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Cy - Tomorrow Is Nearly Yesterday

Tomorrow Is Nearly Yesterday






" The priests and the friars

Approach me in dread

Because I still love you

My love and you're dead

I still would be your shelter

Through rain and through storm

And with you in your cold grave

I cannot sleep warm

So I'm stretched on your grave

And will lie there forever ,,










 




Di come ti sei svegliato senza corpo, di come ti sei svegliato senza la sua calda presenza al suo fianco, di come tutto ciò che rimane di te è un cadavere dalla pelle rotta dal sole e sporca di sangue.
La ferita che incide la tua pancia è verticale, sentire i vermi mangiarti la pelle, grassi, grossi vermi contorcersi nel tuo ventre.
Li senti scavare nella carne, mangiare ciò che rimane di te, i tuoi umori fuoriescono, senti gli ululati, percepisci gli occhi che vengono mangiati dagli animali necrofagi, i denti che marciscono e il tuo sangue che irriga la terra.
E poi senti le sue mani dolci e delicate, quelle di chi non ha conosciuto guerra né dolore, senti i suoi singhiozzi e i suoi baci sulle tue labbra secche e senza vita.
No, no, no.
È sbagliato, smettila.
No, non toccarmi.
Non sai perché lo pensi, non sai nemmeno se questo è pensare, mentre giace sopra di te, piangendo disperatamente.
-   Se il parroco sapesse quello che sto facendo, amore mio.
Ti sussurra, posando le labbra sulla tua fronte, sono delicate come ricordavi. Quanto ti erano mancati i suoi baci, che vi scambiavate nascosti in casa tua, quando tuo padre era troppo occupato a lavorare nei campi e tua madre doveva guardare tuo fratello che con quel suo Growlithe rischiava sempre di dar fuoco alla casa.
Vattene, ti prego.
E mentre i vermi continuano a mangiarti senti le sue labbra posate proprio sul tuo stomaco, lo senti baciare i lembi della ferita oramai infetta e nonostante vuoi che viva, non ti dispiacerebbe morisse con te. I suoi baci raggiungono i tuoi fianchi, dove un'altra ferita fa  mostra di quanto tu abbia sofferto per morire.
-    Non lascerò che il tuo cadavere giaccia qua, senza gloria.
Sai benissimo quello che sta per fare e mentre speri solamente che ti lasci morire da solo, perché tanto all'inferno ci sareste andati entrambi e tu vuoi riposare in terra non consacrata, senti la sua voce cantare dolci parole nelle tue orecchie martoriate dai vermi e dai dolori della vita.
I vermi iniziano a muoversi più freneticamente, a mangiare più carne, ma la sua presenza è sempre con te, sempre sopra di te, mentre senti le radici nella terra afferrarti le braccia e tranciartele.
Non ti fa male, ovviamente non ti fa male, ma vorresti che la smettesse di fare del male a se stesso, preferiresti mille morti piuttosto che vedere la sua sofferenza.
Vorresti gridare, ma anche la tua bocca è piena di terra e si apre solamente perché una grossa radice si fa largo dalla tua nuca fino a spezzare i denti che ti erano rimasti, per aprirti le labbra a forza.
Non ti potrò amare come ho fatto una volta, per favore, smettila.
Sai che è una bugia, ma speri che raggiunga la sua testa, speri che la smetta perché è sbagliato, perché non deve sacrificare la sua anima per te, perché merita così tanto e tu non puoi dare niente se non la tua vita.
Quando le radici hanno preso il posto di tutto ciò che di materiale ti rimaneva, le senti afferrare quella piccola cosa che ancora era dentro di te.
-  Sei stato così bravo, a trattenere la tua anima, davvero bravo.
Lo senti singhiozzare, mentre ti accarezza la faccia, le tue forme si deformano e i vermi muoiono, se ne vanno, scoppiano lasciando macchie giallastre di materia e umori umani.
Quando riapri i tuoi occhi ti rendi conto che ne hai solamente più uno, che il tuo corpo non è più umano, ma un fascio di nodi di legno ed erbe rampicanti e che quello che hai dentro è solamente materia nera e incorporea.
Alzi lo sguardo e vedi ciò che non avresti mai voluto lasciato andare, ti abbraccia, ti bacia la pelle che orama pelle più non è, insensibile e fredda, e tu vuoi ricambiare l'abbraccio, ma i movimenti sono difficili e tu ancora non sai come destreggiarti in quel corpo di legno. Ma avevi il suo amore ed il suo corpo, questo ti bastava.

Cinquant'anni dopo fosti tu a seppellire il suo corpo, usando le radici degli alberi che una volta ti avevano ridato la vita, gli diedi un'ultima carezza, un ultimo sguardo amorevole, prima di lasciarlo andare per sempre.
Sapevi che non era vero. Sapevi che la sua anima era con te, che avevi ancora un poco della sua materia dentro di te.
Saresti vissuto per entrambi, ma avresti portato con te chi si sarebbe perso in quella foresta.




 


Leggende del folklore di Kalos,

capitolo 6, Revenant.

1202-1220

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