Hard Rain. Il sudore le irritò gli occhi; lo asciugò distrattamente. In quella foresta l’aria era soffocante. Diede un rapido sguardo verso l’alto, scorgendo il sole. Doveva essere all’incirca mezzogiorno. Tornò a concentrarsi. Strisciò nel sottobosco, cercando di fare quanto meno rumore possibile. Con la mano sinistra andava a rimuovere i ramoscelli più piccoli, o i sassi che avrebbero potuto graffiarle il ventre. La destra reggeva il coltello kukri che si era procurata da una delle svariate casse d’equipaggiamento distribuite tutt’intorno. Mentre s’avvicinava alla posizione che si era prestabilita in mente, un rumore che ben conosceva attirò la sua attenzione. Fu un solo istante, e il fruscio, rapido e violento, fu seguito dal grido di dolore della sua preda. Uno strano brivido d’eccitazione le percosse la schiena, facendole vibrare l’intero corpo. D’istinto si tirò su, e iniziò a camminare lentamente verso l’origine dei lamenti. Appena ebbe il contatto visivo,
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