AVVERTIMENTI.
1. Non prendete questa
storia sul serio: Silver non esiste e per questo motivo io non sono in grado di
ucciderlo.
2. Affrontate con ironia
questa raccolta di pezzi. Se volete ridere di cose ridicole siete i benvenuti
altrimenti andate a leggere l'ennesima Ash x Serena.
3. Ho volutamente reso
Silver leggermente effemminato, ma questo è spiegato nel punto
4. La seguente storia è
stata scritta d'istinto, per mero mezzo vendicativo nei confronti di
un'affezionatissima lettrice, nonché coautrice del progetto Courage, ovvero
Linnea, che si proclama come madre legittima del personaggio che sto andando a
prendere in analisi.
Siccome mi fa piacere
risvegliare i suoi feels da gattino indifeso v'illustrerò
100 MODI RIDICOLI PER UCCIDERE
SILVER
1. PIASTRA PER CAPELLI
"Gold, apri subito
questa porta! Ridammi la mia piastra per capelli!".
"Ci sto cuocendo
il toast, aspetta!".
"Sei un dannatissimo
stupido!".
Il fulvo abbassò la
maniglia della porta del bagno, trovando la resistenza del coinquilino.
"Devo piastrare i
capelli! Così rimarrà il formaggio sulla ceramica!".
"È quasi pronto...
Sto facendo fare la crosticina sul pane...".
"Apri questa dannata
porta!".
"Lascia che... che
mi nutra!" esclamava Gold sotto sforzo, spingendo contro la porta e sperando
che Silver non riuscisse ad aprirla.
"Dammi! La mia!
Piastra!" aveva urlato il rosso, accompagnando a ogni esclamazione una
spinta verso col corpo.
Fu in corrispondenza della
quarta spallata che Gold finì di fare resistenza.
"Okay!
Finito!" fece, spalancando l'uscio e facendo mancare il colpo
all'altro, che entrò in tutta velocità nel bagno, inciampò nel filo della
piastra e sbatté con la testa sul cesso, aprendosi il cranio in due parti. Il
sangue schizzò ovunque, e parti di cervello si riversarono sul pavimento del
bagno.
"Cazzo!" esclamò
sorpreso Gold, masticando il suo toast. "È morto Kenny! Ah no,
aspè...".
2. UN CUCCIOLO
Il vento d'autunno
soffiava lungo le strade di Amarantopoli, e Crystal e Silver si tenevano per
mano lungo la strada principale della città. Due foglie d'acero, una verde e
una rossa, s'inseguivano sul marciapiede davanti la Palestra di Angelo.
"È davvero una
giornata fredda, oggi, vero?" domandò la ragazza, stringendosi nel
cappottino celeste. Silver annuì, passandole un braccio dietro al collo. Poi il
suo sguardo si poggiò su un piccolo cucciolo di Jack Russell, con una macchia
nera sull'occhio destro.
"Oh... Guardalo"
disse la Dexholder, accorrendo verso di lui. Levò la sciarpa di Silver,
sfilandola delicatamente dal collo del fulvo, e vi avvolse il piccolo
trovatello.
Quello, il ragazzo,
saltellava ipereccitato.
"Un cagnolino! Un
cagnolino!".
"Sì, Silver, un
cagnolino".
"Lo posso prendere?! Tipregotipregotipregotiprego!".
"Lo posso prendere?! Tipregotipregotipregotiprego!".
La bella mora dagli occhi
di cristallo fece spallucce e guardò il placido cagnolino, tutto infreddolito e
affamato. Lo diede al ragazzo e sorrise. Pensò che quello non avesse mai avuto
un cucciolo, da bambino.
"Guarda che
bello!" esclamò il trovatello. Silver, s'intende.
Col dito gli carezzò prima
l'orecchio sinistro e poi il destro.
"È davvero
adorabile!".
E poi lo alzò in alto,
verso il volto. E poi quello, stavolta s'intende il cane, attaccò con violenza
immane il rosso, stringendo i sottilissimi denti sulla carotide e cominciando a
leccare tutto il sangue che uscì. Silver cadde per terra, in una pozza di
sangue, davanti ai piedi di Crystal.
Quella prese il telefono e
accese la fotocamera interna, scattando tre o quattro selfie, sorridendo.
Postò su Instagram una
foto.
Didascalia?
CHE BEL CUCCIOLO CHE
ABBIAMO TROVATO.
3. UN CUCCIOLO 2
[...] "Oh... Guardalo" disse la Dexholder,
accorrendo verso di lui. Afferrò la sciarpa del ragazzo e la tirò, continuando
a camminare in avanti.
"Guarda che
carino" fece lei, continuando a tirare la sciarpa ma trovando resistenza.
"Che ne pensi, Sil?
Non trovi che sia davvero carino?! Amo i cuccioli! Se mi dai un attimo la
sciarpa lo raccogliamo" diceva, tirando ancora la sciarpa ma sentendo
Silver che non voleva assolutamente mollarla.
E allora Crystal tirò con
ancora più forza, strattonando più e più volte, fin quando non vide l’altro
stendersi sul pavimento. Si voltò verso di lui, guardando il volto cianotico
del ragazzo e gli occhi schizzati fuori dalle orbite.
Il nodo alla sciarpa era
stato fatto davvero bene. Rimase un attimo interdetta, prima di tirar fuori il
telefono e accendere la fotocamera interna.
Poi scattò tre o quattro
selfie, sorridendo.
Infine postò su Instagram
una foto.
Didascalia?
ERA UN BOYSCOUT, CHE GRAN
NODO CHE HA FATTO!
4. ALLERGIA AL LATTICE
Gold era pansessuale, e un
po' la cosa andava a vantaggio di Silver, che quella sera s'era alzato da
tavola con un certo languorino.
"Senti... ti va di
fare un po' di... ecco...".
Arrossiva sempre.
Arrossiva oltre lo standard, e la cosa infastidiva Crystal, che intanto cercava
di fare le parole crociate in santa pace.
"Gold, non far
imbarazzare Silver! Andate di sopra a fare quelle cose!" aveva
esclamato.
Il moro sbuffò e, come
ogni martedì, prese il fulvo per mano e lo portò in camera da letto.
"Okay, spogliati e
facciamo presto, Cecilia sta facendo la zoccola nella casa del Grande Fratello
e se me la fai perdere ti giuro che non ti presto più Cyndaquil per asciugare
più velocemente lo smalto sulle unghie".
"Va bene, va
bene!" esclamò quello, che levò i vestiti in fretta e furia.
Gold infilò il
preservativo e penetrò velocemente l'altro che, due botte dopo, cominciò a
gonfiarsi come un palloncino.
Il ragazzo dagli occhi
d'oro sospirò e chiamò Crystal.
"Ehi! Silver sta
lievitando!".
La ragazza accorse in
stanza, vedendo poi il volto di Silver rossastro, e il petto, dapprima magro e
muscoloso, riempirsi di pustole e rush cutanei.
"Oh… Uffi, le
medicine sono giù..." sospirò la ragazza, portando le mani ai fianchi.
"Dai, non fa
niente... Abbiamo una stanza in più, adesso" ribatté Gold.
"Bene, ci costruiremo
quella stanza dei giochi in stile Christian Grey".
"Così potremo levare
la collezione di gatti a nove code dal salotto".
5. COMPTON
Silver e Gold camminavano
per le strade di Compton.
"Ehi, Gold, guarda!
Un negro! Yo Madafaka!".
6.
MULETTO
Gold
e Silver erano entrati all’interno del mercato abbandonato di Amarantopoli.
Molti scaffali erano stati lasciati lì, ad affogare tra le mura polverose del
vecchio capannone dismesso.
“Uiiiiii!”
urlava Gold, guidando il muletto, driftando a tutta velocità con le forche a
mezz’aria.
Silver
era qualche metro più distante, cercando il posto perfetto per fare la pipì.
Aveva
un problema, lui. Soprattutto in inverno, odiava quando le correnti d’aria
gelida gli soffiavano sul coso, perché il freddo lo faceva rapprendere
immediatamente e finiva per pisciarsi sempre sui pantaloni.
E
poi esplosero tutte e quattro le gomme del muletto, facendo sbandare il mezzo
da lavoro.
Le
forche sollevarono Silver e lo trafissero nel petto, inchiodandolo al muro.
Gold
rimase immobile per qualche secondo.
“Merda,
è morto di nuovo”.
Fece
retromarcia, con le gomme bucate, cercando di estrarre le forche, senza
riuscirci.
“Oh,
no! È rimasto attaccato!”.
Indietreggiò,
facendo bip – bip con la bocca, perché il muletto era vecchio e il
segnale acustico non funzionava. Poi sbatté le forche su e giù, cercando di
staccarlo. Avrebbe potuto farlo con le mani, ma gli faceva schifo toccare il
secondo cadavere in una settimana.
“Cazzo,
scendi! Rimani attaccato peggio delle piattole sul pube!”.
7.
GRANATA
Gold
entra nel salotto con una granata tra le mani. Leva la linguetta e dà la bomba
in mano a Silver.
“Hey,
tieni questa un attimo”.
8.
PONTILE
“Parcheggia
lì!” esclamava Crystal, puntando col dito il posto adiacente alla fine di un
lungo pontile che dava al centro dell’oceano.
“Va
bene. Gold, la tua Fiesta di merda ha tutti gli specchi rotti, aiutami a
parcheggiare”.
Crystal
guardò Gold interrogativa.
“Nessuno
può guardarmi mentre guido” rispose quello dagli occhi d’oro, a una domanda
lecita mai fatta ma pensata. “Nemmeno io”.
“Finiscila
di fare lo stupido e vai”.
Gold
e Crystal scesero, con la ragazza che s’avviò avanti, lasciando i due maschi a
parcheggiare. Quindi Silver mise la retromarcia e sentiva Gold dargli
indicazioni.
“Vai…
vai… vai… Uh, una notifica da Instagram! Vai…” prese il cellulare e sbloccò lo
schermo. Aprì la notifica e vide una foto di Fiammetta alle terme.
“Vai…”.
Era
molto nuda.
“V…
ai…”.
Splash.
9.
NESSUNO RUBA NEL LABORATORIO DI ELM
“Perfetto,
puoi andare ASSISTENTE NUMERO 1, chiuderò io lo studio” fece quella sera il Professor
Elm, salutando Maris. Non ricordava mai il suo nome e quella s’era abituata a
non sentirsi mai chiamare. Agitò la mano e sparì, lasciando il Professore nella
penombra.
“Finalmente
quel roito è andato via…” sbuffò Elm, avvicinandosi al pc e abbassandosi la
zip.
“Live
Jasmine… Ok. Sì, stasera userò questo”.
Era
un tipo dai gusti particolari, aveva scrollato in basso per un quarto d’ora
senza riuscire a trovare il video sui trans norvegesi che aveva guardato la
sera prima. Non s’era minimamente accorto del piccolo ninja dai capelli rossi
che aderiva al soffitto, in silenzio.
Quello
aspettava il momento giusto. In cuor suo sapeva che quel Totodile sarebbe stato
perfetto per perorare la sua causa.
Però
perse la presa, scivolando dal soffitto e sbattendo la testa sulla statua di
Priapo che gli aveva regalato Gold.
Era
caduto dritto sul cazzo affilato, che aveva trapassato lo sterno e lo aveva
lasciato trafitto come dalla spada di un cavaliere.
Elm
rialzò la zip, avvicinandosi al ragazzino.
“Oh…”.
Gli
diede un calcetto, attestandone la morte. Poi fece spallucce e riabbassò la
zip.
10.
ANTIFURTO
Silver
si svegliò presto quel mattino.
Anche
se Crystal si svegliava sempre prima.
Scese
giù, il rosso, andò in cucina e salutò la donna, che stava facendo colazione
con i Conte Chocula. Lei ricambiò sorridendo e facendo strabordare latte e
pezzettini di cereali dalle labbra.
Il
ragazzo prese il pacchetto di Cartier dal tavolo della cucina, per poi
allungare una mano sui fornelli, agguantando l’accendisigari.
Il
rosso aprì poi la finestra a soffietto che dava sul balcone del retro.
Zzzzzzap! sentì Crystal. Poi un
lieve odore di toast al prosciutto ben cotto la raggiunse.
“Cazzo,
la nuova grata laser che ha montato Gold!”.
“Visto
come funziona bene?” urlava quello dal bagno.
Poi
scese le scale, guardò il cumulo fumante di poltiglia alla base della finestra,
buttando un occhio sul tavolo.
“Oh,
hai fatto in pancake per colazione!”.
11.
NESSUNO RUBA NEL LABORATORIO DI ELM 2
“Ragazzi,
finitela di guardare le foto di Diletta Leotta, per favore!” urlava Elm a Gold
e Silver.
Cioè
a Gold.
Silver
le guardava le scarpe.
“Secondo
te sono Jimmy Choo?” chiese al moro.
“No!”
ribatté Elm. “Sono Loboutin! Ora, per favore smettetela di fare i cretini e datemi
una mano. Anzi, solo tu, Gold, perché Silver è un cretino!”.
I
due andarono nell’altra stanza, lasciando da solo Silver coi tre Pokémon
preziosissimi.
“Totodile,
Cyndaquil e… e Chikorita… Potrei prenderne uno”.
S’alzò
e s’avvicinò al tavolino e allungò la mano verso la sfera di Totodile, per poi
fermarsi.
“Ho
come la sensazione che succederà qualcosa di brutto se prendo questa. Forse mi
conviene prendere quella di Cyndaquil”.
E
invece era un Voltorb.
12.
VOLTAGGIO
“Gold,
Crystal pensa che se toccassi i cavi scoperti della corrente morirei”.
“Due
e venti o tre e ottanta?” chiese disinteressato il moro, non mettendo nemmeno
in pausa il videogame.
“Non
lo so…”.
Gold
lo guardò per un momento.
“Io
proverei, fossi in te”.
E
provò.
13.
CLAMIDIA
“Dov’è
Silver?” chiese Crystal a Gold.
“Chiuso
in camera con Chiara”.
14.
SOLO UNA VOLTA
“Hey
Silver, sai che puoi accarezzare Slugma senza farti male?”.
“Davvero?”.
“Sì.
Ma puoi farlo solo una volta”.
“Solo
una volta?”.
“Poi
brucia”.
E
lo fece.
15.
GRAVITÀ
Crystal,
Silver e Gold erano intenti a esplorare l’ennesimo, infinito corridoio,
dell’ormai abbandonato maniero di Maschera di Ghiaccio. Il tutto reso molto più
noioso per Gold, dato che Silver non smetteva un attimo di blaterare.
“È
una delle leggi fondamentali del nostro universo, vi sto dicendo. Senza la
forza di gravità, tutto quanto non avrebbe senso. Pensate, anche la Terra non
potrebbe esistere, perché non ci sarebbe stato nulla a impedire alla massa del
pianeta di disperdersi nel cosmo” continuava a ribattere Silver, nonostante le
pressioni di Gold.
“Prima
o poi, studiare così tanto finirà per ucciderti. Dovresti masturbarti un po’ di
più” osservò l’altro.
Procedevano
in fila indiana, per cercare di evitare al meglio le trappole lì disseminate,
col rosso che apriva la fila, dato che ricordava buona parte dei marchingegni
lì stanziati.
Pochi
metri più indietro, lo sguardo di Crystal si posò su di una strana statua di un
Lapras, il cui occhio destro dava troppo nell’occhio.
“E
questo cos’è?” chiese lei, andando a toccarlo con l’indice destro.
All’istante,
il pavimento sotto i piedi di Silver si spalancò, lasciandolo cadere
nell’oblio.
Gold,
distratto, continuò a camminare. Mosse un passo in avanti e poi un altro
ancora, per poi superare senza problemi il vuoto della botola.
“Perché
non sei caduto?” le chiese la ragazza.
“Per quale motivo dovrei cadere?”.
“Per
la forza di gravità, Silver ne stava parlando da mezz’ora!”.
“Per
la cosa di che? Non l’ho ascoltato, ripensavo alla foto di Fiammetta alle
terme”.
16.
DA GRANDI POTERI…
“Gold,
potresti gentilmente spostare i tuoi piedi dal divano? Quei calzini puzzolenti
stanno devastando la stanza” sbraitò Silver, in piedi davanti a lui.
In
tutta risposta, l’altro gli azzannò una caviglia.
“Ah,
mi ha morso una zoccola radioattiva!” urlò lui.
17.
VENDETTE TRASVERSALI
Silver
andò in cucina e aprì il cassetto delle posate. Varò l’opzione di prendere un
bel cucchiaio ma poi fu convinto definitivamente ad afferrare tra le mani un
grosso coltellaccio dal manico in legno.
Silenzioso
com’era sgattaiolò nel salotto e andò alle spalle di Gold, che guardava Uomini
e Donne in televisione.
“Nessuna
sarà mai come Teresanna…” si lasciò andare a un commento il moro, prima di
voltarsi all’improvviso e vedere negli occhi del rosso la furia cieca.
Il
coltello affondò nel collo di Gold una, due, dieci volte, accompagnato dalle
urla isteriche di Silver.
“Non
mi ucciderai mai più, brutto stronzo! Sono morto sedici volte! Ho quasi finito
i Revitalizzanti!”.
Il
corpo di Gold si riversò sul divano, senza vita.
“Sì!
Ti ho ucciso!”.
Crystal
s’avvicinò da dietro, con una mazza, spezzandogliela dietro al collo.
“Mi
hai macchiato tutto il divano! Stronzo!”.
18. SPIRITO DI COMPETIZIONE
Gold chiamò Silver in cucina.
“Scommettiamo
che muoio prima di te?” fece al rosso.
Quello
spalancò gli occhi, si guardò attorno e poi aprì la finestra, lanciandosi di
sotto.
19.
AU REVOIR SHOSHANNA
Gold
si avvicinò a Silver.
“Ehi,
fallito, ti va di fare un gioco di ruolo nuovo?”.
“Certo,
come si fa?” saltò in piedi l’altro, euforico al pensiero di fare quelle
cose.
“Semplice:
tu corri, al resto penso io”.
Gold
abbassò il cane del revolver.
20.
ABBREVIATO
È morto Silver.
21.
MAI FIDARSI DELLA PAROLA DI UN SEGAIOLO
“Gold,
abbassa un attimo il contatore, devo aggiustare il quadro elettrico del piano
di sopra!” urlò Silver.
“Certo,
fidati” rispose l’altro, intento a masturbarsi utilizzando il pc di Crystal.
Così
lui non beccava i virus.
Passarono
diversi minuti, durante i quali Gold continuò nel suo lavoro manuale.
“Allora,
l’hai abbassato?” chiese di nuovo Silver.
“Seeeeeh”.
E
invece non l’aveva abbassato.
22.
SNIKT
Silver
si avvicinò all’ultimo acquisto su Amazon di Gold.
“Nuovo
paio di guanti?” chiese a quest’ultimo, osservando i gialli e i blu, concentrando
poi lo sguardo sulle protuberanze, poste fra le nocche.
“A
che serve questo pulsante?” chiese ancora, dato che Gold non lo cagava di
striscio.
“Prova
a premerlo” rispose lui.
Silver
avvicinò il viso al guanto, osservandolo da più vicino. Poi premette il
pulsante.
Snikt.
23.
CLAMIDIA 2
“Scusi,
signorina prostituta, quanto costano le sue prestazioni”.
“50
Pokédollari e ti fascio vedere il cristalo dela luna”.
“Sì,
però sono allergico al lattice del preservativo”.
“Trankilo
trankilo”.
24.
CHALLENGE ACCEPTED
“Ehi
Silver”
“Che
vuoi, Gold?”
“Ti
sfido a tirare le palle a quell’Ursaring”.
25.
NESSUNO RUBA NEL LABORATORIO DI ELM 3
Silver
riuscì finalmente a introdursi all’interno del laboratorio dove erano custoditi
tre esemplari di Pokémon rarissimi. Superare tutte le difese era stato un
lavoro estenuante ma ormai ce l’aveva fatta.
Ora,
restava da scegliere il Pokémon da prendere: poteva sostituire una sola
Pokéball, senza far scattare l’allarme.
“Totodile
no… ho un brutto presentimento. Credo neanche Cyndaquil, non so perché ma mi
sento un bruciore nel basso ventre solo a vederne la Ball”.
Allungò
quindi la mano verso di Chikorita, facendo la sostituzione in un batter d’occhio.
“Benvenuto,
signor ladro. Ho il piacere di avvisarla che lei sarà la cavia per il mio
nuovissimo sistema d’allarme. Mi basterà dire la parola d’ordine, non si
preoccupi, ci vorrà un attimo”.
A
Silver si gelò il sangue nelle vene.
“Smithers,
libera i cani!”.
E
gli Houndoom apparvero.
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