W hite aveva sempre reputato la domenica pomeriggio un’arma a doppio taglio. Sì, si stava a casa, non c’era nulla da fare d’impellente, e poteva rilassarsi. I pensieri del giorno dopo tuttavia la attanagliavano, tenendo stretta la sua mente in una morsa d’angoscia. Sbuffò, alzandosi da tavola. “Sparecchio io... dopo” fece, camminando con i piedi scalzi fino al divano di casa sua. Le tende mal contenevano i raggi del sole, che fuoriuscivano come anguille ed illuminavano il salotto in arte povera che sua madre le aveva gentilmente concesso. La televisione era accesa, senza volume: succedeva spesso a casa sua, le immagini la facevano sentire meno sola, nonostante sola non fosse. Prese il portatile e lo staccò dalla carica, lasciando penzolare il cavo nero dal bordo del divano. Sciolse i capelli, mettendo i codini neri al polso, come se fossero bracciali, quindi sorrise. Stesa a pancia sotto, alzò le gambe e prese a farle dondolare mentre aspettava che il computer si accende
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