herr
Chapter II
An Unusual Prince
An Unusual Prince
Parallelamente a questo, si ritiene dalla medesima istituzione, sono commessi una serie di atti vandalici e crimini minori, in netto contrasto con la linea di pensiero assunta dai membri… »
Una risata interruppe la lettura dell’articolo.
« Qualcosa di divertente, Zinzolin? »
L’uomo chiamato in causa sorrise, ed emerse dalla penombra in cui si trovava. Una striatura di luce correva lungo la sua guancia destra, incontrando una sottile cicatrice in prossimità dell’occhio. Inumidì le labbra, per poi prender parola.
« Nient’affatto, continua parlare, Bronius »
« Parlare non risolverà la faccenda » ribatté sprezzante l’altro, schiaffando il giornale sul tavolo « siamo stati esposti, irrimediabilmente esposti »
Il ristretto ambiente nel quale si trovavano aveva forme rettangolari ed era spoglio da ogni mobilia, fatta eccezione per un tavolo ellittico posto al centro. Se vi fosse stata ulteriore mobilia o se la tavolata fosse stato l’unico arredamento rimase ad ogni modo discutibile, poiché l’oscurità nella quale era immersa la stanza non lasciava spazio che all’immaginazione. Erano sei le sedie a completare il quadro, in ognuna delle quali sedeva un uomo distinto ai compagni per vestiario ed atteggiamento, ma la quale età pareva raccoglierli sotto un unico denominatore.
L’unica luce di cui beneficiasse la stanza erano due file di finestre, poste a due lati opposti della stanza, dalle quali i raggi che ne filtravano erano radi e soffusi. Le vetrate erano colorate e rappresentavano scene di giostre medievali, culminanti in un maestoso rosone sul quale era incisa una scena di incoronazione.
Sino ad allora, erano solo due ad aver preso parola nella discussione.
« Passiamo oltre. Abbiamo notizie di N? »
« È ancora fuori città »
« Non tu, Zinzolin. Gli altri »
Zinzolin digrignò i denti.
« Ho pensato fosse una risposta che domandavi »
Parole di disprezzo esplicarono la risposta di Bronius. « Ebbene, questa è la ragione per cui sono io a capo della fratellanza e non tu »
« E quale sarebbe, se posso chiedere? »
« Non ti è richiesto pensare, Zinzolin »
Un fitto brusio si sollevò nell’aria, alleggerendo l’imbarazzo che la discussione tra Bronius e Zinzolin aveva creato. A coppie di due, i rimanenti Saggi avevano preso a parlare, anche più forte di quanto loro paresse.
« Non vedo come le vostre discussioni aiutino » sopraggiunse un terzo uomo, e indicò l’articolo incriminato, che parve risvegliare l’attenzione degli altri partecipanti « Non siamo stati chiamati a riunione per sentirvi discutere »
« Perché tu hai idee migliori, Ryoku? »
« Non osare rivolgerti a me in questo modo, Zinzolin, o vuoi che ti ricor—»
« SILENZIO! Silenzio! Entrerò in contatto con Cress per discutere della situazione, sino ad allora il consiglio è da ritenersi sciolto »
Compiaciuto del potere a lui riservato, un sorriso illuminò il viso di Bronius.
« Non voglio che nessuno di voi metta più piede in città sino ad ulteriore avviso »
Con un gesto della mano scacciò i cinque figuri, che silenziosamente si diressero verso la porta d’uscita.
♦︎ ♦︎ ♦︎
Se
per destino o per caso si fossero incrociati i loro destini, le due
donne non lo seppero dire, e probabilmente non era loro interesse
saperlo nell’immediato. Il salotto dove si trovavano era arredato in
maniera spartana, i cui unici elementi di nota erano due poltrone, nelle
quali sedevano comodamente, ed un tavolino sul quale culminava un’alta
fila di scatole bianche.
Recavano sui loro visi delle espressioni di estrema felicità, quasi ostentazione a giudicare dalle rughe apparse sulla pelle.
« È incredibile! »
« Puoi dirlo forte! Nemmeno io ci credevo, ma Giorno&Notte™ funziona! » esclamò la prima donna, sciogliendosi i lunghi capelli biondi dalla coda, e si alzò dalla poltrona per eseguire due rivoluzioni su se stessa. Era molto magra ed indossava degli abiti attillati atti ad evidenziare le sue forme sottili.
« Che fianchi! Ragazze da casa, questo prodotto è veramente fenomenale! E non dimentichiamoci del prezzo, solo 99,99 $ a confezione! Un affarone per ogni tasca! »
La donna bionda si avvicinò al tavolino e prese una scatola, che seguente mostrò ad una telecamera in parte a lei. La apostrofò con innumerevoli lodi riguardo i miracolosi effetti che aveva sul corpo, prendendosi come esempio a rafforzo della tesi.
« Ripetiamo un attimo le prodigiose proprietà del prodotto, tutto naturale come mi preme ricordare alle ragazze che ci seguono da casa »
La seconda donna era di corporatura robusta, aveva la carnagione molto scura e portava i corvini capelli sino alle spalle. Indossava un elegante tailleur blu notte e delle stiletto dorate.
« Giorno&Notte™ è lo snellente naturale che fa per voi! Possiede una rara alga del mare di Hoenn che, combinata all’azione della Baccaguam, dona degli spettacolari poteri benefici » disse a piena voce « basteranno solo trenta applicazioni per notare i risultati! La pelle diventerà più tonica ed elastica, visibilmente giovane e luminosa, e la cellulite scomparirà! »
« Per sempre! » la incalzò la donna bionda « e non è tutto cara Judith, perché oggi avremo con noi un’ospite speciale! »
Un jingle musicale interruppe le sue parole, e come terminò dalle quinte uscì una terza donna, vestita in camice bianco. Aveva due occhi color smeraldo e portava i capelli nocciola racchiusi in uno chignon.
« E ve lo dice Marina Freak! Che sono io! » la bionda rise alla sua medesima comicità. « Date il benvenuto alla professoressa Aurea Juniper, una luminare in questo campo! »
La professoressa Juniper raggiunse le due donne nel salotto, per poi accomodarsi nella sedia riservatale. Non sembrava entusiasta di trovarsi là, ma sforzò un sorriso a Judith.
« Buongiorno, come avete già detto sono la professoressa Aurea Juniper e vengo dalla piccola città di Nuvema Town, una cittadina nell’estremo sud-est della regione, dove ho un laboratorio Pokémon »
« Veramente interessante! » commentò Marina « ma dicci di più sulla crema! »
« Ahem, la crema Giorno&Notte™ è una nuova avanguardia—»
Fu interrotta da una voce in secondo piano che pareva recitare la correzione “avanguardistica novità”.
«—dicevo, avanguardistica novità nel campo delle creme snellenti. Le sue proprietà sono accertate e posso dirvi in tutta onestà che è la scelta giusta da fare »
Marina continuava a fissarla, e parve capirlo anch’ella tanto che riprese a parlare.
« Er, le proprietà sono molteplici. Assicura il dimagrimento nella zona addominale, nei fianchi e sopratutto nelle cosce. Riduce la cellulite—»
« La cancella dalla faccia della terra! » la interruppe entusiasta Marina.
« Esatto! » esclamò impacciata la professoressa, nel tentativo di imitare il tono della ragazza ma fallendo in una scadente emulazione.
« Direte addio alla cellulite, ragazze! Ma parlando d’altro, che ne dite se aprissimo le chiamate da casa? Sono certa che molte ragazze avranno dei dubbi a riguardo, che la nostra professoressa saprà colmare »
La corvina esultò « Mi sembra un’idea eccezionale! Ragazze, chiamate tutte il numero, che potrete trovare in sovrimpressione: 481 516 2342, ed al costo di solo 1,08 centesimi potrete porre un quesito di vitale importanza alla nostra scienziata! »
Pochi minuti dopo, un uomo vestito di scuro passò dietro le due, gesticolando qualcosa alle mani. Le due risposero con un cenno del capo, rivolgendo un caldo sorriso all’obbiettivo della telecamera.
« Sembra che abbiamo già una chiamata, Marina! Chi sarà? »
Un ronzio disturbato si diffuse nel salotto, seguito da una voce femminile.
« Buongiorno, mi chiamo Kate e vengo da Austen, una piccola città nel nord di Unova, e ci tenevo a dire che adoro il tuo programma, Judith! »
« Buongiorno Kate, e grazie per i complimenti! Dicci tutto »
« Ho recentemente passato qualche anno in un’isola molto lontana dalla costa di Hoenn, e il mio corpo ne ha risentito molto. Vorrei chiedere, questa crema può essere adatta per cancellare gli inestetismi della pelle dovuti a questa esperienza? »
« Ma certo che può! Professoressa, ci dica di più! »
« Ahem, la crema Giorno&Notte™ assicura una pelle luminosa ed elastica, eliminando gli inestetismi della cellulite »
« Puoi dirlo forte prof! » urlò Marina « lei sì che è esperta! »
« E mi sa dire bene quanto durerebbe il trattamento? » replicò la voce nello studio, corrotta da un leggero ronzio.
« Beh, ad occhio e croce direi un mese—»
« Anche di più! Tre, quattro mesi, e la cellulite se ne andrà! Per aiutarvi la vostra Marina Freak vi offre un sensazionale sconto! Se comprerete quattro confezioni di Giorno&Notte™, la quinta sarà in omaggio! »
Uno scroscio di applausi riempì l’imbarazzante silenzio, lasciando che la professoressa calasse in secondo piano rispetto al prodotto snellente. La disinvoltura con la quale Judith e Marina si muovevano sul palco fece sentire in disagio la professoressa Juniper, abituata com’era all’ambiente medico., tanto che fu capace di sollevarla solo l’annuncio della pubblicità.
« Ragazze da casa, mi sa proprio che è arrivato il momento della pausa pubblicitaria! Ci vediamo dopo, sempre sul Judith Shallow Show, sempre su Unova 3, fra qualche minuto, con nuove e succulente testimonianze! »
Il medesimo jingle annunciò la pausa, seguito dall’accensione di due potenti fari posti sul soffitto. Quando Juniper alzò lo sguardo notò un folto pubblico che sedeva pochi metri dietro le telecamere, davanti al quale era un uomo che ne guidava i movimenti. Senza che Judith o Marina le badassero, ritornò nel camerino, dove ad aspettarla era una raggiante Bianca, la sua stagista.
« Com’è andata? »
Serrò i denti e tirò dritta allo specchio. « Bene »
« Non sembra convinta »
Afferrò una boccetta di acqua tonica ed un disco di cotone.
« Quelle due » si trattenne dall’apostrofarle con aggettivi scortesi « è stato un vero incubo, ed il peggio era che ci credevano veramente! Quanto può essere assurdo? »
« Purtroppo ci tocca »
Juniper asserì col capo, mentre era intenta a struccarsi.
« Non vedo l’ora di essere di ritorno in hotel, ho veramente bisogno di un bagno caldo »
« Al riguardo, prof, volevo chiederle… »
La donna volse lo sguardo a Bianca « Quell’appuntamento con la tua amica? Com’è che si chiamava, Alda? »
« Er, Hilda »
« Che nome assurdo » commentò, ritornata sul suo riflesso « comunque fa’ ciò che vuoi, basta che la mattina torni in tempo per gli altri appuntamenti »
La giornata era passata in fretta per Hilda, complice il fortuito contributo di N alla sua carriera da giornalista. Dopo esser riusciti ad inserire il pezzo nel giornale, con i dovuti tagli, erano già migliaia le copie vendute a Castelia e fuori città. Fu facile da parte sua non giustificare il fatto con il suo capo, ma con Natalie l’impresa si rivelò molto più ardua.
La sua collega era molto restia dal pensare che la ragazza fosse stata in grado di raccogliere abbastanza informazioni da scrivere un così ricco articolo nel giro di un pomeriggio, ed anche se avesse pensato che fosse stato il frutto di mesi di lavoro, c’erano molti punti deboli nella storia.
Era per cui giustificabile, alla domanda posta dalla ragazza, vedersi rispondere
« Fortuna! Sono stata molto fortunata »
« Un ladro che trova la porta di una casa aperta è fortunato, un Allenatore di Pokémon che cattura un Krookodile è fortunato » fece una pausa, cercando l’attenzione di Hilda « questa non è fortuna »
« Cosa posso dirti, abbiamo dei concetti molto diversi di fortuna »
Hilda tentò un movimento in avanti, prontamente fermato dal braccio di Natalie.
« Lasciami andare »
La collega digrignò i denti « È una fortuna che il tuo orario di lavoro finisca tra due ore »
« Lasciami andare, Natalie »
« Oh, non sarò io a trattenerti, ma Francis »
Hilda lanciò un’occhiata sbigottita alla collega. « Cosa? »
« Ho parlato con Francis del tuo misterioso articolo, e concordava con me sul fatto che qualcosa non quadrasse »
« Stronz—»
« Avrai tutto il tempo che vorrai una volta che il tuo culo sarà fuori da questo edificio per sempre »
Seguì un significativo incrocio di sguardi fra le due, interrotto dal sopraggiungere della segretaria del direttore nella stanza. A quanto pareva, Francis aveva deciso di convocarle in ufficio.
« Non devi ascoltare nulla di quello che dice! » esclamò Hilda come sbatté la porta diedero di sé « è solo una stronza invidiosa! »
« Ehi! »
Puntò il dito indice contro il suo viso, mantenendo il contatto di sguardi con Francis.
« Sono solo bugie, posso prov—»
« Calma, calma, sedetevi pure. Non sono qui per licenziare nessuna delle due »
Le ragazze lo fissarono attonite, per poi sedersi al suo cenno della mano.
« Dunque, qual è il motivo per il quale siete state chiamate nel mio ufficio, vi chiederete voi? »
« Io lo so—»
« Calma, Natalie, non è una gara. Dicevo, siete state chiamate qui per una questione sollevata dalla signorina Inkgard »
La collega lanciò uno sguardo soddisfatto ad Hilda.
« Licenziata—»
« Natalie, per piacer—»
« Li-ce-nzia-ta! » compitò Natalie con larghi e prolungati movimenti della bocca.
« BASTA! Tu Natalie, stai zitta » la apostrofò lui « e tu, Hilda, dobbiamo parlare seriamente. Sono rimasto molto—» si corresse « discretamente sorpreso dal tuo nuovo articolo. È stato sorprendente, devo essere sincero »
Abbozzò un sorriso. « Sono lusingata »
« Aspetta, aspetta. La questione sollevata da Natalie mi ha portato a pensare, a pensare a lungo. »
Un brivido corse lungo la schiena di Hilda. Strinse il pugno attorno il bracciale della sedia, immaginandosi i possibili risvolti della vicenda. Erano ben poche le alternative, ed escludendo scenari da film catastrofici, vide nel licenziamento la fine più probabile. E successivamente, le sue mani attorno al collo della collega con eccessiva forza.
« Sono arrivato alla conclusione che quella di Hilda sia stata veramente fortuna »
Se mai le fosse capitato di vedere la Morte in faccia, avrebbe certamente assunto l’espressione che in quel preciso momento corrompeva il viso di Natalie. Le mani le tremavano, trattenendosi dal rilasciare violenti pugni a qualsiasi cosa le fosse capitata a tiro. Sul viso un’espressione di rabbia guidava i movimenti della bocca.
« Stai mentendo » urlò infine « è palese che ci abbia preso per il culo, porca puttana! Non la vedi? Una cretina incompetente che cerca di—»
Non servì che Francis la fermasse, si acquietò di spontanea volontà. L’espressione di dissenso dipinta nel volto del suo capo era più di quanto avesse mai visto nei propri confronti, era la linea di demarcazione che aveva appena superato, e la vittoria di Hilda il treno che l’aveva investita senza nessuna riserva. Realizzò di come il suo comportamento avesse pregiudicato il suo posto alla testata, e decise di limitare i danni.
« Hai detto abbastanza, Natalie »
« Oh, va tutto bene, non me la son presa » sghignazzò Hilda, sistemando le sue cose e lasciando i due a discutere in privato.
Hai due nuovi messaggi.
Hilda si svestì, e senza fretta si preparò una tazza di the bollente, sedendosi al piccolo tavolo del quale era fornito il suo appartamento.
Scorse lungo lo schermo del suo cellulare, alla ricerca dei due nuovi messaggi.
Recavano sui loro visi delle espressioni di estrema felicità, quasi ostentazione a giudicare dalle rughe apparse sulla pelle.
« È incredibile! »
« Puoi dirlo forte! Nemmeno io ci credevo, ma Giorno&Notte™ funziona! » esclamò la prima donna, sciogliendosi i lunghi capelli biondi dalla coda, e si alzò dalla poltrona per eseguire due rivoluzioni su se stessa. Era molto magra ed indossava degli abiti attillati atti ad evidenziare le sue forme sottili.
« Che fianchi! Ragazze da casa, questo prodotto è veramente fenomenale! E non dimentichiamoci del prezzo, solo 99,99 $ a confezione! Un affarone per ogni tasca! »
La donna bionda si avvicinò al tavolino e prese una scatola, che seguente mostrò ad una telecamera in parte a lei. La apostrofò con innumerevoli lodi riguardo i miracolosi effetti che aveva sul corpo, prendendosi come esempio a rafforzo della tesi.
« Ripetiamo un attimo le prodigiose proprietà del prodotto, tutto naturale come mi preme ricordare alle ragazze che ci seguono da casa »
La seconda donna era di corporatura robusta, aveva la carnagione molto scura e portava i corvini capelli sino alle spalle. Indossava un elegante tailleur blu notte e delle stiletto dorate.
« Giorno&Notte™ è lo snellente naturale che fa per voi! Possiede una rara alga del mare di Hoenn che, combinata all’azione della Baccaguam, dona degli spettacolari poteri benefici » disse a piena voce « basteranno solo trenta applicazioni per notare i risultati! La pelle diventerà più tonica ed elastica, visibilmente giovane e luminosa, e la cellulite scomparirà! »
« Per sempre! » la incalzò la donna bionda « e non è tutto cara Judith, perché oggi avremo con noi un’ospite speciale! »
Un jingle musicale interruppe le sue parole, e come terminò dalle quinte uscì una terza donna, vestita in camice bianco. Aveva due occhi color smeraldo e portava i capelli nocciola racchiusi in uno chignon.
« E ve lo dice Marina Freak! Che sono io! » la bionda rise alla sua medesima comicità. « Date il benvenuto alla professoressa Aurea Juniper, una luminare in questo campo! »
La professoressa Juniper raggiunse le due donne nel salotto, per poi accomodarsi nella sedia riservatale. Non sembrava entusiasta di trovarsi là, ma sforzò un sorriso a Judith.
« Buongiorno, come avete già detto sono la professoressa Aurea Juniper e vengo dalla piccola città di Nuvema Town, una cittadina nell’estremo sud-est della regione, dove ho un laboratorio Pokémon »
« Veramente interessante! » commentò Marina « ma dicci di più sulla crema! »
« Ahem, la crema Giorno&Notte™ è una nuova avanguardia—»
Fu interrotta da una voce in secondo piano che pareva recitare la correzione “avanguardistica novità”.
«—dicevo, avanguardistica novità nel campo delle creme snellenti. Le sue proprietà sono accertate e posso dirvi in tutta onestà che è la scelta giusta da fare »
Marina continuava a fissarla, e parve capirlo anch’ella tanto che riprese a parlare.
« Er, le proprietà sono molteplici. Assicura il dimagrimento nella zona addominale, nei fianchi e sopratutto nelle cosce. Riduce la cellulite—»
« La cancella dalla faccia della terra! » la interruppe entusiasta Marina.
« Esatto! » esclamò impacciata la professoressa, nel tentativo di imitare il tono della ragazza ma fallendo in una scadente emulazione.
« Direte addio alla cellulite, ragazze! Ma parlando d’altro, che ne dite se aprissimo le chiamate da casa? Sono certa che molte ragazze avranno dei dubbi a riguardo, che la nostra professoressa saprà colmare »
La corvina esultò « Mi sembra un’idea eccezionale! Ragazze, chiamate tutte il numero, che potrete trovare in sovrimpressione: 481 516 2342, ed al costo di solo 1,08 centesimi potrete porre un quesito di vitale importanza alla nostra scienziata! »
Pochi minuti dopo, un uomo vestito di scuro passò dietro le due, gesticolando qualcosa alle mani. Le due risposero con un cenno del capo, rivolgendo un caldo sorriso all’obbiettivo della telecamera.
« Sembra che abbiamo già una chiamata, Marina! Chi sarà? »
Un ronzio disturbato si diffuse nel salotto, seguito da una voce femminile.
« Buongiorno, mi chiamo Kate e vengo da Austen, una piccola città nel nord di Unova, e ci tenevo a dire che adoro il tuo programma, Judith! »
« Buongiorno Kate, e grazie per i complimenti! Dicci tutto »
« Ho recentemente passato qualche anno in un’isola molto lontana dalla costa di Hoenn, e il mio corpo ne ha risentito molto. Vorrei chiedere, questa crema può essere adatta per cancellare gli inestetismi della pelle dovuti a questa esperienza? »
« Ma certo che può! Professoressa, ci dica di più! »
« Ahem, la crema Giorno&Notte™ assicura una pelle luminosa ed elastica, eliminando gli inestetismi della cellulite »
« Puoi dirlo forte prof! » urlò Marina « lei sì che è esperta! »
« E mi sa dire bene quanto durerebbe il trattamento? » replicò la voce nello studio, corrotta da un leggero ronzio.
« Beh, ad occhio e croce direi un mese—»
« Anche di più! Tre, quattro mesi, e la cellulite se ne andrà! Per aiutarvi la vostra Marina Freak vi offre un sensazionale sconto! Se comprerete quattro confezioni di Giorno&Notte™, la quinta sarà in omaggio! »
Uno scroscio di applausi riempì l’imbarazzante silenzio, lasciando che la professoressa calasse in secondo piano rispetto al prodotto snellente. La disinvoltura con la quale Judith e Marina si muovevano sul palco fece sentire in disagio la professoressa Juniper, abituata com’era all’ambiente medico., tanto che fu capace di sollevarla solo l’annuncio della pubblicità.
« Ragazze da casa, mi sa proprio che è arrivato il momento della pausa pubblicitaria! Ci vediamo dopo, sempre sul Judith Shallow Show, sempre su Unova 3, fra qualche minuto, con nuove e succulente testimonianze! »
Il medesimo jingle annunciò la pausa, seguito dall’accensione di due potenti fari posti sul soffitto. Quando Juniper alzò lo sguardo notò un folto pubblico che sedeva pochi metri dietro le telecamere, davanti al quale era un uomo che ne guidava i movimenti. Senza che Judith o Marina le badassero, ritornò nel camerino, dove ad aspettarla era una raggiante Bianca, la sua stagista.
« Com’è andata? »
Serrò i denti e tirò dritta allo specchio. « Bene »
« Non sembra convinta »
Afferrò una boccetta di acqua tonica ed un disco di cotone.
« Quelle due » si trattenne dall’apostrofarle con aggettivi scortesi « è stato un vero incubo, ed il peggio era che ci credevano veramente! Quanto può essere assurdo? »
« Purtroppo ci tocca »
Juniper asserì col capo, mentre era intenta a struccarsi.
« Non vedo l’ora di essere di ritorno in hotel, ho veramente bisogno di un bagno caldo »
« Al riguardo, prof, volevo chiederle… »
La donna volse lo sguardo a Bianca « Quell’appuntamento con la tua amica? Com’è che si chiamava, Alda? »
« Er, Hilda »
« Che nome assurdo » commentò, ritornata sul suo riflesso « comunque fa’ ciò che vuoi, basta che la mattina torni in tempo per gli altri appuntamenti »
La giornata era passata in fretta per Hilda, complice il fortuito contributo di N alla sua carriera da giornalista. Dopo esser riusciti ad inserire il pezzo nel giornale, con i dovuti tagli, erano già migliaia le copie vendute a Castelia e fuori città. Fu facile da parte sua non giustificare il fatto con il suo capo, ma con Natalie l’impresa si rivelò molto più ardua.
La sua collega era molto restia dal pensare che la ragazza fosse stata in grado di raccogliere abbastanza informazioni da scrivere un così ricco articolo nel giro di un pomeriggio, ed anche se avesse pensato che fosse stato il frutto di mesi di lavoro, c’erano molti punti deboli nella storia.
Era per cui giustificabile, alla domanda posta dalla ragazza, vedersi rispondere
« Fortuna! Sono stata molto fortunata »
« Un ladro che trova la porta di una casa aperta è fortunato, un Allenatore di Pokémon che cattura un Krookodile è fortunato » fece una pausa, cercando l’attenzione di Hilda « questa non è fortuna »
« Cosa posso dirti, abbiamo dei concetti molto diversi di fortuna »
Hilda tentò un movimento in avanti, prontamente fermato dal braccio di Natalie.
« Lasciami andare »
La collega digrignò i denti « È una fortuna che il tuo orario di lavoro finisca tra due ore »
« Lasciami andare, Natalie »
« Oh, non sarò io a trattenerti, ma Francis »
Hilda lanciò un’occhiata sbigottita alla collega. « Cosa? »
« Ho parlato con Francis del tuo misterioso articolo, e concordava con me sul fatto che qualcosa non quadrasse »
« Stronz—»
« Avrai tutto il tempo che vorrai una volta che il tuo culo sarà fuori da questo edificio per sempre »
Seguì un significativo incrocio di sguardi fra le due, interrotto dal sopraggiungere della segretaria del direttore nella stanza. A quanto pareva, Francis aveva deciso di convocarle in ufficio.
« Non devi ascoltare nulla di quello che dice! » esclamò Hilda come sbatté la porta diedero di sé « è solo una stronza invidiosa! »
« Ehi! »
Puntò il dito indice contro il suo viso, mantenendo il contatto di sguardi con Francis.
« Sono solo bugie, posso prov—»
« Calma, calma, sedetevi pure. Non sono qui per licenziare nessuna delle due »
Le ragazze lo fissarono attonite, per poi sedersi al suo cenno della mano.
« Dunque, qual è il motivo per il quale siete state chiamate nel mio ufficio, vi chiederete voi? »
« Io lo so—»
« Calma, Natalie, non è una gara. Dicevo, siete state chiamate qui per una questione sollevata dalla signorina Inkgard »
La collega lanciò uno sguardo soddisfatto ad Hilda.
« Licenziata—»
« Natalie, per piacer—»
« Li-ce-nzia-ta! » compitò Natalie con larghi e prolungati movimenti della bocca.
« BASTA! Tu Natalie, stai zitta » la apostrofò lui « e tu, Hilda, dobbiamo parlare seriamente. Sono rimasto molto—» si corresse « discretamente sorpreso dal tuo nuovo articolo. È stato sorprendente, devo essere sincero »
Abbozzò un sorriso. « Sono lusingata »
« Aspetta, aspetta. La questione sollevata da Natalie mi ha portato a pensare, a pensare a lungo. »
Un brivido corse lungo la schiena di Hilda. Strinse il pugno attorno il bracciale della sedia, immaginandosi i possibili risvolti della vicenda. Erano ben poche le alternative, ed escludendo scenari da film catastrofici, vide nel licenziamento la fine più probabile. E successivamente, le sue mani attorno al collo della collega con eccessiva forza.
« Sono arrivato alla conclusione che quella di Hilda sia stata veramente fortuna »
Se mai le fosse capitato di vedere la Morte in faccia, avrebbe certamente assunto l’espressione che in quel preciso momento corrompeva il viso di Natalie. Le mani le tremavano, trattenendosi dal rilasciare violenti pugni a qualsiasi cosa le fosse capitata a tiro. Sul viso un’espressione di rabbia guidava i movimenti della bocca.
« Stai mentendo » urlò infine « è palese che ci abbia preso per il culo, porca puttana! Non la vedi? Una cretina incompetente che cerca di—»
Non servì che Francis la fermasse, si acquietò di spontanea volontà. L’espressione di dissenso dipinta nel volto del suo capo era più di quanto avesse mai visto nei propri confronti, era la linea di demarcazione che aveva appena superato, e la vittoria di Hilda il treno che l’aveva investita senza nessuna riserva. Realizzò di come il suo comportamento avesse pregiudicato il suo posto alla testata, e decise di limitare i danni.
« Hai detto abbastanza, Natalie »
« Oh, va tutto bene, non me la son presa » sghignazzò Hilda, sistemando le sue cose e lasciando i due a discutere in privato.
Hai due nuovi messaggi.
Hilda si svestì, e senza fretta si preparò una tazza di the bollente, sedendosi al piccolo tavolo del quale era fornito il suo appartamento.
Scorse lungo lo schermo del suo cellulare, alla ricerca dei due nuovi messaggi.
1:21 PM
Bianca
Ciao Hilda! Mi trovo a Castelia per lavoro e avevo pensato che potremmo incontrarci, uno di questi giorni. Dimmi cosa ne pensi asap!
Ciao Hilda! Mi trovo a Castelia per lavoro e avevo pensato che potremmo incontrarci, uno di questi giorni. Dimmi cosa ne pensi asap!
Bianca, da quanto tempo non sentiva quel nome?
Ricordava con felicità e malinconia i tempi da allenatrice passati con lei, nonostante fossero lontani a lei nel tempo. Tra la soddisfazione nell’esser stata contatta dall’amica e la curiosità, portò il dito al messaggio sotto, e lo premette.
12:53 AM
N
Buongiorno, signorina Baskerville.
N
Buongiorno, signorina Baskerville.
Ancora lui.
Non seppe dire se trovarsi irritata o divertita delle attenzioni che quell’uomo le riservava, tutto ciò che in lui vedeva era un pupazzo gonfiabile al quale veniva assecondata una voce registrata incapace di continuare un discorso di senso compiuto. Si limitò a ripetere nella sua mente la pronuncia del suo cognome, Baskerville, con il caldo tono dell’uomo.
2:49 PM
client — N
Buon pomeriggio anche a lei, N. Le è piaciuto il mio articolo?
client — N
Buon pomeriggio anche a lei, N. Le è piaciuto il mio articolo?
Bevve due sorsi del the, zuccherandolo lievemente alla seconda gettata.
Le sue mani gelide e candide abbracciavano la circonferenza della tazza senza però toccarla, sfiorandola al tatto con i polpastrelli delle dita, e ritraendosene seguentemente. Era bollente, come la bevanda, ma più difficilmente sopportabile.
Caso del destino o inconscio della castana, Hilda si era trovata a sorseggiare un ottimo the verde regalatole dalla madre l’ultima volta che si recò a farle visita. Come N constatò, godendosi un terzo sorso già più tiepido.
Dlin dlin.
Le sue mani gelide e candide abbracciavano la circonferenza della tazza senza però toccarla, sfiorandola al tatto con i polpastrelli delle dita, e ritraendosene seguentemente. Era bollente, come la bevanda, ma più difficilmente sopportabile.
Caso del destino o inconscio della castana, Hilda si era trovata a sorseggiare un ottimo the verde regalatole dalla madre l’ultima volta che si recò a farle visita. Come N constatò, godendosi un terzo sorso già più tiepido.
Dlin dlin.
2:51 PM
N
È stata meravigliosa.
N
È stata meravigliosa.
Hilda
scacciò un sorriso dalle sue labbra, sforzandosi a continuare la bevuta
del liquido e rinviando la risposta al messaggio a dopo.
Il luogo designato per l’incontro fra le amiche era una piccola tavola calda nel cuore della città, collocata a metà della Mode Street, una delle principali vie commerciali della città, che correva dal cuore della Central Plaza sino al porto. Una luminosa insegna faceva capolino sulla vetrina, segnalandone l’esistenza anche ai più sbadati visitatori, cosa che aiutò molto Hilda nel trovarlo.
All’interno, qualsiasi opinione o pensiero riguardo il ristorante che nella mente di Hilda avesse raggiunto una certa concretezza, trovava blando riscontro nella perfetta mediocrità del locale. Due file di tavolini addossati agli angusti muri dello stretto salone aprivano l’entrata, finendo in uno spazio circolare una decina di metri più avanti. L’ambiente era impestato da un odore oltremodo soffocante di cottura, manifestato da una coltre di fumo che, dalla cucina, andava espandendosi nell’interno. Un’espressione di disgusto baluginò sul suo viso come si prese più tempo a guardare gli interni del locale; ai suoi occhi sciatti ed obsoleti.
La voce della sua amica la richiamò dalla discesa all’inferno.
« Hilda! Hilda! » fece, squillante come un campanello, ed accompagnò il suo entusiasmo con un gesto rotatorio del braccio « sono qui! »
Hilda scherzò nella sua mente di come reputava avere un QI sufficientemente alto per capire un così banale concetto come l’essere lì della sua amica, ma glissò.
« Non ti avevo visto! » mentì, nascondendo ogni suo pensiero dietro un caloroso sorriso « sono così felice di vederti! »
« Anche io! Non immagini quanto! »
Bianca l’abbracciò con un eccesso di entusiasmo, per poi lasciarla sedere.
« Sono così contenta di vederti qui, Hilda »
La giovane sorrise, frugando il cellulare nella sua borsa. « Anche io, uhm » rispose con disattenzione « ma perché hai scelto questo posto? »
« È molto carino! Ci sono stata anche ieri con la Professoressa Juniper, anche se non l’ha trovato così bello »
« Oh, capisco, e hai in mente qualcosa di particolare per la cena? »
La giovane amica le sorrise. « Ci penseremo a dopo, tranquilla! C’è ancora molto da recuperare… come te la passi a Castelia? »
Fantastico, pensò Hilda. Il suo tentativo di evitare l’argomento era fallito in pieno ed ora si trovava in bilico fra l’allettante idea di mentirle o raccontarle la verità. A conti fatti, Bianca la conosceva troppo bene per non capire quando stesse dicendo una bugia.
« Me la cavo dai, e tu? Sei sempre con Aurea? »
« Sì, la professoressa si trova in città per discutere di una ricerca riguardo i tipi Pokémon, ed abbiamo arrangiato delle apparizioni in TV per arrotondare »
Un’espressione di genuina sorpresa comparve sul volto di Hilda. « In TV? Davvero? Dov’eravate? »
« Er, non ricordo bene il nome del programma, ma praticamente hanno richiesto che venisse come “esponente della comunità scientifica” per spiegare i benefici di una crema dimagrante »
Mentre la giovane la guardava divertita, Bianca era scesa nella sua borsa alla ricerca della scatoletta campione regalatale « Ecco qua! Tienila pure, non me ne faccio molto » scherzò, passandole una confezione cilindrica bianca, recante il nome “Giorno&Notte” ed il convincente slogan “Diventa bella come una stella senza sforzo!”.
« E lei ha anche accettato! » rise « siete un po’ disperati o sbaglio? »
« Abbiamo colto l’occasione più che altro, alla professoressa è sembrato un buon modo per ottenere dei fondi »
« Immagino… » commentò, figurandosi l’esilarante scena nella sua mente. « Ma dimmi, come va con Cheren? Siete ancora insieme? »
« Le cose sono complicate, è stato chiamato ad Aspertia per un lavoro e non penso ritornerà »
« Cavolo, mi dispiace! »
Bianca sorrise, senza risponderle. Invece, le rivolse un caldo sorriso, inclinando il capo. Senza accorgersene, le loro mani si erano congiunte.
« Mi è mancato vederti, Hilda »
Un genuino sorriso comparve anche sul volto della giornalista. « Anche a me »
« Purtroppo così ci tocca » commentò malinconica, per poi cambiar tono « comunque è molto importante per la sua carriera, si sta parlando di una nuova Palestra »
« Davvero? Che bella notizia! »
« Lo so! È quello che gli—»
All’improvviso, una dolce sinfonia riempì l’aria. La mano dell’amica corse nella tasca destra, e come ebbe trovato l’oggetto del cercare il suono cessò. Sul suo viso, un’espressione imbarazzata seguiva l’interruzione.
Fece una smorfia con le labbra, che Hilda afferrò al volo.
« È tutto ok, vai pure se devi »
« È urgente, non so come scusar—»
« Vai, tranquilla. Offro io »
La figura sottile e slanciata della ragazza fece slalom fra i tavolini e le sedie per poi scomparire dietro la coltre di fumo che impestava l’entrata, accompagna dal tintinnio della campanella sulla porta.
Sola, Hilda diede uno sguardo alla situazione in cui si trovava, decidendo di non voler passare un minuto di più in quel luogo. Recuperò una banconota dalla tasca e la posò sul tavolo, dopodiché uscì finalmente da quel locale.
Le temperature autunnali cominciavano a farsi sentire, manifestandosi in fugaci e brevi folate di vento gelido. Ebbe cura di chiudere ogni bottone del cappotto, e s’incamminò verso la via di casa. La sera si apprestava a calare, lasciando del sole che il ricordo impresso nel bagliore purpureo delle nubi, e la luna, avida di luce, era pronta a salire incontrastata a cavallo della volta celeste ancora un volta.
Aveva dimenticato, presa com’era stata dal lavoro, quanto le piacesse passeggiare per le strade di Castelia la sera, le infondeva una sensazione di pace che neanche il più gelido degli inverni sapeva scuotere, quando la città rallentava e si distendeva ad ammirare il cielo trapuntato di stelle. Era questo che l’aveva fatta innamorare della metropoli più di qualsiasi altra cosa.
Dlin dlin.
Il luogo designato per l’incontro fra le amiche era una piccola tavola calda nel cuore della città, collocata a metà della Mode Street, una delle principali vie commerciali della città, che correva dal cuore della Central Plaza sino al porto. Una luminosa insegna faceva capolino sulla vetrina, segnalandone l’esistenza anche ai più sbadati visitatori, cosa che aiutò molto Hilda nel trovarlo.
All’interno, qualsiasi opinione o pensiero riguardo il ristorante che nella mente di Hilda avesse raggiunto una certa concretezza, trovava blando riscontro nella perfetta mediocrità del locale. Due file di tavolini addossati agli angusti muri dello stretto salone aprivano l’entrata, finendo in uno spazio circolare una decina di metri più avanti. L’ambiente era impestato da un odore oltremodo soffocante di cottura, manifestato da una coltre di fumo che, dalla cucina, andava espandendosi nell’interno. Un’espressione di disgusto baluginò sul suo viso come si prese più tempo a guardare gli interni del locale; ai suoi occhi sciatti ed obsoleti.
La voce della sua amica la richiamò dalla discesa all’inferno.
« Hilda! Hilda! » fece, squillante come un campanello, ed accompagnò il suo entusiasmo con un gesto rotatorio del braccio « sono qui! »
Hilda scherzò nella sua mente di come reputava avere un QI sufficientemente alto per capire un così banale concetto come l’essere lì della sua amica, ma glissò.
« Non ti avevo visto! » mentì, nascondendo ogni suo pensiero dietro un caloroso sorriso « sono così felice di vederti! »
« Anche io! Non immagini quanto! »
Bianca l’abbracciò con un eccesso di entusiasmo, per poi lasciarla sedere.
« Sono così contenta di vederti qui, Hilda »
La giovane sorrise, frugando il cellulare nella sua borsa. « Anche io, uhm » rispose con disattenzione « ma perché hai scelto questo posto? »
« È molto carino! Ci sono stata anche ieri con la Professoressa Juniper, anche se non l’ha trovato così bello »
« Oh, capisco, e hai in mente qualcosa di particolare per la cena? »
La giovane amica le sorrise. « Ci penseremo a dopo, tranquilla! C’è ancora molto da recuperare… come te la passi a Castelia? »
Fantastico, pensò Hilda. Il suo tentativo di evitare l’argomento era fallito in pieno ed ora si trovava in bilico fra l’allettante idea di mentirle o raccontarle la verità. A conti fatti, Bianca la conosceva troppo bene per non capire quando stesse dicendo una bugia.
« Me la cavo dai, e tu? Sei sempre con Aurea? »
« Sì, la professoressa si trova in città per discutere di una ricerca riguardo i tipi Pokémon, ed abbiamo arrangiato delle apparizioni in TV per arrotondare »
Un’espressione di genuina sorpresa comparve sul volto di Hilda. « In TV? Davvero? Dov’eravate? »
« Er, non ricordo bene il nome del programma, ma praticamente hanno richiesto che venisse come “esponente della comunità scientifica” per spiegare i benefici di una crema dimagrante »
Mentre la giovane la guardava divertita, Bianca era scesa nella sua borsa alla ricerca della scatoletta campione regalatale « Ecco qua! Tienila pure, non me ne faccio molto » scherzò, passandole una confezione cilindrica bianca, recante il nome “Giorno&Notte” ed il convincente slogan “Diventa bella come una stella senza sforzo!”.
« E lei ha anche accettato! » rise « siete un po’ disperati o sbaglio? »
« Abbiamo colto l’occasione più che altro, alla professoressa è sembrato un buon modo per ottenere dei fondi »
« Immagino… » commentò, figurandosi l’esilarante scena nella sua mente. « Ma dimmi, come va con Cheren? Siete ancora insieme? »
« Le cose sono complicate, è stato chiamato ad Aspertia per un lavoro e non penso ritornerà »
« Cavolo, mi dispiace! »
Bianca sorrise, senza risponderle. Invece, le rivolse un caldo sorriso, inclinando il capo. Senza accorgersene, le loro mani si erano congiunte.
« Mi è mancato vederti, Hilda »
Un genuino sorriso comparve anche sul volto della giornalista. « Anche a me »
« Purtroppo così ci tocca » commentò malinconica, per poi cambiar tono « comunque è molto importante per la sua carriera, si sta parlando di una nuova Palestra »
« Davvero? Che bella notizia! »
« Lo so! È quello che gli—»
All’improvviso, una dolce sinfonia riempì l’aria. La mano dell’amica corse nella tasca destra, e come ebbe trovato l’oggetto del cercare il suono cessò. Sul suo viso, un’espressione imbarazzata seguiva l’interruzione.
Fece una smorfia con le labbra, che Hilda afferrò al volo.
« È tutto ok, vai pure se devi »
« È urgente, non so come scusar—»
« Vai, tranquilla. Offro io »
La figura sottile e slanciata della ragazza fece slalom fra i tavolini e le sedie per poi scomparire dietro la coltre di fumo che impestava l’entrata, accompagna dal tintinnio della campanella sulla porta.
Sola, Hilda diede uno sguardo alla situazione in cui si trovava, decidendo di non voler passare un minuto di più in quel luogo. Recuperò una banconota dalla tasca e la posò sul tavolo, dopodiché uscì finalmente da quel locale.
Le temperature autunnali cominciavano a farsi sentire, manifestandosi in fugaci e brevi folate di vento gelido. Ebbe cura di chiudere ogni bottone del cappotto, e s’incamminò verso la via di casa. La sera si apprestava a calare, lasciando del sole che il ricordo impresso nel bagliore purpureo delle nubi, e la luna, avida di luce, era pronta a salire incontrastata a cavallo della volta celeste ancora un volta.
Aveva dimenticato, presa com’era stata dal lavoro, quanto le piacesse passeggiare per le strade di Castelia la sera, le infondeva una sensazione di pace che neanche il più gelido degli inverni sapeva scuotere, quando la città rallentava e si distendeva ad ammirare il cielo trapuntato di stelle. Era questo che l’aveva fatta innamorare della metropoli più di qualsiasi altra cosa.
Dlin dlin.
7:43 PM
N
Buonasera, principessa.
Buonasera, principessa.
Come rovinare una serata non così malaccio in
partenza. Le intenzioni di finire dignitosamente la giornata con una
vaschetta di gelato davanti alla TV apparvero più che mai lontane ed
irrimediabilmente compromesse.
Dlin dlin.
Dlin dlin.
7:44 PM
N
Le darebbe fastidio se ci incontrassimo al Prime Prier?
N
Le darebbe fastidio se ci incontrassimo al Prime Prier?
Inizialmente
si trovò persa, ma le bastò un attimo di ragionamento per capire che il
Prime Prier si trovasse esattamente di fronte a lei, essendo una
prosecuzione della Mode Street. In lontananza le sembrò di vedere la
figura dell’uomo, ma scacciò quell’idea dalla testa.
Il solo pensiero che quell’inquietante personaggio sapesse la sua posizione ad ogni momento della giornata era per lei fonte di inquietudine, e la teoria dello stalker prendeva in lei sempre più vita.
Il solo pensiero che quell’inquietante personaggio sapesse la sua posizione ad ogni momento della giornata era per lei fonte di inquietudine, e la teoria dello stalker prendeva in lei sempre più vita.
7:44 PM
client — N
Come potrei rinunciare?
client — N
Come potrei rinunciare?
La
strada per il molo le impiegò altri dieci minuti, e dopo qualche attimo
di smarrimento riuscì finalmente ad individuare il ragazzo, intento ad
osservare il mare. Furono i capelli a colpirla, essendo rimasti
parzialmente celati al loro primo incontro.
Assieme a lui v’erano altre persone a vagare per il porto, ed altrettanto parevano incamminarsi in quella direzione. Una ragazza con una macchina fotografica alla mano, un gruppo turistico, un gruppo di ragazzi, un’immagine così bella per poter esser rovinata da N.
« Buonasera, N » esordì, con una nota di sarcasmo nella voce.
Il ragazzo era esattamente come lo ricordava il giorno prima, presentava i medesimi lineamenti e lo stesso scintillio negli occhi che l’aveva colpita. I suoi due occhi smeraldini non parevano voler distogliersi dall’orizzonte, quel giorno una linea appena impercettibile fra il mare ed il cielo.
« Lo sa cosa mi piace del mare, Hilda? » rispose, eludendo la domanda.
« La possibilità che ha di annegarvici dentro? »
« Oh no » continuò, calmo e pacato, « il suo essere ai nostri occhi infinito, ma finito allo stesso tempo »
« Interessante pensiero per un tema di prima elementare. Il mare perenne, in tutti i sensi »
« Mi chiedo ancora come mai Bianca sia sua amica, lei è nettamente più gentile »
« Lo sono tutti »
N le rivolse finalmente il viso, sorridendole. Un sorriso beffardo, concluse Hilda, ma era sempre qualcosa. « Non si butti giù così, anche lei ha delle qualità »
« Allude al fatto che le ho creduto? Alcune volte so essere tanto stupida, lo riconosco » lo rimbeccò lei, alludendo agli eventi della giornata precedente. Solo ora che ne parlava si rendeva conto di quanto stupida fosse effettivamente stata, comandata come un burattino da un individuo tanto inquietante quanto insignificante a lei.
« È stata una scelta ponderata. Le ricordo che comunque può rompere l’accordo quando vuole »
« Quale accordo? »
« Lo scambio di informazioni. Informazioni, in cambio di un favore »
Il tono e la presunzione dell’uomo stavano dando ai nervi di Hilda.
« Di quale favore parla? Da quello che ricordo era a senso unico lo scambio »
N sorrise nuovamente, alzando gli occhi al cielo. Eludere le domande e lo sguardo dell’interlocutore parevano essere le cose alle quali lui era più bravo.
« Può darsi che abbia ragione lei »
« E la smetti con questa storia? Con questo lei? È irritante »
« Come vuoi, Hilda »
La sensazione che quell’uomo le trasmetteva era di quanto più brutto avesse mai provato. Un freddo, cupo e grigio malessere, una sensazione di disagio crescente che stare assieme a quella persona la pervadeva, e come lame di acciaio la attraversava.
« Vuoto »
N si girò a guardarla, ma lei colse l’occasione per evitare il suo sguardo, portando i castani occhi alla strada.
« Le hanno mai detto che è vuoto? »
Il ragazzo fece una pausa, cercando inutilmente il contatto visivo con la castana.
« Non che io ricordi »
« Bene, allora si segni questa data sul taccuino »
Dette quelle parole, Hilda s’incamminò verso casa, sfoggiando un ampio sorriso da ebete sul suo viso. Aver trattato N come lui aveva fatto in precedenza con lei non aveva prezzo.
Come si allontanò, la ragazza intenta a scattare foto rivelò il suo volto. Si tolse il cappuccio, mostrando una lunga chioma castane due occhi color miele: era Natalie Inkgard. Soddisfatta per le foto raccolte, si allontanò dal porto.
Assieme a lui v’erano altre persone a vagare per il porto, ed altrettanto parevano incamminarsi in quella direzione. Una ragazza con una macchina fotografica alla mano, un gruppo turistico, un gruppo di ragazzi, un’immagine così bella per poter esser rovinata da N.
« Buonasera, N » esordì, con una nota di sarcasmo nella voce.
Il ragazzo era esattamente come lo ricordava il giorno prima, presentava i medesimi lineamenti e lo stesso scintillio negli occhi che l’aveva colpita. I suoi due occhi smeraldini non parevano voler distogliersi dall’orizzonte, quel giorno una linea appena impercettibile fra il mare ed il cielo.
« Lo sa cosa mi piace del mare, Hilda? » rispose, eludendo la domanda.
« La possibilità che ha di annegarvici dentro? »
« Oh no » continuò, calmo e pacato, « il suo essere ai nostri occhi infinito, ma finito allo stesso tempo »
« Interessante pensiero per un tema di prima elementare. Il mare perenne, in tutti i sensi »
« Mi chiedo ancora come mai Bianca sia sua amica, lei è nettamente più gentile »
« Lo sono tutti »
N le rivolse finalmente il viso, sorridendole. Un sorriso beffardo, concluse Hilda, ma era sempre qualcosa. « Non si butti giù così, anche lei ha delle qualità »
« Allude al fatto che le ho creduto? Alcune volte so essere tanto stupida, lo riconosco » lo rimbeccò lei, alludendo agli eventi della giornata precedente. Solo ora che ne parlava si rendeva conto di quanto stupida fosse effettivamente stata, comandata come un burattino da un individuo tanto inquietante quanto insignificante a lei.
« È stata una scelta ponderata. Le ricordo che comunque può rompere l’accordo quando vuole »
« Quale accordo? »
« Lo scambio di informazioni. Informazioni, in cambio di un favore »
Il tono e la presunzione dell’uomo stavano dando ai nervi di Hilda.
« Di quale favore parla? Da quello che ricordo era a senso unico lo scambio »
N sorrise nuovamente, alzando gli occhi al cielo. Eludere le domande e lo sguardo dell’interlocutore parevano essere le cose alle quali lui era più bravo.
« Può darsi che abbia ragione lei »
« E la smetti con questa storia? Con questo lei? È irritante »
« Come vuoi, Hilda »
La sensazione che quell’uomo le trasmetteva era di quanto più brutto avesse mai provato. Un freddo, cupo e grigio malessere, una sensazione di disagio crescente che stare assieme a quella persona la pervadeva, e come lame di acciaio la attraversava.
« Vuoto »
N si girò a guardarla, ma lei colse l’occasione per evitare il suo sguardo, portando i castani occhi alla strada.
« Le hanno mai detto che è vuoto? »
Il ragazzo fece una pausa, cercando inutilmente il contatto visivo con la castana.
« Non che io ricordi »
« Bene, allora si segni questa data sul taccuino »
Dette quelle parole, Hilda s’incamminò verso casa, sfoggiando un ampio sorriso da ebete sul suo viso. Aver trattato N come lui aveva fatto in precedenza con lei non aveva prezzo.
Come si allontanò, la ragazza intenta a scattare foto rivelò il suo volto. Si tolse il cappuccio, mostrando una lunga chioma castane due occhi color miele: era Natalie Inkgard. Soddisfatta per le foto raccolte, si allontanò dal porto.
♦︎ ♦︎ ♦︎
« Ciao Hilda, sono Francis. Volevo dirti che sono arrivato alla conclusione che, data la tua grande fortuna, non ti sarebbe stato un problema scrivere un articolo come quello di ieri. Molto bene, lo voglio entro venerdì sulla mia scrivania o sei licenziata »
But if I know you
I know what you'll do, you'll love me at once, a way you did once upon a dream.
Non so cosa dire, oggi la taglio senza nessuna spiegazione, è tardi and I can't function.
I'm burning up a sun just to say goodbye
herr
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