Il progetto Pokémon Courage si sta espandendo, e le nostre storie vanno avanti!
Avete mai pensato di scrivere qualcosa? Per gli aficionados del nostro blog, proponiamo un contest!
Esatto, proprio così!
Partecipare è molto semplice. Scrivete una drabble, una flash fic o una one shot, pubblicatela su EFP e nel post che la pagina Pokémon Adventures ITA inserite il link della storia sul sito.
La più bella ed originale verrà pubblicata sabato 5 luglio sul nostro Blog!
Oltre la notizia del CONTEST!!! che abbiamo aperto, oggi è fuori anche il capitolo del manga di Back to the Origins, disegnato da Laila, la nostra mangaka, ECCO A VOI IL LINK. Inoltre fuori il settimo capitolo di HC.
Buona lettura, buona scrittura e buon divertimento!
Andrea Nero.
Avete mai pensato di scrivere qualcosa? Per gli aficionados del nostro blog, proponiamo un contest!
Esatto, proprio così!
Partecipare è molto semplice. Scrivete una drabble, una flash fic o una one shot, pubblicatela su EFP e nel post che la pagina Pokémon Adventures ITA inserite il link della storia sul sito.
La più bella ed originale verrà pubblicata sabato 5 luglio sul nostro Blog!
Oltre la notizia del CONTEST!!! che abbiamo aperto, oggi è fuori anche il capitolo del manga di Back to the Origins, disegnato da Laila, la nostra mangaka, ECCO A VOI IL LINK. Inoltre fuori il settimo capitolo di HC.
Buona lettura, buona scrittura e buon divertimento!
Andrea Nero.
Metafora di una vita che
si stava avviando nel clou degli eventi, Silver stringeva forte le piume del
suo Honchkrow, mentre, in caduta verticale, era costretto a tenere gli occhi
chiusi per via del vento. I lunghi capelli rossi erano proiettati verso l’alto,
come anche la sciarpa grigia che aveva attorno al collo.
Scendeva, cercando di
arrivare verso la fine del baratro, ma non ci riusciva.
Pensava, e lo faceva in
maniera eccessiva.
Pensava che forse quella
situazione di Groudon e del Team Magma era fin troppo grande per loro due,
anche con l’aiuto di Fiammetta, che per altro gli era sembrata un graziosissimo
involucro per una donna acerba ancora incapace di reagire agli stimoli forti
della vita.
Pensava che Crystal gli
piacesse, e pure tanto. Avrebbe voluto riposarsi un po’, fermare quelle
situazioni frenetiche e passare un po’ di tempo con lei, stesi su di un prato.
Pensava che Gold fosse
uno stupido, chiedendosi dove diamine fosse, e pensava anche che Rocco Petri
non fosse poi così bello e forte come tutti credevano. Certo, aveva una statua
ed era ancora vivo, ma non era nulla di eccezionale.
Pensava che quella gola
non terminasse mai.
E invece terminò. La luce
era davvero flebile, e non si riusciva a distinguere nulla di ciò che avevano
attorno. Il cielo sulle loro teste era un anello molto lontano, una luna
bianca, con lo sfondo di un cielo nuvoloso quanto bastava, a qualche chilometro
sulle loro teste.
“Ci siamo” fece Silver,
appena mise i piedi sul terreno morbido e friabile. Si guardò leggermente
attorno, non riuscendo a mettere a fuoco praticamente nulla.
Fiammetta e Crystal
atterrarono qualche secondo dopo.
Balzarono atleticamente da Talonflame, che poi si poggiò per terra,
beccandosi le zampe.
“Ora... Ora siamo qui”
fece Fiammetta. “Che dobbiamo fare?”
“Beh, cominciamo con il seguire una pista, poi ci organizzeremo di conseguenza” rispose un po’ acidamente il ragazzo, levando la sciarpa ed infilandola nella tasca del giaccone, lasciandone pendere un lembo.
“Beh, cominciamo con il seguire una pista, poi ci organizzeremo di conseguenza” rispose un po’ acidamente il ragazzo, levando la sciarpa ed infilandola nella tasca del giaccone, lasciandone pendere un lembo.
Il caldo era forte lì, e
Fiammetta sembrava a proprio agio.
“Groudon è vicino”
sorrise, mentre le prime gocce di sudore le si creavano sulla fronte,
intrappolate poi dalle sopracciglia sottili.
“Sei pronta, Chris?”
chiese Silver, vedendola poi annuire ed afferrare una sfera.
“Intanto potremmo cominciare
con l’illuminare un po’ la zona, che dite?”
Fiammetta prese una sfera
e tirò fuori un esemplare di Torkoal. Era una sorta di tartaruga, abbastanza
grossa, con il carapace marrone e la pelle squamosa e rugosa arancione.
“Ravviva un po’ la zona,
dai”
Il carapace di Torkoal, frammentato come se fosse
formato da diverse placche rocciose, presentava delle trame tra le varie pezze.
Trame che si illuminarono di un rosso vivo al comando della prosperosa rossa.
Tutto attorno a loro prese sembianze rossastre, ma
furono tutti in grado di vedersi negli occhi.
Erano in un ampio piazzale, ed il calore era
davvero forte. Il terreno sotto i loro piedi era friabile, secco, ed in alcuni
punti pareva nero di carbone, bruciato da qualcosa. La cosa li mise di buon umore,
dato che quello non poteva significare altro che Groudon era passato da lì.
Il problema ora era solo davanti ai loro occhi.
Torkoal avanzava verso la parete che aveva
davanti.
“Ci sono... Ci sono tre grotte” fece giustamente
Crystal, dotata di spirito d’osservazione.
Non ce ne voleva molto però per capire che Groudon
aveva creato quei tre passaggi.
Per terra le sue orme erano come stampate.
“Sono grandissime” si ravvide Silver.
“È un Pokémon davvero grande” rispose Fiammetta
sospirando, ed avanzando verso Torkoal.
Il problema adesso era scegliere quale passaggio
prendere. Insieme decisero per non dividersi, dato che Torkoal era uno solo:
due su tre si sarebbero ritrovati al buio.
Ergo, rimasero tutti assieme.
Presero per prima la via centrale, e cominciarono
a percorrerla.
Silver si guardava attorno, cercando di capire
quante probabilità la volta della grotta avrebbe avuto di crollargli addosso.
Sembrava solida, ma non potevano stare tranquilli.
“Il calore aumenta”
osservò Fiammetta. “Vuol dire che ci stiamo avvicinando a Groudon”
“Può anche essere che ci stiamo avvicinando ad una camera magmatica... Non dimenticare che siamo a parecchi chilometri sottoterra” fece invece Silver. Crystal annuì, continuando a camminare La prima cosa che la ragazza notò fu la grandezza di quell’antro. Era davvero alto, e ciò poteva essere spiegato dalle enormi dimensioni di Groudon. Per terra c’erano le sue grandi orme, ed una linea continua, giustificata dal trascinamento della coda puntuta in più parti.
“Può anche essere che ci stiamo avvicinando ad una camera magmatica... Non dimenticare che siamo a parecchi chilometri sottoterra” fece invece Silver. Crystal annuì, continuando a camminare La prima cosa che la ragazza notò fu la grandezza di quell’antro. Era davvero alto, e ciò poteva essere spiegato dalle enormi dimensioni di Groudon. Per terra c’erano le sue grandi orme, ed una linea continua, giustificata dal trascinamento della coda puntuta in più parti.
Era un vuotissimo antro,
che a meno di cento metri sarebbe finito con una parete frontale, ed un ammasso
di terreno franato.
“Qui non c’è nulla” fece
Fiammetta costernata, mentre la luce del suo Torkoal donava al suo splendido
viso un rossore innaturale.
“Possiamo andare indietro...”
sospirò il ragazzo, voltandosi, quando il pavimento prese a tremare
leggermente. Era qualcosa di circoscritto, non era un terremoto: qualcosa stava
muovendosi sotto i loro piedi.
“Groudon! È qui sotto!”
urlò Crystal, avvicinandosi a Silver, brandendogli il braccio.
“Tranquille...”
Le vibrazioni cessarono,
e mano a mano che l’oggetto che avevano localizzato si muoveva verso l’uscita
della galleria, alcune parti del pavimento collassavano, creando dei piccoli
fossi, abbastanza profondi.
Fu un secondo di
tranquillità di troppo, quello che aveva concesso loro di unire i loro respiri,
quello che aveva scandito il passaggio della lancetta da una tacca all’altra, a
far credere loro che tutto fosse finito.
Bastò un passo di Silver,
che qualcosa si alzò dal terreno, emettendo un ruggito rabbioso. Crystal non
riuscì a trattenere un urlo di sorpresa, mentre Fiammetta strinse forte il labbro inferiore tra i denti, con gli
occhi sbarrati.
Era un Golem quello che
si stava scrollando da dosso il terreno, fissando con occhi rossi e dilatati il
gruppo di ragazzi.
“Grovyle!”
“Marshee!”
“Marshee!”
I due Pokémon si
ritrovarono davanti un avversario di molto più forte. Quello che però li
avvantaggiava era la combinazione tra tipi, oltre al fatto che erano due contro
uno.
“Attenzione ragazzi...
Non deve usare Terremoto... Non sappiamo come faccia a mantenersi in piedi
questa grotta...” allertò Fiammetta.
“Sì, hai ragione!”
esclamò Crystal. “Marshtomp, dobbiamo immobilizzarlo, vai con Pantanobomba!”
L’attacco esplose
sull’avversario, che si ritirò nel guscio, subendo meno danni previsti.
“Tranquilla Chris.
Cerchiamo di paralizzarlo, Grovyle!”
Sfruttando l’ampia
agilità, quello corse verso l’avversario, lasciando cadere spore paralizzanti.
Golem non sembrò sentire gli effetti di nessuno degli attacchi, quindi prese ad
usare l’attacco Rotolamento, dirigendosi verso Fiammetta.
Crystal le diede una
manata, spostandola violentemente. “Via da qui, Fiammetta. Silver, distrailo!”
“Ok”
Grovyle gli si parò
davanti e lo guardò, con un cenno d’intesa.
“Grovyle, usa
Fendifoglia!”
Quello saltò agilmente
sul carapace di roccia dell’avversario, e vi affondò un grosso colpo.
“Ancora Silver! Intanto
Marshee, usa Fossa per scavare una grossa buca!”
Fiammetta rimase
impressionata dall’unità d’intenti dei due, ancora una volta. L’uno lavorava
per l’altra, per lo stesso obiettivo.
“Grovyle, ancora!
Fendifoglia!”
E mentre l’attacco andava
a fondo, Silver si girò, per guardare Marshtomp e la sua buca.
“Ottimo, Silver, ora
tocca a me! Marshee, subito Idropulsar!”
Onde d’acqua si
abbatterono sull’avversario, ancora chiuso nel guscio, e lo fecero fermare dato
che continuava ancora a rotolare.
“Grovyle, tocca a noi!
Riempi questo fosso di sonnifero!”
“Cosa?!” esclamò
Fiammetta.
“Lascia fare a noi… Ora
Chris!”
“Ok, Silver” rispose
quella. “Marshee, fermati”
Golem ruggì forte, quindi
indietreggiò di un passo, per poi lanciarsi forte per terra, in un attacco
Rotolamento.
“Bene, Marshee, corri
verso il fossato!”
Marshtomp eseguì, ma non sembrava essere totalmente a suo agio nel movimento fuori dall’acqua, tant’era vero che Golem, nonostante la lentezza dovuta ai colpi subiti, si trovò ad avvicinarsi pericolosamente al suo obiettivo.
Marshtomp eseguì, ma non sembrava essere totalmente a suo agio nel movimento fuori dall’acqua, tant’era vero che Golem, nonostante la lentezza dovuta ai colpi subiti, si trovò ad avvicinarsi pericolosamente al suo obiettivo.
“Dannazione, Marshee!
Corri!”
Quello non riusciva a
fare di più. Non aveva dei piedi adatti alla corsa. “Cavolo! Marshtomp!”
Golem premeva
sull’acceleratore, e nel momento in cui erano tutti sicuri che non si sarebbe
salvato, Marshtomp fece un salto in avanti, illuminandosi.
“Non... Non è possibile!
Si sta evolvendo!” urlò Crystal, a metà tra l’estasi e la sorpresa. La
silhouette di Marshee s’ingrosso, fino a raddoppiare in termini di volume. Gli
arti si allungarono, la coda divenne lunga, aprendosi a raggiera, ed un paio di
pinne spuntarono sulle sue braccia.
Marshtomp era diventato
uno Swampert.
“Come è possibile che già
si sia evoluto?!” esclamò Fiammetta, incredula.
“Con Crystal ha molto
feeling. I due sono sulla stessa lunghezza d’onda” spiegò Silver. “Inoltre la
situazione richiedeva uno sforzo maggiore in termini d’esperienza, da parte di
Marshtomp, che probabilmente, sotto pressione, ha deciso di voler dare il
meglio di sé. Ecco perché si è evoluto”
“Benissimo Marshee! Corri
verso il fosso e saltalo!”
Golem continuava a
rotolare, ma stavolta Marshee era nettamente più veloce, data l’enorme energia
in più che adesso le sue gambe gli conferivano assieme allo slancio. A grandi
balzi raggiunse il fossato, lo saltò agilmente e si ritrovò a guardare la
scena, accanto a Grovyle e Silver.
Golem, noncurante del
fossato, continuò a rotolare, fino a caderci dentro. Era abbastanza profondo da
non permettergli di uscire immediatamente, il che favorì l’assorbimento delle
spore da parte dell’avversario.
Golem si addormentò, ed
il silenzio ricadde quasi tombale sui tre.
“Bravissimi” sorrise
Fiammetta.
“Bravi i Pokémon” aggiunse Crystal, carezzando la testa di Swampert. “Sei un Pokémon incredibile!”
“Bravi i Pokémon” aggiunse Crystal, carezzando la testa di Swampert. “Sei un Pokémon incredibile!”
“Ora torniamo indietro”
fece cupo il ragazzo, facendo tornare Grovyle nella sfera.
E così i ragazzi
tornarono nell’atrio dove erano atterrati con i loro Pokémon.
“Abbiamo appena
utilizzato la via centrale. Sinistra o destra?” chiese Crystal.
“Sinistra”. La voce di
Fiammetta rimbombò lungo le tre gallerie, che risuonarono con un rumore cieco e
sinistro. “Sì, sento che ci stiamo avvicinando a Groudon”
Fu lei stessa a muovere i
primi passi nella seconda galleria prescelta, preceduta da Torkoal e seguita
dai ragazzi, che intanto si guardavano attorno.
Quest’altra galleria era
invece più strana della prima.
Meno lineare e più
frastagliata, le pareti di questa grotta erano colme di nicchie, come se
qualcuno vi avesse scavato dentro.
Silver, curioso com’era,
non poté non avvicinarsi ad una di queste pareti. Toccò con le mani la roccia
delle pareti, e della polvere rossastra si attaccò alle sue dita.
“Qualcuno ha volutamente
scavato qui dentro... Ha sgretolato la parete, come se cercasse qualcosa”
Fiammetta annuì, sapendo
i motivi di tutto. “Beh, queste rocce possono diventare molto calde” e
contemporaneamente si deterse il sudore dalla fronte, dato che il calore aumentava
sempre di più. “Con l’alto calore e la pressione si creano i cristalli.
Qualcuno starà cercando qualche rubino... o degli zaffiri per esempio”
Crystal guardò Silver,
serio come sempre, mentre si mordeva leggermente il labbro inferiore. Lo faceva
mentre ascoltava qualcosa di difficile da udire, e non si accorgeva di essere
terribilmente sexy.
“C’è qualcosa da quella
parte” osservò poi lui, puntando il dito davanti. Le ragazze finirono di
parlare tra di loro ed acuirono l’udito.
Crystal parlò. “È come...
Come se qualcosa di metallo stesse sbattendo contro qualcos’altro”
“Già. Proprio come una
piccozza”
Crystal guardò Fiammetta,
ed annuirono entrambe. Aumentarono il passo per raggiungere la fonte di quel
tintinnio. I loro respiri combattevano contro il forte calore per fluire dalle
narici, ma ne uscivano sconfitti.
I loro piedi lasciavano
impronte nella sabbia rossastra di cui era fatto il pavimento, alzando
nuvolette fulve che scomparivano magicamente dopo pochi istanti.
Fiammetta scorse un’ombra
scura muoversi a ritmo con i tintinnii, quindi si leccò le labbra, tirando su
una gocciolina di sudore galeotto dalle sue morbide labbra.
“Hey, tu! Chi sei?!”
La sagoma si bloccò di colpo, poggiando la piccozza per terra ed alzando le mani con fare colpevole.
La sagoma si bloccò di colpo, poggiando la piccozza per terra ed alzando le mani con fare colpevole.
“Io... Io...”
Si avvicinarono, e le
maglie incandescenti di Torkoal illuminarono il suo viso. Era un ragazzino
piuttosto magro, con la barba nera e le basette molto lunghe, ben curate. I
capelli erano corti, dello stesso colore della barba. Mostrava una muscolatura
normale sotto una divisa celeste. C’era il simbolo dell’omega sul suo cuore.
“Chi sei?” chiese ancora
la Capopalestra di Cuordilava fissandolo negli occhi.
“Io... Io sono... Io...
Che sta succedendo?”
“Lo sto chiedendo a te. Chi sei?”
Il giovane sembrava altamente intimorito dalla figura di Fiammetta. “Veramente... Io...” deglutì un boccone di puntine di metallo. “Io... Sono un minatore...”
“Con questa divisa?!” si avvicinò Fiammetta, puntandogli l’indice sul petto. “Sei del Team Magma?!”
“Lo sto chiedendo a te. Chi sei?”
Il giovane sembrava altamente intimorito dalla figura di Fiammetta. “Veramente... Io...” deglutì un boccone di puntine di metallo. “Io... Sono un minatore...”
“Con questa divisa?!” si avvicinò Fiammetta, puntandogli l’indice sul petto. “Sei del Team Magma?!”
Quello sbattè la schiena
contro la parete alle sue spalle. Proprio in quel momento Crystal scorse un
piccolo pezzo di pietra nero tra i rimasugli degli scavi.
“No! No! Assolutamente
no! Sono qui per trovare... Trovare delle pietre!”
Il suo volto si perse per un momento negli occhi ardenti di Fiammetta, scivolando sulle morbide labbra per atterrare sull’ombelico scoperto di quella.
Il suo volto si perse per un momento negli occhi ardenti di Fiammetta, scivolando sulle morbide labbra per atterrare sull’ombelico scoperto di quella.
“Che pietre staresti
cercando?”
“Una... una pietra nera... di scarso valore. Si trova a queste profondità, ed ho pensato, che siccome c’era questo fossato sarei potuto venire qui...”
“E se è di scarso valore, che devi fare con questa pietra? E dimmi come ti chiami, altrimenti ti arrostisco davvero!” l’indice puntuto di Fiammetta si fermò sotto il mento barbuto del ragazzo.
“Una... una pietra nera... di scarso valore. Si trova a queste profondità, ed ho pensato, che siccome c’era questo fossato sarei potuto venire qui...”
“E se è di scarso valore, che devi fare con questa pietra? E dimmi come ti chiami, altrimenti ti arrostisco davvero!” l’indice puntuto di Fiammetta si fermò sotto il mento barbuto del ragazzo.
“Mi chiamo Jason...
Jason... E quella pietra piace molto a mia moglie... Vorrei metterla
sull’anello che voglio darle”
“È tua moglie e ancora le
devi dare l’anello?”
“Sono povero”
“In ogni caso non puoi stare qui”
“Ma io devo cercare quella pietra!”
“Sì, ma non lo puoi fare qui. In queste grotte sta girando Groudon. Un terremoto e a tua moglie regali una lapide con su scritto il tuo nome”
“Sono povero”
“In ogni caso non puoi stare qui”
“Ma io devo cercare quella pietra!”
“Sì, ma non lo puoi fare qui. In queste grotte sta girando Groudon. Un terremoto e a tua moglie regali una lapide con su scritto il tuo nome”
“Non... Non
preoccupatevi” sorrise lui, stringendo gli occhi. “Io so cavarmela”
“Io invece credo che tu debba andare via da qui. Forza!” urlò Fiammetta tirandolo per la pettorina della divisa.
“Io invece credo che tu debba andare via da qui. Forza!” urlò Fiammetta tirandolo per la pettorina della divisa.
“Ma aspetta! La mia
roba!”
Fiammetta scortò il
ragazzo fuori, facendolo risalire in superficie, ed intanto Silver e Crystal
non si mossero. Torkoal era rimasto con loro, e gli permetteva di vedere ciò
che c’era attorno.
Erano rimasti in quella
stanza, guardandosi attorno. Tutto attorno a loro era un insieme di buchi
sparsi nelle pareti della montagna, e di montagnole di polvere ammassate ai
loro piedi. Crystal si avvicinò al mucchietto che aveva adocchiato precedente
mente e, sotto gli occhi incuriositi di Silver, vi affondò le dita dentro. Due
secondi dopo ne estrasse una pietra, nera come la pece, calda come il fuoco.
“Cercava questa”
Silver la prese dalle
mani morbide della ragazza, e la squadrò, alzandola all’altezza degli occhi.
Una piccola fiammella viveva all’interno di quel minerale nero.
“Wow...”
Restituì la pietra alla ragazza e sospirò. Presero la piccozza e ritornarono sui propri passi, dato che quella stanza rappresentava per loro un vicolo cieco.
Restituì la pietra alla ragazza e sospirò. Presero la piccozza e ritornarono sui propri passi, dato che quella stanza rappresentava per loro un vicolo cieco.
“Eccovi qui...” Fece
Fiammetta, seduta sul pavimento, al buio.
“Ok. Non ci resta che
andare nella prossima stanza” rispose Silver, con la piccozza in mano.
“Già. Il tizio mi ha fatto un po’ di problemi, voleva assolutamente rimanere qui a cercare quella pietra nera”
Non sapeva bene il motivo per cui non riferì nulla a riguardo del ritrovamento, ma Crystal preferì starsi zitta. E di certo Silver non avrebbe aperto bocca. Non lo faceva già normalmente, non avrebbe cominciato quel giorno.
“Già. Il tizio mi ha fatto un po’ di problemi, voleva assolutamente rimanere qui a cercare quella pietra nera”
Non sapeva bene il motivo per cui non riferì nulla a riguardo del ritrovamento, ma Crystal preferì starsi zitta. E di certo Silver non avrebbe aperto bocca. Non lo faceva già normalmente, non avrebbe cominciato quel giorno.
I tre presero a
camminare, sentendo mano a mano il calore aumentare.
Fiammetta sorrise. “È
quella giusta”
Le pareti della terza ed
ultima galleria erano strette. Strettissime, davvero troppo strette.
Camminavano come egiziani attraverso quel passaggio claustrofobico. Torkoal non
riusciva a passare agevolmente lì, e quindi Fiammetta fu costretta a riporlo
nella sua sfera.
Poco avanti qualche
scintilla si alzava dal pavimento sabbioso, andando a scontrarsi contro il
soffitto della grotta. Una marea di scintille illuminarono a giorno tutto il
passaggio.
“... Wow...” Crystal
stava a bocca aperta, mentre fissava le scintille salire.
“È incredibile...”
sorrise Fiammetta. “Perché ci sono queste stelle qui sotto? Cosa sono?”
“Non lo so” rispose serio Silver, passando a fatica avanti. Le scintille emanavano calore, aumentando la temperatura ulteriormente. Crystal stava cominciando a risentire della pressione della situazione, e dell’alta temperatura. La tensione crescente non aiutava, e mentre Fiammetta scivolava sinuosamente tra le pareti strette alcune “stelline” si abbassarono, e morirono, spegnendosi, sostituite subito da calde e luminose sorelle.
“Non lo so” rispose serio Silver, passando a fatica avanti. Le scintille emanavano calore, aumentando la temperatura ulteriormente. Crystal stava cominciando a risentire della pressione della situazione, e dell’alta temperatura. La tensione crescente non aiutava, e mentre Fiammetta scivolava sinuosamente tra le pareti strette alcune “stelline” si abbassarono, e morirono, spegnendosi, sostituite subito da calde e luminose sorelle.
“Incredibile davvero”
pensò Fiammetta. Non avrebbe mai pensato di potersi trovare in una situazione
del genere. Sapeva bene però che quello sarebbe potuto essere benissimo un
effetto di Groudon. Lui era vicino, lo sentiva a pelle. Sapeva che presto o
tardi avrebbe visto la sua rossa corazza, dura come il diamante.
I loro respiri ed i
fruscii provocati dalle scintille sul soffitto erano gli unici rumori, uniti ai
loro corpi che sfregavano lentamente le caldi rocce ignee del passaggio.
Arrivati ad un certo
punto, Silver, che era l’aprifila, si girò, passando dal profilo egizio
geroglifico a quello normale. Le pareti si erano allargate all’improvviso. Una
camera enorme, larga una decina di metri quadrati almeno, si apriva dal
corridoio stretto ed illuminato.
Stavolta due linee
diritte, orizzontale, sulle pareti, fungevano da illuminazione. Erano soltanto due
strisce di fuoco, che terminavano alla fine della stanza, dove un corridoio di
dimensioni, stavolta, regolari, continuava ad andare nelle profondità della
terra.
Crystal guardò
affascinata il fuoco. Qualcosa la affascinò a tal punto da non rendersi conto
che davanti a lei non ci fosse null’altro che un altro enorme fossato, e quindi
inciampò, cadendo nel vuoto.
“Diamine! Aiutatemi!”
urlò Chris, afferrando il bordo del precipizio con una mano.
“Cazzo!” esclamarono
contemporaneamente Fiammetta e Silver, precipitandosi verso di lei.
“Tu le afferri una mano
ed io un’altra!” urlava la prima.
“Attenta a non cadere!”
Chris urlava, con la terribile sensazione che i
suoi piedi di spezzarsi assieme alle gambe e, probabilmente, alla colonna
vertebrale, non avrebbero fluttuato in aria ancora per molto.
“Aiutatemi!”
“Subito, Chris! Un momento!”
“Subito, Chris! Un momento!”
Le mani della ragazza
strinsero quelle dei suoi amici che, ben puntellati per terra, con i piedi
saldi sulla roccia franabile, tiravano su.
Le mani di Silver,
afferrarono quelle della ragazza. I suoi occhi scorsero il volto della bella,
impaurito, quasi pietrificato. La lei si stava comandando di non guardare giù,
anche se facendolo non avrebbe potuto vedere niente.
La paura di cadere fu
enorme, ed in lei qualcosa stava nascendo. La paura e la voglia di vivere,
assieme alla sua rabbia, stavano fiorendo, facendo nascere un germoglio.
La forza dei ragazzi
l’aiutarono ad uscire da quella situazione. L’adrenalina che scorreva nelle
vene di Silver gli concesse di tirarla con così tanta forza da cadere di schiena
sul pavimento della grotta.
E di far atterrare
Crystal proprio su di lui.
Le loro labbra erano
proprio a pochi centimetri, tremavano per la paura. I loro respiri erano brevi
e irregolari, quasi come se respirassero una volta ciascuno, passandosi quel filo
d’aria che fluiva lieve dalle loro bocche.
I loro occhi si
guardavano. Cristallini quelli della prima, Silver riusciva a guardarle
attraverso, leggendo la sua essenza. La sua purezza, la sua anima candida.
Era affascinato da quello
sguardo.
“Andiamo” fece Fiammetta,
senza accorgersi di aver interrotto un bacio.
I due si rimisero in
piedi, e si ripulirono i vestiti dalla polvere.
“Ok... Il corridoio
continua, e dobbiamo superare questo enorme fossato” ragionò Silver.
“Meganee!” urlò Crystal,
facendo apparire quello che prima era un piccolo Chikorita e che adesso era un
forte e preparatissimo Meganium.
Tutto d’un tratto si
espanse il profumo forte dei petali che il Pokémon Erbe possedeva attorno al
collo. I fiori, che avevano effetto terapeutico, servirono a calmare le ansie e
le paure dei ragazzi.
“Meganee, legaci attorno
alla vita con le tue liane, e portaci dall’altra parte”
Passarono prima Crystal e
Fiammetta, quindi Silver. L’Allenatrice fece rientrare il suo Pokémon nella
sfera e quindi proseguirono con il passeggio. Il corridoio si stringeva di
nuovo, ma non era quello a preoccuparli. Dal fondo della camminata provenivano
rumori strani. Rumori strascicati, come se fossero quelli dell’interno di uno
stomaco. Qualcosa ribolliva, proprio come una pozione in un calderone.
Qualcosa viveva oltre
quella porta.
Torkoal fece qualche
passo avanti, e mentre Crystal si sorprendeva del fatto che la terra fosse
letteralmente cotta sotto i loro piedi, Silver notò un’enorme orma. E poi
un’altra
“È qui”
Fiammetta sorrise.
Avrebbero finalmente catturato Groudon, e tutto sarebbe finito. Si sarebbe
ricominciato con la ricostruzione dell’ovest di Hoenn, di nuovo tutto alla
normalità.
Confidava nell’abilità di
Crystal nella cattura.
Alla fine del corridoio
Torkoal divenne totalmente inutile. Una luce folgorante illuminava d’arancione
tutto.
Silver sentiva il calore
insopportabile. “Questo è magma”
“Già...” sorrise
Fiammetta. “Siamo terribilmente vicini”
Il rosso arrivò alla fine
della stradina scavata nelle rocce, e quindi si affacciò.
“Attenzione, è un nuovo
fossato. Ma stavolta si vede perfettamente cosa c’è...”
Crystal e Fiammetta lo
raggiunsero, affiancandolo e guardando giù. Un lago rosso emanava un calore
immane. Fumi ad alte temperature lasciavano quell’ammasso liquido salendo fino
ai volti dei ragazzi, riempiendogli le narici con l’odore forte dello zolfo e
facendoli lacrimare.
“Abbiamo raggiunto una
camera magmatica” fece l’esperta del fuoco.
Nessuna delle due seppe
il vero motivo per cui Silver, incuriosito, prese la piccozza che aveva
raccolto precedentemente e la gettò nel magma.
Stava di fatto che quella
atterrò con un tonfo sordo. Una fiammella anticipò un ricciolo di fumo nero,
che aveva di fatto liquefatto il metallo dell’attrezzo, sostituendolo con delle
bolle di gas che salivano verso la superficie.
“Perché lo hai fatto?”
chiese Crystal, osservandolo. Le gocce di sudore sulla sua fronte attestavano
l’enorme calore che c’era lì dentro, e che aveva costretto tutti a denudarsi
quasi completamente, mantenendo sempre una linea di pudore e dignità.
Silver alzò leggermente
il mento, come ad indicare quello che stava accadendo.
“Che dovrebbe
succedere?!”
Già.
Il livello del magma
cominciò lentamente a salire. Fiammetta si ravvide un momento.
Poi spalancò
letteralmente la bocca quando, dal magma, riuscì a vedere a forma puntuta del
viso di Groudon, con le fauci spalancate.
Era incredibile vederlo,
tanto da credere fosse tutto frutto delle allucinazioni del gas che stavano
inalando.
Crystal rimase
paralizzata, mentre il volto di Silver era rimasto granitico, concentrato. Mano
a mano che Groudon si avvicinava, il calore aumentava, e cominciavano a crearsi
scintille nell’aria, proprio come quelle che avevano visto precedentemente, nel
corridoio claustrofobico.
Groudon era un rettile
rosso. La sua pelle era formata da varie placche rosse, ora ricoperte quasi
interamente di magma incandescente. Gli occhi e le parti che dividevano le
varie placche del suo corpo erano illuminate di luce bianca, accecante.
Non sapevano se avere più
paura del fatto che quell’enorme Pokémon si stesse avvicinando a loro oppure se
essere più sorpresi dall’averlo trovato.
“Cazzo...” la voce di
Fiammetta era un flebile soffio in cui lingua e denti incrinavano l’aria
proveniente dai suoi polmoni.
Groudon ruggì, allargando
le braccia possenti. Sembrava fluttuare sul magma, il cui livello aumentava
sempre più velocemente. Quando il volto di Groudon, l’enorme volto di Groudon,
fu a meno di tre metri dai tre ragazzi, ruggì ancora più violentemente, facendo
cadere i tre per terra.
“Maledizione! S’è arrabbiato!” urlò Fiammetta, rimettendosi velocemente in piedi.
“Maledizione! S’è arrabbiato!” urlò Fiammetta, rimettendosi velocemente in piedi.
“Non gli è piaciuta la
piccozza...” osservò sorridendo Silver, con una leggerezza inaspettata.
“Dobbiamo catturarlo!”
Crystal si voltò di
scatto. “Che cosa vorresti fare qui?! Gli effetti dei suoi attacchi potrebbero
distruggere tutto, qui, ed ammazzarci!”
“Non ti basta lanciare la Poké Ball?!”
“Non ti basta lanciare la Poké Ball?!”
“Dannazione, Fiammetta! È
un Pokémon leggendario! Non posso catturarlo così, schioccando le dita! La
cattura potrebbe fallire, e allora lui sicuramente ci attaccherebbe!”
La rossa annuì, mentre fissava gli occhi illuminati di Groudon.
La rossa annuì, mentre fissava gli occhi illuminati di Groudon.
“... Dobbiamo fuggire...”
fece Silver.
L’enorme Pokémon ruggì
ancora, ma stavolta il livello del magma salì così velocemente da costringere i
ragazzi a fare qualche passo indietro.
“Sta usando Eruzione!”
urlò Crystal.
“Cosa?!”
“Eruzione! Questo fossato gigantesco diventerà un vulcano! E noi siamo letteralmente fregati se non scappiamo via!”
L’ultimo ruggito del Pokémon sancì l’inizio dell’enorme attacco, e dopo un’esplosione violenta, il magma si riversò viscoso e denso contro di loro. A nulla servì cominciare a correre, dato che dopo pochi metri c’era l’enorme fossato.
“Cosa?!”
“Eruzione! Questo fossato gigantesco diventerà un vulcano! E noi siamo letteralmente fregati se non scappiamo via!”
L’ultimo ruggito del Pokémon sancì l’inizio dell’enorme attacco, e dopo un’esplosione violenta, il magma si riversò viscoso e denso contro di loro. A nulla servì cominciare a correre, dato che dopo pochi metri c’era l’enorme fossato.
“I Pokémon volanti!” urlò
Crystal.
Fiammetta tirò in aria la
sfera di Talonflame, Silver quella di Honchkrow, e cominciarono a volare oltre
l’enorme buco, che il magma, veloce oltre ogni immaginazione, riempì subito,
continuando l’inseguimento dei ragazzi.
“Il corridoio stretto
delle stelle! Come facciamo?!” urlò Crystal.
“Honchkrow, vai con Palla
Ombra!”
Un’enorme sfera di
energia oscura distrusse una parte della parete, facendola franare, ma creando
abbastanza spazio per il volo rapido dei due Pokémon.
L’unico peccato fu il
fatto che il magma inghiottisse quelle stelle meravigliose, ma avrebbero
conservato il ricordo nella loro memoria. Ovviamente finchè morte non li
avrebbe separati.
Il magma continuava la
sua corsa, ed il piccolo vantaggio che i nostri eroi si erano creati divenne
praticamente nullo quando a pochi metri da loro la massa bollente stava per
bruciare i Pokémon volanti vivi.
Con loro sopra.
“Dobbiamo aumentare la
velocità!” urlò Fiammetta.
“Cazzo!” ribadì Silver.
Adesso si trovavano lungo
la salita verticale. Vedevano il cielo su di loro, Mentania tutto attorno.
“Volate, dannazione!
Volate!” urlava Fiammetta, appiattendosi quanto più era possibile su
Talonflame, cercando di non perdere l’equilibrio.
Crystal strinse forte la
donna davanti a lei, mentre vedeva Silver ed il suo Pokémon davanti a loro.
“Ci siamo quasi!” urlava
quello.
La salita verticale era
più o meno alla fine, ma il magma continuava la sua risalita, il suo
inseguimento, riempiendo gli animi dei tre di panico e terrore.
La voglia di vivere era
troppa.
“Forza!” urlava
Fiammetta.
“Avanti!” rincarava
Crystal.
Tommy era un ragazzino di
dodici anni, e viveva a Mentania da praticamente tutta la sua vita.
Tommy era un ragazzino di
dodici anni, molto curioso.
Tommy era un ragazzino di
dodici anni, molto curioso che aveva appena visto un enorme fosso fuori casa
sua.
E va da sé che se vedi un
fosso enorme, proprio fuori casa tua, ti ci affaccia.
Tommy immaginava mille
cose. Sperava di poter vedere un lago, un lago sotterraneo, limpido ed enorme,
nel quale fare meravigliosi tuffi con i suoi amici, proprio in estate, quando
la temperatura si alza ed il sole batte forte sui tetti di legno dipinti di
verde di Mentania.
Tuttavia era parecchio
sicuro del fatto che il fondo di quell’enorme fossato non si vedesse. Aveva
dodici anni, ed aveva visto parecchi film dell’orrore, e sapeva che se avesse
visto all’interno del fossato enorme qualche mostro immondo vi sarebbe uscito e
l’avrebbe trascinato giù con se.
Lui però era già un
allenatore. Aveva il suo Volbeat con sé, ed avrebbe potuto fronteggiare
qualunque avversario.
Il suo Volbeat era forte.
Con lui riusciva a
sconfiggere tutti i suoi amici. Tranne Jay Jackson, che con il suo Combusken
finiva sempre per arrostire il suo Pokémon.
Odiava Jay Jackson, così
pieno di sé. Se la tirava tanto solo perché aveva un anno in più.
Ma alla fine Tommy sapeva
bene che sotto quella facciata da duro ci fosse un bambinone viziato.
Un bambinone viziato che
non aveva nemmeno il coraggio di guardare nell’enorme fossato.
“Beh, io ci riesco!”
“Non credo proprio!”
“Guardami”
“Guardami”
E fu così che il piccolo
Tommy si avvicinò al bordo frastagliato del fosso, e vi guardò giù.
Due figure si muovevano
verso lui, portandosi dietro una scia di luce rossa.
“Due mostri!” urlò il
giovane, gettandosi per terra, ed indietreggiando il più velocemente possibile,
con i fondelli sul pavimento d’erba bruciata dal freddo e dalla neve di
Mentania.
“Lo sapevo che eri un
fifone! E sei anche un bugiardo!” urlava Jay Jackson.
“Non è vero!” urlò
piangendo Tommy, scappando via e chiudendosi in casa.
Jay Jackson ghignò. Non
avrebbe mai avuto il coraggio di andare ad appurare l’esistenza dei mostri,
sapeva quanto Tommy fosse un bugiardo.
Poi le sue orecchie si
riempirono di qualcosa. Gorgoglii strani e voci trascinate, lontane.
“Dai!” sentiva.
“Forza! Manca poco!”
Jay spalancò gli occhi. “Aveva ragione...” sussurrò, immobile. Poi si voltò, correndo verso casa sua.
Jay spalancò gli occhi. “Aveva ragione...” sussurrò, immobile. Poi si voltò, correndo verso casa sua.
Fu proprio il momento in
cui la porta della casa del giovane sbattè sullo stipite che, come due fulmini,
Talonflame e Honchkrow si fiondarono nel vasto cielo di Hoenn, seguiti dalla
colata lavica, che con forza esplose verso l’alto, per poi riatterrare nello
stesso fossato.
Zero danni, zero morti.
Solo un fossato pieno di lava al centro della città.
Un monumento particolare.
Un monumento particolare.
Commenti
Posta un commento