Ecco a voi il 21° capitolo della nostra storia! Prima di iniziare vi lascio le solite raccomandazioni, passate sulla pagina Facebook Pokémon Adventures ITA e non dimenticate di leggere gli arretrati, a breve partirà una nuova saga che riporterà alla ribalta vecchie fiamme del panorama Pokémon! E se volete davvero restare aggiornati su tutte le novità della fan fic non dimenticate di richiedere l'iscrizione al gruppo su Pokémon Courage, dove vedrete man mano pubblicate diverse informazioni sulla saga e annunci su eventuali lavori futuri!
Detto questo, vi lascio liberi e pronti a godervi il capitolo di oggi. Mi raccomando, restate con noi!
Detto questo, vi lascio liberi e pronti a godervi il capitolo di oggi. Mi raccomando, restate con noi!
Ryan si trovò davanti una
visione alquanto sgradevole.
“Per quale fottuto motivo
l’Antro Verità è crollato?” chiese a Marianne.
“Non ne ho la più pallida
idea”
“Mesprit è lì dentro?”
“Non ne ho la più pallida idea”
“Come possiamo fare per...lasciamo perdere, conosco già la tua risposta. Piuttosto, Linda...hai idee per capire se Mesprit e vivo ed è lì dentro?”
Linda si spostò una ciocca dal volto, mentre sperava non riprendesse a nevicare.
“Non ne ho la più pallida idea”
“Come possiamo fare per...lasciamo perdere, conosco già la tua risposta. Piuttosto, Linda...hai idee per capire se Mesprit e vivo ed è lì dentro?”
Linda si spostò una ciocca dal volto, mentre sperava non riprendesse a nevicare.
“Beh...potremmo
utilizzare i poteri di Gallade”
“Già”
Gallade uscì fuori e si
guardò attorno. Ryan era proprio alle sue spalle.
“Gallade, concentrati e
cerca di capire se Mesprit è sotterrato dalle macerie”
Gallade chiuse gli occhi,
ma quando li riaprì fece segno a Ryan di non aver trovato nulla.
“Qualcuno è già stato
qui...qualcuno ha già catturato Mesprit”
“Può anche essere successo un cataclisma, un terremoto, e la grotta è crollata. Che ne sai?”
“Hai ragione” disse il biondo, ma una brutta sensazione lo ingravidò. Gli pareva quasi di sentire gli urli di Braviary.
“Può anche essere successo un cataclisma, un terremoto, e la grotta è crollata. Che ne sai?”
“Hai ragione” disse il biondo, ma una brutta sensazione lo ingravidò. Gli pareva quasi di sentire gli urli di Braviary.
Gli pareva che l’ombra di
Zackary Recket lo stesse per risucchiare.
“Grazie Braviary” sorrise
lui, facendolo rientrare nella sua sfera. Dopodichè prese la sfera di Mesprit
in mano e bussò il campanello di casa di Demetra.
Alcuni passi rimbombarono
sul pavimento di legno, che scricchiolava sotto il peso di qualcuno.
In cuor suo Zack pregava
che ad aprire la porta non fosse Gardenia. La situazione sarebbe stata un
tantino imbarazzante.
E invece la porta...la
aprì proprio Gardenia.
Gli occhi della ragazza
si spalancarono per un istante, ma poi tornarono della normale grandezza.
“Hey...Zack, vero?”
Gardenia non si aspettava così cambiato quel giovane ragazzo che tanto la fece indispettire.
Gardenia non si aspettava così cambiato quel giovane ragazzo che tanto la fece indispettire.
“Si. Come stai?”
Zack le tese la mano
libera, e sorrise. Gardenia notò la Ultraball nella mano ma non chiese nulla, e
fece spazio a Zack per farlo entrare.
“Io bene. La tua amica
sta dormendo”
“Ne ero sicuro. Demetra dov’è?”
“Si è addormentata anche lei. Era stanca. Ma tu che ci fai qui?”
Zack sospirò e posò lo zaino, lasciandolo cadere accanto al camino scoppiettante. Posò la sfera sul tavolo e si sedette su di una sedia.
“Ne ero sicuro. Demetra dov’è?”
“Si è addormentata anche lei. Era stanca. Ma tu che ci fai qui?”
Zack sospirò e posò lo zaino, lasciandolo cadere accanto al camino scoppiettante. Posò la sfera sul tavolo e si sedette su di una sedia.
“È una lunga storia. Ma
sto cercando di ricomporre la catena di cristalli dei guardiani dei laghi. Ho
bisogno di Dialga”
“Oh, un bell’impiccio, insomma. E come mai?”
“Niente di straordinario. Cose che servono ad Adamanta, tutto qua”
Mentitore puro.
“Oh, un bell’impiccio, insomma. E come mai?”
“Niente di straordinario. Cose che servono ad Adamanta, tutto qua”
Mentitore puro.
“Ah già...tu ora vivi ad
Adamanta. Bel posticino, molto caratteristico”
“Ho abbandonato Sinnoh parecchi anni fa. Ad Adamanta sono il Campione”
“Se non ricordo male lo eri anche qui”
“Per un breve periodo. Camilla era troppo forte davvero”
“E beh...una come lei non nasce tutti i giorni”
“A proposito, come sta?”
“Credo bene. Ci incontriamo di tanto in tanto ai convegni della Lega di Sinnoh”
“Ah, ok”
“Sai bene che conduco una vita morigerata. Penso solo all’allenamento ed al migliorare l’aspetto e la salute delle mie bellissime piante”
“Immagino...sì. Comunque...Mia dorme da tanto?”
“Oh, si è addormentata pochi minuti prima che arrivassi tu”
Poi un rombo aprì il cielo.
“Ho abbandonato Sinnoh parecchi anni fa. Ad Adamanta sono il Campione”
“Se non ricordo male lo eri anche qui”
“Per un breve periodo. Camilla era troppo forte davvero”
“E beh...una come lei non nasce tutti i giorni”
“A proposito, come sta?”
“Credo bene. Ci incontriamo di tanto in tanto ai convegni della Lega di Sinnoh”
“Ah, ok”
“Sai bene che conduco una vita morigerata. Penso solo all’allenamento ed al migliorare l’aspetto e la salute delle mie bellissime piante”
“Immagino...sì. Comunque...Mia dorme da tanto?”
“Oh, si è addormentata pochi minuti prima che arrivassi tu”
Poi un rombo aprì il cielo.
Gardenia e Zack si
guardarono. E no, non era il cielo.
“Hai fame?” sorrise lei.
“Un tantino...”
“Demetra ha preparato un
ottimo stufato, e ne sarà sicuramente avanzato. Lei con le proporzioni, in
fatto di cibo non è molto ferrata”
“Ne riscalderò un po’, se non crea disturbo”
“Siediti, lascia...faccio io”
Gardenia si alzò, mostrando il solito fisico tonico. Non indossava più il poncho, certo, il freddo era troppo in effetti per il solito abbigliamento che la caratterizzava.
“Ne riscalderò un po’, se non crea disturbo”
“Siediti, lascia...faccio io”
Gardenia si alzò, mostrando il solito fisico tonico. Non indossava più il poncho, certo, il freddo era troppo in effetti per il solito abbigliamento che la caratterizzava.
Un pantalone cargo,
stavolta lungo, sottendeva un paio di grossi stivaloni da trekking. Sopra un
caldo maglioncino di lana, molto aderente, la teneva al caldo. Nei capelli
sempre la solita fascia nera.
“Come stai tu, invece?”
chiese Gardenia, mettendo la pentola sui fornelli.
“Beh...non molto bene.
Sto cercando la mia donna, è stata rapita”
“Ah...ecco perché ti
serve la Rossocatena”
“Ehm...esatto”
“E parlami di lei”
Zack si stupì per quella strana ed immediata gentilezza, ed anche per quell’interesse fuori dalle righe. Gardenia lo aveva sempre trattato con freddezza immane.
“Ehm...esatto”
“E parlami di lei”
Zack si stupì per quella strana ed immediata gentilezza, ed anche per quell’interesse fuori dalle righe. Gardenia lo aveva sempre trattato con freddezza immane.
Demetra l’aveva drogata,
quasi sicuramente, pensò.
“L’ho conosciuta partendo
per la mia ultima avventura. All’inizio non era niente di che, ma poi col tempo
ho imparato ad apprezzare ogni suo lato, finchè non me ne sono innamorato”
“Wow!” sorrise entusiasta. “Non ti ho mai visto innamorato. Mi hai sempre dato l’impressione dell’invasato attratto solo da culi e tette”
“Nella vita si cambia”
“Wow!” sorrise entusiasta. “Non ti ho mai visto innamorato. Mi hai sempre dato l’impressione dell’invasato attratto solo da culi e tette”
“Nella vita si cambia”
Rachel decise che il
rilassamento di quel giorno sarebbe potuto bastare. Si infilò qualcosa di
comodo e scese nella hall. Avrebbe guardato un po’ di tv, non si concedeva quel
piacere da parecchio tempo.
Il fatto che adesso
qualcun altro si occupasse della faccenda Arceus\cristallo\profezia\catastrofi
le donava un po’ di sicurezza nonostante vivesse con il tarlo continuo di Zack.
“Dove sei?”
Poi le si poggiò una mano
sulla spalla.
“Con chi parli?”
Rachel girò la testa, e
guardò in alto. Sotto la montatura di quelle lenti costose c’era Lionell.
“Oh...siete voi”
“Dammi del tu, te l’ho già detto”
“Non ci riesco. Si vuole sedere?”
Lionell sorrise. “Si, va bene”
Si sedette accanto a lei. Rachel lo guardava, e ne rimaneva affascinata. Profumava di fresco e di pulito. Le sarebbe costato un occhio però ammettere che quell’uomo era suo padre.
“Dammi del tu, te l’ho già detto”
“Non ci riesco. Si vuole sedere?”
Lionell sorrise. “Si, va bene”
Si sedette accanto a lei. Rachel lo guardava, e ne rimaneva affascinata. Profumava di fresco e di pulito. Le sarebbe costato un occhio però ammettere che quell’uomo era suo padre.
“Senta...può parlarmi
della mia vera madre?”
Lionell, da che guardava dritto, in direzione della televisione, alzò le sopracciglia, quindi si girò verso la ragazza ed abbassò di poco gli occhiali.
Lionell, da che guardava dritto, in direzione della televisione, alzò le sopracciglia, quindi si girò verso la ragazza ed abbassò di poco gli occhiali.
“Vuoi che ti parli di
Irya?”
“Si”
“Naturalmente ti assomigliava in maniera straordinaria. Come assomigli a tua nonna del resto, la madre di Martha ed Irya. Lei era il cristallo prima che lo fosse Irya”
“Viene passato di generazione in generazione?”
“A quanto ho capito, il parto trasmette al nascituro la capacità di interloquire con la divinità”
“Io non ho mai parlato con Arceus”
“Probabilmente non ha mai avuto nulla da dirti” sorrise Lionell. Rachel trovava la cosa poco divertente.
“Si”
“Naturalmente ti assomigliava in maniera straordinaria. Come assomigli a tua nonna del resto, la madre di Martha ed Irya. Lei era il cristallo prima che lo fosse Irya”
“Viene passato di generazione in generazione?”
“A quanto ho capito, il parto trasmette al nascituro la capacità di interloquire con la divinità”
“Io non ho mai parlato con Arceus”
“Probabilmente non ha mai avuto nulla da dirti” sorrise Lionell. Rachel trovava la cosa poco divertente.
“E quando vi siete
conosciuti lei e la mamma?”
A Lionell dava un fastidio tremendo il fatto che lei fosse così distaccata e formale, mentre per Irya ci fu subito un mamma.
A Lionell dava un fastidio tremendo il fatto che lei fosse così distaccata e formale, mentre per Irya ci fu subito un mamma.
“Eravamo piccoli ed
inesperti. Eravamo studenti alla facoltà di storia di Adamanta e...beh, non
voglio vantarmi, ma sono sempre piaciuto molto alle donne...” Lionell ricordava
il passato con il sorriso sulle labbra, compiaciuto probabilmente per il suo
trascorso.
“In effetti lei è un
bell’uomo”
“Ti ringrazio. Ad ogni modo vidi tua madre. Mi fulminò al primo sguardo, con quegli occhi azzurri, proprio come i tuoi, ed io mi innervosii. Ricordo i miei amici che mi prendevano in giro per questo, perché non è mai stato nelle mie corde bloccarmi per una ragazza, che per di più mi aveva dato solo uno sguardo. Ricordo l’espressione divertita che ebbe quando mi accorsi che mi guardava. Probabilmente il mio volto le risultò comico. In ogni caso mi feci coraggio ed andai da lei”
“Avevate la stessa età, quindi”
“Si. Anzi no, lei era più piccola di un anno. Comunque mi presentai, e lei arrossì tutta. E da lì ebbi la strada spianata. Adoravo Irya” sorrise, con un leggero rammarico.
“Ti ringrazio. Ad ogni modo vidi tua madre. Mi fulminò al primo sguardo, con quegli occhi azzurri, proprio come i tuoi, ed io mi innervosii. Ricordo i miei amici che mi prendevano in giro per questo, perché non è mai stato nelle mie corde bloccarmi per una ragazza, che per di più mi aveva dato solo uno sguardo. Ricordo l’espressione divertita che ebbe quando mi accorsi che mi guardava. Probabilmente il mio volto le risultò comico. In ogni caso mi feci coraggio ed andai da lei”
“Avevate la stessa età, quindi”
“Si. Anzi no, lei era più piccola di un anno. Comunque mi presentai, e lei arrossì tutta. E da lì ebbi la strada spianata. Adoravo Irya” sorrise, con un leggero rammarico.
“E poi?”
“Poi ci cominciammo a frequentare. Lei aveva un carattere esplosivo. Molto solare, divertente, e con un ottimo senso dell’umorismo. Ma quando si arrabbiava o doveva proteggere i suoi cari era capace di scardinare porte chiuse e sigillate. Una vera forza della natura. Ci amavamo, tanto, e ci sposammo. E poi un brutto male la portò via. Tu eri appena nata, e...”
“Poi ci cominciammo a frequentare. Lei aveva un carattere esplosivo. Molto solare, divertente, e con un ottimo senso dell’umorismo. Ma quando si arrabbiava o doveva proteggere i suoi cari era capace di scardinare porte chiuse e sigillate. Una vera forza della natura. Ci amavamo, tanto, e ci sposammo. E poi un brutto male la portò via. Tu eri appena nata, e...”
“E poi so com’è andata a
finire”
“Mi spiace che tu abbia
passato quello che hai passato”
“Lo so. Dispiace più a me”
“So benissimo che ai tuoi occhi posso esser sembrato un cattivo padre. Inutile definirmi assente...”
“Lo so. Dispiace più a me”
“So benissimo che ai tuoi occhi posso esser sembrato un cattivo padre. Inutile definirmi assente...”
“Direi che invisibile è
il termine giusto”
Lionell sorrise. “Ma
tutto possono avere una seconda occasione”
Rachel guardava vuota l’uomo, che sorrideva. Lui le porse la mano e lei la guardò. Doveva afferrare quella mano. Quella mano assente, anzi, invisibile, che negli anni non le aveva donato né sicurezza e né calore, ma che adesso rivendicava ciò che era suo, prepotentemente.
Rachel guardava vuota l’uomo, che sorrideva. Lui le porse la mano e lei la guardò. Doveva afferrare quella mano. Quella mano assente, anzi, invisibile, che negli anni non le aveva donato né sicurezza e né calore, ma che adesso rivendicava ciò che era suo, prepotentemente.
Lionell rivoleva Rachel
nella sua vita. Così pareva.
E a Rachel bastava
afferrare quella mano, ma qualcosa la bloccava.
Le sembrava quasi fosse
la firma di un contratto, quella stretta di mano, un marchio a fuoco
indelebile.
Se avesse accettato
quella mano, ne avrebbe dovuto sopportare le conseguenze.
Era sicura di voler far
entrare quell’uomo nella sua vita?
“Avanti. Prendi la mia
mano”
E poi una recluta entrò spedita in stanza. Rachel lo guardò stranita. Aveva la divisa fin troppo aderente, a risaltargli i muscoli in maniera quasi grottesca, mentre manteneva il copricapo della divisa tra le mani. La bocca aperta cercava di tirar dentro quanto più ossigeno riuscisse a prendere.
E poi una recluta entrò spedita in stanza. Rachel lo guardò stranita. Aveva la divisa fin troppo aderente, a risaltargli i muscoli in maniera quasi grottesca, mentre manteneva il copricapo della divisa tra le mani. La bocca aperta cercava di tirar dentro quanto più ossigeno riuscisse a prendere.
“Che maniere sono
queste?!” si alterò Lionell. La recluta affannava, e sembrava non dare alcun
peso alle parole del suo principale.
“Signor...” ansimava.
“...signor...signor Lionell...è appena arrivata una comunicazione da parte...”
“Da parte?!”
“Da parte di Ryan”
“Da parte di Ryan”
“Ryan? Che vuole Ryan?”
Ed al sol pronunciare quel nome, le orecchie di Rachel si sintonizzarono su quella discussione, facendo finta di disinteressarsi. Il fatto non era il suo.
Ed al sol pronunciare quel nome, le orecchie di Rachel si sintonizzarono su quella discussione, facendo finta di disinteressarsi. Il fatto non era il suo.
“Ha...ha detto che la
grotta...l’antro Verità, dove vive uno dei guardiani, non esiste più. È
crollato, ed ora ci sono solo macerie”
“Cosa?!”
“Si. Ha detto che adesso si sta dirigendo a nord, verso Nevepoli, per prendere Uxie”
“Va bene. Digli di passare qui dopo aver preso Uxie”
“Sarà fatto. E...mi scusi per le mie maniere”
“Cosa?!”
“Si. Ha detto che adesso si sta dirigendo a nord, verso Nevepoli, per prendere Uxie”
“Va bene. Digli di passare qui dopo aver preso Uxie”
“Sarà fatto. E...mi scusi per le mie maniere”
“Vai...Rachel” Lionell
ritirò la mano e si alzò, poi la guardò, attendendo che il rumore della porta
sancisse la loro ritrovata solitudine. “Ora ho delle cose urgenti da fare. Ma
continueremo questo discorso. Hai bisogno di qualcosa?”
“No...sono a posto così”
“Benissimo allora”
“No...sono a posto così”
“Benissimo allora”
Lionell si chinò sulla
sua testa, le schioccò un bacio ed andò via, lasciandole un dolore inspiegabile
dentro.
Gardenia era al tavolo
della baita di Demetra, e sorrideva mentre scriveva un biglietto.
“Demetra, io e Zack siamo
diretti verso Nevepoli, per catturare Uxie. Può aver bisogno di una mano. Mi
raccomando, attenta a Mia e spiegale tutto. XOXOXO”
Lasciò la penna su quel
foglio, per appesantirlo ed evitare che un po’ di corrente lo facesse sollevare
e volare in un posto dove non avrebbe potuto vederlo.
Poi si alzò. Zack aveva
di nuovo lo zaino in spalla, gli occhi arrossati ed enormi. Il sonno lo stava
divorando.
“Hey...sicuro di non
voler rimanere qui?” chiese la capopalestra”
“No, Gardenia. Non c’è tempo”
“No, Gardenia. Non c’è tempo”
Stoico, lui. Gardenia
annuì, e quindi si alzò, poi diede un ultimo sguardo a quella bellissima baita
per infine uscirvi, seguita a ruota dal ragazzo.
“Come hai intenzione di
arrivare a Nevepoli?” chiese lei, chiudendo con fermezza la porta, evitando
rumori molesti.
“Volando, Gardenia”
“Hai un Pokémon anche per me?”
“Ho un Braviary, e dovrai fartelo bastare”
Gardenia storse il muso e poi sospirò. Stare così tanto a contatto con quel ragazzo non l’aveva mai entusiasmata.
“Hai un Pokémon anche per me?”
“Ho un Braviary, e dovrai fartelo bastare”
Gardenia storse il muso e poi sospirò. Stare così tanto a contatto con quel ragazzo non l’aveva mai entusiasmata.
L’aquila uscì fuori dalla
sfera, ed i due le salirono sul dorso. Dopodichè quella prese a battere le ali.
Gardenia vide Duefoglie
rimpicciolirsi sempre di più, finchè non distinse anche Sabbiafine e
Giubilopoli, che come funghi, spuntavano tra un bosco ed un altro.
Zack mise un paio di
occhialoni. Il freddo rendeva impossibile tenere gli occhi aperti, mentre
Gardenia appoggiò la guancia alla schiena del ragazzo, rubando di tanto in
tanto, un’occhiata di quel paesaggio mozzafiato. Le nuvole erano proprio sopra
le loro teste, ed il freddo aumentava vertiginosamente, ma nessuno dei due
sembrava volerci pensare.
Gardenia nascondeva una
tremenda fifa. Non aveva mai volato, almeno non così in alto e non senza aereo.
Una volta Sapphire l’aveva portata su quel fantastico esemplare di Tropius, ma
nulla di più.
Giardinfiorito era
diventato una distesa bianca enorme, dove di tanto in tanto sorgeva qualche
casupola.
Zack sorrise sorvolando
il bosco di Evopoli. I ricordi l’avevano accompagnato fino al lago dove aveva
catturato il Mesprit che calmo, adesso, riposava nella sfera all’interno dello
zaino.
Ora toccava al Lago
Arguzia.
Non ci era mai stato di
persona, ma aveva sentito dire che era davvero ostico raggiungerlo.
In più Uxie era un
Pokémon particolare. Giravano strane leggende sul suo conto.
Si diceva che dimorasse
ad Adamanta, tanto tempo fa.
La leggenda della memoria
persa, certo. Alma gliel’aveva raccontata un paio di volte.
Ora Zack aveva paura
delle leggende che gli raccontava Alma. Temeva potessero essere vere,
specularmente a quanto successo con quella di Arceus.
E se Uxie davvero avrebbe
fatto perdere la memoria sarebbe stato davvero difficile ritrovare Rachel e
salvare il mondo.
Di tanto in tanto il
ragazzo gettava uno sguardo giù, a cercare il nero dei capelli della ragazza.
Nulla.
L’unica cosa che aveva
notato era che, dopo Flemminia, la neve cominciò ad aumentare, e a diventare
sempre più forte.
“Zack...ci vuole ancora
molto?” chiese Gardenia? Erano in volo da circa mezz’ora ed il tempo era
passato così in fretta tra un pensiero ed un altro.
“Non lo so. Mi sa che tra
un po’ dovremmo proseguire a piedi...Braviary non può volare in questa neve”
“Poverino” fece lei, poggiando la mano tra le piume del dorso di quello, per donare un po’ di calore alle sue dita, cercando di lasciarvi conforto.
“Poverino” fece lei, poggiando la mano tra le piume del dorso di quello, per donare un po’ di calore alle sue dita, cercando di lasciarvi conforto.
“Già. È il mio campione”
“Come l’hai catturato?”
“Era un Rufflet”
“Era un Rufflet”
“Eh?”
“Si. L’evoluzione precedente di Braviary...ma è una lunga storia...”
“Beh...a quanto pare abbiamo tutto il tempo del mondo”
“Si. L’evoluzione precedente di Braviary...ma è una lunga storia...”
“Beh...a quanto pare abbiamo tutto il tempo del mondo”
I Salamance sfrecciavano
ad una velocità elevatissima. Così elevata che Ryan e le due ragazze, Linda e
Marianne, si erano imposti di non stare con la schiena ritta, bensì di
stendersi sul dorso dell’animale.
Questo perché l’alta
quantità d’aria che i loro corpi trattenevano, avrebbe potuto sbilanciarli, e
farli cadere giù.
Indi per cui i tre erano
stesi, a rendere l’unione Pokémon-umano quanto più aerodinamica era possibile.
Nevepoli non era molto
lontana, ma intanto i pensieri assalivano Ryan.
Mesprit.
“Dove dannazione sei?”
Linda e Marianne non
sentivano nulla, tanto era forte il rombo dell’aria nelle loro orecchie, ma
notavano nel ragazzo una flemma che non gli apparteneva.
Era pensieroso.
Ed il problema di Ryan
era la paura. La paura di fallire. La paura di aver sentito davvero il grido di
Braviary.
Ed il grido di Braviary
significava solamente una cosa.
Zackary Recket.
Certo, era riuscito a
sconfiggerlo e a fargli passare un brutto quarto d’ora, cosa che gli levò una
soddisfazione non indifferente, ma non era sicuro di poterlo rifare ancora.
Poi qualcosa lo prese
mentalmente a schiaffi, urlandogli di smettere di assomigliare più ad un
cagnolino impaurito con la coda tra le gambe che ad un uomo grande e grosso che
aveva battuto il Campione della Lega di Adamanta.
Insomma non era una cosa
da tutti i giorni.
Superarono il passo del
Monte Corona, e per quanto i Pokémon drago che stavano cavalcando fossero in
sofferenza lungo la bufera di neve che stavano attraversando, sembrava che al
loro passaggio, tanto erano veloci, la neve si sciogliesse.
Nevepoli era un cumulo di
luci gialle in lontananza, in mezzo al bianco, mentre sulla montagna c’era il
lago.
Probabilmente doveva
essere il cratere di qualche vulcano spento da tempo.
Ryan immaginò l’epicità
di un’eruzione sotto la neve. Eggià, doveva essere davvero una cosa che si vede
una volta sola nella vita.
Poi il suo sguardo captò
qualcosa.
Il suo sguardo vide due
punti. Due punti che si muovevano a piedi, nella neve fredda.
“Zackary Recket!”
L’urlo di Ryan suonò
talmente forte che lo stesso Zack si fermò e si girò. Non c’era nessuno.
“Che c’è?!” chiese
Gardenia, allarmata.
“Mi...mi è parso di
sentire qualcuno che chiamasse il mio nome”
Il vento soffiò ancora più forte, e la neve si accumulava ai loro piedi più velocemente di quanto pensassero.
Il vento soffiò ancora più forte, e la neve si accumulava ai loro piedi più velocemente di quanto pensassero.
Gardenia non sopportava
il freddo, proprio come le sue piante, e si strinse nelle spalle, mentre Zack
si guardava attorno. Gli sembrava di vivere su di un enorme foglio di carta,
bianco, pulito, senza alcun punto di riferimento che non fosse l’orizzonte.
Ryan non ci credeva.
Mesprit e Zack erano
collegati. Forse era stato proprio lui a catturarlo, lui lo sapeva.
Forse la lotta che avevano
avuto aveva fatto crollare l’Antro Verità. E l’urlo di quel Braviary non era
l’ennesimo squillo del suo cervello a ricordargli che stava diventando
totalmente pazzo.
Recket era lì, a meno di
cento metri sotto i suoi piedi.
E stava raggiungendo il
posto dove doveva andare LUI, a catturare il Pokémon che doveva catturare LUI,
per creare la Rossocatena che doveva creare LUI, e salvare il mondo come doveva
fare LUI.
“Recket!” urlò Zack,
facendo impressionare Marianne e Linda. Il Salamance del ragazzo scese in
picchiata velocemente.
Zack e Gardenia stavolta
lo avevano sentito insieme. A pochi metri avrebbero raggiunto le rive del Lago
Arguzia, mentre la neve continuava a scendere forte.
E qualcuno, nel bel mezzo
del nulla, chiamava il suo nome.
“Recket!” ancora.
“Chi sei?!” rispose
indispettito lui, avvicinandosi a Gardenia, che per un attimo trovò riparo
dalla neve per il volto.
D’improvviso dall’alto
comparve un Salamance. Poi altri due.
Ryan e le sue appendici
erano lì.
“Che diamine ci fai
qui?!” chiese con rabbia immane il ragazzo. “Tu dovresti essere rinchiuso nelle
prigioni dello stabilimento dell’Omega Group, a Timea!”
“Tu hai tenuto rinchiuso
a pane ed acqua non solo me, ma anche una ragazza spaventata. E questo non ti
fa onore, soprattutto perché i patti erano altri”
“Saresti venuto anche qui a Sinnoh a rovinare tutto”
“Io non sto rovinando niente! Siete voi che state rovinando tutto!”
Ryan sorrise, sorpreso da quelle parole. Alla fine stavano facendo la stessa cosa, ma nessuno dei due si fidava dell’altro per lasciarlo continuare.
“Saresti venuto anche qui a Sinnoh a rovinare tutto”
“Io non sto rovinando niente! Siete voi che state rovinando tutto!”
Ryan sorrise, sorpreso da quelle parole. Alla fine stavano facendo la stessa cosa, ma nessuno dei due si fidava dell’altro per lasciarlo continuare.
“Hai...hai tu Mesprit,
vero?”
“Perché lo vuoi sapere?”
“Rispondimi!” urlò il ragazzo.
“Perché lo vuoi sapere?”
“Rispondimi!” urlò il ragazzo.
“Non alzare la voce con
me, perché altrimenti finisce male!”
“E che vorresti farmi?! Prendermi a pugni?! Di nuovo?!”
Gardenia era spaventata dal ragazzo con gli occhi rossi. Si chiedeva chi fosse e perché Zack fosse così arrabbiato con lui.
“E che vorresti farmi?! Prendermi a pugni?! Di nuovo?!”
Gardenia era spaventata dal ragazzo con gli occhi rossi. Si chiedeva chi fosse e perché Zack fosse così arrabbiato con lui.
“Probabilmente farò di
peggio se non mi dici dov’è Rachel!”
“Tsk...non hai capito nulla allora”
Zack friggeva. Tanto che prese ad urlare, lì, nel bel mezzo del nulla. Gardenia sobbalzò, mettendo mano alla cintura, capendo però che lì, i suoi delicatissimi Pokémon d’erba avrebbero avuto vita breve.
“Tsk...non hai capito nulla allora”
Zack friggeva. Tanto che prese ad urlare, lì, nel bel mezzo del nulla. Gardenia sobbalzò, mettendo mano alla cintura, capendo però che lì, i suoi delicatissimi Pokémon d’erba avrebbero avuto vita breve.
“Stai calmo. E dimmi se
hai tu Mesprit”
“Perché vuoi saperlo?!”
“Perché io ho Azelf, e l’Antro Verità è crollato”
Zack sorrise leggermente. “Colpa mia...”
Gardenia sobbalzò. “Hai fatto crollare la grotta nel Lago Verità?!”
“La lotta con Mesprit l’ha distrutta”
“Ma è un pezzo della storia di Sinnoh, quella grotta”
“Perché vuoi saperlo?!”
“Perché io ho Azelf, e l’Antro Verità è crollato”
Zack sorrise leggermente. “Colpa mia...”
Gardenia sobbalzò. “Hai fatto crollare la grotta nel Lago Verità?!”
“La lotta con Mesprit l’ha distrutta”
“Ma è un pezzo della storia di Sinnoh, quella grotta”
“Di Sinnoh non rimarrà
niente se non catturo Uxie ed Azelf”
“Azelf è mio” si intromise Ryan. Zack spalancò gli occhi, mentre un brivido, freddo naturalmente, gli attraversava per intero la spina dorsale, veloce come una macchina sull’autostrada.
“Azelf è mio” si intromise Ryan. Zack spalancò gli occhi, mentre un brivido, freddo naturalmente, gli attraversava per intero la spina dorsale, veloce come una macchina sull’autostrada.
“Dammi quell’Azelf!”
Ryan sorrise. “Non posso. Piuttosto saresti così cortese se tu posassi sulla neve la sfera di Mesprit e ti dileguassi”
Ryan sorrise. “Non posso. Piuttosto saresti così cortese se tu posassi sulla neve la sfera di Mesprit e ti dileguassi”
“Io devo salvare questo
mondo!”
“Anche io!”
“Non ti credo! Tu sei solo un perfido uomo controllato dagli interessi di qualcun altro! Tu sei pazzo!”
Ryan sorrise, ed un ghigno malefico si presentò sul suo volto.
“Non ti credo! Tu sei solo un perfido uomo controllato dagli interessi di qualcun altro! Tu sei pazzo!”
Ryan sorrise, ed un ghigno malefico si presentò sul suo volto.
“Io...io credo che
potremmo fare un patto”
“Patto?!”
“Patto?!”
Gardenia ascoltava
attentamente. Non aveva mai visto Zack così determinato.
“Già. Siccome io ho
quello che vuoi tu, e tu hai quello che voglio io, ed in ballo c’è il terzo
pezzo del puzzle, Uxie, potremmo sfidarci. Tre Pokémon a testa. Se vinco io tu
mi consegni Mesprit e non ti darò fastidio mentre catturi Uxie. Altrimenti io ti
darò Azelf e farò lo stesso mentre entrerai nell’Antro Arguzia. E ti darò
Rachel”
Alla parola Rachel, il cuore di Zack prese a battere a mille.
Alla parola Rachel, il cuore di Zack prese a battere a mille.
“Ci sto”
La neve rendeva la visibilità quasi nulla, e mentre Gardenia si appassiva infreddolita come un fiore d’inverno, pareva quasi perdesse i petali, Zack allargò per bene le gambe, per trovare stabilità su quel terreno bianco così poco stabile.
La neve rendeva la visibilità quasi nulla, e mentre Gardenia si appassiva infreddolita come un fiore d’inverno, pareva quasi perdesse i petali, Zack allargò per bene le gambe, per trovare stabilità su quel terreno bianco così poco stabile.
“Vai, Growlithe!”
“Bene!” Ryan sorrise.
Mano alle Pokéball, e via. “Vai Manectric! Cominciamo come abbiamo finito”
“Non mi sconfiggerai!”
Growlithe vide davanti a sé un altro canide, e ciò gli bastò a prendere la questione sul personale. Se c’era un maschio alfa del branco, quello era lui. E quel Manectric, così posato e fermo, lo infastidiva.
“Non mi sconfiggerai!”
Growlithe vide davanti a sé un altro canide, e ciò gli bastò a prendere la questione sul personale. Se c’era un maschio alfa del branco, quello era lui. E quel Manectric, così posato e fermo, lo infastidiva.
“Growlithe, cominciamo!
Usa Pirolancio!”
Growlithe abbaiò, e
quindi si abbassò sulle zampe. La rabbia di Zack era ben nota al cane, che
sentiva quanto fosse importante per lui sconfiggere quel Manectric.
“Manectric, usa
Doppioteam!”
L’elusione così salì, ma
tre copie del Pokémon elettrico svanirono a seguito dell’attacco di Growlithe.
“Ora, Manectric, usa
Attacco Rapido!”
Sei Manectric presero a
correre in direzione di Growlithe, che si vide accerchiato.
“Salta!”
Sembrava quasi che quelle
copie, così vere, stessero per attaccare tutte insieme. Sarebbe stato un danno
enorme per Growlithe, pensandoci, ma saltando il Pokémon di fuoco schivò
l’attacco. Le copie scomparvero, e Zack sorrise.
“Usa Ruotafuoco!”
Growlithe prese a
soffiare fiamme, che avvolsero il suo corpo, ed incominciò a rotolare in aria
su sé stesso. Poi si abbatte con forza su Manectric, che ancora doveva fermarsi
dopo l’Attacco Rapido sferrato.
Morale della favola,
Growlithe si abbattè sulla schiena del Pokémon elettrico.
Danni ingenti, danni
ingenti. Ma quello aveva ancora energia a sufficienza per combattere ancora.
“Manectric, riprenditi,
ed usa Tuono!”
Nevicava, era insolito
vedere dei fulmini e dei tuoni in una tempesta di neve.
Ma non impossibile.
Un Tuono bello forte
cadde veloce ed improvviso sul suolo, mancando Growlithe di parecchi metro.
“Ottimo! Growlithe,
approfittane per usare un Lanciafiamme!”
Le fiamme calde del
Pokémon si abbatterono pesanti sul corpo di Manectric, che stremato si butto
per terra.
“Si! Bravissimo
Growlithe!”
“Non è giornata, Manectric. Vai, Feraligatr!”
“Cazzo...”
“Non è giornata, Manectric. Vai, Feraligatr!”
“Cazzo...”
Ryan sorrise, e Gardenia
si stava rendendo conto di quanto quegli allenatori fossero di molto sopra
della sua portata.
Erano davvero forti, con
un’attitudine al combattimento che lei non aveva.
“Feraligatr, utilizziamo
un bell’attacco Surf, e vediamo come se la cava il nostro avversario” sorrise
quello.
Zack spalancò gli occhi.
Doveva analizzare velocemente tutto ciò che aveva attorno.
Doveva fare presto, ma
non trovava nulla. Growlithe non avrebbe potuto scampare il forte attacco di Feraligatr.
Quello infatti lasciò
partire un’enorme onda, metri e metri cubi d’acqua che andò a sciogliere la
neve, mostrando al di sotto dei loro piedi l’erba bruciata dal freddo e qualche
stelo di alcune margherite ingiallito dalla neve.
“No...no, Growlithe,
rientra, bravissimo”
Feraligatr prese a
ruggire. Non era per niente un cliente facile.
“Bene. Siamo uno pari”
“Già. Ora l’incontro
finale. Vai Lucario!”
Il Pokémon sciacallo si
presentò sul campo di battaglia. Nello sguardo una luce spenta. Qualcosa non
andava, ma Zack non se ne rese conto.
“Feraligatr, usiamo un
altro attacco Surf!”
Feraligatr alzò le mani
al cielo, lasciando cadere un’enorme onda, che si abbattè con forza sul suolo.
“Lucario! Individua!”
Lucario vide l’onda avvicinarsi, quindi fece un enorme salto. Fece una capriola in aria, sorpasso Feraligatr e si trovò alle sue spalle.
Lucario vide l’onda avvicinarsi, quindi fece un enorme salto. Fece una capriola in aria, sorpasso Feraligatr e si trovò alle sue spalle.
“Ottimo! Ora utilizza
Stramontante!”
Lucario balzò velocemente verso il suo avversario, e lo colpì con forza immane sotto al mento, con un pugno, tanto da farlo cadere per terra.
Lucario balzò velocemente verso il suo avversario, e lo colpì con forza immane sotto al mento, con un pugno, tanto da farlo cadere per terra.
Feraligatr si alzò,
ruggendo, e si gettò con forza su Lucario, senza che Ryan avesse detto nulla.
Era con ogni probabilità
un Pokémon molto iracondo.
“Feraligatr, usa
Troppoforte!”
Feraligatr concentrò la
forza negli arti, e prese a colpire massivo il suo avversario. Lucario parò un
primo colpo, ma il secondo si abbattè sul suo volto.
Lucario si bloccò, quel
colpo doveva averlo fatto parecchio male.
“Ancora! Usa
Troppoforte!”
“Lucario! Schivalo!”
Ma pareva che Lucario non ci fosse più. Un primo colpo lo prese ancora sul volto, facendolo cadere per terra, mentre il secondo gli diede il colpo di grazia.
“Lucario! Schivalo!”
Ma pareva che Lucario non ci fosse più. Un primo colpo lo prese ancora sul volto, facendolo cadere per terra, mentre il secondo gli diede il colpo di grazia.
Zack prese a lacrimare
non appena capì che aveva perso la sfida, ed intanto Feraligatr ruggiva, pareva
urlasse vittoria.
Ryan sorrideva. Aveva
vinto di nuovo contro quel ragazzo.
“Bene. Recket, consegnami
Mesprit”
Zack voleva davvero evitare. Ma un patto è un patto, e con riluttanza mise le mani nello zaino.
Zack voleva davvero evitare. Ma un patto è un patto, e con riluttanza mise le mani nello zaino.
“Zack, no! Che stai
facendo?!”
“Sono...sono stanco di questa cosa”
“Sono...sono stanco di questa cosa”
Cercò tra i vari effetti
l’unica cosa che non avesse spigoli, la trovò e la lanciò sulla neve. Dopodichè
prese per mano Gardenia e si incamminò verso un punto meno battuto dalla neve,
per poi sparire oltre le nuvole.
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