Salve a tutti, gente! Ricordo a tutti di passare su Pokémon Courage e lasciare un Like. Inoltre, Svignettiamo sta producendo una Nudity Challenge, quindi passate sulla pagine e mettete un like alla foto di copertina, in modo da spogliare Fiammetta!
Ora vi lascio con un capitolo della storia interattiva! A giovedì, con Il Pianto Delle Stelle!
Gold sentì un ruggito sinistro: qualcuno o qualcosa lo stava attaccando dalle spalle.
Rabbrividì, si voltò per un secondo, vedendo un enorme Abomasnow con le braccia sollevate.
“Oh, cazzo!” urlò lui, gettandosi nella neve fredda e mettendo mano alla Pokéball di Exbo. Tra le mani di Abomasnow vi era un grosso ceppo di legno, una mazzuola ben levigata, pronta ad essere utilizzata.
“Exboooooo!” gridò terrorizzato, vedendo poi il suo Pokémon uscire dalla sfera ed attaccarlo spontaneamente con un Ruotafuoco, mandandolo immediatamente fuori combattimento.
Gold era ancora con i fondelli sulla neve, il Pokémon era steso per terra esanime e lui credeva d’essersela fatta sotto.
“Ma che... che diamine...”. Prese una Pokéball e catturò quello strano e gigantesco Pokémon, quindi si rimise in piedi, con tutti i vestiti bagnati.
“Ma tu guarda un po’ qui...” sospirò lui, osservandosi i pantaloni totalmente fradici. “Ho la neve nelle mutande!” si lamentò, urlando.
“Sì, ma se non finisci di alzare la voce credo che ogni Abomasnow della zona venga qui a giustiziarti...” sentì lui.
Alzò gli occhi, vide davanti una giovane donna dai capelli corvini, legati in due trecce ai lati della testa. La pelle era candidissima, gli occhi castani ricordavano quasi quelli dorati di Gold; era avvolta in un caldo giubbino beige, con pellicciotto che usciva dal cappuccio.
Gold non sapeva se esserne attratto; in genere lui era spinto ad avvicinarsi a tutte le donne, anche per una forma di gentilezza verso il prossimo. Cioè, la prossima.
“Sì, hai ragione... È che sono appena arrivato a Sinnoh e già odio questo posto!”.
“Se non ti piacciono il freddo e l’inverno ha sbagliato città e regione, bello mio. Comunque io sono Bianca”.
Gold appuntì il muso ed indossò un cruccio sul volto. “Aspetta...”.
“Sì, aspetto” fece quella, sorridendo ed incuriosita dal ragazzo.
“Bianca era il nome della Capopalestra...” ragionò lui, ad alta voce.
“Lo è ancora. Sono io la Capopalestra”.
Gold allora rise, mostrando la perfetta dentatura. “Beh, dato che è così sappi che sto venendo a sfidarti! Ti distruggerò!” urlò.
“Io non credo!” esclamò quella, accogliendo la sfida, entusiasta.
“Oh, vedrai! Il mio Exbo squaglierà i tuoi ghiaccioli in men che non si dica!”
“Vedremo!” sorrise quella. “Ma adesso non è possibile! Non riuscirò a tornare in Palestra finché non risolverò il problema su al tempio”.
Gold rimase immobile.
“Non possiamo combattere?” domandò, come se Bianca non avesse detto nulla.
“No, te l’ho detto! Le lotte si fanno in Palestra!”.
Gold sbuffò. “Odio Sinnoh... Quasi peggio di Hoenn”.
“Bah, ci si vede” fece lei, voltando le spalle ed addentrandosi nel fitto del percorso innevato.
Gold si guardò intorno, cercando con lo sguardo anche l’altra ragazza con il fiocco in testa ed i capelli corti, quella della nave, senza trovarla però.
“Che dovrei fare in mezzo alla neve, allora?!” chiese quello, irritato, affondando le gambe fino ai polpacci nella neve nel tentativo di raggiungerla; quella infatti pareva muoversi con insolita agilità in quell’ambiente, quasi avesse un paio di sci sotto gli stivaloni.
“Non lo so, non è affar mio” rispose Bianca, voltando dietro un grosso albero.
“Ma! Aspetta!”
“Senti!” si voltò quella, sbattendo contro il ragazzo che la fece cadere nella neve.
Lui sorrise. “È fredda?” domandò.
“Quasi quanto tu sei stupido! Mi lasci in pace?!”.
“No! Cioè, sì, però... Dov’è che stai andando di preciso?!”.
“Ma a te che importa?!” s’irritò Bianca, sollevandosi e prendendolo per il collo del maglione.
“Hey, calma bambolina” fece lui, levando le mani della donna da dosso e guardandosi attorno. “Io sono uno importante, a Johto, e quindi...”.
“Bah, odio Johto”.
“Ed io odio Sinnoh!” urlò Gold.
“Sinnoh è migliore di Johto! Qui abbiamo Pokémon molto più forti!” sbraitò Bianca, gesticolando ampiamente.
“Dimostramelo!” rispose a tono l’altro, sperando d’ingaggiare una lotta Pokémon.
“Ok. Vieni con me!”.
Salirono su di un pendio scosceso ed attraversarono un piccolo bosco, fino a quando non si ritrovarono sulle rive di un lago.
“Ho già fatto il bagno a casa, sorry Treccine” esordì lui.
Quella non gli diede nemmeno ascolto, tirò fuori dalla sfera un enorme Mamoswine e con un agile balzo vi saltò sopra. Il Pokémon prese a camminare, entrando nell’acqua.
“Ma dove diamine vai, Treccine?!”.
“Seguimi se riesci!” urlò quella, mentre s’allontanava verso una grotta presente al centro del Lago.
Contemporaneamente sentì una presenza alle sue spalle; si voltò repentino, ma tutto ciò che rimaneva era impronte fresche nella neve.
Cosa dovrà fare Gold nel prossimo capitolo?
Mi raccomando, per votare dovete passare su Pokémon Courage e lasciare un commento entro giovedì! Buonaserata a tutti!
Ora vi lascio con un capitolo della storia interattiva! A giovedì, con Il Pianto Delle Stelle!
3. No, non posso
Gold sentì un ruggito sinistro: qualcuno o qualcosa lo stava attaccando dalle spalle.
Rabbrividì, si voltò per un secondo, vedendo un enorme Abomasnow con le braccia sollevate.
“Oh, cazzo!” urlò lui, gettandosi nella neve fredda e mettendo mano alla Pokéball di Exbo. Tra le mani di Abomasnow vi era un grosso ceppo di legno, una mazzuola ben levigata, pronta ad essere utilizzata.
“Exboooooo!” gridò terrorizzato, vedendo poi il suo Pokémon uscire dalla sfera ed attaccarlo spontaneamente con un Ruotafuoco, mandandolo immediatamente fuori combattimento.
Gold era ancora con i fondelli sulla neve, il Pokémon era steso per terra esanime e lui credeva d’essersela fatta sotto.
“Ma che... che diamine...”. Prese una Pokéball e catturò quello strano e gigantesco Pokémon, quindi si rimise in piedi, con tutti i vestiti bagnati.
“Ma tu guarda un po’ qui...” sospirò lui, osservandosi i pantaloni totalmente fradici. “Ho la neve nelle mutande!” si lamentò, urlando.
“Sì, ma se non finisci di alzare la voce credo che ogni Abomasnow della zona venga qui a giustiziarti...” sentì lui.
Alzò gli occhi, vide davanti una giovane donna dai capelli corvini, legati in due trecce ai lati della testa. La pelle era candidissima, gli occhi castani ricordavano quasi quelli dorati di Gold; era avvolta in un caldo giubbino beige, con pellicciotto che usciva dal cappuccio.
Gold non sapeva se esserne attratto; in genere lui era spinto ad avvicinarsi a tutte le donne, anche per una forma di gentilezza verso il prossimo. Cioè, la prossima.
“Sì, hai ragione... È che sono appena arrivato a Sinnoh e già odio questo posto!”.
“Se non ti piacciono il freddo e l’inverno ha sbagliato città e regione, bello mio. Comunque io sono Bianca”.
Gold appuntì il muso ed indossò un cruccio sul volto. “Aspetta...”.
“Sì, aspetto” fece quella, sorridendo ed incuriosita dal ragazzo.
“Bianca era il nome della Capopalestra...” ragionò lui, ad alta voce.
“Lo è ancora. Sono io la Capopalestra”.
Gold allora rise, mostrando la perfetta dentatura. “Beh, dato che è così sappi che sto venendo a sfidarti! Ti distruggerò!” urlò.
“Io non credo!” esclamò quella, accogliendo la sfida, entusiasta.
“Oh, vedrai! Il mio Exbo squaglierà i tuoi ghiaccioli in men che non si dica!”
“Vedremo!” sorrise quella. “Ma adesso non è possibile! Non riuscirò a tornare in Palestra finché non risolverò il problema su al tempio”.
Gold rimase immobile.
“Non possiamo combattere?” domandò, come se Bianca non avesse detto nulla.
“No, te l’ho detto! Le lotte si fanno in Palestra!”.
Gold sbuffò. “Odio Sinnoh... Quasi peggio di Hoenn”.
“Bah, ci si vede” fece lei, voltando le spalle ed addentrandosi nel fitto del percorso innevato.
Gold si guardò intorno, cercando con lo sguardo anche l’altra ragazza con il fiocco in testa ed i capelli corti, quella della nave, senza trovarla però.
“Che dovrei fare in mezzo alla neve, allora?!” chiese quello, irritato, affondando le gambe fino ai polpacci nella neve nel tentativo di raggiungerla; quella infatti pareva muoversi con insolita agilità in quell’ambiente, quasi avesse un paio di sci sotto gli stivaloni.
“Non lo so, non è affar mio” rispose Bianca, voltando dietro un grosso albero.
“Ma! Aspetta!”
“Senti!” si voltò quella, sbattendo contro il ragazzo che la fece cadere nella neve.
Lui sorrise. “È fredda?” domandò.
“Quasi quanto tu sei stupido! Mi lasci in pace?!”.
“No! Cioè, sì, però... Dov’è che stai andando di preciso?!”.
“Ma a te che importa?!” s’irritò Bianca, sollevandosi e prendendolo per il collo del maglione.
“Hey, calma bambolina” fece lui, levando le mani della donna da dosso e guardandosi attorno. “Io sono uno importante, a Johto, e quindi...”.
“Bah, odio Johto”.
“Ed io odio Sinnoh!” urlò Gold.
“Sinnoh è migliore di Johto! Qui abbiamo Pokémon molto più forti!” sbraitò Bianca, gesticolando ampiamente.
“Dimostramelo!” rispose a tono l’altro, sperando d’ingaggiare una lotta Pokémon.
“Ok. Vieni con me!”.
Salirono su di un pendio scosceso ed attraversarono un piccolo bosco, fino a quando non si ritrovarono sulle rive di un lago.
“Ho già fatto il bagno a casa, sorry Treccine” esordì lui.
Quella non gli diede nemmeno ascolto, tirò fuori dalla sfera un enorme Mamoswine e con un agile balzo vi saltò sopra. Il Pokémon prese a camminare, entrando nell’acqua.
“Ma dove diamine vai, Treccine?!”.
“Seguimi se riesci!” urlò quella, mentre s’allontanava verso una grotta presente al centro del Lago.
Contemporaneamente sentì una presenza alle sue spalle; si voltò repentino, ma tutto ciò che rimaneva era impronte fresche nella neve.
Cosa dovrà fare Gold nel prossimo capitolo?
- Seguire le tracce nella neve fresca
- Provare ad attraversare il lago.
Mi raccomando, per votare dovete passare su Pokémon Courage e lasciare un commento entro giovedì! Buonaserata a tutti!
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