Lost in Music
LiveCastershipping
Rosa non poteva credere
che il grande giorno, finalmente, era arrivato.
Si guardò intorno
circospetta, gli occhi blu resi luminosi dal nitido candore che splendeva in
ogni angolo della lucente, moderna Nimbasa Town. Il largo spiazzo in cui si
trovava era gremito di gente, di tutte le più svariate età. Il target volava
dalle ragazzine in delirio, alle coppiette allegre, ai maschi sbuffanti e
desiderosi di scavalcare la fila per entrare e accaparrasi il posto migliore,
proprio come Hugh in quel momento, in piedi accanto a lei a imprecare sottovoce
per il caldo afoso che non aveva smesso di bruciare l'aria da quella mattina.
Rosa lo ignorò e continuò la sua perlustrazione sognante, le mani sudate e il
sorriso febbrile di chi sa di star per vivere il momento più intenso della
propria vita. Quel giorno la città le sembrava iridescente come una rosa
arcobaleno. Osservò la ruota panoramica in lontananza, le montagne russe che,
nonostante l'orario tardivo, ancora facevano gridare i pochi coraggiosi che
avevano scelto di suicidarsi montandoci sopra.
Cazzo.
Aveva atteso quel
momento da tempo immemore, forse troppo.
Quell'estate. Quel
concerto.
Di lì a qualche ora
Christoph, il suo idolo, si sarebbe esibito dando prova di grande voce, grande
estro e magnifico ego. Quando aveva saputo che tra le tappe del suo tour ci
sarebbe stato anche uno stop a Nimbasa Town, l'unico di Unima, si era
precipitata al pc gridando e strepitando come una bambina in preda ad un
attacco di panico. Su internet era subito scattata la caccia al biglietto, e si
era quasi ammazzata per riuscire a trovarne uno per sé, e persino uno per Hugh,
al "modico" prezzo ridotto di duecento pokédollari – a testa –. Ci
sarebbe andata volentieri da sola, ma sua madre aveva insistito perché si
facesse accompagnare, e dopo infinite insistenze l'amico aveva ceduto alle sue
moine da fangirl e l'aveva accontentata.
Ecco perché ora entrambi
erano lì, col biglietto sfolgorante tra le mani e tanta voglia di sedersi in un
posto quantomeno decente per godersi appieno l'esibizione. Rosa allargò le
braccia e inspirò l'aria tiepida di Luglio. Si era persino vestita bene per
l'occasione, lei che era solita aprire l'armadio, salutarlo e richiuderlo.
Indossava un vestitino color crema lungo sino a metà coscia, con le maniche a
sbuffo e un enorme fiocco nero a cingerle la vita snella. Più bella di così non
sarebbe potuta essere. Persino il suo Serperior aveva approvato il look,
annuendo soddisfatto quando Rosa gli aveva sfilato davanti in attesa di
giudizi. -Che fame!- disse, e poi si esibì in un disagiante stiracchio poco femminile.
- Tu hai sempre fame,
Rosa - la rimbeccò Hugh incrociando le braccia al petto.
- Ho anche sete.
- Prima dell'evento
magari ci prendiamo qualche pop-corn e dell'acqua.
- Ottimo. - la ragazza si
sistemò i laccetti del reggiseno azzurro cielo e riprese a guardarsi intorno,
pregustandosi il gusto dolceamaro dell'attesa.
Lo fece fino a quando
una mano pallida non le si posò delicata sulla schiena, costringendola a
voltarsi con un cipiglio corrugato. Durò poco, il tempo di riconoscere il viso.
Il tempo di illuminarsi come una stella, nel vederlo lì, anche lui. -ODDIO,
Curtis!- esclamò, per poi abbracciare l'amico con affetto. Aveva conosciuto
Curtis qualche mese prima, quando lui aveva smarrito l'interpoké al luna park
di Nimbasa Town e lei era riuscita a trovarglielo – strano – e a tenerglielo
intanto che lui veniva a riprenderselo chiedendo scusa per il disturbo. Da lì
in poi si era instaurato un bel rapporto tra loro, basato sulla fiducia e su
tante chiamate. Curtis viaggiava molto.
Non lo vedeva quasi mai,
per questo fu felice di trovarselo nella grandezza di un live event di quel
calibro. Anche se la cosa, in effetti, era piuttosto insolita.
-Ciao, Rosa.- disse lui,
e poi salutò anche Hugh, che nel frattempo si era avvicinato. Il blu lo ignorò,
mostrando a tutto il mondo quanto fosse evidente il suo interesse – e la sua
gelosia – per l'amica. -Chi è?-
Fu Rosa a rispondere,
tutta emozionata. -Si chiama Curtis. E' un mio amico. Sai Hugh, Curtis ha
viaggiato tantissimo. Lo ammiro. Noi non ci muoviamo mai da Unima, cazzo.-
Hugh non rispose. Si
limitò ad osservarlo come si osserva una lingua indecifrabile di dubbia
origine. Poi ritrasse il collo e mise il broncio, chiudendosi in un silenzio
riottoso che sfuggì alla ragazza, persa a pensare ad altro, ma non sfuggì
affatto all'accorto intelletto amoroso di Curtis.
Il biondo sorrise
complice e ritornò a concentrarsi su Rosa. Era felice di vederla lì, aveva
sperato, pregato che venisse al suo evento. Sì, perché lui non era solo Curtis.
Lui, lui era anche Christoph. Ma questo né lei né gli altri lo sapevano, e per
il momento preferiva mantenere il segreto. Aveva pensato, in realtà, di
trovarsela da sola, ma forse era stato più prudente scegliere di farsi
accompagnare da una presenza forte e sicura come il suo amico. Come
contraddirla, del resto. Era pieno di gente, quella notte.
Gente in attesa di
vederlo allargare la bocca e liberare nuove note tutte da gustare. In attesa
del suo autografo, delle sue foto, del suo nuovo album, per cui aveva speso
notti intere in studio a sgolarsi con le mani premute sulle cuffie, mentre
Luxary gli teneva compagnia vigilando dietro le sue spalle.
Eppure, per quanto la
cosa gli facesse piacere, senza la presenza di Rosa non sarebbe stato lo
stesso. Aveva sognato di rivederla presto, poter tornare ad osservare i suoi
lunghissimi capelli color cioccolata e i suoi occhi che gli ricordavano tanto
un oceano intero trattenuto tra due folte barriere di ciglia scure.
Sospirò, rendendosi
conto di quanto le piacesse quella ragazza. Di quanto fosse strano, per un idol
come lui, innamorarsi in quella maniera di una persona "normale". Di
una sua fan. Assurdo. -Sei qui per Christoph anche tu?- chiese, e rise, perché
voleva dire che lei era lì per lui.
E ce l'aveva di fronte.
Christoph.
-Sì... e tu? Che ci fai
qui?- domandò Rosa, ancora sconvolta di averlo incontrato in un evento così
affollato e soffocante, dove la speranza di rivederlo equivaleva all'incontro
causale di un pokémon shiny. Le era mancato. Le sembrava passata una vita
dall'ultima volta che aveva visto quegli occhi verdi.
Curtis si cacciò le mani
in tasca, e una folata di vento caldo gli scompigliò i capelli biondissimi.
-Per la tua stessa ragione.-
-Ti piace Christoph?!
-Non proprio. Diciamo
che lo "conosco".
Rosa si raggelò dall'emozione
a quelle parole. Strinse le mani a pugno, impallidendo. -L-lo conosci..?
-Certo, anzi! Ho da
proporti un ottimo affare. Vieni con me.
Al "vieni con
me" la ragazza abbandonò immediatamente la fila, le iridi sgranate
dall'ansia, ma Hugh protestò e la tirò indietro per un polso. -Rosa!- gridò,
irritato. -sei pazza?! Vuoi entrarci o no, in questo teatro?-
Curtis prese le difese
della castana. -Ti assicuro che non avrete bisogno di fare fila. L'invito era
rivolto anche a te.
Hugh gli lanciò
un'occhiataccia, ma dopo un secondo di esitazione sbuffò e si decise a seguire
le gambe allampanate di Rosa verso "l'affare".
Non si fidava. Curtis lo
sapeva.
L'importante, era che si
fidasse Rosa.
- Ci sono dei posti
liberi, in prima fila. Posso fare in modo di farti entrare prima e farteli
occupare. Ti interessano?
Rosa ebbe quasi un
infarto a quella notizia. Si portò la mano al cuore e sorrise. Per un po' non
disse nulla.
Lei, in prima fila.
A un passo da Christoph.
Gemette. Anche subito, cazzo.
Curtis rise. -Immagino
di sì.
- Frena, biondino- Hugh
si intromise nella conversazione, frapponendosi tra lui e una Rosa sempre più
sciolta dal piacere. -Come fai ad avere quei posti?
- Conosco Christoph e
conosco le guardie. So come sono i posti in platea.
- Sai troppe cose.
- E tu fai troppe
domande.- Curtis frenò la lingua prima che la sua frase potesse suonargli
intimidatoria, o potesse mostrargli cose che preferiva tenere dentro di sé,
come il suo amore per Rosa. L'ultima cosa che voleva fare era rovinare la
serata alla ragazza, solo perché il suo amico si comportava da fidanzato
geloso. Non era il caso di attaccar briga. Non era quel genere di persona. Non
era nessuno, in quel momento, solo il timido Curtis. -Fidati e basta, no?
Hugh arricciò il naso e
fece per ribattere, ma Rosa decise che voleva quei posti, e quindi mise fine
alla conversazione accettando l'offerta porposta dal biondo.
Curtis sorrise. Era
determinata. Non aveva mai conosciuto una persona tanto caparbia e testarda
come lei, nemmeno nel mondo dello spettacolo. Forse per quello, sotto certi
aspetti, lo odiava. -Allora seguitemi- disse, e fece strada. -vi mostro
un'altra entrata.
Rosa squittì come un
Minccino eccitato e si esibì in un salto da atleta professionista, spalancando
le gambe allampanate. Un posto in prima fila vicino al bellissimo Christoph!
Sapeva già che il suo interpoké, per quella sera, si sarebbe intasato di sue
foto e suoi video. Non vedeva l'ora che il concerto iniziasse. Non vedeva l'ora
di vederlo, con i suoi occhi di un verde sfolgorante e la sua voce potente a
scuoterle tutto il cuore. -Come fai a conoscere Christoph?- domandò, e si
affiancò a Curtis, che al contrario aveva preso le distanze per non
intromettersi fra lei e Hugh.
- Diciamo che la storia è
un po' lunga da raccontare.
- Ho tutto il tempo del
mondo!
Curtis sorrise
impacciato e guardò l'orario sull'interpoké. Lui non aveva che altri dieci
minuti. Poi sarebbe dovuto scappare a prepararsi, un lavoro infinito dietro a
trucco, prove e abiti. La parte che odiava di più del suo lavoro; lasciarla,
per correre a cambiare identità. Da Curtis a Christoph, in un battito di
ciglia. -Magari te la racconto un'altra volta, che dici?- le propose, poi pensò
bene di cambiare argomento. Non voleva si notasse troppo che non era affatto
bravo a mentire. -Come mai ti piace Christoph?
Rosa parve stupita di
quella domanda, e persino lui rimase interdetto all'idea di averla chiesta con
così tanta nonchalance. La verità era che ci teneva a saperlo. Voleva sapere,
perché lei fosse pazza della sua altra faccia. Una volta scoperto il motivo, si
sarebbe impegnato per migliorarsi e renderla ancora più felice. E poi, beh. Lei
non lo sapeva. Ma il suo album era dedicato a lei. Era strano, persino per
lui... ma tutte le volte che cantava i nuovi inediti finiva per pensarla.
Riconoscerla, nelle parole che gli uscivano intense dalla bocca. Era l'unico
modo che aveva per amarla. Era poco, ma per il momento poteva bastare. Non era
sicuro di voler conoscere la reazione, qual'ora avesse rivelato che lui e
Christoph erano la stessa identica persona.
-Mi piace, perché mi
capisce.- dichiarò la ragazza, all'improvviso fattasi seria.
Curtis sgranò le iridi e
la guardò. Era la prima volta che non piaceva per la bellezza, ma per la sua
capacità di trasmettere qualcosa. Un qualcosa che non solo Christoph era in
grado di regalare. Ma anche Curtis. Ovvero sé stesso, in tutto ciò che faceva.
Il che voleva dire che forse, forse c'era un piccola possibilità che Rosa fosse
interessata anche a lui. E non alla sua immagine in TV. -Capisce? E come ti
capisce?
- È difficile da
spiegare...
- Provaci.
Rosa lo guardò, a quella
supplica. Curtis arrossì come un bambino. -Ti prego, Rosa.
- Perché, poi glielo
dici?
- ... - sorrise a quella
battutina. Christoph adesso lo sapeva con certezza. Ma non glielo disse.
-Perché mi sembra di...
di conoscerlo.
Perse un battito a
quella dichiarazione.
-Sai quando ti senti in
sintonia con una persona?
-M-mi pare di conoscere
la sensazione, sì.
-Ecco.- Rosa si strinse
nelle spalle. Poi il suo viso si tramutò in un telo dipinto di debolezza,
mentre si carezzava le braccia con le mani per scacciare un inesistente moto di
freddo. Parlare di quel sogno le era sempre venuto difficile. Era un tema delicato,
che veniva preso con superficialità, per questo aveva smesso di confidarlo.
Rispolverarlo così, davanti a lui, fu potente quanto devastante. -Mi sembra di
sentirlo vicino. Più vicino di quanto tu possa anche solo immaginare. In lui
rivedo... rivedo...- si bloccò, perché non voleva continuare. Non voleva dirgli
che negli occhi color prato di Christoph, nelle sue movenze, nel suo modo di
parlare al pubblico, rivedeva Curtis. Sarebbe sembrata sciocca, e stupida. Non
voleva ammettere che quando lui era lontano, lei ascoltava le canzoni dell'idol
e chiudeva gli occhi, pensandolo al suo fianco mentre fuori pioveva e Aspertia
City si tingeva di grigio. -Nulla. Ecco tutto.- disse, e poi abbassò il capo,
rossa in volto. Hugh, che aveva ascoltato la conversazione, si lasciò sfuggire
un sospiro sorpreso.
Curtis, invece, sarebbe
voluto morire. Lì, all'istante.
-So che sembra una cosa
stupida... ma io...
-Non lo è, Rosa-
arrivati all'entrata, aprì una porta su cui un vistoso cartello rosso vietava
tassativamente l'accesso ai non addetti. Lui era addetto. Lui era Christoph.
Per cui, poteva farli tranquillamente passare. -Non lo è. Ti prego... non
pensarlo.
Hugh interruppe la
conversazione. -Dobbiamo proseguire dritto?
- S-sì. - Curtis indicò
una porticina più in là, illuminata appena dalle poche luci che pendevano dalla
cima del corridoio tappezzato di bordeaux. -I vostri posti sono il sette e
l'otto. Prima fila. Se qualcuno dello spettacolo vi dice qualcosa riguardo al
vostro anticipo, ditegli che "Curtis vi ha dato il permesso."
-Basta come scusa?
-Basta eccome.
Rosa quasi non si
inchinò per ringraziarlo, e fece una mezza riverenza. Curtis divenne rosso come
il fuoco. -R-Rosa...
- Non smetterò mai di
ringraziarti, Curtis.- la voce della ragazza divenne profonda come la luce
attorno a loro. -Grazie. Grazie davvero.
Il giovane idol sorrise.
-Buona visione, allora.
- Lo sarà di certo. E'
importante per me. Tanto.
Hugh chiamò da lontano.
Rosa lo guardò, gli gridò di aspettare, poi ritornò a fissare Curtis, rimasto
sulla soglia ad aspettare di vederla sparire ancora una volta. La tenne
d'occhio fino a quando non fu certo che fosse arrivata alla porta.
Poi la chiamò.
Lei si voltò.
- Ritorna qui quando è
terminato il concerto. Se saprai aspettare, posso farti conoscere Christoph.-
lo disse di getto, senza pensare, perché non voleva lasciarla andare così. Non
voleva che un maledetto tour lo tenesse solo un giorno a Unima, senza potergli
nemmeno permettere di uscire con lei, invitarla da qualche parte che non fosse
il solito giro a Nimbasa Town.
Detestava quell'aspetto
del suo lavoro.
Non sarebbe mai bastata
una vita, per attingere a tutta l'energia di quegli occhi blu.
Si sgranarono a quella
notizia sconvolgente.
-D-davvero?- la sentì
dire, e fu un sussurro talmente flebile che Curtis dovette sporgersi per
captarlo per intero.
Sorrise, prima di uscire
e entrare da un'altra porta ancora. -Fidati di me.
♪
Rosa fece come detto da
Curtis.
Terminato il concerto,
raggiunse l'ingresso nascosto e lì attese, trepitante. Hugh le aveva detto di
non fidarsi, e inizialmente, per quanto strano, era quasi caduta nella
tentazione di credergli. In effetti, poter incontrare un idol sotto richiesta
di un ragazzo normale le era sembrato assurdo. Folle. Un sogno.
Ma poi aveva rivisto
nella mente gli occhi di Curtis. Le sue parole. Il suo tono di voce implorante,
quasi desideroso. Non le aveva dato l'idea di mentire. Non le aveva mai
mentito, in tutti quei mesi. Per quello, quando Christoph aveva abbandonato il
palco in un esplosione di applausi, saette e coriandoli, aveva scelto di
fidarsi.
Hugh era uscito
dall'entrata principale, dicendo di non voler essere coinvolto "in queste
stronzate"; tuttavia le aveva detto che l'avrebbe aspettata lì, una volta
che l'incontro con l'idol sarebbe terminato.
A Rosa era sembrato
piuttosto scettico a riguardo. E, purtroppo, questa volta aveva una paura folla
che l'amico, per quanto noioso, potesse avere un barlume di ragione.
Si augurava non fosse
così.
Si accasciò a sedere e
si spinse le cosce contro il petto magro, cingendosi le ginocchia. Christoph
era stata una stella.
Era bastato un
ritornello, per farla piangere involontariamente. Per ricordarle che il ragazzo
che la interessava non c'era mai.
Che viaggiava, sempre, e
che ogni volta che si chiamavano le sembrava di perdere il senso del tempo,
stesa sul letto a gambe incrociate, senza aver nemmeno toccato un compito.
Forse avrebbe dovuto salutarlo meglio.
Curtis. L'aveva lasciato
andare via così, dopo che lui si era persino preso la briga di soddisfare ogni
suo desiderio.
Curtis.
La tentazione di
andarsene e raggiungerlo fu tale da farla scattare in piedi. Ma quando lo fece,
il suo idol entrò dalla porta.
Oddio.
Si guardarono, verde
contro blu.
Rosa perse l'equilibrio
e si appoggiò alla parete, mentre tentava di incamerare quanta più aria
possibile nei polmoni.
Christoph, cazzo.
Dio, era venuto
davvero..!
Il mondo iniziò a vorticarle
sotto i piedi mentre lui entrava sorridente. Sembrava stupito di vederla lì. La
cresta bionda fluo brillava come oro sotto le luci del corridoio, e l'abito da
performance profumava ancora del fumo del palco e delle enormi casse che
avevano sparato la sua voce fino all'ultima sedia occupata presente a teatro.
Rosa sentì di voler
morire quando lui la guardò, con una sicurezza così diversa da quella timida di
Curtis, eppure così uguale.
-Sei Rosa, vero?
Sentire il suo nome
pronunciato da lui la mandò completamente in tilt. Iniziò a balbettare, le
gambe tremanti e le labbra pallide di gioia. -S-sì.- ammise, e poi si tirò
indietro, per paura di occupargli troppo spazio.
Ma Christoph si
avvicinò.
Rosa perse un sospiro.
Quanto era bello. Portava ancora i segni vivi di un concerto chiuso in
bellezza, e lo sapeva. La sua pelle sprizzava orgoglio e ottimismo da ogni
singolo poro. -Curtis mi ha detto che ti avrebbe fatto piacere incontrarmi.-
Christoph si portò le mani ai fianchi, sempre mantenendo il suo dannato sorriso
da meraviglioso idol in carriera. Brillava come una stella. Lui stesso, era una
stella. La più luminosa dell'intera volta celeste. -Beh, eccomi qui.
Rosa si stropicciò gli
occhi, per assicurarsi non si trattasse di un sogno, e lo sentì ridere. Ridere.
Per una cosa che aveva fatto lei. -Sono sconvolta... non pensavo che saresti
venuto...- fece una pausa, il respiro tremante e incerto. Curtis. Doveva tutto
a lui. Dopo lo avrebbe chiamato e lo avrebbe ringraziato.
Christoph si limitò a
sistemarsi la cuffia-microfono all'orecchio sinistro, un po' impacciato. Era
strano. Sembrava volesse dirle qualcosa, ma non sapesse come introdurre il
discorso. Sembrava che la veste di idol fosse solo apparenza, e che in realtà
dietro si nascondesse un ragazzo semplice e modesto. Rosa lo guardò
affascinata.
La venuta di Reshiram
avrebbe fatto molto meno effetto. -Posso...- lo vide smettere di armeggiare con
la cuffia. Quanto era bello. -posso abbracciarti? Se... se... lo permetti.-
fece un passo in avanti, e quando lui sorrise annuendo di gusto si gettò
letteralmente tra le sue braccia. Fu istintivo. Non c'erano guardie del corpo
ad accompagnarlo, non c'era nulla.
Solo lui, il suo sguardo
guizzante e lei.
Da soli.
Lo strinse forte e
affondò il naso contro il suo petto, tremando come una foglia sul procinto di
morire. Pensò subito a Curtis, si chiese dove fosse adesso. E sentì il bisogno
di aumentare la stretta a quel pensiero doloroso, che la travolse con la stessa
potenza di un'onda. Christoph all'inizio fu freddo.
Poi, quando capì che non
aveva senso trattenersi così, si piegò dolcemente su di lei e la tenne forte a
sé, posandole una mano tra i capelli raccolti in due tenere code alte.
Rosa strizzò gli occhi,
e impazzì a quel contatto. Impazzì quando le luci si fecero fioche, e il mento
del suo eroe affondò delicatamente sul suo capo. Lo bloccò tra le braccia.
Bloccò tutto, per non farlo più andare via. Sollevò la testa, per incontrare i
suoi occhi verdi.
Ora li vedeva.
Ora li riconosceva. Ora
capiva i capelli biondi, il neo sotto il labbro inferiore. I viaggi senza fine
per tutte le regioni.
Capì tutto, in meno di
mezzo secondo.
Si sciolse
dall'abbraccio per poterlo guardare dritto nelle iridi.
Christoph e Curtis, erano
uno. Ecco perché era stato facile entrare a teatro. Incontrare l'idol che, in
realtà, conosceva da più tempo del solito. Sempre vicino. Vicino da sentirlo
nelle canzoni, sulla pelle, perché in effetti era sempre stato così. Si
aggrappò alla sua lunga redingote color mirtillo. Curtis era ancora lì. Lì con
lei. Non era andato. Stava per farlo, ma era tornato per renderla felice.
-Sei... tu sei... - lo vide sgranare le iridi, fermare il respiro.
Poi arrivarono due
agenti, che entrarono senza troppi preamboli. Christoph voltò il capo con uno
scatto del collo, infastidito.
-Dobbiamo andare, Chris.
Tornò a guardare Rosa.
-Arrivo.
-Adesso.
-Sì, adesso.
I due uomini non se ne
andarono. Così Christoph si allontanò dalla ragazza, il cuore in tumulto e la
gola gonfia di dolore. -Allora, Rosa. Spero di rivederti presto ai miei
concerti.- le disse. Poi le diede di spalle, gli occhi tremanti, e raggiunse le
due guardie.
-Sì
posò una mano sulla
porta.
-Chiamami, Christoph
A quelle parole si
voltò, sconvolto. Dio. L'aveva riconosciuto. Per davvero. E non c'era stato
nessuno scandalo, nessun grido. Pura e semplice onestà.
Nessuna distinzione.
Non sapeva cosa dire. Se
urlare di gioia, se correre e abbracciarla. Se negare tutto, o confermarglielo.
Nel dubbio rimase lì, fisso come un chiodo mentre i due agenti gli chiudevano
la visuale che dava alla ragazza. -Rosa- mormorò -ti chiamerò, te lo prometto
Fu l'ultima cosa che
riuscì a dire, prima che i due agenti lo trascinassero con dolcezza dove doveva
già essere da tempo.
La porta si chiuse con
un tonfo, ma Rosa era felice.
Era felice, perché
Curtis era sempre stato lì. A un passo da lei.
A una nota, da
lei.
E avrebbe continuato ad
esserci.
Nda
Ciao a tutti! E’ la prima volta che
scrivo una Livecastershipping, spero possa essere stata di vostro gradimento!
Personalmente apprezzo molto Curtis, è il mio personaggio maschile preferito di
Pokémon e ci tenevo a dedicargli qualcosa di carino. “Music”, la parola che
compare nel titolo, assume diversi connotati, sta a voi reinterpretarla a
vostro piacimento. Potrebbe essere la musica di Chris, la musicalità della sua
voce, la musica che ascolta lei quando Curtis è lontano, la musica dei loro
cuori che battono insieme nonostante i chilometri e i segreti che li separano.
Spero di essere stata chiara!
A presto <3
Lila
Pairing: LiveCastershipping (Dadì/Rina – Curtis/Rosa),
Sequelshipping (Toni/Rina - Hugh/Rosa)
Rating: verde
Personaggi: Curtis/Christoph, Rosa, Hugh
Commenti
Posta un commento