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Johikari222 - TeaShipping - Sunday

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una TeaShipping di Johikari222





Bill amava la domenica. Non doveva bloccare la fastidiosa suoneria che usava come sveglia, non doveva alzarsi come uno zombie assetato e prepararsi per il lavoro, che sì, adorava, ma che lo sfiancava.
Non doveva correre in laboratorio sperando di non tardare e non doveva rimanere lì fino a sera inoltrata coi nervi a fior di pelle. Spesso si sorprendeva a pensare a ciò che succedesse a casa sua e alla sua amata, già rientrata nella loro abitazione, sola. Voleva stare con lei più spesso, stringerla e sentirla sua.
Generalmente, Bill amava potersi svegliare da solo senza che nessuno lo disturbasse, vedere i raggi del sole che si insinuavano fra le fessure della serranda, aprire gli occhi e trovare la sua donna dormiente, al suo fianco. Era quasi sempre girata dall'altro lato, dormiva spesso con le gambe tirate verso il petto, lasciando a Bill un immagine tenera di lei.
Poi, quasi come se lei lo stesse aspettando, si voltava e apriva gli occhi, bisbigliando un buongiorno soave.
Bill la baciava dolcemente, mormorando a sua volta con voce impastata un buongiorno.

Aveva una moglie perfetta, ne era a conoscenza. Quasi si stupiva che Margi, fra tutti gli uomini, avesse scelto proprio lui che, in fondo, si sentiva il più semplice tra le persone. Si interrogava spesso sul perché, e una volta Margi glielo aveva persino spiegato: a lei, quella sua genuinità, piaceva da impazzire.
Ed era bellissima con quella veste bianca che usava per andare a dormire, i capelli raccolti in una morbida treccia e le labbra sottili stirate in uno splendido sorriso. Adorava come lei non avesse mai fatto caso a quanto fosse bella. Non le importava, non le era mai importato.
Si riteneva una ragazza come tante, una di quelle che chiunque avrebbe potuto trovare in ogni parte del mondo, ma Bill non era affatto d'accordo perché in quel caso gli sarebbero piaciute troppe donne.
Margi, invece, era semplicemente unica. Non l'avrebbe mai trovata un'altra come lei, non esisteva. Parole di un innamorato, di un marito, ovviamente, ma per lui non c'era nulla di più vero e, poco ma sicuro, lo avrebbe sostenuto fino alla fine dei suoi giorni.


Quella giornata era iniziata con la solita routine: Margi si era alzata dal letto per poi andare in cucina, seguita dal marito.
Bill era sempre stato un ragazzo timido e impacciato, anche con lei, soprattutto all’inizio, e si sentiva sempre in imbarazzo. Spesso, quando doveva dirle qualcosa, finiva per balbettare e distogliere lo sguardo.
Col tempo la cosa era migliorata, fortunatamente. Certo, lui era rimasto lo stesso, ma almeno quando la guardava negli occhi, quando voleva baciarla, lo faceva senza problemi o esitazioni. Ormai era sua, la possedeva e la viveva ogni giorno, oltre la timidezza, oltre le piccole incomprensioni, oltre ogni cosa.

Adorava, inoltre, come quella donna seria e dedita al lavoro riuscisse a farlo rilassare e a fargli dimenticare tutti i problemi che si portava a casa ogni volta che finisse l’orario d’ufficio. 
Margi si mise davanti ai fornelli e mise a bollire l’acqua per il tè, aspettando che fosse pronto poggiandosi al tavolo. Il sole le baciava il viso, quel giorno.
Due braccia non troppo muscolose le cinsero i fianchi e lei, sorridendo, inclinò leggermente il collo, facendogli appoggiare il mento sulla spalla.
Bill le baciò la guancia e la vide spegnere il gas, voltarsi verso di lui e abbracciarlo.

Il respiro della donna era caldo sul suo collo.
Le prese ad accarezzare la schiena. Margi amava essere coccolata in quel modo, si sentiva inondata da un calore gentile.
Si sentiva protetta, tranquilla.
Erano come due adolescenti a volte, nonostante fossero più vicini ai trenta che ai venti, protagonisti di una storia d'amore perfetta.

Margi si staccò lentamente dalla stretta e versò il tè in due tazze, per poi poggiarle sul tavolo.
Si sedette e Bill fece lo stesso, di fronte a lei, accendendo la televisione.
«Hai saputo di Blue e Green?» chiese la donna sorseggiando la calda bevanda.
«Oh, sì. Blue non l'ha tenuto nascosto neanche un secondo.  Sono felice per loro» rispose l’altro, sorridendo. Quei ragazzi, pareva impossibile che fossero cresciuti così tanto.
Ancora li ricordava scorrazzare per le città di Kanto e Johto, prima di diventare degli eroi.
«Non riesco davvero a credere che il mio fratellino a breve si sposerà… Ho sempre pensato che lui e quella ragazza fossero fatti per stare insieme».
«Più che altro lui è uno dei pochi che le sa tenere testa… e soprattutto che la sopporta, lunatica com'è… non è semplice starle dietro».
Margi scoppiò a ridere e Bill si perse nel guardarla. La sua risata era il suono più bello che avesse mai ascoltato. Gli piaceva così tanto che certe volte pensava di metterla come sveglia, ma poi si ricredeva. Immaginava la scena, pensando che, ove mai avesse chiesto a sua moglie una cosa del genere probabilmente quella sarebbe arrossita e avrebbe balbettato.
Come quando erano ragazzini e le loro mani si sfioravano. Quando i loro occhi si scontravano per poi fuggire via, imbarazzati.
«Immagina quei due alle prese con un bambino… sarebbero divertenti» continuò lui, facendo tacere per un attimo Margi, che poi arrossì lievemente e sorrise, annuendo rilassata.
«A volte ci penso, ma non sarei tanto diverso da loro in vesti di padre, semmai lo diventassi» disse, ridendo.
La donna per tutta risposta si alzò e mise le due tazze nella lavastoviglie, per poi avvicinarsi al marito ancora seduto.
Gli prese la mano e gliela baciò, appoggiandola sul suo grembo.
Incastonò i suoi limpidi occhi verdi in quelli del marito, esitando un po', alimentando la tensione e facendo crescere la curiosità, la sorpresa che aveva per lui. La voce tremava un po', di gioia ed emozione, poi, sorridendo con gli occhi, parlò.

«Tu sei già genitore, Bill». Quelle parole risuonarono nell'aria, come il canto di un fringuello.
Bill inizialmente non realizzò e non disse nulla, poi spalancò gli occhi e si alzò dalla sedia, arrossendo come al loro primo bacio.
«S-sul serio?! Sul serio, Margi?!».
Lei annuiva. «Volevo farti una sorpresa, stasera a cena con la famiglia, e non ti ho detto nulla… però sì è così… l'ho scoperto qualche giorno fa».
La donna aveva gli occhi lucidi e sorrideva mentre lui sentiva il cuore esplodere di una gioia che non riusciva nemmeno a esprimere.
Strinse Margi a sé e la baciò, sentendola fremere fra le sue braccia.
«Mi hai reso l'uomo più felice del mondo» sussurrò nel suo orecchio. Margi lo guardò con gli occhi che parevano due stelle.
Brillavano come il sol nascente.

L'avere un bambino con lei, con Margi, crescerlo, curarsi di lui, le responsabilità e l'emozione di aver dato vita a una creatura. Questo sentivano i due amanti.

Lei posò nuovamente le sue labbra su quelle del marito, con trasporto, e poi si allontanò, sentendo il cellulare squillare.
Andò in salotto e lo prese, ma venne riposato sul tavolino da Bill.
Quella si voltò confusa, interrogandolo con gli occhi.
«Per oggi non rispondere… è la nostra domenica e non voglio che ci disturbino».
Margi sospirò e si sedette sul divano trascinandoselo dietro.
«Mi sento quasi la madre di due bambini» mormorò ridacchiando a bassa voce, per poi accoccolarsi fra le sue braccia.





 
Note:
Amo la chimica che scorre fra questi due personaggi, ammetto che la trovo la coppia più matura di tutto Pokémon Adventures, nonostante Bill sia davvero molto infantile sotto alcuni aspetti, per questo, è una delle coppie che vorrei vedere più spesso nel fandom.
Chissà che un giorno non scriva di nuovo su di loro, non mi dispiacerebbe affatto.
Buon weekend, bye bye.

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