Nella Mente Dell’Assassino Una settimana dopo l’incidente di Knowhere. Entrò nella stanza aprendo silenziosamente la porta. L’ennesimo colloquio con i medici lo aveva sfiancato più del previsto. Sabrina dormiva rannicchiata sulla poltrona di fianco al letto. I macchinari collegati a sua figlia si muovevano come di consueto; aveva ormai imparato a non udire il bip del misuratore di frequenza cardiaca. Quella vista gli spezzava il cuore. Prim era in coma dall’incidente, ed era in vita soltanto grazie ai macchinari e al nutrimento per sonda. Si avvicinò alle finestre, discostando le tende che schermavano la luce del sole. La notte stava lasciando il dominio al giorno, l’alba s’imponeva sempre di più col passare dei minuti. Il parcheggio dell’ospedale, su di cui si affacciava la finestra della loro stanza, era completamente ricoperto di neve, ancora intenta a cadere lentamente dal cielo, trasportata gentilmente dal vento. Piccoli stormi volavano alti, lì dove assume
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