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Monte Argento: Gold vs Red - 3

Ciao a tutti! Scusate per il giorno di ritardo, ma il pc si è rotto ed ho dovuto trovare un modo alternativo per la pubblicazione, ma sia io che Laila siamo riusciti a fare del nostro meglio per oggi!
Ringrazio Litgin per la sua preziosissima funzione di beta.
Il terzo capitolo è qui. Il link per il download del manga di Laila pure (http://www.mediafire.com/download/rhnms1nhy4caryj/CAPITOLO+6+%29.rar).


So...stay ready and go =)







"Red..."
Il volto di Gold era contrito per il vento. La neve scendeva copiosa e scivolava sulla sue guance. Talvolta toccava la scia che le lacrime avevano preso sul suo volto, e si scioglievano velocemente, andando a finire sulla sua felpa, lasciando macchie rosso scuro come il sangue.
Sangue che per altro gli scorreva dalle mani. Raggiungeva la punta dell'indice e cadeva a piccole gocce, come se la sua mano stesse piangendo come lui.
Era stanco Gold, ma non lo sapeva. L'adrenalina che gli circolava in corpo era di una dose così massiccia che ormai non sentiva né il freddo né il dolore dei tagli alle mani.
Né la fame.
Il suo obiettivo era davanti a lui, che fissava qualche posto lontano, qualche regione che ancora non conosceva.
Red era davanti a lui. Red la leggenda era davanti a lui.
"Red. Girati"
Stavolta la voce di Gold pareva un sussurro, ma il colpo affondò.
Quello si mosse, ed il capo si abbassò. Quindi si girò lentamente.
Gli occhi di Red, di quel rosso acceso, e quelli di Gold, del colore dell'oro, si incontrarono a metà strada.
"Gold" fece lui. La voce era strana, cavernosa, profonda. Non parlava da tantissimo tempo probabilmente.
Sembrava stranissimo. Gold lo ricordava molto solare, come tipo. Una persona gioviale che rendeva ogni momento divertente e particolare.
Lo ricordava per il sorriso. E per quella strana ostinazione, quando si metteva una cosa in testa non riusciva a levarsela per nessuna ragione al mondo.
Se aveva un problema lo doveva risolvere.
Se voleva fare una cosa la doveva fare.
"Red. Che ci fai qui? Ti ho cercato ovunque"
"Mi hai trovato" rispose serio.
"Bene" fece Gold, "andiamo"
Red ebbe un accenno di sorriso, storpiandolo in un'espressione amara. "Non posso andare da nessuna parte"
Gold s'accigliò. "Avanti, che dici? Scendi e andiamo via"
"No, Gold, finiscila"
Quello si stoppò per un momento e capì su quale tasto dovesse andare a premere.
"Vorrei tanto. Ma non sono qui per me, né per nessun altro. Sono qui per Yellow. È totalmente distrutta da quando è successo quello che è successo. Ormai è troppo che la vedo soffrire e non ce la faccio più"
"La vedi spesso?"
"Praticamente ogni giorno. È diventata la mia migliore amica"
"Ti sei trasferito a Smeraldopoli quindi"
"No, Red. È lei ad esser venuta via da Kanto. Ora abita a Fiorpescopoli"
Red sembrò sorpreso. "Ha lasciato il Bosco Smeraldo?"
"Sì. Gli ricordava il passato. Puoi spiegarmi che succede?"
Red rimase interdetto. Qualcosa gli bruciò all'interno.
"No. Ora vai via"
Gold spalancò gli occhi. "Cosa?! Ma sei scemo?! Ho scalato una montagna enorme e combattuto contro mille difficoltà per raggiungerti! E non pensare che è perché ti voglia bene o mi faccia piacere quello che hai fatto, Red. Cioè, ti voglio bene, ma non ti vorrò mai più bene di quanto ne voglia a Yellow. È per questo che sono qui. Perché merita una risposta"
Occhirossiecappellino rimase interdetto.
"A quale domanda?"
"Lei non ha alcuna certezza di cosa sia successo. Cioè...lo immagina. Lei immagina che tu sia stato in intimità con Blue, che Dio la benedica...ma non lo sa. Non gliel'hai detto, e nemmeno lei. Sei scappato subito dopo"
"E non immagini il perché?"
Gold rimase in silenzio. E se chi taceva acconsentiva, stavolta avrebbe invertito la rotta."Gold, io sono sempre stato un buono. Una persona dal cuore puro e dall'animo gentile. Lo riconosco, spesso ho pensato brutte cose, come chiunque d'altronde, perché non sono più un bambino e non sono ingenuo. Riconosco le situazioni, riconosco i problemi. E so anche che ne ho causati. Immagino come possa sentirsi Yellow per quello che è successo, ma io non posso andare da lei a chiederle scusa o a spiegarle i motivi di questo mio eremitismo"
"Perché?!"
"Perché mi serve, Gold! Perché sono stato debole, ed io non posso!"
Gold s'accigliò di nuovo. "Spiegati meglio"
"Gold..." sospirò. "...io...io ero ubriaco quella sera. Non è una giustificazione, perché ricordo tutto benissimo, e ricordo altrettanto bene che la cosa che ho fatto era voluta. Sono stato debole ed infedele. Sapevo che tradire Yellow fosse sbagliato, ma l'ho voluto fare lo stesso, perché volevo stare con Blue in quel momento"
"Non hai pensato nemmeno a Green..."
"Già. I rimorsi mi stanno uccidendo. Non riuscirò mai a guardare in faccia quelle persone"
Gold esplose in una sonora risata. "Quelle persone! Quelle persone sono i tuoi amici! I nostri amici! Dai, finiscila e andiamo"
"No, Red, smettila"
"Andiamo! Yellow ha bisogno di te"
"Ed io non sono pronto per questa cosa"
"Già il fatto che tu abbia ammesso di avere un problema lascia ben sperare. Dai! Ti starò accanto! E poi..."
"E poi...?"
"E poi Yellow ti ama ancora"
Red sorrise. Riconobbe nella ragazza quella bontà e quell'ingenuità che aveva da bambina. Quell'ingenuità che lui amava. E quello sguardo.
Gold capì che stava vacillando. Doveva fare qualcosa.
"Avanti! Andiamo"
"Non posso"
"Facciamo una cosa!"
Gold prese forza e si mise a salire le scale che li dividevano. Red era su quello spiazzale molto ampio. Il punto più alto di Johto. Il freddo lì era ancora maggiore.
"Cosa vuoi adesso?" chiese l'altro.
"Ti sfido. Se vinci tu me ne andrò con la coda tra le gambe, ma se vinco io tornerai indietro con me. E parlerai prima con Yellow e poi con Green"
"Te ne andrai se vinco?"
"Te lo prometto"
Red annuì. "E sia. Ma solo se manterrai i tuoi patti"
"Io mantengo sempre i miei patti!" si alterò Gold.
"Perfetto! Allora lottiamo!"

Gold si era già allenato con Red. Conosceva la sua potenza, sapeva quanto fosse forte come allenatore.
Ma ora il dubbio che gli sorgeva era il seguente: ventiquattro ore di allenamento al giorno avranno modificato il suo modo di combattere?
“Naturalmente...” si rispose da solo.
“Allora?” chiese Red.
Gold deglutì qualcosa che era mista a saliva e polvere, con il dubbio di riuscire realmente a sconfiggere quell’avversario così forte.
Era l’allenatore più forte che conosceva. Pure empatia, quella che creava tra sé ed i suoi Pokémon. L’uno capiva automaticamente le sensazioni degli altri e viceversa.
Non era suo uso preoccuparsi. Credeva nei suoi mezzi, talvolta più del necessario. Quest’eccessiva sicurezza gli era stata impartita dal modo in cui era stato cresciuto.
Lui era il campione del mondo.
Lui era il più forte. Lui era Gold. E nessuno era come lui. Ma col tempo era cresciuto, ed aveva capito che era vero, nessuno era come lui. Tuttavia esistevano persone migliori e peggiori di lui.
Red era migliore.
In tutti i sensi, e vederlo così debole gli faceva uno strano effetto. Si stava come punendo per i suoi peccati.
“Basta...” disse alla sua mente. Basta giocare. Era il tempo di mettersi alla prova.
Si guardò attorno. Il campo di battaglia era ampio ed innevato. Ed il vento che soffiava era fortissimo. Ci voleva parecchia fermezza per non farsi spostare, ma Red sembrava non sentire l’aria ghiacciata che gli attraversava il corpo.
“Combattiamo! Sappi che ti batterò. E verrai a Johto a parlare con Yellow!"
"Non sai con chi hai a che fare. Allo sfidante la prima mossa"
"Perfetto! Vai Aibo!"
L'Ambipom di Gold scese in campo, con i pugni sulla coda stretti a pugno, pronto per combattere.
"Aibo ti è molto affezionato. Ti mostro anche io uno dei Pokémon a cui sono più affezionato. Vai Pika!"
Davanti Ambipom aveva il Pikachu di Red.
Gold sapeva che a dispetto delle dimensioni, quel Pikachu era dannatamente forte.
“Ok, Aibo! Veloce, vai con Turbosabbia!”
Un misto di terreno e neve volò verso il volto dell’avversario, diminuendo la sua precisione.
“Pika, usa immediatamente Tuono”
L’attacco Tuono, accompagnato da un fragoroso rimbombo nel cielo, si abbatté per terra, elettrizzando il campo pieno di neve.
“Bene. Ora ragioniamo” sorrise Red.
Gold digrignò i denti. Il campo ora aveva una carica elettrica negativa. Ciò significava che se avesse fatto qualche passo di troppo, Ambipom, ma anche Gold, sarebbe finito come una scimmia arrosto.
“Non c’è problema, attaccheremo da lontano! Aibo, usa l’attacco Comete!”
“Fermati Pika”
Gold spalancò gli occhi, sorpreso dalle parole dell’avversario.
L’attacco di Ambipom si abbatté su Pikachu, con lievi danni.
“Perché non l’hai fatto schivare?”
“Comete è un attacco infallibile. Inutile perdere tempo ed energia schivandolo. Pika ed io sappiamo che alcune mosse devono per forza andare a fondo. Ecco perché non abbiamo risposto. Ci siamo allenati sulla difesa, ed ora possiamo contrattaccare. Ondashock!”
Pikachu si caricò, quindi dal suo piccolo ed esile corpo partì un’onda d’energia gialla che si disperse velocemente.
“Schivala, Aibo!”
Ma a nulla valsero le corse ed i salti del primate, colpito in pieno dalla scossa.
“Anche questa mossa non può essere elusa. Ambipom doveva stare fermo e pensare a diminuire quanto più è possibile l’attacco”
“Cazzo, Aibo!”
Quello si rimise in piedi a fatica, ma Gold capì l’antifona. Senza potersi avvicinare, Aibo non poteva usare le sue mosse più forti.
“Uff...” fece, quindi si abbassò e si levò le scarpe. Rimase con i piedi scalzi, che successivamente affondò nella neve. “Aibo, metti queste ai piedi. So che sono scomode e che ti danno fastidio, ma la suola di gomma ti permetterà di isolarti dal campo di battaglia elettrico”
E fu così che un Ambipom con le scarpe combatteva contro un topo malefico dalle guance paffute ed elettriche.
“Ingegnoso” fece Red, sorridendo quando vide la strategia dell’avversario. Ma non servirà”
“Vedremo. Ora, Aibo, corri verso di lui ed usa l’attacco Doppiosmash!”
Ambipom si scagliò verso Pikachu con rabbia, e con la coda dotata di doppia mano prese a schiaffeggiare l’avversario.  Il primo smash, col destro andò a segno, mentre al secondo successe qualcosa di strano.
"Ora!" urlò Red, e Gold si accorse del ghigno di Pika sul suo volto.
Evitò il secondo smash, abbassandosi, quindi lo colpì, voltandosi e urtando violentemente la coda contro il suo viso, usando Schianto, facendo indietreggiare Ambipom."Ottimo, Pika. Bravo"
"Nah! Aibo! Va bene così, dai, bravissimo! Ora usa Congiura!"
“Una mossa che serve a potenziare l’attacco speciale. Ottimo, voglio imitare la tua iniziativa. Pika, usa Tuono. Proprio come quando ci siamo esercitati la settimana scorsa”
No, sinceramente Gold non era interessato al loro metodo di allenamento.
Ma non appena dai nuvoloni gravidi di candidi fiocchi si abbatté un veemente attacco tuono proprio su di Pika, Gold cominciò a porsi degli interrogativi.
Pikachu sembrava poco risentito da quella mossa.
“Ottimo, Pika”
“Vorresti spiegarmi?”
“Sì, amico. Il mio Pika ha l’abilità Parafulmine. In questo modo, gli attacchi tuono che lo colpiscono aumentano il suo attacco speciale”
“Quindi ora il suo attacco speciale è più alto”
“Proprio come quello di Ambipom”
"Esattamente"
“Dannazione, Aibo, dobbiamo chiuderla! Usa Sfuriate!”
“La penso proprio come te. Fulmine, Pika!”
 Nonostante la velocità di Aibo fosse elevata, quella dell’attacco di Pikachu era pari ad un terzo di quella della luce. Quindi Aibo fu praticamente fulminato dall’attacco, e nonostante le scarpe di gomma, la tensione associata della saetta creò danni ingenti.
Che portarono alla prima vittoria dell’incontro.
“Cominciamo bene...” sorrise Red, con un ghigno bonario.
“Dannazione! Bravo, Aibo. Ma rendiamo la cosa un po’ più complicata all’amico Red. Vai Sudobo!” fece quello, tutto galvanizzato dall’adrenalina che si trovava in corpo. Corse a rimettersi le scarpe, quindi prese la sfera del Pokémon che aveva scelto.
Il Sudowoodo di Gold scese in campo. La situazione climatica non gli giovò molto, anzi. Il fattore campo era importante, ma avvantaggiava Red.
"Andiamo velocemente con un attacco Terremoto!" urlò.
“No!” urlò Red, ma la reattività del Pokémon roccia fu istantanea, e fece tremare la cima del Monte Argento.
"Cazzo, Gold!" urlò ancora l’avversario, impaurito, mentre cercava di mantenersi in equilibrio, durante quel momento strano in cui la terra sotto i suoi piedi tremava.
Pika fu colpito violentemente, ma l'attenzione dei due era focalizzata sui pezzi di roccia che franavano ai lati della cima, e rotolavano a valle.
"Che succede?!"
"Se fai tremare tutto moriamo!"
Intanto però a Sudobo bastò un solo colpo per mettere fuori combattimento Pikachu.
Red lo fece rientrare nella sfera e mise in campo Poliwrath.
"Vai, Poli! Occupiamoci di lui, e facciamo finta che questo scontro non sia mai accaduto! Usa l'attacco Idropompa!"
Un getto d'acqua enorme fuoriuscì dalla spirale che il Pokémon aveva nel petto, ma Sudowoodo lo evitò velocemente.
"Vai su di lui, usa Mazzuolegno!"
Sudobo cominciò a colpire con le fronde che si ritrovava al posto delle braccia Poliwrath, a ripetizione. Una volta andò a segno, ma poi Poli cominciò a pararsi.
"Megapugno!"
“No!”
Sarebbe stato superefficace, e Gold lo sapeva. Ma Sudobo lo schivò, spingendosi di lato.
“Bravo, ora vai con Schianto!”
Sudowoodo si gettò con forza su Poliwrath, che inciampò e cadde.
“Poli, vai con Ipnosi!”
“Sudobo, non guardare!”
Ma fu troppo tardi. La spirale al centro del petto di Poliwrath cominciò a girare in modo armonioso e lento, tanto che lo sguardo di Sudowoodo, anche se incentivato dalle parole di Gold, non riuscì a staccare lo sguardo dal target.“Ottimo Poli. Avvicinati lentamente a lui, quindi utilizza Sottomissione!”
Gold vide la determinazione sul volto di Red, quindi digrignò i denti.
“Sudobo!”
Ma niente. Poliwrath sollevò leggermente in aria il suo avversario, per poi buttarlo per terra e salirci sopra a cavalcioni, sottomettendolo appunto.
“Vai ora con Dinamipugno!” fece infine Red, e così Poli colpì forte l’avversario che, stremato, si ritrovò dopo poco nella sua sfera.
“Bravissimo Sudobo. Ora riposa” fece Gold.
Ripose la sfera di Sudowoodo, quindi ne prese un’altra.
“Dannazione, Sunbo, vai!”
“Oh. Interessante” sorrise Red.
Nemmeno Sunflora sembrò molto a suo agio sulla cima innevata.
"Dobbiamo riuscire a distruggere quel Poliwrath, Sunbo! Vai con Foglielama!"
Quello lanciò dalle braccia a forma di foglia tantissimi proiettili simili, taglienti e veloci. Molti di quelli si andarono a conficcare nel corpo di Poliwrath, creando ingenti danni.
"Poli, usa Pallagelo!"
Quello si riprese dall'attacco, quindi alzò le mani al cielo, formando una grossa palla di ghiaccio. Dopodichè la gettò addosso all’avversario, ma senza successo.
“Bene Sunbo! Ancora Foglielama!”
“No! Poli!”
Le foglie volarono ancora veloci, come shuriken, e colpirono nuovamente il bersaglio.
“Ottimo Sunbo!”
“Dannazione, Poli, usiamo Ritorno!”
Gold capì che forse qualcosa poteva andare storto, anche se Sunflora era avvantaggiato nella combinazione tra tipi. Perché chiedere ad un Pokémon come Poliwrath di usare Ritorno era davvero distruttivo. Quella mossa si basava sulla felicità del Pokémon, sulla qualità del loro rapporto, sulla fiducia instaurata tra i due.
E Red aveva lavorato molto su quel piano. Ecco perché, quasi con orgoglio, Poli si alzò da terra, gettandosi a capofitto su Sunbo, colpendolo con veemenza.
“Dobbiamo reagire, Sunbo! Vai con Giornodisole!”
“Eh?!”
Sunflora allargò le foglie  e la sua corona di petali si illuminò. Quindi dalle dense nuvole nere, un fascio di luce prese ad illuminare la vetta del Monte Corona.
Sunflora ne risentì positivamente, tanto che Gold ne approfittò.
“Bene, se sei senza parole, Red, vuol dire che questo attacco Foglielama è tutto per te!”
“No, Poli! Usa Geloraggio!”
Le foglie acuminate si congelarono al contatto. Ma Poliwrath era stanchissimo.
“Dannazione! Solarraggio!”
“Cazzo, no! Veloce, usa Resistenza!”
Poliwrath si chiuse a riccio su se stesso, quindi e nonostante l’attacco fortissimo lo costrinse ad urlare dal dolore, un pizzico di vitalità se l’era conservata.
“Ottimo! Vai con la combo che abbiamo tanto studiato! Rimonta!”
Poliwrath si alzò, lamentandosi, quindi corse dall’avversario, per colpirlo ripetutamente. All’improvviso Sunflora si sentì debolissimo.
“ Ora usa con Geloraggio!”
Di nuovo il raggio congelante, ma stavolta colse in pieno l’avversario.
E fu così che Sunflora si ritrovò per terra, esanime, mentre uno stanchissimo Poliwrath respirava a pieni polmoni.
"Ottimo Poli!" sorrise Red. Gold, nel buio della depressione di quell'attimo, rivisse per un momento un secondo di parziale dejà vu. Il sorriso di Red, era lo stesso di qualche anno prima.
"Sta diventando tutto più semplice, vero Red?"
"Cosa?"
"Mi sembra che tu sia differente..."
"Da cosa?"
"Da chi semmai. E comunque sembri differente dalla persona che ho incontrato appena sono arrivato qui, sulla cima della montagna"
"Non dire assurdità. Fai la tua mossa"
"Bene. Vai Togebo!"Il Togekiss di Gold scese in campo. La neve si era calmata, quindi avrebbe potuto volare senza enormi difficoltà climatiche, se non fosse stato per il vento.
"Poli! Vai con Geloraggio!"
Lo stanchissimo Poliwrath si rimise in piedi e cercò di mirare il bersaglio, ma quello volava in modo casuale, rendendo l'attacco difficoltoso.
"Dobbiamo farlo subito fuori, Togebo! Usa Aeroattacco!"
"Attaccalo!" urlò invece Red al suo Pokémon. "A ripetizione, forza!"
Vari attacchi Geloraggio furono sparati in aria, ma la velocità di Togekiss gli permisero di fare slalom tra quelle colonne d'energia criogenica, che si persero tra le nuvole, che parevano pochi metri sopra le loro teste.
Togekiss si fiondò sull'avversario e, come un rapace afferra la sua preda, attaccò Poliwrath con un colpo di incredibile potenza.
Proprio quando Poliwrath, che era già K.O. prima ancora di atterrare sul campo di battaglia, sbatté contro la pietra dura sotto i piedi dei due allenatori, un fiocco di neve tornò a baciare la pelle dei due allenatori.
Gold si ritrovò uno di quei cristalli freddi sulla punta delle labbra. Con la lingua la ghermì, fino a farla sua.
"Nevica di nuovo..." fece lui.
"Gli attacchi Geloraggio hanno raffreddato quello che il sole di Sunbo aveva riscaldato"
"Già. Fa' la tua mossa!"
"Con piacere! Vai Aero!"
E così un enorme Aerodactyl si trovò a sbattere le ali davanti al suo avversario, un Togekiss.
I due si fissavano con cattiveria e quasi si vedevano le scintille
"Forzasfera!" urlò Gold.
Togekiss produsse una sfera d'energia e la lanciò velocemente contro Aerodactyl.
"Via di lì, Aero! Usa Alacciaio!"
Aerodactyl scansò a destra l'attacco, quindi accelerò, sfiorando un violento colpo con l'ala destra, che parve della stessa consistenza dell'acciaio.
"Schiva! E poi Alacciaio!"
Togekiss vide l'ala di Aerodactyl passargli proprio a pochi centimetri dal volto, quindi alzò con forza la sua, colpendo l'avversario sotto al mento e facendogli perdere l'equilibrio. Quello ricadde esanime, solo per un momento, verso il campo di battaglia, ma poi si riprese, allargò le ali e planò delicatamente, per poi tornare di nuovo ad alta quota.
"Aero, mettiamo un po' in difficoltà il nostro avversario! Vai con Forzantica!"
"Attento Togebo!"
Gli occhi di Aerodactyl si illuminarono d'azzurro, quindi dalla cima della montagna si alzarono una quantità abnorme di pietre e massi, che velocemente si proiettarono su Togekiss.
"Santo cielo, Togekiss, usa Schermoluce!"
Una barriera di luce magica funse da protezione, diminuendo il danno. Ma non cancellandolo. Difatti Togekiss fu colpito dai massi più grossi, non senza problemi. Tuttavia strinse i denti, mantenendo l'altitudine.
"Ottimo Togebo!"
"Aero, vai con Riduttore!"
"Matiamo questo toro, Togebo! Schivalo!"
Aerodactyl salì una decina di metri più in alto di Togekiss. "Giù!" sentenziò Red e giù fu, quindi quello attaccò.
"Sentito, no, Togebo?! Giù anche tu!"
Red sorrise.
E così cominciò quello strano inseguimento in aria, dove uno volava verso l'avversario e l'altro verso il campo di battaglia.
Ma Aerodactyl era più pesante, e quindi si avvicinava con maggiore velocità lui rispetto a quanto Togekiss diminuiva la propria distanza dal terreno.
Ad un paio di metri dal pavimento Togekiss si voltò, vedendo Aerodactyl spingersi verso di lui come un proiettile."Schiva!"
Red continuò a sorridere, e quando vide che Togekiss evitò l'attacco, spedendo l'avversario a schiantarsi, il suo ghigno non accennò a diminuire.
Si era alzato un polverone enorme. E sotto sotto Gold covava già il desiderio di vedere Aerodactyl esanime.
"Ottimo Togebo!"
"Non cantar vittoria troppo presto, Sguardo dorato"
Gold spalancò gli occhi e poi acuì l'udito. Aerodactyl spalancò le ali, urlando rabbioso.
"Raffica!" fece Red
Aerodactyl attaccò con foga, sbattendo le ali e mandando su Togekiss tutta la polvere che si era ritrovato ad alzare.
Gold si accorse dell'enorme buco che Aero aveva lasciato dopo il suo impatto. Stavano lentamente distruggendo il Monte Argento, e non sapeva se esserne fiero o meno.
"Togebo! Usa Raffica anche tu!"
Quello si parava il volto con le ali, girato di spalle, mentre piccoli frammenti di roccia e terra lo investivano. Si girò e lanciò anche lui un attacco Raffica verso l'avversario. Una parete di detriti si era posta tra lo spostamento d'aria di Togebo e quello di Aero.
"Più forte, Aero!"
"Anche tu, Togebo!"
I due si impegnavano, per non essere investiti.
"Vai!" urlava Gold, ma vedeva che Togebo non era al pieno delle forze. Non sapeva se ce l'avrebbe fatta.
"Cazzo, Aero! Più forte! Non lasciare che ci investano!"
Aerodactyl urlò, gli dolevano le ali, ma si rese conto del fatto che Red si fosse spostato alle sue spalle, mentre Gold aveva una visuale laterale di ciò che accadeva.
Forse fu quello il fatto determinante di tutto. Aerodactyl non proteggeva più solo se stesso, no. Lui sarebbe rientrato nella sfera, finché l'amorevole infermiera di turno l'avrebbe curato e rimesso a nuovo. No. Sarebbe stato colpito anche Red.
Ed avrebbe potuto subire un colpo talmente grave che non sarebbe riuscito ad andare giù da quel monte, a curarsi. Sarebbe rimasto lì, a morire di fame e di freddo.
Lacrime e rabbia, negli occhi di Aero, le ali sbatterono così forte da sembrare invisibili agli occhi dei due allenatori.
Il muro di detriti era spinto sempre di più, fino a che Togekiss non se lo vide cadere addosso.
"Spostati da lì!" urlò Gold, con un braccio davanti al volto, per evitare di respirare polvere e di essere colpito da qualche sasso.
Togekiss si voltò velocemente, ma come un'onda che si abbatteva sul bagnasciuga, così quell'ammasso di detriti si schiantò contro di lui, colpendolo ripetutamente.
E facendolo finire senza forze proprio davanti al suo allenatore.
"Togebo..." fece dispiaciuto Gold.
"Sei grande Aero!"
Era lì la forza di Red, e Gold lo capì. Il sapersi mettere in gioco.
"Bravo, Togebo. Hai fatto il massimo. Vai Polibo". La voce di Gold era più fredda adesso. Forse perché aveva capito di non aver raggiunto la tanto agognata maturità come allenatore. Sì, era bravo, aveva superato diverse difficoltà, ma non era ancora al top. Ed il suo mettersi sempre in competizione gli imponeva di non avere nessuno sopra la sua testa.
Politoed scese in campo. La neve diventò sempre più calda, fino a quando diventò vera e propria pioggia.
"Piovischio è l'abilitò di Polibo. Con lui in campo pioverà sempre"
"Non è di certo l'ideale per Aero. Ma dobbiamo dare tutto per quest'incontro"
"Noi faremo altrettanto. E non te la faremo passare liscia. Polibo, avvicinati a lui ed usa Rimbalzo!"
Politoed si caricò, come una molla, piegandosi sulle zampe posteriori, quindi fece un enorme balzo, fino ad arrivare alla sua altitudine.
"Aero, è lì, non mancarlo! Usa l'attacco Fulmindenti!" Quello spalancò le fauci, che all'improvviso si elettrizzarono.
"Vai ora!"
"Polibo, su di lui!"
Red aprì la bocca involontariamente. Ci piovve dentro.
Sì, perché non si aspettava minimamente che Politoed evitasse l'attacco di Aero, per salire sulla sua schiena.
"Ottimo Polibo! Usa Idropompa!"
"Aero! No! Disarcionalo!"
Ma a poco serviva, perché le zampe di Poli erano dotate di particolari ventose, che gli permettevano di rimanere aggrappato ad una vasta gamma di superfici. E fu così che un'enorme quantità d'acqua colpì dietro la testa Aerodactyl, che lentamente perse quota, fino a schiantarsi per terra.
Di nuovo.
Polibo ne uscì vincitore, mentre un'altra parte della vetta crollò.
"Vai così!" si rianimò Gold.
"Non finisce mica così! Ho ancora tre Pokémon! Vai Vee!"
E Vee era un Espeon.
La storia di quell'Espeon era particolare, quasi toccante.
Quando era un Eevee, il Pokémon ebbe la sventura di essere catturato dal Team Rocket e sfruttato come cavia. Infatti quelli studiavano il motivo per cui il suo dna poteva mutare, in determinate condizioni, e farlo evolvere in più tipi di Pokémon.
Per i Pokémon, il processo di evoluzione non è reversibile. Se un Pokémon si evolve, non potrà tornare ad essere quello di prima. Cosa un po' impietosa, se si pensa all'integrità soggettiva del Pokémon, anche se ne guadagna in potenza ed in capacità di crescita esponenziale.
Quell'Eevee, invece, catturato da Red sotto consiglio di Erika, Capopalestra di Azzurropoli, era stato vittima di una mutazione. In questo modo il suo dna gli consentiva di evolversi e deevolversi a piacimento.
La cosa costò un trauma al povero Vee, che alla fine riuscì a vendicarsi del Team Rocket sconfiggendolo più volte. Ma col tempo la scottatura passò, ed il bene e la felicità per essere parte di qualcosa, per essere voluto bene da qualcuno, lo portò ad evolversi in un Espeon.
E quell'Espeon era a dir poco distruttivo.
"Vee! Vai con Psichico!"
Quello era in campo in una posa particolarmente elegante. Seduto sulle zampe posteriori, il collo allungato, le orecchie attente.
I suoi occhi si illuminarono d'azzurro. D'azzurro diventò anche l'aria attorno a Politoed. D'improvviso si sentì come spremere.
Le sue urla erano forti, ma Gold gli urlava di resistere.
"Esci da quelle barriere! Non farti limitare! Tu sei forte! Tu sei migliore!"
Politoed aprì un occhio, capendo che doveva tenere sotto controllo il suo corpo.
"Granvoce!"
"Dannazione!" urlò Red, tappandosi le orecchie. Dal Pokémon si espansero onde sonore fortissime, che costrinsero Espeon a distrarsi e a lasciarlo andare dalla morsa mentale che lo stava spremendo.
"Ottimo! Vai ora con Doppiasberla!"
Polibo saltò con un balzo enorme verso l'avversario, quindi lo sorprese prima con un destro e poi con un sinistro. Espeon rotolò verso sinistra.
"Morso!" urlò Red.
Quello spalancò le fauci, azzannando il braccio del Pokémon rana. Polited accusò il colpo.
"Polibo! No!"
"Ottimo, Vee, stringi!"
"Vai con Idropompa!"
L'attacco di tipo acqua sorprese Espeon, che mollò la presa. I danni subiti furono ingenti e portarono il Pokémon Psico a ruzzolare assai metri indietro.
"Vee! Usa Attacco Rapido!"
Gold sorrise. "Polibo, usa immediatamente Cascata!"
"No, Vee, fermo!"E così, mentre il Pokémon Sole cercava di attaccare l'avversario, una quantità enorme d'acqua si abbattè su di lui.
"No! Vee! Dannazione, vai Snor!"
"Cazzo..." sospirò Gold. Lo Snorlax di Red era davvero un osso duro. Già così, generalmente, uno Snorlax non è un Pokémon semplice da sconfiggere. Ma i dopatissimi Pokémon di Red non erano bestiacce normali.
No, erano belve iperallenate, pronte ad ogni evenienza. Ed il fatto che alcuni di loro fossero stati sconfitti era solo perché l'esperienza dell'allenatore che avevano di fronte non era poca.
"Snor, vai con Gigaimpatto!"
"Porca puttana! Polibo!"
Snor, agile come non mai, si piegò sulle zampe per poi fare un enorme balzo. Sarebbe atterrato proprio su Polibo.
Gold sapeva che doveva trovare un modo per scampare a quella mossa, ma Snor era così esteso che non avrebbe fatto in tempo a spostarsi da lì.
"No. Basta così, Polibo"
Gold prese la sfera e fece rientrare il suo Politoed. Snorlax si schiantò sulla cima, facendo franare una grossa parte del campo di battaglia.
La terra tremò di nuovo.
"Dannazione, Red!"
Quello sorrise. "C'era da aspettarselo...come mai non hai respinto l'attacco?"
"Perché Polibo non ne era in grado. Ed era inutile vederlo soffrire. Non sono una sadico"
"Ah no?"
"No. O forse sì, per te. Il meglio l'ho lasciato alla fine. Vai Exbo!"
Typhlosion scese in campo, sulle quattro zampe.
"Andiamo!" urlò energicamente Gold, e così Typhlosion ruggì, ed accese la fiamma che c'era su di lui.
"Ottimo" sorrise Red.



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