Frammenti -
New Day
Nives si legò i capelli con elastico fucsia. Aveva le mani doloranti. Si sedette stanca sul primo cuscino che le capitò a tiro. Il grembiule che aveva indosso la stritolava e sognava di liberarsene al più presto.
- Nives, vieni con noi a prenderti qualcosa da bere? - chiese Gwen seguita da due sue amiche togliendosi il grembiule. La bionda sorrideva alla ragazza, le altre la imitavano.
- Sì, perché no... - rispose la ragazza dai capelli indaco.
- Allora ti aspettiamo fuori.
- Ok. - fece infine alzando il pollice.
Le tre fanciulle passarono oltre camminando sul tatami del teatro di Amarantopoli. Nives sospirò e poi si lasciò sfuggire un sorriso. Tolse il grembiule, si dette una rassettata generale, quindi prese la borsa e uscì.
- Ehi, Nives, andiamo? - chiese Sheela, un’altra sua collega.
- Certo.
Le quattro ragazze si incamminarono verso il bar più vicino.
- E allora, sei sicura di questo? - chiese Derek.
Mh... - l’anziana mise la sua mano sopra quella del nipote. - ...certo, se vuoi ti racconto anche com’è andata. - disse con voce calda.
- Va bene, mi piacerebbe tantissimo. - annuì entusiasta lui.
- Allora, devi sapere che appena dopo Natale, mentre ero ad occuparmi del mio giardino, vidi una ragazza che camminava disorientata proprio per questa via. Non l’avevo mai vista e, essendo Amarantopoli una città abbastanza ristretta, ho subito capito che si trattava di una forestiera. - prese a raccontare la vecchia signora.
Il neo diciottenne ascoltava molto interessato le parole della nonna.
- Dopo qualche minuto di girovagare, si decise finalmente a chiedermi indicazioni. Quando l’ho vista in faccia, ne sono subito rimasta impietosita. Aveva due occhioni tristi e lucidi, era stanca e sciupata, stava camminando da molto tempo. Mi ha fatto subito compassione, era in cerca di un posto dove dormire. A quel punto le ho detto immediatamente di fermarsi a casa mia, mi faceva così pena, poverina... - proseguì la nonna.
Derek, ingoiando un altro biscotto, si mise comodo sulla sua poltrona preferita, la sua giacca di pelle sibilò leggermente al suo strusciare con il tessuto.
- Lei all’inizio sembrava restia all’idea, ma poi si convinse. Tanto era stanca che appena le feci vedere il letto vi si precipitò sopra e si addormentò dopo alcuni secondi con i vestiti ancora addosso. Comunque lei è rimasta da me per poche settimane, proprio nel periodo in cui tu eri a Unima e in quel periodo ho avuto modo di conoscerla meglio. È una ragazza tanto dolce, ma sente sempre il bisogno di stare da sola e quando qualche mia amica veniva a casa a farmi compagnia lei trovava sempre il modo di filarsela. Si fidava di poche persone e con le altre evitava ogni contatto, era leggermente sociopatica... - sorrise la donna. - Ma comunque in poco tempo riuscì a trovarsi un piccolo impiego. È diventata un delle assistenti delle Kimono Girl, si occupa di trucco, vestiti e di altri lavori nel teatro, vive in un appartamento con due sue colleghe con le quali va anche all’università. Sai, è un po’ cambiata, ma rimane sempre la ragazza timida che era prima. - concluse la signora con fare nostalgico.
- Mh, e adesso? Vi sentite più? - chiese il ragazzo.
- Sì, ogni tanto passa a salutarmi e mi racconta cosa le è successo importante negli ultimi giorni. Mi fa sentire in imbarazzo, lei così giovane, così introversa, così... dolce, che viene da me e ogni volta non dimentica mai di ringraziarmi per averla ospitata. Mi ha raccontato di aver avuto dei problemi con i suoi genitori, ma nulla di più, mi viene da pensare che sia una fuggiasca, una scappata dai suoi.
- Dici? - chiese Derek.
- Ne ho come la sensazione, effettivamente non l’ho mai vista né parlare con i genitori al telefono né tantomeno i suoi la sono mai venuta a trovare. E poi, insomma, quale genitore degenere lascerebbe che la figlia andasse in una nuova città senza posti dove dormire o mangiare? - fece leggermente irritata.
- Giustamente... - annuì il nipote.
- Ma perché mi hai chiesto se la conoscessi? - lo punzecchio la signora.
- Mah... - Derek, arrossendo, distolse lo sguardo. - ...così, perché è la prima volta che la vedo da queste parti e così ho voluto...
- Mh... sai che è sempre seguita dai suoi due Pokémon, Glaceon e Froslass?
- Davvero? - chiese lui illuminandosi.
- Sì, sono due tipi ghiaccio con lettera maiuscola, si vede che sono cresciuti nella natura. Sono esemplari unici. - disse guardando il soffitto.
- Wow... - commentò il ragazzo affascinato. - ...avevo proprio bisogno di studiare due Pokémon come quelli, soprattutto Froslass...
- Beh, allora che aspetti a fare la sua conoscenza, magari le sei simpatico, tanto domani tornerai anche tu all’università dopo lo scambio studenti con la scuola di Unima, no? - chiese la signora sempre con un tono quasi sarcastico.
- Nonna! Dai, non ti impicciare... - rispose lui lamentoso arrossendo ancora una volta.
- Va bene, va bene, starò zitta... - fece lei ammiccando.
- E quindi ho colpito l’avversario con Idrocannone, boom! KO! Al secondo colpo! Sono già ai quarti di finale. - esclamò entusiasta Jack. - Hai capito, Derek, sto scalando il torneo a velocità impressionante. Derek... - il ragazzo si accorse che il suo migliore amico non stava prestando attenzione alle sue parole. - Derek, mi stai ascoltando? - chiese scendendo dal letto.
La loro camera era disordinata, la tv era accesa e nessuno dei due si accingeva a prendere l’ultimo pezzo di pizza coi funghi rimasto nel cartone, oramai freddo e schifoso. Derek, il moro, era steso sul letto con gli occhi celesti persi nel bianco del soffitto. Jack, il biondo, si era appena seduto sul suo letto.
- Derek, che hai? - fece più serio. - Non ti vedo così dai tempi delle medie, con Veronica... - si fermò un momento. - Ahhhh... capisco! Chi hai conosciuto? - comprese subito.
L’amico non gli stava prestando attenzione.
- Dimmi un po’, Jack... - fece lento.
Il ragazzo tese subito l’orecchio.
- Credi nei colpi di fulmine?
Il vento soffiava insistentemente spingendo il bordo del colletto della giacca di Derek contro il suo collo e facendogli solletico tanto che, ogni trenta secondi, era costretto a sistemarlo.
C’era vento.
Il ragazzo era completamente spettinato e la sua chioma lunga danzava sulle spire del vento. Portava la borsa contenente i suoi libri in mano svogliatamente. Non si preoccupava del Growlithe che gli gironzolava attorno alle gambe. Anzi, il calore che emanava era anche gradevole.
La ragazza era lì, a pochi passi da lui, seduta a ripassare qualcosa su un libro che no riusciva ad identificare. Era molto carina, portava anche lei i capelli sciolti e i suoi occhi leggermente assonnati seguivano le righe placidamente.
Derek la fissava insistentemente. Senza muoversi di un millimetro.
Ad un certo punto, una campana suonò ripetutamente. La ragazza si alzò, e per un momento, il vederla scappare così in fretta senza neanche averle parlato mandò in panico il suo cuore.
La ragazza assicurò di aver chiuso la borsa, lasciò qualche moneta come mancia sul piattino della cioccolata calda che aveva appena bevuto e poi si incamminò verso la facoltà.
Un secondo.
Il cuore di Derek non stava battendo, la ragazza stava venendo verso di lui.
Due secondi.
Quello stupido muscolo rosso involontario che aveva nel petto non si decideva a ripartire.
Tre secondi.
La ragazza era di fronte a lui. Il suo cuore, in quel momento non sarebbe servito neanche come fermacarte.
Quattro secondi.
La ragazza passò oltre.
Derek gettò fuori tanta aria quanta può essere contenuta in un pallone aerostatico di notevoli dimensioni. Il suo cuore aveva ripreso a battere ora che non aveva più l’immagine di quella studentessa davanti. Si voltò con calma.
Stava camminando con lentezza verso l’edificio che si trovava dall’altra parte del college. Con la divisa della scuola era incredibilmente carina. Un momento di crisi, ebbe il ragazzo. Frenesia mista a mancato autocontrollo.
Qualcosa lo spinse verso quella ragazza che si stava allontanando da lui. Se gliel’avessero chiesto, avrebbe risposto che nella piazza dell’università c’erano solo loro due in quel momento.
Se un pazzo omicida fosse uscito da una finestra e con un mitra avesse sparato a tutte le forme di vita che si trovavano in quel posto tranne che a Derek e alla ragazza dai capelli indaco perché in quell’esatto istante un ufo era caduto tra loro e il tizio con la mitragliatrice e l’uomo, spaventandosi per l’accaduto e rientrando in fase “pazzia pura”, si fosse fatto esplodere attivando l’interruttore che controllava le bombe a orologeria che aveva attorno al petto, lui avrebbe comunque risposto che nella piazza c’erano solo lui e la ragazza dai capelli indaco.
E se anche...
- Ciao, mi chiamo Derek, sono rientrato a scuola da poco e mi hanno detto che hai un bellissimo esemplare di Froslass, vorrei...
Frammenti, pezzi di una vita in cui non sempre riusciamo ad identificarci, come in uno specchio che non ci riflette a dovere.
Quando non siamo soddisfatti della nostra vita è come se avessimo visto un’immagine sbagliata nel riflesso ci spaventiamo e rompiamo lo specchio.
Ma a differenza di uno specchio normale, la nostra vita potrà sempre ricomporsi. Sempre.
Minuscola Fossa di Universo
Ehilà, gente!
Sono qui, apro l’ultimo turno di Frammenti del Soulwriter Team perché Andy Black devefare lo schiavo in un pub lavorare tanto
tanto (detto con la voce di Ciccio Cessa). Mi dispiace per lui, ma che posso
fare io? Pubblico al suo posto.
Che potete fare voi? Schiavizzatevi e sottomettetevi alla sua figura.
No, seriamente, ora, fatelo.
Babbè, la cosa del titolo la sapete, New Day dei celebri Jay-Z e Kanye West. Il concept l’avete capito e l’antifona la sapete. Poi vabbè, mi pareva carino anche perché, oltre ad avere uno stretto rapporto con la trama, rappresenta anche un po’ il primo del mese.
L’argomento di questo giro non ci sarà.
Queste ultime OS serviranno solamente per “completare” le storie dei nostri personaggi per ricollegarli poi alla Long misticissima e superpontentissima che pubblicheremo, finalmente, soddisfacentemente, sul nostro cazzo di profilo di gruppo!!
*cori angelici*
Soulwriter Team.
Cercate ‘sta cosa e arriverete al nostro profilo dove, quando saremo pronti, inizieremo a pubblicare la nostra Long cazzutissima.
Bene, recensite amori miei e leggete anche le altre OS che usciranno ogni settimana sui profili dei miei compagni.
Bye!
Nives si legò i capelli con elastico fucsia. Aveva le mani doloranti. Si sedette stanca sul primo cuscino che le capitò a tiro. Il grembiule che aveva indosso la stritolava e sognava di liberarsene al più presto.
- Nives, vieni con noi a prenderti qualcosa da bere? - chiese Gwen seguita da due sue amiche togliendosi il grembiule. La bionda sorrideva alla ragazza, le altre la imitavano.
- Sì, perché no... - rispose la ragazza dai capelli indaco.
- Allora ti aspettiamo fuori.
- Ok. - fece infine alzando il pollice.
Le tre fanciulle passarono oltre camminando sul tatami del teatro di Amarantopoli. Nives sospirò e poi si lasciò sfuggire un sorriso. Tolse il grembiule, si dette una rassettata generale, quindi prese la borsa e uscì.
- Ehi, Nives, andiamo? - chiese Sheela, un’altra sua collega.
- Certo.
Le quattro ragazze si incamminarono verso il bar più vicino.
- E allora, sei sicura di questo? - chiese Derek.
Mh... - l’anziana mise la sua mano sopra quella del nipote. - ...certo, se vuoi ti racconto anche com’è andata. - disse con voce calda.
- Va bene, mi piacerebbe tantissimo. - annuì entusiasta lui.
- Allora, devi sapere che appena dopo Natale, mentre ero ad occuparmi del mio giardino, vidi una ragazza che camminava disorientata proprio per questa via. Non l’avevo mai vista e, essendo Amarantopoli una città abbastanza ristretta, ho subito capito che si trattava di una forestiera. - prese a raccontare la vecchia signora.
Il neo diciottenne ascoltava molto interessato le parole della nonna.
- Dopo qualche minuto di girovagare, si decise finalmente a chiedermi indicazioni. Quando l’ho vista in faccia, ne sono subito rimasta impietosita. Aveva due occhioni tristi e lucidi, era stanca e sciupata, stava camminando da molto tempo. Mi ha fatto subito compassione, era in cerca di un posto dove dormire. A quel punto le ho detto immediatamente di fermarsi a casa mia, mi faceva così pena, poverina... - proseguì la nonna.
Derek, ingoiando un altro biscotto, si mise comodo sulla sua poltrona preferita, la sua giacca di pelle sibilò leggermente al suo strusciare con il tessuto.
- Lei all’inizio sembrava restia all’idea, ma poi si convinse. Tanto era stanca che appena le feci vedere il letto vi si precipitò sopra e si addormentò dopo alcuni secondi con i vestiti ancora addosso. Comunque lei è rimasta da me per poche settimane, proprio nel periodo in cui tu eri a Unima e in quel periodo ho avuto modo di conoscerla meglio. È una ragazza tanto dolce, ma sente sempre il bisogno di stare da sola e quando qualche mia amica veniva a casa a farmi compagnia lei trovava sempre il modo di filarsela. Si fidava di poche persone e con le altre evitava ogni contatto, era leggermente sociopatica... - sorrise la donna. - Ma comunque in poco tempo riuscì a trovarsi un piccolo impiego. È diventata un delle assistenti delle Kimono Girl, si occupa di trucco, vestiti e di altri lavori nel teatro, vive in un appartamento con due sue colleghe con le quali va anche all’università. Sai, è un po’ cambiata, ma rimane sempre la ragazza timida che era prima. - concluse la signora con fare nostalgico.
- Mh, e adesso? Vi sentite più? - chiese il ragazzo.
- Sì, ogni tanto passa a salutarmi e mi racconta cosa le è successo importante negli ultimi giorni. Mi fa sentire in imbarazzo, lei così giovane, così introversa, così... dolce, che viene da me e ogni volta non dimentica mai di ringraziarmi per averla ospitata. Mi ha raccontato di aver avuto dei problemi con i suoi genitori, ma nulla di più, mi viene da pensare che sia una fuggiasca, una scappata dai suoi.
- Dici? - chiese Derek.
- Ne ho come la sensazione, effettivamente non l’ho mai vista né parlare con i genitori al telefono né tantomeno i suoi la sono mai venuta a trovare. E poi, insomma, quale genitore degenere lascerebbe che la figlia andasse in una nuova città senza posti dove dormire o mangiare? - fece leggermente irritata.
- Giustamente... - annuì il nipote.
- Ma perché mi hai chiesto se la conoscessi? - lo punzecchio la signora.
- Mah... - Derek, arrossendo, distolse lo sguardo. - ...così, perché è la prima volta che la vedo da queste parti e così ho voluto...
- Mh... sai che è sempre seguita dai suoi due Pokémon, Glaceon e Froslass?
- Davvero? - chiese lui illuminandosi.
- Sì, sono due tipi ghiaccio con lettera maiuscola, si vede che sono cresciuti nella natura. Sono esemplari unici. - disse guardando il soffitto.
- Wow... - commentò il ragazzo affascinato. - ...avevo proprio bisogno di studiare due Pokémon come quelli, soprattutto Froslass...
- Beh, allora che aspetti a fare la sua conoscenza, magari le sei simpatico, tanto domani tornerai anche tu all’università dopo lo scambio studenti con la scuola di Unima, no? - chiese la signora sempre con un tono quasi sarcastico.
- Nonna! Dai, non ti impicciare... - rispose lui lamentoso arrossendo ancora una volta.
- Va bene, va bene, starò zitta... - fece lei ammiccando.
- E quindi ho colpito l’avversario con Idrocannone, boom! KO! Al secondo colpo! Sono già ai quarti di finale. - esclamò entusiasta Jack. - Hai capito, Derek, sto scalando il torneo a velocità impressionante. Derek... - il ragazzo si accorse che il suo migliore amico non stava prestando attenzione alle sue parole. - Derek, mi stai ascoltando? - chiese scendendo dal letto.
La loro camera era disordinata, la tv era accesa e nessuno dei due si accingeva a prendere l’ultimo pezzo di pizza coi funghi rimasto nel cartone, oramai freddo e schifoso. Derek, il moro, era steso sul letto con gli occhi celesti persi nel bianco del soffitto. Jack, il biondo, si era appena seduto sul suo letto.
- Derek, che hai? - fece più serio. - Non ti vedo così dai tempi delle medie, con Veronica... - si fermò un momento. - Ahhhh... capisco! Chi hai conosciuto? - comprese subito.
L’amico non gli stava prestando attenzione.
- Dimmi un po’, Jack... - fece lento.
Il ragazzo tese subito l’orecchio.
- Credi nei colpi di fulmine?
Il vento soffiava insistentemente spingendo il bordo del colletto della giacca di Derek contro il suo collo e facendogli solletico tanto che, ogni trenta secondi, era costretto a sistemarlo.
C’era vento.
Il ragazzo era completamente spettinato e la sua chioma lunga danzava sulle spire del vento. Portava la borsa contenente i suoi libri in mano svogliatamente. Non si preoccupava del Growlithe che gli gironzolava attorno alle gambe. Anzi, il calore che emanava era anche gradevole.
La ragazza era lì, a pochi passi da lui, seduta a ripassare qualcosa su un libro che no riusciva ad identificare. Era molto carina, portava anche lei i capelli sciolti e i suoi occhi leggermente assonnati seguivano le righe placidamente.
Derek la fissava insistentemente. Senza muoversi di un millimetro.
Ad un certo punto, una campana suonò ripetutamente. La ragazza si alzò, e per un momento, il vederla scappare così in fretta senza neanche averle parlato mandò in panico il suo cuore.
La ragazza assicurò di aver chiuso la borsa, lasciò qualche moneta come mancia sul piattino della cioccolata calda che aveva appena bevuto e poi si incamminò verso la facoltà.
Un secondo.
Il cuore di Derek non stava battendo, la ragazza stava venendo verso di lui.
Due secondi.
Quello stupido muscolo rosso involontario che aveva nel petto non si decideva a ripartire.
Tre secondi.
La ragazza era di fronte a lui. Il suo cuore, in quel momento non sarebbe servito neanche come fermacarte.
Quattro secondi.
La ragazza passò oltre.
Derek gettò fuori tanta aria quanta può essere contenuta in un pallone aerostatico di notevoli dimensioni. Il suo cuore aveva ripreso a battere ora che non aveva più l’immagine di quella studentessa davanti. Si voltò con calma.
Stava camminando con lentezza verso l’edificio che si trovava dall’altra parte del college. Con la divisa della scuola era incredibilmente carina. Un momento di crisi, ebbe il ragazzo. Frenesia mista a mancato autocontrollo.
Qualcosa lo spinse verso quella ragazza che si stava allontanando da lui. Se gliel’avessero chiesto, avrebbe risposto che nella piazza dell’università c’erano solo loro due in quel momento.
Se un pazzo omicida fosse uscito da una finestra e con un mitra avesse sparato a tutte le forme di vita che si trovavano in quel posto tranne che a Derek e alla ragazza dai capelli indaco perché in quell’esatto istante un ufo era caduto tra loro e il tizio con la mitragliatrice e l’uomo, spaventandosi per l’accaduto e rientrando in fase “pazzia pura”, si fosse fatto esplodere attivando l’interruttore che controllava le bombe a orologeria che aveva attorno al petto, lui avrebbe comunque risposto che nella piazza c’erano solo lui e la ragazza dai capelli indaco.
E se anche...
- Ciao, mi chiamo Derek, sono rientrato a scuola da poco e mi hanno detto che hai un bellissimo esemplare di Froslass, vorrei...
Frammenti, pezzi di una vita in cui non sempre riusciamo ad identificarci, come in uno specchio che non ci riflette a dovere.
Quando non siamo soddisfatti della nostra vita è come se avessimo visto un’immagine sbagliata nel riflesso ci spaventiamo e rompiamo lo specchio.
Ma a differenza di uno specchio normale, la nostra vita potrà sempre ricomporsi. Sempre.
Minuscola Fossa di Universo
Ehilà, gente!
Sono qui, apro l’ultimo turno di Frammenti del Soulwriter Team perché Andy Black deve
Che potete fare voi? Schiavizzatevi e sottomettetevi alla sua figura.
No, seriamente, ora, fatelo.
Babbè, la cosa del titolo la sapete, New Day dei celebri Jay-Z e Kanye West. Il concept l’avete capito e l’antifona la sapete. Poi vabbè, mi pareva carino anche perché, oltre ad avere uno stretto rapporto con la trama, rappresenta anche un po’ il primo del mese.
L’argomento di questo giro non ci sarà.
Queste ultime OS serviranno solamente per “completare” le storie dei nostri personaggi per ricollegarli poi alla Long misticissima e superpontentissima che pubblicheremo, finalmente, soddisfacentemente, sul nostro cazzo di profilo di gruppo!!
*cori angelici*
Soulwriter Team.
Cercate ‘sta cosa e arriverete al nostro profilo dove, quando saremo pronti, inizieremo a pubblicare la nostra Long cazzutissima.
Bene, recensite amori miei e leggete anche le altre OS che usciranno ogni settimana sui profili dei miei compagni.
Bye!
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