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John Hancock - Bloodborne - 15 - Marea Rossa



Marea Rossa


L’imponente figura di Regigigas si ergeva al di sopra delle cime più alte degli alberi. Le vene verdastre che tenevano insieme il suo corpo rilucevano alla luce del Sole, trasparenti. Se si osservava bene, si era in grado di vedere i vari parassiti che si muovevano al loro interno.
Ormai liberatosi anche delle più piccole macerie che gli intralciavano il passo, iniziò a muoversi, non curandosi minimamente di ciò che lo circondava né di chi.
La terra tremava sotto i suoi piedi. Bastò un suo solo passo per scatenare il panico all’interno dei boschi circostanti il Tempio; tutti i Pokémon parvero come impazziti, iniziando a fuggire. Stormi si levarono in volo, nel momento in cui Regigigas ruggì al mondo la sua rinascita. Il rombo del suo respiro, i boati dei suoi passi e lo starnazzare dei Pokémon in fuga si mescolarono in una raccapricciante cacofonia.
Le poche guardie che erano impiegate nella difesa del Tempio erano con loro. Si erano riuscite a salvare dal crollo grazie all’avviso di Bianca, nel momento in cui uscirono, e ora erano impegnati a comunicare l’improvviso risveglio burrascoso di Regigigas al comando centrale.
Il cervello di Bellocchio aveva iniziato a lavorare a ritmi serrati cercando, inutilmente, di trovare una qualche strategia da poter utilizzare in quella situazione. Ma, al momento, nulla.
- Esiste un piano di evacuazione? – chiese a Bianca.
- Sì, e lo stiamo per mettere in atto. Ci sono dei bunker, poco fuori da Nevepoli, erano stati costruiti in caso di guerra, o semplicemente per sfuggire a un inverno fin troppo rigido. È una complessa rete sotterranea, lì saranno al sicuro.
In quel momento Regigigas si fermò a pochi metri di distanza da loro. Bellocchio e gli altri chiamarono in campo i loro Pokémon: Croagunk, Glaceon per Bianca, Pidgeot per Valerio e Absol per Augusto. Il loro imponente avversario abbassò lo sguardo, fissandoli per lunghi istanti. Allungò la gamba, iniziando nuovamente a camminare.
- Attenti! – urlò Bellocchio, lanciandosi su di Bianca, spingendola fuori dall’area dove sarebbe andato a impattare il piede di Regigigas.
Il colosso parve non interessarsi di loro, dirigendosi invece verso Nevepoli. I suoi passi alzavano cumuli di neve che veniva poi spruzzata tutt’intorno.
- Sta andando al centro abitato, dobbiamo fermarlo – Bellocchio si mise a correre, affiancato da Croagunk.
Più per abitudine che per volontà, le sue mani scivolarono all’interno del cappotto verso la tasca dov’era contenuta la sua IA. Estrasse il paio di occhiali e li sistemò sul volto. L’interfaccia si accese immediatamente.
- Di nuovo nei guai, constato. Regigigas alla fine si è risvegliato, e sembra essere infetto dallo stesso parassita. Cerco dei punti deboli?
- Sarcasmo in un momento come questo, Ellie?
- Sono stata programmata con la consapevolezza che gli esseri umani, in caso di stress, tendono a lavorare meglio dopo essersi svagati un po’ con qualche battuta, o con l’utilizzo di sarcasmo.
- Ricordami di formattarti dopo. E sì, cercami i punti deboli, grazie – tagliò corto Bellocchio.
Regigigas avanzava senza curarsi minimamente di ciò che aveva intorno, calpestando gli alberi più piccoli e abbattendo quelli più grossi che si trovavano sul suo cammino. Stava puntando direttamente verso il centro di Nevepoli, dove gli abitanti, messi in allerta dalle sirene d’allarme, stavano iniziando a muoversi verso i bunker che li avrebbero tenuti al sicuro. Ora più che mai, il continuo rombo causato dal respiro di Regigigas risuonava ovunque nei boschi lì intorno.
Mentre gli attacchi dei loro Pokémon s’infrangevano sul corpo del gigante senza causare il benché minimo effetto, la loro ansia iniziava a essere palpabile.
- Dobbiamo trovare il modo di attirare la sua attenzione. Non possiamo permettergli di avvicinarsi troppo a Nevepoli, rischiamo di farla radere al suolo – Bianca stava cercando con tutte le sue forze di essere il più vicino possibile a Regigigas.
I passi del gigante, nonostante la sua lentezza, riuscivano a coprire una considerevole distanza, rendendo difficile l’inseguimento.
- Ascoltatemi tutti – Bellocchio richiese l’attenzione del gruppo.
- Ogni volta che fa un passo, resta per qualche istante immobile, credo sia sopraffatto dal suo stesso peso.
- Sì, è colpa di Lentoinizio, lo rende incapace di utilizzare tutta la sua potenza se non dopo un po’ di tempo – Bianca gli si affiancò, confermando la sua ipotesi.
- Quindi dobbiamo cercare di fermarlo prima che si risvegli del tutto. Credo di avere un piano che potrebbe funzionare.
Mentre Bellocchio spiegava le varie fasi di ciò che avrebbero dovuto fare, i loro Pokémon li superarono, continuando a colpire Regigigas.
- Mi sembra una mossa azzardata, ma forse può andare bene – commentò Augusto.
- Facciamolo! – Valerio atterrò di fianco a loro, lasciando Pidgeot libero di volare.
Immediatamente, i restanti Pokémon si misero in formazione, con Absol e Glaceon ai due lati di Regigigas. Croagunk prese posto sul dorso di Pidgeot: i due iniziarono l’ascesa, volando rapidamente verso l’alto. Nel frattempo, Bellocchio e gli altri s’infiltrarono nel bosco, lasciando libero il sentiero alle spalle di Regigigas.
Uno dei suoi piedi andò a finire nel fango che Croagunk aveva creato più avanti, facendolo sprofondare. Qualche attimo dopo lo raggiunse anche il suo secondo. In quel momento Glaceon congelò la fanghiglia, aumentando la stretta su di Regigigas. Lui abbassò lo sguardo, cercando di capire cosa ci fosse a bloccargli l’avanzata.
Dalle nuvole riapparve Pidgeot, sfrecciante alla massima velocità in picchiata. Croagunk si trovava sul suo dorso, in piedi, con il braccio destro piegato di fianco al corpo. Il pugno che brillava di luce propria. Regigigas, attirato dal rombo che producevano i due, alzò la testa verso di loro. Ruggì la propria rabbia, iniziando a sparare dei raggi di pura energia dalla bocca. Gli occhi di Absol s’illuminarono mentre utilizzava le sue abilità divinatorie. Grazie ad esse, fu in grado di comunicare ai suoi compagni l’esatta direzione da cui sarebbero provenuti gli attacchi di Regigigas. Così facendo, Pidgeot riuscì a schivare tutti i colpi a lui diretti, volteggiando e avvitandosi sul proprio corpo, senza mai accennare a rallentare la propria discesa. Anzi, ogni istante che passava, il Pokémon acquistava sempre più velocità. Adesso anche l’intero corpo di Pidgeot iniziò a emettere luce, proprio come il pugno di Croagunk.
Dal basso, nel mentre, Absol s’era portato davanti a Regigigas, e un imponente vento aveva iniziato a soffiare tra di loro. Glaceon, invece mantenne la sua posizione, al lato del gigante.
- Ho terminato le mie analisi. Sembra che la grossa protuberanza pulsante, posizionata dietro il capo di Regigigas, contenga il parassita principale. Una volta eliminato quello, Regigigas dovrebbe venire sconfitto – annunciò Ellie.
- Avete sentito tutti, ragazzi? – chiese Bellocchio.
- Ora! – urlarono tutti quanti, all’unisono.
Glaceon fu il primo a muoversi: creò un’immensa parete formata da immense daghe di ghiaccio piantate nel terreno, posizionate dietro di Regigigas, acuminate a tal punto da sembrare in grado di tagliare il diamante. Regigigas caricò l’ennesimo colpo diretto verso di Pidgeot che, ormai troppo vicino, non fu in grado di evitarlo. Solo il tempestivo intervento di Glaceon li salvò. Il Pokémon Nevefresca congelò l’acqua presente nell’aria davanti ai due, creando uno scudo temporaneo. L’impatto fra quest’ultimo e il raggio di Regigigas frantumò in mille pezzi il ghiaccio.
Pidgeot sfrecciò fra le schegge che risplendevano alla luce del Sole, con Croagunk ancora in groppa, andando finalmente a impattare contro di Regigigas. I loro Centripugno e Aeroattacco andarono a segno, colpendo Regigigas nel centro esatto fra i suoi occhi. In quel momento anche Absol colpì: lame d’etere andarono a impattare contro il tronco imponente del gigante, sbilanciandolo ancora di più. Inevitabilmente, Regigigas iniziò a cadere, finendo rovinosamente sulla trappola di ghiaccio mortale di Glaceon. L’impatto fece tremare l’intero bosco che li circondava. In un attimo, tornò il silenzio.
Regigigas giaceva immobile al suolo, non emettendo suono se non per il pulsare ritmico delle grandi vene che tenevano insieme le parti del suo corpo ingrossato.
- Ce l’abbiamo fatta? – Bianca azzardò qualche passo verso il gigante caduto, con molta lentezza.
Era rovinato con tutto il corpo sulle affilate stalattiti di ghiaccio create dall’attacco di Glaceon, conficcate in profondità. Il suo sangue verdastro si stava rapidamente spargendo sul suolo, corrodendo e sciogliendo a poco a poco neve e ghiaccio.
Valerio afferrò Bianca per un braccio, tirandola rapidamente verso di sé.
- Attenta sembra che il suo sangue sia corrosivo. Guarda qui.
Indicò il terreno poco davanti a loro, dove erba e piante lì presenti stavano rapidamente morendo, come corrose da un veleno.
- Bellocchio, non avevi detto che il loro sangue dava crescita rapida alle piante? – chiese lei.
- Esatto. Ma, a quanto pare, gli esemplari si stanno evolvendo mano a mano che il tempo passa. Meglio fare attenzione – Bellocchio si aggiustò gli occhiali.
La terra iniziò a tremare.
Regigigas si stava rialzando.
- Allontanatevi, presto! – Augusto spinse via gli altri giusto in tempo.
Un enorme pugno calò lì dove si trovavano fino a pochi attimi prima.
Il gigante era nuovamente in piedi. Dietro il suo capo si potevano vedere delle specie di tentacoli agitarsi violentemente nell’aria.
- Quello è…
- Il parassita – Bellocchio terminò la frase di Valerio.
- A quanto pare lo abbiamo danneggiato. E fatto anche incazzare parecchio. Vogliamo continuare? – Valerio schioccò le articolazioni delle dita.
Augusto balzò in groppa ad Absol e partì alla massima velocità. Raccolse un lungo blocco di ghiaccio dalla forma simile a una lancia mentre cavalcava e si lanciò verso di Regigigas.
- Distraetelo per me! – Caricò in avanti senza aspettare la risposta degli altri.
- Sentito? Diamogli una mano – Bellocchio attivò lo scanner della sua IA.
- Si è indebolito parecchio: la sua pelle è debole sul collo e sotto le ascelle. Mirate lì.
I tre restanti, aiutati dai loro Pokémon, ripresero a colpire Regigigas, attirando la sua attenzione.
Augusto era già ai suoi piedi, dietro di lui. Utilizzò l’energia della carica per conficcare a fondo la lancia nel piede di Regigigas, colpendo lì dove si sarebbe trovato il tendine d’Achille in caso di un essere umano, sperando in una conformazione fisica simile. Il colpo parve sortire l’effetto desiderato, e Regigigas crollò sul ginocchio, con la gamba sinistra che veniva meno. Absol ne approfittò per saltargli addosso, iniziando ad arrampicarsi.
Il gigante si accorse della loro presenza e cercò di scrollarseli di dosso a furia di pugni che, però, vennero intercettati dagli attacchi degli altri e rallentati. Così facendo Absol riuscì a saltare sul suo braccio destro, Augusto aveva in mano ormai non più di mezzo metro di ghiaccio.
Rallentato dalle ferite, Regigigas cercò di bloccarli con la mano libera, andando a impattare sul suo stesso braccio. Absol, con dei salti mirati, evitò il colpo e si diresse sull’avambraccio utilizzato per colpire. Un altro salto ancora e si ritrovò sulla spalla. Con un ultimo sforzo riuscì a portarsi dietro il collo, lì dove si trovavano quelle appendici simili a tentacoli che si dimenavano nell’aria.
Absol si portò subito sotto di essi, si ancorò con gli artigli al corpo di Regigigas che cercava ancora di scrollarseli da dosso. Con un ringhio, il Pokémon Catastrofe affondò la lama che aveva sul capo nella nuda pelle, mentre Augusto si preparava a colpire.
Lui afferrò uno dei tentacoli e iniziò a tirare, mentre Regigigas urlava di dolore e si dimenava.
Croagunk, Glaceon e Pidgeot stavano facendo di tutto per tenerlo fermo, bloccandolo in una tomba di ghiaccio e terra che ormai gli arrivava alla cintola. Lo avevano in pugno.
Augusto riuscì a vedere il nucleo del corpo del parassita mentre sangue sgorgava dalla ferita. Ci conficcò la lama di ghiaccio all’interno, Regigigas sussultò dal dolore e iniziò a dimenarsi ancora più violentemente.
Il sangue iniziò a sgorgare a fiotti, andando a finire anche su di Augusto, bruciandogli la pelle.
- Augusto, scappa via da lì! – Udendolo urlare, Bianca cercò di attirare la sua attenzione, ma invano.
- Ha già deciso… - Bellocchio, che conosceva per fama la risolutezza di Augusto, aveva già capito le sue intenzioni.
Allenatore e Pokémon urlarono e ringhiarono insieme e, per un momento, le loro grida parvero essersi fuse in una, come se stessero parlando da un solo corpo.
Poi, Augusto, conficcò la lancia con tutta la forza che aveva, affondando fino alla spalla nella ferita. Il parassita venne pugnalato a morte.
Subito dopo, con un’esplosione macabra, il collo di Regigigas sputò sangue tutt’intorno, mentre il suo corpo perdeva vita.
Crollò al suolo, e questa volta vi rimase mentre le ultime gocce di vigore lo abbandonavano.
Di fianco al capo del gigante, si poteva intravedere la figura di Augusto e Absol, coperti dal sangue che li stava corrodendo, lentamente e inesorabilmente.
Bellocchio rimase immobile a osservare la scena. Bianca non ebbe la sua stessa forza e si girò dall’altro lato, con le lacrime agli occhi. Trovò rifugio tra le braccia di Valerio che l’avvolse col suo corpo, lasciandola piangere sulla sua spalla.
Durò pochi attimi, di Augusto e Absol non rimase nulla. Il sangue smise di far bollire la terra, mentre un vapore venefico s’alzava verso il cielo.
Un paio di minuti dopo, anche questo finì, Regigigas era ormai immobile e sconfitto.
Il silenzio era tornato.


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