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100 Ridicolous Ways to Kill Silver: 76 - 100

100 MODI RIDICOLI PER UCCIDERE SILVER

76. SCI ESTREMO
Dopo un’interminabile lezione su come sciare (durante la quale Gold aveva dato fondo al suo armamentario per riuscire a portarsi a letto l’istruttrice, sfoderando tutto ciò che lo spandex non lasciava alla fantasia) Silver era finalmente libero di poter sciare in santa pace con i suoi sci nuovi di zecca. Li aveva pagati una fortuna per via dell’autografo di Selena Gomez.
Si pentì amaramente, col passare delle ore, di essersi allontanato tanto dai suoi amici. Adesso era solo, senza controllo, intento a precipitare a velocità immane verso il baratro che si apriva centinaia di piedi più sotto, dove lo stava conducendo quella scampagnata fuori pista.
Col cuore a mille, ripensò alle parole dell’istruttrice.
“… E ricordatevi, se vi doveste trovare impossibilitati a fermarvi, l’unica cosa che vi potrà salvare la vita è…”.
I ricordi si annullarono e la sua mente si fissò inesorabilmente su un altro soggetto. Gold gli apparve davanti agli occhi, di schiena, intento a vantarsi della nuova tuta rossa e azzurra da snowboard e a sculettare.
“È come se fossi nudo” disse lui, euforico.
“Come se fossi nudo!” le parole rimbombarono nella testa di Silver, in ripetizione continua.
“Stupido sexy Gold!” sbraitò lui, proprio mentre precipitava nel vuoto.

77. QUELLI CON LA PELLE CHIARA PREFERISCONO LA MONTAGNA
“Finalmente una meritata vacanza!”.
“Gold… tu non fai un cazzo dalla mattina alla sera… In vacanza ci sei sempre!” rispose Crystal, affondando i piedi nella sabbia. “Oh, che bel calore! E che sole! Amo questo posto!” sorrise, lasciando nelle mani di Gold tutte le borse e correndo verso il mare cristallino.
“Io faccio schiudere uova!” le urlò di contro, lasciando a sua volta la roba a Silver, che, bianco cadaverico com’era finiva quasi per risplendere. “Mantieni, Oliver Twist…”.
E si allontanarono, lasciando il rosso da soli.
“Fai schiudere uova! Che lavorone! Di cosa ti occupi, esattamente?! Guardarle tutto il tempo?!”.
Litigavano sempre. Silver aveva capito che fare le cose mentre si tendeva un orecchio alle liti dei due coinquilini era pericoloso, quindi aveva deciso di camminare pazientemente in avanti. Trovò il posto perfetto per piantare l’ombrellone e aprì le sdraio.
I Pokémon nascono così! E poi che cosa dovrei aspettarmi da una che guarda i bambini morti in un orfanotrofio!”.
“Non sono morti! Sono orfani!”.
“Che si suicidano dopo cinque minuti che ti hanno conosciuta”.
“Sei il solito coglione!”
urlò poi, gettandosi su di lui e finendo in acqua. Silver aprì l’ombrellone e levò la maglietta, rimanendo a guardare per qualche minuto la colluttazione. Crystal lo stava picchiando violentemente.
E li guardava, avanzando sulla sabbia umida, pur sapendo di star dimenticando qualcosa.
Stronzo di merda! È successo soltanto una volta!”.
“Per ora!”.
“Per ora ti ammazzo!”.
Era qualcosa di davvero importante, ma i minuti passavano e Silver rimaneva allibito dalla colluttazione in acqua; sembravano un alligatore famelico e uno gnu che non voleva mollare all’interno di una pozza d’acqua salmastra.
Il sangue che Gold perdeva durante la colluttazione aveva richiamato piccoli pesciolini e altri Pokémon affamati.
Non concluderai mai nulla nella vita, tu! Le tue uova me le mangio a colazione, di solito!” urlava la donna.
Ecco perché ne trovo sempre qualcuna in meno!”.
Passarono sei ore.
E Silver aveva dimenticato la crema solare.

78. SUPERMACHOGAYOLATENTE
Silver stava facendo una passeggiata nel centro commerciale. Si avvicinò, dopo il consueto giro da Kiko, a una ragazza meravigliosa, intenta a distribuire campioncini gratuiti di profumo. Lei si girò, facendo vorticare i lunghi capelli rossi. All’altezza del seno prosperoso, aveva fra le mani una piccola boccetta dalla forma di uno scudo spartano.
“Salve signore, vuole provare il nostro nuovo profumo? Ogni donna cadrà ai suoi piedi con il nostro ‘Leonida’, glielo assicuro”.
“No grazie mille” rispose Silver, arrossendo quasi subito.
Quella parve leggergli nel pensiero. Ammiccò e posò il Leonida. Un attimo dopo, estrasse da un piccolo cofanetto riposto sullo stand un’altra boccetta di profumo, dalla forma di uno stivaletto col tacco a punta.
“Provi questa. Sono sicurissima che sarà di suo gusto. È il ‘SuperMachoGayoLatente’. Una sola goccia, e potrà conquistare chiunque”.
“Chiunque?” gli occhi del rosso si accesero, pensando al suo sogno proibito: Walter, capopalestra di Ciclamipoli.
Lei gli si avvicinò e spruzzò il profumo sui polsi di Silver. Lui poi pensò a metterselo sul collo e un po’ sul petto. Immediatamente, una folla di uomini si riversò all’interno del corridoio dove c’erano i due. Silver guardò ammaliato quella massa di bei maschioni che si dimenavano per raggiungerlo prima degli altri, spogliandosi per la strada e inciampando uno nei tanga degli altri.
Venne placcato da un grosso ragazzo, probabilmente proveniente dal nord, con lunghi capelli biondi e occhi di ghiaccio. Silver si ritrovò a terra, mani ignote ma rudi e da macho gli tolsero i pantaloni. Nell’apice del piacere, durante il quale il suo corpo era completamente in fiamme, un imponente uomo di colore gli si piazzò davanti. Quasi con timore riverenziale, gli altri si allontanarono, lasciandolo solo con un Silver ansimante e sudaticcio.
“Turno di Mombutu” disse il nero, indicandolo.
Sempre senza distogliere lo sguardo dal rosso, Mombutu iniziò ad abbassare la zip dei pantaloni. Li lasciò cadere, rivelando il suo boa nero da africano. Silver non aveva mai visto nulla del genere: era più lungo del Titan X Platinum 69000, quello in edizione speciale.
Mombutu gli fece segno di avvicinarsi e il ragazzo obbedì, iniziando a praticargli un rapporto orale. Dopo poco, non appena il boa iniziò a svegliarsi, Silver sentì il fiato venirgli meno. Crebbe nella sua trachea fino a riempirla completamente. Lui cercò di dimenarsi per poter respirare e liberarsi ma Mombutu non lasciava la presa e continuò a spingere.
Spinse e spinse, finché Silver non rimase senza fiato e iniziò a diventare viola. Si fermò soltanto quando ebbe finito, lasciando poi cadere il cadavere del ragazzo, ormai privo di vita.
Dopodiché, tutti gli altri uomini che erano rimasti in attesa, tornarono a lavorarselo.

79. IBIS CUCINA BENE, E BASTA
“Ti ringrazio, Ibis, per il pranzetto meraviglioso!” sorrideva Crystal, chinando il capo in segno di rispetto.
“Davvero tutto commestibile! Brava, capelli verdi!” aveva invece ribattuto Gold, affondando la faccia in una zuppa di dita di rinoceronte e denti d’ippopotamo.
Solo Silver era rimasto immobile, davanti a un unghia che galleggiava in quella brodaglia verdastra.
Tutti lo guardavano.
“E allora?”.
“Ehm… Manca un po’ di sale…” fece quello, guardando imbarazzato altrove.
Ibis spalancò gli occhi, con Gold e Crystal che evidentemente sapevano qualcosa di cui il rosso non era a conoscenza.
“Sale?” domandò la ragazza, con ingenui e enormi occhi di giada a fissare il candore della pelle dell’interlocutore.
“Sì. È un po’… insipido…”.
“Ottantuno?” domandò intanto Gold a Crystal, che aveva affondato il volto tra le mani, puntellando i gomiti sul tavolo.
“Settantanove” rispose, mentre Ibis cambiò stanza per un momento.
I tre rimasero da soli.
“Cosa?” domandò Silver, stranito. “Che ho detto?”.
Gold si limitò a guardarlo.
“Settantanove” gli disse con molta semplicità.
Il rosso non capì, fino a quando una grossa padella di rame non impattò con la sua testa, sfondandogli la calotta cranica.
“NESSUNO MI DICE COME CUCINARE! CAPITO?!”.

80. TU LO CONOSCI SILVER?
Gold stava battendo Silver a carambola, nel loro pub preferito. Di nuovo.
Il rosso gli doveva pagare da bere. Di nuovo.
E probabilmente avrebbe dovuto prestargli anche la macchina, sapendo che quando Gold si faceva la barista tettoruta, Samantha, sporcava persino il tettuccio e toccava a Silver ripulire. Di nuovo.
Un gruppo di ragazzi palestrati e con la testa rasata entrò nel locale e andò a occupare il tavolo alla destra della carambola. Silver subito adocchiò quello che sembrava il loro capo, più anziano degli altri. Il suo cuore saltò un battito, notando che rispecchiava quasi fedelmente il tipo di daddy che aveva cercato fino a quel giorno.
“Gold, sai chi sono quei tipi?”.
Il ragazzo dagli occhi d’oro staccò quest’ultimi dalle tette di Samantha e guardò dove Silver indicava. “Sono i Nazi Skin…” disse, seccato. Poi tornò all’attacco, cercando di ottenere una prestazione anale, dandole in cambio la possibilità di farlo sul cuscino delle coccole di Silver.
“Sono persone perbene?” chiese ancora quest’ultimo.
“Certo, sono i seguaci di un tipo davvero niente male: un certo Adolfo. Sai, era fissatissimo con la pulizia. Adorava le docce e ne faceva fare così tante che non si riuscivano a contare”.
“Davvero?” Silver rimase stupito.
“Certo, e dovresti vedere che collezione di saponette che aveva!”.
“Trovo carino quello a capotavola” il rosso indicò quello con la grossa svastica tatuata su entrambi gli avambracci.
“Se vuoi te lo presento. Ma voglio mr. Duddles. Ho dei giochetti per lui, e Samantha”.
Il pensiero del suo peluche preferito, uno Slowpoke acquistato nell’omonimo Pozzo, dopo la sua visita con Crystal, lo riempì di tristezza. Ma era un sacrificio che era pronto a fare. Così accettò.
I due si avvicinarono al tizio con le svastiche e Gold attirò la sua attenzione.
“Ehi, ciao! Tu lo conosci Silver?” chiese, portando il rosso in primo piano. Dopodiché fuggì via.
Il tizio pelato si alzò, torreggiando sul loro nuovo ospite.
“Vuoi ballare?” gli chiese Silver.
Poi non aprì più bocca. Mai più.

81. SAPPHIRE È SELVAGGIA
“Anche oggi un Wingull mi ha cagato sulla spalla…” diceva Sapphire, che come sempre non riusciva a infilare la chiave nella serratura. Già parlava con Ruby, che sicuramente era sul divano a vedere lezioni di taglio e cucito su youtube. “E poi mio padre mi guardava il culo. Ho paura che con l’età sia diventato un porco maniaco…”.
Entrò, e invece di trovarsi il fidanzato nel salotto fu sorpresa di non vedere nessuno. Levò velocemente il camice, poi sfilò i pantaloni, tirandoli su con un piede e rimanendo perplessa.
“Ah… non mi guardava il culo. Mi sono seduta sulla merda di qualche Pokémon…” sbuffò, lanciandoli fuori la porta del bagno. Svestì anche la maglietta aderente, rimanendo solo in intimo. Cgorifero e si attaccò a uno dei cartoni di succo di guava, di cui Ruby abusava.
Si aspettava la cazziata che seguiva quasi sempre quel gesto, ma soltanto un cigolio riempiva le sue orecchie.
Un cigolio sinistro e lontano.
Le molle del letto.
La faccia di Rossella sostituì immediatamente ogni suo pensiero.
“TE LA STAI CHIAVANDO, EH, STRONZO?!” urlò furibonda quella, correndo verso la stanza e saltando il pantalone sporco di merda.
Spalancò la porta della camera e si trovò una rossa di spalle, coperta dal lenzuolo e  intenta a praticare sesso orale a quello che era in tutto e per tutto il suo ragazzo.
Sì, aveva il cappello di lana bianco anche se era ad Hoenn ed era agosto.
“Ruby!” urlò, facendo un salto mortale in avanti per poi sferrare un grosso calcio dietro al collo della donna. Quella affondò la testa ancora più in profondità, spingendo il cazzo del Dexholder di Hoenn in fondo alla gola della donna.
“Oh merda! Sapphire!”.
“Ti stai fottendo una rossa?!”.
Le coperte scivolarono via, mostrando alle donne uno scroto dotato di due grossi, grassi testicoli.
Impallidì, vedendo quell’uomo dimenarsi col corpo senza riuscire a liberarsi, col pene dell’amante troppo in profondità nella bocca.
“È… è un uomo?” chiese quella, perplessa.
“Beh...” arrossì lui. “Sì…”.
Quella sbuffò e portò le mani ai fianchi. “Credevo che dopo quella storia con Adriano avessi finito di esplorare la tua sessualità e invece…”.
Silver continuava a lamentarsi, senza riuscire a muoversi. Sentiva le forze venir meno, fino a quando non si accasciò sulle gambe del ragazzo più giovane.
Ruby e Sapphire si guardarono, straniti.
“Era… non so che dire…” arrossì lui. I loro occhi s’incontrarono di nuovo. “Puoi aiutarmi a levarmelo dal… Ecco… Hai capito, no?”.

82. GOLD HA SEMPRE RAGIONE, SEMPRE SEMPRE
“Io invece riesco anche a rubare il miele a un Ursaring senza che questo se ne accorga. Sono il più bravo fra i due nell’essere silenzioso e invisibile” disse Silver, vantandosi nel loro inutile battibecco.
“No che non lo sei. Non puoi rubare il miele a un fottuto Ursaring: ti strapperà le gambe e te le infilerà su per il culo. Non sei come me, che riesci a mangiartelo anche davanti a lui” rispose Gold.
Ma Silver non l’ascoltò e si inoltrò nel bosco, diretto al nascondiglio dell’enorme Ursaring che avevano seguito fino a quel momento. Silenzioso come un’ombra, aggirò la bestia e raggiunse le riserve di miele.
Si piegò a novanta gradi, col barattolo in mano, pronto a razziare il dolce nettare. Aprì il coperchio con un sonoro pop! Che svegliò l’Ursaring. Il Pokémon ruggì e con una sola zampata gli staccò il braccio destro. Poi addentò il sinistro, strappandogli carne e ossa. Il ragazzo non ebbe il tempo di urlare di dolore che si ritrovò con entrambi gli arti conficcati dove non batte il sole. Morì all’istante.
Mentre l’Ursaring era ancora furente d’ira e con il sangue agli occhi, Gold gli si avvicinò con calma glaciale. Raccolse il cucchiaio che era caduto a Silver da terra, lo pulì sui capelli di lui e poi si sedette su un tronco lì vicino. Iniziò a mangiare il miele a grandi cucchiaiate, mentre Ursaring s’era acciambellato ai suoi piedi e si faceva fare i grattini dietro le orecchie, facendo le fusa.

83. MANNEQUIN CHALLENGE
“Sì, lo so che può essere scomodo farmi da manichino umano, ma Sapphire ha rotto tutti gli altri facendo wrestling selvaggio” faceva Ruby, puntando degli spilli sull’abito addosso a Silver.
Era un elegante tubino da sera per una festa in maschera, con tanto di maschera, ventaglio e piumaggio.
“Sì AHIA tranquillo AHIA, tanto non AHIA fa male AHIA”.
Quello gli girò alle spalle, continuando a tagliare e tirare tessuto. Lo tirò un po’ più giù, dimenticando che le spalline, quel tubino non dovesse avercele. Il petto del rosso, con quei quattro peli fulvi in totale contrasto con la carnagione da latticino, rimase scoperto.
“Hey, che fai?!” esclamò, tirandolo di nuovo su. “Non ho il reggiseno!”.
Ruby sbuffò e camminò ancora attorno a lui, come uno squalo affamato. “Non tirarlo troppo sopra che ti si vede lo scroto da dietro”.
“Oh, ho lo stesso problema con AHIA i pantaloncini AHIA. Sono necessari questi punti AHIA dietro la schiena?”.
“Vuoi che ti si veda lo scroto?”.
“AHIA no AHIA”.
“Benissimo. Allora sopporta”.
“Poi mi AHIA raffreddo”.
Ruby girò ancora attorno a lui, sorridendo e annuendo soddisfatto. “Perfetto. E ora la maschera. Cominciamo a mettere i punti sulla zona occhi e… uno qui, uno qui e… Silver? Silver, alzati da terra! Stai sporcando il vestito di sangue! E ti si vede di nuovo lo scroto!”.

84. IL “SILVER”
Adocchiata la preda della serata, bionda, Gold gli si avvicinò immediatamente. Stavolta avrebbe sfoggiato un nuovo trucchetto. E così, dopo svariate ore e diversi drink, Gold si trovò a immedesimarsi perfettamente nella parte. Raccontò la sua vita, da quando fu catturato da un certo Maschera di Ghiaccio, passando per la sua fuga, fino al trovare i suoi migliori amici. Raccontò dei suoi disagi nel rapportarsi con gli altri, del suo Weavile che non accettava di farsi mettere lo smalto, dei bambini che da piccolo lo sfottevano perché lui era sensibile e concluse con una storia strappalacrime sulle morti del suo migliore amico, costretto da una forza ancestrale a morire cento volte, devastandogli il cuore. La bionda era quasi sua quando qualcuno urlò dalle loro spalle.
“Tu, figlio di puttana! Stai usando la storia della mia vita per rimorchiare!” sbraitò Silver, apparso dal nulla.
Immediatamente, la bionda buttò il suo drink in faccia a Gold e girò i tacchi, andandosene.
La rabbia montò all’interno del moro.
“Era praticamente mia!” disse lui.
Dopodiché estrasse da sotto la giacca un badile. Si sorprese di avere un badile, ma poi si ricordò di essere ubriaco e di non sapere come riusciva a fare certe cose, quindi fece spallucce. Poi impugnò il manico con entrambe le mani e abbatté l’estremità opposta sulla fronte di Silver, spaccandogli la testa come fosse una noce di cocco.

85. PRESSIONE 2
Le terme di Cuordilava erano il rimedio migliore per i reumatismi di Silver. Da quando Gold aveva venduto la stanza del rosso a un cinese che l’avrebbe utilizzata per aprire un negozio di articoli vari, Silver era stato costretto a dormire sull’amaca in giardino. Comprata dallo stesso cinese.
Tutto molto bello se non fosse stato che quel gennaio il freddo non accennava a diminuire.
Cuordilava è deliziosa” gli aveva consigliato Red. “Soprattutto in inverno. Le terme sono un toccasana per i danni dovuti alla temperatura” aveva suggerito il più grande, che aveva voluto provare il brivido di capire se il pene congelato fosse rimasto rigido e allungato se si fosse addormentato coi genitali da fuori e a pancia sotto.
E così Silver si spogliò totalmente e s’immerse nelle calde acque termali.
Il vapore era tanto e fu veramente un toccasana per la sua cervicale, oltre a rilassarlo e a permettere che i muscoli si godessero un po’ di  riposo.
Almeno fino a quando non accadde che tutti i muscoli, contemporaneamente, si contraessero: dalla porta era entrata Fiammetta Moore, la bellissima Capopalestra di Cuordilava.
Fischiettava Crying at the Discoteque quando il già cortissimo telo che celava il suo corpo cadde per terra.
Silver fu in grado di vedere una bellissima donna senza vestiti, dal lungo collo e dai seni prosperosi sopra una pancia piatta e un ciuffo di peli pubici fulvi, che entrava nella stessa pozza d’acqua termale in cui era lui.
Fiammetta invece vide un ragazzino skinny con gli occhi appena esplosi che poco dopo galleggiava a pancia sotto.

86. CHUCK NORRIS
Silver stava facendo zapping quando incontrò il programma ‘Walker Texas Ranger’. Sbuffò stufato e annoiato.
“Che programma ridicolo, tutti sanno che Chuck Norris in realtà è un idiota”.
“Sssssssssssh” lo zittì Gold, premendogli l’indice sulle labbra.
Silver ebbe una leggera erezione.
“Non dire queste cose ad alta voce! Le orecchie di Chuck Norris sono così muscolose che possono sentirti. E io non ho intenzione di lavare di nuovo via il tuo sangue dal parquet del cazzo di Crystal”.
“Gold, non blaterare. È solo una serie tv, in realtà lui è soltanto un vecchio decrepito”.
In quel momento la porta si aprì di botto e una figura entrò dentro casa.
“Chuck Norris?!” esclamò Silver.
Il ranger gli si avvicinò e con un solo calcio rotante lo decapitò, uccidendo lui, la sua famiglia e la sua mucca.

87. NON C’È DUE SENZA TRE
Le terme di Cuordilava erano il rimedio migliore per i reumatismi di Silver e Crystal. Da quando Gold aveva venduto le loro stanze a un ucraino che le avrebbe utilizzate come camere per far lavorare Katiusha e Magdalena, le puttane gemelle che avevano passato la clamidia a mezza Johto, Silver e Crystal erano stati costretti a condividere l’amaca in giardino.
Tutto molto bello se non fosse stato che quel gennaio il freddo non accennava a diminuire.
Cuordilava è deliziosa” gli aveva consigliato Red. “Soprattutto in inverno. Le terme sono un toccasana per i danni dovuti alla temperatura” aveva suggerito il più grande, che aveva voluto provare il brivido di capire se il pene congelato fosse rimasto rigido e allungato se si fosse addormentato coi genitali da fuori e a pancia sotto.
E così i due si recarono nella piccola cittadina di Hoenn e si prepararono. Crystal non ebbe problemi a spogliarsi davanti a lui, che le aveva depilato un paio di volte la patata e sapeva cosa celassero le sue mutande con le mucche viola disegnate sopra, sporche di ciclo. Ma lui aveva vergogna.
“Come se non avessi già visto quel cosino. Tira fuori le palle grassocce! Tuo padre ha inculato l’intera Kanto e tu non riesci a farmi vedere il cazzo?!”.
Fu colpito nell’orgoglio e lasciò cadere il telo bianco.
Crystal sorrise.
“Che carino, il tuo vermicello!” sorrise, prendendo poi l’amico per mano ed entrando nella vasca d’acqua calda.
Parlarono del più e del meno per un quarto d’ora, prima che la porta cigolasse. Silver si voltò dal lato sbagliato, venendo rapito da una nuvoletta di vapore che assomigliava alla buonanima di Aldo Biscardi, mentre una più che avvenente Fiammetta salutò Crystal con un cenno del capo. Lasciò cadere l’asciugamano e mostrò agli occhi della ragazza di Violapoli le sue grazie.
E Crystal divenne improvvisamente lesbica.
E quando Silver si voltò vide quelle due donne leccarsi gli orifizi a vicenda a bordo vasca.
“Ma-ma-ma… Ma che diamine state… A’lesbica! A’lesbica!” urlò incontrollato il rosso, avvampando più velocemente del necessario.
I suoi occhi esplosero al momento, e il sangue ricoprì i volti delle due, risultando come due meravigliose sirene dai volti coperti di efelidi.

88. ROCKET
Gold entrò dentro casa portando sulla spalla uno strano animale.
“Silver, io e Crystal siamo tornati. Questo è Rocket, un nostro nuovo amico. Qualsiasi cosa tu faccia, ti prego, non chiamarlo…”.
“Un procione!” urlò Silver, eccitato.
Corse verso di Gold e prese in braccio l’animale, cullandolo come una madre.
Rocket non la prese affatto bene e gli morse il naso. Silver strillò come una ragazzina e lo lasciò cadere. Il procione corse quindi da Gold, il quale aveva in mano il suo zaino da viaggio. Ne estrasse un’enorme mitragliatrice e la puntò contro di Silver.
Budda Budda Budda Budda Budda.
“Blam, sei morto!” esclamò Rocket.
Dopodiché si toccò il cazzo e andò a prendersi una merendina.

89. DITALINO
Nessuno riuscirà mai a capire come aveva fatto Silver a convincere Fiammetta Moore a venire a letto con lui.
Era una donna dall’animo infuocato, dall’incredibile bellezza e dalla passione incandescente.
“Ho il ciclo hic” disse ubriaca, mentre il ragazzo cercava le chiavi di casa nelle tasche.
“Dove cazzo le ho messe…”.
“Hai hic visto nella borsa? Hic”.
“Non ho la borsa hic”.
“Hic perché hic singhiohiczzi?! Hic”.
“Non hic lo hic so hic”.
Lei era totalmente in balia del tasso alcolico. Si gettò su di lui col suo corpo giunonico, strofinando i fianchi contro il pacco del ragazzo. Poi sorrise, sentendo la sporgenza che aveva nelle mutande.
“Hey… hic… hai una pistola o sei solo hic felice di hic vedermi?”.
Quello sorrise gentilmente e infilò le mani nelle mutande.
E le tirò fuori.
“Ecco dov’erano le chiavi”.
Aprì la porta e gettò Fiammetta sul divano, svestendola più velocemente ed efficacemente di un ladro di Forcella. La vide lì, a cosce spalancate, mentre lo Stige scorreva dalla feritoia che aveva tra le gambe.
“Fottimi! Hic!” urlò lei, tirandolo a sé.
Fu istintivo, e dopo un iniziale stop dovuto al fatto che la donna avesse del mestruo che le colava dal corpo, si rese conto di avere avanti una delle donne più belle che aveva mai visto in tutta la sua microbatterica esistenza. Era anche ubriaca, e non avrebbe ricordato la pessima figura che avrebbe fatto con la sua performance.
Quando beveva Coca Cola era fiacco.
E quindi gettò nel corpo di lei due dita.
Lei gemette e lui si eccitò prepotentemente. Le regole di quella donna erano incandescenti ma la voglia di scoparsela superava ogni necessita. Dopo averle massaggiato la vagina per un minuto buono, una puzza di bruciato si levò in aria.
Levò le dita da Fiammetta, accorgendosi di non averle più.
“Si sono sciolte…” osservò, stranito.
“Sono una hic donna dalla hic… passione incandescente… hic” fece, parlando con lui ma guardando la piantana alla sua destra.
Silver guardò poi il suo pene, e alzò lo sguardo verso la vagina killer.
“Almeno una morte me la godo…” disse, prima di scoppiettare come un chicco di mais. E tutto finì in un hic.

90. GRADI
Dopo anni e anni di ricerche, Silver era finalmente riuscito a trovare il modo di contattare l’amore della sua vita. In cambio di una sostanziosa somma di denaro, Tiziano Ferro aveva acconsentito a fare sesso con lui.
E ora, dopo tanta attesa, eccoli lì. Silver era comodamente steso in avanti sul letto, col culo appuntato verso l’alto, in attesa che il cantante desse inizio ai giochi.
Continuarono per quello che parve un’eternità, fra coccole e carezze. Quando poi Tiziano iniziò a darci dentro sul serio, Silver non riuscì più a contenersi e iniziò a urlare.
“Fammi sentire il ferro. Fammi vedere che ce l’hai!” aveva detto lui, in preda all’orgasmo.
E Tiziano lo prese in parola. Ancora in penetrazione, si spostò verso il comodino andando a scavare nella tasca interna della sua giacca, trovando la sua Beretta.
Diede un’ultima botta e poi fece cantare il caricatore.

91. CANI GUIDA E PARAGONI SCOMODI
Silver era cieco.
S’era masturbato troppo, e così i fedeli coinquilini, Gold e Crystal, gli avevano regalato un cane guida, un cucciolo di Growlithe che spesso aveva mantenuto a novanta il numero di morti subite.
“Hey, Ray Charles” lo chiamò Gold, un giorno. “Scommettiamo che anche con il tuo fidato cane non riesci a…”.
“Si chiama Vomitino” fece, quasi infastidito.
“Non leverò ulteriormente la dignità a questo cane. Ha già un padrone di merda, mi fa pena abbastanza. Comunque ti sfido a passare in quella pericolosissima fabbrica di granate senza morire, accompagnato da lui”.
“Sarà un gioco da ragazzi!” esclamò.
E così Gold e Crystal aspettarono alla fine del percorso, in silenzio, e dopo dieci minuti buoni, al guinzaglio di Vomitino vi era solo il braccio mozzato del rosso.
La ragazza guardò il moro con sufficienza. Non sembrava contenta.
“Siamo quasi arrivati a cento. Avresti potuto ammazzarlo in maniera decisamente migliore e divertente, tipo quella del manichino”.
“Non l’ho ammazzato io, lì”.
“E figurati! Ruby e Sapphire hanno avuto solo due pezzi e hanno fatto meglio di noi!”.
Gold sbuffò. “Gli autori! Sono loro che sono delle merde!”.

92. FANTASTICHIAMO
Ok, è il momento di sfondare per un momento la quarta parete (oltre, come avete visto succedere spesso, le cavità orali di Silver). Ormai avete capito come funziona: il succo è uccidere Silver, non importa in che modo, basta che sia ridicolo.
Quindi ora facciamo un gioco assieme, voi e noi due autori. Immaginate una scena qualsiasi.
Fatto?
Bene, adesso subentra Gold, che rende il tutto più divertente. Molto meglio se gli fate fare qualche battuta sessista o antisemita (vedi il numero 80).
Fatto?
Ottimo. Ora, trovate un’arma qualsiasi o una situazione generica in cui il nostro amatissimo eroe perde la vita. Molto meglio se ridicola o, ancora meglio, assurda (vedi il numero 84).
Fatto?
Complimenti, anche voi avete ucciso Silver!

93. HO-OH AVEVA LE ZAMPE INTORPIDITE
“Benissimo!” rideva Maschera di Ghiaccio, seduto sul suo trono. “Il nuovo ragazzino sta per arrivare e…”.
“Ehm… Mi scusi, Sua Mascherosità…”.
Carl e Sham si erano avvicinati a capo chino.
“Che volete?” tuonò quello.
“Ecco… Ho – Oh è arrivato…”.
L’uomo rise festante. “Meraviglioso! Portatemi qui il pargolo! Traviamolo! Riempiamogli l’intestino di petardi e facciamogli mangiare delle palle di fuoco!”.
“Veramente…” faceva Sham.
Fu Carl a prendere coraggio. “Veramente il ragazzino è caduto durante il volo. Ho – Oh ha portato qui soltanto le sue cose, e un catalogo di Ikea del 2015. Le polpettine erano in offerta”.
Le pupille dell’uomo si dilatarono dietro la maschera, e i denti si strinsero così forte da far saltare tutte le otturazioni.
“Come?! Come è possibile?! Nein! Nein! Nein! Nein!”

94. CERETTA ALTERNATIVA
“Crystal, ho finito le strisce depilatrici! Me ne porti un po’ in bagno?” chiese Silver, intento a sfoltirsi il membro, in previsione dell’incontro serale con Gennaro Bullo.
“LE HAI FINITE DI NUOVO?!” sbraitò lei da giù.
Silver si rannicchiò nel box doccia, impaurito. Sentì i passi di lei farsi sempre più pesanti e vicini. Crystal sfondò la porta con un calcio accompagnato dal rutto da battaglia. Gli si avvicinò con una bottiglia fatta di strana plastica in mano.
“Vediamo se così mi consumi di nuovo tutte le strisce depilatrici prima del mio appuntamento con Rocco!” urlò lei, gli occhi iniettati di sangue.
Aprì la bottiglia e riversò dell’acido fluoridrico addosso a Silver. La carne di lui iniziò immediatamente a venir corrosa, fra grida di dolore degne di una checca isterica.
Lentamente, la vita abbandonò il rosso.
Sulla soglia del bagno, Gold osservava il tutto mangiando, con lentezza studiata, uno yogurt al caramello.

95. ARCEUS VEDE TUTTO
Transexual Anal Creampie after pooing.
Era questo che stava cercando Silver su Pornémon. Già aveva il dildo rosa di Gold infilato su per il culo e si massaggiava il glande con la punta del mignolo, aspettando che la pagina caricasse.
E lo fece.
Un uomo, che era palesemente uomo, con una nerchia da uomo ma due bocce posticce e un culo di gomma, stava inculando un altro travone col sedere sporco di merda.
Non sapeva perché, ma quelle cose lo eccitavano.
Aveva un’erezione potentissima (IT’S OVER 9000!) e si stava smanettando l’uccello quando poi il computer si bloccò, freezando l’immagine sulla figura di un pezzo di diarrea che volava, poetico, verso il pavimento.
“Che diamine?!” esclamò lui. “Perché non vai?! Sul più bello! Era qui che la trama s’infittiva!”.

SILVER

“Papà?” domandò lui, stringendo ancora il membro nella mano destra e guardandosi attorno.

QUASI. SONO DIO.

“Ah, papà, ciao!” fece, alzandosi e levandosi il cazzo di gomma dal culo. “Scusami, ero impegnato a fare il sudoku e…”.

SONO ARCEUS, PORCO ME!

“Ah…” fece, abbassando lo sguardo. Riprese il dildo tra le mani. “Allora questo lo rimetto dov’era…” disse, tappandosi di nuovo il buchetto con quel rarissimo pene finto appartenuto ad Agatha durante la sua breve carriera di pornoattrice dove si era fatta conoscere come Mistress Oakbender.

VUOI SPIEGARMI PER QUALE MOTIVO  NON TI MASTURBI COME TUTTI GLI ALTRI CON DELLE COSE NORMALI?! MI FAI VERGOGNARE DI AVERVI LASCIATO LA LIBERTÀ DI SCEGLIERE COSA DIVENTARE!

“Beh, a ognuno piace ciò che piace, padreté…”

A TE PIACE LA MERDA DAL CULO DEI TRANS?

“Devo ammettere che ha una strana poesia, la cosa”.

SILVER…

Arceus sospirò e fece esplodere il dildo di gomma che il ragazzo aveva nel culo, provocandogli lesioni interne e lasciandolo accasciare per terra.

E VOI… IO VEDO ANCHE VOI…

96. SACRIFICIO ESTREMO
Lentamente, Gold rinvenne. Aprì gli occhi e si trovò in una grossa stanza con piastrelle tipiche delle sale operatorie che ricoprivano pavimento e soffitto. Appeso a delle grosse catene, c’era Silver: le gambe erano spalancate e un grosso palo appuntito si trovava a una decina di centimetri dal suo sedere.
Gold si alzò a sedere sul letto che aveva come spalliera una fine decorazione d’oro, intarsiata di pietre preziose. Si stiracchiò e saggiò il materasso: morbido e sodo al tempo stesso. Gli ricordò la notte di sesso sfrenato con Fiammetta.
“Ben sveglio, Gold” proruppe una voce da altoparlanti invisibili.
“Voglio fare un gioco con te” continuò.
“Prima la colazione…” disse pigramente il moro.
Sentì un sospiro, poi la piccola porta, unica comunicazione col mondo esterno, si aprì. Ne entrò un servo calvo, che portò cornetti e pizzette, caffè e succhi di aranciata. Così Gold passò i successivi venti minuti a mangiare. Quando ebbe finito, gli altoparlanti risuonarono.
“Finito? Posso andare avanti?”.
“Veramente avrei voglia di una birretta…”.
“Ok io ci rinuncio. Non posso continuare così… e allora dillo che non vuoi essere torturato!”.
“Nono, ma che hai capito! Tu vai benissimo così come sei, il problema sono io. Avanti, torturami pure”.
“Sicuro?” singhiozzarono gli altoparlanti.
“Ma certo”.
La voce borbottò soddisfatta, poi riprese a parlare.
“Davanti a te c’è una ghigliottina. Devi infilarci il braccio sinistro e tagliarlo. Non morirai: appena avrai eseguito, il mio servo entrerà a portarti le cure di cui hai bisogno e poi potrete andarvene, tu e Silver. Così proverai la vostra vera amicizia. Se non lo farai entro cinque minuti, il palo dietro il tuo amico inizierà a muoversi in avanti, aprendolo in due come una fottuta noce natalizia”.
“Quindi… posso anche non fare niente?”.
“Sì, il timer parte ora. Quale sarà la tua scelta, Gold?” rise di gusto l’aguzzino, da dietro gli altoparlanti.
Gold si alzò e si diresse alla porta.
“Dove vai? Aiutami!” disse Silver.
“Lo farei… ma ci tengo a Cherì”.
“Ma con l’aiuto di Green potrò fartela ricrescere, aiutami!”.
“Davvero può farlo?”.
“Sì, solo tre giorni e avrai di nuovo il tuo braccio” supplicò Silver.
“Tre giorni? Allora no. Mi sego con la sinistra, non posso stare tre giorni senza”.
Gold aprì la porta e fece per uscire, quando la voce di Silver lo bloccò.
“Almeno resta con me gli ultimi minuti di vita…” implorò lui.
 “Lo farei… ma non voglio” e Gold richiuse la porta alle sue spalle.

97. INSERT COIN
- PLEASE, INSERT 25ç

- NOW  SELECT THE KILLING
□ Animale feroce;
□ Arma da fuoco;
□ Sgarbi incazzato;
□ Crystal col ciclo;
□ Gold quando Crystal ha il ciclo;

- THANK YOU & GOOD EVENING.

98. FANGIRL
Silver stava camminando per le strade di Azzurropoli quando vide in lontananza un’orda di ragazze correre. Con cartelloni in mano che chiamavano il suo nome e stringendo foto del suo calendario di beneficenza per i pompieri, le ragazze corsero verso di lui e impazzirono appena lo videro.
Silver, impaurito, iniziò a correre a sua volta cercando di seminarle. Venne però colpito alla testa da un reggiseno volante, imbottito di pietre. Cadde a terra e in un attimo le sue fan furono su di lui. Lo baciarono, lo abbracciarono e lo stritolarono fra i loro corpi e Silver sentì tutti i loro capezzoli turgidi premergli contro il viso. Inorridito da tutti quei corpi femminili, cercò di girarsi quando iniziò a vomitare. Però loro glielo impedirono e il vomito non ebbe alcun modo di liberarsi dalla sua bocca, finendo così con l’affogarlo.
Una volta morto, le ragazze iniziarono a litigare fra di loro per il possesso del corpo. La rissa esplose quando una di loro, la più grassa, con soddisfazione alzò al cielo il suo premio.
“Il pene è mio!” urlò, agitandolo in aria, dopo averlo tagliato con delle grosse forbici da giardinaggio.

99. ROYAL RUMBLE
L’abitazione di Silver era totalmente buia. La notte stava scivolando velocemente e il ragazzo dormiva rumorosamente, alternando un peto all’atto del russare.
Red camminava silenziosamente nella casa. Il suo obiettivo dichiarato era uno: doveva partecipare alla serie di omicidi che avevano visto Silver come vittima.
Aveva un grosso coltellaccio tra le mani, col quale aveva sfilettato il merluzzo poche ore prima a casa sua. Non lo aveva neppure pulito.
Sarebbe stata la sua firma, come assassino.
E avanzò nel buio, raggiungendo la rampa di scale che lo avrebbe condotto al piano superiore.
Il primo scalino scricchiolò; gli si gelò il sangue nelle palle.
Il secondo fu invece silenzioso.
Non appena mise piede sul terzo, un reggiseno gli si avvolse attorno al collo, impiccandolo al momento.
Quella era una delle trappole di Blue, che a sua volta doveva necessariamente uccidere suo fratello per un’ultima volta. Recuperò il reggiseno e lo mise in testa, a mo’ di elmo. Tra le mani aveva un alare del camino.
Pesava, ma era piuttosto muscolosa, lei. Aveva impiegato pochi secondi a strozzare Green, in giardino, che a sua volta doveva sfogare la giornata di merda avuta in Osservatorio.
Sapeva che Yellow era lì ma le avrebbe fatto notare che era una ragazza bassa e senza tette, mandandola in totale crisi di panico e vedendola crollare psicologicamente.
Le avrebbe poi dato il colpo di grazia e avrebbe appeso i suoi genitali fuori dalla finestra, per attirare gli orsi e procurarsi la cena per l’intera settimana.
Salì le scale e, come un ninja, entrò nella stanza di Silver.
Yellow era già lì, con una banana di gomma stretta tra le mani.
“Questa te la faccio salire su per il…” sussurrò gentilmente la ragazza del Bosco Smeraldo, prima che il suo cranio si spaccasse in quattro.
Blue ormai era sola. Levò il caschetto push-up e sorrise.
Stava finalmente per ammazzare Silver.
Strinse l’alare del camino e fece per attaccare con foga suo fratello, quando quello, con riflessi incredibili, si svegliò e rotolò sulla sinistra, cadendo in maniera perfetta sulle ginocchia e colpendo con un calcio basso l’altra. Afferrò infine il comodino e lo spaccò sulla testa di Blue.
“Sì! Non mi fottete, stavolta! Non ce la farete!”.
Poi il lampadario cadde, decapitandolo.

100. PREVIDENTE ALLE FESTE
Crystal e Silver erano riuniti attorno al tavolo, nella cucina di casa. Un’immensa torta a tema Winx, con la glassa rosa e piena di confetti argentati, era sistemata davanti a Silver.
“Sei emozionato?” chiese la ragazza, porgendo il suo regalo al rosso.
“Tantissimo!” rispose lui, prendendo il pacco con la carta attorno.
Lo scosse, cercando di capire cosa ci fosse all’interno.
“Attenzione, finirai col romperlo. Ho preparato una cosa speciale per oggi”.
“Che cos’è? Sento un rumore metallico”.
“Oh, vedrai. Ne rimarrai colpito”.
In quel momento la porta di casa si aprì e Gold fece il suo ingresso.
“Ho preso le candeline” annunciò.
Chebellochebellochebellochebellochebello. Con ieri sono morto novantanove volte!” disse Silver, colmo d’orgoglio.
“Spero tu abbia preso il numero giusto stavolta. E non un novanta a forma di pecora, come per la festa della vicina anziana, Gertrude. Sennò te la faccio vedere io” minacciò Crystal.
“Tranquilla, stavolta ne ho presa una che riprende fedelmente ciò che ti ho fatto l’altra settimana a letto”.
E questo commento costò a Gold un doloroso calcio sui malleoli.
“Posso aprire i regali adesso?” s’intromise Silver, col sorriso da ebete stampato in faccia.
“Prima c’è la torta” sentenziò Crystal.
“Ma dai, lascialo stare, tanto non muore mica. Forse” Gold spettinò il rosso con fare amichevole.
Lui rise come una ragazzina in calore e poi prese fra le mani il pacco di Gold.
Non quel pacco.
L’altro.
Il regalo per la festa.
Lo scartò e vi ci trovò dentro una confezione di preservativi non a base di lattice.
“Così non ti gonfi più come l’ultima volta” accompagnò Gold.
Poi iniziò a sistemare le candeline.
“Uno… duuue, tre, quattro…”.
“Gold, davvero hai preso novantanove candeline singole?” chiese Crystal.
“Certo. Quindici, sedici, diciassette…”.
“Ora posso aprire il tuo regalo?” Silver s’intromise di nuovo fra i due.
“Va bene, va bene. Ma mi raccomando, lontano dalla torta. Ti conosco, finiresti col rovinarla. E aspetta che Gold finisca con le candeline e le accenda, sennò porta male”.
Così Silver fece un paio di passi indietro, andando a sedersi sulla spalliera del divano. E aspettò.
“Novanta, eheheheh, novanta… Novantasette, novantotto… novantanove. Finito” annunciò Gold, accendendo tutte le candeline.
Non potendo più attendere oltre, Silver strappò la carta a morsi, tagliandosi le labbra nel farlo, cagionevole com’era. Non appena aprì la scatola, una granata shrapnel gli esplose in faccia. I frammenti di acciaio penetrarono negli occhi, nel volto e qualche pezzo anche in gola. Silver cadde a terra, in un bagno di sangue.
Fatality” commentò Gold.
“E cento. Stavolta l’ho ucciso io! Beccati questa, Gold, ti ho rubato la final kill” disse orgogliosa Crystal. “Però così ho rovinato la festa… oh…” la ragazza si adombrò immediatamente dopo.
Impassibile, Gold mise mano nella tasca interna del suo soprabito da maniaco sessuale, rigorosamente marrone sbiadito, per estrarne una piccola busta di cartone.
Sempre con calma innaturale, l’aprì e ne estrasse una candelina. L’accese usando il suo sigaro e la mise sulla torta.
“Sono sempre previdente” commentò mentre Crystal gli stampava un bacio sulla guancia, in segno di ringraziamento.

 

PARLA HANCOCK
Che dire, questa esperienza che è partita UNICAMENTE con scopi vendicativi nei confronti di una nostra amica (Linnea) che è fissata maledettamente con questo personaggio, ci ha fatti divertire. Abbiamo riso, un po’ come Gold quando ha infilzato Silver con il montacarichi.
O quando Arceus ha bestemmiato se stesso.
Se siete passati oltre tutto il razzismo, antisemitismo, e puttanate varie, siete delle brutte persone.
Ricordate, Arceus vi vede e provvede. Non usate dildi. Ok solo uno.
 
PARLA ANDY
Mi sono vergognato poche volte di qualcosa che ho scritto come successo in questo mesetto.
Tralasciando le bugie (?) questa storiella che vede intrinseche tematiche totalmente da ostracizzare è venuta fuori per gioco.
Uno scherzo fatto a Linnea, come già specificato più volte, che già ci ha minacciato con i cani. Ti amiamo. Oltre lo scherzo però c’è una triste realtà, almeno dal mio punto di vista, che vede un terribile blocco dello scrittore.
È la prima volta che una cosa del genere mi affligge e posso assicurare che l’unico modo di uscirne è continuare a scrivere e a esercitarsi.
Questo non è, OVVIAMENTE, un esercizio, ma un esempio da seguire in massa.
Cioè, mi spiace solamente che la prima storia ufficiale del collettivo Couragers sia stata questa, perché è effettivamente povera di contenuti degni.
Tuttavia oh… abbiamo avuto cento idee malatissime.
Hancock ne sta avendo ancora, giusto per informazione.
Lo ringrazio, perché mi è stato vicino durante la stesura, soffertissima, e mi ha dato l’opportunità di tornare a scrivere, anche se qualcosa di stupido.
Davvero molto stupido.

Rammento a tutti che la storia è nata con intenti parodistici e che l’omicidio è una brutta cosa, ma che se hai il potere di commetterlo cento volte con la stessa vittima beh, o lo stai facendo male, o hai davanti un fenomeno.
Alla prossima, che tra poco torna anche TSR, dopo un tenerissimo (HAHAHAHA NON È ASSOLUTAMENTE TENERO) Special di Natale.

Grazie a tutti.

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