Ragazzi, in un anno di attività, grazie anche al lavoro di sponsorizzazione della pagina Facebook Pokémon Adventures ITA siamo riusciti a raggiungere e superare le 14.000 visualizzazioni.
Un punto insormontabile per noi.
Vuol dire che almeno 14.000 volte qualcuno ha aperto il nostro portale per leggere le storie fatte da me e Rachel, o per scaricare il fumetto di Laila, di cui andiamo molto fieri, e per cui la produzione va un po' a rilento per problemi riguardo il tempo che Rachel impiega nell'editing, dato che questo è periodo d'esami. Li ha superati brillantemente tutti, sono orgoglioso di lei.
Al contempo il nostro percorso va avanti, e mi sono reso conto di aver scritto davvero tante cose. Per fare un po' d'ordine ho creato questa pagina di disambiguazione, con le due storie principali ed il blog dove sono raggruppate tutte le One Shot e le Short Stories.
Come per esempio quella di stasera, la storia di Alma e di Ryan, che devono raggiungere il Mondo Distorto, ovvero In The Shadows.
Vi lascio al capitolo, avvertendo che sabato uscirà un altro capitolo della saga Home, scritta da Rachel.
Oggi accontentatevi di questo.
Read it now.
Andy $
Un punto insormontabile per noi.
Vuol dire che almeno 14.000 volte qualcuno ha aperto il nostro portale per leggere le storie fatte da me e Rachel, o per scaricare il fumetto di Laila, di cui andiamo molto fieri, e per cui la produzione va un po' a rilento per problemi riguardo il tempo che Rachel impiega nell'editing, dato che questo è periodo d'esami. Li ha superati brillantemente tutti, sono orgoglioso di lei.
Al contempo il nostro percorso va avanti, e mi sono reso conto di aver scritto davvero tante cose. Per fare un po' d'ordine ho creato questa pagina di disambiguazione, con le due storie principali ed il blog dove sono raggruppate tutte le One Shot e le Short Stories.
Come per esempio quella di stasera, la storia di Alma e di Ryan, che devono raggiungere il Mondo Distorto, ovvero In The Shadows.
Vi lascio al capitolo, avvertendo che sabato uscirà un altro capitolo della saga Home, scritta da Rachel.
Oggi accontentatevi di questo.
Read it now.
Andy $
Il terrore negli occhi,
il vento che soffiava forte, spostava i capelli e riempiva gli occhi di lacrime
e le guance di neve. E Ryan sapeva di dover proteggere Alma da quella
situazione.
Davanti avevano un
Abomasnow infuriato, che urlava.
“Ryan... ho paura...”
fece Alma, nascosta dietro la sua schiena.
“Non preoccuparti,
Alma... Bisharp, vai!”
Il Pokémon di Ryan scese
in campo. Nonostante quella situazione di freddo non fosse molto simpatica per
Bisharp, quello si preparò lo stesso per lo scontro.
Abomasnow ruggì forte, ma
Bisharp rimase fermo.
Ryan strinse i denti,
mentre il freddo lentamente gli consumava la pelle. I suoi occhi rossi
risplendevano come torce in mezzo alla bufera di neve.
“Alma, tappati le
orecchie... Ferrostrido!”
Alma velocemente portò le
dita alle orecchie, ma lo stesso fu in grado di sentire quel rumore fortissimo.
Abomasnow ne risentì bloccandosi per un attimo.
E poi dagli alberi uscì
un Loudred, proprio alle spalle di Ryan.
Cioè davanti ad Alma.
“Oddio... Ryan...”
Quello si girò per un
momento, e guardò la situazione. La valutò velocemente, quindi si girò di
nuovo.
Non avrebbe avuto nessun
problema a lottare anche contro Loudred, anzi, forse avrebbe velocizzato la
situazione, ma doveva sbloccare anche Alma, e questa inutile paura di lottare.
“Alma non posso farcela
adesso. Rischieremmo di compromettere la missione. Veditela tu”
“Ma io non ho nessun...”
la forza dell’abitudine. “Oh. V-vai Ralts!”
Il piccolo Ralts poggiò i
piedi freddi sulla neve e si avvicinò subito alla gamba di Alma, proprio come
avrebbe fatto un bambino.
“Ralts, dobbiamo farcela.
Dai, so che possiamo!”
Loudred usò Sgomento,
avvicinandosi ad un palmo da Ralts, facendo una smorfia che fece impaurire e
non poco il Pokémon psichico, rifugiatosi di nuovo dietro le gambe di Alma.
“No, Ralts! Devi andare
avanti! Devi lottare! Io credo in te!”
Ralts guardò con gli occhi enormi Alma. Era spaventato. Dall’altra parte si sentivano i rumori della battaglia tra Bisharp ed Abomasnow, e questo non incoraggiava Ralts.
Ralts guardò con gli occhi enormi Alma. Era spaventato. Dall’altra parte si sentivano i rumori della battaglia tra Bisharp ed Abomasnow, e questo non incoraggiava Ralts.
“Dai, so che ce la puoi
fare! Sei allenato per questo! Usa Confusione!”
Ma Ralts tentennava
ancora, spaventato.
Loudred allora si
avvicinò, e stavolta utilizzò un attacco Azione, sbattendo per terra il povero
Ralts.
“Avanti, Ralts! Non farti
mettere fuori combattimento! Usa Confusione!”
Ma ancora un attacco Azione di Loudred fece ritrovare il piccolo Pokémon Psico con la schiena nella neve.
Ma ancora un attacco Azione di Loudred fece ritrovare il piccolo Pokémon Psico con la schiena nella neve.
“No... non va così... devo
metterti al sicuro...” e fu così che
Alma prese a scegliere chi tra Roselia e Pancham avesse dovuto prendere il
posto di Ralts. (non so, non mi suonava quel “cambiarti” al massimo vedi se può
andare meglio altro>_>)
“Fermati” fece poi Ryan.
La donna si bloccò. “Ralts deve superare questo blocco. Infondigli coraggio”
Alma allora rifletté, e
capì che Ralts era come un bambino che doveva imparare ad andare in bicicletta.
Bisognava trasmettergli coraggio e fiducia.
“Puoi farcela, Ralts.
Basta solamente crederci. Devi riuscirci, perché hai tutte le carte in regola
per poter fare bene. Thomas ha creduto in te, catturandoti, ed ora ti dico che
se vogliamo ritrovarlo, dobbiamo superare molte sfide. E questo Loudred è solo
la prima di queste!”
Ralts guardò con gli
occhi enormi Alma, quindi annuì a se stesso. Si voltò davanti, quindi abbassò
il volto, e con le manine fece un cerchio. Quel Ralts emanava tanta energia che
la neve sotto le sue gambe si sciolse immediatamente. Una patina azzurra lo
ricoprì interamente, e dopo qualche secondo avvolse anche Loudred, il cui
sguardo si strinse.
Il suo verso era forte,
Alma temette di poter essere sorpresa da una valanga.
Ma poi lo sguardo di
quello si rilassò, diventando quasi lascivo, e Ralts lo poggiò per terra, con i
suoi poteri psichici.
“Bravo! Che splendido
attacco Confusione!” sorrise Alma, correndo ad abbracciare Ralts, il quale,
dopo poco, cominciò a brillare.
“Si sta evolvendo, Ryan!”
si voltò immediatamente quella. Il ragazzo stava con le braccia raccolte tra di
loro, intrecciate, a studiare la situazione, annuendo lentamente, come se
stesse avendo ragione di qualcosa.
Una piccola nuvoletta di
vapore si creò davanti al suo naso.
E fu così che Ralts
diventò un Kirlia. E che Alma sorrise divertita.
“Un attacco Confusione da
paura!” disse a Ryan.
Quello fece una smorfia
strana, come per dare torto alla professoressa. “Quello non è un attacco
confusione, Alma. Quello è un attacco Psichico”
“E come può essere possibile questa cosa?”
“Quel Ralts... pardon, quel Kirlia, è altamente sovrallenato. Ha imparato una mossa che imparerebbe un Gallade. O un Gardevoir”
“E come può essere possibile questa cosa?”
“Quel Ralts... pardon, quel Kirlia, è altamente sovrallenato. Ha imparato una mossa che imparerebbe un Gallade. O un Gardevoir”
“Cosa?!”
“Probabilmente, se apparteneva a Thomas, deve aver utilizzato qualche strumento per bloccare l’evoluzione, perché questo Pokémon è davvero molto potente”
“Dici?”
“Beh, mettere fuori combattimento un Pokémon qui, sul Monte Corona, con un attacco, implica grande potenza. Ed un Ralts non può possedere quella potenza senza essere diventato un Kirlia, o peggio ancora, essere andato più avanti nel suo stadio evolutivo. Ergo, è stato allenato e gli è stata impedita l’evoluzione. Questo Ralts potrebbe diventare velocemente un Gallade, con una Pietralbore”
“È una femmina”
“Allora diventerà un esemplare di Gardevoir. Un Pokémon molto grazioso. E forte. Complimenti”
“Probabilmente, se apparteneva a Thomas, deve aver utilizzato qualche strumento per bloccare l’evoluzione, perché questo Pokémon è davvero molto potente”
“Dici?”
“Beh, mettere fuori combattimento un Pokémon qui, sul Monte Corona, con un attacco, implica grande potenza. Ed un Ralts non può possedere quella potenza senza essere diventato un Kirlia, o peggio ancora, essere andato più avanti nel suo stadio evolutivo. Ergo, è stato allenato e gli è stata impedita l’evoluzione. Questo Ralts potrebbe diventare velocemente un Gallade, con una Pietralbore”
“È una femmina”
“Allora diventerà un esemplare di Gardevoir. Un Pokémon molto grazioso. E forte. Complimenti”
“Oh...” Alma sembrava
interdetta, mentre fissava quel suo nuovo Pokémon, tanto carino quanto potente.
“Davvero?”
“Già”
“Già”
Alma sorrise. Si abbassò
verso Kirlia, e le sorrise.
“Hey tu” disse. “Brava”
Continuarono il loro
cammino lungo il percorso innevato, e Ryan poté vedere all’opera gli altri
Pokémon di Alma. Aveva stoffa per la lotta, ma una paura malsana, insita nelle
sue sicurezze di allenatrice, la bloccava, non facendola esprimere del tutto.
I loro scarponi
affondavano sempre nella neve profonda, rendendo il loro passaggio molto più
duro del previsto.
“Sei stanca?” le chiedeva
Ryan, di tanto in tanto.
“Un po’... te?”
“Non preoccuparti per me”
“Come va la ferita sulla guancia?”
“Niente di che, passerà, è solo un taglietto”
“Un attacco Aerasoio di un Golbat... che hai provato in quel momento?”
“Paura”. Breve pausa di Ryan. La ferita bruciava, con quel freddo. “Stupore”
“Non preoccuparti per me”
“Come va la ferita sulla guancia?”
“Niente di che, passerà, è solo un taglietto”
“Un attacco Aerasoio di un Golbat... che hai provato in quel momento?”
“Paura”. Breve pausa di Ryan. La ferita bruciava, con quel freddo. “Stupore”
“Per cosa?”
“Non mi aspettavo di essere attaccato”
“Non mi aspettavo di essere attaccato”
Continuavano a salire
sulla montagna, tramite un ripido sentiero innevato, che poi lasciò posto ad
una stradina attraverso un fitto bosco. Gli alberi erano ricoperti di candido
freddo, e costituivano una fonte di riparo dal vento e dalla tempesta che si
stava scatenando sulla dorsale del Monte Corona.
“È davvero un posto impervio...” disse Alma, mentre con fatica dondolava il baricentro in base alla gamba alzata che poi affondava velocemente nella neve.
“È davvero un posto impervio...” disse Alma, mentre con fatica dondolava il baricentro in base alla gamba alzata che poi affondava velocemente nella neve.
“Già. Tra un po’ dovrebbe
esserci una baita. Ci fermeremo lì per un po’ ci rifocilleremo e ci
asciugheremo i panni bagnati. Poi ripartiremo”
“Ok” annuì la donna, che come un soldatino ubbidiente strinse i denti fino a sorridere quando scorse nel bianco più che totale una baita in balia della tempesta.
“Ok” annuì la donna, che come un soldatino ubbidiente strinse i denti fino a sorridere quando scorse nel bianco più che totale una baita in balia della tempesta.
Del fumo nero abbandonava
il comignolo di quella piccola casupola fatta interamente in legno. Il tetto
era praticamente tutto ricoperto di neve, e le luci che filtravano dalle
finestre, gialle, donavano calore solo a guardarle.
Rapidamente vi entrarono,
quindi Ryan chiuse la porta alle sue spalle.
Un paio di persone erano
sedute al tavolo centrale, fatto in legno massiccio. Una donna di spalle beveva
una cioccolata calda, davanti alla finestra, mentre guardava la tempesta
inghiottire il cielo, ed un paio di ragazzi, più giovani, erano seduti per
terra, davanti al camino.
“Vieni” fece il ragazzo,
prendendo Alma per mano. Si piazzarono nell’angolo dove c’erano due poltrone
vecchio stile, con la fodera in pelle marrone, e si levarono da dosso i pesanti
zaini.
Ryan levò anche il
cappello, e rapidamente le sue guance ripresero colorito. Alma levò velocemente
i doposci. Forse c’era più neve lì dentro che fuori. Aveva i piedi congelati,
ed i calzini totalmente fradici. Li levò, li strizzò, quindi li mise vicino al
camino ad asciugare.
“Mangiamo qualcosa. Ti
va?” chiese il ragazzo.
Alma gli sorrise di buon
grado, per poi annuire. Aprì lo zaino, la donna, e prese una busta, con tutto
l’occorrente per preparare dei panini. Ne farcì due con del salame, uno per lei
ed uno per Ryan.
“Ecco. Grazie” fece
quello. Il fuoco del camino, non molto lontano da loro, si rifletteva sui loro
volti, arrossandoli, e donando calore ai loro respiri.
“Buoni” aggiunse poi. “Speriamo la tempesta si calmi”
“Già...”
“Che hai?”
“Che hai?”
“Niente...pensavo a
Thomas”
“A che pensavi?”
“Pensavo che forse anche lui è passato di qui”
“Sicuramente”
“Magari era seduto proprio sulla stessa poltrona su cui sei seduto tu. O forse la mia”. Le mani della donna abbandonarono il panino per affondare nella pelle dei braccioli. Cercò di trarne calore col solo contatto, ma qualcosa le suggerì che non poteva.
“A che pensavi?”
“Pensavo che forse anche lui è passato di qui”
“Sicuramente”
“Magari era seduto proprio sulla stessa poltrona su cui sei seduto tu. O forse la mia”. Le mani della donna abbandonarono il panino per affondare nella pelle dei braccioli. Cercò di trarne calore col solo contatto, ma qualcosa le suggerì che non poteva.
“Alma... calmati. Lo
ritroveremo. È rimasto bloccato in un’altra dimensione, e noi stiamo andando lì
a salvarlo”
“E se non ci riusciamo?!”
“Beh, allora saremmo condannati a stare per tutta la nostra vita nel Mondo Distorto. Ed in ogni caso ci staresti lo stesso assieme... oh il telefono squilla. È Marianne”
“E se non ci riusciamo?!”
“Beh, allora saremmo condannati a stare per tutta la nostra vita nel Mondo Distorto. Ed in ogni caso ci staresti lo stesso assieme... oh il telefono squilla. È Marianne”
Quella sospirò, quindi rifletté.
Se si fosse ritrovata nei panni di Marianne non lo avrebbe mai fatto partire
per quella pericolosissima missione. Non avrebbe voluto perdere l’uomo che le
stava accanto, era troppo prezioso, troppo importante.
Certo, esistono tante
persone che non hanno alcuno accanto, andando avanti lo stesso e sentendosi
completi. È che si sentiva come incompleta senza di lui. Come se fosse nuda.
Thomas ed Alma erano l’uno il fodero dell’altra, essenziali l’una per l’altro.
“Non fare così... riprenditi e sii forte”
Alma annuì, per poi
addentare il suo panino. E alla fine due ore volarono così velocemente che
quasi non si accorsero che la tempesta si era calmata.
Alma rinfilò i calzini,
ormai asciutti e caldi per via del fuoco del camino, e si riassettò per la
scalata alla Vetta Lancia.
Ma poi, mentre i due
stavano per raccogliere gli zaini dal pavimento, la porta della baita si
spalancò, portando dentro freddo, neve ed una bellissima donna bionda.
Ryan inarcò le
sopracciglia, quindi sorrise. “Credevo di incontrarti sopra, in cima alla
Vetta” fece poi.
“Sto aspettando già da un
paio d’ore. Sapevo che, dato che c’era con te anche la tua amica poco esperta,
avrei potuto trovarvi qui”
Alma la guardò meglio. I
capelli biondi e lunghi erano lisci, e qualche fiocco di neve vi era intrappolato
all’interno. Quei fili dorati si aprivano lasciando spazio ad un volto
perfetto. Quella donna era bellissima in volto. Occhi ben aperti, castani,
lucidi, vivi, e labbra belle e definite. Il naso di quello era dritto,
femmineo, perfetto. Il collo, lasciato scoperto, si tuffava in una scollatura
generosa, coperta da una maglietta con lo scollo a V. Un lungo cappotto nero,
in pelle, cadeva ai suoi piedi, nascondendone le generose curve.
Quella donna era una
statua, ed Alma riusciva a vedere quanto Ryan ne fosse ammaliato.
“Hai reso i Pokémon
irrequieti. Ecco perché mi hanno attaccato” disse il ragazzo, toccandosi la
ferita con la mano.
“Mi spiace molto... ad ogni modo è meglio che veniate fuori con me”
Alma e Ryan seguirono la
donna, chiusero la porta ed affondarono di nuovo gli stivali nella neve. La
tempesta, però, era cessata.
Camilla si fermò vicino
ad un abete innevato, poi si guardò attorno, e dopo aver attestato che nessuno
la stava seguendo o osservando, mise la mano nella tasca destra.
Alma guardava
incuriosita. Camilla tirò fuori un sacchetto.
“Ryan. Qui c’è la
Grigiosfera. Questo strumento è strettamente legato con Giratina. Basterà che
tocchi il pavimento della Vetta Lancia per attirarlo nella nostra dimensione.
Una volta che il portale si aprirà, dovrai entrarvi velocemente, onde evitare
che il portale dimensionale si allarghi e tutto ciò che contiene quello strano
mondo possa entrare qui, da noi. Mi raccomando...”
“Certo, Camilla, non preoccuparti”
“Certo, Camilla, non preoccuparti”
“Ok. È tutto. Ci vedremo al ritorno, quando mi restituirai la Grigiosfera”
“Grazie” esordì Alma.
Camilla annuì, e le si avvicinò, quindi le mise
una mano su di una spalla, e le sorrise dolcemente.
“Ryan è in gamba. Riuscirete a ritrovare il tuo
uomo. E nel caso non ci riusciate voglio che sappiate che per qualunque cosa
vorrei essere d’aiuto”
Alma quasi si
commosse per le belle parole. “Grazie. Grazie molte, Camilla”
Lei sorrise di nuovo, quindi prese a camminare,
fino a diventare un punto nero in mezzo a quella pagina bianca di neve.
“Camilla... che persona straordinaria” disse
Ryan, sorridendo.
“Una persona molto a modo”
“Con un aplomb eccezionale direi. La Lega di Sinnoh non si sarebbe potuta far rappresentare da un Campione migliore”
“Con un aplomb eccezionale direi. La Lega di Sinnoh non si sarebbe potuta far rappresentare da un Campione migliore”
“Camilla è la Campionessa
di Sinnoh?!”
“Già, Alma. Dovresti guardare un po’ di tv ogni tanto”
“E tu la conosci?!”
“In quanto Campione di Adamanta ho molti contatti con tutti gli altri Campioni. Beh, eccetto quello di Kanto, che è sparito da chissà quanto tempo”
“Già, Alma. Dovresti guardare un po’ di tv ogni tanto”
“E tu la conosci?!”
“In quanto Campione di Adamanta ho molti contatti con tutti gli altri Campioni. Beh, eccetto quello di Kanto, che è sparito da chissà quanto tempo”
Alma rimase sbalordita.
“Beh... andiamo adesso”
Dopo un altro paio d’ore
la Vetta Lancia era davanti a loro, e la poca luce del sole, ben avvolto dalla
coltre di nuvole grigie e polverose, stava per sparire con il tramonto.
Alma guardava Ryan,
mentre l’unica cosa che dovevano fare era passare l’uscita dall’ultima,
infinita grotta del Monte Corona.
Sinceramente, Alma
avrebbe preferito lanciarsi dalla vetta ed atterrare direttamente a Giubilopoli
o giù di lì, perché il percorso inverso era altrettanto lungo e difficile.
“...se vedremo la luce,
al ritorno...” disse poi.
L’ultimo passo, poi un
sospiro.
Ce l’avevano fatta.
“Alma. Abbiamo raggiunto
la Vetta Lancia. Da qui possiamo vedere tutta la regione” fece Ryan.
Ed era vero. Cioè, la
luce era poca e non potevano fare tanto con il solo sguardo, ma le luci di
Giubilopoli risaltavano. Davanti, avvolta tra le nubi cariche di neve, c’era
Nevepoli. E a destra vedeva una luce intermittente. Era il faro di Arenipoli.
Poco vicino c’erano le luci abbaglianti della città.
“Andiamo”
Ogni passo fatto su
quelle mattonelle, sporcate di neve e chissà cos’altro, era carico di una
strana energia. Tanto era successo su quel campo di battaglia. Pokémon
potentissimi avevano fatto la loro comparsa. Anche Ryan era già stato lì.
Il ragazzo si guardò
intorno. Non era cambiato praticamente nulla, dalla prima volta che era andato
lì, per provare a catturare Dialga. Brutta storia, non voleva ricordarla,
perché ogni volta che lo faceva si sentiva in colpa. Stava per distruggere il
mondo, seguendo le finte idee buoniste di un uomo che voleva catturare Arceus.
“Bah... ok” Ryan
anticipava Alma in ogni movimento, e raggiunse per primo l’ampio spiazzale che
aveva di fronte. “Questo punto dovrebbe andare bene”
Alma lo vide levarsi lo
zaino, aprirlo, e prendere il sacchetto che Camilla gli aveva dato.
Dal sacchetto ne estrasse
una piccola sfera, contenuta appena nella mano del ragazzo. Dentro sembrava ci
fosse qualcosa di vivo, di grigio, di denso, che si muoveva.
“Poggiamolo per terra...”
Ryan pensava a voce alta le istruzione dategli da Camilla.
Quando quella sfera toccò
il pavimento dello spiazzale, chiazzato di neve qua e là, tintinnò.
Ryan si alzò all’in
piedi, ed Alma si avvicinò per guardare meglio.
Intanto il vento si stava
alzando. La ragazza temeva che la sfera avesse potuto rotolare fino a cadere
dalla vetta.
“Niente?” chiese.
“Aspettiamo”
E fecero bene. Perché
accadde che la sfera prese ad illuminarsi, ed il vento aumentò.
Alma si chiuse per bene
il giubbotto, perché il freddo le stava penetrando nelle ossa.
“Che sta succedendo?!”
urlò la donna.
“Non lo so. Credo che
Giratina stia venendo, perché attirato dalla sfera”
Il vento sibilava, e le loro parole parevano misere note su di uno spartito completo.
Il vento sibilava, e le loro parole parevano misere note su di uno spartito completo.
“E poi?”
“E poi tienimi la mano!”
“E poi tienimi la mano!”
“Cosa?!”
La Grigiosfera prese a
rotolare verso Alma e Ryan, che non si azzardarono a toccarla. Poi nel punto
esatto dove il biondo aveva locato lo strumento, un puntino scuro macchiò la
neve.
“È Giratina!” urlò Ryan,
stringendo la mano di Alma.
“Ryan...” sussurrò lei.
Ma il vento era troppo forte.
“Alma, stai tranquilla!”
“Ryan io ho paura!”
“Ryan io ho paura!”
“Thomas è lì dentro!”
“Cosa?!”
Il puntino era diventato più grande; una fessura in cui un bambino sarebbe potuto entrare tranquillamente. Il vento veniva incanalato tutto nel portale dimensionale.
Il puntino era diventato più grande; una fessura in cui un bambino sarebbe potuto entrare tranquillamente. Il vento veniva incanalato tutto nel portale dimensionale.
“Thomas! Thomas è lì dentro!”
“Lo so, Ryan! O lo spero, almeno...”
Il portale continuava ad allargarsi, a diventare sempre più grande, ed un grande rumore, una sorta di fruscio, si stava espandendo. Un bagliore rosso si avvicinava.
“Lo so, Ryan! O lo spero, almeno...”
Il portale continuava ad allargarsi, a diventare sempre più grande, ed un grande rumore, una sorta di fruscio, si stava espandendo. Un bagliore rosso si avvicinava.
“Alma, è il momento!”
Ryan raccolse la
Grigiosfera da terra, e la mise in tasca. Rapidamente il portale prese a
chiudersi, ma i due si stavano già apprestando a tuffarsi.
Ryan stava per darsi lo
slancio con le gambe, ma qualcosa lo trattenne. La sua mano era stretta a
quella di Alma. Ed Alma era saldamente ferma.
“Ryan! Ho paura!” prese a
piangere lei.
“No, Alma! Non puoi avere
paura! La paura deve andare via! Devi farlo per Thomas! Salta per Thomas! Salta
per te stessa!”
Alma aveva il volto rigato dalla paura, sottoforma di lacrima. Il vento la strappò dal viso, facendola perdere nell’aria.
Alma aveva il volto rigato dalla paura, sottoforma di lacrima. Il vento la strappò dal viso, facendola perdere nell’aria.
Forse un giorno quella
lacrima sarebbe diventata qualcosa di grande. Magari sarebbe stata la prima
goccia di un grande oceano.
“Alma...”
Ryan la esortava con lo sguardo, cercando di tirarla.
Ryan la esortava con lo sguardo, cercando di tirarla.
Lei annuì.
Ed entrarono lentamente
in quel buco nero.
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