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HNK - TIR - 19 - Picco Corvo

 
 
Picco Corvo




La luce solare, filtrata dallo spesso fogliame degli alberi, iniziava a farsi sempre più calda, mano a mano che l’orologio volgeva le sue lancette verso mezzogiorno.
Il sottobosco diveniva sempre più indomato, crescendo a dismisura. Ovunque Kyle volgesse lo sguardo, era in grado di notare solo ed esclusivamente il verde delle foreste, interrotto in pochi punti dai Pokémon selvatici.
Lui, i suoi Pokémon e Sur stavano avanzando ormai a rilento, a causa della folta vegetazione, costeggiando un grosso ruscello. In quel momento occupavano la riva sinistra, lasciando a destra l’acqua che scorreva sempre più impetuosa, metro dopo metro, dalla vetta a valle.
Ormai si trovavano al secondo giorno di marcia, su, in salita, continuando sempre a camminare. Sia lui che Sur tendevano a parlare molto di meno adesso. In parte per poter risparmiare energie, in parte per una strana angoscia che piano piano si stava impossessando di loro. Kyle si accorse che lo stato d’animo era condiviso anche da Riolu e Arcanine. Quest’ultimo, in particolare, era costantemente all’erta e sussultava al minimo rumore che provenisse dalle loro spalle. Il suo naso non smetteva di fiutare l’aria e gli odori che le raffiche di vento gli portavano.
Kyle accelerò il passo per potersi avvicinare a Sur e poter parlare senza dover alzare troppo la voce. Qualcosa gli martellava nel cervello, dicendo di non fare più rumore del necessario.
- Sur, non ti sembra strana l’aria, qui?
- Che cosa intendi, ragazzo? È normale che l’aria sia diversa, stiamo salendo di altitudine, l’ossigeno diminuisce e il respiro risulta faticoso. Ma è del tutto normale, niente di preoccupante.
- No, intendo che fino a un’ora fa i boschi pullulavano di Pokémon di tutte le specie. Adesso invece quei pochi che si vedono fuggono non appena si accorgono della nostra presenza e sembrano perennemente alla ricerca di un nascondiglio.
- Sono semplicemente meno abituati alla presenza dell’essere umano. Voglio dire, qui non ci si avventura nessuno, nemmeno per una bottarella lontana da occhi indiscreti.
- Non è quello che intendevo. L’aria mi sembra… pesante. È una brutta sensazione, sento lo sguardo di qualcosa che mi cerca fra le foglie; come se fossimo sotto costante osservazione.
- Ti si stanno rizzando i peli sulla nuca come se un enorme bestia sia in agguato, pronta a sbranarti coi suoi lunghi artigli?
- Più o meno.
- Perfetto, allora è tutto normale.
- Che cosa intendi per “normale” ?! – Kyle bloccò l’avanzata di Sur, cingendogli il braccio e tirandolo a sé.
Lui rise e indicò a nord - ovest della loro posizione, fra un grosso tronco morto ricoperto di muschio, ancora conficcato nel terreno, e un grosso spuntone del terreno.
Lì, Kyle, riuscì a intravedere per qualche secondo degli enormi occhi luminosi, poi la sagoma scomparve nuovamente.
Il ragazzo rabbrividì sentendo Arcanine ringhiare adesso più forte di prima.
- Come ho detto, è tutto normale.
- Ti sembra normale essere inseguiti da una bestia delle montagne, Sur?
- Non conviene riferirsi a lei con il termine “bestia”. Quell’Ursaring è piuttosto permalosa, meglio evitare queste parole in sua presenza, d’ora in poi.
- Tu conosci quel Pokémon?
- Se è chi penso che sia, allora sì, la conosco come conosco la sua allenatrice. È da lei che ti sto portando adesso, si chiama Maisy, nipote di un mio caro amico.
- Amico? Intendi prima della guerra?
- Sì, lui si chiamava Franz, ero molto più giovane quando lo conobbi. Era un maestro nel creare Pokéball; a quanto pare, alla fine ha deciso di tramandare i suoi segreti a sua nipote. Chi credi mi abbia regalato questa bellissima Pokéball che profuma come una Ricola alle erbe balsamiche?
- Quindi stiamo andando da una ragazza che non vedi da quanto tempo?
- Da molto, Ursaring era ancora una Teddiursa. Ma credimi, il carattere non cambia col tempo, soprattutto con le donne. Isteriche sono, isteriche resteranno per tutta la vita.
- Mi stai portando lì perché Maisy può aiutarmi con i sogni che ho avuto, o per farmi fare delle Pokéball?
- Nessuna e tutte e due nello stesso momento. Hai bisogno di allenamento, lei sarà il tuo mentore.
- E tu allora? E Cole, Daisy, Blue, Green e tutti gli altri? Che bisogno c’era di venire fin qua sopra per allenarmi?
- Calma, ragazzo, calma le domande.
Sur si avvicinò al ruscello, tolse il suo berretto da baseball e immerse la testa nell’acqua gelida. Quando l’estrasse, i capelli bianchi come perle rilucevano alla luce del Sole, con le gocce d’acqua che andavano a infrangersi sulle spalle dell’uomo.
- Cole e gli altri sono troppo impegnati al momento. Per quanto riguarda me, sono troppo emotivamente coinvolto, non finirei mai a staccarti un dito per punirti. Quindi Maisy è la risposta giusta.
- Mi staccherà le dita?
- No. Forse, dipende da te. Comunque se Franz le ha insegnato ciò che sapeva, significa che la ragazza è molto meglio di me. Dobbiamo solo riuscire ad arrivare a casa sua e il gioco è fatto.
- E Ursaring? – chiese Kyle, ormai terrorizzato.
- Di lei non ti devi preoccupare finché sarai con me. Blue mi ha spiegato come muovermi, non avremo problemi.
Sur si volse, cogliendo un fruscio fra i rami.
- È semplicemente protettiva verso la sua padrona, qui sopra sono per la maggior parte del tempo da sole, puoi capirla benissimo.
Ci furono diversi movimenti sospetti nel sottobosco, i quali furono notati da Kyle e Arcanine.
- Adesso però è meglio riprendere a muoversi, non vorrai di certo restare di notte qui fuori, troppo vicino alla tana di Ursaring, vero? – Sur diede un colpetto sulla spalla di Kyle, ridacchiando.
Dopodiché, i due ripresero a camminare. Immediatamente Arcanine si lanciò di lato a Kyle, proteggendogli il lato sinistro. Riolu imitava una vedetta, sul capo del Pokémon, mentre Hoothoot volteggiava nel cielo, anticipandoli di qualche decina di metri. Ogni tanto il Pokémon andava in avanti per poi ritornare indietro con traiettorie circolari, in modo da poter ispezionare una maggiore porzione di terreno.

Arrivarono in una zona del fianco della montagna completamente scoperta dalla vegetazione, fatta eccezione per l’erba e il muschio che cresceva su una grossa roccia presente vicino a un profondo dirupo. Sur le si avvicinò e piazzò lì il campo base per il pranzo. Estrasse dallo zaino un paio di fette di frittata di maccheroni avvolte nella carta argentata e delle porzioni di cibo per Pokémon. Lì, all’ombra della pietra, consumarono in fretta il loro pranzo, per poi rimettersi immediatamente in marcia.
Da qualche decina di metri più avanti, Kyle si voltò indietro verso la pietra, notando la grossa figura di Ursaring intenta a piegarsi sull’erba, fiutando le tre mele che Sur aveva lasciato lì.
- Le piaceranno, le sono sempre piaciute le mele. Magari così inizierà a capire che non siamo ostili. O almeno lo spero – aggiunse Sur, quando le fece cadere dal suo zaino, prima di rimettersi in marcia.
Stavano quasi per lasciare il ruscello, il quale sterzava bruscamente verso est, mentre loro dovevano seguire una strada praticamente impossibile da individuare, ancora più in alto verso le vette.
Il tempo e soprattutto l’assenza di manutenzione e di passaggio, avevano reso la piccola strada in terra battuta nient’altro che un ricordo. Sur, per loro fortuna, era riuscito a ritrovarne i resti e a seguirne i tratti per parecchie decine di metri, fino a quando la loro strada non si incontrava nuovamente con una nuova fonte d’acqua, che stavolta tagliava loro la strada.
- Dovremo guadare il ruscello, se vogliamo raggiungerla – commentò Sur, mentre estraeva un paio di corde dallo zaino.
Legò un’estremità di una corda a un ramo, a pochi centimetri da terra, per poi fare lo stesso con un albero vicino, distante quasi un metro. Controllò che l’altezza fosse uguale, dopodiché lanciò le altre estremità dall’altra parte del profondo e largo corso d’acqua. Estrasse quindi un oloschermo portatile e lo accese. Con pochi e precisi comandi, le due estremità sull’altra riva si animarono. Sur le indirizzò a un albero non troppo lontano e le legò lì, utilizzando i comandi digitali. Premette un pulsante virtuale e una luce azzurra riempì lo spazio fra le corde, da una riva all’altra. Sur ci salì sopra, utilizzandola come passerella e attraversò, giungendo senza sforzi sull’altra riva.
- Mi scocciava dovermi bagnare i piedi – fece lui, quando Kyle lo guardò stupito.
- È un giocattolo di Green, ho scoperto che va pazzo per questi gioiellini. Era un peccato non testarlo sul campo – commentò Sur, aiutando Kyle a scendere dalla passerella energetica.
Una volta che anche i suoi Pokémon ebbero attraversato, nonostante la paura di Riolu, il gruppo poté riprendere il cammino.
Sur ripose le corde nello zaino utilizzando lo stesso metodo di controllo e avanzò nuovamente fra gli alberi che si facevano sempre più fitti.
Finalmente, da un’apertura nel basso fogliame, Kyle intravide quella che doveva essere la dimora di Maisy: un grosso muro di cinta fatto di tronchi d’albero, alto almeno otto metri, si ergeva a semicerchio, attorno a una delle pareti della montagna, come se vi si fosse scavato all’interno per poterci costruire una casa, coperta dalla nuda pietra.
Erano arrivati, la foresta si concludeva d’improvviso, lasciando il campo aperto davanti a loro.
- Eccoci qui alla fine, non ci resta che andare a bussare e vedere se c’è qualcuno in casa.
Sur aggiunse altro ma Kyle era ormai lontano dall’ascoltare, rapito dal muschio e le piante rampicanti che crescevano sui tronchi del muro, lasciando libera solo l’apertura che faceva da ingresso.
Sur iniziò a muovere i primi passi nel campo d’erba, quando Kyle si voltò di colpo. Un feroce ruggito li raggiunse alle spalle.
Il ragazzo riuscì a vedere attraverso gli alberi l’enorme figura di Ursaring, ritta sulle zampe posteriori. Le fauci spalancate e terribili, da cui fuoriusciva il suo violento grido.
Arcanine si piazzò dietro gli altri, in linea con Ursaring, iniziando a ringhiare a sua volta. Le scintille si creavano fra i suoi canini per poi esplodere in fiamme.
- Kyle, non siete pronti per una lotta simile, corri! – urlò Sur, indicando l’apertura nella muraglia.
Imitato da Kyle, iniziò a correre attraverso il campo, con un’accelerazione che non credeva d’avere.
Arcanine, con ancora Riolu sul capo, rimase indietro, intento a sbarrare la strada all’Ursaring che si avvicinava minacciosa. Hoothoot li sorvegliava dall’alto, volando in cerchi sempre più stretti sulle loro teste.
- Arcanine, lascia perdere, vieni al riparo! – Kyle urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, cercando di compensare il forte vento che fischiava nelle orecchie.
Il Pokémon parve capire e, con Ursaring a pochi metri dal muso, si girò di scatto e partì verso di Kyle. Arcanine fu così veloce che in pochi secondi raggiunse Sur e Kyle che erano ormai prossimi all’apertura.
In una manciata di secondi, i quattro furono dentro.
- La porta, sbarrala! – urlò Sur a Kyle, raccogliendo un’enorme asse da terra.
Kyle spinse con tutte le sue forze per poter chiudere la grossa porta in legno massiccio. Arcanine giunse in un baleno al suo fianco, aiutandolo nell’impresa. Chiusero la porta appena in tempo, Ursaring la colpì in pieno.
Il colpo fece volare Kyle via dal suo posto, mentre la porta si riapriva. Arcanine spinse ancor più forte, piantando i piedi nel suolo e utilizzando testa e spalle come contro spinta. Riolu si trovava ai suoi piedi, intento anche lui a spingere. Kyle si rialzò, con la testa che gli vorticava, e si lanciò contro la porta. Dall’esterno provenivano i ruggiti di Ursaring, furente e selvaggia.
Sur riuscì a far filare l’enorme asse tra i cardini appositi per bloccare l’apertura, chiudendo il Pokémon all’esterno. Kyle ricadde sulle ginocchia, madido di sudore e con il sapore del sangue in bocca, doveva essersi rotto il labbro.
- Siete in ritardo – una voce femminile provenne dalle loro spalle.
Kyle si giro e, benché accecato dal Sole, riuscì a intravedere i contorni della persona che erano andati a incontrare.
Lei le offrì la mano e lui la strinse, venendo aiutato a rialzarsi. Una volta che gli occhi si furono abituati al colpo di luce, riuscì a vederla in volto. I capelli castani, raccolti in una lunga treccia lasciata scorrere dietro le spalle, facevano da contorno a un viso molto giovanile, dai lineamenti sottili e delicati. Le sopracciglia, come tutto il resto, erano perfettamente ordinate e curate. Gli occhi azzurri risplendevano, in contrasto con gli zigomi dai colori più rosei e, dalla direzione in cui Kyle stava guardando, rilucenti della luce solare. Un naso sottile e leggermente all’insù faceva da corona alle labbra carnose, ma pur sempre in equilibrio estetico col resto del volto. Sembrava quasi scolpita apposta per apparire in quell’istante davanti agli occhi del ragazzo.
Il resto del corpo era coperto da un lungo kimono bianco su cui erano disegnate con un motivo che pareva casuale, delle macchie azzurre. Una di queste rapì lo sguardo di Kyle, in particolare, situata sulla spalla sinistra della ragazza, dalla forma che ricordava vagamente la coda di un Aipom.
- Tu… devi… essere Maisy.
Sur si raddrizzò, mantenendo la schiena con le mani. Ci furono diversi schiocchi e lui gemette di piacere.
- E tu devi essere troppo vecchio per correre in quel modo. Perché mai avete chiuso la mia Ursaring di fuori?
- Voleva mangiarmi il culo e stuprarmi il cranio. O il contrario, al momento non riesco a pensare, ho bisogno di un paio di ore di pausa.
- Scusalo, ogni tanto perdiamo il controllo su di lui.
- Sei tu Kyle, quindi? – chiese Maisy, squadrandolo dalla testa ai piedi.
- Sì, sono io. Loro sono Riolu, il mio compagno da sempre, Arcanine, salvato da una prigionia e lì, sulle nostre teste, c’è Hoothoot, acquisto recente del gruppo, ha scelto di seguirci.
- Scelto? – Maisy inarcò un sopracciglio.
- Esatto, non ho catturato mai nessun Pokémon in vita mia. Arcanine si trovava in un deposito che stavamo derubando, era in catene e l’ho liberato. Da quel momento ha deciso di seguirmi. Hoothoot invece ha fatto amicizia con noi e dopo aver vissuto per un po’ assieme, ha deciso di seguirmi. Riolu invece è l’unica cosa che resta di mia madre, non ricordo giorno senza di lui al mio fianco.
- Sono tutti fuori dalla Pokéball, deduco che non ne hai.
- Sì, mai avuta una.
Maisy sorrise e Kyle pensò che quello doveva avvicinarsi di molto al paradiso.
- Eccellente, vedo che qualcuno ha ancora un po’ di buon senso.
- In realtà, sapevamo che tu odiassi questi strumenti non puri dal tuo punto di vista, quindi abbiamo evitato di mettere il ragazzo in cattiva luce già dal primo incontro.
- Ah, davvero? – chiese lei.
- No, siamo poveri come la merda. Poi sono troppo carini quando corrono ovunque, sono come la nostra mascotte.
- Fa sempre così, o solo quando è stanco?
- No, solo quando è stanco, signorina.
- Chiamami pure Maisy, Kyle. Ma toglietemi una curiosità, perché non avete aspettato all’esterno, come avevo detto a Blue?
- Come, scusi? – chiese Kyle.
- Avevo avvisato Blue sulla natura protettrice della mia Ursaring e che avreste dovuto aspettare all’esterno che Ursaring finisse di fare il giro di ronda. Una volta concluso, sarebbe venuta da voi e vi avrebbe accompagnato all’ingresso, sicura che non ci sia nessun pericolo.
Sur pensò velocemente a tutte le cose che Blue gli aveva raccomandato di fare e di non fare, dopodiché iniziò a ridere.
- Ah, può essere che quella parte io l’abbia saltata. Aveva iniziato a parlare così tanto che ho cominciato a fissare un punto sul muro e a immaginarmi nei panni di David Hasselhoff.
- Che hai fatto? – urlò Kyle.
- Sai com’è Blue quando parla, a un certo punto sento soltanto il rumore del vento. Però siamo salvi, almeno.
Kyle e Sur iniziarono a discutere, dimenticandosi di Maisy. Lei si avvicinò alla porta, la sbloccò e fece entrare Ursaring. Dopo averle accarezzato il muso e sussurrato delle parole, la presentò a Kyle e Sur.
Ursaring si dimostrò immediatamente docile, nonostante i ringhi di Arcanine quando Kyle le si avvicinò per poggiarle la mano sul petto.
- Dovete capirla, mi protegge come se fossi sua figlia, quando ha visto che non vi stavate comportando come avevo detto che avreste fatto, ha pensato foste nemici e vi ha attaccato.
- Nessun problema – fece Kyle – Non avevo mai visto un Ursaring, qui non se ne trovano.
Maisy osservò il cielo, in cui le nuvole iniziavano ad addensarsi e l’oscurità si diffuse rapida in ogni luogo, rendendo difficile vedere a più di pochi metri di distanza.
- Meglio parlare dentro, qui a Picco Corvo il tempo non è affatto clemente da quando Sua Santità ha iniziato a giocare a fare gli esperimenti con quelle sue diavolerie. Svelti, andiamo in casa prima che arrivi la tempesta.
Rapidi, si diressero all’interno della struttura in nuda roccia, legno e piante vive. La sola cosa che Kyle riuscì a scorgere, mentre le raffiche di vento crescevano in intensità e violenza, fu una panchina composta unicamente da piante rampicanti intrecciate tra di loro.
Una volta che tutti furono al sicuro all’interno, Maisy fece sbarrare l’ingresso a Ursaring con un grosso macigno fatto rotolare da un lato della porta. Sotto le indicazioni della ragazza, chiusero tutte le finestre e i luoghi da cui potesse entrare il vento e la pioggia, lasciando libero soltanto il camino, il cui legno ardeva già prima del loro arrivo.
- Allora, Kyle, spiegami un po’ perché sei qui.
Kyle iniziò a raccontare tutte le vicende più recenti e, sotto richiesta di Maisy, anche di quando aveva conosciuto Arcanine e molte altre domande furono fatte al ragazzo quel giorno, anche durante la cena, prima che lui potesse finalmente andare a dormire nella stanza preparata apposta per lui e i suoi Pokémon.
 



 
- Hancock

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