h err Chapter V Misery Loves Company H ilda aveva perso la concezione del tempo. Era rintanata su un piccolo divano che brillava di un candido argento, mentre il blando pallore lunare illuminava la sua tenue carnagione lasciando il resto della mobilia immerso nella più nera oscurità. Il rumore dei passi in lontananza tagliava la coltre di silenzio serale, leggeri ma comunque udibili a distanza. Dopo pochi attimi apparve sull’uscio della porta la figura esile di una donna, i capelli sciolti che ricadevano sulle spalle, un caldo sorriso che le illuminava il volto. « Hilda, va tutto bene? » La donna si ritagliò un piccolo spazio sul divano, accomodandosi all’altezza della vita della ragazza, e poggiò una tazza fumante sul tavolino in vetro. « … » « Non importa, puoi parlarmi quando vuoi, sai dove trovarmi » concluse, la voce molto sottile, scomparendo dietro la porta cui era entrata. Non provava freddo, non aveva bisogno di una bevanda calda, non era malata,
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