IV Anarchia Erano le 10:15. La città di Austropoli vibrava dell’acceso fermento tipico dei giorni lavorativi. Il traffico era intenso, i pedoni occupavano i marciapiedi, i bambini erano a scuola, i lavoratori in piena attività. Poche sagome quasi invisibili si muovevano sui tetti e tra i vicoli dei quartieri più popolati. Erano lì dalla sera prima, nessuno li aveva notati. Juan e Mirta erano sul luogo di lavoro, al varco del Ponte Freccialuce. Era un’eccezione: loro di solito facevano il turno di notte. Avevano chiesto un permesso solamente per quella giornata. Ovviamente, erano stati obbligati. Come da programma, l’uomo che li aveva raggiunti due sere fa si ripresentò alle porte del varco. Aveva ancora la divisa, molte tasche, molti astucci, armi e un passamontagna. Non li guardò neanche: «è il momento» disse soltanto. Juan posò la scopa e si fece da parte, Mirta cominciò a respirare a fatica. Per due giorni avevano
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