Il ritorno di Hoenn's Crysis, a Napoli, ha provocato un diluvio fittissimo, gente. Vi giuro, non si vede oltre il metro tanto che l'acqua è fitta. In ogni caso, nonostante i problemi alla linea internet, siamo risciti a pubblicare! Bon. Compreso questo, il countdown dei capitoli è a cinque. Quindi altri quattro capitoli e ci dovremmo salutare.
Ma sarà soltanto un arrivederci, sia ben chiaro. E poi è per questo che Cy e Lev hanno preso a far parte della nostra famiglia: noi non vogliamo lasciarvi mai soli!
- Andy
Sulla spiaggia, nella baia di Ceneride, i ragazzi continuavano a scrutare il cielo.
“La Torre dei Cieli è lì” diceva Rocco, puntando il dito verso sud est. Molti guardarono la punta del suo dito invece del luogo indicato ma poco importava, anche perché da lì non era visibile.
Zoe osservava con orrore crescente la scena di lotta di Groudon e Kyogre, inorridita, come anche gli altri che affondavano i piedi nella sabbia candida. Fiammetta le stava a debita distanza; quella tipa non le piaceva e non riusciva a nasconderlo, stazionando sempre accanto al Campione.
Silver era poco lontano da Pat, ed anche Crystal riusciva a vederla mentre litigava con Gold.
“Uffa... E fammi uscire!” esclamava, battendo i pugni sulla parete d’energia che li conteneva entrambi.
Pat, con la treccia lunga che carezzava il collo e scendeva dietro le spalle, guardava con pazienza il moro, ormai quasi ripresosi completamente.
“Gold, calmati... Non ti sei ancora ripreso” faceva quella, sospirando.
Gold batteva i pugni sul muro trasparente, stringendo i denti, con foga. “Qui c’è bisogno di me! E Togebo dov’è?!” diceva, girandosi continuamente.
“L’ha preso Marina” rispose quella, calma e concentrata. Gold stava ancora steso di spalle sulla sabbia, cercando di uscire da quella bolla d’energia. Stava provando a scavare per poter uscire, facendo sorridere Pat.
“Ma perché non capisci che morirai se non stai fermo?”.
Gold sbuffò. “Prima o poi dovrò morire...”.
“Cerca di non morirmi sotto le mani”.
Un attimo di silenzio.
“E perché Marina avrebbe preso il mio Togekiss?!” urlò poi, d’improvviso.
“È andata a prendere Rayquaza, con suo fratello...”.
Gold spalancò gli occhi, a mostrare incredulità.
“E cos’è un Rayquaza?!”.
Pat sorrise nuovamente.
“Tu mi sei simpatico, sai?”.
“Tu invece mi stai tenendo prigioniero qui dentro. E non stiamo facendo niente buono... se... se capisci cosa intendo...”.
“Parla per te. Sto espellendo gran parte della tua maledizione, in questo momento...”.
“Ah, davvero? Pensavo stessi semplicemente poggiando le mani sui miei addominali; mi chiedevo quando avresti alzato la maglietta, in effetti...”.
Pat sorrise ancora.
“Sei carina” attaccò il moro. “Se non stessi cercando di far colpo su Fiammetta e Crystal da quando sono arrivato, probabilmente accetterei le tue avances. Magari potrei poggiare le mie, di mani, su di te...”.
“Zitto. Se mio fratello ti sentisse...” sospirò triste lei.
“Ah. Già. Mi spiace tanto per quella situazione...”.
Pat sorrise amaramente ed abbassò lo sguardo. Gold lo incrociò per un piccolo frangente, riconoscendo il dolore e lo smarrimento di chi si sente solo, condizione che svuota il cuore.
E ragionò, capendo che Tell e Pat fossero gemelli, con quello strano rapporto che solo quelli creavano tra di loro, sempre assieme, sempre legati con quel filo indissolubile di fiducia ed amore.
“Non preoccuparti...” fece lei.
“So cosa voglia dire perdere una persona a te cara... Non voglio più passare una situazione del genere...”.
Pat incrociò lo sguardo di Gold ed annuì, facendo poi un sorriso di circostanza, di quelli imbarazzati che sostituiscono parole inutili di riempimento.
Zoe era in piedi di fronte al mare in burrasca. Combattuta nel suo cuore, il suo istinto la portava a guardare Miriam, ormai dilaniata dal potere che Groudon le stava conferendo. La odiava.
Ed anche a ragione.
Era passata dall’avere tutto e decidere di lasciarlo, quando viveva con la sua famiglia, in cambio di leggerezza e dignità. Poi aveva visto il suo cuore arricchirsi quando aveva incontrato Andy, e tutto le era sembrato più magico ed importante. Quando le aveva spiegato cosa significasse la “emme” che indossavano sul petto lei aveva titubato e non poco, ma le parevano fossero ideali eroici, detti in quel modo.
“Il Team Idro vuole sommergere il mondo. Noi dobbiamo salvare tutti”.
Pareva che Andy fosse un eroe, che facesse parte di una setta di eletti per la protezione di Hoenn, con un costume rosso, i capelli biondi, gli occhi verdi ed un sorriso triste e splendente.
Lei aveva davvero perso la propria vita, per la seconda volta, quando aveva deciso di porgerla in mano a lui.
E poi lui l’aveva stritolata, frantumandola in decine di pezzi taglienti, riversi adesso sulla sabbia che calpestava, sulla battigia davanti a lei, nel mare nero agitato.
Miriam era una puttana, lei lo sapeva.
Rifletté nuovamente, comprendendo come fosse stata usata fin dal primo minuto: Andy non era arrivato a lei per sbaglio, quello non era stato un vero colpo di fulmine e l’unico amore provato in quella pseudorelazione era unilaterale.
Andy aveva già tutto in mente, come anche Miriam.
Zoe lasciò cadere un paio di lacrime, ricordando il volto dell’uomo che aveva tagliato il suo cuore in due per entrarvi.
Lui voleva semplicemente asciugare il mare e relegare le forme di vita esistenti ad un limbo di morte e distruzione, controllando la poca acqua rimasta e centellinandola.
Avrebbero costruito un mondo nuovo, migliore – secondo la loro opinione – in cui lui era il re e lei la regina.
In cui Zoe sarebbe stata soltanto una comparsa.
Sospirò, era il peso del suo cognome ad aver attirato quella bestia da lui. Le sue abilità, ecco.
Pensò a tutte le cose brutte che aveva fatto, pentendosene immediatamente.
E poi una mano si spinse sulla sua bocca mentre la lama affilata di un coltello premeva sulla carotide. Riuscì giusto ad emettere un urlo, in modo da far girare Silver e Crystal.
“Andy!” urlò il fulvo, avvicinandosi lentamente, vedendo indietreggiare la coppia vestita in rosso con ancor più lentezza.
“Fermo!” urlava quello, col volto emaciato e sporco di sangue. “Non ti muovere oppure la ammazzo, qui, davanti a tutti!”.
“Posa quel coltello! Ora non puoi fare più niente! Devono vedersela loro!” Silver puntò il dito verso la coppia di leggendari che ancora lottava, senza lesinare alcun colpo.
“Non funziona così...” diceva, zoppicando mentre camminava indietro. “Zoe è motivata più di voi nel distruggerci, adesso”.
Crystal raggiunse Silver, impressionata dalla scena, e guardò per bene gli occhi dell’ex sgherra del Team Magma; spalancati, impauriti, timorosi della lama che premeva sul suo collo.
“Lasciala stare” diceva poi, cercando di trasmettere calma. Guardava il viso livido di Andy, stupendosi del modo in cui l’avesse ridotto.
Quella furia cieca, inspiegabile, non le aveva ancora tolto lo sguardo e la cosa la rincuorava, anche perché non era stato parecchio semplice abituarsi all'idea di non poter più vedere la luce del sole, i colori.
E Silver, accanto a lei.
"Andy, ora è una questione che non riguarda più te..." diceva quello.
"Certo che riguarda me! È della mia vita che si parla, qui! Sarò il re del mondo!" urlava, ormai rapito dalla follia, spingendo il coltello contro il collo della donna, seriamente spaventata.
Gli occhi del biondo, malcelavano sete di potere e squilibrio.
La voglia di vedere caldo sangue, rosso sangue, colargli sulle mani e venire asciugato dalle sabbie candide di Ceneride.
Lo sguardo di Zoe era impaurito, fisso in quello di Crystal. La ragazza di Johto vide poi un'inspiegabile vena di consapevolezza e sicurezza sul volto dell'ex nemico, e quindi la vide dare una gomitata in pieno costato all'uomo che la minacciava.
Andy parve non scomporsi più di tanto, ma sorrise, afferrando la Combat Girl per l'avambraccio e spingendola per terra, sedendovisi sulla schiena e continuando a premere il coltello affilato sul collo di Zoe.
Spingeva con l'altra mano la faccia della donna nella sabbia, immobilizzandola completamente.
"Non devi muoverti!" urlò, seguendo il tutto con una risata folle, mentre Rocco e Fiammetta s'avvicinavano impressionati.
"Gold! Devi stare fermo, ho detto!" faceva Pat, spingendo il moro per terra.
"Non posso, Pat! Quel coglione sta per uccidere la ragazza!".
"Adesso ti uccido io, se non la smetti".
"Che dobbiamo fare?!" urlò Crystal, portando le mani larghe, come a mostrare totale innocenza e collaborazione.
Silver si voltò esagitato verso di lei, con gli occhi spalancati.
"Non vorrai scendere a patti con questo terrorista?!".
"Dobbiamo salvare Zoe, Sil... Se c'è qualche modo di uscire da questa situazione dobbiamo farlo. Bisogna vagliare ogni ipotesi..." sussurrò a bassa voce.
"Non sono d'accordo. Ha sempre Zoe come ostaggio".
"Allora?!" urlò ancora Crystal, sempre con le braccia larghe. "Che cosa vuoi in cambio di Zoe?".
Andy sorrise leggermente, poi allargò sempre di più il taglio delle labbra, trasformando l'espressione in una risata. I denti dell'arcata inferiore erano ricoperti di sangue grumoso.
"Fiammetta" rispose, tornando poi serio.
L'interessata spalancò gli occhi. Le ritornarono in mente le terribili scene in cui quel folle la teneva legata al muro, con le catene, mentre passava con la lingua sul suo collo, mentre le carezzava il seno.
Zoe, la sua nemica, la causa principale di tutti i fallimenti delle catture di Crystal, era più morta che viva in quel momento.
Non voleva assolutamente sottrarsi alle sue responsabilità ma non aveva più voglia di vivere quell'incubo.
Silver e Crystal si voltarono verso di lei. La ragazza annuiva leggermente, come a trasmetterle calma e sicurezza, sottintendendo che avrebbero messo tutto a posto. Lo sguardo di Silver, invece, era rimasto glaciale ed impenetrabile.
Rocco invece aveva la testa bassa, mentre stringeva i denti.
"Ok..." sospirò poi la rossa, avvicinandosi.
"No!" urlò il Campione, improvvisamente svegliatosi da quello stato di paralisi cosciente.
"Non preoccuparti..." sorrise la donna, continuando a camminare lentamente verso di il pazzo. Quello s'alzò, stringendo sempre il coltello sulla carotide della donna che teneva come ostaggio, e quando Fiammetta si ritrovò ad un metro da lei fu libero di gettare per terra Zoe, totalmente in lacrime, e di afferrare il braccio destro della donna di Cuordilava, per poi tirarlo a sé.
Lui pregustava lo stupro che avrebbe messo in atto qualche ora dopo, ai danni di quella. L'avrebbe colpita con tanta forza sul volto da farle sanguinare le gengive, per poi leccare quei rivoli di sangue rubino, che trovava deliziosi e proibiti. Avrebbe morso la sua carne, l'avrebbe resa livida, e poi l'avrebbe usata come un inutile contenitore. Alla fine l'avrebbe ammazzata ed avrebbe dato fuoco al suo corpo.
Ma qualcosa non andò come previsto.
Già, perché fu proprio durante quel pensiero che la ragazza lasciò partire un diretto sul volto di quello, tanto forte quanto efficace, che gli fece perdere i sensi.
Andy cadde sulla sabbia, perdendo la presa dal coltello a serramanico e chiudendo gli occhi.
Zoe si alzò repentina, afferrò il coltello e, totalmente coperta di lacrime, lo piantò nel petto del biondo.
"Muori, bastardo!" faceva, accasciandosi poi su di lui, tormentata dai rimorsi e dal pianto.
Fiammetta era rimasta immobile, sgomenta alla scena che le era scorsa davanti agli occhi.
"Zoe..." disse poi, sotto voce, prima che Rocco corresse da lei e la stringesse.
La rossa spalancò gli occhi, sorpresa.
"Non fare più l'incosciente...".
"Quindi un Rayquaza è un drago verde?" domandava Gold, sedato per l'ennesima volta dalle parole di Pat.
"Sì... un enorme drago verde...".
"Uhm... Verde, dici?".
"Sì" ripeté la moretta, saggiando nuovamente il petto del ragazzo con le sue dita.
"Bene, lì ce n'è uno" fece, puntando il dito.
Pat si voltò rapida e sorrise.
"Stanno arrivando!" urlò Fiammetta, stretta nell'abbraccio di Rocco. Rayquaza atterrò lentamente, facendo scendere Martino con stretta in grembo Marina, proprio accanto a Pat e Gold.
Quest'ultimo spalancò gli occhi e si alzò.
"Marina! Che è successo?!" fece, battendo i pugni contro il muro d'energia che Pat aveva alzato su di loro.
"Martino! Non l'hai protetta! E tu, Pat! Fammi uscire da qui dentro, porca puttana!" diceva, battendo i pugni contro la barriera, con rabbia incontrollata.
Martino poggiò sulla sabbia il corpo di Marina; il volto del ragazzo era serio, serissimo.
"Pat! Liberami!" urlava Gold, continuando nel tentativo inutile di sfondare la barriera d'energia. Quella stringeva i denti, cercando di continuare lo stesso il suo lavoro.
Martino s'avvicinò alla donna con la treccia e la guardò, con gli occhi pieni di lacrime.
"Fammi uscire!" continuava Gold, sferrando un ultimo, ennesimo colpo alla barriera, prima di creare un varco. Uscì fuori, nuovamente in preda ai dolori, gettandosi sul corpo di Marina.
"È morta?! L'hai fatta morire?!" urlava, gettandosi su di lei. In pochi secondi stampò nella sua mente l'espressione totalmente vuota sul suo viso, i rivoli di lacrime secchi sulle sue guance, quello di sangue ai lati della bocca con le labbra screpolate, i capelli sporchi di fango.
"Marina..." disse, pronunciando le labbra e trattenendo le lacrime. Martino sostava davanti ai due con lo sguardo addolorato.
"Rayquaza l'ha colpita, prima della cattura..." disse. "Non ho potuto fare niente. S'è allontanata ed io...".
Gold guardò un'ultima volta Marina prima di alzarsi e correre verso suo fratello, colpendolo con un pugno nello stomaco.
"Gold!" urlò Pat, alzandosi velocemente. "Tu l'hai fatta ridurre così!" disse, mentre Pat cercava, col corpo di schermare Martino, piegato su se stesso e dolorante.
"Fermati!" diceva la ragazza.
"Non so se sia morta..." fece il Ranger, sospirando. Gold ormai piangeva, ed urlava al mondo. Si voltò verso Rayquaza, che ancora fluttuava silenzioso alle loro spalle.
"Pat! Aiutala, ti prego!".
"Se è morta non c'è nulla da fare..." disse lei.
Gold abbassò la testa e Pat lo lasciò, andando verso di lei. S'inginocchiò, affondando nella sabbia, e mise la mano sul cuore della ragazza.
"Lei... lei ha avuto problemi al cuore?" disse poi, al fratello.
Martino piangeva a testa bassa, proprio come Gold; si limitò ad annuire.
"E tu, sapendo che aveva problemi del genere, non le stavi attaccato al culo?! Sei un pezzo di merda!" urlava Gold.
Martino alzò la testa, furibondo. "Quei problemi del genere li hai creati tu! Sei stato tu a lasciarla da sola, quando successe tutto quel casino!".
Gold spalancò gli occhi, non capendo.
"Ma che diamine dici, con quella bocca?".
"Dico che era con te quando il pezzo di vetro le ha trafitto il petto, lacerando parti del cuore! È viva per miracolo!".
Occhidoro continuava a non capire.
"Che c'è?! Ora non dici nulla?!"
"È un infarto... È viva, però..." sospirò Pat, facendo voltare entrambi ed illuminando i suoi occhi di quella strana luce azzurra. Ricoprì nuovamente se stessa con la barriera d'energia e cominciò a lavorare su Marina.
"Starà bene..." sospirò Martino. "Ma tu! Tu non puoi accusarmi di nulla!".
"Martino, prendi un Oki e calmati, prima che ti riempia di calci! Sei in preda al delirio!".
"Ah, sì?! E dimmi, Gold, hai mai sofferto d'amnesia?!".
Il moro fece cenno di no.
"Quindi ricorderai d'esser stato ad Oblivia!".
Gold sbatté un paio di volte gli occhi e pronunciò le labbra. "Sì... dieci anni fa, circa. Ero un ragazzino e...".
"Ed una sera uscisti con mia sorella!".
"Ma non è vero! Lo ricorderei altrimenti! L'unica ragazza con cui sono uscito era..." e poi si bloccò. Cercò di ricollegare i ricordi e di fare un confronto. Ricordava il vestito bianco, e poi i capelli castani. Ricordava le belle labbra e le gambe magre. E poi ricordava la sua voce.
"Era lei..." rimase shoccato.
"Sì! Era mia sorella!".
"Ma io non le ho fatto niente!".
"Quando quei Pokémon attaccarono il ristorante tu non eri lì a proteggerla!".
"Certamente! Ero all'inseguimento dei malfattori!".
"Saresti dovuto rimanere con lei, cazzo!" urlò ancor di più Martino, ricambiando il pugno nella pancia ricevuto qualche minuto prima. Gold si piegò su se stesso, sputando sangue.
"Il fuoco dei Pokémon ha provocato una grande esplosione, ed un pezzo di vetro è rimasto conficcato nel corpo di mia sorella! Nel suo cuore!".
"Non...".
"Ora basta" tuonò Rocco. S'avvicinò e si frappose tra i due, dividendoli. "Gold, come ti senti?".
"Una schifezza" rispose, pulendosi dal sangue.
"Meraviglioso. Ci servirà anche il tuo aiuto. Martino, Rayquaza è sotto controllo".
Il Ranger annuì.
"Ok. Solo tu puoi fermare questa battaglia. Dopodiché proveremo a lottare contro di loro a gruppi di tre: Gold, Silver e Crystal da una parte ed io, Fiammetta ed Alice dall'altra. Voi vi occuperete di Kyogre".
"Forse sarebbe meglio Groudon, lo conosciamo meglio..." subentrò Silver alle spalle.
"Neanche per sogno. Miriam ed io abbiamo un conto in sospeso".
Igor sentiva il potere fuoriuscire da ogni poro del suo corpo. Corpo troppo umano, troppo limitato per gestire quella potenza infinita; sanguinava dalle orbite, dal naso, dalla bocca.
Le unghie stavano cadendo, anche i denti. Gli occhi erano scavati profondamente e solchi nerastri rendevano ancor più inumane le fattezze del suo viso.
"Kyogre! Usa Geloraggio!" diceva, mentre la pioggia lo investiva interamente, evaporando al contatto con la sua pelle.
Anche Miriam non sembrava essere messa meglio: perdeva capelli a ciocche mentre il colorito della sua pelle s'avvicinava al rosso rubino. Anche i suoi occhi piangevano sangue, che si accumulava nelle profonde occhiaie.
"No! Groudon! Usa Lanciafiamme!".
E fu così che una grande quantità d'acqua incandescente si riversò nel mare.
Entrambi furono colpiti da qualcosa che li fece sbalzare, quasi disarcionandoli dai due giganti leggendari. Miriam si voltò verso sinistra e vide Mega Rayquaza pronto a colpire altre decine di volte che centinaia di bombe luminose.
"Groudon, attento!" urlò quella, vedendo il suo Pokémon venir colpito altre volte. Anche Kyogre non fu risparmiato, ma Igor non s'allarmò più di tanto.
"Miriam" la chiamò.
Quella si voltò e lo fissò, inviperita. "Che diamine vuoi?".
"Qui rischiamo che i nostri piani vadano a finire in malora. Dovremmo necessariamente unire le forze".
Annuì, la rossa, quindi punto il dito verso Rayquaza. "Usa Abisso!".
Martino era stretto ad uno di quei luminosissimi fili che pendevano dal corpo di Rayquaza, sulla sua testa, cercando di non cadere e di rimanere il più basso possibile. Vide l'aria congelarsi rapidamente, rarefarsi e colpire tutto. Una mossa terribilmente efficace contro il suo Pokémon.
"Attacca Kyogre con Iper raggio!" urlò quello, ed il suo Pokémon eseguì con così tanta perizia da bloccare l'attacco Purogelo, facendolo fallire.
"Meraviglioso".
Ma la terra sotto di lui si spaccò in un abisso profondissimo, dentro il quale l'acqua congelata creata da Kyogre si riversava con voracità.
"Non dobbiamo cadere nemmeno lì dentro. Stai bene, Rayquaza?" domandò poi.
Quello annuì e schivò un forte attacco di Groudon.
"A sinistra" disse infatti Martino, evitando di dare il fianco a Kyogre.
"Ed ora Extrarapido su Groudon!" urlò.
Un tackle incredibile, diretto sul volto, le dimensioni di Rayquaza, assieme all'alta velocità utilizzata costrinsero Groudon ad indietreggiare, inciampando e finendo in acqua.
"Ottimo!" urlò Martino.
"È il momento!" urlò Rocco, scagliandosi sul suo Metagross contro Miriam, ormai finita in acqua. Dietro di lui seguivano Alice su Altaria e Fiammetta, più lenta, su Talonflame.
Miriam tornò a galla, salendo nuovamente su Groudon. Kyogre invece attaccò con forza Rayquaza, mentre da dietro partirono Silver e Crystal, pronti all'attacco.
Gold era rimasto sulla spiaggia, con Pat e Marina. Guardava la Ranger, semisvenuta.
"Starà bene?" domandò poi.
"Farò il massimo".
"Fai tutto quello che è in tuo potere. Se è necessario prendi da me quello che serve".
"Le servirebbe il cuore..." sorrise Pat, sentendosi poi fissare. Lei alzò gli occhi e lo vide che vagliava l'ipotesi.
"È fuori discussione che io faccia una cosa del genere, Gold. Farò in modo da far riprendere il cuore e renderlo stabile fino alla fine di tutto questo; fine che non arriverà mai, se non aiuti i tuoi amici".
"Hai ragione" sospirò quello. "Tu hai sempre ragione. Diventerai il mio medico personale, sappilo".
"Quanto ti servirebbe non lo sai..." sorrise lei. "Ora vai".
"Sì. È che non trovo il mio zaino..." disse, infilandosi nuovamente la maglietta.
Pat alzò una mano, senza nemmeno guardare, e lo zaino prese a fluttuare.
"Oh, ok. Grazie" fece, grattandosi la testa con un ampio sorriso sul volto. Afferrò la cinghia ed aprì a zip. Infilò il braccio dentro, fino al gomito, con il volto corrucciato.
"Magari avessi la tua capacità di trovare le cose" disse, sovrappensiero, mentre Pat sorrideva.
E poi il suo volto s'illuminò; tirò fuori una Pokéball, stringendola con bramosia.
"Ottimo! Ora andiamo!".
Silver e Crystal capirono che attaccare Kyogre non dovesse essere particolarmente semplice, e questo per un paio di motivazioni che entrambi trovarono più che valide:
la prima, sicuramente, era rappresentata dal fatto che stessero per combattere contro uno dei Pokémon più forti mai esistiti sulla Terra;
la seconda era che combattevano nel suo elemento, il mare. Ed anche se non erano propriamente in mare, perché erano in volo su Honchkrow, lo strapotere del Pokémon sarebbe stato sicuramente avvalorato da questo aspetto.
In più vi era l'aspetto psicologico: Silver e Crystal erano soli a combattere contro una divinità fatta Pokémon.
"Feraligatr! Metagross!" chiamò Silver, vedendo poi la ragazza mandare in acqua Swampert.
"Dobbiamo farcela!" urlava lei, caricando Swampee. "Attacchiamolo con Fanghiglia!".
"Metagross, Psichico! Feraligatr, vai con Fulmindenti!".
Gli attacchi s'abbatterono tutti su Kyogre, con Igor che intanto era voltato verso Rayquaza. Inorridì nel vedere quei piccoli Pokémon fare gioco forza per attaccarli e quasi sorrise.
"Ma cosa credete di fare?! Kyogre, Idrondata!".
"Attenzione, Metagross!" urlò Silver, conscio del fatto che i due starter di Johto e Hoenn se la sarebbero cavata con poco.
"Usa Surf!" urlò poi Crystal, vedendo Swampert cavalcare la grande onda che arrivava, arrivando addirittura all'altezza dell'occhio destro del Pokémon re degli oceani.
Si gettò su di lui, pochi metri accanto a Igor, e colpì con un potente pugno il capo del Pokémon, anche se inutilmente.
"Metagross!" urlò Silver. "Segui Swampee con Feraligatr!".
E così il Pokémon prestatogli da Rocco usò i suoi poteri psichici per far fluttuare Feraligatr e portarlo accanto a Swampert.
"Non funziona così! Attacchiamo quel Metagross, Kyogre!" ordinò Igor.
E poi Rayquaza lo colpì con un attacco Iper raggio, facendolo vacillare.
"Dannato Ranger!" urlò Igor. Il duro attacco subito aveva aperto una grossa ferita sul capo del Pokémon.
"Feraligatr! Codacciaio sulla ferita!".
"Sì, anche tu, Swampee! Vai con Codacciaio!".
Entrambi i Pokémon colpirono il punto sensibile di Kyogre, che s'immerse per cercare di eludere i successivi attacchi.
"Metagross! Psicoraggio!" urlò Silver.
Ed il colpo fu tanto preciso che il lamento del Pokémon risuonò per tutta Ceneride, costringendolo a fuoriuscire dalle profondità marine, sempre seguito dai due Pokémon d'acqua.
"Kyogre, dobbiamo sbarazzarci di loro!" urlava Igor, ravvivando i capelli con la mano.
La pioggia scendeva fitta ed aiutava Swampee, più veloce. Tuttavia l'attacco Bora che subirono fu molto forte, e non riuscirono a schivarlo.
Anche Metagross ne risentì parecchio, abbassando la quota di volo, venendo poi colpito da un forte attacco Idropompa.
"No! Metagross!"
"È troppo grande. Non riusciremo a sconfiggerlo in questo modo!" esclamò Crys.
"Non disperate!" sentirono urlare Gold dall'alto. La sagoma di Togebo era ombrata, frapposta tra i giovani ed il sole, ma poi, dopo un attimo, capirono che quell'ampia apertura alare non era di quel Pokémon.
"Zapdos! Usa Tuono!" urlò il moro e poco dopo dalle nuvole cadde un grande fulmine, seguito da un rombo terribilmente rumoroso; andò a segno, colpendo Kyogre con forza.
"Zapdos!" urlò Igor, incredulo. "Colpiscilo con Geloraggio!".
Gli attacchi del Pokémon si levarono al cielo, costringendo Gold a tenere gli occhi bene aperti. "Schiviamoli!" urlò e quindi partì uno slalom tra colonne di ghiaccio.
"Come diamine ha fatto a catturare Zapdos?!" esclamò Silver.
"Quel ragazzo ne sa una più del diavolo" sorrise l'altra.
Anche l'ultimo attacco fu schivato e, a pochi metri da Kyogre, Gold urlò la sua direttiva.
"Perforbecco, sulla ferita che ha sul capo!".
Igor vide raggiungersi dal Pokémon ad una velocità immane e comprese che quel colpo sarebbe stato davvero forte.
Poi un forte rumore proveniente da Groudon lo fece girare.
Ma sarà soltanto un arrivederci, sia ben chiaro. E poi è per questo che Cy e Lev hanno preso a far parte della nostra famiglia: noi non vogliamo lasciarvi mai soli!
- Andy
Time Out
Sulla spiaggia, nella baia di Ceneride, i ragazzi continuavano a scrutare il cielo.
“La Torre dei Cieli è lì” diceva Rocco, puntando il dito verso sud est. Molti guardarono la punta del suo dito invece del luogo indicato ma poco importava, anche perché da lì non era visibile.
Zoe osservava con orrore crescente la scena di lotta di Groudon e Kyogre, inorridita, come anche gli altri che affondavano i piedi nella sabbia candida. Fiammetta le stava a debita distanza; quella tipa non le piaceva e non riusciva a nasconderlo, stazionando sempre accanto al Campione.
Silver era poco lontano da Pat, ed anche Crystal riusciva a vederla mentre litigava con Gold.
“Uffa... E fammi uscire!” esclamava, battendo i pugni sulla parete d’energia che li conteneva entrambi.
Pat, con la treccia lunga che carezzava il collo e scendeva dietro le spalle, guardava con pazienza il moro, ormai quasi ripresosi completamente.
“Gold, calmati... Non ti sei ancora ripreso” faceva quella, sospirando.
Gold batteva i pugni sul muro trasparente, stringendo i denti, con foga. “Qui c’è bisogno di me! E Togebo dov’è?!” diceva, girandosi continuamente.
“L’ha preso Marina” rispose quella, calma e concentrata. Gold stava ancora steso di spalle sulla sabbia, cercando di uscire da quella bolla d’energia. Stava provando a scavare per poter uscire, facendo sorridere Pat.
“Ma perché non capisci che morirai se non stai fermo?”.
Gold sbuffò. “Prima o poi dovrò morire...”.
“Cerca di non morirmi sotto le mani”.
Un attimo di silenzio.
“E perché Marina avrebbe preso il mio Togekiss?!” urlò poi, d’improvviso.
“È andata a prendere Rayquaza, con suo fratello...”.
Gold spalancò gli occhi, a mostrare incredulità.
“E cos’è un Rayquaza?!”.
Pat sorrise nuovamente.
“Tu mi sei simpatico, sai?”.
“Tu invece mi stai tenendo prigioniero qui dentro. E non stiamo facendo niente buono... se... se capisci cosa intendo...”.
“Parla per te. Sto espellendo gran parte della tua maledizione, in questo momento...”.
“Ah, davvero? Pensavo stessi semplicemente poggiando le mani sui miei addominali; mi chiedevo quando avresti alzato la maglietta, in effetti...”.
Pat sorrise ancora.
“Sei carina” attaccò il moro. “Se non stessi cercando di far colpo su Fiammetta e Crystal da quando sono arrivato, probabilmente accetterei le tue avances. Magari potrei poggiare le mie, di mani, su di te...”.
“Zitto. Se mio fratello ti sentisse...” sospirò triste lei.
“Ah. Già. Mi spiace tanto per quella situazione...”.
Pat sorrise amaramente ed abbassò lo sguardo. Gold lo incrociò per un piccolo frangente, riconoscendo il dolore e lo smarrimento di chi si sente solo, condizione che svuota il cuore.
E ragionò, capendo che Tell e Pat fossero gemelli, con quello strano rapporto che solo quelli creavano tra di loro, sempre assieme, sempre legati con quel filo indissolubile di fiducia ed amore.
“Non preoccuparti...” fece lei.
“So cosa voglia dire perdere una persona a te cara... Non voglio più passare una situazione del genere...”.
Pat incrociò lo sguardo di Gold ed annuì, facendo poi un sorriso di circostanza, di quelli imbarazzati che sostituiscono parole inutili di riempimento.
Zoe era in piedi di fronte al mare in burrasca. Combattuta nel suo cuore, il suo istinto la portava a guardare Miriam, ormai dilaniata dal potere che Groudon le stava conferendo. La odiava.
Ed anche a ragione.
Era passata dall’avere tutto e decidere di lasciarlo, quando viveva con la sua famiglia, in cambio di leggerezza e dignità. Poi aveva visto il suo cuore arricchirsi quando aveva incontrato Andy, e tutto le era sembrato più magico ed importante. Quando le aveva spiegato cosa significasse la “emme” che indossavano sul petto lei aveva titubato e non poco, ma le parevano fossero ideali eroici, detti in quel modo.
“Il Team Idro vuole sommergere il mondo. Noi dobbiamo salvare tutti”.
Pareva che Andy fosse un eroe, che facesse parte di una setta di eletti per la protezione di Hoenn, con un costume rosso, i capelli biondi, gli occhi verdi ed un sorriso triste e splendente.
Lei aveva davvero perso la propria vita, per la seconda volta, quando aveva deciso di porgerla in mano a lui.
E poi lui l’aveva stritolata, frantumandola in decine di pezzi taglienti, riversi adesso sulla sabbia che calpestava, sulla battigia davanti a lei, nel mare nero agitato.
Miriam era una puttana, lei lo sapeva.
Rifletté nuovamente, comprendendo come fosse stata usata fin dal primo minuto: Andy non era arrivato a lei per sbaglio, quello non era stato un vero colpo di fulmine e l’unico amore provato in quella pseudorelazione era unilaterale.
Andy aveva già tutto in mente, come anche Miriam.
Zoe lasciò cadere un paio di lacrime, ricordando il volto dell’uomo che aveva tagliato il suo cuore in due per entrarvi.
Lui voleva semplicemente asciugare il mare e relegare le forme di vita esistenti ad un limbo di morte e distruzione, controllando la poca acqua rimasta e centellinandola.
Avrebbero costruito un mondo nuovo, migliore – secondo la loro opinione – in cui lui era il re e lei la regina.
In cui Zoe sarebbe stata soltanto una comparsa.
Sospirò, era il peso del suo cognome ad aver attirato quella bestia da lui. Le sue abilità, ecco.
Pensò a tutte le cose brutte che aveva fatto, pentendosene immediatamente.
E poi una mano si spinse sulla sua bocca mentre la lama affilata di un coltello premeva sulla carotide. Riuscì giusto ad emettere un urlo, in modo da far girare Silver e Crystal.
“Andy!” urlò il fulvo, avvicinandosi lentamente, vedendo indietreggiare la coppia vestita in rosso con ancor più lentezza.
“Fermo!” urlava quello, col volto emaciato e sporco di sangue. “Non ti muovere oppure la ammazzo, qui, davanti a tutti!”.
“Posa quel coltello! Ora non puoi fare più niente! Devono vedersela loro!” Silver puntò il dito verso la coppia di leggendari che ancora lottava, senza lesinare alcun colpo.
“Non funziona così...” diceva, zoppicando mentre camminava indietro. “Zoe è motivata più di voi nel distruggerci, adesso”.
Crystal raggiunse Silver, impressionata dalla scena, e guardò per bene gli occhi dell’ex sgherra del Team Magma; spalancati, impauriti, timorosi della lama che premeva sul suo collo.
“Lasciala stare” diceva poi, cercando di trasmettere calma. Guardava il viso livido di Andy, stupendosi del modo in cui l’avesse ridotto.
Quella furia cieca, inspiegabile, non le aveva ancora tolto lo sguardo e la cosa la rincuorava, anche perché non era stato parecchio semplice abituarsi all'idea di non poter più vedere la luce del sole, i colori.
E Silver, accanto a lei.
"Andy, ora è una questione che non riguarda più te..." diceva quello.
"Certo che riguarda me! È della mia vita che si parla, qui! Sarò il re del mondo!" urlava, ormai rapito dalla follia, spingendo il coltello contro il collo della donna, seriamente spaventata.
Gli occhi del biondo, malcelavano sete di potere e squilibrio.
La voglia di vedere caldo sangue, rosso sangue, colargli sulle mani e venire asciugato dalle sabbie candide di Ceneride.
Lo sguardo di Zoe era impaurito, fisso in quello di Crystal. La ragazza di Johto vide poi un'inspiegabile vena di consapevolezza e sicurezza sul volto dell'ex nemico, e quindi la vide dare una gomitata in pieno costato all'uomo che la minacciava.
Andy parve non scomporsi più di tanto, ma sorrise, afferrando la Combat Girl per l'avambraccio e spingendola per terra, sedendovisi sulla schiena e continuando a premere il coltello affilato sul collo di Zoe.
Spingeva con l'altra mano la faccia della donna nella sabbia, immobilizzandola completamente.
"Non devi muoverti!" urlò, seguendo il tutto con una risata folle, mentre Rocco e Fiammetta s'avvicinavano impressionati.
"Gold! Devi stare fermo, ho detto!" faceva Pat, spingendo il moro per terra.
"Non posso, Pat! Quel coglione sta per uccidere la ragazza!".
"Adesso ti uccido io, se non la smetti".
"Che dobbiamo fare?!" urlò Crystal, portando le mani larghe, come a mostrare totale innocenza e collaborazione.
Silver si voltò esagitato verso di lei, con gli occhi spalancati.
"Non vorrai scendere a patti con questo terrorista?!".
"Dobbiamo salvare Zoe, Sil... Se c'è qualche modo di uscire da questa situazione dobbiamo farlo. Bisogna vagliare ogni ipotesi..." sussurrò a bassa voce.
"Non sono d'accordo. Ha sempre Zoe come ostaggio".
"Allora?!" urlò ancora Crystal, sempre con le braccia larghe. "Che cosa vuoi in cambio di Zoe?".
Andy sorrise leggermente, poi allargò sempre di più il taglio delle labbra, trasformando l'espressione in una risata. I denti dell'arcata inferiore erano ricoperti di sangue grumoso.
"Fiammetta" rispose, tornando poi serio.
L'interessata spalancò gli occhi. Le ritornarono in mente le terribili scene in cui quel folle la teneva legata al muro, con le catene, mentre passava con la lingua sul suo collo, mentre le carezzava il seno.
Zoe, la sua nemica, la causa principale di tutti i fallimenti delle catture di Crystal, era più morta che viva in quel momento.
Non voleva assolutamente sottrarsi alle sue responsabilità ma non aveva più voglia di vivere quell'incubo.
Silver e Crystal si voltarono verso di lei. La ragazza annuiva leggermente, come a trasmetterle calma e sicurezza, sottintendendo che avrebbero messo tutto a posto. Lo sguardo di Silver, invece, era rimasto glaciale ed impenetrabile.
Rocco invece aveva la testa bassa, mentre stringeva i denti.
"Ok..." sospirò poi la rossa, avvicinandosi.
"No!" urlò il Campione, improvvisamente svegliatosi da quello stato di paralisi cosciente.
"Non preoccuparti..." sorrise la donna, continuando a camminare lentamente verso di il pazzo. Quello s'alzò, stringendo sempre il coltello sulla carotide della donna che teneva come ostaggio, e quando Fiammetta si ritrovò ad un metro da lei fu libero di gettare per terra Zoe, totalmente in lacrime, e di afferrare il braccio destro della donna di Cuordilava, per poi tirarlo a sé.
Lui pregustava lo stupro che avrebbe messo in atto qualche ora dopo, ai danni di quella. L'avrebbe colpita con tanta forza sul volto da farle sanguinare le gengive, per poi leccare quei rivoli di sangue rubino, che trovava deliziosi e proibiti. Avrebbe morso la sua carne, l'avrebbe resa livida, e poi l'avrebbe usata come un inutile contenitore. Alla fine l'avrebbe ammazzata ed avrebbe dato fuoco al suo corpo.
Ma qualcosa non andò come previsto.
Già, perché fu proprio durante quel pensiero che la ragazza lasciò partire un diretto sul volto di quello, tanto forte quanto efficace, che gli fece perdere i sensi.
Andy cadde sulla sabbia, perdendo la presa dal coltello a serramanico e chiudendo gli occhi.
Zoe si alzò repentina, afferrò il coltello e, totalmente coperta di lacrime, lo piantò nel petto del biondo.
"Muori, bastardo!" faceva, accasciandosi poi su di lui, tormentata dai rimorsi e dal pianto.
Fiammetta era rimasta immobile, sgomenta alla scena che le era scorsa davanti agli occhi.
"Zoe..." disse poi, sotto voce, prima che Rocco corresse da lei e la stringesse.
La rossa spalancò gli occhi, sorpresa.
"Non fare più l'incosciente...".
"Quindi un Rayquaza è un drago verde?" domandava Gold, sedato per l'ennesima volta dalle parole di Pat.
"Sì... un enorme drago verde...".
"Uhm... Verde, dici?".
"Sì" ripeté la moretta, saggiando nuovamente il petto del ragazzo con le sue dita.
"Bene, lì ce n'è uno" fece, puntando il dito.
Pat si voltò rapida e sorrise.
"Stanno arrivando!" urlò Fiammetta, stretta nell'abbraccio di Rocco. Rayquaza atterrò lentamente, facendo scendere Martino con stretta in grembo Marina, proprio accanto a Pat e Gold.
Quest'ultimo spalancò gli occhi e si alzò.
"Marina! Che è successo?!" fece, battendo i pugni contro il muro d'energia che Pat aveva alzato su di loro.
"Martino! Non l'hai protetta! E tu, Pat! Fammi uscire da qui dentro, porca puttana!" diceva, battendo i pugni contro la barriera, con rabbia incontrollata.
Martino poggiò sulla sabbia il corpo di Marina; il volto del ragazzo era serio, serissimo.
"Pat! Liberami!" urlava Gold, continuando nel tentativo inutile di sfondare la barriera d'energia. Quella stringeva i denti, cercando di continuare lo stesso il suo lavoro.
Martino s'avvicinò alla donna con la treccia e la guardò, con gli occhi pieni di lacrime.
"Fammi uscire!" continuava Gold, sferrando un ultimo, ennesimo colpo alla barriera, prima di creare un varco. Uscì fuori, nuovamente in preda ai dolori, gettandosi sul corpo di Marina.
"È morta?! L'hai fatta morire?!" urlava, gettandosi su di lei. In pochi secondi stampò nella sua mente l'espressione totalmente vuota sul suo viso, i rivoli di lacrime secchi sulle sue guance, quello di sangue ai lati della bocca con le labbra screpolate, i capelli sporchi di fango.
"Marina..." disse, pronunciando le labbra e trattenendo le lacrime. Martino sostava davanti ai due con lo sguardo addolorato.
"Rayquaza l'ha colpita, prima della cattura..." disse. "Non ho potuto fare niente. S'è allontanata ed io...".
Gold guardò un'ultima volta Marina prima di alzarsi e correre verso suo fratello, colpendolo con un pugno nello stomaco.
"Gold!" urlò Pat, alzandosi velocemente. "Tu l'hai fatta ridurre così!" disse, mentre Pat cercava, col corpo di schermare Martino, piegato su se stesso e dolorante.
"Fermati!" diceva la ragazza.
"Non so se sia morta..." fece il Ranger, sospirando. Gold ormai piangeva, ed urlava al mondo. Si voltò verso Rayquaza, che ancora fluttuava silenzioso alle loro spalle.
"Pat! Aiutala, ti prego!".
"Se è morta non c'è nulla da fare..." disse lei.
Gold abbassò la testa e Pat lo lasciò, andando verso di lei. S'inginocchiò, affondando nella sabbia, e mise la mano sul cuore della ragazza.
"Lei... lei ha avuto problemi al cuore?" disse poi, al fratello.
Martino piangeva a testa bassa, proprio come Gold; si limitò ad annuire.
"E tu, sapendo che aveva problemi del genere, non le stavi attaccato al culo?! Sei un pezzo di merda!" urlava Gold.
Martino alzò la testa, furibondo. "Quei problemi del genere li hai creati tu! Sei stato tu a lasciarla da sola, quando successe tutto quel casino!".
Gold spalancò gli occhi, non capendo.
"Ma che diamine dici, con quella bocca?".
"Dico che era con te quando il pezzo di vetro le ha trafitto il petto, lacerando parti del cuore! È viva per miracolo!".
Occhidoro continuava a non capire.
"Che c'è?! Ora non dici nulla?!"
"È un infarto... È viva, però..." sospirò Pat, facendo voltare entrambi ed illuminando i suoi occhi di quella strana luce azzurra. Ricoprì nuovamente se stessa con la barriera d'energia e cominciò a lavorare su Marina.
"Starà bene..." sospirò Martino. "Ma tu! Tu non puoi accusarmi di nulla!".
"Martino, prendi un Oki e calmati, prima che ti riempia di calci! Sei in preda al delirio!".
"Ah, sì?! E dimmi, Gold, hai mai sofferto d'amnesia?!".
Il moro fece cenno di no.
"Quindi ricorderai d'esser stato ad Oblivia!".
Gold sbatté un paio di volte gli occhi e pronunciò le labbra. "Sì... dieci anni fa, circa. Ero un ragazzino e...".
"Ed una sera uscisti con mia sorella!".
"Ma non è vero! Lo ricorderei altrimenti! L'unica ragazza con cui sono uscito era..." e poi si bloccò. Cercò di ricollegare i ricordi e di fare un confronto. Ricordava il vestito bianco, e poi i capelli castani. Ricordava le belle labbra e le gambe magre. E poi ricordava la sua voce.
"Era lei..." rimase shoccato.
"Sì! Era mia sorella!".
"Ma io non le ho fatto niente!".
"Quando quei Pokémon attaccarono il ristorante tu non eri lì a proteggerla!".
"Certamente! Ero all'inseguimento dei malfattori!".
"Saresti dovuto rimanere con lei, cazzo!" urlò ancor di più Martino, ricambiando il pugno nella pancia ricevuto qualche minuto prima. Gold si piegò su se stesso, sputando sangue.
"Il fuoco dei Pokémon ha provocato una grande esplosione, ed un pezzo di vetro è rimasto conficcato nel corpo di mia sorella! Nel suo cuore!".
"Non...".
"Ora basta" tuonò Rocco. S'avvicinò e si frappose tra i due, dividendoli. "Gold, come ti senti?".
"Una schifezza" rispose, pulendosi dal sangue.
"Meraviglioso. Ci servirà anche il tuo aiuto. Martino, Rayquaza è sotto controllo".
Il Ranger annuì.
"Ok. Solo tu puoi fermare questa battaglia. Dopodiché proveremo a lottare contro di loro a gruppi di tre: Gold, Silver e Crystal da una parte ed io, Fiammetta ed Alice dall'altra. Voi vi occuperete di Kyogre".
"Forse sarebbe meglio Groudon, lo conosciamo meglio..." subentrò Silver alle spalle.
"Neanche per sogno. Miriam ed io abbiamo un conto in sospeso".
Igor sentiva il potere fuoriuscire da ogni poro del suo corpo. Corpo troppo umano, troppo limitato per gestire quella potenza infinita; sanguinava dalle orbite, dal naso, dalla bocca.
Le unghie stavano cadendo, anche i denti. Gli occhi erano scavati profondamente e solchi nerastri rendevano ancor più inumane le fattezze del suo viso.
"Kyogre! Usa Geloraggio!" diceva, mentre la pioggia lo investiva interamente, evaporando al contatto con la sua pelle.
Anche Miriam non sembrava essere messa meglio: perdeva capelli a ciocche mentre il colorito della sua pelle s'avvicinava al rosso rubino. Anche i suoi occhi piangevano sangue, che si accumulava nelle profonde occhiaie.
"No! Groudon! Usa Lanciafiamme!".
E fu così che una grande quantità d'acqua incandescente si riversò nel mare.
Entrambi furono colpiti da qualcosa che li fece sbalzare, quasi disarcionandoli dai due giganti leggendari. Miriam si voltò verso sinistra e vide Mega Rayquaza pronto a colpire altre decine di volte che centinaia di bombe luminose.
"Groudon, attento!" urlò quella, vedendo il suo Pokémon venir colpito altre volte. Anche Kyogre non fu risparmiato, ma Igor non s'allarmò più di tanto.
"Miriam" la chiamò.
Quella si voltò e lo fissò, inviperita. "Che diamine vuoi?".
"Qui rischiamo che i nostri piani vadano a finire in malora. Dovremmo necessariamente unire le forze".
Annuì, la rossa, quindi punto il dito verso Rayquaza. "Usa Abisso!".
Martino era stretto ad uno di quei luminosissimi fili che pendevano dal corpo di Rayquaza, sulla sua testa, cercando di non cadere e di rimanere il più basso possibile. Vide l'aria congelarsi rapidamente, rarefarsi e colpire tutto. Una mossa terribilmente efficace contro il suo Pokémon.
"Attacca Kyogre con Iper raggio!" urlò quello, ed il suo Pokémon eseguì con così tanta perizia da bloccare l'attacco Purogelo, facendolo fallire.
"Meraviglioso".
Ma la terra sotto di lui si spaccò in un abisso profondissimo, dentro il quale l'acqua congelata creata da Kyogre si riversava con voracità.
"Non dobbiamo cadere nemmeno lì dentro. Stai bene, Rayquaza?" domandò poi.
Quello annuì e schivò un forte attacco di Groudon.
"A sinistra" disse infatti Martino, evitando di dare il fianco a Kyogre.
"Ed ora Extrarapido su Groudon!" urlò.
Un tackle incredibile, diretto sul volto, le dimensioni di Rayquaza, assieme all'alta velocità utilizzata costrinsero Groudon ad indietreggiare, inciampando e finendo in acqua.
"Ottimo!" urlò Martino.
"È il momento!" urlò Rocco, scagliandosi sul suo Metagross contro Miriam, ormai finita in acqua. Dietro di lui seguivano Alice su Altaria e Fiammetta, più lenta, su Talonflame.
Miriam tornò a galla, salendo nuovamente su Groudon. Kyogre invece attaccò con forza Rayquaza, mentre da dietro partirono Silver e Crystal, pronti all'attacco.
Gold era rimasto sulla spiaggia, con Pat e Marina. Guardava la Ranger, semisvenuta.
"Starà bene?" domandò poi.
"Farò il massimo".
"Fai tutto quello che è in tuo potere. Se è necessario prendi da me quello che serve".
"Le servirebbe il cuore..." sorrise Pat, sentendosi poi fissare. Lei alzò gli occhi e lo vide che vagliava l'ipotesi.
"È fuori discussione che io faccia una cosa del genere, Gold. Farò in modo da far riprendere il cuore e renderlo stabile fino alla fine di tutto questo; fine che non arriverà mai, se non aiuti i tuoi amici".
"Hai ragione" sospirò quello. "Tu hai sempre ragione. Diventerai il mio medico personale, sappilo".
"Quanto ti servirebbe non lo sai..." sorrise lei. "Ora vai".
"Sì. È che non trovo il mio zaino..." disse, infilandosi nuovamente la maglietta.
Pat alzò una mano, senza nemmeno guardare, e lo zaino prese a fluttuare.
"Oh, ok. Grazie" fece, grattandosi la testa con un ampio sorriso sul volto. Afferrò la cinghia ed aprì a zip. Infilò il braccio dentro, fino al gomito, con il volto corrucciato.
"Magari avessi la tua capacità di trovare le cose" disse, sovrappensiero, mentre Pat sorrideva.
E poi il suo volto s'illuminò; tirò fuori una Pokéball, stringendola con bramosia.
"Ottimo! Ora andiamo!".
Silver e Crystal capirono che attaccare Kyogre non dovesse essere particolarmente semplice, e questo per un paio di motivazioni che entrambi trovarono più che valide:
la prima, sicuramente, era rappresentata dal fatto che stessero per combattere contro uno dei Pokémon più forti mai esistiti sulla Terra;
la seconda era che combattevano nel suo elemento, il mare. Ed anche se non erano propriamente in mare, perché erano in volo su Honchkrow, lo strapotere del Pokémon sarebbe stato sicuramente avvalorato da questo aspetto.
In più vi era l'aspetto psicologico: Silver e Crystal erano soli a combattere contro una divinità fatta Pokémon.
"Feraligatr! Metagross!" chiamò Silver, vedendo poi la ragazza mandare in acqua Swampert.
"Dobbiamo farcela!" urlava lei, caricando Swampee. "Attacchiamolo con Fanghiglia!".
"Metagross, Psichico! Feraligatr, vai con Fulmindenti!".
Gli attacchi s'abbatterono tutti su Kyogre, con Igor che intanto era voltato verso Rayquaza. Inorridì nel vedere quei piccoli Pokémon fare gioco forza per attaccarli e quasi sorrise.
"Ma cosa credete di fare?! Kyogre, Idrondata!".
"Attenzione, Metagross!" urlò Silver, conscio del fatto che i due starter di Johto e Hoenn se la sarebbero cavata con poco.
"Usa Surf!" urlò poi Crystal, vedendo Swampert cavalcare la grande onda che arrivava, arrivando addirittura all'altezza dell'occhio destro del Pokémon re degli oceani.
Si gettò su di lui, pochi metri accanto a Igor, e colpì con un potente pugno il capo del Pokémon, anche se inutilmente.
"Metagross!" urlò Silver. "Segui Swampee con Feraligatr!".
E così il Pokémon prestatogli da Rocco usò i suoi poteri psichici per far fluttuare Feraligatr e portarlo accanto a Swampert.
"Non funziona così! Attacchiamo quel Metagross, Kyogre!" ordinò Igor.
E poi Rayquaza lo colpì con un attacco Iper raggio, facendolo vacillare.
"Dannato Ranger!" urlò Igor. Il duro attacco subito aveva aperto una grossa ferita sul capo del Pokémon.
"Feraligatr! Codacciaio sulla ferita!".
"Sì, anche tu, Swampee! Vai con Codacciaio!".
Entrambi i Pokémon colpirono il punto sensibile di Kyogre, che s'immerse per cercare di eludere i successivi attacchi.
"Metagross! Psicoraggio!" urlò Silver.
Ed il colpo fu tanto preciso che il lamento del Pokémon risuonò per tutta Ceneride, costringendolo a fuoriuscire dalle profondità marine, sempre seguito dai due Pokémon d'acqua.
"Kyogre, dobbiamo sbarazzarci di loro!" urlava Igor, ravvivando i capelli con la mano.
La pioggia scendeva fitta ed aiutava Swampee, più veloce. Tuttavia l'attacco Bora che subirono fu molto forte, e non riuscirono a schivarlo.
Anche Metagross ne risentì parecchio, abbassando la quota di volo, venendo poi colpito da un forte attacco Idropompa.
"No! Metagross!"
"È troppo grande. Non riusciremo a sconfiggerlo in questo modo!" esclamò Crys.
"Non disperate!" sentirono urlare Gold dall'alto. La sagoma di Togebo era ombrata, frapposta tra i giovani ed il sole, ma poi, dopo un attimo, capirono che quell'ampia apertura alare non era di quel Pokémon.
"Zapdos! Usa Tuono!" urlò il moro e poco dopo dalle nuvole cadde un grande fulmine, seguito da un rombo terribilmente rumoroso; andò a segno, colpendo Kyogre con forza.
"Zapdos!" urlò Igor, incredulo. "Colpiscilo con Geloraggio!".
Gli attacchi del Pokémon si levarono al cielo, costringendo Gold a tenere gli occhi bene aperti. "Schiviamoli!" urlò e quindi partì uno slalom tra colonne di ghiaccio.
"Come diamine ha fatto a catturare Zapdos?!" esclamò Silver.
"Quel ragazzo ne sa una più del diavolo" sorrise l'altra.
Anche l'ultimo attacco fu schivato e, a pochi metri da Kyogre, Gold urlò la sua direttiva.
"Perforbecco, sulla ferita che ha sul capo!".
Igor vide raggiungersi dal Pokémon ad una velocità immane e comprese che quel colpo sarebbe stato davvero forte.
Poi un forte rumore proveniente da Groudon lo fece girare.
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