Fuori oggi lo speciale della rubrica Consigli Utili.
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Lo speciale di oggi è il continuo di quello di sabato 25 maggio, lo troverete cercando qui --->
Il prossimo pezzo della rubrica uscira sabato 22 Giugno. Invece per il capitolo consueto ci incontreremo sempre qui, sempre lunedì.
Stay Ready.
Go!
Andy $
Spingeva forte,
nell’esofago, e sembrava volesse aprirsi un varco con le mani per uscire fuori,
ed urlare. L’ansia lo stava distruggendo.
Aprì semplicemente gli
occhi, senza muovere un muscolo, facendo accarezzare la sua pelle dal freddo di
quell’Ottobre avvelenato dal gelo.
Sbatté le palpebre,
chiedendosi per quale motivo ogni volta che si svegliava aveva le labbra
gonfie. Come se stesse aspettando il bacio di qualcuno.
“Spero una donna” pensò,
poi sorrise, sbadigliando. Aveva ancora sonno, la chiamata di sua madre, quella
notte, non era stata molto opportuna.
In effetti sua madre non
era mai stata opportuna.
Aveva sempre rovinato
tutti i momenti importanti con domande sciocche e spesso futili.
Ma guai a metterla da
parte. Sua madre era essenziale per lui.
Portò una mano alla
testa, levandosi i capelli da faccia. Una volta conclusa quella durissima sfida
alla Lega Pokémon di Adamanta, Zack , avrebbe pensato al resto.
Il sacco a pelo che stava
usando era tutto consumato. Quello non era più buono.
Passò da steso a seduto,
godendo della mancanza, finalmente, di un fastidioso e tenace sassolino, che
appuntito gli aveva reso la notte decisamente complicata.
E scomoda.
La sua mano si mosse
verso le sue scarpe. Si, c’erano. Si girò per guardarle. Accanto c’erano anche
le Poké Ball.
Tranne la telefonata
inopportuna, quella notte non era successo niente.
Si alzò, ed uscì fuori
dalla tenda. Indossava un’aderentissima maglietta a maniche lunghe, di quelle
che trattengono il calore, molto simili a quelle per i sub, di un grigio molto
chiaro.
Mettevano in risalto i
muscoli delle braccia, e quelli del petto.
Non si era reso conto di
essere diventato così prestante fino a quel momento.
Vivendo da nomade,
viaggiando, il suo fisico si era adattato.
Le poche monete che aveva
in tasca gli sarebbero servite per fare una telefonata, una volta entrato nella
Lega Pokémon.
Il freddo fuori era
davvero pungente. Un ruscello passava da quelle parti, lui vi si diresse
immediatamente, levandosi la maglietta e lavandosi. Bevve anche, senza esagerare,
e poi si asciugò.
Pensava che in quel modo
avrebbe sentito più freddo di prima, ma non aveva messo in conto che
l’adrenalina facesse scorrere nel sangue qualcosa di diverso.
La guerra, la forza e
l’onore.
La convinzione.
Si fidava di sé stesso, quella
mattina ancor di più. Cambiò maglietta, ne infilò una nera, mise il suo gilet,
e si sistemò la bandana tra i capelli, controllando di non aver perso
l’orecchino.
C’era tutto.
Poteva partire.
Chiuse la tenda, mise le
Poké Ball nel cinturone e si diresse verso l’enorme edificio, protagonista in
quello scorcio di natura.
I suoi passi parevano
ardere sotto i suoi piedi, tanto che aumentò la camminata, ed arrivò prima di
subito lì.
Davanti quel portone.
Mise la mano sulla
maniglia, sospirando, e fermandosi.
L’ansia stava per uscire
del tutto, e quindi la lasciò fare; non aveva bisogno di distrazioni.
In quel momento pensò a
tutto. A sua madre, a Green, ad Alma, ad Emily.
“Vai”
Aprì la porta ed entrò.
La sua avventura alla
Lega Pokémon stava per cominciare.
L’atrio di quella
struttura era fatiscente.
Nel senso che sarebbe
potuto essere un po’ più sfarzoso, mentre in realtà qua è là cascavano fili, e
non tutti i neon funzionavano. Sulla sinistra, poggiata ad un bancone
polveroso, c’era una vecchia donna, bionda. Pareva portasse la parrucca.
“Salve” fece Zack,
cercando di far sembrare la sua voce più rude di quanto non fosse in realtà.
“...’giorno...”
“Lei è l’infermiera?”
Quella alzò il sopracciglio. Aveva in testa un cappello con una croce rossa.
“Lei è l’infermiera?”
Quella alzò il sopracciglio. Aveva in testa un cappello con una croce rossa.
Quindi sbuffò. “Che dici?
Sono l’infermiera?”
“Voglio iscrivermi alla Lega. Voglio battere il Campione”
Quella masticava rumorosamente il suo chewing-gum, guardandolo fisso per tre secondi circa, poi, tenendo i gomiti poggiati al bancone, guardò in basso.
“Voglio iscrivermi alla Lega. Voglio battere il Campione”
Quella masticava rumorosamente il suo chewing-gum, guardandolo fisso per tre secondi circa, poi, tenendo i gomiti poggiati al bancone, guardò in basso.
Zack la guardò meglio.
Sembrava non avesse più di quaranta, al massimo quarantacinque anni, anche se
ne dimostrava davvero molti di più. Sul cartellino presente sulla divisa,
sformata dai suoi seni larghi, c’era scritto Lois. Il volto era rugoso, tirato,
e due labbra sottili erano patinate di rossetto rosso, stesso colore dello
smalto sulle unghie delle mani venose. I capelli sembravano posticci, finti,
acconciati in una pettinatura vintage.
Zack pensò che
probabilmente quello fosse tutto uno scherzo. Quella donna non poteva davvero
accogliere i probabili futuri campioni della Lega Pokémon. E quella struttura
non poteva essere così fatiscente. Cioè... c’era sicuramente un organo
competente che si doveva occupare di quelle cose. Insomma, qualcuno che pagasse
i dipendenti e ridipingessero le mura di quella topaia.
“Perché è tutto così
squallido?” domandò Zack.
L’infermiera alzò la
testa poggiando un foglio sul bancone. “Perché nessuno se ne occupa”
“Non ci dovrebbe essere qualcuno che se ne occupi?”
“Se qualcuno lo pagasse, ci sarebbe pure”
“Lei non viene pagata?”
“Quando esci dalla scuola per infermiere Pokémon giuri di aiutare chi è in difficoltà. E nonostante tutto io sono stipendiata”
“E... come mai non ci sono soldi? Insomma, le palestre sono bellissime. Non sono gestite dallo stesso organo di competenza?”
“Si. Ma qui comanda il Campione, e vuole che tutto sia così”
“Un motivo in più per rompergli il culo”
“Non ci dovrebbe essere qualcuno che se ne occupi?”
“Se qualcuno lo pagasse, ci sarebbe pure”
“Lei non viene pagata?”
“Quando esci dalla scuola per infermiere Pokémon giuri di aiutare chi è in difficoltà. E nonostante tutto io sono stipendiata”
“E... come mai non ci sono soldi? Insomma, le palestre sono bellissime. Non sono gestite dallo stesso organo di competenza?”
“Si. Ma qui comanda il Campione, e vuole che tutto sia così”
“Un motivo in più per rompergli il culo”
L’infermiera ebbe un
primo ed orgasmico accenno di sorriso, quel giorno. “Compila e firma”
Zack eseguì, quindi
sospirò. Fece curare la sua squadra e si avvicinò all’ingresso.
Il buco nero, lo
chiamavano. Sì, perché da lì si entra e non ci si esce più.
“Vai”
Fece quel passo, aprì la
porta e si buttò a capofitto in quel corridoio buio.
La porta alle sue spalle
si chiuse da sola, mentre l’adrenalina riprese a pompare nel suo sangue come
spinta da una turbina.
Camminava su quella
passerella lucida, nera, in cui poteva specchiarsi, e vedere un giovane uomo
sfidare il suo destino. Poké Ball alla mano, aprì una seconda porta, dove tutto
era buio.
Tutto.
Fece un passo dentro, e
dei riflettori illuminarono solamente la sua figura.
Zack non vedeva
assolutamente niente, con quegli enormi fari che puntavano il suo volto.
Poi si spensero.
“Dove sei?” chiese, a
bassa voce.
“Sono qui” rispose il
primo dei Superquattro, con voce cavernosa. Zack rabbrividì.
I riflettori lentamente
si spostarono e si ampliarono, in modo
da illuminare tutta la sala.
Ora Zack era in grado di
vedere tutto.
Era in uno stanzone
piuttosto ampio, e delle linee bianche erano disegnate sullo stesso pavimento
lucido nero dell’antisala, andando a formare il campo di combattimento.
In quella stanza
nient’altro se non le luci abbaglianti dei riflettori ed il suo avversario.
Era strano.
Aveva indosso un
elegantissimo completo Armani, con cravatta nera chiusa nella giacca.
Zack era inquieto.
“Ciao” disse quello,
sentendo la voce arrivargli debolmente dalle spalle. Si voltò in fretta, ma dietro
c’era solo la sua porta. No, non potevano essere degli altoparlanti, quella
voce era come un sussulto di una persona che ti parlava alle spalle.
Era tutta un’illusione,
Zack si convinse di questo, quando però andò a girarsi, l’avversario non c’era
più.
I brividi gli salirono
lentamente dalle gambe fino alle spalle, e lui scosse la testa, per
allontanarli.
“Credo che se qualcuno ti
saluti tu debba essere educato” ancora la voce alle sue spalle.
Fece un passo avanti, nel
campo, sospirando.
“Basta giochetti.
Lottiamo”
“Perfetto”
Le luci si spensero per
un momento, giusto un secondo, poi si riaccesero, mostrando l’avversario di
Zack al suo posto originario.
Erano l’uno di fronte
all’altro.
“Il mio nome è Mister
Fred. E sono il primo dei Superquattro. E tu? Tu come ti chiami?” la voce di
quello era di una calma snervante, soprattutto nei panni di Zack, che stava
fremendo, tra l’inquietudine e l’adrenalina.
“Io mi chiamo Zackary
Recket, e sono venuto qui per sconfiggere il campione”
“Probabilmente tu non ci arriverai dal campione”
“Beh... chi lo sa?” sorrise Zack.
“Probabilmente tu non ci arriverai dal campione”
“Beh... chi lo sa?” sorrise Zack.
“Lo so io. E ti dirò
anche perché...”
“Scommetto perché mi batterai tu...” fece stufo l’altro, che aveva avuto un’ampia esperienza con i videogame.
“Scommetto perché mi batterai tu...” fece stufo l’altro, che aveva avuto un’ampia esperienza con i videogame.
“Arguto... bene. Le
regole del campo sono semplici. Una volta che i Pokémon sono dentro, non vi
possono uscire. Questo significa che se mandi un Pokémon in campo, esso potrà
rientrare nella sfera solo se esausto. Inoltre significa che chi supera le
linee del campo è automaticamente fuori dalla sfida. Tutto chiaro?”
“Si, Mister Fred. Cominciamo”
“Si, Mister Fred. Cominciamo”
“Benissimo”
Un fascio di luce verde
si alzò ai lati del campo. Probabilmente chiunque avesse superato, anche se di
poco le luci di contenimento era fuori dal gioco.
Gli altoparlanti in
realtà c’erano, ma probabilmente Mister Fred non li utilizzò nella sua opera di
confusione dell’avversario. Cominciarono a trasmettere un brano di musica
classica.
Zack si irrigidì non
appena le corde di violino furono suonate da qualcuno di grande abilità.
I brividi continuavano la
loro scalata.
“Bene. Io scelgo
Ursaring!”
Un enorme Ursaring ruggì
feroce, serrando le fauci e fissando con rabbia Zack.
“Ursaring... benissimo.
Vai Torterra!”
Torterra si manifestò in
campo, pesante e calmo come sempre.
Mister Fred sorrise.
“Ottimo. Cominciamo”
E al “cominciamo” la
musica di violino prese a
intensificarsi.
Il concetto che aveva
usato Zack era semplice. Il Pokémon più difficile da spostare, nella sua
squadra era probabilmente Torterra. Un tartarugone di terra pesante qualche
quintale.
D’altro canto il
pavimento non permetteva di poter usare mosse come Radicamento.
“Ursaring, Boato” disse
con calma quasi irreale.
Ursaring allargò la
braccia e cominciò a ruggire in maniera aggressiva.
“Torterra, non muoverti!
Usa la Ritirata!”
Torterra entrò nel guscio, ricadendo pesante sul pavimento.
Torterra entrò nel guscio, ricadendo pesante sul pavimento.
“Ursaring, ora vagli
vicino ed utilizza Martelpugno!”
Zack guardava
attentamente. L’attacco ritirata aumentava la difesa di Torterra, già
notevolmente alta. L’allenamento che i due avevano fatto sulla resistenza,
inoltre, lo rassicuravano molto.
Ursaring si avvicinò
furioso e sferrò un violento pugno sulla corazza del Pokémon.
Mister Fred era immobile.
“Resisti, Torterra, ed
usa Salvaguardia!”
Fu allora che l’uomo
mascherato sorrise. “Hai fermato una delle mie strategie. Ursaring era pronto
ad utilizzare un attacco Tossina, in modo da rompere questo immobilismo. Ma a
quanto pare il tuo Torterra ha bisogno di essere scosso un po’. Benissimo,
Ursaring, vai con l’attacco Martelpugno a ripetizione. Vediamo quanto è duro il
carapace di Torterra”
Più furibondo di prima, Ursaring saltò in groppa a Torterra e prese a colpirlo con moltissima forza.
Più furibondo di prima, Ursaring saltò in groppa a Torterra e prese a colpirlo con moltissima forza.
Un pugno con la destra ed
uno con la sinistra. Torterra non cedeva, però, e stava nel suo guscio,
cercando di limitare al massimo i danni.
Zack non sapeva quanto
ancora il suo Torterra potesse subire quei fortissimi colpi. Doveva mischiare
le carte in tavola.
“Torterra, usa le spore
paralizzanti!”
“Veloce, via di li!” fece
Mister Fred, stavolta un po’ meno rilassato.
Ursaring saltò
all’indietro, lasciando libero lo spazio sul guscio di Torterra, che dalle
apertura di esso cominciò a spargere miriadi di spore.
“Iper Raggio durante il
salto!”
E prima ancora di
atterrare un fortissimo fascio di energia partì dalla bocca di Ursaring,
finendo dritto contro il punto martoriato dai pugni dati precedentemente.
Torterra uscì dal guscio,
ruggendo e lamentandosi.
Il colpo lo aveva subito.
“Torterra! Dannazione,
usa Ripresa!”
Zack approfittò di quel
momento in cui Ursaring, sfatto per il forte attacco effettuato, cercava di
recuperare, quindi fece altrettanto.
Torterra si illuminò
leggermente, ed i suoi punti salute aumentarono.
“Bene, passiamo
all’attacco! Torterra, vai con l’attacco Mazzuolegno!”
“Ursaring, attento!”
Ma probabilmente la fatica
dell’orso non gli consentì di sentire le parole del suo allenatore, e quindi fu
colpito da una dozzina di tocchi di legno, pesanti e duri, che lo fecero cadere
per terra.
“Ottimo, Torterra! Vai
con Rocciotomba!”
Torterra fece apparire quattro enormi massi su Ursaring.
Torterra fece apparire quattro enormi massi su Ursaring.
“Schivali!” urlò Mister
Fred.
I massi presero a cadere,
a formare una tomba, ma Ursaring rotolò velocemente sul fianco alla sua destra,
evitando l’attacco e rimanendo sulle quattro zampe.
“Vai con l’Aeroassalto!”
urlò poi colui che giocava in casa.
Ursaring balzò con le
quattro zampe in volo, attaccando poi la testa di Torterra, che dopo aver
subito il colpo si rintanò nel guscio.
“Sali sull’albero di
Torterra, Ursaring, e dopo attacca con un altro Iper Raggio”
Mister Fred sembrò essere
tornato calmo.
Zack non si aspettava
l’attacco Aeroassalto, e rimase immobile. Non sapeva cosa fare, e per la prima
volta stette a guardare come Ursaring, seguendo gli ordini, balzo sull’albero e
lo strinse forte, per evitare sballottamenti, ed attaccò il punto sensibile del
carapace di Torterra con l’ennesimo Iper Raggio.
“Torterra! No!”
“Invece è così! Prepara
il prossimo Pokémon”
“La battaglia non è ancora finita!”
“La battaglia non è ancora finita!”
Lui lo sapeva. Zack non
era uno stupido, era benissimo in grado di ragionare. E di ricordare.
Sì, ricordare. Ricordava
le parole di Green.
“Gli incontri non li vincono solo i Pokémon forti.
Li vincono anche gli allenatori intelligenti”
Fu come un’illuminazione.
“Torterra, stringi con le
liane Ursaring ed assicurati che sia stretto all’albero”
Torterra rimase nel
carapace mentre le liane presero a legare braccia e gambe, e successivamente
anche il busto.
“Stringi!” urlò Zack.
Faceva male, difatti
Ursaring urlò, ruggendo, sparando ancora un Iper Raggio, stavolta verso l’alto.
“Bene Torterra... ora
stenditi su di un fianco”
Mister Fred rimase
sgomento quando vide l’enormità di Torterra girarsi e rotolare sul fianco.
Ursaring, legato ed
immobile, nel movimento, si ritrovò fuori dal campo.
“Ho vinto!”
“Il livello è davvero
buono. Non me lo aspettavo... hai sconfitto Ursaring in un modo inaspettato”
“Ho semplicemente ragionato... bravissimo Torterra, rientra”
“Ho semplicemente ragionato... bravissimo Torterra, rientra”
Una volta finita quella
battaglia avrebbe usato qualche strumento per rimetterlo in sesto.
“Io ho ancora quattro
Pokémon. Tu chi vuoi utilizzare?”
“Metterò in campo Lucario”
“Metterò in campo Lucario”
Mister Fred rimase
immobile. “Io metterò Stoutland!”
I due Pokémon entrarono
in campo. Lucario guardò Zack, serio.
“Dobbiamo vincere,
Lucario”
Quello fece un cenno di
assenso.
“Stoutland, cominciamo!”
Quello prese ad abbaiare,
in modo poco guerresco, cosa che fece sorridere Zack.
“Stoutland usa Tuono”
Quello abbaiò, poi ululò,
ed un Tuono si scagliò forte su Lucario, che lo subì in toto, senza muovere
nemmeno un muscolo.
“Stai bene, Lucario?”
Quello annuì.
Quello annuì.
“Vai con Attacco Rapido!”
Lucario partì
velocemente, e colpi inaspettatamente Stoutland, che indietreggiò di qualche
passo.
“È un Pokémon molto
stabile”
“Ed anche vendicativo.
Rivincita”
Il cane balzò velocemente
verso Lucario.
“Schivalo!”
Lucario si appiattì per terra,
e Stoutland lo sorpassò di pochi centimetri.
“Bene, Lucario,
colpiscilo con Megapugno!”
Lucario era steso a
pancia in giù, ed una volta sentito l’ordine, si voltò caricando in
contemporanea un pugno micidiale, che colpì dritto sul torace l’avversario.
Il colpo fu terribile.
Stoutland fu sbattuto al pavimento con forza immane, rimanendo immobile.
“Lucario, prendilo e
lancialo fuori dall’arena”
“Stoutland!”
Ma quello non rispondeva.
“Stoutland!”
Ma quello non rispondeva.
Lucario lo lanciò fuori e
vinse l’incontro.
Stoutland era stato battuto
con molta velocità.
“I tuoi Pokémon sono
stati allenati davvero bene”
“Ti ringrazio. Lucario, te la senti di rimanere in campo?”
Quello annuì ancora.
“Ti ringrazio. Lucario, te la senti di rimanere in campo?”
Quello annuì ancora.
“Bene. Vai Vigoroth!”
Un Vigoroth dall’aspetto folle apparve sul campo. Senza nemmeno aspettare gli ordini del suo allenatore si gettò su Lucario, che non si fece trovare spiazzato, e prese a parare tutti i colpi.
Un Vigoroth dall’aspetto folle apparve sul campo. Senza nemmeno aspettare gli ordini del suo allenatore si gettò su Lucario, che non si fece trovare spiazzato, e prese a parare tutti i colpi.
Fendenti appuntiti
venivano ammortizzati da Lucario in modo incredibile.
Lucario sapeva già dove
ogni colpo sarebbe andato a finire.
“Bravissimo Lucario!
Continua a difenderti!”
“Se pensi che Vigoroth si stancherà ti sbagli. L’abilità Spiritovivo lo farà continuare su questa linea finché non avrà fame” sorrise Mister Fred.
“Se pensi che Vigoroth si stancherà ti sbagli. L’abilità Spiritovivo lo farà continuare su questa linea finché non avrà fame” sorrise Mister Fred.
“Lucario, Individua! E
poi usa Palmoforza!”
Lucario cominciò a
preparare Palmoforza, con la zampa anteriore sinistra, quindi utilizzò
Individua.
Vigoroth cercò di
colpirlo sul collo, e Lucario parò il colpo.
“Ora!”
Palmoforza partì, e colpì
il Vigoroth giusto al centro del petto, bloccandolo.
“L’hai paralizzato... che
fortuna. Vigoroth, riesci a muoverti?”
Quello urlava, ruggiva, rabbioso, e più si rendeva conto che il suo corpo non rispondeva alle azioni che voleva fargli compiere, più si arrabbiava.
Quello urlava, ruggiva, rabbioso, e più si rendeva conto che il suo corpo non rispondeva alle azioni che voleva fargli compiere, più si arrabbiava.
“Finiamola, qui. Lucario.
Palmoforza”
Ancora un altro
Palmoforza, che spinse lontano Vigoroth. La mossa era superefficace, quindi non
fu una sorpresa per Mister Fred dover far rientrare nella sfera un Vigoroth
esausto.
“Mi stai mettendo in
difficoltà, devo ammetterlo”
Zack annuì leggermente.
Zack annuì leggermente.
“Lucario?” chiese, come
se la domanda fosse implicita. Quello annuì ancora.
“Vai Togekiss”
Lucario lo guardò, mentre
questo prese a volare in circolo sulla sua testa.
“Sembra un avvoltoio...”
sospirò Zack.
“Non ha tutti i torti a
volare in tondo. Togekiss, usa Doppioteam!”
Almeno dodici Togekiss
presero a girare attorno alla testa di Lucario.
“Mantieni la
concentrazione!” gli urlò Zack, ma quello si guardava minacciosamente in torno,
cercando di individuare il vero fautore di quell’attacco.
“Togekiss, usa Aerocolpo”
Togekiss fece un ulteriore
giro attorno a Lucario, quando poi si abbatté in picchiata, colpendo Lucario e
facendolo rotolare per terra.
“Lucario! Alzati!”
Quello eseguì celermente,
quindi si preparò.
“Togekiss, stai in alto!”
“Lucario, vai con
Forzasfera!”
“Schivala”
La sfera di energia si abbatté
contro il soffitto, mentre Togekiss continuava a volare.
“Ancora Togekiss, vai con
Doppioteam!”
Togekiss creò altre copie
di sé, stavolta erano più di venti, che presero a girare in sensi diversi tutti
sulla testa di Lucario.
Zack digrignò i denti.
Non voleva che Lucario fosse colpito ancora.
“Devo pensare... e in
fretta”
“Vai, Togekiss, Aerocolpo”
“Vai, Togekiss, Aerocolpo”
“Aspetta Lucario, e
tieniti pronto!”
Lucario si abbassò
leggermente, mentre vedeva una miriade di avversari venirgli incontro.
“Lucario, leggi l’aura di
Togekiss!”
Lucario si fermò,
immobile, e come se nulla si muovesse attorno a lui quello riuscì a trovare la
calma necessaria per fare ciò.
“Ora!” urlò Zack, che
vide Lucario saltare in alto. Fece una capriola all’indietro, finendo su
Togekiss, quello giusto, che intanto stava riprendendo quota.
“Bravissimo Lucario! Ora
colpiscilo con Palmoforza!”
Lucario caricò il colpo, che finì giusto tra le ali di Togekiss. Quello si lamentò del dolore, e prese a muoversi in maniera casuale, cercando di liberarsi dell’intruso sulla sua schiena.
Lucario caricò il colpo, che finì giusto tra le ali di Togekiss. Quello si lamentò del dolore, e prese a muoversi in maniera casuale, cercando di liberarsi dell’intruso sulla sua schiena.
“Togekiss, Acrobazia”
“Lucario, reggiti!”
Quello si aggrappò al
collo dell’avversario, mentre Togekiss prese ad accelerare vorticosamente per
poi avvitarsi due volte su se stesso, avvicinandosi vertiginosamente al
pavimento.
“Lucario, resisti! Cerca
di salire sopra di lui!”
E quello fece. Cercò di
passare dalla schiena alla pancia di Togekiss, dato che era a testa in giù, ma
sentì Mister Fred ridere di gusto.
“Sei caduto in trappola.
Togekiss, afferralo”
Le zampe di Togekiss lo
assicurarono, e a nulla valsero gli sforzi di Lucario per liberarsi.
“Vai, Togekiss. Movimento
Sismico”
Il Pokémon alato volò
verso l’alto.
“Liberati, Lucario!”
Inutile. Non ci riusciva
in alcun modo.
Togekiss fece una piroetta
in aria, finendo in picchiata verso il pavimento nero della sala.
“Lucario! No!”
Togekiss lasciò andare
Lucario, che si schianto ad alta velocità sul pavimento. Quello urlò dal
dolore, il colpo fu davvero tremendo.
Lucario era fuori
combattimento.
“No! Dannazione,
Lucario!” Zack corse verso di lui, rimasto incosciente sul pavimento.
“Benissimo...” Mister
Fred gongolava, mentre Togekiss si librava in aria.
“Sei stato perfetto. Ora
riposati”. Lucario rientrò nella sfera, quindi Zack tornò in postazione. “Ora
voglio divertirmi... vai Braviary!”
Braviary entrò in campo
già in volo, e la sua sola presenza bastò a turbare Togekiss.
“Vai Braviary, vai con
Attacco Rapido!”
L’aquila si mosse
velocemente, prendendo in contropiede l’avversario. Fu un brutto colpo.
“Sei veloce. Ma il mio
Pokémon è più veloce. Togekiss, Extrarapido”
Quello scattò velocemente verso di lui, mentre Braviary sostava fermo.
Quello scattò velocemente verso di lui, mentre Braviary sostava fermo.
“Ancora... ancora un
po’... Ora Braviary!”
A Braviary basto chiudere
le ali per pochi secondi, per perdere quota, in modo da evitare l’attacco di
Togekiss, che non colpendo il bersaglio, non riuscì a frenarsi in tempo, ed
uscì fuori dal campo.
“Non ci è voluto molto”
sorrise Zack.
“Sei davvero furbo. Ed
anche forte. Questo è il mio ultimo Pokémon. Vai Tauros”
Un toro cominciò furioso
a muggire, e a caricare il passo. Era enorme, ed il pelo che aveva attorno alla
testa era più folto di un normale Tauros.
“Direi che questo è
l’avversario perfetto per te, Growlithe!”
Il Pokémon cane entrò in campo, scodinzolando verso Zack. Poi il suo sguardo si abbatté su Tauros, e prese un assetto offensivo, basso sulle quattro zampe, mentre ringhiava.
Il Pokémon cane entrò in campo, scodinzolando verso Zack. Poi il suo sguardo si abbatté su Tauros, e prese un assetto offensivo, basso sulle quattro zampe, mentre ringhiava.
“Non farti intimorire!”
Invece quell’enorme Tauros pareva così aggressivo che Growlithe un po’ ne risentì nella sua autostima. Non pensava di riuscire a sconfiggere quell’enorme toro.
Invece quell’enorme Tauros pareva così aggressivo che Growlithe un po’ ne risentì nella sua autostima. Non pensava di riuscire a sconfiggere quell’enorme toro.
Poi si voltò verso Zack,
e lo guardò. Avevano passato insieme milioni di avventure, e lui aveva sempre
cercato di fare il meglio.
Di lui si fidava. E se
lui aveva deciso di mandarlo in campo era perché era sicuro che potesse
sconfiggerlo.
“Tauros, usa Gigaimpatto
e facciamola finita”
Il toro soffiò aria dal
naso, e si scagliò con potenza immane sul povero Growlithe, saltando poco prima
di impattarvi contro.
“Growlithe, rotola a
sinistra!”
Agile, il cane eseguì l’ordine, e si ritrovò davanti a Zack, illeso, mentre Tauros cercava di recuperare energia.
Agile, il cane eseguì l’ordine, e si ritrovò davanti a Zack, illeso, mentre Tauros cercava di recuperare energia.
“Vai, Growlithe, usa
Fuocofatuo!”
Una fiammella blu,
debole, colpì la zampa dell’enorme toro, che dopo un po’ accusò il colpo.
Growlithe lo aveva scottato.
“Tauros, forza. Utilizza
Battiterra”
“Attento, Growlithe!”
Nonostante la scottatura,
Tauros si alzò sulle due zampe posteriori, per poi ricadere pesantemente su
quelle davanti, smuovendo il pavimento e creando una sorta di terremoto.
Growlithe si spaventò, e rimase guardingo.
“Stai bene?”
Growlithe abbaiò.
“Bene! Usa il
Lanciafiamme!”
“Tauros, schivalo, ed usa
Riduttore”
Growlithe accese la
fiamma, ma il grosso Tauros la schivò agilmente, nonostante la grossa stazza, dopodiché
corse velocemente verso il cane, e lo caricò, facendolo ruzzolare parecchi
metri indietro. Growlithe latrò, ricadendo a meno di un metro dal limite del
campo.
“Pressalo, Tauros. Fallo
uscire”
“No! Growlithe! Schiva i suoi attacchi!”
“No! Growlithe! Schiva i suoi attacchi!”
Tauros muggì, scottato
alla zampa, mentre correva verso Growlithe, prontamente messosi in piedi ai
comandi del suo allenatore. Si allontanò dal limite del campo, quindi prese a
schivare le molteplici incornate che il toro provava ad inferirgli. Muoveva la
testa come una sciabola, le sue corna era davvero appuntite.
“Schiva Growlithe!
Schiva!”
E mentre l’ira di Tauros aumentava gradualmente alla sua frustrazione per non riuscire a colpire l’agile cagnolino, la stanchezza ed il bruciore si sentivano forti.
E mentre l’ira di Tauros aumentava gradualmente alla sua frustrazione per non riuscire a colpire l’agile cagnolino, la stanchezza ed il bruciore si sentivano forti.
“Dai, Growlithe,
sfianchiamolo!”
“Non penso... Tauros, usa
Frana”
Una miriade di pietre si
materializzarono sulla testa del cane, e presero a cadere.
“No! Cazzo, Growlithe,
no!”
Lo presero in pieno.
Tauros indietreggiò,
continuando a muggire per il dolore, e si fermò.
“Growlithe! Se ci sei
ancora batti un colpo!”
Quello era disteso, sotto un enorme sasso, la coda distesa, tisica, senza alcun movimento. Un po’ di sangue fuoriusciva da un’apertura nel pelo, probabilmente avrebbe avuto bisogno di punti, alla fine di tutto.
Quello era disteso, sotto un enorme sasso, la coda distesa, tisica, senza alcun movimento. Un po’ di sangue fuoriusciva da un’apertura nel pelo, probabilmente avrebbe avuto bisogno di punti, alla fine di tutto.
Ma qualcosa stava
succedendo. Lui si muoveva, la sua coda si stava muovendo.
“Growlithe!” esclamò
Zack, felice.
“Che Pokémon
straordinario...” ammise Mister Fred.
Growlithe lentamente si
rimise in piedi, barcollante. Era davvero malconcio, la Frana di Tauros era
davvero molto efficace.
“Non voglio che tu stia
peggio di adesso, Growlithe, rientra... mi arrendo”
Mister Fred già si
fregava le mani, mentre Zack prendeva la Poké Ball, quando sentirono entrambi
il cane abbaiare.
Equivaleva a dire “No!
Stai fermo! Devo farcela”
Zack rimase shoccato da quella cosa. Alla fin fine lottare per diventare il Campione della Lega Pokémon era un capriccio. Una sorta di sfizio che voleva levarsi.
Zack rimase shoccato da quella cosa. Alla fin fine lottare per diventare il Campione della Lega Pokémon era un capriccio. Una sorta di sfizio che voleva levarsi.
Ed i suoi Pokémon
assecondavano quella sua ambizione malsana, lottando e dando tutti il massimo.
Ma Growlithe era diverso. Zack li amava tutti e tanto, però non Growlithe. Lui
era speciale. Lui era il suo amico, l’unico, il solo.
Il primo.
Assieme avevano vissuto
enormi avventure, battaglie senza fine e senza tempo, che avrebbe visto solo
nei libri di storia.
Eppure, nonostante non
fosse l’ultimo tra i Pokémon di Zack, e che quindi con la sua sconfitta avrebbe
segnato la dipartita in quel primo approccio alla Lega, Growlithe viveva con
orgoglio.
Doveva battere il suo
avversario.
Doveva riuscirci. E
venire sostituito, per dare gloria ad uno dei suoi compagni nelle sfere, dopo
aver fatto così tanto non era giusto.
Zack lo ricevette.
“Growlithe. Mi
raccomando”
“Tauros, usa incornata” disse calmo come sempre Mister Fred.
“Tauros, usa incornata” disse calmo come sempre Mister Fred.
Growlithe ringhiava, con
gli occhi semichiusi, ed un po’ di sangue che gli usciva dalla bocca, mentre
vedeva quell’enorme montagna di pelo e muscoli con due corna affilatissime
dimezzare velocemente la loro distanza.
Stava per colpirlo.
Growlithe abbaiò, come
per urlare a Zack di ordinargli qualcosa. E presto fatto.
“Growlithe! Contropiede!”
Quello prese a correre
incontro a Tauros, folle, e poco prima di impattare con le sue corna balzò
velocemente di lato, per poi lanciarsi con veemenza nel fianco del toro.
Fu davvero uno scontro
violento, che vide Tauros ruzzolare con forza di lato. Forse fu quello, e
sicuramente si aggiunse la sfibrante scottatura sulla coscia, fatto stava che
Tauros era K.O.
Il tempo di accorgersene,
e Zack corse in campo ad abbracciare Growlithe, mentre Mister Fred faceva
rientrare uno stremato Tauros nella sfera.
“Bravissimo, cucciolone!
Rientra” lo accarezzò, poi lo consegnò al suo meritato riposo.
Mister Fred applaudì un
paio di volte, poi si avvicinò al ragazzo e gli strinse la mano.
“Complimenti. Era uno
sfida dura, per niente semplice, e mi hai messo molto in difficoltà... ma sappi
che la Lega Pokémon non è solamente sconfiggere un allenatore. Devi entrare
nell’ordine di idee che il sacrificio è qualcosa di essenziale. Ne sa qualcosa
il tuo Torterra. Ed anche il tuo Growlithe. Che Pokémon straordinario. Ora vai,
il prossimo avversario ti aspetta”
Zack sorrise ed annuì, per poi inoltrarsi nel corridoio successivo.
Zack sorrise ed annuì, per poi inoltrarsi nel corridoio successivo.
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