XVIII Il lupo solitario «Ehi» mormorò Yellow. «Ehi» rispose Crystal. La bionda era comparsa accanto al lettino dell’amica, aveva con sé due tazze di cartone probabilmente colme di caffè. Si trovavano all’interno di una tenda che ospitava altri cinque pazienti. Tutti tranquilli, niente malattie infettive o casi particolarmente difficili, erano perlopiù pazienti in riabilitazione. Come Crystal. «Ti va?» chiese timidamente la Dexholder di Kanto. Crystal prese una delle due tazze e la afferrò con entrambe le mani. Aveva risposto al suo saluto e aveva accettato il caffè, due ottimi per quanto piccoli segni, per la speranzosa Yellow. «Silver sta bene, la sua stanza è sicura, gli apparecchi non sono stati danneggiati» disse la bionda, tanto per fare conversazione. «Tu dov’eri?» chiese Crystal. Tre parole. Tre parole e la mente di Yellow sprofondò in un abisso di paranoia oscuro e opprimente. Non sapeva come rispondere. Non sapeva quale fosse esattamente la domanda. Che cosa vol
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