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Myzat - Crawling Back to you


Crawling back to you - PreciousMetalShipping
Gold aveva quasi dimenticato quale fosse il piacere di poter guardare per lunghi e interminabili secondi gli occhi grigi di Silver. Erano sempre seri, vuoti e allo stesso tempo profondi, talmente tanto che poteva perdersi. Poi fissava gli zigomi, le guance sempre pallide, e le labbra screpolate.
Le sue sopracciglia corrucciate, e il labbro inferiore che aveva il vizio di mordere. Gold moriva, ogni volta che lo faceva.
Non lo vedeva da due settimane, e quasi pareva un miraggio ritrovarselo davanti ai suoi occhi, che catturavano ogni suo singolo movimento.
Si trovavano nell'appartamento di quest'ultimo, e Silver si era praticamente sdraiato sul divano a pancia in giù, come era solito fare. Gold invece era di fronte a lui, col gomito appoggiato sul tavolo.
"Com'è stata Unima?" chiese ad un certo punto il ragazzo dai capelli neri e il ciuffo improponibile, rompendo il ghiaccio.
"Rumorosa e troppo affollata" rispose Silver, rivolgendogli un'occhiata.
"Beh, in fondo sei abituato alle cose semplici, immaginavo non ti sarebbe piaciuta".
"Mi è piaciuta. Ma prima o poi sarei dovuto tornare" Gold sbuffò.
Erano giusto le quattro del pomeriggio, alle cinque sarebbe arrivata anche Crystal per salutarlo.
Gold non voleva una terza persona, per quanto volesse bene a Crystal (del bene comunque opinabile dato che ci litigava sempre) aveva bisogno di rimanere solo con il rosso. C'erano tante cose che non si erano detti, e che avevano lasciati in sospeso.
"Mi sono stancato. E' da stamattina che siamo insieme e non abbiamo parlato per nulla" disse, aspettandosi la classica espressione da ameba.
"E di che dobbiamo parlare?"
"Di quello che hai mollato andandotene ad Unima con Blue per fare la checca nei negozi. Pensavo ci fosse qualcosa fra di noi, o no?"
Silver dapprima non rispose, poi si mise seduto e aspettò che Gold dicesse altro, perché di sicuro non era finita lì.
"Voglio dire, mi stai dietro per tutto il tempo, scopiamo e mi dici che mi ami e poi, per qualche ragione sconosciuta, te ne vai mollandomi come un cretino per due settimane, a fumare il doppio delle sigarette perché senza di te mi annoio" si alzò e a braccia incrociate aspettò una risposta.
Non pareva troppo arrabbiato.
"Hai detto tutto, io ti sto dietro e ti annoi senza di me. Non c'era nulla, io ero il tuo passatempo e mi è bastato" disse poi, evitando il suo sguardo.
"Dio..." imprecò a bassa voce cominciando a scaldarsi.
"Silver, e che cazzo, mi conosci abbastanza bene e sai che io non sono il tipo che esprime quello che prova verso una persona, non lo faccio neanche con le ragazze. E siccome non mi capivano le ho sempre mollate, ma pensavo che forse tu un minimo ne fossi venuto a conoscenza!"
Gold, ne aveva avute di storie, roba da una settimana, da un mese al massimo, poi le aveva sempre gettate nel cesso. E non gli importava parecchio, sinceramente parlando. Le sue relazioni erano sempre nate da del buon sesso, niente di più. E, nate per come erano, finivano subito.
Eppure, in quel momento c'era solo lui che gli interessava. Lui e nessun altro.
"Mi tratti come un oggetto. Quando ti annoi mi cerchi, e se non ci sono ti incazzi pure. Gold lo vuoi capire che sono stanco?"
Silver non ne aveva mai parlato, aveva sempre annuito e basta, e con Gold non aveva mai avuto delle grossi liti, se non per chi dovesse prevalere a letto.
Ma in quel momento era alle strette, e se non avesse parlato probabilmente avrebbe solo aggravato la situazione.
"Avresti potuto parlarmene invece di andartene e lasciarmi così! Come puoi minimamente pensare che non mi arrabbi se un giorno prima sei nel mio letto e l'altro ad Unima con la tua cara sorella? Eh no, tu sei Silver e devi agire in modo che il tuo orgoglio non venga distrutto quando io nel mentre ti muoio dietro e aspetto solo di poterti baciare di nuovo, e adesso possibilmente anche di strapparti le labbra a morsi". Silver alzò un sopracciglio, leggermente stupito. Si alzò dal divano e si avvicinò lentamente all'altro, facendogli notare la lievissima differenza di altezza, di cui il fulvo si era sempre vantato.
"Ti sono mancato?" chiese ad un tratto, guardandolo negli occhi. Gold aggrottò le sopracciglia e nervosamente gli mise le mani sul petto, stringendogli la maglietta nera che indossava.
"Coglione..." disse, poco prima di avventarsi sulle sue labbra, in un bacio rude e troppo forte, così tipicamente Gold.
Gold non aveva aspettative, o progetti per il futuro, non aveva ambizioni, non era come Red o Green, o Crystal. Lui semplicemente agiva per divertirsi, o quantomeno liberarsi dalla monotonia di tutti i giorni.
Lo sbattè al muro e cominciò a passare le sue dita in quei capelli non esageratamente lunghi, e semplicemente meravigliosi e morbidi al tatto.
Giocò con la lingua, leccandogli il labbro inferiore, e mordendoglielo. Silver lo lasciò fare, con una leggera smorfia di dolore.
Era da troppo tempo che non lo sentiva suo, che non sentiva la sua voce carica di eccitazione, o anche solo la morbidezza della sua pelle, bianca come la carta.
Silver sapeva quanto fosse stato cattivo nel lasciarlo solo, ma in fondo lo aveva fatto apposta e Gold era abbastanza intelligente da averlo capito.
Mise la mano sotto la sua maglietta e scese con la bocca sul suo collo, mordicchiandolo e lasciandogli vari segni viola che tanto detestava.
"Vuoi farlo qui?" chiese Silver ad un certo punto, con voce roca.
"Chi ti ha detto che voglio farlo?"
"Ti ricordo che sei Gold e mi stai praticamente spogliando".
"Andiamo in stanza".

Silver si era ritrovato su quel letto cigolante tanto conosciuto, con le coperte ancora sfatte. Era nudo, e Gold non aveva perso tempo a toccarlo nei posti più piacevoli.
Voleva sentirlo come mai aveva fatto prima, e magari anche farlo un po' penare per il dispetto di prima. Tanto Silver non avrebbe mai detto di no a del buon sesso con Gold.
"Torniamo sempre allo stesso punto" disse il moro con un lieve ghigno stampato sul viso, di fronte all'altro che nel mentre gli stava levando i pantaloni. Silver gli lanciò un'occhiataccia e riprese a baciarlo, quasi infastidito da quell'arroganza. Si mosse sotto di lui e cominciò a graffiargli la schiena, avendo come risposta una qualsiasi bestemmia aliena.
Gold voleva giocare, ma Silver non era d’accordo per la prima volta. Anche perché non avevano molto tempo, Crystal sarebbe arrivata a breve e non voleva avere certi problemi per colpa di quell’idiota dall’erezione facile.
Gold gli mise le mani sui fianchi e cambiò posizione, facendo voltare Silver; gli toccò il sedere e gli levò i boxer, cominciando a strusciare la sua virilità in una maniera parecchio disgustosa quanto piacevole, ma apparentemente diversa dalle altre volte.
Solitamente nei rapporti di coppia Gold perdeva quasi gusto, anche se era chiaramente il suo punto debole, aveva capito che il sesso senza amore non gli lasciava nulla se non qualche minuto di adrenalina, e basta.
Con Silver era diverso.
Silver era capace di attirare la sua attenzione anche nei silenzi, anche quando non vi era nulla di interessante se non i suoi occhi. O la sua voce bassa, che solo lui aveva il privilegio di ascoltare più di due volte al giorno, poiché non parlava mai. Passava direttamente ai gesti, gli accarezzava i capelli, si divertiva a toccargli la lieve barbetta che a volte dimenticava di tagliare.
Silver era veramente l’unico che poteva capire Gold, e che riusciva a vedere laddove tutti si fermavano. Gold non era solo uno stupidotto, un pervertito: Gold semplicemente si dava dei freni, e si godeva al massimo i frivoli piaceri della vita.
Ma sapeva essere un buon amico, nel suo piccolo. Nel caso del fulvo un buon fidanzato, ma erano dettagli irrilevanti. Il suo essere talvolta stronzo e insopportabile era semplicemente una maschera per mantenere la sua fama da bad boy, e in quel caso sì, era un cretino.
E Silver conosceva alla perfezione il vero Gold, più di Blue, più delle sue tasche, più di se stesso.
E lo amava.
Ed era certo che sentirsi così amato per quello che era e che non aveva mai mostrato, a Gold faceva impazzire. Era per quello, che Silver era diverso.

Con una botta secca e rude entrò dentro di Silver, che ansimò stringendo le lenzuola. Gold dava delle spinte veloci e irregolari, in preda all'eccitazione del momento, dovuta anche dalla probabile astinenza a cui il rosso lo aveva sottoposto.
Quest'ultimo cambiò posizione e si aggrappò al suo collo, muovendosi sopra di lui ancora più velocemente. Lo baciò, sospirando e gemendo, assieme a Gold che intanto lo teneva per i fianchi.
Entrambi si sentivano all'apice del piacere, e tentavano di prolungare quella sensazione di estasi che li immobilizzava. Gold continuò a spingere, e Silver prese a muovere le anche, sentendosi ormai al limite; lo guardò negli occhi, quasi provocatorio, e fu in quel momento che perse il controllo, venendo in un gemito strozzato, assieme a Silver che gli aveva sporcato lo stomaco col suo seme.
Sospirarono all'unisono e si buttarono sul letto, sudati e stanchi.
"Devi lavare queste lenzuola" mormorò il rosso girandosi di lato per poterlo guardare meglio.
"Dopo lo faccio Sil" rispose annoiato, sorridendo un po'.
"Gold che schifo dai, sono le stesse di due settimane fa, e abbiamo scopato anche quella volta" disse ridendo leggermente.
Gold si alzò, reggendosi col gomito.
"Che cazzo vuoi, sei tu che me le cambi sempre" Silver continuò a rivolgergli un mezzo sorriso, poi si avvicinò e gli lasciò un bacio.
"Ora vestiti e renditi presentabile, non voglio che Crystal capisca che lo abbiamo fatto pochi minuti prima che arrivasse" concluse, alzandosi dal letto e prendendo i suoi vestiti da terra.
"Tanto lo capisce sempre..."

Silver non aveva nemmeno fatto in tempo ad aprire la porta completamente che già Crystal si era buttata addosso a lui, abbracciandolo affettuosamente, forse troppo.
"Silver! Finalmente sei tornato" gioì la ragazza, entrando in casa.
"Già..." disse avvicinandosi ai fornelli, iniziando a fare il classico the che l'amica prendeva ogni volta che si ritrovava con loro due.
Pochi secondi dopo Gold scese le scale e alzò una mano per salutare l'ospite e si diresse verso il frigo, prendendo un birra. Poi allungo la mano e pizzicò il sedere di Silver, che per tutta risposta balzò in aria e si scottò, imprecando e bestemmiando.
Ah, era facile fargli perdere la calma. Gold rise di gusto, e Chris si trattenne per puro rispetto del rosso.
Innervosito, posò una tazza di the sul tavolo per la ragazza e si sedette vicino al moro, cosicchè potesse dargli fastidio per tutto il tempo.
E anche dopo la visita di Chris, ovviamente.
Anche se ormai aveva capito che, per Gold, Silver non sarebbe mai stato un fastidio, ma solo una salvezza.




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