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Capitolo Sedicesimo - 16

Ciao a tutti ragazzi! Oggi carrellata di novità!
Innanzitutto, seguite la pagina Facebook Pokémon Adventures ITA e mettete un mi piace! Un vero fan Pokémon non può non leggere il manga Pokémon Special!
Inoltre un vero fan di Pokémon Courage non può non leggere il manga di Laila, che troverete a questo indirizzo! Mi raccomando!
Se poi volete bene proprio a me, l'autore, Andy Black, potete passare o su EFP per lasciare una recensione, oppure sul blog dei Soulwriters per leggere il nuovo pezzo di Frammenti, scritto da me!
Potete trovarlo anche sotto questa pubblicazione.
Di rimando, chi vuole fangirlare annuncio che sabato uscirà la prima Frantic Shipping per la serie Shipshot.
E poi non so che altro dire, se non che il mese scorso avete sfiorato le 1600 visualizzazioni, rendendomi altamente fiero!
Fuori oggi il nuovo capitolo di Hoenn's Crysis, mentre avverto che potrebbe esserci un ritardo nella pubblicazione del prossimo capitolo dovuto ad impegni impellenti di lavoro.
Siete pronti?

Andiamo...





Gli sconosciuti venuti dalla tempesta pt.2
 


"Team Idro, vero?"
"Hai indovinato"
"Ho vinto un bacino?" sorrise sornione Gold.
"Certo. Sulla bua che sto per farti"
Dalle mani delicate e sottili di Christine pendeva una catena bella pesante. Anelli di acciaio si abbracciavano tra di loro. La ragazza cominciò a farla roteare davanti a lei.
"Hey, calmina, bionda. Perchè siete tutti fissati con il sangue e con il fare fuori le persone?!"
"Perchè gli umani vivono a discapito del mare. Lo inquinano, lo utilizzano come divertimento, come strada, ammazzano i suoi abitanti e l'intero ecosistema. Il mare vive, proprio come me"
"E me"
"Non per molto ancora"
"Davvero hai intenzione di uccidere un ragazzo con degli occhi così belli?"
"Direi di sì"
"... Umpf. Devo sgomberare l'aria. Andiamo con l'ennesima lotta Pokémon. Se vincerò tu ed i tuoi scagnozzi vestiti come pillole del viagra con la maglia del Celtic di Glasgow sparirete da questo museo. Altrimenti... Altrimenti... Altrimenti che vuoi da me?!"
La catena continuava a roteare, e intanto le note di Next Time continuavano a fuoriuscire deboli dalle cuffie che aveva al collo.
"Io ti ammazzerò. Ma prima ti legherò e ti torturerò. Ti strapperò tutte le dita con le tenaglie, e poi te le farò mangiare" sorrise.
"Ma voi siete matti, ma veramente, oh! Ma che cartoni animati guardavate da bambini?! Quel tizio fuori mi stava per frantumare le ossa, tu vuoi farmi mangiare le dita. Voi avete un problema serio!"
Christine sorrise. "Probabile!" urlò poi, lanciando la catena verso l'avversario.
"No" rispose Gold, a bassa voce.
D'improvviso uscì Exbo. Le fiamme sul suo corpo erano caldissime. "Extrasenso!"
Gli occhi di Exbo diventarono totalmente bianchi, opachi, ed una patina dello stesso colore prese a rivestire il contorno del suo corpo. La catena volava velocemente verso di lui, ma all'improvviso si stoppò. Anch'essa fu rivestita da quella patina bianca, prima di ritrovarsi adagiata per terra. Christine fissava con lo sguardo vispo e crucciato l'avversario, mentre Gold ghignava, fissandola negli occhi.
"Avanti, puttanella"
"Adesso ti spacco la testa. Ma combattiamo se è questo che vuoi! Vai Banette!"
"E questa bambolina sarebbe un Pokémon?! Qui ad Hoenn siete matti..."
"Divertiti con noi, allora. Fuocofatuo!"
"Stai davvero provando a scottare un Pokémon che può raggiungere le temperature di un'eruzione vulcanica, cara? Allora è proprio vero quello che si dice sulle bionde..."
Una fiamma lenta, di un blu vivo, come se fosse quella del gas dei fornelli, cercò di raggiungere Typhlosion. D'improvviso accelerò.
"Scansati, dai!" urlò quello. Il Pokémon eseguì, ma la fiamma non si estinse e colpì Gold alla spalla.
"Porca puttana!" urlò.
"Bionde stupide, eh?" sorrise l'altra, incrociando le braccia.
"Di sicuro tu sei un po' troia"
"Finiscila con queste parole. Banette, usa Maledizione"
Gold vide Banette aprire le braccia. Uno spillone da balia entrò nel suo petto. La scena aveva dell'assurdo. Sembrava quasi godere, Banette, di quello che stava accadendo, gli occhi erano spiritati, di quel fucsia che andava scemando nel bianco fino ad incontrare le iridi nere e spente.
Poi il bruciore alla spalla aumentò, fino a che non strappò al ragazzo un urlo.
"Dannazione!" strinse i denti Gold. "Usa subito Ombrartigli!"
Exbo era pieno di energie, e si avventò forte sul suo avversario. La sua mano emanava strane scie viola e nere, come se avesse messo delle palline d'inchiostro nell'acqua. Le unghie ben aguzze misero a segno un colpo dalla violenza inaudita. Il corpo di Banette si dissolse nel mentre, ma l'urlo che sentirono ed il danno subito erano reali.
Banette si disciolse e poi sparì, rientrando nella sfera.
"Perfetto, occhiodorato, hai vinto..."
E poi un dolore inaudito al petto si aggiunse a quello alla spalla.
"Che... che cosa hai..."
Non riusciva più a stare in piedi, e fu costretto ad inginocchiarsi con la gamba destra, mentre la mano sinistra si puntellava per terra. Dalla bocca fuoriusciva un rivolo di sangue.
Christine si avvicinò lentamente, quindi si accovacciò accanto a lui.
"Noi bionde saremo anche stupide... Ma tu, caro mio..." si rialzò, quindi gli diede un calcio in pieno petto, con quegli stivaloni. "Tu sei maledetto..."
 Gold ricadde steso sulla schiena, mentre il dolore alla spalla si alternava a quello al petto. Christine si avvicinò di nuovo, mettendosi a cavalcioni su di lui. Si abbassò e gli baciò il petto, all'altezza del cuore. "È qui la bua?"
Infine tossì, sputando ancora sangue, prima che i suoi occhi si chiudessero.

Marina stringeva i denti, mentre vedeva la furia di Xander abbattersi nuovamente contro la barriera alzata da Kecleon. Il Pokémon si trovava in seria difficoltà, non riusciva più a mantenere la concentrazione per  tenere alzato quel muro d'energia.
Il Ranger lo aveva capito, e si guardava attorno. Non c'erano altri Pokémon da poter sottoporre alla cattura con Styler, era difficile che qualche esemplare si avvicinasse ai centri abitati.
Analizzò la situazione. Aveva solo Staraptor con sé, ma quel tipo aveva una mazza ferrata. Si voltò indietro, aspettando quel testone di Gold, sperando apparisse portando qualche buona notizia, ma niente.
Si voltò ancora verso Xander. La furia omicida nei suoi occhi era vivida e ricca. Sicuramente avrebbe provato ad ammazzare anche lei, con quella mazza.
Avrebbe potuto volare via con Staraptor, ma in questo modo avrebbe lasciato Gold da solo, e per quanto avesse provato piacere fisico e mentale nel vedere il folle del Team Idro mentre gli fracassava cranio e rotule, non lo avrebbe lasciato lì, non era nella sua natura.
Poi il fattaccio. Un buco, in basso a sinistra. Nella barriera di Kecleon.
"Sta per finire..." sussurrò lei. Si voltò ancora, e vide uscire dalla porta del grande edificio una ragazza, con una decina di scagnozzi.
Xander si fermò per un momento, e la osservò. "Christine!" urlò.
Quella si avvicinò minacciosa, facendo roteare la catena d'acciaio tra le mani.
"Oh, mamma..." Marina cominciò a sentirsi persa.
Xander riprese parola. "Hai trovato per caso un ragazzo con gli occhi dorati?"
"Sì. È svenuto, per terra, nella galleria"
"No! Gold!" urlò Marina, prendendo a correre verso di lui. Xander sospirò e diede un'ultima botta alla Barriera, che poi scomparve. Marina ebbe il buon senso di accorgersene e premere il tasto di rilascio dello Styler. Kecleon scomparve, ma lei non ci pensò, cercando di attraversare quel mare di avversari.
Christine lanciò la catena alle caviglie della ragazza, facendo presa, quindi tirò, facendola cadere.
Xander si avvicinò, battendo la mazza sul palmo, quindi sorrise. Vide gli occhi di Marina riempirsi di lacrime.
"Finalmente sei mia"
"Per-perchè? Dimmi solo perchè..." fece la ragazza, mentre una traccia di trucco sciolto si allungava sul suo viso seguendo la fuga di una lacrima cocente.
"Perchè Hoenn deve capire. E voi siete testimoni."
"Di che?"
"Testimoni della grandezza. Il nostro progetto non si limita a distruggere una città portuale, no. Noi aspettiamo che si manifesti in tutta la sua forza"
"Chi?"
"Il mare"
E poi dal nulla apparve un uomo, alle loro spalle. Indossava una camicia color verde acqua e dei pantaloni viola. Un grosso mantello bianco svolazzava sollecitato dal vento. Gli occhi dei cattivi si spalancarono d'improvviso, stupiti ed impauriti.
Quell'uomo lo conoscevano.
Quell'uomo era il Campione della Lega.
Quello era Adriano.
"Siete un po' troppi per prendervela solo con quella ragazza" sorrise.
Tutti si voltarono immediatamente e Xander sorrise. "Tsk. Adriano, il Campione della Lega Pokémon. C'era da aspettarselo"
Quello si avvicinò minaccioso.
"Forza Milotic. Ed anche tu, Gyarados" I due Pokémon si presentarono in campo. Il Pokémon Atroce ruggì iracondo.
"Quindi il Team Idro è di nuovo sulle scene. Questo vuol dire che..."
"Sai bene cosa vuol dire..."

Bluruvia, mezz'ora più tardi.
Gail era seduta alla sua scrivania. Il cielo si rivoltava, le nuvole grigie si rimestavano, dando vita ad un miscuglio bianco e nero, arrabbiato, pregno d'ira.
La pioggia batteva radente lungo tutta la superficie dell'isola, mentre il mare s'agitava inquieto.
S'alzò, la donna. Adorava vedere il mare agitato. Era una cosa che la rendeva affascinata e quieta allo stesso tempo.
Doveva finire i piani trimestrali, lo sapeva, ma un po' di pausa non aveva mai ucciso nessunno. Con la sua tazza tra le mani, con su scritto "Baddest Bitch Ever" osservava la vita di Bluruvia andare avanti monotona.
Non c'era nessuno per le strade. Già, la pioggia.
O quell'onda enorme che si stava per abbattere su Bluruvia.
"Oh... Dannazione...". La tazza le cadde dalle mani, sporcando di caffè la moquette blu. Ma non sarebbe importato a nessuno, tanto più nessuno l'aveva vista. L'ottanta per cento delle persone presenti in quel palazzo guardavano alla finestra mentre il mare si alzava in posizione eretta, pronto ad abbracciare l'isola di Bluruvia.
La furia distruttiva della natura si abbatteva sulla città, a pochi metri dal palazzo.
Gli ingegneri erano sicuri: nulla avrebbe potuto abbattere quella struttura. Era stata costruita nel migliore dei modi, utilizzando i materiali migliori presenti sul mercato, coadiuvati dalla migliore tecnologia messa a disposizione dalle società più competenti.
Forse fu questo a lasciare Gail più tranquilla del normale, nonostante fosse visibilmente sconvolta.
L'onda si abbattè su Bluruvia, non risparmiando nemmeno il palazzo. L'onda, dalle dimensioni ginormiche, ribaltò automibili, sfasciò case e negozi, piccoli palazzi di vecchia costruzione.
Sradicò alberi da frutto dai loro giardini e palme dalle spiaggie. Ricoprì quasi per intero la Grotta Pietrosa, lasciando intonso solo il cucuzzolo del massiccio.
Inoltre ricoprì interamente il palazzo, donando ai terrorizzati operai degli uffici un attimo di smarrimento nei fondali blu, senza sabbia né conchiglie, ma con strade e segnali e vie e staccionate.
"Gail!" urlò Ren, il suo capufficio, entrando nella stanza tutto preoccupato.
Lei non lo ascoltava.
Lei guardava solo quell'enorme occhio che si muoveva lentamente in avanti proprio fuori dalle finestre del palazzo, trascinando un'ombra blu scuro dopo il suo passaggio.

"Kyogre è di nuovo sveglio" osservò il Campione.
"E presto ci impossesseremo di lui. Ora che Porto Alghepoli è sotto il nostro controllo non permetteremo a nessuno lo sbarco. La baia poco oltre la spiaggia è stata interamente presa sotto la nostra ala protettiva. Solo chi ha il permesso non sarà affondato dai Wailord" fece Xander, lasciando cadere la mazza ferrata per errore. Si chinò a riprenderla, quindi osservò negli occhi la paura di Marina.
"Dalle tue parole capisco che non è ancora sotto il vostro controllo"
"Dobbiamo ancora impossessarci della Sfera Rossa, se è questo ciò che intendi... Ma presto sarà nelle nostre mani"
Erano tutti distratti, nessuno si curava di Marina. Christine manteneva in maniera blanda la catena con cui le aveva legato la caviglia. Gli occhi della ragazza erano in modalità sopravvivenza, le lacrime colavano dall'orlo delle palpebre copiose, sciogliendole il trucco.
Fece un rapido check-up dell'arto inferiore colpito, muovendo leggermente la caviglia ed appurando che tutto funzionasse alla perfezione.
Alzò per un attimo gli occhi al cielo, e vide che le nuvole continuavano ad addensarsi e a lasciar cadere pioggia fredda.
Doveva rischiare.
Portò i mignoli alla bocca e fischiò. Contemporaneamente tirò forte la caviglia. Christine lasciò la presa, rimanendo sgomenta dalla situazione.
"Che diamine..."
Marina doveva liberarsi. "Staraptor, aiuto!"
Quello si fiondò come un vandalo su Christine, prendendo a colpirla ripetutamente con un attacco Zuffa.
Non ci volle molto, Marina si liberò dalla catena e scappò nel vicolo accanto, salì sul cassonetto dell'immondizia e si arrampicò sul tetto.
"Staraptor, andiamo via da qui!"
Il Pokémon Volante si staccò dal suo obiettivo per poi volare diretto verso l'alto. Marina saltò sul suo dorso ed andò via, oltre le nuvole.

Xander guardò la sua collega sorpreso. "Te la sei lasciata sfuggire!"
Christine era a terra, dopo l'agguato del Pokémon. Si rimise in piedi, un po' confusa.
"Mi ha colto di sorpresa!"
"Era un ostaggio perfetto!"
Adriano guardava sgomento. Quei ragazzi erano veramente dei folli.
"Dovete lasciare Porto Alghepoli. Adesso. Della brava gente, persone innocenti, sono state costrette a barricarsi in casa"
"Nessuno può interferire con i nostri piani di conquista"
Poi il cellulare di Adriano squillò.
"Pronto... Come?! Rudi come sta?! No!" urlò alla fine l'uomo.
Xander guardava sorridente l'avversario. Attaccò e rimise il cellulare in tasca.
"Kyogre si è svegliato. Ha ucciso migliaia di persone sommergendo interamente Bluruvia. Da oggi, quell'isola non esiste più"
Xander partì con una grossa risata.
"Dovete andare via! Ora! Gyarados!"
"Ti piacciono i Gyarados?"
"Milotic, pensa agli scagnozzi, anche a costo di ammazzarli, non importa. Ma a te ci penserà il mio Gyarados"
"Lottiamo!" esclamò Xander. Prese una sfera dalla sua cintura e la lanciò. Un Gyarados rosso ne uscì.
Fu così che i due Pokémon, che differivano soltanto per dimensioni e colore, dato che quello di Xander oltre ad essere cromatico era anche più alto.
"Forza Gyarados! Mostriamogli la potenza del Campione!" urlò Adriano, puntando il dito contro l'avversario. Gyarados ruggì forte, quindi si gettò a capofitto nella lotta. I due presero ad intrecciare i corpi serpentiformi, nel tentativo di decretare chi dei due fosse il maschio alfa. Una prova di forza che lasciò sorpreso Xander: nonostante il suo Gyarados fosse più grosso, quello di Adriano pareva avere una marcia in più.
Fu proprio il Campione della Lega di Hoenn a voler cominciare l'offensiva. "Morso!"
Il suo Pokémon spalancò le fauci e le richiuse sul collo dell'avversario, che emise un grido sinistro in cui rabbia e dolore erano misti come acqua e sabbia sul bagnasciuga.
"Ottimo! Stringi!"
"Non demordere Gyarados!" urlò Xander. "Vai subito con Ira di Drago!"
La mossa era sensata. La mossa sfruttava la rabbia che Gyarados in quel momento stava provando. Già in generale i Gyarados sono dei Pokémon irritabilissimi. Non esistono Gyarados che non siano arrabbiati. La frustrazione di aver vissuto un'intera vita come un Magikarp, essere bollato sempre come una preda alla mercee dei predatori, denigrato come Pokémon inutile, accresceva nei Pokémon stessi rabbia e convinzioni differenti e contrastanti.
Esse si manifestano con tutta la cattiveria possibile nel momento in cui sopraggiunge l'evoluzione. Nel momento in cui, quindi, quelle piccole ed inutili carpe diventano serpenti marini alti quanto palazzi.
La mossa Ira di Drago era quella più azzeccata, dunque. Quel maestoso Gyarados rosso prese ad urlare. La sua rabbia, unita al dolore che provava per via del morso cominciò a far scorrere in lui adrenalina pura.
La sua ira fece infittire la pioggia, tanto che i due allenatori che si contendevano quella sfida non vedevano altro che ombre e sagome vagamente colorate.
Gyarados, quello rosso, dopo l'ennesimo urlo si gettò per terra, facendo cadere a sua volta anche l'avversario. Infine si rialzò rapidamente, emettendo dalla bocca una sfera di energia incandescente, vivida, sopra cui diverse venature nerastre si andavano diffondendo come scosse d'energia elettrica.
"Gyarados, resisti!" urlò Adriano.
La sfera partì, colpendo il Pokémon del Campione in pieno volto. Il sangue fuoriusciva dalle narici e dalla bocca, ma anche in lui prese a crescere l'ira.
Si rimise velocemente in piedi, quindi guardò Adriano.
"Geloraggio!" urlò quello.
Un raggio d'energia congelata partì dalla bocca del Pokémon, colpendo alla base del corpo l'avversario. Ci fu un principio di congelamento, il Gyarados rosso non riusciva a muovere la parte inferiore del corpo.
Adriano guardò lo stupore negli occhi di Xander, quindi sorrise.
"Ora terminiamolo! Colpo!"
Insaguinato ed iracondo, il Gyarados di Adriano si gettò a capofitto prendendo a colpire col volto, con la testa, mordendo, il pover avversario.
Una serie di urli si levarono in alto nella pioggia, prima che Adriano facesse rientrare il suo Pokémon. Xander guardava esterrefatto.
"Non..."
"Invece sì, Team Idro. Ora andate via e liberate la città. Milotic, fermo."
Questo infatti stava per colpire mortalmente una recluta. Lo sgherro si alzò e fuggì via, zoppicando, imitato poco dopo da altre persone.
Porto Alghepoli era libera.

Le porte del museo si aprirono, e Marina vi entrò rapidamente dentro. Fu sollevata dal non sentire più la pioggia battere sulla sua testa.
Tutto attorno c'era un gran casino.
Opere distrutte, tele bucate, pareti abbattute ed un rapper per terra.
"Gold!" esclamò, correndo verso di lui. Il volto era disteso, gli occhi chiusi, la bocca invece no, semiaperta.
Lo afferrò per le spalle, cominciando a scuoterlo. "Gold!" lo chiamava. "Gold! Gold!"
D'improvviso il suo voltò si contrì in una smorfia di dolore. "Dio mio..."
"Gold!"
"Male..."
"Ti fa male?! Cosa ti fa male?!"
"Male..."
"Cosa, Gold?! Cosa?!"
"Detto..."
"Non mi hai detto niente, avanti!"
"Maledetto!" urlò il ragazzo, tossendo e sputando sangue sulla divisa di quella. Marina abbassò gli occhi e guardò il liquido rosso colarle all'altezza dei seni.
Adriano fece il proprio ingresso nel museo. Il volto era cereo, mentre i suoi passi decurtavano decisi la distanza con i due. "Come stai?"
"Io sto bene. Ma lui no, sputa sangue"
"Hai visto cosa gli è successo?"
"No... Ha urlato solo la parola Maledetto per poi sputare sangue... Non so cosa sia successo". Marina sospirava mentre parlava, e con il lembo di un fazzoletto puliva il sangue dalla bocca del ragazzo, che stringeva occhi e denti mentre affondava le mani nel giubbino all'altezza del petto, come se volesse staccarsi il cuore.
"È vittima dell'attacco Maledizione. Torno subito". Si allontanò, avvicinandosi alla porta. Guardava fuori mentre cercava un numero nella rubrica del suo cellulare. "Eccoti qui... Pronto? Ciao Ester, sono Adriano..."
"Vedrai che andrà tutto bene, Gold. Tu pensa solo a riposare ora"

 

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