13. Cuore Puro Kanto, Aranciopoli, Ospedale Civile L’angoscia divorava ogni cosa. Green era in piedi con le mani nelle tasche, davanti alla finestra, guardava oltre il vetro, dove la tempesta aveva cessato la sua furia. Silver era poggiato con la schiena al muro, le braccia incrociate e indossava l’espressione peggiore che avesse. Guardava Sandra, seduta su di una fredda panca d’acciaio, con la testa fra le mani e gli occhi chiusi. Il bip dell’elettrocardiogramma scandiva pause che la stanchezza mostrava infinite; ogni vuoto diventava un profondo fossato da cui riuscivano a vedere la luce un secondo sì e uno no, a intermittenza. Gold era vivo però, e tanto bastava. Bastava soprattutto a lei, che l’aveva visto quasi morire, stringendolo a sé. Nonostante non lo avesse mai stimato, nonostante fosse l’ultima persona che avrebbe voluto come partner, quel giorno, non poteva negare a se stessa che il cuore del ragazzo fosse limpido. Cuore puro, anima buona; se non fosse s
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