È... è lei Ogni passo rimbombava nella testa di Dylan come se una piccola goccia si tuffasse dall’alto del soffitto di una grotta giù per terra, incontrando un lago sotterraneo. Ed in effetti erano proprio all’interno di una grotta; con tutto quel silenzio gli pareva strano di essere nella base del nemico, gremita di Reclute pronte a fargli passare guai amari. Solo il ronzio dei neon tagliava la linea dei suoi pensieri, con un machete ben affilato e sporco di sangue. Del sangue che Dylan non vorrebbe mai ricondurre a Dhalia. E sì, perché era inevitabile che pensasse a Dhalia, in quel momento, abbassando la testa e fissando le punte delle sue scarpe sporche di fango. I miei mocassini... pensò, quasi estraniandosi per un attimo da tutto quel tumulto di avvenimenti. Poi apparve di nuovo la faccia di Dhalia, i suoi occhi verdi a regalare un attimo di colore alle sue giornate, e le sue labbra ad ammorbidire la dura roccia su cui b
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