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Consigli Utili 11

Ciao a tutti =)
Pokémon Adventures ITA pubblica il miglior manga Pokémon, tradotto in italiano. Se ancora non lo avete letto, fatelo, è una storia fantastica. Inoltre ci sono tante novità, tutti in nuovi Pokémon di sesta generazione e bellissime immagini, oltre ad uno staff caloroso. Mettete MI PIACE, se ancora non lo avete fatto =)
 Oggi Zack continuerà la sua sfida contro i Superquattro di Adamanta.
Buona lettura, e appuntamento a martedì con un nuovo capitolo della saga Pokémon Courage =)

Stay Ready. Go.

Andy $


 

Zack percorse il piccolo corridoio che c’era tra una sala ed un’altra in meno di quindici secondi, ma nel mentre i pensieri lo assalirono, quindi gli parve di camminare per due minuti abbondanti.
Pensava a ciò che era successo, al fatto che adesso si sarebbe trovato davanti il terzo dei Superquattro ed anche che ne aveva sconfitti già due.
Rianalizzò in un attimo i due avversari precedenti.
Il primo era Mister Fred. Quello era sicuro di sé, ed educato fino ai massimi livelli. Non lo aveva mai sentito urlare, praticamente. I suoi Pokémon erano forti, ma erano tutti di tipo Normale. Vulnerabili.
Di altra china era fatta Miss Ginger. Quella procace e misteriosa donna che gli aveva fatto perdere la testa in meno di cinque secondi da quando era entrato nella sua sala. Ricordava alla perfezione il suo profumo, ce lo aveva ancora sotto il naso. E ricordava le labbra morbide, poggiatesi sulle sue per quell’attimo che gli aveva fatto scoppiare il cuore. Era bellissima, quasi magica, quando spegneva le luci e compariva dove le pareva. Lo aveva colpito davvero tanto.
In quel piccolo istante, però, Zack stava pensando alla sua ultima frase.

Bene... Mister Kendrick è il prossimo tuo avversario. Ha qualcosa di... particolare. Mi raccomando, e buona fortuna

Aveva qualcosa di particolare... Miss Ginger l’aveva detto come se gli altri non fossero così strani.
Quegli intensissimi quindici secondi passarono in meno di niente, e si ritrovò ad afferrar la maniglia della porta che aveva di fronte, con la mano foderata dal guanto.
La aprì ed entrò.
Prima differenza con le altre stanze: non era buia.
Seconda differenza con le altre stanze: non c’erano le pareti né il soffitto.
Terza differenza con le altre stanze: il campo era una sottile lastra di cristallo.
Zack si guardò attorno, con la bocca aperta. Quell’arena era fantastica.
Non avendo le pareti laterali, era in grado di vedere in lontananza da una parte Miracielo e dall’altra Timea.
Il vento passava che era una bellezza. Nemmeno il soffitto sulle loro teste, solo le nuvole sonnacchiose e qualche Pokémon starnazzante.
La superficie del campo brillava. Al di sotto vi era un piccolo torrente che scendeva lungo il fianco del Monte Trave, seguendo un piccolo percorso scavato nella roccia.
“Cazzo...”
Alzò poi la testa. Mister Kendrick era di fronte a lui. Lo vedeva con difficoltà, il vento che soffiava era forte e non gli consentiva di tenere aperti gli occhi.
Mise poi una mano accanto al volto, il tempo necessario per guardare il suo avversario.
Indossava una maschera totalmente nera. Se Zack l’avesse avuta in volto gli avrebbe levato il respiro. Continuò a guardarlo, aveva i capelli alzati sulla testa, ed anche lui indossava un elegantissimo completo Armani. Le mani foderate con guanti di velluto bianchi tenevano in mano una Ultraball.
“Ciao” urlò Zack, per farsi sentire. Il vento spingeva forte, e lui aveva timore di andare troppo avanti, di entrare sul campo di cristallo. Non voleva cadere giù, non era in programma per quel giorno.
Aspettava una risposta, ma niente.
“Hey! Ti ho salutato!”
Mister Kendrick abbassò la testa, quindi guardò la sfera che aveva tra le mani.
“Perché non parli?!”
Zack allora ripensò alle parole di Miss Ginger. Non era un po’ particolare. Era muto.
Zack lo studiava attentamente, quando quello poi alzò una mano e con l’altra lanciò la ball in campo.
“È un Tropius...” osservò Zack, parlando tra sé e sé. Sicuramente non poteva parlare con Mister Kendrick.
Tropius non toccò nemmeno per un secondo l’arena di cristallo, che subito si alzò in volo.
Un rapido ragionamento lo costrinse ad escludere Pokémon pesanti come Torterra e Gyarados. Non volavano ed avrebbe causato la rottura del vetro sotto le loro zampe, o qualunque cosa usasse Gyarados per tenersi in equilibrio.
Growlithe non era pesantissimo, Lucario non avrebbe avuto problemi ed Absol era agilissimo. Poi, vabbè, Braviary il campo non l’avrebbe proprio toccato.
Ad ogni modo partiva svantaggiato in quella sfida. Aveva solo quattro Pokémon.
“Vai, Growlithe!”
Paragonato a Tropius, Growlithe era davvero minuscolo. Zack contava sulla sua agilità, con la quale avrebbe messo in sicura difficoltà il suo avversario, più lento ed impacciato.
Quel Tropius, poi, sembrava davvero forte.
Le foglie che aveva lungo il dorso erano allungate, arricciolate verso la fine, e salivano verso il collo, mentre le enormi ali a forma di foglie di banano muovevano cubiti enormi d’aria.
Growlithe abbassò la testa, per non essere investito sul viso dai tanti piccoli pezzi di foglie secche che venivano mossi dalle sue ali.
Zack lo guardava, poi guardava Mister Kendrick. Quello era dritto in piedi e teneva il volto dritto. La maschera non era forata, non aveva buchi né per il naso né per la bocca, era semplicemente una maschera nera e lucida.
Non parlava, ed intanto Tropius volava su di loro, minaccioso. Il vento soffiava e produceva un sibilo oscuro e timoroso, quasi fosse un lamento.
Zack doveva ragionare per bene. Doveva riuscire a sfruttare il vantaggio riguardo la combinazione dei tipi. Sì, perché Tropius era un Pokémon d’erba.
Dopo essersi accorto che Mister Kendrick non era per niente un maestro di cerimonia, decise di aprire lui quell’incontro.
“Growlithe, usa Doppioteam!” urlò Zack. La difesa era il miglior attacco, ed aumentare l’elusione di Growlithe gli sarebbe valso una qualche sorta di vantaggio.
Mister Kendrick lanciò una Baccastagna a Tropius, che la afferrò con la bocca, e si illuminò. Come d’improvviso una grande quantità d’acqua cadde dal cielo e si riverso pesante sull’arena di cristallo. Fortunatamente il peso dell’acqua non superò il punto di rottura, ma ebbe l’effetto di annullare le copie fittizie di Growlithe e di colpirlo.
“Ma che?!” e prima di capire che Tropius aveva usato Dononaturale, quello si era fiondato su di un Growlithe zuppo.
Probabilmente puzzava anche di cane bagnato.
“Growlithe, non facciamoci intimorire! Anche se so che me ne pentirò usa Urlorabbia!”
Zack fece il possibile per tapparsi le orecchie, ma non poté evitare che l’enorme urlo di Growlithe non avesse effetti su di lui.
Anche Tropius ne risentì, infatti perse un po’ di stabilità di volo, per poi riprendersi.
Mister Kendrick, invece, rimase impassibile, e Zack si chiese il motivo. Quell’urlò avrebbe come minimo dovuto rompergli i timpani.
Tropius prese a volare in tondo, fino a quando non trovò Growlithe in un’angolazione in cui era un po’ più vulnerabile. Zack vide Mister Kendrick alzare la mano destra, e contemporaneamente Tropius si spinse in picchiata, verso il basso, e questa cosa fece rabbrividire lo sfidante.
Il grande dinosauro di tipo erba era molto più alto di un normale esemplare della sua specie. Era enorme.
E vedere quel colosso piombare velocemente sul suo Growlithe non era per niente una cosa rilassante, in modo particolare quando non sapeva cosa quello stesse per fare.
“...Growlithe! Usa...” ma poi non sapeva cosa dire. Era spiazzato.
Tropius si abbatte velocemente sul cagnolino ed utilizzò l’attacco Taglio. Growlithe mugolò, e cadde alcuni metri indietro. Quando fece per rialzarsi, il suo allenatore si rese conto che zoppicasse su di una zampa.
“Dannato...”
Ora Growlithe non poteva neanche muoversi. Zack rivalutò le sue strategie. Era sempre stato un tipo di allenatore particolare. Giocava spesso d’attacco, ma quando doveva difendersi, basava le sue mosse sugli attacchi dell’avversario. Ed ora che non sapeva come quello agisse, dato che sembrava che Mister Kendrick non comunicasse nessun ordine ai suoi Pokémon, si trovava in difficoltà.
Tropius tornò in aria, invocando la luce del sole.
“Quello... quello è Solarraggio!”
Nonostante il tipo erba fosse poco efficace rispetto a quello fuoco, un Solarraggio era sempre un attacco potente. Senza contare che Growlithe, dopo i primi due attacchi incassati non sembrava in formissima.
Doveva agire. Subito.
“Growlithe! Vai con Lanciafiamme su Tropius!”
Tropius si deconcentrò per un momento, e non fu in grado di focalizzarsi sull’assorbimento della luce solare. Doveva evitare l’attacco del suo avversario.
Attacco che passò poco al di sotto delle sue zampe.
Zack aveva finalmente capito. Contro quel Pokémon, la miglior difesa era l’attacco.
“Growlithe, stai pronto!”
Tropius si alzo di molto in volo, in modo da ottenere una perfetta visuale dell’arena di cristallo. Poi spiegò le ali, prendendo a soffiare su di quella.
Zack spalancò gli occhi. Una marea di detriti, e pezzetti di foglie volavano ad altissima velocità verso Growlithe. Erano lame.
“...Verdebufera...” ragionò Zack. “Growlithe. Bruciatutto!”
Zack sperava che il vento non spegnesse sul nascere le fiamme. Ed in effetti non fu così.
L’attacco di Growlithe fu di una potenza assurda, e sembrava contrastare l’attacco d’aria di Tropius magistralmente. I tanti detriti vennero bruciati dalle fiamme, e dall’alto, Tropius vide arrivarsi addosso un’enorme massa di fuoco.
Si svincolò dall’attacco, volando verso destra.
“Growlithe! Sfoderiamo al massimo la nostra potenza di fuoco! Usa Turbofuoco!”
Quello lanciò un turbine di fuoco che sembrava stesse inseguendo il Tropius avversario. L’aria bruciava in fretta, e quel calore rendeva difficile respirare. Tropius perdeva quota mano a mano che cercava di evitare le fiamme, e quando fu a portata di colpo, Zack seppe cosa fare.
“Ora! Usa Fuocobomba!”
Growlithe lasciò esplodere dalle sue fauci un attacco potentissimo, che prese in pieno il Pokémon Frutto, finito fuori combattimento quasi immediatamente.
Zack fu felice per un attimo. Il suo Pokémon, nonostante fosse zoppo, aveva battuto un fortissimo Tropius.
Tutto merito della strategia, pensò. Poi vide una cosa che lo scioccò.
Tropius stava cadendo esanime sull’arena di cristallo.
“Growlithe! Rientra!” urlò, giusto un attimo prima che Tropius infrangesse gran parte del campo. Tantissimi frammenti di cristallo caddero in basso, verso il fianco della montagna, e si riversarono sul resto dell’arena rimasta intonsa, nonostante enormi crepe si fossero diffuse quasi ovunque.
“Mamma santa...qui ci vuole agilità. Vai Lucario!”
 Non fu proprio la scelta più felice. Mister Kendrick mise in campo uno Yanmega. Era un esemplare fantastico. Il ronzio delle ali era davvero rumoroso.
Era avvantaggiato. Il tipo Coleottero su di lui non faceva molta presa, ma restava pur sempre un Pokémon di un Superquattro.
Il più ostico, fino a quel momento.
Yanmega prese a ronzare nervosamente qui e lì, mentre Lucario analizzava la situazione. Conosceva le peculiarità di quel Pokémon, aveva allenato uno Yanma nel suo viaggio a Jotho, e sapeva quanto veloce potesse essere e quanto potente fosse il suo ronzio.
Yanmega volteggiava per aria, rumorosamente, fin quando Lucario non alzò lo sguardo.
“Cominciamo noi?! Bene! Lucario, Forzasfera!”
Lucario partì accelerato, e lanciò la sfera d’energia contro l’avversario, che velocemente riuscì schivarla. Non sembrava aver avuto alcun problema nel farlo.
“Dovevo aspettarmelo”
Mister Kendrick schioccò le dita, e fu quello il momento in cui Yanmega prese a sbattere le ali così forte da peggiorare la situazione delle crepe nel cristallo dell’arena.
“È ronzio!”
Lucario abbassò la testa per un momento, ma nulla sembrava schernire la sua calma.
“Bravo, rimani concentrato! Anzi, attacca con Dragopulsar!”
Lucario aprì braccia e gambe ad X, chiudendo gli occhi. Dopodiché una forte onda d’energia si propagò tutt’attorno a lui, seguita da un’altra onda, e poi un’altra ancora.
Il campo continuava a cadere in pezzi, mentre lui rimaneva fermo, e vedere la frequenza dei battiti d’ali di Yanmega diminuire a mano a mano. A quella mossa era difficile scampare, perché le onde si propagano per l’intera ampiezza dell’ambiente in cui si trovavano, e ad una distanza così fievole non pareva esserci proprio alcuno scampo per la libellula.
L’attacco andò a segno, sì, ma non indebolì moltissimo Yanmega.
Mister Kendrick alzò un braccio, e Yanmega prese a volare velocissimo, attorno alla testa di Lucario. Mano a meno che Lucario sbatteva le palpebre, la velocità di Yanmega aumentava, fino a che un vortice verde lo aveva avvolto.
“Tornado!?”
Il vento attorno a Lucario era davvero forte, ed intanto lui cercava di mantenersi ben piantato per terra. Non si aspettava, però, che quello attaccasse d’improvviso con Supersuono.
Lucario strinse i denti, e portò le zampe anteriori alle orecchie, emulato da Zack.
Mister Kendrick batté le mani, producendo un debole schiocco, e fu allora che il vortice attorno a Lucario cominciò a stringersi, fino a che quello non fu colpito in diversi punti, fino a ruzzolare per terra.
“Lucario! Vai con...”
Yanmega però non gli diede scampo, e si gettò su di lui con un Attacco Rapido, che lo colpì sul muso proprio mentre stava cercando di rialzarsi da terra, facendolo atterrare poco lontano dal baratro formato dalla caduta scenica di Tropius. Tutto attorno a lui cocci di vetro e speranze di Zack.
Ma il Supersuono era davvero forte, si vedeva dal volto che Lucario ancora doveva riprendersi.
Mister Kendrick abbassò il volto, poi tese la mano ed alzò il pollice.
Dopodiché il pollice andò giù. Pollice verso.
Il gesto era più che chiaro. Annientamento totale.
Il Superquattro voleva che Yanmega terminasse Lucario.
“Cosa... Lucario! Usa...”
Ma a nulla valse lo sforzo di Zack di trovare un modo per scampare alla quasi sicura fine di Lucario. Yanmega era troppo veloce, e non poteva trovare una strategia vincente in così poco tempo.
Anche i più forti a volte si arrendono.
Yanmega si gettava a capofitto su di lui.
“Questo... questo è Gigaimpatto...”
Lucario era ancora confuso, mentre cercava, senza alcun successo, di rialzarsi da terra.
Yanmega era un missile, e nonostante avesse impiegato meno di un secondo per avvicinarsi a lui, a Zack era sembrata un’eternità.
Era il momento. Zack aveva preso la Poké Ball di Lucario. Non avrebbe mai voluto vederlo soffrire, meno ancora cadere giù nel baratro.
Ma poi successe qualcosa che lo scioccò letteralmente.
Il Gigaimpatto stava per avvenire, quando Lucario afferrò un pezzo di cristallo appuntito e lo infilzò con forza al lato della testa di Yanmega.
Fu un attimo di lucidità, che fece sussultare Zack ed anche Mister Kendrick, mentre il povero Yanmega non poté far altro che accasciarsi al suolo.
“Cazzo...”
Mister Kendrick fece rientrare prontamente Yanmega nella sfera, quindi dopo un sospiro mandò in campo un Crobat.
 “Absol...sostituisci Lucario, che sembra ancora spaesato”
Absol toccò delicatamente il pavimento di cristallo, tastò le crepe sotto le sue zampe, ed abbassò il volto. Crobat era di fronte, e sbatteva le ali come un bagnante che stava affogando, come se fosse troppo pesante e sbattesse le ali per non cadere giù.
Zack sapeva che in realtà per essere nel team di Mister Kendrick, quel Crobat doveva necessariamente essere forte.
Puntava sulla voglia di rivalsa di Absol, aveva perso davvero malamente contro l’Espeon di Miss Ginger, e conoscendo l’orgoglio del suo Pokémon quella volta avrebbe dato più del massimo.
E questo bastò a Zack per capire quanto quella causa, la Lega Pokémon, non era solo importante per lui, per misurarsi contro gli allenatori più forte di Adamanta, ma lo era anche per i suoi Pokémon. Anche loro avevano una loro personalità: Lucario era serio, Absol anche, Torterra era un esemplare femmina molto dolce, Braviary molto sicuro e Gyarados, come normale, un po’ irritabile. E poi c’era Growlithe, che da buon cane era amichevole e giocoso.
Insieme erano la perfetta macchina da guerra.
Crobat doveva aver avuto probabilmente l’ordine d’attacco via radio, perché Zack, come sempre, non era riuscito a sentirlo. Prese a spingersi con forza contro Absol.
“Attacco Rapido... Absol, aspettiamolo, quindi schiviamolo”
Absol annuì, e si abbassò sulle zampe davanti. Crobat era velocissimo, ed in poco tempo bruciò la distanza tra lui ed il suo avversario, per poi sferrare un attacco veloce su Absol, che dal canto suo, aveva capito l’ordine di Zack, e a pochi centimetri di distanza gli bastò fare un saltello a sinistra, mentre Crobat andò a sfondare la già poco intonsa lastra di cristallo, aumentando ulteriormente le crepe.
Absol abbaiò. Voleva dire a Zack come quello fosse il momento in cui Crobat fosse più vulnerabile.
“Absol, vai con Finta!”
Finta a destra e colpo a sinistra, Crobat indietreggiò per poi attaccare iracondo con uno Stordiraggio.
“Evitalo assolutamente!”
Absol si guardò attorno, analizzando la situazione. Aveva pochi passi a disposizione per non cadere nel baratro o mettersi in condizioni di rompere definitivamente le crepe sul campo di battaglia, e quei pochi movimenti consentiti non gli permettevano di schivare lo Stordiraggio.
Ma assolutamente significava che non poteva essere colpito. Zack non voleva che Absol potesse fare la fine di Lucario, confuso, e specialmente, non voleva vedere Crobat accoltellato da altri pezzi di cristallo.
Non nascose che un po’ gli dispiacque. Ma le macchine del centro Pokémon servono a questo ed altro. Se non era ancora morto...
Absol continuava vedere la sfera avvicinarsi, e capì che l’unica cosa da fare, in quel momento, era rischiare.
Effettuò un salto, atterrando sulla crepa più grande, per poi balzare ancora.
Neanche a dirlo, pochi secondi dopo, la crepa si irradiò maggiormente, fino a che Zack non fu in grado di vedere gli ultimi pezzi di vetro di quel campo crollare giù.
Absol atterrò sull’acciaio del telaio  dell’arena, una sottile barra di ferro, dieci centimetri, millimetro più, millimetro meno.
“Ottimo Absol, chiudiamo questa sfida!”
Absol corse lungo la barra del telaio, inseguito da Crobat, alle sue spalle, che espelleva dalla bocca rigurgiti viola maleodoranti.
“È Fangobomba, Absol, continua tranquillo”
Zack sapeva che se l’attacco fosse stato vicino ad andare a segno, Absol lo avrebbe saputo, ed avrebbe fatto il massimo per schivarlo.
Absol era un Pokémon speciale.
Intanto, però, Zack doveva trovare un modo per smettere di scappare dagli attacchi di Crobat, e costringerlo a difendersi, se non a soccombere.
“Absol! Invertiamo la situazione!”
Absol frenò, proprio sull’angolo del telaio, alzò le zampe anteriori fino ad alzarsi in piedi e con quelle inferiori diede una forte spinta, in modo da fare una capriola.
Capriola che superò nettamente Crobat. Quello cercò di frenare, ma niente poté evitargli l’attacco di Absol.
“Ora! Ventagliente!”
Absol lasciò partire una folata eterea e sottile, che colpì tra le ali l’avversario.
Crobat svolazzò qua e là, prima di stabilizzarsi.
“Absol. Psicotaglio”
Gli occhi di Absol diventarono uno specchio luminoso, di vari colori. Quello balzò, ed attaccò Crobat, con la falce che aveva accanto alla testa, da cui partì un fendente di energia psichica, che colpì in pieno l’avversario. Le grida di Crobat erano strazianti.
Troppo, per Mister Kendrick, che prese la sua sfera e lo fece rientrare.
“Ottimo, Absol”
Mister Kendrick si fregò le mani, per poi lanciare una sfera in aria.
“Ma quello è Tornadus!”
Già. Un Tornadus in forma Totem prese a volare nell’arena. Anche Absol pareva interdetto.
Allargò le ali e prese a sbatterle velocemente.
“Raffica!”
Absol si abbassò, tenendo la coda ritta. Ma quello non era un attacco raffica. Non avrebbe mai avuto quella potenza crescente, no. Prima o poi si sarebbe fermato.
Poi capì.
“Absol, non è raffica! Questo è l’attacco Tifone! Stai basso!”
Ed una cosa lo fece impallidire. Anche lui fu costretto dal vento a fare un passo indietro.
Absol aveva solamente dieci centimetri di larghezza per tenere quattro zampe, e cercava di mantenere la stabilità. Il tifone aveva convogliato, oltre al terreno ed alle foglie della montagna alle loro spalle, anche i pezzi di cristallo rimasti sul telaio e sulle piattaforme degli allenatori. Questi rotavano, nel turbinio dell’attacco di Tornadus, e colpivano qua e là Absol, che intanto resisteva stoico.
Ancora, come prima, Zack aveva la Poké Ball tra le mani. Non avrebbe mai potuto veder cadere uno dei suoi Pokémon.
Intanto, Tornadus lanciò delle forti grida. Era l’attacco Baraonda.
Absol mal sopportava i rumori forti, e si assopì leggermente, stringendo gli occhi e perdendo la concentrazione.
“Absol! Divinazione!” Zack cercava di preservare i suoi timpani, e teneva le mani alle orecchie. Era sorprendente come Mister Kendrick non sentisse alcun fastidio.
Absol lanciò un urlo, per poi espandere una luce fievole attorno a sé, che svanì poco dopo.  
Si trattava di resistere un minuto, prima che Divinazione avesse effetto. Intanto Tornadus faceva vento e rumore, e non accennava a diminuire il ritmo con cui cercava di indebolire Absol.
“Dobbiamo uscire da questa situazione, cazzo... resisti, Absol! Resisti!”
Absol era ancora basso, la pelliccia che aveva attorno al collo, più lunga del resto del corpo, era proiettata alle spalle.
Poi capitò che Absol perse un po’ di concentrazione, e la zampa posteriore sinistra scivolo e perse la presa dal telaio, scivolando.
“No!”
Quello si manteneva forte, con le zampe anteriori, mentre il tifone non si disperdeva.
I timpani erano quasi andati, ormai non sentiva più nulla di quello che Zack dicesse o urlasse.
Tornadus sogghignava, poi si avvicinò ad Absol. Il vento aumentò ancora di più.
Fu in quel momento che Zack si ricordò di pregare. Pregò Arceus, per fare in modo che le cose andassero bene.
D’improvviso una patina rosa avvolse Tornadus. Finì di utilizzare Baraonda, e prese a gridare.
Divinazione stava facendo effetto.
“Rimettiti in piedi, Absol!”
Anche il tifone smise. In quel momento, l’unica cosa che Tornadus riuscì a fare, fu rimanere immobile, sorretto da quella strana energia distruttiva, che poco a poco gli stava levando gran parte della sua energia.
“Absol! Dobbiamo attaccarlo ora! Nottesferza!”
D’improvviso lo sguardo di Tornadus si rabbuiò, e sentì un forte dolore al petto, mentre Divinazione gli sfibrava i muscoli sulle ali.
“Chiudiamo! Palla Ombra!”
Absol con un balzo tornò sul telaio, quindi saltò verso l’avversario, con sotto il vuoto e dalla sua fronte partì un attacco Palla Ombra. La sfera oscura si piantò nel petto di Tornadus, che stremato fu richiamato nella sfera.
Absol atterrò inerme, ma neanche tanto, dall’altra parte del campo, sul telaio di ferro.
“Absol! Ce l’abbiamo fatta! Ce l’hai fatta!” l’entusiasmo di Zack era alle stelle.
Mister Kendrick batté le mani, forse compiaciuto da quella battaglia, e mandò in campo il suo ultimo Pokémon.
Pidgeot.
“No...” Zack sorrise. L’esemplare di Pidgeot era enorme, con lunghissime piuma gialle ed artigli alle zampe aguzzi.
“Absol ritorna... sei stato bravissimo. Malgrado tutto questa non potrà essere la tua battaglia” poi alzò lo sguardo verso l’avversario.
“Mister Kendrick... ho deciso di abbandonare il campo, o il telaio, che è quello che ne è rimasto. Infatti voglio seguirti in cielo. Non ti nascondo che quella che stiamo per accingerci a combattere è una lotta che ho sempre desiderato tenere. Vai, Braviary!”
Ed ora era Braviary contro Pidgeot.
Due Pokémon uccello maestosi, enormi, forti. Zack ricordava l’esemplare di Pidgeot che aveva lui. Certo, non era così grande, ma gli levò grosse soddisfazioni lo stesso.
Braviary sbatté le ali, forte, seguito poi da Pidgeot. Diventò subito una gara a chi ce lo avesse più lungo tra i due.
“Vai!” urlò Zack, e senza nemmeno dare un nome all’attacco, Braviary si gettò a capofitto in una lotta corpo a corpo contro Pidgeot. Dovevano stabilire chi fosse il migliore tra i due.
Divento una palla di piume, i due si beccavano e stringevano con gli artigli in continuazione, e diventò quasi difficile vederli.
Poi si separarono, volando lontani, per riattaccarsi ancora.
Zack non dava ordini. Quello era un regolamento di conti tra lui ed un suo nemico naturale, questioni tra maschi alfa del branco.
Si sentivano solo urla provenire da una massa informe che perdeva ali qua e là.
“Serve un aiuto, Braviary?” sorrise Zack.
Quello si allontanò da Pidgeot, che prese ad inseguirlo.
“Se permetti voglio divertirmi anche io. Dirigiti verso la parete della montagna, e poi spostati velocemente. Cerchiamo di farlo schiantare”
Beh... non fu furbo rivelare la propria strategia d’azione. Infatti, quando fu il momento, Braviary si spostò velocemente, e Pidgeot non ebbe problemi a seguirlo.
“Dobbiamo cercare di andargli alle spalle!”
Braviary alzò la manovra di viro fino a volare in cerchio, per passare alla spalle dell’inseguitore, ma stessa cosa fece Pidgeot, ed insieme presero a girare l’uno attorno all’altro.
La cosa doveva essere davvero tosta per i due pennuti.
“Vai con attacco rapido!” urlò Zack.
Nel suo roteare, Braviary riuscì ad ascoltare la voce di Zack, e capì che doveva ascoltarlo. Sprintò verso l’avversario, e colpì tra le ali.
Pidgeot perse quota, lanciando un grido.
“Braviary, devi afferrarlo per le ali!”
Si fiondò ancora sull’avversario, e lo prese. Agganciò, con le zampe, quindi Zack sorrise nel vedere l’epilogo di quella battaglia. Braviary fece schiantare con forza Pidgeot sulla parete di roccia.
Dopodiché vinsero l’incontro. Braviary si poggiò accanto a Zack, che gli carezzò le piume, tutte lacerate dalla lotta contro gli artigli ed il becco di Pidgeot.
Zack sapeva che Mister Kendrick lo stava guardando, con tutta la maschera davanti al volto. Lo guardò poi, e vide il Superquattro fargli un inchino.
La prossima porta lo aspettava.





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