la fatica.
‒ Manaphy, Sub!
E la tattica spiazzò tutti. La fossa in cui si era infilato Gabite si colmò d’acqua non appena il Pokémon vi entrò, Manaphy si era disciolto nel suo elemento fino a divenire virtualmente impercettibile.
‒ Prevedilo, Terremoto! ‒ provò ad opporsi Celia.
‒ Nessun movimento.
Sirrah aveva ragione, normalmente una mossa del genere avrebbe danneggiato in maniera esponenziale un Pokémon che si nascondeva sottoterra, ma un Manaphy di forma liquida era inutile da bersagliare, soprattutto se da una mossa dinamica. Unica nota positiva: lo spaccarsi del terreno ruppe il tunnel in cui era contenuta l’acqua facendola cominciare a fuoriuscire tutta.
‒ Jin, ho capito, Ira Di Drago sulla pozza!
Poco da fare, Manaphy sapeva già come contrastarlo, il Pokémon si rimaterializzò proprio dalla parte opposta a quella verso cui guardava il drago e lanciò un acuto Supersuono per rincitrullirlo. In quel momento avvenne qualcosa di particolare che stupì sia Sirrah che Celia.
Probabilmente il caso aveva voluto così, ma secondo altre teorie in quel momento la percentuale di baci al culo della dea bendata l’ebbe Celia: proprio quando doveva essere confuso e quasi inerme, Jin decise che era il momento di evolversi riprendendo la lucidità e anzi contrastando il nemico con un potente Sgranocchio. Il caro Jingle nelle mani della biondina era diventato un Garchomp, Pokémon Mach, davanti ai suoi occhi.
‒ Vai, sì, Doppiocolpo! ‒ fu l’ordine della ragazza.
E con entrambe le appendici taglienti delle braccia, Jin affondò nei confronti di Manaphy avversario.
Ventogelato, stavolta distruggilo!
‒ Proteggiti!
Jin si oppose fisicamente all’attacco di tipo Ghiaccio resistendo stoico, ma i cristalli di congelamento sul suo corpo denotavano l’ingenza dei danni ricevuti.
Psichico! ‒ ancora un colpo impossibile da evitare.
Jin stava perdendo l’entusiasmo ottenuto con l’evoluzione.
Dragofuria! ‒ e senza troppi problemi, un violento slam del dragone che investì con la sua mole l’avversario minuto.
 
Otto e qualche minuto, Xavier era tornato al Centro Pokémon ove aveva lasciato la ragazza ancora dormiente nel letto. Prima di rientrare nella camera fece un resoconto: aveva aiutato in quattro bar, tre uffici pubblici ed era riuscito a scroccare un lavoro persino al tizio dell’autolavaggio. In tasca aveva quei soldi che lo avrebbero campato ancora per qualche giorno, ma i suoi progetti erano altri, voleva ottenere di più e non solo perché, essendo al verde peggio di un Bulbasaur, non poteva permettersi certi strumenti più comodi ma di alta classe, anche per la semplice motivazione che lui trovava nella questione personale che il problema soldi era divenuta.
E anzi, l’essere stata causata non da lui bensì da Celia aveva reso l’emergenza ancor più stimolante per lui. Scazzato, sì, ma anche in quel caso gli toccò fare il bravo fratellone.
Decise che avrebbe mandato metà degli incassi a sua sorella, le avrebbero fatto comodo.
Rientrò nella stanza del Centro, il biglietto in cui aveva avvisato della sua sparizione improvvisa era ancora al suo posto, ma Cassandra era sparita.
Panico. Tutte le sue… no, invece… Xavier la vide uscire dal bagno con un asciugamano attorno al corpo e nient’altro addosso, oltre le goccioline sulla pelle che viaggiavano lungo itinerari sconosciuti e sinuosi che il ragazzo avrebbe tanto voluto percorrere e ripercorrere.
‒ Dove sei stato? ‒ chiese sorridente la Capopalestra di Idresia.
‒ In giro, dovevo vedere certe cose che avevo intravisto venendo qui con l’ausilio del sole.
‒ Beh, va bene, ora però forse dovremmo muoverci ‒ fu la proposta della castana.
 
Xatu era senza parole. Aveva visto Kalut bere, mangiare, entrare a feste e disconoscerle nella loro totalità per via del caos incomprensibile e della puzza. Quella notte il ragazzo dai Capelli bianchi aveva sentito il bisogno di addormentarsi per un attimo e fare, in termini non propriamente tecnici, “quel cazzo che voleva”.
Così aveva fatto l’umano, qualsiasi parte fosse quella da interpretare. In quel momento invece dormiva, nel lenzuolo che aveva posato sulla superficie di un tetto; il giorno era tornato.
“Che diavolo ti è venuto in mente, ragazzo?” pensò il volatile.
Poi si rese conto che in realtà Kalut comprendesse i suoi pensieri, almeno durante il sonno.
E tacque, tacque per la maggior parte della sua dormita.

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