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Lila May - Lost in Music - LiveCasterShipping


Lost in Music
LiveCastershipping





Rosa non poteva credere che il grande giorno, finalmente, era arrivato.

Si guardò intorno circospetta, gli occhi blu resi luminosi dal nitido candore che splendeva in ogni angolo della lucente, moderna Nimbasa Town. Il largo spiazzo in cui si trovava era gremito di gente, di tutte le più svariate età. Il target volava dalle ragazzine in delirio, alle coppiette allegre, ai maschi sbuffanti e desiderosi di scavalcare la fila per entrare e accaparrasi il posto migliore, proprio come Hugh in quel momento, in piedi accanto a lei a imprecare sottovoce per il caldo afoso che non aveva smesso di bruciare l'aria da quella mattina. Rosa lo ignorò e continuò la sua perlustrazione sognante, le mani sudate e il sorriso febbrile di chi sa di star per vivere il momento più intenso della propria vita. Quel giorno la città le sembrava iridescente come una rosa arcobaleno. Osservò la ruota panoramica in lontananza, le montagne russe che, nonostante l'orario tardivo, ancora facevano gridare i pochi coraggiosi che avevano scelto di suicidarsi montandoci sopra.

Cazzo.



Aveva atteso quel momento da tempo immemore, forse troppo. 

Quell'estate. Quel concerto. 

Di lì a qualche ora Christoph, il suo idolo, si sarebbe esibito dando prova di grande voce, grande estro e magnifico ego. Quando aveva saputo che tra le tappe del suo tour ci sarebbe stato anche uno stop a Nimbasa Town, l'unico di Unima, si era precipitata al pc gridando e strepitando come una bambina in preda ad un attacco di panico. Su internet era subito scattata la caccia al biglietto, e si era quasi ammazzata per riuscire a trovarne uno per sé, e persino uno per Hugh, al "modico" prezzo ridotto di duecento pokédollari – a testa –. Ci sarebbe andata volentieri da sola, ma sua madre aveva insistito perché si facesse accompagnare, e dopo infinite insistenze l'amico aveva ceduto alle sue moine da fangirl e l'aveva accontentata.

Ecco perché ora entrambi erano lì, col biglietto sfolgorante tra le mani e tanta voglia di sedersi in un posto quantomeno decente per godersi appieno l'esibizione. Rosa allargò le braccia e inspirò l'aria tiepida di Luglio. Si era persino vestita bene per l'occasione, lei che era solita aprire l'armadio, salutarlo e richiuderlo. Indossava un vestitino color crema lungo sino a metà coscia, con le maniche a sbuffo e un enorme fiocco nero a cingerle la vita snella. Più bella di così non sarebbe potuta essere. Persino il suo Serperior aveva approvato il look, annuendo soddisfatto quando Rosa gli aveva sfilato davanti in attesa di giudizi. -Che fame!- disse, e poi si esibì in un disagiante stiracchio poco femminile.

- Tu hai sempre fame, Rosa - la rimbeccò Hugh incrociando le braccia al petto.

- Ho anche sete.

- Prima dell'evento magari ci prendiamo qualche pop-corn e dell'acqua.

- Ottimo. - la ragazza si sistemò i laccetti del reggiseno azzurro cielo e riprese a guardarsi intorno, pregustandosi il gusto dolceamaro dell'attesa.

Lo fece fino a quando una mano pallida non le si posò delicata sulla schiena, costringendola a voltarsi con un cipiglio corrugato. Durò poco, il tempo di riconoscere il viso. Il tempo di illuminarsi come una stella, nel vederlo lì, anche lui. -ODDIO, Curtis!- esclamò, per poi abbracciare l'amico con affetto. Aveva conosciuto Curtis qualche mese prima, quando lui aveva smarrito l'interpoké al luna park di Nimbasa Town e lei era riuscita a trovarglielo – strano – e a tenerglielo intanto che lui veniva a riprenderselo chiedendo scusa per il disturbo. Da lì in poi si era instaurato un bel rapporto tra loro, basato sulla fiducia e su tante chiamate. Curtis viaggiava molto.

Non lo vedeva quasi mai, per questo fu felice di trovarselo nella grandezza di un live event di quel calibro. Anche se la cosa, in effetti, era piuttosto insolita.

-Ciao, Rosa.- disse lui, e poi salutò anche Hugh, che nel frattempo si era avvicinato. Il blu lo ignorò, mostrando a tutto il mondo quanto fosse evidente il suo interesse – e la sua gelosia – per l'amica. -Chi è?-

Fu Rosa a rispondere, tutta emozionata. -Si chiama Curtis. E' un mio amico. Sai Hugh, Curtis ha viaggiato tantissimo. Lo ammiro. Noi non ci muoviamo mai da Unima, cazzo.-

Hugh non rispose. Si limitò ad osservarlo come si osserva una lingua indecifrabile di dubbia origine. Poi ritrasse il collo e mise il broncio, chiudendosi in un silenzio riottoso che sfuggì alla ragazza, persa a pensare ad altro, ma non sfuggì affatto all'accorto intelletto amoroso di Curtis.

Il biondo sorrise complice e ritornò a concentrarsi su Rosa. Era felice di vederla lì, aveva sperato, pregato che venisse al suo evento. Sì, perché lui non era solo Curtis. Lui, lui era anche Christoph. Ma questo né lei né gli altri lo sapevano, e per il momento preferiva mantenere il segreto. Aveva pensato, in realtà, di trovarsela da sola, ma forse era stato più prudente scegliere di farsi accompagnare da una presenza forte e sicura come il suo amico. Come contraddirla, del resto. Era pieno di gente, quella notte.

Gente in attesa di vederlo allargare la bocca e liberare nuove note tutte da gustare. In attesa del suo autografo, delle sue foto, del suo nuovo album, per cui aveva speso notti intere in studio a sgolarsi con le mani premute sulle cuffie, mentre Luxary gli teneva compagnia vigilando dietro le sue spalle.

Eppure, per quanto la cosa gli facesse piacere, senza la presenza di Rosa non sarebbe stato lo stesso. Aveva sognato di rivederla presto, poter tornare ad osservare i suoi lunghissimi capelli color cioccolata e i suoi occhi che gli ricordavano tanto un oceano intero trattenuto tra due folte barriere di ciglia scure.

Sospirò, rendendosi conto di quanto le piacesse quella ragazza. Di quanto fosse strano, per un idol come lui, innamorarsi in quella maniera di una persona "normale". Di una sua fan. Assurdo. -Sei qui per Christoph anche tu?- chiese, e rise, perché voleva dire che lei era lì per lui.

E ce l'aveva di fronte.

Christoph.

-Sì... e tu? Che ci fai qui?- domandò Rosa, ancora sconvolta di averlo incontrato in un evento così affollato e soffocante, dove la speranza di rivederlo equivaleva all'incontro causale di un pokémon shiny. Le era mancato. Le sembrava passata una vita dall'ultima volta che aveva visto quegli occhi verdi.

Curtis si cacciò le mani in tasca, e una folata di vento caldo gli scompigliò i capelli biondissimi. -Per la tua stessa ragione.-

-Ti piace Christoph?!

-Non proprio. Diciamo che lo "conosco".

Rosa si raggelò dall'emozione a quelle parole. Strinse le mani a pugno, impallidendo. -L-lo conosci..?

-Certo, anzi! Ho da proporti un ottimo affare. Vieni con me.

Al "vieni con me" la ragazza abbandonò immediatamente la fila, le iridi sgranate dall'ansia, ma Hugh protestò e la tirò indietro per un polso. -Rosa!- gridò, irritato. -sei pazza?! Vuoi entrarci o no, in questo teatro?-

Curtis prese le difese della castana. -Ti assicuro che non avrete bisogno di fare fila. L'invito era rivolto anche a te.

Hugh gli lanciò un'occhiataccia, ma dopo un secondo di esitazione sbuffò e si decise a seguire le gambe allampanate di Rosa verso "l'affare".

Non si fidava. Curtis lo sapeva.

L'importante, era che si fidasse Rosa. 

- Ci sono dei posti liberi, in prima fila. Posso fare in modo di farti entrare prima e farteli occupare. Ti interessano?

Rosa ebbe quasi un infarto a quella notizia. Si portò la mano al cuore e sorrise. Per un po' non disse nulla.

Lei, in prima fila.

A un passo da Christoph. Gemette. Anche subito, cazzo.

Curtis rise. -Immagino di sì.

- Frena, biondino- Hugh si intromise nella conversazione, frapponendosi tra lui e una Rosa sempre più sciolta dal piacere. -Come fai ad avere quei posti?

- Conosco Christoph e conosco le guardie. So come sono i posti in platea.

- Sai troppe cose.

- E tu fai troppe domande.- Curtis frenò la lingua prima che la sua frase potesse suonargli intimidatoria, o potesse mostrargli cose che preferiva tenere dentro di sé, come il suo amore per Rosa. L'ultima cosa che voleva fare era rovinare la serata alla ragazza, solo perché il suo amico si comportava da fidanzato geloso. Non era il caso di attaccar briga. Non era quel genere di persona. Non era nessuno, in quel momento, solo il timido Curtis. -Fidati e basta, no?

Hugh arricciò il naso e fece per ribattere, ma Rosa decise che voleva quei posti, e quindi mise fine alla conversazione accettando l'offerta porposta dal biondo. 

Curtis sorrise. Era determinata. Non aveva mai conosciuto una persona tanto caparbia e testarda come lei, nemmeno nel mondo dello spettacolo. Forse per quello, sotto certi aspetti, lo odiava. -Allora seguitemi- disse, e fece strada. -vi mostro un'altra entrata.

Rosa squittì come un Minccino eccitato e si esibì in un salto da atleta professionista, spalancando le gambe allampanate. Un posto in prima fila vicino al bellissimo Christoph! Sapeva già che il suo interpoké, per quella sera, si sarebbe intasato di sue foto e suoi video. Non vedeva l'ora che il concerto iniziasse. Non vedeva l'ora di vederlo, con i suoi occhi di un verde sfolgorante e la sua voce potente a scuoterle tutto il cuore. -Come fai a conoscere Christoph?- domandò, e si affiancò a Curtis, che al contrario aveva preso le distanze per non intromettersi fra lei e Hugh.

- Diciamo che la storia è un po' lunga da raccontare.

- Ho tutto il tempo del mondo!

Curtis sorrise impacciato e guardò l'orario sull'interpoké. Lui non aveva che altri dieci minuti. Poi sarebbe dovuto scappare a prepararsi, un lavoro infinito dietro a trucco, prove e abiti. La parte che odiava di più del suo lavoro; lasciarla, per correre a cambiare identità. Da Curtis a Christoph, in un battito di ciglia. -Magari te la racconto un'altra volta, che dici?- le propose, poi pensò bene di cambiare argomento. Non voleva si notasse troppo che non era affatto bravo a mentire. -Come mai ti piace Christoph?

Rosa parve stupita di quella domanda, e persino lui rimase interdetto all'idea di averla chiesta con così tanta nonchalance. La verità era che ci teneva a saperlo. Voleva sapere, perché lei fosse pazza della sua altra faccia. Una volta scoperto il motivo, si sarebbe impegnato per migliorarsi e renderla ancora più felice. E poi, beh. Lei non lo sapeva. Ma il suo album era dedicato a lei. Era strano, persino per lui... ma tutte le volte che cantava i nuovi inediti finiva per pensarla. Riconoscerla, nelle parole che gli uscivano intense dalla bocca. Era l'unico modo che aveva per amarla. Era poco, ma per il momento poteva bastare. Non era sicuro di voler conoscere la reazione, qual'ora avesse rivelato che lui e Christoph erano la stessa identica persona.

-Mi piace, perché mi capisce.- dichiarò la ragazza, all'improvviso fattasi seria.

Curtis sgranò le iridi e la guardò. Era la prima volta che non piaceva per la bellezza, ma per la sua capacità di trasmettere qualcosa. Un qualcosa che non solo Christoph era in grado di regalare. Ma anche Curtis. Ovvero sé stesso, in tutto ciò che faceva. Il che voleva dire che forse, forse c'era un piccola possibilità che Rosa fosse interessata anche a lui. E non alla sua immagine in TV. -Capisce? E come ti capisce?

- È difficile da spiegare...

- Provaci.

Rosa lo guardò, a quella supplica. Curtis arrossì come un bambino. -Ti prego, Rosa.

- Perché, poi glielo dici?

- ... - sorrise a quella battutina. Christoph adesso lo sapeva con certezza. Ma non glielo disse.

-Perché mi sembra di... di conoscerlo.

Perse un battito a quella dichiarazione.

-Sai quando ti senti in sintonia con una persona?

-M-mi pare di conoscere la sensazione, sì.

-Ecco.- Rosa si strinse nelle spalle. Poi il suo viso si tramutò in un telo dipinto di debolezza, mentre si carezzava le braccia con le mani per scacciare un inesistente moto di freddo. Parlare di quel sogno le era sempre venuto difficile. Era un tema delicato, che veniva preso con superficialità, per questo aveva smesso di confidarlo. Rispolverarlo così, davanti a lui, fu potente quanto devastante. -Mi sembra di sentirlo vicino. Più vicino di quanto tu possa anche solo immaginare. In lui rivedo... rivedo...- si bloccò, perché non voleva continuare. Non voleva dirgli che negli occhi color prato di Christoph, nelle sue movenze, nel suo modo di parlare al pubblico, rivedeva Curtis. Sarebbe sembrata sciocca, e stupida. Non voleva ammettere che quando lui era lontano, lei ascoltava le canzoni dell'idol e chiudeva gli occhi, pensandolo al suo fianco mentre fuori pioveva e Aspertia City si tingeva di grigio. -Nulla. Ecco tutto.- disse, e poi abbassò il capo, rossa in volto. Hugh, che aveva ascoltato la conversazione, si lasciò sfuggire un sospiro sorpreso.

Curtis, invece, sarebbe voluto morire. Lì, all'istante. 

-So che sembra una cosa stupida... ma io...

-Non lo è, Rosa- arrivati all'entrata, aprì una porta su cui un vistoso cartello rosso vietava tassativamente l'accesso ai non addetti. Lui era addetto. Lui era Christoph. Per cui, poteva farli tranquillamente passare. -Non lo è. Ti prego... non pensarlo.

Hugh interruppe la conversazione. -Dobbiamo proseguire dritto?

- S-sì. - Curtis indicò una porticina più in là, illuminata appena dalle poche luci che pendevano dalla cima del corridoio tappezzato di bordeaux. -I vostri posti sono il sette e l'otto. Prima fila. Se qualcuno dello spettacolo vi dice qualcosa riguardo al vostro anticipo, ditegli che "Curtis vi ha dato il permesso."

-Basta come scusa?

-Basta eccome. 

Rosa quasi non si inchinò per ringraziarlo, e fece una mezza riverenza. Curtis divenne rosso come il fuoco. -R-Rosa...

- Non smetterò mai di ringraziarti, Curtis.- la voce della ragazza divenne profonda come la luce attorno a loro. -Grazie. Grazie davvero.

Il giovane idol sorrise. -Buona visione, allora.

- Lo sarà di certo. E' importante per me. Tanto.

Hugh chiamò da lontano. Rosa lo guardò, gli gridò di aspettare, poi ritornò a fissare Curtis, rimasto sulla soglia ad aspettare di vederla sparire ancora una volta. La tenne d'occhio fino a quando non fu certo che fosse arrivata alla porta.

Poi la chiamò.

Lei si voltò.

- Ritorna qui quando è terminato il concerto. Se saprai aspettare, posso farti conoscere Christoph.- lo disse di getto, senza pensare, perché non voleva lasciarla andare così. Non voleva che un maledetto tour lo tenesse solo un giorno a Unima, senza potergli nemmeno permettere di uscire con lei, invitarla da qualche parte che non fosse il solito giro a Nimbasa Town. 

Detestava quell'aspetto del suo lavoro.

Non sarebbe mai bastata una vita, per attingere a tutta l'energia di quegli occhi blu.

Si sgranarono a quella notizia sconvolgente.

-D-davvero?- la sentì dire, e fu un sussurro talmente flebile che Curtis dovette sporgersi per captarlo per intero.

Sorrise, prima di uscire e entrare da un'altra porta ancora. -Fidati di me.










Rosa fece come detto da Curtis. 

Terminato il concerto, raggiunse l'ingresso nascosto e lì attese, trepitante. Hugh le aveva detto di non fidarsi, e inizialmente, per quanto strano, era quasi caduta nella tentazione di credergli. In effetti, poter incontrare un idol sotto richiesta di un ragazzo normale le era sembrato assurdo. Folle. Un sogno.

Ma poi aveva rivisto nella mente gli occhi di Curtis. Le sue parole. Il suo tono di voce implorante, quasi desideroso. Non le aveva dato l'idea di mentire. Non le aveva mai mentito, in tutti quei mesi. Per quello, quando Christoph aveva abbandonato il palco in un esplosione di applausi, saette e coriandoli, aveva scelto di fidarsi.

Hugh era uscito dall'entrata principale, dicendo di non voler essere coinvolto "in queste stronzate"; tuttavia le aveva detto che l'avrebbe aspettata lì, una volta che l'incontro con l'idol sarebbe terminato.

A Rosa era sembrato piuttosto scettico a riguardo. E, purtroppo, questa volta aveva una paura folla che l'amico, per quanto noioso, potesse avere un barlume di ragione.

Si augurava non fosse così. 

Si accasciò a sedere e si spinse le cosce contro il petto magro, cingendosi le ginocchia. Christoph era stata una stella.



Era bastato un ritornello, per farla piangere involontariamente. Per ricordarle che il ragazzo che la interessava non c'era mai.

Che viaggiava, sempre, e che ogni volta che si chiamavano le sembrava di perdere il senso del tempo, stesa sul letto a gambe incrociate, senza aver nemmeno toccato un compito. Forse avrebbe dovuto salutarlo meglio.

Curtis. L'aveva lasciato andare via così, dopo che lui si era persino preso la briga di soddisfare ogni suo desiderio.

Curtis.

La tentazione di andarsene e raggiungerlo fu tale da farla scattare in piedi. Ma quando lo fece, il suo idol entrò dalla porta.

Oddio.

Si guardarono, verde contro blu.

Rosa perse l'equilibrio e si appoggiò alla parete, mentre tentava di incamerare quanta più aria possibile nei polmoni.

Christoph, cazzo.

Dio, era venuto davvero..! 

Il mondo iniziò a vorticarle sotto i piedi mentre lui entrava sorridente. Sembrava stupito di vederla lì. La cresta bionda fluo brillava come oro sotto le luci del corridoio, e l'abito da performance profumava ancora del fumo del palco e delle enormi casse che avevano sparato la sua voce fino all'ultima sedia occupata presente a teatro.

Rosa sentì di voler morire quando lui la guardò, con una sicurezza così diversa da quella timida di Curtis, eppure così uguale.

-Sei Rosa, vero?

Sentire il suo nome pronunciato da lui la mandò completamente in tilt. Iniziò a balbettare, le gambe tremanti e le labbra pallide di gioia. -S-sì.- ammise, e poi si tirò indietro, per paura di occupargli troppo spazio.

Ma Christoph si avvicinò.

Rosa perse un sospiro. Quanto era bello. Portava ancora i segni vivi di un concerto chiuso in bellezza, e lo sapeva. La sua pelle sprizzava orgoglio e ottimismo da ogni singolo poro. -Curtis mi ha detto che ti avrebbe fatto piacere incontrarmi.- Christoph si portò le mani ai fianchi, sempre mantenendo il suo dannato sorriso da meraviglioso idol in carriera. Brillava come una stella. Lui stesso, era una stella. La più luminosa dell'intera volta celeste. -Beh, eccomi qui.

Rosa si stropicciò gli occhi, per assicurarsi non si trattasse di un sogno, e lo sentì ridere. Ridere. Per una cosa che aveva fatto lei. -Sono sconvolta... non pensavo che saresti venuto...- fece una pausa, il respiro tremante e incerto. Curtis. Doveva tutto a lui. Dopo lo avrebbe chiamato e lo avrebbe ringraziato.

Christoph si limitò a sistemarsi la cuffia-microfono all'orecchio sinistro, un po' impacciato. Era strano. Sembrava volesse dirle qualcosa, ma non sapesse come introdurre il discorso. Sembrava che la veste di idol fosse solo apparenza, e che in realtà dietro si nascondesse un ragazzo semplice e modesto. Rosa lo guardò affascinata.

La venuta di Reshiram avrebbe fatto molto meno effetto. -Posso...- lo vide smettere di armeggiare con la cuffia. Quanto era bello. -posso abbracciarti? Se... se... lo permetti.- fece un passo in avanti, e quando lui sorrise annuendo di gusto si gettò letteralmente tra le sue braccia. Fu istintivo. Non c'erano guardie del corpo ad accompagnarlo, non c'era nulla.

Solo lui, il suo sguardo guizzante e lei.

Da soli.

Lo strinse forte e affondò il naso contro il suo petto, tremando come una foglia sul procinto di morire. Pensò subito a Curtis, si chiese dove fosse adesso. E sentì il bisogno di aumentare la stretta a quel pensiero doloroso, che la travolse con la stessa potenza di un'onda. Christoph all'inizio fu freddo.

Poi, quando capì che non aveva senso trattenersi così, si piegò dolcemente su di lei e la tenne forte a sé, posandole una mano tra i capelli raccolti in due tenere code alte.

Rosa strizzò gli occhi, e impazzì a quel contatto. Impazzì quando le luci si fecero fioche, e il mento del suo eroe affondò delicatamente sul suo capo. Lo bloccò tra le braccia. Bloccò tutto, per non farlo più andare via. Sollevò la testa, per incontrare i suoi occhi verdi.

Ora li vedeva.

Ora li riconosceva. Ora capiva i capelli biondi, il neo sotto il labbro inferiore. I viaggi senza fine per tutte le regioni.

Capì tutto, in meno di mezzo secondo.

Si sciolse dall'abbraccio per poterlo guardare dritto nelle iridi. 

Christoph e Curtis, erano uno. Ecco perché era stato facile entrare a teatro. Incontrare l'idol che, in realtà, conosceva da più tempo del solito. Sempre vicino. Vicino da sentirlo nelle canzoni, sulla pelle, perché in effetti era sempre stato così. Si aggrappò alla sua lunga redingote color mirtillo. Curtis era ancora lì. Lì con lei. Non era andato. Stava per farlo, ma era tornato per renderla felice. -Sei... tu sei... - lo vide sgranare le iridi, fermare il respiro.

Poi arrivarono due agenti, che entrarono senza troppi preamboli. Christoph voltò il capo con uno scatto del collo, infastidito.

-Dobbiamo andare, Chris.

Tornò a guardare Rosa. -Arrivo.

-Adesso.

-Sì, adesso.

I due uomini non se ne andarono. Così Christoph si allontanò dalla ragazza, il cuore in tumulto e la gola gonfia di dolore. -Allora, Rosa. Spero di rivederti presto ai miei concerti.- le disse. Poi le diede di spalle, gli occhi tremanti, e raggiunse le due guardie.

-Sì

posò una mano sulla porta.

-Chiamami, Christoph

A quelle parole si voltò, sconvolto. Dio. L'aveva riconosciuto. Per davvero. E non c'era stato nessuno scandalo, nessun grido. Pura e semplice onestà.

Nessuna distinzione.

Non sapeva cosa dire. Se urlare di gioia, se correre e abbracciarla. Se negare tutto, o confermarglielo. Nel dubbio rimase lì, fisso come un chiodo mentre i due agenti gli chiudevano la visuale che dava alla ragazza. -Rosa- mormorò -ti chiamerò, te lo prometto

Fu l'ultima cosa che riuscì a dire, prima che i due agenti lo trascinassero con dolcezza dove doveva già essere da tempo.

La porta si chiuse con un tonfo, ma Rosa era felice.

Era felice, perché Curtis era sempre stato lì. A un passo da lei.

A una nota, da lei. 

E avrebbe continuato ad esserci.





Nda
Ciao a tutti! E’ la prima volta che scrivo una Livecastershipping, spero possa essere stata di vostro gradimento! Personalmente apprezzo molto Curtis, è il mio personaggio maschile preferito di Pokémon e ci tenevo a dedicargli qualcosa di carino. “Music”, la parola che compare nel titolo, assume diversi connotati, sta a voi reinterpretarla a vostro piacimento. Potrebbe essere la musica di Chris, la musicalità della sua voce, la musica che ascolta lei quando Curtis è lontano, la musica dei loro cuori che battono insieme nonostante i chilometri e i segreti che li separano.
Spero di essere stata chiara!

A presto <3

Lila





Pairing: LiveCastershipping (Dadì/Rina – Curtis/Rosa), Sequelshipping (Toni/Rina - Hugh/Rosa)
Rating: verde
Personaggi: Curtis/Christoph, Rosa, Hugh

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