Il macellaio Slurpuff non parlava. Raramente si muoveva. Slurpuff era rinchiuso da tempo in quella casa, quella con il tetto rosso e il porticato di legno. Non era una vera casa, più che altro un negozio con dentro una stanza per dormire. Un pasticcere lo aveva salvato dalla pioggia, quando ancora era uno Swirlix, e la sua soffice pelliccia rosata era tutta un grande disastro appiccicaticcio. Viveva da re, l’unica cosa che doveva fare era tenere sott’occhio i vari composti per i dolci, ma Slurpuff aveva imparato col tempo che gli bastava rimanere vicino ad essi affinché non perdessero la loro fragranza. La sola vicinanza del Pokémon ai dolci sembrava rendere questi ultimi ancora più buoni e appetibili. L’uomo che lo ospitava non pretendeva molto da lui: gli bastava che i suoi dolci fossero apprezzati e tutto sarebbe andato bene. Slurpuff, però, non era sempre così accondiscendente. C’erano periodi nei quali si rifiutava di uscire dal letto, dove la pigriz
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