◦◦◦◦ Happy New Year, Sapphire ◦◦◦◦
Ruby non era quel tipo di persona che dava troppa importanza al Natale,
al Capodanno o alle festività in generale. Questo non perché le disprezzasse,
solitamente le trovava pure rilassanti, tuttavia era abituato a passarlo con
quella famiglia che, da sempre, gli aveva creato problemi.
A volte
non si risparmiavano litigi fra padre e figlio, anche a rischio di rovinare la
cena di Natale, o la Vigilia.
E il
ragazzo finiva per rinchiudersi in stanza, sbattendo la porta violentemente e
ignorando il clima festivo e caldo. Ma erano anche problemi adolescenziali, e
magari non c’entrava solo Norman. Problemi di cuore, dovuti a una relazione con
una ragazza dal carattere impossibile.
Quindi
era di routine che passasse le festività rimuginando sugli eventi più recenti, mentre
accarezzava la schiena di Nana o mentre le spazzolava il pelo soffice e lucido.
Tuttavia,
proprio grazie a quella giovane dai modi selvaggi, il suo modo di vedere la
vita era cambiato, diventando il totale opposto di quel che era sempre stato.
Sapphire
era così: un vortice di frenesia e vitalità, probabilmente l’unico spiraglio di
luce per Ruby, a un certo punto del suo percorso.
Un’ancora,
o comunque una persona che prima di rubare il suo cuore e la sua anima, lo
aveva salvato dai tagli e dalle sue mancanze, accettando i difetti che si erano
creati intorno alla sua figura.
Ed era
incredibile come lei riuscisse a essere così spontanea nei suoi gesti; come un
tornado, poteva spazzare tutta la negatività del ragazzo. O la tranquillità.
Ma chi
era Sapphire Birch?
Sarebbe
stato più semplice dire chi non fosse, dato che avrebbe avuto troppe cose da
raccontare. Troppe sfaccettature rinchiuse in un corpicino minuto, dotato di
una forza capace di fargli del male anche involontariamente.
C’erano due
pezzi di zaffiro incastonati nei suoi occhi, che ammaliavano e rapivano come una
meravigliosa sirena dal canto armonioso.
Si insinuò
nell’anima di Ruby fino a diventare l'unica ragione del suo respiro.
Il
ragazzo aveva ventitré anni ormai, era riuscito a collezionare tutti i fiocchi per
ogni categoria e livello di difficoltà, i suoi sogni si erano realizzati e viveva
una vita perfetta con la sua meravigliosa donna.
E non
c'era giorno che non lo pensasse, ogni volta che si svegliava e la vedeva già
in piedi, bellissima. I capelli sciolti, la camicia da notte che le lasciava
scoperte le gambe, i passi lenti e silenziosi che osava per non disturbargli il
sonno.
Ma lui,
già sveglio da prima, passava il suo tempo a guardarla con la coda dell'occhio
ammirando il suo così semplice fascino.
E semplice per come era sempre stata, lui si era innamorato. Anche di quel suo aspetto selvaggio e ribelle, di quel suo essere così difficile, complicata, facilmente irritabile. Quella forza che riusciva buttare fuori negli scatti d'ira incontrollata, che aveva sfruttato a suo favore per salvare la situazione più di una volta, quando contava farlo.
E semplice per come era sempre stata, lui si era innamorato. Anche di quel suo aspetto selvaggio e ribelle, di quel suo essere così difficile, complicata, facilmente irritabile. Quella forza che riusciva buttare fuori negli scatti d'ira incontrollata, che aveva sfruttato a suo favore per salvare la situazione più di una volta, quando contava farlo.
Poi, notando
il suo sguardo vagare su di lei, arrossiva leggermente e gli si avvicinava,
mollando tutto ciò che stava facendo, e si sedeva sulle sue gambe,
accarezzandogli il viso.
Ruby le
sorrideva e le cingeva la vita. Lei ricambiava il sorriso ma, con ogni
probabilità, anni prima gli avrebbe morso una guancia, data la sua poca
abitudine con quei gesti così affettuosi e intimi.
Lei
ammetteva di avere ancora un po' di vergogna e esitazione, ma le bastava
qualche frazione di secondo e si lasciava andare, lasciandogli casti baci sulle
labbra.
Sapphire
riusciva in qualche modo a fargli vedere il mondo da un'altra prospettiva,
facendogli dimenticare in quell'arco di tempo dei suoi problemi, rilassandolo e
tracciando linee immaginarie sul suo profilo. Adorava quando lui chiudeva gli
occhi sorridendo, in uno stato di trance dove non sentiva altro che le carezze
sul viso. Lei c'era sempre, anche nei momenti di ansia, o quando si agitava nel
sonno per via dei suoi incubi.
Ruby, col
sonno perennemente tormentato dagl’incubi, in cui le immagini di suo padre, di
Rocco e di Rossella che morivano sotto i suoi occhi si avvicendavano con
velocità quasi assurda. Vedeva le chiazze di sangue che sporcavano i suoi
vestiti, e poi Sapphire che spariva dalla sua vita. E non riusciva in alcun
modo a far passare quel trauma che, lentamente gli logorava l'anima.
Per
questo c'era lei. La ragazza che aveva assistito alla distruzione, e che
dormiva al suo fianco ogni notte. Gli posava una mano sul petto nudo e lui si
svegliava, ritrovandosi davanti un angelo vestito di bianco che alleviava dolori
e preoccupazioni.
E Sapphire
odiava essere considerata un angelo. No, lei preferiva definirsi una donna
selvaggia. E quando lo puntualizzava Ruby scoppiava a ridere, ripensando alla
loro adolescenza.
Neanderthal era il suo soprannome.
Poi era
diventato Sapphire.
Poi Amore.
Ruby non si
sarebbe mai sbilanciato affermando dicendo che Natale e Capodanno fossero
comunissimi giorni, perché con quella ragazza ogni giorno era festa.
E
infatti, per Ruby il fatto che fosse il 31 Dicembre non contava nulla. Stava
seduto sul divano con in mano il telecomando della televisione, mentre faceva i
grattini sulla testa a Coco, che rispondeva rilassata emettendo fusa. Odiava i
noiosi programmi sul Natale, quelli dove finiva tutto bene e si festeggiava in
famiglia, erano così scontati. E ogni anno trasmettevano Una Poltrona per Due. "Che palle" diceva mentalmente,
continuando a scorrere lungo la lista dei canali.
Fu
fermato poi da una voce squillante e repentina.
Sapphire,
che aveva tutta l’intenzione di festeggiare come da tradizione, si mise davanti
alla televisione con le braccia incrociate sul seno, un sopracciglio alzato e
un’espressione contrariata.
«Invece
di stare qui a non fare nulla, non possiamo uscire? Fare qualcosa?» chiese,
guardandolo sbadigliare.
«Ma fa
freddo per uscire, Sapph» rispose lui smorzando un sorriso per non farla
arrabbiare.
O almeno
per non farla arrabbiare di più. Spesso lei diceva di non sentire freddo, ma il
fatto che quella volta tenesse una copertina rossa a scacchi sulle spalle l’avrebbe
subito smentita.
«Oh ma
andiamo! Stare chiusi in casa è deprimente!» controbatté la giovane, tenendogli
testa.
«Sono le
undici.»
«Appunto!
Usciamo almeno per vedere i fuochi!.»
«Va bene,
ma non adesso» disse Ruby alla fine, prendendole la mano e avvicinandola a sé.
Lei per
tutta risposta abbassò lo sguardo un po' irritata, sentendo poi ridacchiare
l'altro.
La
prendeva in giro.
«OH! MA
TI DIVERTO TANTO?!» esplose, alzando il tono della voce. Ruby non rispose, la tirò
e la vide cadere su di sé. Le mise una mano sul fianco sinistro, ancora ridendo,
e alzò la testa per guardarla negli occhi.
Sapphire
avrebbe potuto giurare di odiarlo in quei momenti, ma sarebbe stata una sporca
bugiarda. Nemmeno dovette avvicinarla ulteriormente che lei lo stava già baciando.
Si
sistemò meglio su di lui e gli si sedette sulle gambe, continuando con quel
dolce scambio di effusioni. Un bacio tirava l'altro, il ritmo aumentava
diventando frenetici e passionali.
Ruby
passò le dita sul maglioncino che Sapphire indossava, saggiandone il cotone e facendole
quasi il solletico, mentre la coperta scivolava per terra.
Il bacio
terminò, con la bella che si allontanò dal suo volto, sorridendo impacciata e
aggiustandosi la ciocca di capelli che ribelle le copriva l'occhio.
«Mi basta
poco per farti calmare» ammiccò lui senza mollarla, facendola sbuffare e
arricciare il labbro.
«Ma credi
che sia una belva?!»
«Mmh,
qualcosa del genere».
«Sei uno
stronzo» gli disse, pizzicandogli la guancia e lasciandola soltanto quando lui
non la pregò, scusandosi.
Al
contrario delle apparenze, a Sapphire non interessava poi chissà quanto delle
feste. Erano solo un pretesto per staccare dalla routine quotidiana e divertirsi.
Il fatto di poter avere Ruby tutto per sé la allettava. Lei era sempre
impegnata ad aiutare il padre con le ricerche, mentre lui ormai lavorava
attivamente nel mondo dei Contest, continuando a gareggiare e producendo abiti
per Pokémon e Coordinatori. Si rivedevano la sera, stanchi e vogliosi solo di
dormire abbracciati.
Ma
durante le vacanze riuscivano a viversi l’un l’altra, motivo per cui era estremamente
contenta del Natale.
Lui la
guardò, mentre, ancora imbronciata, distoglieva lo sguardo. Di nuovo, la tirò a
sé e la baciò, lasciando scivolare la mano sotto il bordo del maglioncino,
salendo, carezzandole i fianchi e seguendo la linea del dorso, arrivando alle
scapole.
Non aveva
il reggiseno e la sua pelle era morbida e liscia.
Sapphire,
dal canto suo, adorava essere toccata in modo gentile, quando a farlo era Ruby.
Di tanto in tanto si lasciava scappare qualche sospiro, infervorandosi. Si
rendeva conto che soltanto lui fosse capace di farla rabbrividire solo
accarezzandola. La conosceva meglio di chiunque altro, sapeva anche quali
fossero i suoi punti deboli. Il collo era uno di quelli.
Infatti,
cominciò a lasciarle umidi baci e a passarle una mano fra i capelli, facendole
inarcare leggermente la schiena. Si trovavano in quel magico momento che
precedeva il paradiso, in cui entrambi si prendevano per mano e cominciavano a
camminare assieme. Lei chiuse gli occhi e si morse il labbro, godendosi appieno
quelle attenzioni. Si sentiva pronta. Ma poi un botto distolse l'attenzione dei
due, che guardarono verso la finestra.
La
ragazza sobbalzò. «I fuochi d'artificio! Ruby!» gridò esaltata la ragazza
alzandosi di scatto e tirandolo per un braccio.
Ruby la
guardò teneramente e sorrise, afferrando i cappotti e mettendoglielo sulle
spalle, per poi uscire fuori. Albanova non era molto calda in quel periodo dell’anno,
e rimasero sull'uscio, per cercare di non perdere troppo calore. Alzarono gli
occhi al cielo, osservando rapiti le cascate dorate e scintillanti.
Lei
sorrideva, completamente rapita da quello spettacolo. Ruby la guardò, vedendola
felice e sorridente, con gli occhi che brillavano forse più del cielo.
Rifletté,
capendo che neppure lui riusciva a quantificare quanto l'amasse. Era
impossibile da calcolare, e forse soltanto l'infinito poteva essere una risposta
corretta.
Perché
l'amore che Ruby provava per Sapphire cresceva ogni giorno, ogni minuto, ogni
secondo. Ogni cosa di lei lo faceva innamorare ancor di più, il suo carattere,
il suo corpo, il suo profumo. Sarebbe morto senza la sua presenza,
istantaneamente. Se mai non se la fosse più ritrovata accanto, al mattino, il
suo cuore si sarebbe fermato subito.
Era ormai
parte di lui, gli era entrata sottopelle e lo aveva rinchiuso nella sua gabbia,
rendendolo inerme a dei sentimenti che erano diventati più grandi di lui.
Sapeva
che Sapphire non avrebbe amato altro uomo all'infuori di lui.
Erano
casi disperati, quei due. Vivevano solo per stare insieme, per sentire i respiri
dell'altro sulla propria pelle, per potere essere la ragione dei sorrisi che si
increspavano sulle loro labbra.
Loro
cercavano la felicità completandosi, unendosi.
Anche
Sapphire spesso si perdeva in pensieri che non avrebbe mai condiviso con Ruby,
essendo essi troppo imbarazzanti.
Alla sua
vita senza il ragazzo, ad esempio. Sarebbe stata comunque una vita
soddisfacente, ma non piena. Sarebbe stata buona, non perfetta. Sarebbe stata
bella, non meravigliosa.
Senza
Ruby sarebbe stato tutto così noiosamente semplice, insaziabile. Sarebbe sempre
stata alla ricerca di qualcosa che la rendesse completa, senza mai trovarla. E
si sarebbe consumata, distrutta da sola.
Anche
quel suo essere così insopportabilmente eccentrico, lei lo amava. Anche se lo
odiava, lei lo amava. E continuava così all'infinito.
Però Ruby
sapeva tutto, come lei era a conoscenza delle sue paure, dei suoi bisogni.
Gli occhi
del ragazzo si posarono sulla mano di Sapphire, vuota, fredda. Preso dal momento
gliel’afferrò e lei si voltò verso di lui, sorpresa da quel gesto.
Il
ragazzo sentiva il bisogno di baciarla, ossessivamente. Mai era stato così
grande il desiderio, benché fosse un azione abitudinale.
“Auguri”.
Si
avvicinò e le alzò il mento, scoccandole un bacio. Aveva bisogno di lei.
Perché
Sapphire era fuoco, il fuoco che lo teneva ancora in piedi. Alimentava la
fiamma come legna, riempendo di calore i loro due corpi nonostante fosse freddo
e fuori tutto congelasse.
Sapphire
ricambiò il bacio e gli carezzò una guancia, portando in sottofondo i rumori dei
fuochi d'artificio. Nella sua testa nulla più. Solo il silenzio.
No.
Solo il
rumore delle labbra di Ruby muoversi sulle sue e il cuore che batteva,
accelerando i respiri.
Si
staccarono, notando solo dopo che i fuochi erano già finiti. Sapphire come al
solito distolse lo sguardo, non riuscendo a reggere quello del suo uomo.
«Guardami,
Sapph» disse lui con voce profonda e calma. Lei lentamente si girò con le gote
arrossate.
«Felice
anno nuovo anche a te» fece la castana accennando un sorriso, balbettando
appena per il freddo.
«Entriamo
dentro adesso, stai congelando». E lo trascinò all’interno.
In quella
costante ricerca dell'altro, in quella frenesia spassionata di sentimenti
ardenti, avrebbero continuato a vivere meravigliosamente, ancora un altro anno.
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