Gold Digger
Il tempo parve scorrere veloce, e impetuoso come i ruscelli che Kyle esplorò durante la sua breve permanenza a New Hope. Ormai era una settimana che si trovavano lì, raggruppati con ciò che restava della libera popolazione ancora esistente. Durante quel lasso di tempo, Kyle diede il suo contributo nei lavori più vari, facendo molta amicizia col fabbro che lavorava vicino casa sua. Ronan era un tipo strano ma simpatico, e Kyle era entusiasta dell’essere statogli assegnato come apprendista. Lì, nella fucina, passava la maggior parte del suo tempo. Dalla mattina, quando il Sole si alzava in cielo, fino all’ora di pranzo, quando rincontrava Daisy, Cole, Sur e tutti gli altri, per poi riprendere e fermarsi intorno alle diciotto. Così ogni giorno, iniziando dai lavori più semplici e dalla sola osservazione di Ronan al lavoro. Riolu, nel frattempo, gironzolava per la cittadella, accompagnato da Hoothoot, esplorava la selva e correva da un punto all’altro dei campi. Arcanine preferiva il calore delle fucine e per questo restava con Kyle. Spesso aiutava Ronan a velocizzare i processi di riscaldamento dei materiali, grazie alle potenti vampe di fuoco che era in grado di generare, facendo risparmiare così molte ore di lavoro.
Il tardo pomeriggio era di solito dedicato all’esplorazione delle sezioni di foresta, aiutato da Riolu che nel frattempo era diventato ormai esperto nell’orientarsi fra i vari profumi della natura. Altre volte, invece, preferiva gironzolare per le strade di New Hope facendo amicizia con i suoi abitanti e, nel caso fossero in bisogno, recargli aiuto nelle loro mansioni.
Quel giorno, subito dopo essere stato congedato da Ronan, Kyle si diresse verso la foresta. Blue gli aveva chiesto di farle un resoconto sul numero di Hoothoot e Noctowl selvatici che si aggiravano nella selva a sud-ovest della cittadella. Riolu fu il solo ad accompagnarlo, in quanto Arcanine era occupato con le visite mediche e le vaccinazioni nella zona ricerca di New Hope. Cole si stava occupando di lui al momento, mentre i medici si davano da fare fra esami e cure varie.
Quindi Kyle si diresse verso la selva con Riolu al suo fianco. Gli bastò addentrarsi di poco all’interno della boscaglia per poter vedere i vari stormi di Pokémon volanti stanziati sui rami degli alberi. Mentre la maggior parte di Starly e qualche sporadico Staravia iniziavano a cercare un rifugio per la notte, i primi Pokémon notturni cominciavano ad animare la foresta secondo il loro stile. I Dustox si levarono in volo uno dopo l’altro, lasciando al loro passaggio una sempre più fitta scia di polvere luminescente mista a feromoni: erano giunti i primi giorni di Aprile, e i Pokémon sembravano come elettrizzati dalla carica di energia trasportata dalla Primavera ormai stabilitasi del tutto in quella Regione. L’aria iniziava a rendersi più calda rispetto a poco tempo fa, anche il Sole si rendeva di giorno in giorno più inclemente verso gli esseri viventi. In quel frangente, la natura rinasceva rigogliosa e indomita. Kyle e Riolu si fecero spazio fra alberi ed enormi cespugli, evitando grovigli di spine e annusando i fiori più colorati che avessero mai visto.
Un po’ grazie al suono del bubolare dei Hoothoot, un po’ per merito di Riolu, Kyle riuscì in poco tempo a raggiungere un grosso stormo di Hoothoot in risveglio. Si mise ai piedi di un grosso tronco dalle foglie strane, uniche rispetto al resto della foresta. Kyle si chiese cosa ci facesse un banano in un luogo come quello, in montagna.
Uno degli Hoothoot si staccò dal resto del gruppo per dirigersi verso di Kyle. Il ragazzo lo riconobbe subito, era l’Hoothoot che ogni giorno volava fino alla cittadella per salutarlo e che passava molto del suo tempo con Arcanine e Riolu.
Kyle si inginocchiò per potersi portare all’altezza degli occhi di lui, che si era posato a terra nel frattempo.
- Allora, piccolo Hoothoot, come va? – estrasse del pane avvolto in un panno morbido dallo zaino e lo porse al Pokémon.
- Ti piace ancora il pane, vero?
Hoothoot strappò qualche centimetro di pane quando Kyle sentì un tonfo alle sue spalle.
Si voltò e vide Riolu riverso a terra, ai piedi dello strano albero. Kyle non fece neanche in tempo a muoversi che rimase paralizzato dallo stupore. L’enorme albero iniziò a muoversi, utilizzando le grosse foglie sul suo dorso per spostare i rami degli alberi alle sue spalle e generare spazio di manovra. Solo allora Kyle alzò lo sguardo, notando si trattasse di un gigantesco esemplare di Tropius, finito lì sopra chissà come. Il Pokémon emise un lungo, borbottante e penetrante richiamo, a cui risposero in coro altri esemplari della sua specie. In poco tempo, una ventina di finti alberi era in movimento intorno a Kyle. Non lo degnarono di attenzioni e si diressero invece nel luogo da cui proveniva un nuovo richiamo. Stavolta però pareva diverso, c’era un tono di malinconia in esso.
Kyle non ebbe tempo di riprendersi dallo stupore che la radio che gli avevano donato iniziò a vibrare. Kyle allungò l’antenna e accese il pulsante di ricezione.
- Kyle, come ti butta? Lascia stare gli Hoothoot, porta il tuo culo qui. C’è una persona che devi assolutamente conoscere. E sottolineo devi.
- Sur, sei tu?
- In carne e ossa, e un po’ d’erba.
- Avvisa subito Blue, ho visto dei Tropius. Ci credi, Sur? Non ne avevo mai visto uno.
- Blue al momento è impegnata con Green. È tornato e ha un paio di sorprese con sé. Quindi porta il culo qui al laboratorio. Sur passo e chiudo.
Kyle ripose alla bell’e meglio la radio e si diresse di corsa verso il laboratorio, senza tante cerimonie. Hoothoot decise di seguirlo, volteggiando sulla testa di Riolu che si destreggiava fra i rami degli alberi.
Quando Kyle giunse al sito dei laboratori, vi trovò una grossa folla di personale, dai medici agli ingegneri, raccolto nell’ampio piazzale che si trovava al centro fra tutti gli edifici. Un Charizard e un Togekiss stavano riposando ai lati di tre grosse pedane stracariche di contenitori in acciaio e sacche di ogni grandezza, tenute assieme e fissate da numerosi lacci e catene rinforzate. Vicino a essi, Cole, Sur e Blue stavano discutendo con due uomini.
Mano a mano che si avvicinava, Kyle riconobbe Green grazie alle descrizioni di Blue. La camicia, cosa che portava praticamente sempre, era ancora al suo posto, seppur lacerata in più punti. I capelli castani erano stati lasciati liberi di muoversi, rendendosi ribelli e del tutto scomposti, come se fossero stati colpiti da mille getti d’aria provenienti da ogni direzione. Il viso, leggermente indurito dall’età, era costellato dalla nascita di una nuova barba non curata, mentre gli occhi verdi ardevano di un’insolita luce. Quello doveva essere per forza Green.
Quando Kyle giunse vicino al gruppo più ristretto, l’altra persona sconosciuta si volse verso di lui, indicandolo e parlando sottovoce con Sur.
- Kyle, figliolo, questa è la persona che dovevi conoscere, ti presento Gold, l’essere più geniale su questa terra, dopo me ovviamente.
Gold spostò il voluminoso ciuffo di capelli che gli cascava davanti agli occhi dorati e li fissò utilizzando gli occhialoni da aviatore come se fossero un frontino. Si pulì la mano sul giubbotto in pelle marrone scuro e poi anche sui lunghi e larghi pantaloni da tuta che indossava.
- Ciao, ragazzino, piacere di conoscerti. Quindi tu sei Kyle, Cole ha parlato molto di te, speravo di poterti conoscere, almeno ancora vivo.
- Tu sei Gold, giusto? Sur mi ha raccontato che una volta hai combattuto fianco a fianco con Raikou, com’è stato?
- Ah già, quella vecchia storia. Ero più piccolo di te quando facemmo quel team-up; comunque fu una cosa grandiosa, ho ancora il corpo che va a fuoco per l’adrenalina del momento. Un po’ come andare a letto con Fiammetta.
- Chi è Fiammetta? – chiese Kyle.
- Momento, momento momento. Mi stai dicendo che non conosci Fiammetta?
- Non ho idea di chi sia questa persona, vive qui?
- Purtroppo no, in questi giorni si dovrebbe trovare a Kanto, a mettere assieme i nostri uomini lì.
- Una fortuna che non si trovasse a Hoenn quando è stata sganciata quella maledetta bomba. Il mondo avrebbe perso una bellissima persona – s’intromise Sur, accennando coi gesti al seno prosperoso della ragazza.
- Comunque, lei era la capopalestra di Cuordilava, tipo fuoco. E questo la dice già lunga sul suo conto. Adesso lavora e vive con noi, è stata mandata da poco in missione.
- Gold, non c’è bisogno di spiegare cosa stiamo facendo, a mio nipote. Sa che stiamo organizzando una ribellione. Manca solo Kanto e Alola, dopodiché saremo pronti – Cole si avvicinò ai tre, parlando a sua volta.
- Oh, ottimo. Vedo che Silver non ha ancora perso del tutto il prepuzio ed è riuscito a liberare Johto.
- Sì, è stato abbastanza facile per loro. Il popolo libero ha supportato in ogni modo i nostri uomini. Il Sacro Ordine però adesso sa le nostre intenzioni. Non sarà per niente facile attaccare e prendere Astoria, quei maledetti l’hanno creata in un luogo difficile da colpire e resa maledettamente impenetrabile.
- Silver diceva questo anche delle Kimono Girl ma ho dimostrato l’incontrario: nulla è impenetrabile, neanche Yuki.
Sur rise di gran gusto, dopodiché batté il pugno a Gold.
- Ti ho appena nominato mio discendente. E comunque quando io ero giovane, le loro predecessore erano molto più carine – Sur alluse alla sua conquista, a suo tempo.
Green tossì, riportando l’ordine fra Sur e Gold che nel frattempo avevano iniziato a elencare tutto ciò che avevano fatto con le rispettive Kimono Girl.
- Gold, credo sia arrivato il momento di spiegarci tutto quello che è successo: perché non sei rientrato alla base e sei sparito per due settimane?
- Ero… occupato. Sì, con quelle casse.
- Cosa conterrebbero? – chiese Green, glaciale.
- Medicine, antibiotici, kit di pronto soccorso e di sopravvivenza, otto scatole di cibo militare e quelle schifose Razioni K. E due casse di preservativi.
- Hai portato con te due intere casse di preservativi?
- Potevo mai lasciarli lì e abbandonarli al loro destino? Tu mi hai detto di riportare alla base tutte le provviste che si possa trasportare.
- Ma non dei preservativi! – sbottò Green.
Sospirò, maledicendo tutta la discendenza di Gold.
- Ora mi spieghi dove li hai trovati.
- Nel posto in cui sono stato, assieme a tutte le altre provviste. Sarebbe stato uno spreco enorme lasciarli lì.
- Gold, ti abbiamo creduto morto per due settimane, abbiamo mandato delle squadre di recupero, io e Charizard abbiamo setacciato l’intera Regione giorno e notte. E tu eri chissà dove con due scatole di preservativi?
- Non esattamente, c’erano anche dei Sacerdoti, molti. Per questo ci ho impiegato tutto questo tempo, ho dovuto prima occuparmi di quei parassiti.
- Per fortuna ti ho trovato sulla via del ritorno, altrimenti saresti precipitato con tutto quel carico. Era troppo anche per Togekiss. Per fortuna sei tornato da chissà dove, sano e salvo.
- Già, a proposito del “chissà dove” … ci devo tornare immediatamente.
- Gold, non ci servono altri preservativi.
- Non è per i preservativi. C’erano dei civili, devo tornare a prenderli. Non sono venuti con me perché avevano bisogno di tempo per prepararsi e raggrupparsi. Si erano nascosti bene, finché non sono stati scoperti. Hanno bisogno di aiuto.
- Se c’è della gente, abbiamo il dovere di salvarli e portarli qui – s’intromise Cole – Gold, sei per caso riuscito a contarli?
- Sì, sono circa trenta persone, quasi tutte femmine ma in grado di muoversi e di combattere. Erano anche armati e muniti di Pokémon.
- Ottimo, di questo ce ne occuperemo immediatamente allora. Green, abbiamo bisogno dei Pokémon volanti.
- Al momento disponiamo di soltanto nove Pidgeot e un Dragonite.
- Basteranno, faremo più soste durante il tragitto.
- “Faremo”? Cole, vai anche tu? – chiese Kyle che era rimasto lì ad ascoltare, in silenzio.
- Sì, solo io e Gold. Non abbiamo modo di portare più persone, manca il trasporto. E così quest’idiota smetterà di perdere tempo.
- E io cosa faccio?
- Sur ha l’incarico di condurti in un posto qui vicino. Abbiamo parlato poco fa, assieme a Blue e Daisy, c’è una persona che devi incontrare.
- Che cosa, volete mandarmi via?
- Non è così. Tu volevi allenarti con Sur, giusto?
- Sì, è così.
- Bene, questa persona ti preparerà a questo. Abita su queste montagne, non è molto lontano. Ti troverai bene.
Kyle riluttò, un macigno parve essergli caduto sul petto, bloccandogli la respirazione. Si stava perdendo nei suoi pensieri e affogando nelle angosce, quando Riolu gli strinse la mano, infondendogli le emozioni che provava.
Il cuore gli si alleggerì e il peso parve quasi scomparso. I due si scambiarono uno sguardo e Kyle ricevette l’approvazione, tramite emozioni, di Riolu.
- Va bene, dove devo andare?
La mattina dopo, Kyle si trovava nella sua casa, utilizzata praticamente solo per dormire, impegnato a raccogliere tutti i suoi pochi averi all’interno del suo zaino.
Vestiti di ricambio, un coltello, binocolo, munizioni, razioni, corda, torcia e guanti, e vari strumenti curativi per i suoi Pokémon, quei pochi che era riuscito a trovare in giro. Kyle passò in rassegna tutto quel che c’era.
- E mi raccomando, se dovessi vedere qualsiasi cosa di sospetto, torna immediatamente qui a cavallo del tuo Arcanine. Ho ancora i miei dubbi su questa storia ma a quanto pare nessuno mi vuole stare a sentire – Daisy continuò la lunga, lunghissima lista di raccomandazioni che gli stava facendo da praticamente tutto il giorno, in vista della sua partenza.
“Cosa mi manca ancora?” si chiese, fra sé. Gironzolò per qualche secondo per la stanza, mentre le prediche di Daisy gli scivolavano lentamente via dal cervello, in cerca di qualcosa di utile. Prese del nastro adesivo, un paio di acciarini e una coperta. Ficcò tutto nello zaino, riempiendolo fino a scoppiare.
-… Assolutamente, non devi fidarti di nessuno. Non fare stupidaggini o io lo saprò. Sappilo, ho un sesto senso per queste cose… - Daisy continuava a parlare e a parlare.
Nel frattempo, Kyle si fissò il cinturone da allenatore, modificato per contenere anche la sua colt e un paio di caricatori di riserva, già carichi e pronti all’uso.
Si mise lo zaino in spalla e si avvicinò a Daisy.
- Porterai anche Hoothoot con te?
- Sì, ne avevo intenzione. Ovviamente se per lui va bene. Hoothoot, che ne dici, vuoi accompagnarci?
Hoothoot bubolò allegramente, spalancando le piccole ali, appollaiato sulla sedia.
- Credo sia un sì – Kyle sorrise, offrendo il braccio al Pokémon che ci volò immediatamente sopra.
- Fa attenzione, mi raccomando. Non come tuo zio, che ci ha fatto disperare così tanto per essere sparito e…
Kyle la interruppe abbracciandola. Affondò il viso nel petto della donna, stringendola più forte che poté.
Daisy cominciò a piangere silenziosamente, accarezzando la testa di Kyle e stringendogli la spalla.
- Non ti preoccupare, Daisy, tornerò qui da te. Non mi succederà nulla.
- Meglio per te – si asciugò una lacrima con la manica della maglietta – Altrimenti mi toccherà venirti a prendere col coltello.
In quel momento Sur entrò dentro casa, solare come sempre.
- Buongiorno, amore mio. Pronto per partire?
- Certo Sur, tu sei pronto per raccontarmi la storia dell’ananas?
- Questo viaggio si fa già più divertente – disse Sur, chiudendosi la porta alle spalle.
Dall’altra parte della cittadella, Cole e Gold erano intenti a prepararsi per il viaggio. Avevano già riempito i loro zaini con tutto il necessario, caricato le armi e sistemato ciò che non erano in grado di trasportare su di Togekiss.
- Si può sapere perché dobbiamo usare Togekiss come fosse un mulo e volare su Dragonite?
- Perché Togekiss ci serve in forma e riposato, è un tuo Pokémon e dovrebbe poter lottare. Dragonite è in grado di volare più a lungo, stancarsi meno ed è più veloce, quindi volerà meglio con noi due sopra.
- Io vado con Togekiss, ce la farà a portarmi.
- No, Gold. Fuori discussione. Io e te andremo su Dragonite, così potrai spiegarmi dove andiamo, com’è il territorio e descrivermi la situazione.
Gold, rassegnato, buttò le mani al cielo, per poi calare gli occhialoni sul volto.
Cole salì su Dragonite e Gold lo seguì, finendo con lo stare più indietro di lui.
- Non è che possiamo fare a cambio posto?
- Io guido, tu fai da navigatore.
- Come posso fare da navigatore se non vedo niente? Sei troppo grosso, mi ostruisci la visuale.
- Ho detto che la strada a Dragonite la indico io. Quante volte sei salito su di lui? Sicuro molte in meno di me.
- E dai, Cole, fallo per la nostra amicizia. Scivolo pure qui!
- Santissimo Arceus dammi la pazienza e non la forza sennò l’affogo con le mie mani. Tieniti a Dragonite.
- Ma scivolo!
- E allora tieniti a me, abbracciami alla vita e vedi che non cadi.
Gold obbedì, brontolando a bassa voce.
Dragonite si mise in volo con un solo, poderoso battito d’ali, trovandosi a molti metri d’altezza.
Salì ancora di poco di altitudine e poi si lanciò in avanti, seguito a ruota da Togekiss.
Gold si immaginò come avrebbe potuto vederlo la gente in quel momento, volando su un Dragonite, Pokémon che riteneva abbastanza femminile, abbracciato a quel gigante nero, tutto muscoli, per non cadere, con la testa premuta contro la sua schiena.
- Che cosa omosessuale… - si lamentò a bassa voce.
- Hancock
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