"Non giudicare mai un libro dalla copertina"
Frase trita e ritrita, nevvero?
Forse oggigiorno ha anche perso significato. Viene usata senza pudore, senza pensare che quella è la dura verità e che spesso, ma che dico... sempre le apparenze ingannano.
Ci sono Pokémon che sembrano quello che non sono, che pensano quello che nessuno ha mai pensato prima d'ora.
Ci sono persone - quelle come me - che hanno il coraggio di narrare le storie che non devono essere narrate.
Come quelle dei Pokémon assassini.
Il dottore della Peste
Usciva dalla sua tana sempre pregna di odore di gelsomino e lavanda alla ricerca di nuovi aromi.
I fiori di Baccarcadè avevano un odore tutto proprio e, nonostante servissero per indebolire le capacità dei tipo folletto, lei ne era attratta.
Si mosse goffamente verso gli arbusti con le gemme ancora da sbocciare e ne recise lo stelo. Li portò con sé, nascondendoli nella folta pelliccia che la ricopriva.
Scostò le fronde di alloro che coprivano la sua tana e inspirò con il naso pronunciato l’odore di erbe aromatiche dentro la piccola grotta.
Posò le gemme della bacca sopra un piccolo masso che aveva adibito a scrivania e sospirò. Sentiva che stava iniziando a piovere, magari avrebbe pure grandinato, e le piccole bacche si sarebbero tutte rovinate.
Osservò distrattamente i sacchetti che aveva rubato agli umani che passavano per quella strada, sempre più numerosi e sempre più goffi. Dentro vi riponeva le polveri che creava, per poi aggiungerci dell’acqua magica che Lapras portava ogni fine mese.
Spritzee osservò poi i panni pregni di sostanze aromatiche che aveva trovato nelle città degli umani.
La sua preferita era senz’altro quella che loro chiamavano “aceto”. Aveva un profumo forte ed acido, pungente, come piaceva a lei.
Lo adorava, ogni volta che riusciva ad intrufolarsi non vista nelle case della città si ricordava sempre di prenderne un po’.
Ed inoltre le era molto utile per nascondere la puzza acre del suo piccolo tesoro.
Spritzee sapeva – una di quelle conoscenze innate, di quelle che non hai bisogno di niente per imparare, come respirare – che le ossa immerse nell’aceto sbiancavano.
Doveva stare attenta, perché se le lasciava troppo a lungo poi diventavano molli e l’acido contenuto nel liquido le corrodeva, rendendo inutile il suo lavoro.
Aveva trovato quella strana passione per caso. Un umano senza Pokémon era caduto dal pendio scosceso che portava davanti alla sua tana. Un piede messo male, una roccia troppo appuntita ed il cranio dell’uomo si era frantumato.
Spritzee non seppe che fare, sul momento. Decise di spostare il cadavere, ma poi sentì quell’inebriante fragranza.
Il sangue che fuoriusciva ancora dal cranio aveva un aroma ferroso, differente dai delicati effluvi che era abituata ad odorare.
Era riuscita – con l’aiuto di Zangoose, che da sempre mal sopportava gli umani – a sezionare il cadavere e a posizionarlo dentro la sua tana.
Nelle varie tappe della decomposizione di esso, il Pokémon annusò e contemplò gli odori forti ed acri che giungevano dalla salma.
Si rese conto che erano troppo intensi per il suo naso delicato e decise quindi di coprili un po’ con il gelsomino e i fiori della Baccarcadè.
E poi arrivò l’illuminazione dell’aceto. Scarnificò le ossa e le mise a bagno nel liquido, osservandole ogni giorno diventare più bianche.
La sua collezione aveva quasi raggiunto i sei chilogrammi, rendendole difficile la gestione del piccolo spazio che aveva a disposizione.
Spritzee era molto orgogliosa del suo cumolo di ossa umane, le contemplava durante le giornate di neve, con il calore della terra che saliva.
Non aveva fatto menzione a nessuno di quello che stava progettando, nessuno doveva sapere quello che voleva fare. Un piccolo segreto, da mantenere solo con se stessa. Un progetto folle e particolare, che non aveva alcuna giustificazione.
Spritzee voleva uccidere.
Fin ad allora si era semplicemente limitata a raccogliere le ossa degli umani già morti. Si appostava davanti le finestre delle genti malate e vegliava la loro morte, con un’espressione apatica e senza emozioni.
Aspettava che l’uomo esalasse l’ultimo fiato e si avvicinava.
Aveva trovato un buon amico con cui condividere la faccenda, nonostante si fosse ripromessa di non farne menzione con nessuno. Rubavano la salma, lasciando un letto vuoto, una sedia scomposta una famiglia senza qualcuno...
La sezionavano, stando attenti a non rompere le ossa tanto preziose per Spritzee.
La carne non le interessava e la lasciava volentieri al suo compagno, contemplando le forme arrotondate delle rotule, la lunghezza dei femori, le cavità oculari e tutte le piccole falangi dei piedi.
I crani erano ottimi come contenitori, dato che – per lei – non avevano niente di particolare.
Le sue ossa preferite erano senz’altro le tibie, con la diafisi affusolata e le epifisi tozze. Le adorava e le trattava con sacrosanto rispetto, quasi come fossero reliquie.
Spritzee ormai aveva perso interesse nel vedere le persone morire da dietro una finestra, voleva sentire il cuore smettere di battere ed il respiro farsi sempre più fievole, lei voleva vedere la luce negli farsi fievole. Osservare lo stupore dell’umano nel constatare di essere stato ucciso da un Pokémon, una fatina che non avrebbe torto un capello a nessuno.
O magari – si ritrovava a pensare – ad un Pokémon vero e proprio.
Le ossa degli umani, alla fine, erano tutte uguali... avrebbe potuto cercare l’intera gamma di forme e dimensioni delle varie specie, scoprendone sempre di nuove. Annusare ogni sfumatura di odori che emanavano i cadaveri in putrefazione, le ossa immerse nell’aceto...
Sì, Spritzee voleva uccidere.
Non solo più umani, non solo più uomini.
Spritzee voleva conoscere.
Non solo più profumi, non solo più ossa.
Spritzee voleva vedere il dolore, e niente e nessuno avrebbe sospettato di un piccolo Pokémon rosa...
Chiunque sia l'autore di questa storia, lo/la ringrazio: mi ha dato l'ispirazione per un Set competitivo per Spritzee <3
RispondiEliminaOk, ho appena letto che è una lei (dannazione a me e al vizio di saltare le intro): grazie mille! xD
EliminaIo adoro le intro, invece XD Comunque ti ringrazio a nome dell'autrice, sperando che continui a leggere il seguito. Fuori sabato =)
Elimina- Andy