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Lily by KomadoriZ71 - Card messages aren't my thing. Merry Christmas.

Card messages aren't my thing.
Merry Christmas.



Erano trascorse ore da quando Vicio aveva messo piede dentro al negozio più prestigioso della città di Konikoni, era in piedi davanti al bancone e guardava la commessa con uno sguardo annoiato e accigliato.
Era inutile, non riusciva a collaborare nemmeno sotto sforzo.
Sospirò e si accarezzò il pizzetto, scrollò le spalle per esprimere il proprio disappunto e spostò lo sguardo in direzioni delle due dipendenti vestite di bianco, almeno loro sembravano entusiaste di contemplare i vari gioielli in esposizione.
Quella mattina Vicio aveva lasciato l'Æther Paradise con il cuore pieno di speranze, voleva comprare un regalo natalizio per l'unica persona che reputava importante dopo il lavoro, ma il viaggio per i negozi più prestigiosi di Alola si era rivelato infruttuoso e questo era servito a metterlo di malumore.
Detestava sprecare il suo tempo e quella serie di insuccessi gli faceva perdere la pazienza, nemmeno l'intervento della commessa aveva migliorato la situazione. Quella ragazza sprigionava giovinezza e inesperienza da tutti i pori, il suo modo impacciato di porsi aveva turbato l'animo del Capo Filiare e per lui era impossibile cambiare idea.
«No, nemmeno questo sembra andare bene» esclamò quando la giovane donna tirò fuori l'ennesimo cerchietto cosparso di pietre preziose. «Il regalo che sto cercando è per una persona speciale e raffinata, questa spazzatura non è ciò che avevo in mente».

Vicio aveva lasciato la boutique per dirigersi verso la Punta Akala, aveva congedato le dipendenti per permettere alle due di godersi la festività imminente. Ancora non era riuscito a realizzare il suo scopo e ciò lo infastidiva, era la prima volta che Vicio metteva da parte il suo narcisismo per fare un regalo a qualcuno, non riusciva a digerire l'idea di aver commesso un enorme fallimento personale. Eppure doveva sbrigarsi e fare ritorno alla Fondazione prima delle sei, la cerimonia natalizia stava per avere inizio e l'idea di presentarsi senza un dono era inaccettabile. Di solito erano i dipendenti quelli che si preoccupavano di fare colpo sul Capo Filiare, per non parlare delle lodi che riceveva dalla direttrice o dai follower che seguivano il suo blog personale, ma Vicio voleva provare a gettarsi in un'avventura diversa e non poteva dichiararsi senza un buon regalo con cui sorprendere la futura partner.
Erano mesi che rifletteva sul da farsi, anche se il fantomatico “sì” gli sembrava lontano anni luce. Alla Fondazione era conosciuto per essere un superiore rigido e poco garbato coi sottoposti, come poteva sperare di fare colpo sulla persona più dolce e amabile dell'intera struttura?
Impossibile.
Vicio scrollò le spalle e si sistemò gli occhiali sul naso, alzò lo sguardo in direzione del mare per liberarsi la mente dai vari pensieri negativi. Aveva raggiunto la costa rocciosa della Punta Akala per immergersi nella natura e isolarsi dalla civiltà, quando si avvicinava il crepuscolo quel luogo diventava uno dei posti più affascinanti e silenziosi dell'intero arcipelago tropicale.
«Credo proprio che dovrò aspettare il prossimo anno» commentò ad alta voce e con una punta di amarezza, accarezzandosi il pizzetto con un movimento lento della mano sinistra. «Beh, forse è meglio se mi sbrigo. Se continuo di questo passo, sono sicuro che non riuscirò ad arrivare in tempo per la festa».
Fu quello l'attimo in cui Vicio percepì qualcosa di estraneo entrare in contatto con la propria gamba, quel corpo estraneo lo spintonò con così tanta forza da farlo avvicinare al bordo della costa. Il Capo Filiale sussultò dallo stupore e riuscì a mantenere l'equilibrio, quello che bastava per evitare di cadere sulle rocce scure che si incontravano con le acque salmastre del mare. Inarcò un sopracciglio e abbassò lo sguardo, notò subito un piccolo Stufful intento a strusciarsi contro alla propria gamba. La piccola creatura sembrava deliziata e contenta di vederlo, si esprimeva con versi che rasentavano il limite della dolcezza.
«E tu che ci fai qui?» domandò a quel punto e si sistemò gli occhiali sul naso, sbuffò quando notò i piccoli frammenti cosparsi sul pelo rosa del Pokémon. Era un cucciolo appena uscito dall'uovo, questo significava che l'aveva scambiato per la madre. «Non sono quello che pensi tu, hai sbagliato persona, adesso sparisci dalla mia vista perché mi stai facendo perdere tempo!».
Esclamò il Capo Filiare senza trattenere lo sdegno, spostò il minuscolo esserino con il piede per liberarsene e cominciò a procedere in direzione del cimitero, doveva raggiungere il Resort Hanu Hanu per salire sul traghetto e fare ritorno alla Fondazione. Ma il piccolo Stufful non aveva afferrato il messaggio, dopo un paio di secondi iniziò a seguirlo e ad emettere dei lamenti per richiamare l'attenzione della “madre”.
«Smettila di seguirmi! Io non sono tua madre!».
Sbraitò, sull'orlo di una crisi di nervi.
Stava per disfarsi di quel piccoletto grazie all'intervento del proprio Hypno ma, nello stesso istante in cui afferrò la Pokéball per liberare il proprio compagno di squadra, ecco che un'illuminazione gli arrivò dritta nella mente e lo bloccò sul più bello.
Cominciò a sorridere con un pizzico di malizia, finalmente era riuscito a trovare ciò che stava cercando. Il suo genio infallibile aveva colpito ancora.


La Fondazione Æther era il posto più elegante e raffinato dell'intera regione, ma quando si avvicinava il periodo natalizio possedeva una bellezza unica nel suo genere. I dipendenti avevano trascorso le utile settimane a decorarla con addobbi natalizi impeccabili e luci di vario tipo, rendendola al pari di un gioiello dal valore inestimabile.
La direttrice non era il tipo di donna che accoglieva il Natale con tanto entusiasmo, la perdita del marito aveva contribuito ad allontanarla dai festeggiamenti, ma il suo amore andava oltre ogni misura ed era disposta a sacrificarsi pur di accontentare le creature che vivevano dentro al suo paradiso artificiale.
Era un anno che Vicio aspettava con pazienza l'arrivo del Natale, era un contesto magico per chiunque e l'idea di dichiararsi sotto alle luci colorate a momenti lo faceva emozionare come un bambino. Ma non doveva perdere il controllo delle proprie facoltà, era da stupidi rovinarsi sul più bello e mandare all'aria mesi di progettazioni.
Sospirò per mantenere la calma e si avvicinò a Ciceria con passo lento e le mani intrecciate dietro alla schiena, la sua assistente non era molto distante, era intenta a conversare amorevolmente con chiunque le capitasse sotto tiro. Era splendida nel suo vestito elegante e di un rosso acceso, era una gioia per gli occhi vederla indossare qualcosa che si allontanava dalla classica divisa bianca.
«Buonasera Ciceria».
Esclamò lui con un filo di voce, l'emozione lo rendeva teso come una corda di violino.
«Oh! Buonasera Signor Vicio, anche lei da queste parti?!».
Vicio annuì con il sorriso, porgendole la mano.
«Venga con me, devo mostrarle una cosa».
I due si allontanarono dalla folla per fermarsi sull'ascensore dalla forma triangolare, Vicio si affrettò a premere i tasti per salire verso la zona protetta. Era l'unico luogo in cui gli invitati non mettevano mai piede, la sicurezza dei Pokémon veniva prima di tutto alla Fondazione e quelle dolci creature non andavano disturbate per nessun motivo al mondo.
«Dove stiamo andando Signore?».
«Nell'unico luogo che reputo tranquillo e in disparte, lo sa benissimo che non sono abituato a partecipare a questo genere di feste. Ogni tanto, anche uno studioso del mio livello deve fermarsi e far riposare la propria mente» commentò con calma, accarezzandosi il pizzetto.
«Ha perfettamente ragione Signore».
La donna cominciò a esprimersi con un dolcissimo sorriso, un gesto che riuscì a far sciogliere il cuore del Capo Filiare.
Vicio era agitato e non riusciva a nasconderlo, era incredibile l'attrazione che provava per la propria assistente. Lui che era così pieno di narcisismo e difetti, si era innamorato di una donna dolcissima e che non perdeva mai l'occasione per fare una buona azione. Il loro rapporto poteva funzionare? Ciceria era in grado di accettare ogni suo lato oscuro?
Era una domanda che si faceva da chissà quanto tempo, ora era lì per sentire una risposta effettiva.
«Già, è risaputo che io non sbaglio mai».
Mormorò con il sorriso sulle labbra e, quando l'ascensore terminò la sua corsa, invitò la donna a scendere per dirigersi nella parte più inoltrata della zona protetta. «Sa Ciceria, ammiro tantissimo il suo lavoro.
Lei fa sempre il possibile per provvedere al benessere dei Pokémon che ospitiamo, per non parlare di come si interessa anche alle persone che lavorano per la Fondazione»
Cominciò a parlare e alzò lo sguardo verso la vetrata che componeva il tetto, da lì era possibile vedere le stelle e la penombra del Paradiso rendeva quel quadretto stellato più affascinante del normale. «Però...Non posso ignorare la sua dedizione, di come arriva allo stremo pur di accontentare le mie richieste da Capo Filiare.
So di essere molto esigente quando si parla di lavoro, per questo ho deciso di farle un piccolo regalo per ringraziarla».
Finì il proprio discorso e si voltò verso Ciceria, cominciò a sorridere e tirò fuori la sfera in cui era racchiuso Stufful, quel piccoletto che aveva incontrato sulla Punta Akala e che per un attimo aveva voluto allontanare.
Aveva deciso di catturare Stufful proprio perché, caratterialmente, si avvicinava a Ciceria. Entrambi non avevano smesso di seguirlo nonostante il caratteraccio dimostrato, un gesto impossibile da ignorare.
«Signore...Lei...Non doveva spingersi così tanto» borbottò Ciceria con le guance rosse dall'imbarazzo, si vedeva che non era preparata per l'occasione e che Vicio era riuscito a coglierla di sorpresa.
Vicio scrollò le spalle e si avvicinò alla donna, le afferrò la mano con delicatezza per appoggiarci sopra la sfera.
«Questo è un ringraziamento che sentivo di farle, cercate di non perdetelo mai di vista» sussurrò con garbo e si preoccupò di premere il tasto al c'entro, partì subito un laser rossastro così da liberare il cucciolo di Stufful.
Gli occhi di Ciceria brillavano dall'emozione, era impossibile non notarli.
«Signore, lei...».
«No, chiamami Vicio per stasera».
Vicio guardò la donna con il sorriso e schioccò le dita, proprio in quel momento i dipendenti che erano nascosti negli angoli avviarono la musica. Si preoccupò di avvicinarsi maggiormente a Ciceria, l'afferrò con delicatezza per cominciare a ballare sotto alla luce candida delle stelle.

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