Passa ai contenuti principali

Giornalino Arcobaleno - Edizione #00

Giornalino Arcobaleno
Curato da Ink Voice e AuraNera_

Edizione #00
Articolo 0: Dove siamo atterrati?

Il vento scompigliava i capelli castani e mossi della ragazza. Ogni tanto si sporgeva a guardare giù e dei brividi di terrore dovuti all’altezza, forse esagerata, le attraversavano la spina dorsale.
“Non ce la faccio. Sbrighiamoci, voglio tornare a casa” mormorò preoccupata e impaurita.
Stava volando e il Leggendario Ho-Oh non sopportava più la sua immotivata e improvvisa paura dell’altezza. Dispettoso come suo solito, però, preferiva vederla soffrire un po’ e quindi si era alzato sempre più nel cielo. A lei pareva di toccare le nuvole, ma la cosa non la entusiasmava affatto.
“Dannazione, Ho-Oh, scendi un po’! Non vedi come sto?!” scattò frustrata ed esasperata.
“No, non vedo, sai com’è: stiamo volando sulle montagne e se non faccio attenzione potremmo schiantarci contro una parete rocciosa” ribatté lui, dopo essersi lasciato sfuggire una risatina crudele nel sentire il tono della ragazza.
I due scherzavano, si conoscevano da anni, da quando lei si era spinta fin sulla cima della Torre Campana e, dando prove di grande coraggio e abilità con i Pokémon, l’aveva catturato dopo una lunga lotta.
Ora erano inseparabili. Purtroppo per molti.
“Mmh! Arceus…! Quanto ti odio! Ma quanto ti odio?!” prese a gridare, un po’ arrabbiata e un po’ terrorizzata.
“Non mi odi!” la voce del Leggendario risuonava nella mente di lei a causa di un legame profondo e arcano che solo Arceus può spiegare. Peccato che fino ad allora non ci fosse stata l’occasione di avere un colloquio con il creatore dei Pokémon e di almeno una buona parte del mondo intero.
In realtà un colloquio c’era stato, ma… poco decente.
“Invece sì, sei solo una gallina sputafuoco multicolor, e se Lugia ti investe con Idropompa non voglio immaginare la fine che fai!”
“Gallina multicolor a chi?!” Ho-Oh cercò di controllarsi e di avere pazienza con la sua allenatrice. “Eleanor cara, avrai almeno tre Pokémon volante in squadra, me compreso! Da quando hai paura di volare?”
“Da quando tu non ti alzi così tanto in volo! Il prossimo viaggio lo faccio con Altaria o Staraptor, tu rimani a cuccia dentro la tua Poké Ball!”
“A cuccia lo dici a uno Stoutland! Oppure a quel cretino di Lugia, meglio ancora!”
“Lo dirò se ti abbassi un po’ di quota!” gridò Eleanor cercando di sovrastare il fischiare del vento con la sua vocina. Vocina che esplose in un urlo di puro terrore quando Ho-Oh si lanciò in picchiata, sghignazzando maleficamente, diretto verso una ripidissima valle; fu per miracolo che lei ‘sopravvisse’, stringendo con forza inaudita le piume rosse sfumate dei colori dell’iride del suo Leggendario. La discesa per Eleanor durò un’eternità e per tutto quel tempo non smise di gridare.
Anche Ho-Oh urlò, ma carico d’adrenalina e di crudele divertimento. Non poteva negarsi una certa gioia maligna quando rimetteva la testa a posto alla sua allenatrice, il cui caratterino ribelle tendeva a fare i capricci troppo spesso.
E dire che pochi giorni prima era così malinconica, così triste e giù di corda nel girare per le stradine del suo villaggio, il PokémonRainbowWorld; i due lì erano (o erano stati) i capifamiglia. Non gli piaceva definirsi i sovrani…
Be’, in realtà sì. Eleanor aveva una qualche mania di protagonismo repressa che piano piano stava uscendo fuori con la vanità di Ho-Oh.
Lei stava notando che più che una fenice, pollo o gallina, qualsiasi volatile fosse (nessuno aveva le idee chiare su di lui e ciò era motivo di scherno verso il povero Ho-Oh), il Leggendario stava diventando sempre più simile a un pavone. Allo stesso tempo non riusciva a gestire la cosa: era pur sempre una quattordicenne, per di più umana, e si faceva trascinare da lui.
La vanità, prepotenza (in senso buono!… Forse. Dipende dai punti di vista, ecco) e narcisismo di Ho-Oh, però, erano andati via via scemando insieme ad eventi e problemi che si erano presentati negli ultimi tempi. Eleanor quasi non lo riconosceva più: entrambi i due amici, compagni e in alcune occasioni anche soci, si erano dati una calmata.

Il piede della ragazza urtò per caso un ciottolo che si trovava vicino alla fontana. Per l’ennesima volta della giornata, sospirò.
‘Come ci sono finita qui… di nuovo?’ si chiese, alzando lo sguardo per osservare il cielo grigio. Faceva un po’ freddo, mentre solitamente il clima lì era mite.
“Che desolazione…” si lasciò sfuggire quella figura solitaria, che poi tanto sola non era. Qualcosa si stava strusciando sul suo ginocchio destro, facendo le fusa allegramente, in netto contrasto con la malinconia dello sfondo.
“Ehi, Vapu… che cos’è questa manifestazione di coccole così all’improvviso?” chiese lei al suo Pokémon, una Vaporeon dal musetto dolce. Lei miagolò agitando la coda da sirena. La ragazza accennò un sorriso, piegando la testa in direzione del sassolino che il suo piede aveva urtato. Una ciocca di capelli candidi le ricadde sul viso, prima che lei la scostasse con decisone dietro un orecchio.
Rialzò la testa guardando nuovamente la cittadina che per un periodo era stata per lei una casa.
“PokémonRainbowWorld...” sussurrò, socchiudendo le palpebre quando una folata di vento smosse la polvere che si era accumulata un po’ ovunque.
Il vento portò con sé qualcosa che si appoggiò nella mano tesa della figura dai capelli bianchi. Era una piuma rosso-arancione, con venature e sfumature arcobaleno.
“Una... Piuma d’Iride?” chiese sorpresa agli edifici che, muti, la ascoltavano. Alzò poi il volto verso il cielo. “Eleanor...” sussurrò, la voce ombrata di tristezza. Anche lei aveva nostalgia quindi. Non la biasimava. All’epoca, lei e il suo fidato leggendario Ho-Oh ‘regnavano’ su tutti.
La ragazza aprì le dita e la piuma volò via. “È giunto il momento. È tempo di dare l’addio a questo posto” sussurrò, per poi voltarsi verso il centro della piazza.
La sua statua nella fontana, ormai asciutta, stava servendo come punto d’appoggio a un’ombra. La giovane si avvicinò con lentezza, ammirando i dettagli che mano a mano si mostravano. Il corpo azzurro, le zampe e il becco più scuri e due profondi occhi cremisi.
“Aura... sei pronta ad andare?” chiese il Leggendario a quella ragazza, Aura, la quale annuì.
“Ho fatto quello che dovevo fare. Possiamo ripartire” rispose.
Articuno si posò con leggerezza a terra, permettendo alla giovane di salire sul suo dorso, con Vaporeon in spalla. Spiccò il volo nel cuore della notte.
Il silenzio fu poi rotto dallo squillo del PokéGear di Aura, che gli lanciò uno sguardo incuriosito.
“Pronto? Sono Aura, chi parla?”

“Senti un po’, tu! Se non ti abbassi davvero ti faccio rientrare nella Poké Ball!”
Eleanor aveva ancora fiato in gola per strepitare proteste contro Ho-Oh. Lui invece aveva ancora pazienza, maligna pazienza, per resisterle.
“Fai pure, cara. Ma lo sai che sono il più portato nel volo. Sono anche più forte degli altri tuoi pennuti ammaestrati, che-”
Accadde tutto in un lampo. Eleanor, intuendo la piega che stava prendendo la frase, aveva preso in mano due Ball: quella vuota del Leggendario e quella in cui riposava Staraptor. Fece rientrare Ho-Oh nella sfera e liberò contemporaneamente l’altro. Il Pokémon la prese al volo quando lei si sentì mancare il destriero sotto di sé e, su ordine dell’Allenatrice, si abbassò di quota.
La ragazza sbuffò soddisfatta. Ma quando mai Ho-Oh le avrebbe concesso l’ultima parola?
Mai, per l’appunto. Si liberò dalla sfera e si accostò a Staraptor. Eleanor non aveva bisogno di guardarlo per immaginarsi il suo muso contratto in una smorfia indispettita e vendicativa. Sghignazzò al pensiero.
“Ah, ridi, eh? Piccola ingrata…!”
“Wow, fratello, non pensavo fossi a conoscenza di questi termini! Hai iniziato, o meglio: hai imparato a leggere?”
“Voglio vedere come ridi se do fuoco alla coda di…”
Ho-Oh ed Eleanor si separarono, si persero di vista quando una nuvola li investì. Staraptor tornò giù, rischiando di fare una brutta fine quando dovette scartare all’ultimo per non andare a sbattere contro una montagna. Il Leggendario, invece, salì fin sopra le nuvole. L’aria era rarefatta e fredda, ma a lui non faceva effetto. Cercò con la mente Eleanor, sfruttando il legame con lei. La individuò e quindi scese.
Ci mise un po’ a raggiungerla, Staraptor era veloce. Era già pronto a ricoprirla di insulti e minacce, ma cambiò idea quando la vide bene. Si era fermata. Era atterrata su un sentiero che portava alla vetta di una montagna. E guardava perplessa l’orizzonte.
“Che hai?” le domandò Ho-Oh.
Per tutta risposta, Eleanor ritirò Staraptor nella Poké Ball e senza tanti complimenti montò di nuovo su Ho-Oh. “Non hai visto… l’ha nascosta proprio ora una nuvola… Andiamo!”
Zigzagando tra nuvole, nebbia e montagne, superarono quella che era, evidentemente, una sconosciuta catena montuosa.
Ai loro occhi si aprì un panorama che nessuno dei due aveva mai visto né immaginato. Eleanor trattenne il fiato mentre Ho-Oh socchiuse le palpebre, sospettoso.
“Eccola! Non mi sono sbagliata!”
“Quindi… è questo che hai visto?”
“Sì, quasi non ci credevo… non ho mai visto niente del genere…”
“Beh, in effetti i forum più grandi erano al massimo delle cittadine. Questa è una metropoli.”
Eleanor durante i suoi viaggi non aveva mai visitato i siti maggiori del mondo del web, più attivi e popolosi. Era rimasta quasi sempre nel PokémonRainbowWorld, il suo paesino-forum. Di rado ne usciva, e non restava mai a lungo fuori di casa.
“Scendiamo. Voglio vedere che posto è, come si chiama… e farmi una passeggiata” decise la ragazza. Stavolta Ho-Oh non la tormentò e atterrò di fronte l’ingresso principale.
C’era molta gente che entrava e usciva da esso. Nessuno si accorse della tanto mistica quanto inusuale coppia. Era strano: insomma, lui era un Pokémon Leggendario e lei una ragazzina minuscola, che eppure era riuscita a catturarlo e a farci amicizia… nessuno se ne stupiva, pochi li degnavano di un’occhiata.
Si diressero insieme verso uno dei cartelli di benvenuto, posti ai lati dell’imponente cancello. Eleanor lo lesse.
“‘EFP: il tuo sito di fanfiction!’… oh, ho sentito parlare di questo posto” si ricordò lei. Certo che lo conosceva: era la città delle fan fiction per eccellenza. Tutti l’avevano sentito nominare almeno una volta, lei compresa.
“Uhm… sbaglio o tu avevi iniziato a scrivere qualcosa?” brontolò Ho-Oh. “Sì, quella storia sui Pokémon. Not the same story, com’è che si chiama?”
“Beh, sì, ma non cap-”
“Eleanor. Le tue avventure non sono finite.”
La ragazza si fermò a riflettere su quelle parole. Capì subito che il suo compagno si riferiva alle avventure nel suo mondo, il mondo di Internet. Aveva passato anni sui forum, fin da quando era appena una ragazzina di undici o dodici anni. Ora il PokémonRainbowWorld non c’era più… non aveva un posto dove andare…
“Mi stai dicendo che dovrei trasferirmi qua?” esclamò lei sorpresa. Il cuore le batteva forte. ‘Casa…’
“Be’, è da parecchio che scrivi e sei migliorata molto. Lo ha detto anche la tua amica, Aura, che sta leggendo la tua storia. E anche lei ha iniziato a scrivere…”
“Non andare avanti, Ho-Oh. Anzi, fai un attimo silenzio. Devo telefonare…” disse Eleanor con serietà mentre tirava fuori dalla tasca dei pantaloni il suo PokéGear.

“Auraaa!!” ululò una voce conosciuta attraverso la cornetta, assordando la ragazza che si trovava sul dorso del Leggendario in perfetto equilibrio. Lei allontanò un po’ l’aggeggio dall’orecchio, scambiandosi un’occhiata sia con Articuno che con Vaporeon.
Poi, tranquilla, lo riaccostò al padiglione auricolare e rispose: “Il timpano mi serve ancora, Eleanor” ridacchiò a voce un po’ alta, per evitare che le sue parole si perdessero nel vento.
“Ah, già... scusami” rise anche lei, mentre Articuno atterrava per permettere alla bianca di parlare con più calma.
“Perché mi hai chiamato, Ele?” chiese Aura, calma come suo solito.
“TU. NON. NE. HAI. IDEA!” scandì subito l’altra, la voce che vibrava di emozione.
L’albina sbuffò, con le labbra ancora piegate verso l’alto. “Non lo posso sapere se tu non me lo dici, non ti pare?” la riprese con calma, mentre si ‘accomodava’ per terra.
“Lo vedrai con i tuoi occhi. Dove sei?” chiese lei, parlando velocemente.
“Un attimo.” Aura si guardò attorno. Era sulla cima di una parete rocciosa dove l’aria iniziava a farsi rarefatta e fredda. Era seduta sul bordo di uno strapiombo con le gambe che dondolavano nel vuoto. Sotto di lei, nuvole grigie da cui spuntavano altre cime... “Non lo so... si vedono solo nuvole” borbottò infine. “Intanto dimmi, dove sei?” concluse, accarezzando distrattamente Vaporeon con la mano libera.
“Beh... stavo volando con Ho-Oh, cioè, non propriamente con lui, perché... lasciamo perdere, fa lo stesso! Dicevo, stavo volando e improvvisamente mi è spuntata davanti agli occhi un’enorme città. Devi vederla, è meravigliosa! Che ne dici, Aura?” chiese l’allegra ragazza. Ma l’albina non rispose. “Aura?” la chiamò dopo qualche istante di silenzio.
“Ele... dovevi chiamarmi prima... ho deciso di lasciarmi alle spalle i forum, andrò da qualche altra parte...” iniziò malinconica lei, ma Eleanor la fermò.
“No, no, ti sbagli! Anche io ho lasciato quel paesino ormai abbandonato, ma questa... questa è tutta un’altra cosa! Penso che tu ne abbia sentito parlare, si chiama EFP... è la metropoli delle fanfiction per eccellenza! Ti rendi conto, Aura? EFP!” strillò di nuovo elettrizzata.
“Ehm... EFP, eh?... Non mi dice nulla, mi dispiace” rispose Aura con leggerezza. Fu il turno dell’altra a rimanere in silenzio.
‘Sclerata epica tra tre... due...’ pensò l’albina, allontanando nuovamente il PokéGear dall’orecchio. ‘... uno...’
“NON PUÒ ESSERE! TU NON HAI MAI E POI MAI NELLA TUA CORTA E PATETICA VITA DA SERVITRICE SENTITO PARLARE DI EFP?!” sbottò in un colpo la ragazzina, rendendo quasi inutili le precauzioni prese dall’albina.
“Esatto” rispose quest’ultima con una risatina. Le era mancata, Eleanor. Era una ragazza vivace e sprintosa, piena di vitalità ed allegra. Una vera e propria botta di vita nella vita tranquilla e silenziosa di Aura. “Ciononostante, continua... sei su EFP, la patria delle fanfiction eccetera eccetera, e?” chiese la ragazza, tenendo una lunga ciocca di capelli bianchi tra due dita.
“Ah, già... vediamo... Sì! Ho deciso che abiterò qui! Vienimi a trovare, devo vederti! Io intanto mi cerco un posticino nella zona Pokémon. Qui il servizio è efficiente, basta che chiederai il mio nome e loro ti ci accompagneranno. Ti mando la posizione via PokéNav, tienilo d’occhio. Raggiungimi presto, devi vederla assolutamente e poi ne parliamo! Ti aspettoooo!”
“Eh? Eleanor, aspetunsecond..!” provò a borbottare velocemente nella cornetta la ragazza che in quel momento se ne stava tranquilla sul cucuzzolo del monte.
Click!
Aura sospirò: aveva messo giù. Sbuffando, si gettò all’indietro, sdraiandosi sulla piatta roccia fredda. “’ccidenti a lei!” sussurrò. Poi un piccolo sorriso si dipinse sulle sue labbra. Avrebbe rivisto la ragazzina ed Ho-Oh, i suoi due vecchi amici e un tempo comandanti.
O almeno, effettivamente non sapeva se considerare o meno Ho-Oh un amico. Non era un tipo che ti dimostrava il suo affetto, solitamente troppo impegnato a specchiarsi nei suoi artigli appena lucidati e a lamentarsi dalle piume che ancora non erano state pulite e trattate. Insomma, non ci aveva mai parlato troppo.
Il PokéNav vibrò gentile nella sua tasca. La ragazza bianca lo guardò e sgranò gli occhi. “Quella è pazza. Sono due giorni di volo da qui. Ovunque sia ‘qui’, insomma.”
Si rialzò in piedi stagliandosi contro il vento. “Articuno, temo che ti aspetti una bella faticata” mormorò al Pokémon Ghiaccio che attento la ascoltava da dietro la sua schiena.
Lui scrollò la testa orgoglioso. “Sono un Pokémon Leggendario, sono più resistente dei Pokémon Volanti normali” sbottò con una nota di finta indignazione nella voce.
La ragazzina rise. “Allora sbrighiamoci, Fenice Surgelata!” esclamò felice, mentre si aggrappava alle morbide e fredde piume del collo del Pokémon.
Quello spiccò il volo mentre sussurrava qualcosa come “Non sono una Fenice Surgelata”.

Eleanor aveva deciso di farsi una passeggiata. Ho-Oh era nella sua Ball e almeno stavolta non aveva intenzione di uscirne troppo presto.
La ragazza era entrata, quindi, per il cancello principale, seguendo la fiumana di gente sulla destra che entrava, in contrapposizione con quella alla sua sinistra che se ne andava. Studiò attentamente i visi delle persone. Trovò dipinta sui volti di alcuni che uscivano la promessa che prima o poi sarebbero tornati, altri erano delusi. C’era anche chi, semplicemente, se ne sarebbe andato per poco tempo.
Eleanor conosceva quelle espressioni, tutte quante: le aveva già viste frequentando i forum.
Chi entrava era gioioso, qualcuno spaesato, c’erano individui curiosi come lei e altri che sembravano capitati lì per caso. Si chiese chi di loro sarebbe rimasto, rapito dalle bellezze della metropoli, chi invece dopo aver girato per la città se ne sarebbe andato senza rimpianti. ‘Spero non mi toccherà abbandonare tutto anche stavolta…’ pensò tristemente la ragazza, pregando perché la sua permanenza in quel luogo non fosse troppo breve.
Il PokéGear nella tasca dei pantaloni trillò, segnalandole l’arrivo di un messaggio. Era Aura, che le aveva scritto un ironico e secco: Tra due giorni arrivo. Molto presto, insomma.
Eleanor ridacchiò, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di una ragazza vestita da Maka Albarn, una di Soul Eater. Non se ne curò e proseguì per la sua strada.
La folla procedeva a rilento, ma quasi subito si ritrovò a fronteggiare un muro. Un cartello, volto a sinistra, recitava la scritta “Fanfictions”; l’altro invece indicava la strada a destra per le “Storie Originali”. La ragazza, intenzionata a visitare la sezione/quartiere Pokémon, si diresse verso sinistra.
Dovette cercare a lungo e chiedere molte indicazioni per arrivare finalmente a destinazione: aveva domandato a persone vestite in maniera eccentrica, bizzarra e che spesso sfidava i canoni del buongusto, soggetti incredibili insomma. Ma il Quartiere Pokémon la elettrizzò.
Era enorme. Dozzine di creature Volante si aggiravano tranquille sopra i palazzi o facendo lo slalom tra di essi e i lampioni, esseri di tutti i tipi e dimensioni (Eleanor non ne aveva mai visti tanti insieme) accompagnavano i loro Allenatori con un comportamento più o meno docile. Avvistò subito un paio di coppie mettersi a lottare. Poiché non voleva passare per una visitatrice ignara, prese la Poké Ball della sua Garchomp, Kyoshi, e liberò la sua compagna. Si guardò intorno spaesata e sorpresa.
“Ehi!” ridacchiò Eleanor. Kyoshi si voltò verso di lei e sobbalzò. “Vieni con me, è da una vita che mi sembra di non vederti. Ora dobbiamo cercare di capire come stabilirci qui. Addio Pi Erre Vu… benvenuto E Effe Pi!”
La ragazza alzò una mano verso il cielo. Kyoshi la squadrò perplessa e diffidente. L’altra sbuffò, perdendo tutto il suo entusiasmo e la grinta di un momento, quindi si avviò verso un palazzo marmoreo dall’aria imponente che recava sulla facciata una scritta ancor più importante: “Supporto - Direzione”.
Entrò per le grandi porte a vetri, felice che non ci fosse quasi nessuno. Aveva gli sportelli aperti tutti per sé e non doveva sopportare le lunghe, interminabili file che tanto detestava.
Eleanor sapeva che anzitutto si sarebbe dovuta registrare, poi capire come funzionava lì per pubblicare storie e iniziare finalmente a lavorare. Già non vedeva l’ora di cominciare: nella sua testa si immaginava di ottenere successo inaudito con le sue fanfictions, ma poco dopo quelle immagini scomparvero e lasciarono il loro posto a un amaro sorriso che incurvava le labbra di lei. ‘Non avrò successo nemmeno stavolta. Con i forum è andata male, perché la gente dovrebbe conoscermi qui?’ sospirò mentalmente.
Si avvicinò a uno sportello. Una signorina si specchiava nelle unghie lucidissime e curate, comportamento che le ricordò molto Ho-Oh. La salutò con un cortese ‘buongiorno’.
“Salve. Il suo nickname?”
“Ehm… ancora non sono registrata. Come posso…?”
La ragazza le fece un cenno con la testa, comunicandole che per registrarsi doveva rivolgersi allo sportello accanto. Vi era un’altra donna, più adulta e matura, che le sorrise. “Buongiorno! È qui per registrarsi?”
“Sì, precisamente!”
Le porse una scheda da compilare con nickname scelto, email e ‘password’. “La password fungerà da chiave per il suo appartamento. Le ricordo che è tenuta a informare la mia collega qua a fianco quando desidererà trasferirsi altrove e abbandonare la città, è brutto vedere case vuote e non poter fare nulla per riabilitarle…”
‘Miii… qui già pensano a quando me ne andrò…’
Eleanor compilò il foglio velocemente, scegliendo come nick il suo nome stesso. Aggiunse un trattino in basso subito dopo di esso quando fu informata del fatto che non era disponibile quel soprannome.
La signorina, con un sorriso smagliante a trentadue denti, le porse un bigliettino con su scritto un indirizzo. “Benvenuta su EFP, Eleanor_!”

“Accidenti! Guarda là, Articuno!” esclamò Aura, sollevandosi in piedi sulla schiena del Leggendario ammirando la metropoli che stavano sorvolando. Era davvero immensa e le punte degli edifici più alti facevano capolino tra le nuvole, dove si trovava lei.
“Se ti tieni atterriamo” le rispose divertito il Leggendario, sbattendo un paio di volte le ali.
L’albina ci mise un paio di secondi a recepire il messaggio, che impiegò per godersi ancora per qualche istante la panoramica di quel luogo. Infine si accucciò, tenendosi ancorata con le ginocchia e le mani strette attorno all’attaccatura degli arti anteriori del Pokémon Ghiaccio.
Quest’ultimo appiattì le ali sopra le gambe della sua cavaliera e si gettò in picchiata verso una delle entrate di quel posto. Le persone si stupirono soltanto un poco nel vedere la ragazza che saltava giù dalla groppa di un Pokémon Leggendario, atterrando con naturalezza, e sistemandosi i lunghissimi capelli bianchi dietro la schiena, mentre gli occhi ciclamino striati di celeste si guardavano attorno stupiti, se non meravigliati.
Con riluttanza, Articuno tornò nella sua Poké Ball, mentre Vaporeon le camminava accanto, scrutando con occhio critico chiunque si avvicinasse troppo alla sua padrona.
“C’è un po’ troppa gente, vero, Vapu? Non ci siamo abituate” sospirò ridacchiando Aura, mentre si aggregava alla lunga coda che entrava. Non guardava in faccia le persone, non voleva contatti visivi, la mettevano a disagio. Il suo sguardo vagava sulle costruzioni, scattando ogni tanto verso la sua compagna, che soffiava quando qualcuno le si avvicinava troppo.
“Sssht! Non fare la permalosa!” la riprese con dolcezza.
Finalmente riuscì ad entrare. Controllò sul PokéGear le istruzioni che Ele le aveva dato per raggiungerla. Imboccò la strada per il Fandom dei Pokémon, una delle strutture più imponenti di tutte. L’edificio centrale era facilmente riconoscibile per la grossa Pokéball illuminata al neon che si vedeva vicino all’apice.
Andò dritta al banco informazioni, attendendo leggermente impaziente che le due persone di fronte a lei facessero quello che dovevano fare. Effettivamente non dovette attendere neanche cinque minuti, che già lasciava quel posto con in mano un foglietto con l’indirizzo di Eleanor e una mappa per orientarsi meglio.
Quel posto era enorme, ma scrupoloso per quanto riguardava l’ordine. In più aveva sotterraneamente una fitta rete di metro, per spostarsi velocemente.
In un quarto d’ora arrivò nella zona di residenza degli autori, dove persone andavano e venivano. Decise di prendersi il tempo per osservare meglio quel posto, nonostante l’ansia la stesse facendo impazzire. Era davvero grazioso, con strade ampie separate al centro da un canaletto di acqua pulita, interrotto puntualmente a intervalli regolari da frequenti ponticcioli. Vaporeon apprezzò molto quei canaletti, dove anche altri Pokémon sguazzavano allegramente.
Aura camminò con lentezza per circa dieci minuti, stiracchiandosi pigramente nell’aria tiepida della sera, mentre un lieve vento le carezzava i capelli. Poi, quasi per caso, trovò la strada che cercava.
“Vaporeon” chiamò semplicemente, avviandosi. La sua compagna la raggiunse subito, spruzzandole un po’ di acqua con la coda. “Sciocchina” ridacchiò la ragazza, asciugandosi le goccioline dalla guancia.
Anche se laterale, era una via molto graziosa, dai palazzi simili ma non del tutto uguali, come i personaggi che le abitavano.
Finalmente trovò il condominio che cercava, un bell’edificio di modesta altezza in mattoni rossi, dando un’impressione calda e accogliente.
Suonò il campanello, aspettando pazientemente che la porta si aprisse. Solo che quella si spalancò troppo in fretta per qualsiasi sua reazione. Così si ritrovò stritolata in un abbraccio mozzafiato (nel vero senso della parola) da colei che si era fiondata fuori dall’uscio.
“AURAAAAAAA” strillò Eleanor.
“Ele… mi… strozzi…!” boccheggiò l’altra, tentando di non cadere.
“Ah, scusa” rise la castana, staccandosi e permettendo all’albina di respirare. Le fece cenno di entrare. “C’è ancora un po’ di disordine, scusa” le disse, sorridendo. Aura scosse la testa, accomodandosi sul divano seguita a ruota dall’altra.
“Allora, che ne pensi di EFP?” le chiese subito Ele, con gli occhi grigi che luccicavano. L’altra sbuffò divertita, pensando a come l’amica avesse evitato le domande di circostanza.
“Be’... devo dire che è davvero incredibile! Non credo di aver mai visto un posto così grande!” esclamò comunque.
“Vero? Voglio provare a pubblicare Not the same story qui. Così potrò avere diversi pareri” le disse.
“Beh, sono contenta per te! Ma non penso che tu volessi dirmi questo, giusto?” dedusse Aura, un po’ travolta dall’entusiasmo della ragazza.
“Infatti! Perché non ti registri anche tu? Potremmo continuare il nostro viaggio assieme! E poi potresti pubblicare Alternative Assassins!” continuò Eleanor, felice come non mai.
L’albina rimase in silenzio, seria. Non aveva mai pensato di pubblicare qualcosa da qualche parte. E dubitava che sarebbe piaciuta a qualcuno oltre che alla sua lettrice lì presente. “Ci penserò, per quanto riguarda la storia. Ma registrarsi... perché no? Così ti seguo con comodità!” decise poi, con un sorriso.
Così accompagnata dalla castana al settimo cielo, anche Aura ottenne un piccolo appartamento non troppo lontano da quello di Ele, sotto il nome di AuraNera_.
Due matte approdate su un territorio nuovo e pieno di nuove esperienze.
Insieme, un’altra volta, pronte per una nuova avventura.






Angolino ottuso nascosto nell’ombra
Wow, l’abbiamo fatto davvero alla fine… Nevvero, Aura? *ridacchia* Anche se siamo un po’ in ritardo come al solito. Scusateci, cari lettori… la sottoscritta, Eleanor (adesso sono Ink Voice sul sito, ho cambiato nickname una dozzina di volte dal mio arrivo), si è registrata 366 giorni fa e non 365, ma abbiamo avuto un problema con i… colori. E quindi siamo in ritardo e l’anniversario della mia iscrizione è andato a farsi benedire… *piagnucola*
A quanto pare ci siamo decise! Mi dispiace per il tuo anniversario, Ele, sono una cattiva persona… sì, è colpa mia *si appallottola*
*le lancia una pallottola* Bah… sì, insomma. L’importante è che siamo qui, in ogni caso! Ci mancava moltissimo scrivere articoli per il Giornalino Arcobaleno e allora ci siamo dette: “Perché non portarlo anche qui?”… Aspetta, Aura, ma i nuovi lettori sanno la storia del Giornalino e del PRW…?
*ancora appallottolata* gnafffijcdtkv...
… Eh?
… Non credo… è il caso di raccontargliela. Munitevi di popcorn, ragazzi, è una storia credo interessante!
Ma come, credo?! *sguardo truce*
Eeeeeehmmm… interessantissima!
Sì, sì. Per punizione raccontala tu. *mette il broncio*
Ehi, la founder eri tu, spetta a te.
Scansafatiche sei… va bene, ora vado io. *schiarisce la voce* Un bel giorno bighellonavo sulla home del mio forum, PokémonRainbowWorld. Ero in cerca di un’idea che potesse attirare nuovi utenti, come al solito. Non so bene come mi balenò in mente questo: scrivere un Giornalino, ovviamente comico! Un lampo di genio, modestamente. Eeeee… niente, l’abbiamo fatto. Poi però il forum chiuse a causa di vari problemi, ho scritto anche una one shot sulla sua storia. E siamo arrivate qui noi due.
Devo dire che era proprio divertente. Anche se una volta Gold si è rotto un piede e io ho rischiato di rompermi qualcos’altro facendo qualche domanda ad una Leggendaria psicopatica… quindi… perché non condividere tutto questo con voi?
Esattamente, mia cara socia. Abbiamo scovato ’sto posto e ci è piaciuto assai, pubblicato le nostre storie e fatto la conoscenza di parecchia gente. Abbiamo ampliato i nostri orizzonti, siamo migliorate e maturate… vero, Aura? Ehm… Aura…?
Bah… sono rimasta sola, la mia poco-loquace socia se n’è andata per fatti suoi. Quindi niente, boh. Spetta a me fare gli onori di casa anche oggi, ora… *borbotta* Usciranno circa due articoli al mese, ogni due settimane. Ma siamo sensibili a ritardi e speriamo che non ci lapiderete per questo, noi cerchiamo di dare il massimo! Poi magari non ci riusciamo, ma vabbè, dettagli. Detto ciò mi tocca andar via, spero che vi sia piaciuto il primo articolo di questa singolare edizione: ci rivediamo verso metà gennaio! O a febbraio, magari saltiamo un mese perché sì. A presto e saluti anche da Ho-Oh e Kyoshi!

… Wah! Ciao ciao! *spunta dal nulla per poi scappare alla vista di una Ele selvatica inferocita*

Commenti

Post popolari in questo blog

Zack vs Campione della Lega

Ciao ragazzi! Finalmente è arrivato il momento di leggere come va a finire l'avventura, ambientata nel recente passato di Zack, in cui sfida la Lega Pokémon di Adamanta. Come semrpe troverete tutte le informazioni sui nostri blog ed altro sulla pagina Facebook Pokémon Adventures ITA , dove DOVETE passare! Troverete di tutto! Martedì prossimo uscirà il nuovo capitolo del manga di Pokémon Back To the Origins! Non mancate! Andy $ Ok. L’ultima porta era stata chiusa. Ora l’unica cosa da fare era calmarsi un attimo e rilassarsi. Quella giornata aveva regalato fin troppe emozioni. Una piccola anticamera buia, poco illuminata, precedeva un lungo corridoio, che si concludeva con un’enorme porta dorata. Zack decise di tirar fuori tutti i suoi Pokémon. Gyarados, Torterra, Lucario, Braviary ed Absol. E Growlithe, naturalmente. Tutti lì, tutti fermi, tutti in   ansia, tutti in attesa che qualcosa fosse accaduto. Aspettavano che le parole uscissero dalla bocca di

Lily by KomadoriZ71 - Periegesi di Hoenn - Brunifoglia

Brunifoglia “ Comunità rurale ricca di orticelli ” Brunifoglia era una modesta cittadina nata tra le montagne, situata a Nord-Est di Hoenn. Attraversata da un'unica via principale che collegava il Percorso 113 al Percorso 114, era caratterizzata da paesaggi rurali che la rendevano differente e particolare rispetto alle altre città della regione. Il territorio era fertile e argilloso grazie alle acque del lago, l'unico ecosistema in grado di ospitare Pokémon come Barboach, Whiscash e Lombre. Anche il Monte Camino era in grado di caratterizzare l'ambiente circostante, il Percorso 113 era rinomato per la cenere vulcanica che scendeva dal cielo e ricopriva il suolo con un leggero manto grigiastro. I bambini che non avevano il timore di affrontare gli Skarmory selvatici, erano abituati a inoltrarsi nella vegetazione per dedicarsi alla raccolta della cenere e portarla del vetraio che abitava nelle vicinanze. Brunifoglia era abitata esclusivamente da fami

Quindicesimo Capitolo - 15

Salve ragassuoli, mi dispiaccio ogni volta per il ritardo nella pubblicazione, e mi rendo conto che sta diventando un disagio. Ecco perchè, dalla settimana prossima, per problemi di lavoro, la fan fiction sarà pubblicata il MARTEDì. Chiedo ancora scusa, e spero di non aver recato disagio. Ringrazio tutti quelli che hanno messo mi piace alla pagina   Pokémon Adventures ITA . Vedere il seguito crescere ogni giorno di più è una grande soddisfazione. Sei su EFP? Vieni a recensirci anche lì!  Andy Black, autore su EFP Ricordo sempre che il nostro progetto, Pokémon Courage ha bisogno di sostegno da parte vostra...niente soldi, tranquilli, basta solamente un po' di partecipazione. Siamo davvero così pochi a leggere questa bellissima storia? Entrate anche voi a far parte della famiglia di Pokémon Courage . Ho finito con le raccomandazioni. Cominciamo. Stay Ready...Go! Andy $   “Rachel...sei davvero tu?” chiese sgomento Ryan, quasi commosso. Zorua fece un