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Sakichan - Addictions - 7/8




Sakichan24
ADDICTIONS
 
7.
 
Alcohol addiction...




Bevo un altro sorso dal mio bicchiere.
Non so neanche con esattezza quale liquido ci sia dentro, ma non importa: basta che mi faccia star bene. I ricordi della giornata di oggi sono sfocati: sicuramente sono andato in Palestra, come il mio lavoro prevede.
Sicuramente, se sono qui adesso a bere, non mi sono divertito nemmeno oggi.
Qualcuno si è presentato? Sì, credo di sì. Un ragazzino come tanti altri. Abbiamo combattuto, ma non aveva possibilità. Non ne ha nessuno: sono troppo bravo. L’ho sconfitto in pochi minuti e l’ho invitato a riprovare.
In realtà vorrei non venisse più nessuno. Vorrei solo essere lasciato in pace.
Odio dover combattere contro avversari che non sono alla mia altezza, non c’è gusto. Non serve neanche pensare: basta dire il nome di qualche mossa a caso ed ecco la vittoria.
Una volta non era così: quando ho iniziato a lottare provavo una sensazione meravigliosa. Era adrenalina pura, ma con la consapevolezza di dover rimanere lucido per elaborare una strategia. Non saprei spiegarlo molto bene.
E non mi buttavo giù nemmeno quando perdevo: rimuginavo per giorni sulla lotta, su cosa avevo sbagliato, su cosa avrei dovuto migliorare. E così trionfavo.
Forse è stato proprio il desiderio di migliorarmi così tanto che mi ha rovinato: da quando sono diventato Capopalestra ho sempre continuato ad allenarmi e presto sono diventato troppo forte rispetto ai miei sfidanti. O almeno, così dice sempre il mio amico Vulcano.
Questo pensiero è molto fastidioso: sperando di annegarlo, stringo forte il bicchiere e mando giù la bevanda giallognola che vi è dentro.
Non funziona.
La mano libera va automaticamente a cercare il cartone che staziona sempre sul mio tavolo. Lo prendo in mano e lo guardo: contiene un vino di bassa qualità. Probabilmente l’ho preso perché costava poco.
Per un attimo mi chiedo se veramente sto bevendo quella roba da un’ora, se veramente riesco a reggerne il gusto.
Mentre penso che non dovrei fare così, che sono un Capopalestra, che domani dovrò lavorare, ne bevo una lunga sorsata direttamente dal cartone.
Non so neanche da dove ho cominciato: forse per noia, forse per provare qualcosa di nuovo. Fatto sta che adesso mi ritrovo in questo stato ogni sera, pensando a quello che ero e a quello che sono diventato.
Ogni tanto mi dico che la smetterò, che mi devo rialzare, che sfiderò la Lega Pokémon per ritrovare la passione nella lotta Pokémon.
Eppure non succede mai: ogni mattina mi alzo e in qualche modo vado in Palestra, ogni sera bevo un bicchiere di più per cercare di stare bene.
Forse non sono dissimile da quei ragazzini che continuano a perdere contro di me: non ho riflettuto abbastanza sulla lotta della mia vita e continuo a ripetere lo stesso errore. E questo errore continua a farmi perdere.
Bevo ancora per non ricordare che domani sarà un’altra giornata da passare in Palestra. Per non ricordare che ho bevuto anche ieri e pensare che probabilmente domani berrò ancora. Quasi per non ricordare che sto bevendo adesso.
Presto il vino finisce, ma a me non basta. Devo mettere a tacere tutti quei brutti pensieri che mi passano per la testa.
Sei egoista. Hai pensato alla tua forza senza pensare al tuo compito di Capopalestra. Hai delle responsabilità.
Io di responsabilità non ne voglio più, sono troppo stanco.
Mi alzo per raggiungere il frigorifero, ma ormai non mi reggo nemmeno in piedi: cado immediatamente a terra, sbattendo il mento.
In qualche modo sento Raichu venire accanto a me e chiamarmi. Forse è preoccupato.
Faccio un cenno con la mano, giusto per tentare di calmarlo, mentre il sapore salato delle lacrime si mischia con quello dolciastro del vino nella mia bocca.





8.
 
Smoke addiction... 
 



 


Sono seduta alla finestra, intenta a guardare l’orto di bacche subito fuori. L’aria fresca della sera mi scompiglia i capelli e mi ributta in faccia la sottile scia di fumo che sta uscendo dalla sigaretta.
Una volta fa avrei storto il naso e mi sarei girata da un’altra parte, ma ora non ci faccio nemmeno più caso: mi sono abituata.
Non ricordo nemmeno più quando ho iniziato a fumare: sicuramente mi annoiavo.
È vero, coltivare bacche è sempre stata la mia passione, non posso dire di non essere felice. Ma sento che manca qualcosa.
All’inizio credevo fosse solo per il brusco cambio delle abitudini: dalle missioni illegali e pericolose del Team Magma a una vita tranquilla passata ad arare la terra, piantare semi e annaffiare arbusti ne passa. Ero solo un po’ squilibrata, tutto qui.
Mi serviva qualcosa per riempire le mie giornate e così ho scelto il fumo. Non so nemmeno precisamente perché.
Una ventata più forte e la mia sigaretta si spegne. Mi ripeto mentalmente la promessa che mi sono fatta: ora che si è spenta la lascio stare, devo andare a dormire. Ma non posso fare a meno di cercare l’accendino nella mia tasca e mettere rimedio a quello che il vento ha fatto.
Solo dopo averla riaccesa e aver preso una profonda boccata, mi rigiro tra le mani l’accendino. È un comunissimo accendino rosso di plastica, comprato per pochi soldi in una tabaccheria e destinato a sparire chissà dove. Ho anche stupidamente perso il precedente.
Ma non posso fare a meno di ricordare i tempi del Team Magma.
Se avessi tenuto quell’accendino, mi chiedo che cosa vedrei di questi anni passati dopo la lotta tra Groudon e Kyogre. Non sono molti, ma sono stati molto uguali fra di loro: divisi tra stagione per piantare, stagione per raccogliere e stagione per lasciar riposare il terreno. Ho conosciuto qualcuno, me ne ricordo il nome e il volto, ma poco di più. Non ho vissuto molto intensamente come facevo prima.
Sì, dev’essere per questo che ho iniziato a fumare. L’ozio è il padre dei vizi, si dice, non è vero?
Beh, tenere una piantagione di bacche non è che sia proprio oziare. Il lavoro da fare è tanto, spesso anche molto faticoso. Toglere le erbacce, arare, piantare, annaffiare, controllare che le erbacce non rispuntino, e così via.
Ma non carica di adrenalina come facevano le missioni del Team. Quelle sì che mi facevano sentire viva: il terrore di essere scoperta, la consapevolezza di stare commettendo dei reati, il lieve senso di colpa che puntualmente ricacciavo indietro.
Come si fa a lasciare tutto questo all’improvviso e vivere una vita tranquilla uguale a quella che conducono le altre persone?
Io sono una donna attiva, non sono fatta per sopravvivere. Ma ormai quei tempi sono andati.
La sigaretta presto finisce: osservo le ultime volute di fumo che si sperdono nella notte, poi mi giro verso il tavolo. Tengo sempre un pacchetto di cicche a portata di mano, per quanto fumare mi piaccia, lascia in bocca un sapore assolutamente disgustoso.
Ne metto in bocca una e chiudo gli occhi, lasciandomi cadere su una sedia.
L’atto di masticare la cicca mi riprota ancora di più a quel tempo, quando ero un’altra Rossella: forse il vizio delle cicche è più radicato che quello del fumo.
Dovrei fare qualcosa, prendere in mano la mia vita, smettere di fumare e fare qualche attività più stimolante...
Ma non riesco.
Da quando ho iniziato a condurre una vita normale è come se qualcosa dentro di me si fosse spento per sempre. Strana similitudine, considerando che lavoravo per il Team Magma, ma è il modo migliore per spiegarlo.
Probabilmente la mia vita sarà così per sempre: ripetitiva e banale.
Ogni tanto penso che morirò ancora con la sigaretta fra le labbra.
  





Bentornati a questa edizione di Addictions!
Ora è giugno, il sole splende, siamo tutti liberi dai nostri impegni... Ma chi voglio prendere in giro.
Le dipendenze di questi capitoli sono abbastanza banali: alcool e fumo. Direi che però non potevo esimermi dal trattarle, no?
In ogni caso, la sfida maggiore di questi capitoli è stata proprio renderle poco banali. Abbiamo così tante testimonianze di fumatori  e bevitori incalliti che poi hanno ritrovato la loro strada che non è stato facile rendere Rossella e Corrado una loro copia!
Perché loro, poi? Per la scelta di Corrado mi sono basata sul suo comportamento nel videogioco: svogliato, non affronta una bella sfida da parecchio tempo e pensa di andare a sfidare la Lega Pokémon per provare qualche emozione forte. Io ci ho visto un po’ gli effetti della “sbronza triste”: bevi, ti ubriachi, realizzi quanto la tua vita faccia schifo e ti deprimi (anche perché Corrado mica ci va a sfidare la Lega, rimane un po’ lì a piangersi addosso). Quindi taac, eccolo inserito in questa raccolta.
Rossella... Beh, buona domanda. Nel manga ha sempre una cicca in bocca, che è molto utile per scacciare via il sapore cattivo che lascia la sigaretta (almeno così mi dicono, io non ho mai fumato). Alla fine la parte dedicata a lei è diventata più una riflessione sulla sua vita che non sul vizio del fumo, ma andrà bene così. Tra l’altro è un personaggio che nel manga ho apprezzato davvero tanto, non faccio spoiler in caso ci fosse qualcuno che non abbia ancora letto. Ne dubito, ma si sa mai! Quale modo migliore di onorare un personaggio se non dandogli una dipedenza contro cui combattere?
Ahem.
Come al solito, ringrazio Andy per avermi concesso questo spazio e spero che i capitoli siano stati di vostro gradimento!
Alla prossima!
 

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