La coppia di cui ho scritto oggi si riferisce praticamente ad un pairing che ho inconsciamente adottato dal primo momento che ho cominciato a scrivere Hoenn's Crysis, che ormai è finita.
AVVERTIMENTO: QUESTA È UNA ONE SHOT A RATING ROSSO, CONTENENTE SCENE DI SESSO DETTAGLIATAMENTE DESCRITTE, QUINDI SE QUESTE SCENE POSSO DISTURBARE IL LETTORE NON PROSEGUA CON LA LETTURA.
Per una migliore comprensione del testo, consiglio la lettura con sottofondo musicale di Mr. Kid - Better to leave.
Crystal odiava svegliarsi al mattino.
Aveva delle responsabilità, lei, un lavoro e dei compiti da portare avanti.
Lo sapeva bene e non poteva essere lavativa.
Crystal odiava pensare, perché quando pensava finiva sempre per colmare il suo petto d’ansia.
E Silver si preoccupava.
Crystal odiava far preoccupare Silver.
Al contrario suo, Silver riposava poco. Poco e male; si svegliava di notte, in preda agli incubi sul suo passato.
Talvolta piangeva silenziosamente.
Lei aveva provato spesse volte a domandargli della sua infanzia, nel Maniero di Maschera di Ghiaccio, ma Silver alzava il suo muro di silenzio e spostava lo sguardo verso il basso, sulle sue scarpe.
Crystal odiava quelle situazione d’imbarazzo. Avrebbe preferito stare zitta, a volte. Ma odiava anche il silenzio.
E più di tutto odiava la sveglia delle sei e trentaquattro che ogni mattina le trillava sul comodino; lei faceva scatti felini per bloccarla e non svegliare Silver.
In genere non ci riusciva, quello si voltava dalla sua parte e le dava il buongiorno. Poi si alzava ed andava a lavarsi.
Quel mattino però non accadde: fu così lesta a bloccare il tutto che quasi pareva avesse la sveglia tra le mani; Silver difatti non si svegliò.
Non lo vedeva quasi mai dormire, in genere quello dal sonno leggero era lui.
Deve essere parecchio stanco...
Lo guardò, con la chioma rossa e spettinata che gli cadeva sulle spalle; la schiena era nuda, coperta fino al termine, quando i muscoli ben definiti e distribuiti terminavano nella vita sottile, prima di nascondersi sotto le lenzuola.
Crystal inarcò un sopracciglio. Guardò quella schiena così tonica e giocò di fantasia nel ricordare ciò che c’era davanti.
Poi scrollò i pensieri lontani dalla sua testa, perché altrimenti avrebbe tardato.
Poi riguardò l’ora.
Crystal odiava contraddirsi.
Non aveva senso svegliarsi alle sei e trentaquattro quando avrebbe dovuto marcare il cartellino alle nove. Decise che quel mattino avrebbe indugiato sul corpo del suo uomo, senza svegliarlo, magari soltanto guardandolo un po’.
Già, magari.
Magari sarebbe riuscita ad alzare il lenzuolo e toccargli il sedere.
Lo immaginava, duro sotto le sue mani; il calore cominciava a raggiungere l’interezza del suo corpo, sotto la camicetta da notte bianca intravide i capezzoli inturgidirsi.
Si stava eccitando, e la cosa non succedeva così spesso come sarebbe dovuto essere naturalmente, accanto a quel ragazzo.
Carezzò le punte dei seni, sentendo vibrazioni di piacere frustarle la schiena, e poi le gambe, ed ancora il torace.
Silver era soltanto di spalle, immobile, e lei già era tutta bagnata.
Amava quell’uomo, amava la sua schiena, amava il suo corpo. Amava quando lo sentiva entrare dentro di lei.
La fantasia prese a vagare, portò una mano tra le gambe e carezzò il suo sesso umido.
Altre vibrazioni, nuove e più forti, andarono ad aggiungersi a quelle che provava mentre stimolava i capezzoli con il pollice e l’indice.
Levò la camicetta scoprendo i seni; con le gambe spalancate continuava a carezzare il clitoride al di sopra dello slip, sentendo le dita sempre più umide.
Aveva vergogna, in quel momento. Vergogna del suo uomo, del fatto che se si fosse svegliato l’avrebbe trovata a masturbarsi come una sciacquetta, guardando la sua schiena.
E forse mi bacerà i seni. E poi le cosce. E poi...
Forse non era una cattiva idea svegliarlo. Ma voleva continuare a toccarsi, sentiva il piacere così vicino che non voleva fermarsi.
Voleva di più della sua schiena.
Allargò leggermente le gambe, tirando le coperte e scoprendo il fianco del ragazzo e parte della natica sinistra.
Ancora...
Spalancò ancora di più le gambe, sentendo il clitoride pressato contro la mutandina bagnata, riuscendo a scoprire totalmente sedere e cosce. Lo vedeva, ormai sentiva così vicino l’orgasmo da poter assaporare ogni tocco delicato che effettuava sul suo sesso con un movimento del bacino.
Continuava a toccarsi i seni, li stringeva, li premeva, strizzava i capezzoli e poi ricominciava daccapo. E poi vide Silver muoversi, girarsi dalla sua parte. Lei rimase immobile, con gli occhi cristallini spalancati, e sospirò quando lo vide disteso sulla schiena, con una gamba piegata ed una stesa.
Le larghe spalle erano legate a due forti bicipiti, mentre pettorali ed addominali tonici stavano sopra una striscia di peletti che andava dall’ombelico al pube.
Qui, la peluria era bionda, non molto lunga; sapeva che Silver curasse quell’aspetto.
E poi c’era il suo pene.
...
Era in stato di riposo, ma la voglia di baciarlo e leccarlo era così forte da provocarle una forte fitta di piacere alla schiena.
Spostò il bordo dello slip, mostrando al mondo la sua eccitazione bagnata; carezzò con le dita nude il clitoride, poi scese più giù, massaggiando l’ingresso della sua apertura.
Tornò poi su, allungando la mano sugli addominali del ragazzo; il suo addome era freddo, le mani della ragazza bollenti.
Lui si svegliò.
Crystal affondò il colpo, muovendosi nuda e silenziosa, tenendolo premuto sul materasso con vigore.
“Crys... Ma cos...”.
Lei prese gli avambracci del ragazzo e li spinse sul letto, mentre quello sentiva il petto venire sferzato dai capelli castani di quella, e poi dai suoi baci.
Crystal leccò i suoi addominali, poi baciò l’ombelico, affondò il naso nella peluria e si ritrovò il pene vicino la guancia.
Lasciò la presa da Silver, che sentiva fermento nel corpo, mentre sentiva il sangue affluirgli tra le gambe. Sentì il calore della bocca di Crystal avvolgergli il sesso, infine succhiare e poi tirare.
La guardò, aveva gli occhi chiusi ed ardeva di passione. I seni che gli toccavano le ginocchia lo eccitavano e quelle manine che lo massaggiavano ovunque avevano il medesimo effetto.
Leccò la cappella, lei, toccandosi di nuovo, desiderosa di sentirsi riempire.
Silver diventò di marmo in meno d’un minuto, e lei continuava a stimolarlo con la lingua, mentre gli carezzava con le mani gli addominali.
A Silver piaceva, lei lo sentiva da come respirava, come le carezzava le mani, la testa.
“Buongiorno anche a te...” disse poi lui, prima che lei scalasse il suo fisico tonico ed appoggiasse la sua erezione contro l’apertura bagnata del suo corpo.
Il pene poi scivolò dentro agevolmente, lei era eccitatissima e bagnata, lui duro come non mai.
Ogni volta che Crystal sentiva Silver entrare dentro di lei capiva quanto lo amasse; non avrebbe mai permesso ad un uomo di violare il suo corpo in quel modo, entrare in lei, unirsi e diventare un tutt’uno, veicolare il piacere l’un l’altro fino a farlo esplodere, a rilasciarlo nel cervello, a vederlo fuoriuscire dai loro occhi, dalle loro espressioni.
Loro si sentivano l’uno parte dell’altro in quel modo.
Una volta che lui fu entrato in lei, Crystal inarcò la schiena, sentendo in profondità il pene del suo uomo. Sentiva il piacere giocare con la sua testa; lei avrebbe accolto l’iniziativa molto volentieri, dondolando su di lui, sentendolo uscire e rientrare.
Silver godeva con gli occhi e la bocca semischiusi, senza staccare lo sguardo dai suoi occhi languidi, china sul suo corpo.
Vedeva poi i seni della ragazza danzare lemmi davanti al suo volto; afferrò il destro e succhiò il capezzolo, mordicchiandolo e poi baciandolo.
Silver...
Usciva ed entrava, lui, lei lo teneva fermo, guardava i suoi occhi e gli carezzava la testa, il collo, il petto. Adorava poggiare le mani sui suoi addominali e sentirli contrarre ad ogni affondo che riceveva.
Il piacere stava aumentando la sua carica, ormai lo sentiva con prepotenza.
Sentiva duro il sesso di Silver che premeva contro le sue pareti interne, avvolgenti e calde; s’abbassò su di lui e prese a leccargli il collo mentre sentiva le sue mani esplorarle le cosce allenate e soffermarsi sulle natiche.
Saliva, scendeva su di lui, lo sentiva stringerle il sedere, esplorare con le dita, carezzando il perineo ed il foro dell’ano, senza entrarvi.
La forte carica erotica del suo tocco la costringeva a dare di più, sempre di più, finché sentì esplodere nella sua testa una bomba di piacere purpureo, bollente e stimolante.
Sfibrante.
S’abbandonò su di lui, cocente e soddisfatta.
Ma Silver no, non era ancora arrivato.
La sollevò, dandole un’altra forte spinta che le fece spalancare gli occhi; una fitta di piacere tremendo le attraversò il bacino, mentre l’indice di Silver penetrò l’ano, delicatamente.
Si sentiva leggera, quasi informe, lui entrava ed usciva con forza dal suo corpo, dandole botte energiche ad ogni spinta, costringendola in pochi minuti a cader vittima d’un altro poderoso orgasmo.
“Ti amo!” urlò lei, mentre sentiva il ragazzo infervorarsi ancor di più.
“Anche io!” fece, levando le dita dalle sue cosce e stringendola alla vita, facendola stendere con la faccia sul suo petto.
Silver le carezzava la testa mentre il suo cuore batteva un charleston infinito; entrambi ansimavano.
E poi lei lo sentì calmarsi, prima che una sensazione umida e calda riempisse il suo corpo.
Silver si dimenava sotto gli spasmi del piacere.
...
Silenzio, lui ancora dentro di lei, lei ancora su di lui, l’orecchio sul suo cuore, le mani sul suo petto. Silver le carezzava i capelli, le baciava la testa, respirava a bocca aperta, occhi chiusi.
“Buongiorno a te” rispose Crystal, immobile.
“Sei bellissima...”. La voce di Silver risuonò roca nella stanza buia.
“Anche tu” rispose quella, baciandogli il petto.
Poi spalancò gli occhi.
“Sono le otto! È tardi!”.
S’alzò velocemente e corse in bagno, lasciando Silver zitto e solo sul letto, messo di traverso.
AVVERTIMENTO: QUESTA È UNA ONE SHOT A RATING ROSSO, CONTENENTE SCENE DI SESSO DETTAGLIATAMENTE DESCRITTE, QUINDI SE QUESTE SCENE POSSO DISTURBARE IL LETTORE NON PROSEGUA CON LA LETTURA.
Per una migliore comprensione del testo, consiglio la lettura con sottofondo musicale di Mr. Kid - Better to leave.
Nel mio respiro, il tuo respiro...
Crystal odiava svegliarsi al mattino.
Aveva delle responsabilità, lei, un lavoro e dei compiti da portare avanti.
Lo sapeva bene e non poteva essere lavativa.
Crystal
odiava anche pagare le conseguenze dei propri errori, perciò cercava
d’esser sempre perfetta, sempre ordinata e puntuale; la cosa cominciava
anche ad essere un po’ pesante, perché lei non si rilassava mai, e
quando la sera andava a dormire era stanchissima.
Ed aveva soltanto ventiquattro anni. Di quel passo avrebbe raggiunto la morte cerebrale in un altro paio di lustri.Crystal odiava pensare, perché quando pensava finiva sempre per colmare il suo petto d’ansia.
E Silver si preoccupava.
Crystal odiava far preoccupare Silver.
Al contrario suo, Silver riposava poco. Poco e male; si svegliava di notte, in preda agli incubi sul suo passato.
Talvolta piangeva silenziosamente.
Lei aveva provato spesse volte a domandargli della sua infanzia, nel Maniero di Maschera di Ghiaccio, ma Silver alzava il suo muro di silenzio e spostava lo sguardo verso il basso, sulle sue scarpe.
Crystal odiava quelle situazione d’imbarazzo. Avrebbe preferito stare zitta, a volte. Ma odiava anche il silenzio.
E più di tutto odiava la sveglia delle sei e trentaquattro che ogni mattina le trillava sul comodino; lei faceva scatti felini per bloccarla e non svegliare Silver.
In genere non ci riusciva, quello si voltava dalla sua parte e le dava il buongiorno. Poi si alzava ed andava a lavarsi.
Quel mattino però non accadde: fu così lesta a bloccare il tutto che quasi pareva avesse la sveglia tra le mani; Silver difatti non si svegliò.
Non lo vedeva quasi mai dormire, in genere quello dal sonno leggero era lui.
Deve essere parecchio stanco...
Lo guardò, con la chioma rossa e spettinata che gli cadeva sulle spalle; la schiena era nuda, coperta fino al termine, quando i muscoli ben definiti e distribuiti terminavano nella vita sottile, prima di nascondersi sotto le lenzuola.
Crystal inarcò un sopracciglio. Guardò quella schiena così tonica e giocò di fantasia nel ricordare ciò che c’era davanti.
Poi scrollò i pensieri lontani dalla sua testa, perché altrimenti avrebbe tardato.
Poi riguardò l’ora.
Crystal odiava contraddirsi.
Non aveva senso svegliarsi alle sei e trentaquattro quando avrebbe dovuto marcare il cartellino alle nove. Decise che quel mattino avrebbe indugiato sul corpo del suo uomo, senza svegliarlo, magari soltanto guardandolo un po’.
Già, magari.
Magari sarebbe riuscita ad alzare il lenzuolo e toccargli il sedere.
Lo immaginava, duro sotto le sue mani; il calore cominciava a raggiungere l’interezza del suo corpo, sotto la camicetta da notte bianca intravide i capezzoli inturgidirsi.
Si stava eccitando, e la cosa non succedeva così spesso come sarebbe dovuto essere naturalmente, accanto a quel ragazzo.
Carezzò le punte dei seni, sentendo vibrazioni di piacere frustarle la schiena, e poi le gambe, ed ancora il torace.
Silver era soltanto di spalle, immobile, e lei già era tutta bagnata.
Amava quell’uomo, amava la sua schiena, amava il suo corpo. Amava quando lo sentiva entrare dentro di lei.
La fantasia prese a vagare, portò una mano tra le gambe e carezzò il suo sesso umido.
Altre vibrazioni, nuove e più forti, andarono ad aggiungersi a quelle che provava mentre stimolava i capezzoli con il pollice e l’indice.
Levò la camicetta scoprendo i seni; con le gambe spalancate continuava a carezzare il clitoride al di sopra dello slip, sentendo le dita sempre più umide.
Aveva vergogna, in quel momento. Vergogna del suo uomo, del fatto che se si fosse svegliato l’avrebbe trovata a masturbarsi come una sciacquetta, guardando la sua schiena.
E forse mi bacerà i seni. E poi le cosce. E poi...
Forse non era una cattiva idea svegliarlo. Ma voleva continuare a toccarsi, sentiva il piacere così vicino che non voleva fermarsi.
Voleva di più della sua schiena.
Allargò leggermente le gambe, tirando le coperte e scoprendo il fianco del ragazzo e parte della natica sinistra.
Ancora...
Spalancò ancora di più le gambe, sentendo il clitoride pressato contro la mutandina bagnata, riuscendo a scoprire totalmente sedere e cosce. Lo vedeva, ormai sentiva così vicino l’orgasmo da poter assaporare ogni tocco delicato che effettuava sul suo sesso con un movimento del bacino.
Continuava a toccarsi i seni, li stringeva, li premeva, strizzava i capezzoli e poi ricominciava daccapo. E poi vide Silver muoversi, girarsi dalla sua parte. Lei rimase immobile, con gli occhi cristallini spalancati, e sospirò quando lo vide disteso sulla schiena, con una gamba piegata ed una stesa.
Le larghe spalle erano legate a due forti bicipiti, mentre pettorali ed addominali tonici stavano sopra una striscia di peletti che andava dall’ombelico al pube.
Qui, la peluria era bionda, non molto lunga; sapeva che Silver curasse quell’aspetto.
E poi c’era il suo pene.
...
Era in stato di riposo, ma la voglia di baciarlo e leccarlo era così forte da provocarle una forte fitta di piacere alla schiena.
Spostò il bordo dello slip, mostrando al mondo la sua eccitazione bagnata; carezzò con le dita nude il clitoride, poi scese più giù, massaggiando l’ingresso della sua apertura.
Tornò poi su, allungando la mano sugli addominali del ragazzo; il suo addome era freddo, le mani della ragazza bollenti.
Lui si svegliò.
Crystal affondò il colpo, muovendosi nuda e silenziosa, tenendolo premuto sul materasso con vigore.
“Crys... Ma cos...”.
Lei prese gli avambracci del ragazzo e li spinse sul letto, mentre quello sentiva il petto venire sferzato dai capelli castani di quella, e poi dai suoi baci.
Crystal leccò i suoi addominali, poi baciò l’ombelico, affondò il naso nella peluria e si ritrovò il pene vicino la guancia.
Lasciò la presa da Silver, che sentiva fermento nel corpo, mentre sentiva il sangue affluirgli tra le gambe. Sentì il calore della bocca di Crystal avvolgergli il sesso, infine succhiare e poi tirare.
La guardò, aveva gli occhi chiusi ed ardeva di passione. I seni che gli toccavano le ginocchia lo eccitavano e quelle manine che lo massaggiavano ovunque avevano il medesimo effetto.
Leccò la cappella, lei, toccandosi di nuovo, desiderosa di sentirsi riempire.
Silver diventò di marmo in meno d’un minuto, e lei continuava a stimolarlo con la lingua, mentre gli carezzava con le mani gli addominali.
A Silver piaceva, lei lo sentiva da come respirava, come le carezzava le mani, la testa.
“Buongiorno anche a te...” disse poi lui, prima che lei scalasse il suo fisico tonico ed appoggiasse la sua erezione contro l’apertura bagnata del suo corpo.
Il pene poi scivolò dentro agevolmente, lei era eccitatissima e bagnata, lui duro come non mai.
Ogni volta che Crystal sentiva Silver entrare dentro di lei capiva quanto lo amasse; non avrebbe mai permesso ad un uomo di violare il suo corpo in quel modo, entrare in lei, unirsi e diventare un tutt’uno, veicolare il piacere l’un l’altro fino a farlo esplodere, a rilasciarlo nel cervello, a vederlo fuoriuscire dai loro occhi, dalle loro espressioni.
Loro si sentivano l’uno parte dell’altro in quel modo.
Una volta che lui fu entrato in lei, Crystal inarcò la schiena, sentendo in profondità il pene del suo uomo. Sentiva il piacere giocare con la sua testa; lei avrebbe accolto l’iniziativa molto volentieri, dondolando su di lui, sentendolo uscire e rientrare.
Silver godeva con gli occhi e la bocca semischiusi, senza staccare lo sguardo dai suoi occhi languidi, china sul suo corpo.
Vedeva poi i seni della ragazza danzare lemmi davanti al suo volto; afferrò il destro e succhiò il capezzolo, mordicchiandolo e poi baciandolo.
Silver...
Usciva ed entrava, lui, lei lo teneva fermo, guardava i suoi occhi e gli carezzava la testa, il collo, il petto. Adorava poggiare le mani sui suoi addominali e sentirli contrarre ad ogni affondo che riceveva.
Il piacere stava aumentando la sua carica, ormai lo sentiva con prepotenza.
Sentiva duro il sesso di Silver che premeva contro le sue pareti interne, avvolgenti e calde; s’abbassò su di lui e prese a leccargli il collo mentre sentiva le sue mani esplorarle le cosce allenate e soffermarsi sulle natiche.
Saliva, scendeva su di lui, lo sentiva stringerle il sedere, esplorare con le dita, carezzando il perineo ed il foro dell’ano, senza entrarvi.
La forte carica erotica del suo tocco la costringeva a dare di più, sempre di più, finché sentì esplodere nella sua testa una bomba di piacere purpureo, bollente e stimolante.
Sfibrante.
S’abbandonò su di lui, cocente e soddisfatta.
Ma Silver no, non era ancora arrivato.
La sollevò, dandole un’altra forte spinta che le fece spalancare gli occhi; una fitta di piacere tremendo le attraversò il bacino, mentre l’indice di Silver penetrò l’ano, delicatamente.
Si sentiva leggera, quasi informe, lui entrava ed usciva con forza dal suo corpo, dandole botte energiche ad ogni spinta, costringendola in pochi minuti a cader vittima d’un altro poderoso orgasmo.
“Ti amo!” urlò lei, mentre sentiva il ragazzo infervorarsi ancor di più.
“Anche io!” fece, levando le dita dalle sue cosce e stringendola alla vita, facendola stendere con la faccia sul suo petto.
Silver le carezzava la testa mentre il suo cuore batteva un charleston infinito; entrambi ansimavano.
E poi lei lo sentì calmarsi, prima che una sensazione umida e calda riempisse il suo corpo.
Silver si dimenava sotto gli spasmi del piacere.
...
Silenzio, lui ancora dentro di lei, lei ancora su di lui, l’orecchio sul suo cuore, le mani sul suo petto. Silver le carezzava i capelli, le baciava la testa, respirava a bocca aperta, occhi chiusi.
“Buongiorno a te” rispose Crystal, immobile.
“Sei bellissima...”. La voce di Silver risuonò roca nella stanza buia.
“Anche tu” rispose quella, baciandogli il petto.
Poi spalancò gli occhi.
“Sono le otto! È tardi!”.
S’alzò velocemente e corse in bagno, lasciando Silver zitto e solo sul letto, messo di traverso.
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