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Consigli Utili n°12

Buonasera a tutti!

Se ancora non l'avte fatto, passate sulla pagina Pokémon Adventures ITA, qui potrete trovare il manga dei Pokémon inedito in Italia!

La sfida di Zack contro i Superquattro di Adamanta sta per concludersi, ma gli ultimi sfidanti mostreranno al giovane allenatore la potenza della Lega okémon della regione!

Vi ricordo inoltre l'appuntamento di martedì con un nuovo capitolo principale della saga di Back to the Origins!









Stavolta era stato decisamente più difficile. Zack uscì dalla stanza di Mister Kendrick con molti dei suoi Pokémon da curare. Beh... ovviamente non tutti. Le regole del campo non avrebbero mai permesso a Gyarados e Torterra di combattere. Avrebbero distrutto tutto solo stando lì, e sarebbero caduti nel baratro.
E non era il caso.
Usò le iperpozioni su tutti, e poi si decise a varcare la nuova porta.
Un nuovo avversario, stavolta più loquace sperava, lo stava aspettando.
A differenza dei primi due, la stanza era illuminata.
A differenza di Mister Kendrick, la stanza c’era.
Ed il Superquattro era già lì, di fronte a lui.
“Ciao” fece Zack, sentendo di nuovo un picco d’ansia crescergli e fargli tremare le gambe.
“Ciao, Zack”
“Mi conosci?”
“Diciamo che conosco un po’ tutti, io...”
“Eh?!”
“Salutami Green, quando lo vedi”
“Come fai a sapere di Green?!”
“Non farti troppe domande” sorrise quella, e poi d’improvviso si mosse. Fece due passi avanti, ma Zack ora vedeva due persone.
Nel senso che vedeva il Superquattro nella prima posizione e poi anche nella seconda.
Sobbalzò quando si rese conto di ciò che stava succedendo.
“Zackary Recket...allora. Secondo le regole della Lega Pokémon, il tuo Lucario è squalificato per questo incontro”
“Cosa?!”
“Ha sconfitto Yanmega in modo poco ortodosso, direi. Siamo alla Lega Pokémon, non in Mortal Kombat...”
“Ma io non gli ho ordinato di fare nulla! È stato spontaneo per lui difendersi in quel modo”
“Ci sono tante mosse che il tuo Lucario può usare. Accoltellare un avversario è un messaggio di violenza che la Lega Pokémon non lascerà passare. Avevi sei Pokémon, compreso lui?”
“...si” fece lui, scuro in volto.
“Allora vuol dire che ne userai cinque. Siamo già alla pari” sorrise entusiasta quella. Zack la guardò meglio.
“Beh, mi presento. Io sono Miss Isabella. E sono l’ultima tra i Superquattro. Che io sia qui può significare tante cose”
“Ad esempio?” chiese Zack, con fare poco interessato.
“Che sia più forte dei miei predecessori. Che io abbia qualcosa in più”
“Sei molto ambiziosa, mia cara. Come mai non sei la campionessa?”
“Se siamo Superquattro da tanto tempo, io, con Fred, Ginger e Kendrick, un motivo c’è”
“E sarebbe?”
“Ce lo siamo meritato. Altrimenti tu ora non avresti mai varcato quella soglia, e probabilmente non saresti mai riuscito a raggiungere il monte Trave”
“Come dici tu...”
“Il tuo fare non mi piace, ragazzino”
Quella mise le mani ai fianchi. Ciò che prima cosa riuscivi a notare in quella ragazza, era il fatto che i capelli le toccassero quasi le ginocchia. Uno stretto vestitino nero metteva in risalto i suoi bei fianchi.
Ed aveva il volto libero. Nessuna maschera. Gli occhi azzurri, il naso piccolo, le labbra sorridenti.
Era un viso buono e poco puntuto.
“Mi spiace. L’ansia...”
“Allora ti levo dai carboni ardenti... cominciamo a combattere”
Il campo di battaglia sembrava quello regolamentare. E questa cosa sconvolse mentalmente Zack, che da quando era entrato stava cercando la peculiarità di quel posto.
Era semplice legno, parquet, con su disegnate le strisce del campo, in vernice bianca.
“Vai, Onix!”
L’enorme Pokémon roccia comparve sul campo, ruggendo.
Zack lo guardò. Era davvero mastodontico.
“È un palazzo” sussurrò il ragazzo, portando le mani alla Poké Ball. Aveva il vantaggio della seconda mossa, e non l’avrebbe perso per via della forte fisicità del Pokémon Serpesasso.
“Vai, Gyarados!”
Il drago azzurro ruggì prima ancora di vedere chi avesse di fronte. Poi inquadrò Onix, e deformò il suo poco viso, già poco armonioso, diventando atrocemente spaventoso.
“Onix, non facciamoci spaventare e partiamo subito col botto! Dragospiro!”
Poi la luce si spense.
Zack stava preparando la contromossa, quando la sua attenzione fu catturata da un particolare decisamente rilevante.
La luce si era spenta.
“Cosa...?!”
Sentì Miss Isabella sorridere. “Ah...non ti avevo detto niente riguardo a questo... ogni dieci secondi, ad intermittenza, la luce si accenderà e si spegnerà. Vediamo chi vincerà, in questo scontro”
Zack sentiva solo il suo respiro, forte, quasi eccessivamente, poi un tonfo.
Le luci si accesero, e quando i suoi occhi si adattarono a quella luminosità, si accorse immediatamente di Gyarados, piegato per terra dopo aver probabilmente subito il colpo, e l’enorme ombra di Onix a coprirlo.
“Gyarados, usa Idrondata!”
“Onix, usa Rocciotomba!”
E nonostante la sua enorme stazza, il serpente di pietra lasciò cadere una quantità assurda di rocce attorno al corpo di Gyarados, che riuscirono ad ammortizzare l’attacco di Zack.
Gyarados urlò e ruggì con forza, l’attacco doveva essere probabilmente molto forte.
Un po’ d’acqua si stava spargendo lungo il pavimento.
“Ora usa Frana, Onix!”
Le luci si spensero di nuovo, e le urla di Gyarados testimoniarono la realtà dei fatti: era stato colto alla sprovvista.
Doveva pensare, ed intanto il tempo passava.
“Zack... non fai nulla?”
Quello strinse i denti.
“Beh, vuol dire che mi porterò davanti con il lavoro. Onix, usa ancora Frana”
“Gyarados, no!”
La forza di quel Pokémon era la grande velocità, oltre al fatto che attaccasse i suoi avversari sempre a debita distanza e con mosse con alta probabilità di riuscita. Infatti, anche se era al buio, la casualità dell’attacco Frana, nel quale Onix creava massi e detriti sparsi omogeneamente, gli dava l’opportunità di attaccare una vasta porzione del campo avversario.
Stessa cosa per Rocciotomba.
La luce si riaccese proprio mentre uno degli enormi sassi creati da Onix si schiantava su Gyarados, che poi ricadde fuori combattimento, producendo un enorme tonfo, ed ammaccando il parquet.
“Evvai! Forza, Onix!”
“Bravo Gyarados... rientra... ora voglio divertirmi anche io. Vai Torterra!”
L’enorme Pokémon uscì dalla sfera, placidamente, come suo solito, e guardo Zack. Quindi fissò per poco Onix, e si fermò, attendendo ordini.
“Non penso servirà a molto. Onix, vai con Cannonflash!”
“Torterra, usa Ritirata!”
Quello rientrò nel guscio, aspettandosi il forte attacco di Onix.
Luci spente, ancora, quindi un’enorme bagliore, che permise a Zack di guardare meglio il volto di Miss Isabella.
Sembrava spettrale. Pareva avesse lunghi denti aguzzi, occhi rossi e lingua biforcuta.
Demoniaca.
La luce si spostò, poi, mano a mano che il Cannonflash si avvicinò a Torterra. L’attacco si schiantò sul guscio del Pokémon di Zack, facendolo uscire senza troppi danni.
“Torterra, dobbiamo attaccare! Vai con Radicalbero!”
Il fatto che la luce non fosse ancora stata accesa dava un piccolo vantaggio a Torterra. Avrebbe avuto più tempo per indirizzare l’attacco, che non era di facile riuscita.
“Onix, guarda...”
La luce si riaccese, e fu quello il momento che le radici di Torterra cominciarono a distruggere velocemente il parquet, per poi avvinghiarsi alla base di Onix, che fu sbilanciato e cadde, producendo un rumore enorme. Le radici continuavano ad avvinghiarlo, mentre Torterra appariva impassibile.
Miss Isabella guardava attonita la scena, mentre Zack sorrideva, come quando una delle sue strategie malefiche riesce ad andare in porto.
“Onix! Riesci a liberarti?”
“Torterra, senza pietà! Ora vai con Ventagliente!”
“No! Onix, rientra!”
Torterra ritirò le radici nel suo guscio. La cosa fece un po’ d’impressione a Miss Isabella, che intanto ripose la sfera di Onix.
Le luci si spensero ancora.
“Vai!”
Un Pokémon enorme entrò in campo. Lo si sentiva dai suoi passi, dal suo ruggito.
Zack poi sentì qualcosa toccargli il naso. E la bocca. Poi il viso in generale.
“Che cosa...?” portò le mani al volto, cercando di analizzare la natura di quel materiale. “È sabbia...”
Sabbia? Cosa c’entrava la sabbia?
E cosa più importante. Come poteva vedere al buio?
Il suo cervello prese a far girare le idee, quando all’improvviso gli si accese una lampadina, permettendogli di vedere il suo naso.
“Rocco! Rocco Petri! Grazie!”
Aprì lo zaino, ed indossò una particolare maschera.
“Cosa c’entra Rocco Petri, ora?!” urlò dall’altra parte Miss Isabella.
Zack indossò una sorta di maschera da sub. Senza boccaglio, naturalmente.
Era una versione modificate dal Devonscopio. Gli permetteva di captare le variazioni di temperatura, e riportarle davanti agli occhi del ragazzo.
Zack ora era in grado di vedere tutto. Miss Isabella era sullo sfondo. La riconosceva, per via dei fianchi, e del fisico asciutto.
Non indugiò oltre sui fianchi di Miss Isabella, e puntò la figura che aveva di fronte. Torterra.
Bene. Era ancora in salute, e stava combattendo contro...
Il Pokémon avversario era davvero molto alto. Aveva piccola braccia, e delle creste sulla schiena.
Zack spalancò gli occhi.
Creste sulla schiena e sabbia sul viso volevano dire solo una cosa: Tyranitar.
E quel Tyranitar in particolare pareva avere un’ottima esperienza a lottare al buio.
“Vai ora! Usa Gelodenti!”
Zack alzò un sopracciglio, ma Miss Isabella non fu in grado di vederlo fino a quando la luce non si accese.
Poi lo vide, con quella specie di maschera da sub, e sobbalzò.
Tyranitar si mosse rapidamente, almeno per quelli che erano gli standard di un Pokémon di oltre quattrocento chili.
I denti cominciarono a brillare, e a colorarsi d’azzurro. Dalla bocca fuoriusciva del fumo bianco, molto denso, tipico dell’azoto liquido.
Zack pensò, in meno di un istante, che fosse il primo attacco fisico che usasse la forte Superquattro. In effetti Tyranitar non era la scelta più felice, per quanto riguarda un possibile avversario di Torterra, e la mossa Gelodenti
Doveva approfittarne.
“Torterra, legalo con le tua liane!”
Torterra eseguì, cominciando a bloccargli le braccia. Tyranitar urlava e si agitava, mentre si avvicinava più lentamente all’avversario. Torterra passò poi alle gambe, ma con molte difficoltà, Tyranitar riusciva a spingersi avanti.
“È la coda che lo aiuta...” strinse i denti Zack. “La coda, Torterra! La coda!”
Torterra, lasciò partire una quinta liana, che strinse la coda alla schiena. La liana, poi, si avviluppò attorno al torace di Tyranitar, e Torterra prese a stringere, mentre i denti dell’altro erano sempre pronti ad azzannare e a congelare l’avversario.
I due erano a pochi centimetri.
“Spingi, Tyranitar! Mettiamolo K.O.!”
“Non credo proprio, Miss Isabella... Torterra! Mazzuolegno sul volto!”
La mossa andò a segnò, superefficace. Fu spettacolare veder cadere per terra esanime un Pokémon tanto pesante.
“Bravissimo Torterra!” sorrise entusiasta Zack.
“Si. È davvero un Pokémon davvero ben allenato. Ma non credo che avrà scampo contro il mio Mamoswine!”
Zack strinse i denti. Mamoswine era un Pokémon di tipo ghiaccio. E l’erba, col ghiaccio, non fa una bella fine.
“Mi spiace, per lei, bellissima Superquattro, ma questa è la battaglia del mio Growlithe!”
“Mi aspettavo che tu facessi una mossa del genere” sorrise quella. Torterra uscì dal campo, e Growlithe vi entrò. Le luci si spensero.
“Mamoswine, Terremoto!”
Zack spalancò gli occhi. Temeva di dover affrontare una sfida come quella che aveva messo Gyarados fuori combattimento.
Zack però aveva il Devonscopio, e quindi riusciva a vedere benissimo al buio. L’enorme Mamoswine aveva lasciato partire un forte attacco Terremoto, e varie crepe nel capo si erano cominciate a formare. Due, in particolare, venivano nella direzione di Growlithe. Pochi metri prima di lui, quelle due crepe crearono il collasso di una porzione del campo.
Ergo, Growlithe rischiava di cadere in una voragine e subire tutti gli attacchi di Mamoswine senza riuscire a contrattaccare.
“Growlithe! So che non vedi, ma io sì. Fidati delle mie parole! Corri verso destra, fai cinque passi, ma velocemente!”
L’udito sviluppatissimo di Growlithe ebbe un ruolo fondamentale in quello che successe. Saltò la voragine che lo stava per investire, e si sistemò sul lato.
“Ora! Davanti a te! Il Lanciafiamme!”
“No, Mamoswine! Usa Geloraggio!”
“Geloraggio?!”
Zack si domandava il motivo di tale attacco. Le luci si riaccesero, e vide Mamoswine impegnato a congelare, inutilmente, le fiamme di Growlithe. L’attacco del mammut, con l’alta temperatura, divento acqua. Tanta acqua.
“Ma come faceva Mamoswine a sapere dove il Lanciafiamme lo avrebbe colpito?”
“Io ed i miei Pokémon abbiamo maturato tante esperienze insieme. Ci siamo allenati ovunque, specialmente qui. Anche un solo piccolo passo, per Mamoswine rappresenta un segnale. Ed il fuoco poi emana luce propria. Quindi non vedo come tu non possa capire questa cosa”
“Growlithe, più forte!”
“Anche tu Mamoswine!”
L’enorme Pokémon Mantelneve aumentò di molto l’attacco, mentre l’acqua cominciava ad arrivare alle caviglie di Growlithe.
“Oddio...” Zack stava capendo. Facendo salire il livello dell’acqua, Miss Isabella voleva mettere in difficoltà Growlithe.
“Mamoswine! Slavina!”
“Growlithe, fermo! Corri via di lì!”
La luce si spense ancora, ma un tonfo esagerato fu prodotto dalla quantità enorme di neve nascosta nell’acqua.
“Terremoto, Mamoswine!”
“Growlithe, usa Agilità! E muoviti ora! A destra! Di meno!”
Zack vide che con grande lentezza Mamoswine si girava, nel tentativo di prendere frontalmente qualsiasi attacco di Growlithe. Intanto una montagnola di neve bagnata si era formata al centro del campo.
“Growlithe, usa ancora l’agilità”
Growlithe si mosse rapidamente alle spalle del Mammut che lentamente prese a girarsi. I passi del cagnolino producevano rumore nell’acqua presente sul campo.
“Ora! Davanti a te! Bruciatutto!”
Le luci si riaccesero e tutti i presenti furono in grado di vedere l’enorme fiammata di Growlithe, una fiammata sregolata, che si propagò per tutto il campo visivo del cagnolino.
E Mamoswine ne fu investito in pieno.
“No! Mamoswine!” urlò Miss Isabella, sorpresa.
Mamoswine si accasciò lentamente sul fianco, finendo per schiantarsi sul cumulo di neve.
La vittoria andava a Growlithe.
Zack sorrise, e corse ad abbracciare il suo Pokémon. Poi si alzò e guardò la padrona di casa.
“Guarda cos’ha combinato il suo Pokémon...ha rotto il parquet, ha bagnato per terra...”
“Senza problemi...”
Miss Isabella alzò una mano e schioccò le dita. Un rumore meccanico riempì le orecchie dei due.
“Ti consiglio di far rientrare Growlithe nella sfera” sorrise lei. Zack ascoltò confuso il suo consiglio.
D’improvviso il campo si aprì a metà, e lentamente si ritirò ai lati. Davanti avevano un vuoto.
Zack prima abbassò il capo, cercando di capire. Non contento, dato che non aveva capito nulla, alzò il capo e chiese con lo sguardo spiegazioni a Miss Isabella.
Quella inclinò la testa, sorridendo. A Zack piaceva molto lo sguardo di quella.
Ad interrompere il loro sguardo malizioso fu l’acuirsi del rumore metallico. Sembrava stesse girando una catena.
“Che succede?”
“Aspetta un po’... raccontami qualcosa di te, piuttosto”
“Hai detto che sai tutto, quando sono entrato...”
Lei sorrise, ed abbassò il volto. “Touché...”
Il campo d’improvviso apparve, sollevandosi lentamente. Era dal vuoto che provenivano quei rumori.
“Un sistema di carrucole sta tirando sopra il campo. Eccolo qui, nuovo nuovo, pronto per me e per te”
E mentre Zack pensava che le Superquattro della regione di Adamanta fossero dannatamente maliziose vide la sua avversaria mentre prendeva l’ennesima Poké Ball in mano.
“Vai, Druddigon!”
“Oh...”
Druddigon non era un Pokémon semplice, né da trovare né da catturare. Zack aveva passato circa due mesi ad Unima alla ricerca di quel drago. Storie di Pokédex e cose così.
“...Growlithe, rimani ad asciugarti... Absol, scelgo te”
Il re di spade scese in campo, e subito si guardò intorno. Davanti aveva un degno avversario. Quel Druddigon sarà stato alto più di due metri, e le ali sembravano più grosse di quelle di un normale esemplare della sua specie.
Le luci si spensero.
“Druddigon, riscaldiamo l’ambiente! Vai con Lanciafiamme!”
Quello allargò velocemente le braccia, ruggì forte, e poi esplose in una fiammata potentissima.
“Evitalo, Absol!”
Quello balzò velocemente in avanti, dribblando il fuoco, unico faro nel buio.
“Ora, Absol! Attacco Rapido!”
Fu allora che le luci si riaccesero.
Miss Isabella sorrise quando vide la quasi non efficacia dell’attacco dell’avversario, schiantatosi sulla pancia dura del suo drago. Sostava ora a pochi centimetri da lui, confuso per la botta presa.
“Druddigon, vai con Vendetta!”
E siccome Druddigon aveva subito un attacco in quel turno, la sua potenza raddoppiò. Colpì con foga il suo avversario, che ruzzolò metri e metri addietro, fermandosi davanti a Zack.
“Absol!”
Le luci si spensero di nuovo. Zack spinse al volto il Devonscopio.
“Druddigon, usa Codadrago per metterlo definitivamente K.O.”
“Absol! Cerca di schivarlo!”
Druddigon si girò velocemente, trascinando dietro la pesante coda. Quella, come un’arma, fu scagliata contro Absol, che confuso non riuscì a schivare completamente l’attacco, venendo colpito ad una zampa.
Miss Isabella rideva, ed intanto Absol si rimetteva a fatica all’in piedi.
“Absol! Non cedere!”
Absol strinse i denti, ma poi si rialzò. Zack aveva capito che le energia a sua disposizione erano troppo poche, ed in ogni caso non sarebbero bastate per mandare fuori combattimento il suo forte avversario.
“Druddigon, proviamo a rinfiammare la scena! Lanciafiamme!”
“Absol! Ultimocanto!”
Fu un secondo. Le luci si accesero ed Absol si produsse in uno struggente canto melodioso. Fece rabbrividire Zack, come ogni volta che usava quella mossa.
“Druddigon! No!”
Zack sospirò. In un modo o nell’altro il suo Absol sarebbe dovuto finire fuori combattimento.
L’ondata fiammante lo travolse letteralmente, e quando passò, Zack vide il suo Pokémon per terra, privo di ogni energia.
“Bravo, campione... Torterra, vai!”
“Non hai appena visto come ho sconfitto il tuo Absol?”
“Si. E quindi?”
Le luci si spensero, lasciando i due nel buio più che totale.
“Ho usato il fuoco”
“Vuol dire che spegnerò questo fuoco”
Torterra tornò in campo, pesante e lento come sempre, ma serio e concentrato.
“Torterra, usa Energipalla!”
L’enorme tartarugone si produsse in un attacco di potenza portentosa, che colse impreparato il suo avversario.
“Druddigon, no!”
Quello cadde per terra, ma dopo qualche secondo ed un colpo di coda, si rimise in piedi. Le luci si riaccesero.
“Vai con il Lanciafiamme!” urlò Miss Isabella.
“Torterra! Usa l’attacco Ritirata! E poi vai con Frana!”
Il Pokémon continente rientrò in casa, quindi fece cadere enormi pezzi di roccia e macerie davanti a sé, proteggendosi in parte dalle fiamme.
“Ancora, Druddigon! Quelle rocce non lo salveranno per sempre!”
“Torterra! Usa Terrempesta!”
Dal guscio di Torterra partì un’improvvisa tempesta di sabbia, che costrinse Zack e Miss Isabella a coprirsi il volto col braccio. Le poche fiamme che avevano oltrepassato il muro mobile, furono spente dalla sabbia.
Poi accadde.
Druddigon spense la fiamma, e si poggiò su di un ginocchio.
Quindi si accasciò rumorosamente, esanime.
Absol se l’era portato via.
“Vai così...” sussurrò a se stesso Zack.
La tempesta di sabbia continuava ad imperversare, mentre Torterra fermò le rocce ed uscì dal guscio.
“Perbacco!” sorrise Miss Isabella, senza scoprirsi il volto. “Che battaglia emozionante!”
“Già, è divertente” rispose Zack con noncuranza.
“Ok. Beh, è il momento del mio ultimo Pokémon. Vai, Aggron!”
Ed uscì in campo. Aggron era mastodontico. Enorme. Un grattacielo pieno di placche d’acciaio, corni ed un’aggressività fuori dal comune.
Ma Zack era fiducioso. Torterrra era in vantaggio rispetto ai tipi.
Aggron si mosse verso il centro dell’arena, come per detenere il possesso di quel campo di battaglia. Come se stesse dicendo al suo avversario: “Amico, qui è tutto mio, quindi meglio che non ti fai venire strane idee in testa”
“È davvero un bel Pokémon” riconobbe Zack.
Le luci si spensero.
“Grazie. Aggron era solo un Aron quando lo catturai”
“Mi fa piacere. Cominciamo! Torterra, mettiamolo velocemente K.O.! Usa Terremoto!”
“Aggron, Protezione!”
Nel buio dell’arena si intravide una patina azzurrognola, che andò a coprire interamente Aggron. Zack vedeva le crepe sul pavimento aprirsi e raggiungere l’avversario, ma l’attacco sembrava non colpirlo.
“Si è protetto...” strinse i denti il ragazzo, e non appena vide la luce accendersi, guardò Miss Isabella. Si era levata il braccio dal volto, in quanto la tempesta di sabbia era finita.
“Torterra! Usa Giornodisole!”
D’improvviso, dal nulla, una luce fortissima cominciò ad illuminare l’ambiente. Zack levò il Devonscopio, capendo che quella mossa avrebbe fatto splendere la luce per qualche turno almeno.
“Aggron, attacchiamo! Vai con Bruciatutto!”
“Eh?!” Zack fu colto davvero di sorpresa, ma stavolta nulla poté fermare la mossa di Aggron. Diede fuoco a tutto ciò che aveva di fronte, ed il pavimento prese fuoco quasi immediatamente.
Torterra era circondato dal fuoco.
“Torterra!”
“Aggron! Torterra è stanco, concludiamo! Usa Fuocobomba!”
Aggron inspirò, allargò le braccia e caricò l’attacco.
“No! Torterra! Dobbiamo contrastare l’attacco! Usa Solarraggio!”
I due attacchi partirono contemporaneamente. L’attacco di Torterra era molto più veloce, però, e sconvolse il Fuocobomba in essere, disperdendolo.
Solarraggio colpì Aggron sul petto, ma non sembrava essere molto efficace. La corazza di questo sembrava solo leggermente ammaccata.
“Non funziona. Aggron! Fuocobomba!”
“No! Torterra!”
L’attacco stavolta andò a segno, e mentre la luce splendeva per via di Giornodisole, l’albero di Torterra stava per essere sconvolto da un incendio.
“Torterra! No! Rientra!”
Il campo bruciava, ed Aggron ruggiva. Festeggiava, aveva vinto quella sfida.
“Ed ora?” chiese Miss Isabella, mani ai fianchi e sorriso splendente.
“Ed ora mi rimani solo tu, Growlithe!”
Lanciò in aria la sfera, ed il cane comparve in campo. Si guardò attorno, le fiamme lo facevano sentire a proprio agio.
“Forse non è stata una buona idea bruciare tutto, carissimo Superquattro” sorrise Zack.
Miss Isabella pensò che il ragazzo avesse ragione.
“Ora vediamo di finirla! Growlithe! Usa Bruciatutto!”
“Eh?!”
Growlithe espanse le fiamme sul campo, creando un vero e proprio rogo. In quel momento Giornodisole finì, e le luci si spensero, ma le fiamme sul campo illuminavano il tutto. Il calore era alto, e Zack si levò la bandana. Una gocciolina di sudore scivolò sul suo naso e finì sulle sue labbra.
La lingua la catturò. Salata.
“Aggron! Usa...” Miss Isabella sembrava spaventata.
“Growlithe! Fuocobomba!”
“Ferroscudo, Aggron! Ferroscudo!”
Ma non servì a niente. La corazza di Aggron cominciò ad illuminarsi, il ferro si stava compattando, si stava rinforzando, ma il Fuocobomba attraversò il campo in fiamme, e si infranse sul corpo di Aggron.
L’urlo di dolore di quello fu straziante.
Per Zack fu uno spettacolo vederlo cadere tra le fiamme, rompendo il campo.
Poi si aprirono le bocchette dell’acqua. L’antincendio entrò in funzione e raffreddarono il corpo esanime di Aggron, spegnendo lentamente le fiamme. Zack alzò il volto verso il soffitto, godendosi quella strana sensazione.
Aveva battuto i Superquattro. E gli rimaneva una sola battaglia.
Gli rimaneva soltanto il campione.







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