. Petalipoli .
“Dove l'uomo si fonde con la natura”
Lino
era conosciuto per essere un ragazzo riservato e fragile, queste
caratteristiche non lo aiutavano a stringere amicizie con i coetanei che
vivevano nei dintorni. Abitava insieme ai genitori a Petalipoli, non
stava lontano dalla Palestra Pokémon e questo gli dava il pretesto
giusto per mettere il naso fuori dalla sua camera. C'erano momenti in
cui trascorreva le sue giornate appollaiato davanti al portone di casa,
non faceva niente di interessante e il suo unico divertimento stava
nell'osservare gli allenatori che entravano dentro alla Palestra per
fronteggiarsi con Norman. Lino guardava quelle giovani speranze con
occhi pieni di ammirazione, sognava di mettersi in viaggio con i Pokémon
per diventare forte e sicuro come loro. Ma si trattava solo di
un'innocente fantasia, Lino sapeva che non aveva le carte in regola per
raggiungere traguardi così alti.
La
fantasia era la sua unica a mica a Petalipoli, non poteva assistere
agli incontri e questo gli dava la possibilità di immaginarsi la lotta,
non si dimenticava mai di aggiungere i dettagli o i vari colpi di scena
che solo un allenatore esperto sapeva regalare. Secondo la sua mente da
bambino chiunque usciva vittorioso, ma non era sempre così, da quando
Norman era diventato il Capopalestra la Medaglia Armonia era diventata
un sogno ad occhi aperti per chiunque, solo in pochi riuscivano a
conquistarla e questo accadeva dopo un estenuante periodo di duro
allenamento.
Ma le novità erano dietro l'angolo, il destino aveva un piano anche per quel ragazzino solitario e dall'aspetto cagionevole.
━━ Lino?
━━ Sì, mammina?
━━
Io e tuo padre abbiamo preso in considerazione l'idea di farti passare
un periodo a casa dei tuoi zii, a Mentania. So che sarà difficile
restare lontano dalla tua città, ma l'aria che si respira lassù sarà
diversa e ti aiuterà a metterti in forze.
Prepara le valige, tuo zio sta per arrivare ━━
Lino
non aspettava altro e, se il cambiamento era in arrivo, lui doveva
farsi trovare pronto e affrontare la nuova situazione come un piccolo
adulto. Quel pomeriggio era scappato senza dire niente ai genitori, si
era infiltrato nella Palestra con l'intento di raggiungere Norman. Lo
considerava come l'uomo più abile dell'intera città, era l'unico che
poteva capire la sua condizione e fare qualcosa per aiutarlo.
Cominciò
a tremare nello stesso istante in cui varcò la soglia della Palestra,
Norman lo metteva in soggezione, ma allora era diverso da come l'aveva
visto in televisione. Aveva il viso ingombrato da un'espressione più
serena, era alle prese con un ragazzino che non aveva mai visto in
precedenza, forse condividevano la stessa età, aveva i Pokémon con sé ma
non aveva l'aria di chi si era presentato per scontrarsi con il
Capopalestra. Dava l'impressione di essere alle prime armi, pronto per
tuffarsi in un lungo viaggio pieno di imprevisti e amicizie.
Lino respirò per farsi coraggio e cominciò a parlare. ━━ Vorrei un Pokémon, per favore! ━━
Lino
era nel bel mezzo del Percorso 102 e con due Pokéball strette nel palmo
della mano, era talmente emozionato che l'agitazione gli impediva di
rimanere fermo. Sentiva il sudore che entrava in contatto con la
superficie liscia delle due sfere in miniatura, doveva trattenerle con
forza perché rischiavano di cadere per terra e di rompersi prima del
loro utilizzo. Norman si era dimostrato molto comprensivo quando Lino
gli aveva spiegato la sua situazione, per l'occasione gli aveva prestato
un Pokémon e una Pokéball per riuscire nella cattura. Per fortuna non
l'aveva lasciato da solo e gli aveva fornito una guida, si trattava del
ragazzo con il buffo cappello e dagli occhi chiari che aveva visto nella
Palestra. Era suo figlio.
Lino
era a conoscenza di quel fatto grazie alla televisione, secondo i
notiziari Norman si era trasferito a Hoenn insieme alla moglie e al
figlio, ma l'idea di incontrarlo dal vivo rendeva quell'esperienza unica
e indimenticabile. Brendon aveva l'aria simpatica anche se non era un
gran chiacchierone, ma dalla sua espressione sembrava contento di
trovarsi lì con lui.
━━ Per prima cosa...Dobbiamo inoltrarci nell'erba alta, i Pokémon si nascondono lì ━━ .
Quello
era il primo di tanti insegnamenti, Lino era lì per imparare quindi
teneva bene a mente i consigli che provenivano da quel giovane
allenatore. Annuì con calma e cominciò a camminare in direzione dei
cespugli, aveva paura ad affrontare un Pokémon selvatico, ma con lo
Zigzagoon di Norman al proprio fianco si sentiva molto più sicuro del
previsto.
Stava
per fare un ulteriore passo, quando una presenza davanti a sé lo spronò
a fermarsi. C'era un Pokémon dai tratti umanoidi nascosto tra le varie
sterpaglie, sembrava un bambino vestito con una lunga veste bianca e un
buffo casco verde in testa che gli occultava gran parte del viso, ornato
a sua volta da una sottospecie di antenna dalla punta arrotondata e di
un rosso scintillante. Era Ralst. Almeno il Pokédex di Brendon l'aveva
definito così.
Lino e Ralts si guardarono per un istante.
Il silenzio più totale li circondava.
Lino capì che quel Pokémon doveva essere suo.
━━ Vai, Zigzagoon!
Lanciò
la Pokéball senza pensarci due volte e cominciò a stringere i pugni
quando Zigzagoon si materializzò sull'erba, Lino era talmente
determinato che sul suo viso spuntò un'espressione che non aveva mai
fatto in vita sua.
Desiderava
diventare il padrone di quel piccoletto e niente lo poteva fermare,
secondo la guida elettronica era molto raro da trovare e ciò lo rendeva
speciale, unico nel suo genere. Sotto consiglio di Brendon cominciò ad
attaccare il piccolo Ralts, ma il giusto per indebolirlo, non voleva
fargli troppo male.
━━ Zigzagoon, usa Azione!
Il
Pokémon Procione seguì l'ordine del padrone provvisorio e cominciò a
correre in direzione dell'avversario, lo colpì in pieno ma senza fare un
brutto colpo. Ralts era troppo debole e impreparato per evitare
l'attacco, rotolò sul campo di battaglia e cominciò ad attaccare con la
mossa “Ruggito” per indebolire la potenza degli urti che gli arrivavano
addosso.
━━ Lino l'avversario è debole adesso, lancia la Pokéball prima che sia troppo tardi━━
Quando
arrivò il momento adatto, Lino schiacciò il pulsante centrale della
Pokéball per ingrandirla e scagliarla contro Ralts, un lancio veloce e
deciso come se fosse un campione del baseball. Un lampo di luce
rossastra illuminò la forma del piccolo Pokémon, l'oggetto dalla forma
sferica atterrò con delicatezza sull'erba e cominciò a tremare.
Una.
Due.
Tre volte.
━━ Finalmente! Ho catturato il mio primo Pokémon!
Lino
impazziva dalla gioia e rideva così tanto da sentire male alla pancia,
correva lungo il sentiero principale per fare ritorno a Petalipoli con
Brendon al suo fianco. In mano teneva la Pokéball in cui era chiuso il
piccolo Ralts, agitandola in aria come se fosse una bandiera.
Era
contento e sprizzava energia da tutti i pori, era la prima volta che si
comportava in quel modo. ━━ Torniamo alla Palestra, così posso rendere
Zigzagoon a tuo padre! ━━
La
visita alla Palestra risultò fin troppo sbrigativa, il tempo di
ringraziare Norman per quell'immenso piacere che sua madre si presentò
per portarlo via.
Finalmente
Lino poteva partire con il cuore in pace, aveva un nuovo amico su cui
fare affidamento e Mentania sembrava più un sogno a occhi aperti.
Ma era impossibile dimenticare l'occasione che aveva avuto a Petalipoli, una città che con poco gli aveva offerto così tanto.
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