VII★
«Perché non provi a lottare con me?».
«Eh?».
Orthilla smise di pettinare il manto di Altaria,
cristallizzando il flusso dei suoi remoti pensieri. Quel giorno, Brendan
aveva deciso di sfruttare la frescura per allenarsi di mattina presto;
la pioggia di ieri aveva raffreddato l’aria, e Ceneride si era ritrovata
inglobata in un clima mite e ventilato, l’ideale per non sudare e
dunque sentire meno fatica. Si era presentato alla porta prestissimo,
con un sorriso affettuoso e due Pan di Lumi belli caldi chiusi dentro
una sacca ciondolante sporca di burro.
Lei, al solo sentirne l’odore, si era precipitata di fuori. Avevano fatto colazione insieme e dopo qualche chiacchiera, Brendan si era subito messo sotto con l’allenamento, mentre lei aveva trovato occupazioni differenti per impiegare il tempo.
«Lottare?» ripeté, quasi come se non avesse capito bene.
«Certo, lottare. Ti va?».
Lei, al solo sentirne l’odore, si era precipitata di fuori. Avevano fatto colazione insieme e dopo qualche chiacchiera, Brendan si era subito messo sotto con l’allenamento, mentre lei aveva trovato occupazioni differenti per impiegare il tempo.
«Lottare?» ripeté, quasi come se non avesse capito bene.
«Certo, lottare. Ti va?».
«Non credo di esserne ancora capace. E poi, non mi sono mai interessata alle lotte».
«Beh…» il ragazzo le porse la mano. Lei non ci pensò due volte ad afferrargliela. La strinse, e sentì una potente energia accelerarle i battiti del cuore.
«C’è sempre una prima volta, no? Mi permetta di sfidarla ad una lotta, bella donzella». Quando le labbra di lui si posarono sulle sue nocche in quello che voleva essere un romantico baciamano – malriuscito, ovviamente - sentì di volerlo nuovamente baciare sulle labbra. Si spaventò a quel desiderio insano e prematuro saltato fuori ancora una volta, ma non poteva nascondere a se stessa che, dopo ieri sera, si sentiva legata a lui da un qualcosa che forse vedeva solo lei, ma che assolutamente non voleva spezzare. Era come se le sue lacrime l’avessero unita a lui. Non voleva più lasciarlo andare.
«Uno contro uno. Ci stai?».
«Non sono molto brava, ti avverto».
«Fammi vedere di cosa sei capace. Altaria non sembra scherzare».
Orthilla posò lo sguardo sul suo Pokémon. Effettivamente, Altaria sembrava aver preso la situazione molto seriamente. Guardava Sceptile in modo tremendo, tirandogli occhiatacce di intimidazione e scherno. D’altro canto, il Pokémon foresta la ignorava divertito, convinto di avere la vittoria in tasca nonostante lo svantaggio di tipo.
«Falla lottare un po’, Orthilla. Ne avete bisogno entrambe!».
«Va bene».
Le due sfidanti accettarono la lotta e si misero in posizione. La ragazza era visibilmente nervosa. Anche se in fin dei conti si trattava di una banalissima sfida, si sentiva emozionata, come se all’improvviso l’avessero gettata sul palcoscenico, davanti agli sguardi speranzosi del pubblico. Prese un respiro. Una altro. Altaria si concentrò con lei, e insieme parvero il più bello dei fiori.
Immaginò di essere avvolta da candide luci, tutto intorno a lei si fece buio. Sognò di indossare un magnifico vestito blu e di essere acclamata da tutti. Quel giorno si sarebbe fatta valere. Sì. Avrebbe vinto. «Attento, Brendan. Mi ha allenato mio zio» sorrise, provocatoria. «E mio zio era il Campione di Hoenn».
«Così mi piaci». Brendan la osservava da lontano, sorridente. Sembrava la regina di un palcoscenico tutto suo, quello della sua vita. Era incantevole, così piena di dolore, ma così forte. «Se ti batto, significa che sono pronto per la Lega, allora! Vai Sceptile…».
«Altaria, splendi ancora!».
Sorrise di nuovo, mentre i due Pokémon si Megaevolvevano. Orthilla era davvero piombata in uno scenario tutto suo.
«Ora la battaglia si fa interessante! Scept, vai di cattiveria: Dragartigli!». Sceptile sfoderò gli artigli e corse minaccioso verso Altaria, che però si librò in volo, schivando perfettamente l’attacco.
«Non ti preoccupare, ho una soluzione anche a questo. Scept, arrampicati sugli alberi!».
La grossa lucertola sparì, inghiottita dal verde delle fronde. Erano tante, e poteva essersi spostato su qualsiasi arbusto.
«Abbiamo appena iniziato, mio caro. Altaria, localizzalo».
«Beh…» il ragazzo le porse la mano. Lei non ci pensò due volte ad afferrargliela. La strinse, e sentì una potente energia accelerarle i battiti del cuore.
«C’è sempre una prima volta, no? Mi permetta di sfidarla ad una lotta, bella donzella». Quando le labbra di lui si posarono sulle sue nocche in quello che voleva essere un romantico baciamano – malriuscito, ovviamente - sentì di volerlo nuovamente baciare sulle labbra. Si spaventò a quel desiderio insano e prematuro saltato fuori ancora una volta, ma non poteva nascondere a se stessa che, dopo ieri sera, si sentiva legata a lui da un qualcosa che forse vedeva solo lei, ma che assolutamente non voleva spezzare. Era come se le sue lacrime l’avessero unita a lui. Non voleva più lasciarlo andare.
«Uno contro uno. Ci stai?».
«Non sono molto brava, ti avverto».
«Fammi vedere di cosa sei capace. Altaria non sembra scherzare».
Orthilla posò lo sguardo sul suo Pokémon. Effettivamente, Altaria sembrava aver preso la situazione molto seriamente. Guardava Sceptile in modo tremendo, tirandogli occhiatacce di intimidazione e scherno. D’altro canto, il Pokémon foresta la ignorava divertito, convinto di avere la vittoria in tasca nonostante lo svantaggio di tipo.
«Falla lottare un po’, Orthilla. Ne avete bisogno entrambe!».
«Va bene».
Le due sfidanti accettarono la lotta e si misero in posizione. La ragazza era visibilmente nervosa. Anche se in fin dei conti si trattava di una banalissima sfida, si sentiva emozionata, come se all’improvviso l’avessero gettata sul palcoscenico, davanti agli sguardi speranzosi del pubblico. Prese un respiro. Una altro. Altaria si concentrò con lei, e insieme parvero il più bello dei fiori.
Immaginò di essere avvolta da candide luci, tutto intorno a lei si fece buio. Sognò di indossare un magnifico vestito blu e di essere acclamata da tutti. Quel giorno si sarebbe fatta valere. Sì. Avrebbe vinto. «Attento, Brendan. Mi ha allenato mio zio» sorrise, provocatoria. «E mio zio era il Campione di Hoenn».
«Così mi piaci». Brendan la osservava da lontano, sorridente. Sembrava la regina di un palcoscenico tutto suo, quello della sua vita. Era incantevole, così piena di dolore, ma così forte. «Se ti batto, significa che sono pronto per la Lega, allora! Vai Sceptile…».
«Altaria, splendi ancora!».
Sorrise di nuovo, mentre i due Pokémon si Megaevolvevano. Orthilla era davvero piombata in uno scenario tutto suo.
«Ora la battaglia si fa interessante! Scept, vai di cattiveria: Dragartigli!». Sceptile sfoderò gli artigli e corse minaccioso verso Altaria, che però si librò in volo, schivando perfettamente l’attacco.
«Non ti preoccupare, ho una soluzione anche a questo. Scept, arrampicati sugli alberi!».
La grossa lucertola sparì, inghiottita dal verde delle fronde. Erano tante, e poteva essersi spostato su qualsiasi arbusto.
«Abbiamo appena iniziato, mio caro. Altaria, localizzalo».
Il Pokémon canterino iniziò a volteggiare piano intorno agli alberi. Se
Sceptile si era dimostrato come un tipo sicuro, lei traspariva eleganza
da ogni piuma. Era bellissima e superba, e con la Megaevoluzione il suo
ego aveva acquistato ancora più valore. Brendan notò con stupore che era
molto diversa dalla sua allenatrice.
Una fragile, l’altra orgogliosa. Eppure, proprio per quel motivo erano un mix perfetto e stupendo.
Quando Altaria lo trovò, spalancò il becco bianco e un violento Dragopulsar attraversò le fronde con cattiveria devastante. Ma fu troppo lento. Quando Sceptile saltò allo scoperto, si accorse con rabbia di aver colpito uno dei mille ologrammi che presto invasero l’area di lotta.
«Doppioteam… Brendan, cristo santo. Ti odio».
«Shhh, bambolina. Non ti agitare».
Una fragile, l’altra orgogliosa. Eppure, proprio per quel motivo erano un mix perfetto e stupendo.
Quando Altaria lo trovò, spalancò il becco bianco e un violento Dragopulsar attraversò le fronde con cattiveria devastante. Ma fu troppo lento. Quando Sceptile saltò allo scoperto, si accorse con rabbia di aver colpito uno dei mille ologrammi che presto invasero l’area di lotta.
«Doppioteam… Brendan, cristo santo. Ti odio».
«Shhh, bambolina. Non ti agitare».
«Altaria, vai di fortuna, vediamo che trappola nasconde…».
Raggi color vino si sparpagliarono contro le illusioni, alla ricerca dello Sceptile giusto, e Brendan osservò con stupore che tutto era perfettamente svolto con armonia e grazia, tipico di Orthilla. I Dragopulsar lanciati parevano strappi scuri fatti al vasto manto color indaco del cielo, un’immagine cattiva e violenta. Incantevole.
Quando Altaria lo individuò, però, fu di nuovo troppo tardi. Il Pokémon Foresta si attaccò al collo del rapace e lo scaraventò contro un albero, facendone tremare il tronco.
«No!».
Il Drago-Folletto, tuttavia, lo prese per la coda prima che potesse cadere e, sbilanciati dal peso, precipitarono insieme verso il basso. I corpi pesanti dei due atterrarono brutali sull’erba, provocando un immenso boato.
«Tosta quell’Altaria, eh?».
«Davvero tosta, come la padrona».
Una terza voce si aggiunse al caos provocato dalla lotta. I due giovani si voltarono, e Orthilla riconobbe all’istante la figura entrata in scena.
In eleganti abiti da sera, Rocco Petri li stava osservando dalle inferriate, con un largo sorriso dipinto sul volto e gli occhi freddi come il metallo ardenti di passione.
Nda
e finalmente anche RoccoSippetri fa la sua comparsa in questa storia. Era da secoli che volevo metterlo! Mi sento in pace con me stessa ora **
Credevo che fosse un capitolo lungo, invece risulta cortino anche questo. Scusate, word inganna.
Una cosa che ancora non riesco a capire è perché, se metto l'edit al centro della pagina, EFP me lo sposta di lato.
Questa cosa mi snerva tantissimo, che problemi ha l'HTML? Va beh, se leggete da cellulare non credo si veda, però dal PC sì, e non lo sopporto. Sappiate comunque che l'immagine va al centro, non ai lati.
Grrr.
In ogni caso, questo capitolo come vi è sembrato? Lasciatemi pure delle recensioni se vi fa piacere! Corro, che ho tantissimi aggiornamenti da fare XD.
Ciao!
Lou
Raggi color vino si sparpagliarono contro le illusioni, alla ricerca dello Sceptile giusto, e Brendan osservò con stupore che tutto era perfettamente svolto con armonia e grazia, tipico di Orthilla. I Dragopulsar lanciati parevano strappi scuri fatti al vasto manto color indaco del cielo, un’immagine cattiva e violenta. Incantevole.
Quando Altaria lo individuò, però, fu di nuovo troppo tardi. Il Pokémon Foresta si attaccò al collo del rapace e lo scaraventò contro un albero, facendone tremare il tronco.
«No!».
Il Drago-Folletto, tuttavia, lo prese per la coda prima che potesse cadere e, sbilanciati dal peso, precipitarono insieme verso il basso. I corpi pesanti dei due atterrarono brutali sull’erba, provocando un immenso boato.
«Tosta quell’Altaria, eh?».
«Davvero tosta, come la padrona».
Una terza voce si aggiunse al caos provocato dalla lotta. I due giovani si voltarono, e Orthilla riconobbe all’istante la figura entrata in scena.
In eleganti abiti da sera, Rocco Petri li stava osservando dalle inferriate, con un largo sorriso dipinto sul volto e gli occhi freddi come il metallo ardenti di passione.
Nda
e finalmente anche Rocco
Credevo che fosse un capitolo lungo, invece risulta cortino anche questo. Scusate, word inganna.
Una cosa che ancora non riesco a capire è perché, se metto l'edit al centro della pagina, EFP me lo sposta di lato.
Questa cosa mi snerva tantissimo, che problemi ha l'HTML? Va beh, se leggete da cellulare non credo si veda, però dal PC sì, e non lo sopporto. Sappiate comunque che l'immagine va al centro, non ai lati.
Grrr.
In ogni caso, questo capitolo come vi è sembrato? Lasciatemi pure delle recensioni se vi fa piacere! Corro, che ho tantissimi aggiornamenti da fare XD.
Ciao!
Lou
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