3. Bufera Era ancora buio quando Bellocchio si svegliò. Immerso nell’oscurità della camera degli ospiti, si ritrovò a osservare il soffitto che, come le pareti, era rivestito di legno. Accese la lampada da lettura che si trovava sul comodino alla sua sinistra e si alzò. Facendo ben attenzione a non far rumore, andò in bagno. Pochi minuti dopo era nuovamente in camera, pronto a vestirsi. Indossò gli abiti del giorno prima e si diresse nel salotto. La casa, come anche tutta Nevepoli, era ancora immersa in un profondo sonno. L’unico rumore udibile, seppur attutito dallo spessore delle mura e dei vetri, era l’ululare del vento. A tentoni cercò l’interruttore della luce e, dopo un sonoro click la stanza venne illuminata a giorno. Diede un’occhiata attraverso la grossa finestra, notando il contrasto fra la luce interna e l’oscurità che saturava l’aria, all’esterno, dove la neve vorticava tutt’intorno, stringendo la casa in un gelido abbraccio. Bellocchio s’avvicinò al d
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