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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

Conglomerates

Odiava dicembre. Tecnicamente odiava l'inverno ma dicembre era il simbolo di quella stagione, con le festività e quel senso di bontà che circolava ovunque. Non era tanto il problema degli auguri forzati e tutti quei sorrisi stampati sui volti, e nemmeno di quei maglioni così demodé. Anche se erano caldi. No, il problema era il freddo. Odiava dicembre ed odiava il freddo. Odiava doversi imbottire di magliette e sciarpe. Odiava i guanti. Fosse stato per lei sarebbe seccata i primi d'ottobre per poi rifiorire a marzo, la pioggia non le dispiaceva poi così tanto. Odiava anche la condensa del suo respiro, quando, da caldo e trasparente fiato diventava fumo bianco. Col freddo le sue piante morivano tutte ed era costretta a rimanere in casa per la neve. Insomma, Sinnoh da ottobre in poi era una distesa candida. Bella, certo. Se hai sei anni. Ma arriva un momento nella vita in cui la neve è semplicemente un impedimento in più. Gardenia viveva da sola, ed era costretta a

Cose Preziose

5. Cose Preziose .Universo X. Note di pianoforte dietro ad un portone chiuso. Ogni volta che doveva entrare nella sala di Cassandra, Xavier guardava la donna col volto triste e quella col volto sorridente, che sostavano davanti alla porta, una a destra ed una a sinistra. Quando sentiva il suono, al di là dell’uscio, pensava alla pianista, la ragazza delicata che con mani candide creava musica, nella sua lunga veste di seta bianca, così sottile da sembrare trasparente. E a lui intrigava, ogni volta che entrava lì dentro aveva la tentazione di toccarle il collo, o un braccio. Immaginava la sua pelle fredda. Ah, e certo, poi voleva levarle la benda dal volto, per vedere i suoi occhi. Forse era cieca, o forse, per un semplice feticismo di quei vecchi incappucciati, volevano che fosse bendata. Scosse la testa e lasciò andare via i pensieri, trattenendo solo le mani di Cassandra che baciavano i tasti d’avorio quando Felicità e Tristezza gli spalancarono le porte. “Do

Come tradire la fiducia di qualcuno a cui tieni - Manuale d'istruzioni

Buongiorno, buonasera o buonanotte a te che leggi. Mi chiamo Red e sono un traditore. E questo è un manuale su come tradire la fiducia di qualcuno a cui tieni . Ho difficoltà a scrivere perché qui, sul Monte Argento, fa parecchio freddo. Come ci sia finito qui, di nuovo, io non lo so. Credo che l’infliggermi questo eremitismo sia un modo per punire me stesso. Ho sbagliato. E questo manuale quindi vuole mostrare cosa NON fare. Cominciamo con la definizione di tradimento ; Cercando tramite l’internet sul Pokédex vedo: “L’atto e il fatto di venire meno a un dovere o a un impegno morale o giuridico di fedeltà e di lealtà: commettere un t., macchiarsi di un t. infamante; t. di un’idea, di una causa, dei compagni di lotta, di un amico; con particolare riferimento al dovere o all’impegno di essere fedele al coniuge o alla persona cui si è uniti da un rapporto d’amore e d’affetto: il loro matrimonio è fallito, pare per i continui t. del marito.” Mi conosco così bene da es

Lev - Il Pianto Delle Stelle - Epilogo - Nostalgia

Epilogo – Nostalgia   Kalut scese da Arcanine, il Pokémon Leggenda tornò docile nella sua Ball. Vivalet era una città grande, almeno così gli era stata descritta, eppure non si sarebbe mai aspettato di vederla tanto movimentata. Il ragazzo sostava immobile in mezzo ad una via dell’isola pedonale trafficata e calpestata da alcune migliaia di piedi di umani e di zampe di Pokémon. Udiva voci, schiamazzi, versi, ma non ne distingueva con chiarezza nessuno. E la cosa lo infastidiva. Molto. Decise che prima di mimetizzarsi nella città avrebbe dovuto impegnarsi a comprenderla e a capire più o meno cosa essa offrisse o contenesse. Camminò per alcuni minuti prima di fermarsi accanto ai tavolini esterni di un bar: una coppia di ragazze, loro erano il suo obbiettivo. Finse di iniziare ad all

Lev - Il Pianto delle Stelle - 36 - Comprensione

Capitolo 36 – Comprensione ‒ Fatto… ‒ mormorò una glaciale Celia con gli occhi scavati nel viso e lo sguardo perso nel nulla. ‒ Ho avvisato Xavier. ‒ proseguì. ‒ È incredibile ‒ borbottò poco avvezzo a certi avvenimenti Antares. E tutto passò nel giro di uno o due secondi: fu l’avvento di un chirurgo con ancora indosso la cuffia e la mascherina da sala operatoria che chiamò qualcuno con il cognome di Marcos nella hall a rivoltare quella giornata già abbastanza disastrata. Antares cercò di non intromettersi e di mantenere una posizione neutra, Celia sentì invece le parole del medico senza però ascoltarle o decifrarle. Le giunse qualcosa a proposito di una certa “Pneumopatia… qualcosa… cronica… qualcos’altro” e basta. Finché il discorso non troppo chiaro divenne tale per forza di cose. ‒ Ci d