Buonasera a tutti =) In diretta dalla mia camera vi chiedo gentilmente di passare a leggere tutte le novità riguardante Pokémon X e Pokémon Y su Pokémon Adventures ITA, pagina amministrata da un duo fantastico, che traduce e pubblica in italiano l'omonimo manga.
Stasera il capitolo è mitico. Mitico.
Detto ciò me ne vò...stay ready.
Go!
Andy $
Stasera il capitolo è mitico. Mitico.
Detto ciò me ne vò...stay ready.
Go!
Andy $
Il Monte Corona si ergeva
padrone su tutta la regione di Sinnoh. L’elicottero dell’Omega Group era colmo
di persone.
Rachel si affacciò al
finestrino del veicolo aereo e si guardò intorno.
Sembrava strano come
Sinnoh non paresse interessata a tutte le peripezie distruttive che il mondo
intero stava passando.
“Kalos è andata
totalmente distrutta” ripeteva incredula Linda.
Per quanto quei ragazzi
potessero essere preparati ed abili, quelle cose li avvilivano. Si rendevano
conto di essere delle piccole noccioline nel paniere di qualcun altro.
Qualcuno di troppo
potente.
Non avevano idea di come
avrebbero potuto colloquiare con Arceus. Non avevano idea di nulla.
Pratopoli era ricoperta
da densi banchi di nubi.
Li stava per cominciare a
piovere. Le paludi di quel posto ne avrebbero giovato sicuramente.
“Rachel...” la chiamò
Ryan. Quella girò lentamente la testa dal finestrino e lo guardò, scuotendo
leggermente la testa come per chiedergli cosa volesse.
“Come stai?”
“Io bene. Tu?”
Ryan annuì leggermente. “Sto bene anche io. Un po’ nervoso”
“Come mai?”
“Stiamo per incontrare due Pokémon estremamente pericolosi”
“Mi sei sempre sembrato così sicuro di te...vederti tentennare è strano”
“Già. Hai sentito Zack di recente?”
“No...a dire il vero no”
“Come comunicate di solito?”
“Con la voce. Non siamo praticamente mai stati distanti...tranne quando sono fuggita”
“Io bene. Tu?”
Ryan annuì leggermente. “Sto bene anche io. Un po’ nervoso”
“Come mai?”
“Stiamo per incontrare due Pokémon estremamente pericolosi”
“Mi sei sempre sembrato così sicuro di te...vederti tentennare è strano”
“Già. Hai sentito Zack di recente?”
“No...a dire il vero no”
“Come comunicate di solito?”
“Con la voce. Non siamo praticamente mai stati distanti...tranne quando sono fuggita”
“Ho capito. Voglio che tu
sappia che una volta finita tutta questa situazione voglio parlarti di lui”
“E di cosa dovremmo parlare?”
“A me non piace che tu stia con lui”
“Ryan...forse non hai capito che non hai potere decisionale su di me”
Ryan distolse lo sguardo, accoltellandosi metaforicamente. Zackary Recket sarebbe ritornato nella sua vita, e ci avrebbe messo le radici. A meno che non fosse sparito del tutto.
“E di cosa dovremmo parlare?”
“A me non piace che tu stia con lui”
“Ryan...forse non hai capito che non hai potere decisionale su di me”
Ryan distolse lo sguardo, accoltellandosi metaforicamente. Zackary Recket sarebbe ritornato nella sua vita, e ci avrebbe messo le radici. A meno che non fosse sparito del tutto.
Uccidere.
Avrebbe dovuto uccidere
quel ragazzo?
No, stava esagerando.
“Siamo arrivati, ragazzi”
fece il Dottor Stark.
Dall’elicottero venne
mandata giù una scaletta, e tutti i componenti dell’elicottero presero a
scendervi.
La Vetta Lancia era lì.
Da lì dominavano tutta la regione di Sinnoh. Rachel era infreddolita,
incappottata. Si guardò per un attimo attorno. Quattro colonne in stile dorico
delimitavano gli angoli di un perimetro mattonellato, ma ricoperto di neve.
Era uno spazio davvero
ampio.
Colonne più piccole
spuntavano dal pavimento come se fossero alberi, tagliati alla sommità di
netto.
Elementi decorativi,
parallelepipedi di marmo bianco immettevano sulla vetta. Oltre quelli c’era una
scalinata, e poi l’ingresso verso l’interno del Monte Corona.
Il cordone del Monte
Corona spaccava la regione in due parti. Due parti che sembravano vivere due
vite distinte e separate, tanto che Pokémon come Shellos avevano modificato le
proprie caratteristiche corporee per adattarsi alle differenze di queste due
zone.
A nord c’era Nevepoli. La
si vedeva di sfuggita, avvolta, come sempre, dalla fitta coltre di nuvole che
scaricavano neve a non finire.
Ovest offriva la visuale
di Giubilopoli, e più da lontano Canalipoli ed il suo ponte.
Est regalava Pratopoli e
più lontano ancora Arenipoli, piccola macchia di colore. E a sud solo il mare.
Rachel si chiese cosa ci
fosse al di là di quella vasta tavola blu.
“Ok. Siamo pronti” disse
Lionell.
“Dovrebbero essere...credo
di qua”
I passi di Gardenia
risuonavano sicuri, mentre la sua testa si era colmata di sicurezza e di voglia
di avventura.
“Ma Zack dov’è?” chiese
Mia, sentendo la propria voce rimbombare forte all’interno di quello
scantinato.
Gardenia aveva fatto bene
a seguire quel Ryan. Uxie, Mesprit ed Azelf dovevano vivere liberi.
“Non ne ho idea, Mia. So
solo che ha consegnato Mesprit a Ryan ed è andato via, lasciandomi lì...da
sola...oh, ma me la paga. Eccome se me la paga. Ha fatto tanto per passare un
po’ di tempo con me, e quando ci riesce mi lascia lì da sola”
“Guarda che è fidanzato...”
“Ssh...” Gardenia si fermò all’improvviso. Una strana luce la mise in allerta. Si sporse oltre l’angolo che le proteggeva da un’eventuale pericolo.
“Guarda che è fidanzato...”
“Ssh...” Gardenia si fermò all’improvviso. Una strana luce la mise in allerta. Si sporse oltre l’angolo che le proteggeva da un’eventuale pericolo.
I tre Pokémon sostavano
in trance, guardando fisso il vuoto, ognuno nella propria gabbia speciale, atta
a contenerli.
Gardenia guardò tutto per
bene. “Via libera...”
Mia la seguì non appena
la compagna d’avventure voltò l’angolo. La vista di quei Pokémon in gabbia le
tagliò il cuore con forchetta e coltello.
Fu estremamente doloroso.
“Poveri...”
“Mia...non hanno i cristalli”
“Cosa?”
“Si. Mesprit, Uxie ed Azelf possiedono tre cristalli: uno sulla fronte e due sulle code. Loro ne sono sprovvisti. Hanno già attivato la Rossocatena”
“Mia...non hanno i cristalli”
“Cosa?”
“Si. Mesprit, Uxie ed Azelf possiedono tre cristalli: uno sulla fronte e due sulle code. Loro ne sono sprovvisti. Hanno già attivato la Rossocatena”
Mia non capiva.
Gardenia si avvicinò ad
Uxie, il più pacato tra i tre in genere. Infilò la mano tra le sbarre, e gli
toccò la testa. La ragazza visse un attimo di paura, proprio nel momento in cui
quello aprì gli occhi.
“Uxie...mi chiamo
Gardenia, e sono la capopalestra di Ebanopoli. So che sta per succedere
qualcosa di catastrofico, e so benissimo che qualcuno sta per risvegliare
Dialga e Palkia. Ma ciò che lo stesso vi chiedo di fare è di provare a fermare
tutto ciò. Potrebbero esserci danni irreparabili”
Azelf e Mesprit aprirono i loro occhi quasi subito dopo che quella finì di parlare.
Azelf e Mesprit aprirono i loro occhi quasi subito dopo che quella finì di parlare.
Mia fece un passo avanti,
e si diresse verso Mesprit. Gli occhi spenti del Pokémon non miglioravano la
situazione della ragazza, ancora più impietosita. Abbassò la testa, cercando
qualcosa con cui forzare le sbarre, trovando semplicemente una spranga di
ferro. La infilò tra due sbarre e fece forza, creando un’apertura.
Mesprit rimaneva fermo,
mentre Mia fece un passo indietro, per farlo uscire.
“Dai, Mesprit” disse Gardenia.
“Vai. Noi crediamo in te. Noi crediamo in voi”
Mesprit guardò Azelf,
cercando di capire cosa fare. Mia sorrise leggermente guardando gli occhi del
Pokémon, poi tese la mano, andando a carezzare la testa di quello.
Mesprit allora prese
coraggio, ed uscì dalla gabbia.
“Evvai!” urlò Gardenia.
Prese lei stessa la spranga lasciata cadere da Mia e aiutò ad uscire anche Uxie
ed Azelf, ed una volta che i tre si ritrovarono davanti alle due ragazze,
liberi, Mia prese la parola.
Non se lo fecero ripetere
due volte. Schizzarono fuori come se non ci fosse un domani, e forse avevano
ragione, e sparirono dalla visuale delle due ragazze.
Il loro aiuto poteva
essere essenziale.
Sarebbe bastato un
niente, Dialga e Palkia erano dei Pokémon con cui non si doveva scherzare.
Meno ancora con Giratina.
“Sono qui, con la
Rossocatena, sulla Vetta Lancia. È tutto perfetto!” urlava felice Lionell. Tra
le mani teneva stretta quella strana sequenza di pietre rosse, tutte esagonali,
a formare quello strumento mistico che teneva in piedi tutto l’ambaradan dello
spazio-tempo.
Per quell’occasione
Lionell si sentì in dovere di doversi levare la camicia e tutto ciò che
divideva la sua pelle chiara e villosa dal gelido freddo natalizio del Monte
Corona.
Il freddo sembrava non
intaccarlo.
“Che succederà adesso?”
domandò Ryan, guardando la scena colmo d’ansia.
Il dottor Stark si girò e
fissò il ragazzo. Gli sembrava strano che un uomo così oculato come Lionell,
che pensava dodici volte prima di effettuare un semplice movimento avesse
affidato alle mani di quel ragazzo così giovane ed inesperto il delicato
compito di catturare i Guardiani dei laghi.
“Adesso la Rossocatena
risveglierà il sonno dei Pokémon leggendari che dimorano qui, ovvero Dialga e
Palkia. A noi interessa il primo, ma dobbiamo fare in modo che anche il secondo
venga con noi, per evitare che lo spazio si allarghi troppo sul tempo”
“Capisco. Quindi adesso
Lionell catturerà i due Pokémon?”
“Esatto”
“Esatto”
Rachel guardava distante
la situazione, mentre veniva controllata attentamente da Marianne e Linda. Si
chiedeva quando le bestie leggendarie avrebbero fatto la propria comparsa.
Lionell avanzava lenti
passi sulla neve della vetta, mentre tutta Sinnoh giaceva sotto il suo sguardo
giudicatore.
Sembrava il re del mondo
in quel momento, la sua incoronazione stava per avvenire e la Rossocatena era
il suo scettro.
Lo scettro che gli
avrebbe consegnato il potere.
“Voglio sfruttare il
potere di questo strumento!” urlò Lionell, mentre l’eco viaggiò lontano come
uno sciame d’api impazzite. “Voglio usare la Rossocatena per evocare Dialga, il
padrone del tempo!”
Rachel e Ryan
spalancarono gli occhi contemporaneamente, schiudendo la bocca quando la
Rossocatena prese ad illuminarsi ed a fluttuare in aria.
Il vento sibilava,
urlava, inneggiava a quel grande avvenimento. L’Omega Group stava risvegliando
un Pokémon incredibilmente potente.
“Vieni a me! Dialga!”
urlava Lionell, noncurante dei fiocchi di neve che si incastravano ed
abbracciavano i peli del suo petto.
D’improvviso accadde
quello che doveva accadere. Il tempo mancò un battito, tutti se ne accorsero,
quasi come se avessero vissuto un momento in un posto non familiare.
Una piccola luce cominciò
ad illuminare la parte destra della Vetta Lancia. Era una luce azzurra.
“Eccolo!” urlava Stark,
mentre Lionell rideva compiaciuto.
La piccola luce, che
pareva fosse una fiammella blu, mano a mano diventava sempre più grande, ed il
tempo continuava a saltare battiti con maggiore regolarità. Il tempo stava
cambiando il suo corso, nel grafico spazio-tempo la curva di quest’ultimo stava
aumentando di intensità, sopraffacendo il primo elemento.
La fiammella blu
d’improvviso si espanse con una velocità assurda, e fu lì che ognuno si rese
conto che tutto ciò che c’era attorno non si muoveva più. Ognuno vedeva il
tempo relativo a sé stesso, ognuno si poteva muovere, ma vedeva gli altri tutti
immobili.
Tutto era fermo. Tutto.
Sembrava che i respiri fumosi che il freddo aveva creato quel giorno, regali di
quel Natale congelato, dovessero pendere dalle loro bocche come se fossero fumo
di vecchie pipe. I fiocchi di neve erano puntini bianchi sparsi a casaccio
sulla tela variopinta del pittore ed ognuno risultava protagonista silenzioso
di quella vicenda.
Poi luce blu, ed un
ruggito, il tempo si regolarizzò.
Ma Dialga era davanti a
loro.
“Dannazione!” Lionell era
a meno di due metri da quello. Il potere che emanava quel Pokémon era tale da
averlo fatto spostare e cadere indietro. La Rossocatena ritornò stretta tra le
mani, e cominciava a scottare, e mentre Dialga ruggiva di rabbia Ryan fece un
passo avanti.
“No! Fermo!” urlò
Lionell.
“Se Dialga ti attacca è
la fine!”
“Non attaccherà nessuno! Basterà solamente tenerlo a bada”
“Ci penso io”
“Non attaccherà nessuno! Basterà solamente tenerlo a bada”
“Ci penso io”
Lionell guardò per pochi
secondi il figlioccio alias suo nipote, e poi sorrise. Portò le mani alla
cintura dei pantaloni e la girò.
C’erano sei sfere.
“Anche io sono stato un
allenatore, da giovane”
Rachel guardò incuriosita. Pareva che anche Lionell avesse dei Pokémon.
Rachel guardò incuriosita. Pareva che anche Lionell avesse dei Pokémon.
Lo vide rialzarsi all’in
piedi con un po’ di fatica, quindi si pulì dalla neve. Dialga si stava
spazientendo ed i suoi ruggiti cominciavano ad impaurire tutti. Arceus solo
sapeva la potenza che quello poteva sprigionare.
E Palkia, certo.
“Una...una volta...”
Lionell sorrise e tossì, rivangando i vecchi tempi. “Beh, una volta chiesi ad
un mio fidato collaboratore, che ahimè adesso non c’è più, quale fosse il
Pokémon più potente di tutti”
Ryan e la ciurma lo
guardavano in silenzio.
“Quello logicamente mi
rispose che era Arceus”
Rachel annuì. Doveva per
forza essere Arceus. Insomma, davanti avevano Dialga, una creatura grandiosa
che esprimeva potenza solo ruggendo. Ed Arceus l’aveva imprigionato in una
dimensione tutta sua, quindi doveva essere qualcosa di eccelso.
Lionell riprese la parola
dopo un attimo di pausa. “Sapevo di Arceus, ma non c’era modo di catturare
Arceus. Arceus è un Pokémon unico. Ma dopo di lui c’era un altro Pokémon molto
forte. Unico. Creato dall’uomo”
Una Masterball volò dalle sue mani, ricadendo a pochi centimetri dall’ambita macchina del tempo con zampe, artigli e voce grossa. Mewtwo ne uscì.
Una Masterball volò dalle sue mani, ricadendo a pochi centimetri dall’ambita macchina del tempo con zampe, artigli e voce grossa. Mewtwo ne uscì.
Il Pokémon viola e grigio
era silenzioso, come sempre, serio, stracolmo di una rabbia inspiegabile.
“Mewtwo, dobbiamo mettere
alle strette questo Pokémon” disse Lionell.
Rachel aveva sentito
parlare di Mewtwo, ed una volta vide anche una foto di lui su internet, ma non
credeva che fosse di Lionell. Suo padre possedeva Mewtwo.
“Faccia in fretta,
signore” disse Stark. Cominciava a notare gli sbalzi che le modifiche agli
schemi del tempo stavano avendo sullo spazio.
“Un momento. Voglio
mostrarvi la forza di questo Pokémon. Vai con Psichico”
Mewtwo illuminò gli occhi
di azzurro, incrociando le mani, quelle con gli strani polpastrelli, ed una
coperta di luce avvolse Dialga. Il dolore immenso di quello fuoriusciva tutto
tramite le sue urla.
Mewtwo lo fece sollevare
da terra, mentre Ryan cercava di immedesimarsi nel dolore che il suo avversario
provasse in quel momento. Gli pareva come se quella strana forza gli stesse spremendo
tutti gli organi, per farli uscire fuori dal petto contemporaneamente.
Ma quello che Mewtwo
aveva contro era pur sempre un Dialga, che si liberò dopo poco dall’attacco
dell’avversario. Quindi riatterrò sulle quattro zampe, e dopo l’ennesimo
ruggito partì con un attacco Cannonflash, che andò a colpire forte Mewtwo.
Quello ruzzolò indietro
per alcuni metri, per poi rialzarsi ed aspettare l’ordine da parte di Lionell,
che intanto sorrideva davanti alla maestosità di Dialga. Si sorprese
dell’altezza di quello. Era alto quanto due pullman l’uno sull’altro.
“Mewtwo, usa Psicobotta.
A ripetizione, come se fossi una mitragliatrice!” e rideva come un bambino,
Lionell.
E così fu. Energia della
mente, così può essere definita la forza psichica, Mewtwo la incanalava tra le
dita e la faceva partire, andando a colpire Dialga su tutto il corpo, e colpo
dopo colpo Dialga cominciava ad indebolirsi.
“Signor Lionell, noi
dobbiamo evitare che Dialga utilizzi la sua mossa principale, perché...” provò
ad avvertire Stark, che era quello che veniva pagato per mettere ansia alla
compagnia.
Purtroppo parve che Dialga lo avesse ascoltato e quindi detto fatto. Un momento di lucidità gli bastò per ribaltare velocemente la situazione.
Purtroppo parve che Dialga lo avesse ascoltato e quindi detto fatto. Un momento di lucidità gli bastò per ribaltare velocemente la situazione.
“Non deve usare
Fragortempo!” urlò Ryan.
Dialga ruggì iracondo,
poi inclinò la testa ed i suoi occhi si illuminarono.
Fragortempo era la mossa
più forte che Dialga potesse usare. Modificava la trama del tempo ed arrecava
un danno continuato, molto forte.
Rachel vide tutto illuminarsi,
come dei forti flash di tante Reflex. Lentamente gli occhi si riabituarono alla
luce. Mewtwo si vide colpito diverse volte da Dialga, con il suo attacco, e
Lionell capì che in quel modo avrebbe perso la sfida. Avrebbe dovuto
distogliere Dialga da quell’attacco prima che Mewtwo fosse stato messo fuori
gioco.
“Comete!” urlò. Non erano
molto efficaci, ma erano infallibili.
“Fermatevi!” sentirono
poi urlare i ragazzi. Mia e Gardenia salirono velocemente le scale della Vetta
Lancia.
Pochi secondi, e videro
svolazzare dietro di loro Mesprit, Uxie ed Azelf.
“Mia!” urlò Rachel,
sorpresa.
“Rachel! Stai bene?!”
“Si! Zack dov’è?!”
Gardenia guardò prima Mia e poi Rachel. Ritornò quindi a fissare Dialga. Era un Pokémon mastodontico.
“Si! Zack dov’è?!”
Gardenia guardò prima Mia e poi Rachel. Ritornò quindi a fissare Dialga. Era un Pokémon mastodontico.
“Dobbiamo fare qualcosa!”
urlò Ryan.
“Occupatevi degli intrusi!
A Dialga ci penso io!” fece altrettanto Lionell.
“No, Ryan! Fermati!
Lascia stare Mia!” concluse Rachel, sempre ad alta voce. Ryan si stoppò,
confuso, mentre distrattamente prese a guardare ancora Dialga, ignorando gli
ordini.
Mesprit e gli altri guardiani
presero a svolazzare attorno a Mewtwo.
“Stanno cercando di
proteggere il flusso del tempo” spiegò Stark.
“Qui c’è bisogno di
aiuto. Vai Dusknoir! Occupati dei guardiani! E tu, Mewtwo! Ora voglio che
attacchi con tutta la tua potenza! Usa Forzasfera!”
Dalle mani di Mewtwo
cominciò ad accumularsi energia azzurra. Sarebbe stata davvero la fine.
E fu quello il momento in
cui Stark sobbalzò. Nella parte sinistra della Vetta Lancia, un piccolo puntino
rosa fece la sua comparsa.
“Palkia! Sta uscendo Palkia
dalla sua dimensione! Dobbiamo fare presto! Non riusciremo mai a lottare contro
Palkia e Dialga contemporaneamente!” urlò Stark.
“Lo so!”
Dusknoir intanto era alle
prese con i tre folletti.
Uxie fu il primo ad usare
l’attacco Divinazione, a distanza di sicurezza, mentre Mesprit cercava di
confondere l’avversario volandogli con velocità attorno ed Azelf provava ad
abbatterlo con Extrasenso. Azelf pareva uscito dal suo corpo, ed attraversava
quello di Dusknoir. Quello rabbrividì, e rimase fermo per un istante,
tentennante.
“Vai, Mewtwo!” urlò forte
Lionell. Forzasfera continuava a crescere tra le mani di Mewtwo, mentre il
puntino rosa, porta dimensionale per l’universo dove Palkia era stato
condannato, mano a mano si allargava con grande velocità, fino a diventare uno
squarcio abbastanza grande.
“Rachel! Scappiamo!” urlò
Mia.
“No! Dobbiamo catturare
Dialga! Dobbiamo fare in modo che Arceus ci ascolti!”
“Loro non sono chi dicono di essere! Sono persone malvagie!”
“Perché dici questo?!”
“Io e Zack siamo stati rinchiusi nelle loro prigioni a pane ed acqua, quando tu sei andata con loro!”
“Loro non sono chi dicono di essere! Sono persone malvagie!”
“Perché dici questo?!”
“Io e Zack siamo stati rinchiusi nelle loro prigioni a pane ed acqua, quando tu sei andata con loro!”
Rachel spalancò gli
occhi.
“Zack è vivo?!”
“Si! Ma non so dov’è?! Ed io e Gardenia siamo venute qui per provare a fermare tutto!”
Intanto lo squarcio dimensionale si apriva sempre di più, fino a diventare una grande apertura.
“Si! Ma non so dov’è?! Ed io e Gardenia siamo venute qui per provare a fermare tutto!”
Intanto lo squarcio dimensionale si apriva sempre di più, fino a diventare una grande apertura.
Le ragazze guardavano
sgomente apparire un secondo, grandissimo Pokémon da lì.
“Palkia, signor Lionell!
Palkia sta uscendo!”
“Vai Mewtwo!”
Quello lasciò partire
Forzasfera, che velocemente si piantò alla base del collo di Dialga. La mossa
era potentissima, tanto potente che Dialga finì fuori combattimento prima
ancora di ricadere per terra.
Intanto però Palkia era
uscito. E non si stava limitando a ruggire. Forzantica prese a far alzare dalla
vetta alcuni frammenti di roccia.
“Veloce, Lionell! Cattura
quel dannato Dialga!” urlava Ryan, accanto a Rachel.
“Si”. Quello prese una
strana Pokéball, interamente nera, con venature rosse, e la lanciò velocemente
su Dialga.
“Marianne, recupera la
sfera di Dialga! Dusknoir, usa Pugnodombra!”
Quello eseguì contro
Azelf, che però evitò il colpo. Tuttavia Dusknoir cominciò a lamentarsi, fino a
quando non si distese per terra. Era l’attacco Divinazione di Uxie, che aveva
fatto effetto.
“No!” si lamentò.
“Dobbiamo pensare a
Palkia!” urlò Ryan.
“Tu pensa alle intruse!”
“No! Lasciatele stare!” urlò Rachel.
“No! Lasciatele stare!” urlò Rachel.
“Vai, Ryan!” ringhiò
Lionell.
“Papà! Ti prego!” urlò
quella. Fu un attimo. Un momento, un semplice istante, in cui il cuore di
pietra dell’uomo si colmò, pieno di qualcosa che non conosceva così bene.
“Ok...pensiamo a
Palkia...Ryan, aiutami”
“Marianne!” urlò
quest’ultimo. Lei correva velocemente vicino a Linda, con la Pokéball di Dialga
in mano. “Spostati da lì”
“Ci sto provando!”
“Stark...dobbiamo per forza catturare anche Palkia?”
Palkia ruggì, e subito dopo utilizzò un forte attacco Idrondata. Una grande quantità d’acqua si riversò a fiotti sulla vetta, sciogliendo la neve che tutti calpestavano.
“Stark...dobbiamo per forza catturare anche Palkia?”
Palkia ruggì, e subito dopo utilizzò un forte attacco Idrondata. Una grande quantità d’acqua si riversò a fiotti sulla vetta, sciogliendo la neve che tutti calpestavano.
“Mewtwo! Aiuto!” urlò
Lionell. D’improvviso i poter psichici del Pokémon gli permisero di creare una
barriera in grado di proteggerli dall’attacco di Palkia.
“Dobbiamo catturare in
fretta anche lui...il problema non sono affatto Dialga e Palkia” gridò Stark.
“Già...dobbiamo evitare che sia Giratina a venir fuori” convenne Lionell.
“Già...dobbiamo evitare che sia Giratina a venir fuori” convenne Lionell.
“Se Palkia è nel nostro
mondo, automaticamente lo spazio comincerà a modificarsi. E Giratina è qui per
equilibrare il tempo e lo spazio. O sparisce in fretta Palkia o appare anche
Giratina”
“Non è il caso...”
sospirò Ryan. “Flygon! Vai!”
Quello uscì dalla sua
Pokéball, e Ryan gli saltò sul dorso. “Andiamo”
Volò fuori dalla barriera
protettiva di Mewtwo, mentre il freddo lacerava il viso del giovane come se al
posto del vento ci fossero tante lame.
“Mewtwo, rimani
concentrato!” urlò Lionell, fiducioso del fatto che Ryan sarebbe riuscito a
catturare Palkia. Lionell si girò, guardando Rachel. Era incredula ed
impaurita. Era accanto alla capopalestra ed alla sua amica bionda, sventurate
spettatrici di quella sciagura non ancora sventata.
Uxie, Mesprit ed Azelf stavolta
si avventarono tutti e tre contro Flygon, che velocemente li dribblò, per poi
dirigersi forte verso Palkia.
Quello ruggì, e sferrò un
attacco Idropompa. Ed un attacco Idropompa, sferrato da un paio di fauci di un
Pokémon di quattro metri e venti significava che un pilastro d’acqua, duro come
il granito, che sta per investirti, non credo sia il massimo della vita.
“Schivalo Flygon!”
Palkia vide il suo
attacco andare a vuoto. La grande colonna d’acqua si abbattè su Flemminia
distruggendo una casa di due sventurati anziani.
Quando si dice la
fortuna...
“Flygon! Forzantica!”
Il drago, quello che
volava, prese a volare in circolo attorno alla testa di Palkia, e dopodichè
l’attacco si manifestò. Ancora pietre, ancora si alzavano dal suolo.
Colpirono Palkia, lo
colpirono forte, tanto che lo costrinsero a cadere, per poi rialzarsi.
“Ottimo Flygon! Attento
adesso!”
Infatti Mesprit velocemente gli volò davanti, fissando negli occhi Flygon. Quello si distrasse per un attimo, il tempo che i suoi occhi tagliassero la corda che li legavano a quelli di Mesprit, ed Azelf si gettò su quello utilizzando Ultimascelta.
Infatti Mesprit velocemente gli volò davanti, fissando negli occhi Flygon. Quello si distrasse per un attimo, il tempo che i suoi occhi tagliassero la corda che li legavano a quelli di Mesprit, ed Azelf si gettò su quello utilizzando Ultimascelta.
Il colpo prese Flygon, ma
soprattutto Ryan, alla sprovvista, che perse l’equilibrio e cadde dal suo
Pokémon. Flygon continuava a fissare Mesprit, nonostante il colpo subito da
Azelf, e Palkia si era rimesso in piedi.
Stava utilizzando
Dragopulsar.
E Ryan stava cadendo nel
vuoto.
“No! Dannazione!
Metagross! Usa Confusione!” urlò Rachel, che era lì presente e guardava con
terrore quello che stava succedendo.
Mia ebbe il
presentimento, esatto, che quell’enorme Pokémon di metallo, molto, ma molto
potente, fosse il suo Metang.
Infatti non ci volle
molto a Metagross per concentrare la sua energia psichica e fermare la caduta
di Ryan, adagiandolo lentamente al suolo.
“Ma questo...?” Mia si
avvicinò lentamente a Rachel.
“Sì. Scusami se mi sono
permessa di utilizzarlo o di farlo evolvere, ma per questa occasione credevo
potesse essere utile la sua abilità”
“Hai...hai fatto bene...tranquilla...”
“Hai...hai fatto bene...tranquilla...”
“Ok...Ryan! Tutto bene?!”
si rivolse poi al biondo.
Quello, leggermente
shoccato, fece segno di si.
“Bene”
Intanto un forte sibilo
riempì le orecchie di tutti, una luce fortissima gli occhi, ed una grossa
esplosione fece il resto.
Dragopulsar colpì Flygon
con forza, e lo mise fuori combattimento. Quello ricadde già esausto sul
pavimento della Vetta.
“Flygon, no!”
Ryan corse vicino al suo
Pokémon, e lo guardò. Non potevano fermarsi ora.
“Vai Gallade!”
Il Pokémon uscì dalla sua
sfera, e si ritrovò davanti quel gigante. Chiuse per un attimo gli occhi e
raggiunse la concentrazione necessaria, mentre Uxie stava usando per l’ennesima
volta l’attacco Divinazione.
Palkia continuava a
ruggire tremendamente. Si stava avvicinando il momento in cui avrebbe fatto
quello che tutti temevano.
“No! Signor Lionell, sta
per usare Fendispazio! Dobbiamo assolutamente evitarlo, o ciò risveglierà anche
Giratina!” urlò Stark.
“Dannazione! Mewtwo, blocca la barriera e pensaci tu! Psichico!”
Mewtwo eseguì e velocemente accorse davanti a Palkia. Usò poi il forte attacco, che come con Dialga, provocò enormi danni al Pokémon. Non riusciva a muoversi, e soffriva per il dolore.
“Dannazione! Mewtwo, blocca la barriera e pensaci tu! Psichico!”
Mewtwo eseguì e velocemente accorse davanti a Palkia. Usò poi il forte attacco, che come con Dialga, provocò enormi danni al Pokémon. Non riusciva a muoversi, e soffriva per il dolore.
“Ryan! Levati di lì!”
urlava Rachel.
“Cosa?!”
“Levati da lì?!”
“Levati da lì?!”
“Non voglio! Devo
catturare questo Pokémon!”
“Ryan, cazzo! Levati da lì! Sta per apparire Giratina!”
“Ryan, cazzo! Levati da lì! Sta per apparire Giratina!”
Palkia intanto si liberò
dall’attacco, e ruggì forte, braccia aperta e volto al cielo.
Fendispazio stava per
abbattersi sulla Vetta Lancia.
E tutti sapevano che
stava per succedere un casino assurdo.
D’improvviso una miriade
di esplosioni abbatterono il campo di combattimento, quasi come piovessero
proiettili.
“No! Mia!” Gardenia tirò
a sé la bionda, ma quella fece appena in tempo a dare un urlo a Rachel, a
prenderle la mano e a stringerla a sé prima di saltare per terra.
“Noi dobbiamo salvare
lei! Lei è l’oracolo!” fece tanto coraggiosamente quanto inaspettatamente la
ragazza.
Gardenia annuì, il volto
sporco e bagnato, mentre la paura la divorava. Palkia sembrava davvero un osso
duro.
Le esplosioni che aveva
provocato stavano colpendo tutti. Mewtwo fu ripetutamente preso da quelle
esplosioni, piccole virgole nere sul foglio bianco dello schema dello spazio.
Uxie, Mesprit ed Azelf
combattevano tutti contro Gallade. E Ryan lo dirigeva. Tra le mani stringeva la
stranissima Ultraball nera che Lionell gli aveva consegnato.
E poi accadde quello che
doveva accadere.
“Dobbiamo riuscire a
catturare velocemente Palkia. Giratina sta per uscire dalla sua dimensione!”
urlò Stark.
Lionell e Ryan si
guardarono ed il primo annuì.
Lionell mise mano alla
tasca. “Avrei...avrei voluto utilizzarla per un’altra occasione...ma...ma ora
devo farlo per forza. Vai, Masterball!”
La sfera infallibile
colpì Palkia, che, quasi fosse stato colpito da un moscerino minuscolo, non si
accorse di niente.
Si ritrovò soltanto
rinchiuso nella Masterball, prigioniero inerme di quella situazione.
Ryan non aspettò nemmeno
che la Masterball si chiudesse definitivamente, corse a prenderla, prima che la
macchia nera che si stava formando sotto i loro piedi, ovvero la porta dimensionale
di Giratina, si espandesse del tutto.
Mesprit, Uxie ed Azelf
attaccavano tutto e tutti con l’attacco Comete, rendendo molto più difficile il
processo di concentrazione in un simile momento, e quando accadde quello che
alla fine tutti aspettavano, conobbero davvero lo sgomento e la paura in tutta
la sua magnificenza.
Un rumore, un sibilo,
seguito da un enorme ruggito e da forti raffiche di vento anticiparono il
tutto.
Rachel fu in grado di
vedere enormi occhi rossi e penetranti fissare la Vetta Lancia dall’interno di
quella macchia nera, e pochi attimi dopo un altro ruggito.
Giratina fuoriuscì
potente, enorme, spaventoso, rumoroso. Tutti si stesero per terra quando uscì,
ed intanto spiegò le ali e volò fuori. Fu un momento, giusto il tempo di capire
che Palkia e Dialga non erano lì, fece una giravolta in aria e con un grande
spiegamento di ali si rituffò nella sua dimensione, portando erroneamente con
loro anche Mesprit, Uxie ed Azelf.
“È...è andato...”
concluse Stark.
“Questa storia sta per
finire” disse Ryan, fiducioso. Tra le mani aveva Palkia. Tanto potere,
rinchiuso in una piccola sfera. Gli faceva quasi specie.
Non riusciva a capire
come un Pokémon enorme e così potente potesse rimanere chiuso all’interno di
una sfera grande più o meno quanto una mano.
Rachel sospirò, ed
affondò il viso nella manica bagnata del suo giubbino, mentre Mia la stringeva.
“Rachel...” faceva.
Quella si lamentava, come
se qualcuno la stesse svegliando e lei non volesse alzarsi.
“Rachel!”
“Dannazione, che vuoi?!”
“Che hai?!”
“Mi sono un attimo fatta un calcolo, e adesso sarei dovuta essere morta da circa venti minuti...il fatto di essere ancora tra di voi mi fa molto piacere”. Ma come logico lo shock e lo stress che le avevano attraversato per intero il sistema nervoso come automobili sull’autostrada avevano avuto il loro effetto. Ed una volta che l’adrenalina che il cuore aveva pompato aveva smesso di fare effetto, Rachel aveva bisogno di una sana e buona dormita.
“Che hai?!”
“Mi sono un attimo fatta un calcolo, e adesso sarei dovuta essere morta da circa venti minuti...il fatto di essere ancora tra di voi mi fa molto piacere”. Ma come logico lo shock e lo stress che le avevano attraversato per intero il sistema nervoso come automobili sull’autostrada avevano avuto il loro effetto. Ed una volta che l’adrenalina che il cuore aveva pompato aveva smesso di fare effetto, Rachel aveva bisogno di una sana e buona dormita.
“Non sei morta. Non è
morto nessuno...” disse Ryan.
Rachel alzò gli occhi e
lo guardò. Poi urlò, con tale rabbia che in un corpo piccolo come il suo ci si
chiedeva da dove provenisse, e si lanciò letteralmente addosso a Ryan, che
ricadde sotto il suo esile peso. Rachel prese a colpirlo sul volto.
“E così li avevate
liberati?! Così Zack è al sicuro ad Edesea ora?!”
“Rachel! Fermati!” Ryan
cercava di parare i colpi, ma inevitabilmente fu colpito più e più volte al
volto.
“Rachel!” Lionell corse
dalla figlia e la prese per le spalle, tirandola indietro.
“Lasciami! Lasciami!”
“Fermati, Rachel!”
La ragazza si calmò per
un attimo. Quindi Lionell di forza la tirò via dal corpo di Ryan.
“Che è successo?” chiese.
Diplomatico, lui...
“È successo che il mio
ragazzo e la mia amica qui, invece di essere liberati, come erano i patti, sono
stati imprigionati!”
Lionell inarcò le
sopracciglia. Era stato lui a dare quelle disposizioni, ma non poteva di sicuro
dirglielo. C’era bisogno che lei si fidasse di lui.
“Qualcuno pagherà per
questo...le mie disposizioni erano altre. Forse Zack ha dato fastidio a
qualcuno, qualche generale, qualche mio subordinato, che ha preso l’erronea
decisione di tenerli nelle prigioni...”
Mia inarcò le
sopracciglia. Rachel ci stava credendo davvero.
“Beh...voglio solamente
che loro stiano bene” disse. E lo disse con tanta, ma tanta ingenuità.
“Mi spiace per quanto
accaduto, signorina...”
“Mia” rispose
direttamente quella.
“Mia. Vogliate accettare
le mie più sentite scuse”
“Oh, certo. Come penso vogliate accettare le mie più sentite denunce alla polizia di Adamanta, per rapimento”
“Oh, certo. Come penso vogliate accettare le mie più sentite denunce alla polizia di Adamanta, per rapimento”
Lionell spalancò gli
occhi, poi li richiuse. Se il suo piano fosse andato in porto, non ci sarebbe
stata polizia che tenesse.
Avrebbe comandato lui.
Sarebbe stato tutto suo.
“Beh...poi si vedrà. Ora vai,
Dialga!”
La Pokéball nera e rossa
permise a Dialga di rivedere la luce oscurata dalle nuvole del sole di Natale.
“Dialga. Devi portarci
indietro nel tempo. Dobbiamo raggiungere la Battaglia del plenilunio”
Dialga ruggì, e tutti i
componenti dell’Omega Group, assieme a Rachel naturalmente, sparirono dalla
Vetta Lancia, lasciando soltanto Gardenia, Mia ed un enorme casino tra colonne
distrutte ed acquitrini per terra.
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